2002

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blicata la nuova lista - che sostituisce le precedenti di ..... Assistenza e Protezione Satellitare. Europea ...... berger, è un sondaggio condotto da De- mo-SCOPE ...
Il mese imprenditoriale

gennaio-febbraio

2002

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Editoriale + Agenda della Ccia-Ti Reazioni alla politica dei trasporti svizzera Evviva i camionisti Nuovo ordinamento finanziario della Confederazione Nuovo diritto della Sagl Missione economica a Monaco Swiss Technology Partnership Cambio al vertice dell’IFCAM Respinti i Protocolli della Convenzione delle Alpi Osec Business Network Switzerland Euro Info Centro Svizzera La storia dell’orso e dei gattini Borse di studio per giovani imprenditori L’importanza dei CCL Nuovo sito della Ccia-Ti SATEL Control SA - Mezzovico Belimport SA - Lugano Ti impiego SA - Lugano Neo-diplomati economisti aziendali Corsi della Ccia-Ti Fiere internazionali

Riccardo Braglia, Membro dell’UP della Ccia-Ti, e rappresentante dell’industria farmaceutica

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L’IMMOBILISMO DEL CONSIGLIO FEDERALE PREOCCUPA IL TICINO COMPLETIAMO LE NECESSARIE OPERE INFRASTRUTTURALI Gentili signore, Egregi signori,

fatto che il Consiglio federale chiude occhi ed

Editoriale

orecchie per quanto riguarda la sicurezza dei Dagli anni ’50 l’aumento del traffico è una co-

trasporti in Ticino e per quanto riguarda la mo-

stante per tutti i Paesi del continente. È evi-

bilità: la nostra massima Autorità non vuol

dente che soprattutto il traffico su strada ha

sentire parlare di completamento della galle-

conosciuto un’importante crescita a scapito

ria autostradale del San Gottardo e non vuol

degli altri mezzi di trasporto, in particolare

minimamente pensare all’ultima tappa per

della ferrovia.

permettere la congiunzione dell’AlpTransit con

L’automobile offre all’individuo grande libertà

la linea veloce italiana.

e mobilità, e gli automezzi pesanti su strada

L’Ufficio federale dei Trasporti, ente preposto

permettono anche al settore delle merci di

allo studio, all’analisi e alla realizzazione di un

raggiungere l’auspicata flessibilità.

sistema dei trasporti efficiente per tutta la

Con la sciagura nella galleria autostradale del

Svizzera, arresta la propria visione al nord del

San Gottardo del 24 ottobre 2001, il sistema

Gottardo. Per quanto riguarda il raccordo tra la

dei trasporti in Europa è andato in crisi. Anche

Svizzera e la rete europea al sud non è previ-

in seguito alla riapertura del Gottardo le nuove

sto nulla, ma non si prevede nulla neppure nei

prescrizioni di blocco degli autocarri ai portali

progetti Ferrovia 2000-2002.

sud e nord, sia del San Gottardo che del San

Eppure questa pianificazione dovrebbe analiz-

Bernardino, rendono oltremodo difficoltoso

zare a fondo il traffico ferroviario su tutto il ter-

l’approvvigionamento dell’economia ticinese,

ritorio della Svizzera! Infatti, se si guardano i

rispettivamente il raggiungimento dei mercati

progetti di raccordo del TGV e di Ferrovia

tradizionali da parte delle aziende esportatrici

2000-02, nulla è previsto per l’aggancio al sud

ticinesi. Il 12 settembre 2001 la Commis-

tra Lugano-Vezia e Milano. Eppure il Consiglio

sione europea ha presentato la sua politica

di Stato del Canton Ticino aveva fatto le sue

dei trasporti in un nuovo Libro Bianco. Il titolo

scelte già nel 1995 adottando all’unanimità la

di questo libro è rivelatore: “La politica euro-

proposta formulata dal gruppo di riflessione

pea dei trasporti all’orizzonte 2010: l’ora delle

guidato dall’architetto Lio Galletti. Il collega-

scelte”. Secondo la Commissione, l’Unione

mento ferroviario veloce sino a Milano attra-

europea deve compiere le sue scelte per do-

verso Chiasso-Como è un obiettivo strategico

tarsi di un sistema dei trasporti efficace. Il Li-

per il sistema dei trasporti tra la Svizzera e l’I-

bro Bianco propone una sessantina di misure

talia. Il cantone Ticino è convinto che l’asse

ripartite su più campi di cui le principali sono:

storico del San Gottardo attraverso l’area di

• il riequilibrio dei modi di trasporto; • lo sviluppo di una rete europea e il finanzia-

Chiasso-Como deve essere confermato quale

mento delle infrastrutture;

direttrice anche per il futuro allacciamento alla rete italiana. Si tratta da un lato di integrare il

• la responsabilizzazione degli utilizzatori.

grosso polo demografico di Como-Chiasso e

In effetti gli obiettivi della Commissione euro-

dall’altro di valorizzare nella misura massima

pea sono analoghi a quelli della Svizzera. Si

possibile gli impianti ferroviari esistenti

tratta infatti di dotarsi di una politica dei tra-

creando un sistema d’esercizio flessibile. Pari-

sporti efficiente in un sistema di sviluppo du-

menti si stanno concretizzando gli indirizzi per

revole. Ma la politica svizzera dei trasporti ha

rafforzare l’integrazione delle stazioni di Como

anche l’obiettivo di integrare il sistema dei tra-

e Chiasso e le rispettive aree insediative e pro-

sporti nel quadro europeo. Questa volontà

duttive. Berna deve capire che il Ticino è un

d’integrazione è concretizzata dall’Accordo sui

elemento di una metropoli che ha il suo centro

trasporti terrestri firmato tra la Svizzera e l’U-

a Milano, dove l’AlpTransit deve attestarsi per

nione europea.

svolgere interamente il suo ruolo.

La triste realtà per l’economia ticinese sta nel

Claudio Camponovo

Redazione: Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, 6929 Gravesano Progetto grafico: Studio grafico Dal Ben, 6900 Lugano-Besso Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 40.per i non soci CHF 50.- (+ IVA) Indirizzo redazione: Corso Elvezia 16 CH-6901 Lugano Tel 091-911.51.11 Fax 091-911.51.12 [email protected] www.cciati.ch

AGENDA • Venerdì 8 febbraio, alle ore 16.00, riunione della Commissione edilizia della Ccia-Ti nella Sala conferenze dott. Gildo Papa. • Sabato 16 febbraio, dalle ore 10.30 alle 12.00, inizio del corso Telephoning English, nella sala conferenze dott. Gildo Papa (10 lezioni il sabato). • Martedì 19 febbraio, dalle ore 18.30 alle 20.00, inizio del corso Business Letters in English 1, nella sala conferenze Monte Bré (10 lezioni, il martedì e giovedì). • Martedì 19 febbraio, riunione dell’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti presso la Villa Principe Leopoldo. • Mercoledì 27 febbraio, alle 16.30, presso la Ccia-Ti, conferenza sul tema “L’imprenditore in prima linea” - vedere allegato volantino. • Martedì 26 febbraio, come pure lunedì 4 marzo, dalle ore 13.30 alle 17.30, Seminario sulla legge federale sul lavoro e sulle relative ordinanze di applicazione, nella sala conferenze Monte Bré. • Venerdì 8 marzo, alle ore 10.00, presso la sala conferenze dott. Gildo Papa, Conferenza stampa di presentazione del Rapporto sulla situazione economica 2002. • Giovedì 14 marzo, alle ore 10.00, Consiglio economico della Ccia-Ti • Mercoledì 20 marzo, 16esimo incontro con la moda • Lunedì 8 e martedì 9 aprile, Business Matchmaking Ticino – Monaco. • Giovedì 11 e venerdì 12 aprile, Convegno USI trasporti, Belvedere Locarno.

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REAZIONI ALLA POLITICA DEI TRASPORTI SVIZZERA INTERVISTA AL SEGRETARIO GENERALE DI CONFTRASPORTO

COME VIENE VALUTATA IN ITALIA L’ATTUALE SOLUZIONE PER LA GALLERIA DEL GOTTARDO?

L’ospite

DI ELISABETTA PISA

La Svizzera, Paese incuneato nel cuore del

pali arterie autostradali e cercando spazi

ma non è in grado di mantenere le pro-

Vecchio Continente, anello di congiunzione

per realizzare aree di sosta. Una strategia

messe. Ha monetizzato la sicurezza stra-

tra il sud e il nord dell’Europa, non accetta

bocciata su tutta la linea dai rappresen-

dale aumentando da 28 a 40 tonnellate il

lezioni in tema di mobilità. In casa propria

tanti degli autotrasportatori italiani, che il

limite di portata, senza introdurre migliorie.

in effetti ognuno è libero di fare quel che

23 gennaio hanno dato vita a una protesta

La Svizzera ora deve dire se è in grado di

vuole, ma le ripercussioni non mancano sui

alla dogana di Ponte Chiasso proprio per

sopportare l’aumento del traffico e di of-

Paesi confinanti. La politica elvetica dei tra-

sottolineare il proprio dissenso. Ma qual è

frire strade più sicure. Le situazioni di con-

sporti fa storcere il naso al mondo dell’au-

l’importanza della Svizzera per la catego-

gestione aumentano i rischi per la sicu-

totrasporto italiano. Le restrizioni, imposte

ria? Non è possibile aggirare l’ostacolo?

rezza. Per questo a livello europeo si deve

da Berna, quali il divieto di transito not-

“La Confederazione – precisa Paolo Uggé,

discutere del transito notturno. Il capitolo

turno per i Tir e il dosaggio del traffico nel

segretario generale di Conftrasporto – è

sui trasporti va rinegoziato”.

tunnel del San Gottardo, sono in rotta di

fondamentale per la sua posizione strate-

collisione con le esigenze degli autotra-

gica. La via elvetica consente di raggiun-

Qual è la vostra ricetta per uscire dall’impasse?

sportatori, che devono muovere veloce-

gere i mercati del nord Europa in tempi più

“Tornare al regime precedente: in altre pa-

mente le merci al di là della Alpi. Ostacoli

rapidi. Il risparmio, rispetto ad altri per-

role accesso consentito solo ai Tir con un

che incontrano anche i camionisti svizzeri, i

corsi, è di 300 chilometri”.

carico di 28 tonnellate e abolizione della tassa sul traffico pesante. Oppure via li-

quali per la prima volta si sono allineati alle posizioni italiane, chiedendo a Berna di in-

Ma da quando Berna, in base all’accordo sui tra-

bera al transito dei camion nelle ore not-

frangere il tabù del divieto notturno di circo-

sporti con l’Ue, ha dato il via libera ai Tir con un

turne, in modo da evitare di concentrare i

lazione. Richiesta già bocciata dal governo

carico superiore alle 28 tonnellate, in cambio

movimenti solo tra le 5 e le 22. Non a caso

federale, indicativa però del disagio di una

della tassa sul traffico pesante, il caos sulle

il grave incidente nel tunnel del San Got-

categoria, che a causa della paralisi sulle

strade elvetiche è quasi all’ordine del giorno.

tardo è capitato intorno alle 9 del mattino,

strade elvetiche, è giunta all’esaspera-

“Noi avevamo lanciato l’allarme per tempo.

quando i camion si rimettono in marcia

zione. Il caos viabilistico del resto mette i

Mesi prima dell’entrata in vigore dell’ac-

pressoché contemporaneamente”.

bastoni tra le ruote alle imprese, che con

cordo, avevamo prefigurato il collasso della

crescenti difficoltà tentano di distribuire i

viabilità per l’incremento del numero di ca-

prodotti sui mercati di sbocco. Senza par-

mion sulla strada. È impressionante la leg-

lare dei disagi che devono sopportare i cit-

gerezza con cui sono state condotte a li-

tadini, stanchi dell’assedio del traffico e

vello svizzero ed europeo le trattative sui

È prevedibile però che le vostre richieste cadano nel vuoto, anche perché vanno a toccare alcuni dei capisaldi della politica elvetica dei trasporti.

dello smog. Una situazione insostenibile,

sette Trattati. La Confederazione solo ora

“La Svizzera non può imporre al mondo

che Berna ha deciso di affrontare gover-

si è resa conto che la rete viaria elvetica è

quello che vuole. Si isoli pure e scelga di

nando i tempi di attesa dei Tir sulle princi-

inadeguata. Berna ha firmato un accordo,

far circolare i cittadini elvetici su ferrovie,

Contromano

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cavalli e biciclette. Ma non chieda di stipu-

“Le misure che ostacolano la circolazione

più scorrevole la circolazione sull’asse

lare gli accordi bilaterali con l’Ue”.

mettono in difficoltà non solo chi tra-

nord-sud, un corridoio che collega l’Italia

sporta, ma anche coloro che producono le

all’Europa. Se si vuole operare in sicu-

Voi contestate anche il sistema di dosaggio nel

merci, i quali rischiano di perdere i mer-

rezza bisogna separare il traffico pesante

tunnel del San Gottardo, adottato dopo la ria-

cati di sbocco se le consegne non ven-

da quello leggero. La nostra proposta è di

pertura della galleria. In effetti i disagi non

gono effettuate in tempo. Non è possibile

imporre un’unica direzione di marcia, in

sono mancati, con code chilometriche e lunghi

affrontare i problemi del traffico con la

un senso nel tunnel del Gottardo e nell’al-

tempi di attesa.

cultura del divieto. Berna deve rendere

tro nella galleria del San Bernardino”.

EVVIVA I CAMIONISTI

deve poter contare su intelligenza logistica e una perfetta sintonia

COMMENTO DI LIBERO D’AGOSTINO

veisce contro i Tir, ma ci arrabbieremmo ancora di più se non trovas-

I camionisti italiani protestano ai valichi alpini contro la politica dei tra-

simo al mercato frutta e verdura fresche o se gli scaffali dei grandi ma-

sporti europea, e soprattutto contro quella della Confederazione che

gazzini non straboccassero di prodotti. Come consumatori vogliamo

dopo l’incidente del San Gottardo è diventata più schizofrenica che

avere, ed è sacrosanto, la più grande libertà di scelta. Ma dietro que-

mai, facendo, imbestialire, giustamente, anche i trasportatori svizzeri.

sta libertà c’è la mobilità delle merci, assicurata da migliaia di camio-

Il tunnel autostradale è ormai ridotto ad una pericolosa cruna che pa-

nisti che sulla strada rischiano anche la vita. Fosse per le ferrovie fa-

ralizza il traffico continentale. Ma il Consiglio federale, Leuenberger in

remmo la fila davanti ai negozi con la tessera in mano.

testa, fa di tutto per evitare il voto popolare sul raddoppio della galle-

Per questi lavoratori dei trasporti nessuno spende una parola. Seb-

ria. Il Gottardo è diventato il sacrario dell’ultima resistenza rosso

bene attraversando la Svizzera siano costretti spesso a passare la

verde sulle Alpi, non s’intende cedere di un millimetro, e per la ge-

notte all’addiaccio, a stare 14 ore al volante per il tragitto Lugano-Lu-

stione dei transiti ci si affida a provvedimenti estemporanei. La strate-

cerna che in tempi normali ne richiede solo due, obbligati a soste

gia del Ministro dei trasporti è stata mirabilmente sintetizzata da un

estenuanti senza un cesso dove orinare o un rubinetto per potersi

esponente di spicco del Partito socialista: “Per lo meno le misure di

sciacquare la faccia. Per i sindacati e la sinistra non esistono, li liqui-

Leuenberger hanno un pregio: rendendo la vita impossibile agli auto-

dano semplicemente, assieme alle loro imprese, con la spregiativa eti-

trasportatori, li costringeranno, finalmente, a caricare i camion sui

chetta di “potente lobby dei trasporti”.

treni”. Se far saltare i nervi ai camionisti è l’obiettivo tattico, quello

A far le spese di questa situazione è anche l’economia ticinese. Le

strategico, resta sempre spostare il traffico merci dalla strada alla fer-

aziende del Cantone già penalizzate dalla tassa del traffico pesante,

rovia. Su ciò si continua a vendere fumo, pur sapendo che non è rea-

che ha fatto aumentare di un buon 20% i costi dei trasporti, si vedono

lizzabile né per oggi né per domani, a causa della totale inadeguatezza

ora compromessi i tempi per le forniture e le consegne. Rischiando,

delle infrastrutture, dei prezzi poco competitivi delle ferrovie e per la

così, di perdere fette di mercato e nello stesso tempo subire ulteriori

scarsa qualità e puntualità del servizio. Ben che vada, la ferrovia può

aumenti dei costi ad ogni viaggio. Oggi il Ticino si trova con i collega-

essere un traguardo realistico tra 15-20 anni.

menti verso Nord a scartamento ridotto, mentre a Sud il prolunga-

Nel frattempo, però, bisogna trovare un capro espiatorio, ecologically

mento di Alptransit verso l’Italia è finito sul binario morto. Eppure a ri-

correct, per i ritardi e le incongruenze nella politica dei trasporti. Per

dosso del confine c’è la più grande e dinamica area produttiva d’Eu-

mascherare la verità agli occhi dell’opinione pubblica, si continuano a

ropa, un tessuto imprenditoriale che conta 550 mila aziende. Piutto-

demonizzare i Tir, additati come una costante minaccia per la salute e

sto che rivendicare qualche sede dei Tribunali federali, il Consiglio di

l’incolumità di tutti. Come se i camionisti si mettessero in viaggio per

Stato ticinese farebbe meglio a battere i pugni a Berna, affinché il Go-

divertimento e le aziende si trastullassero a spostare i loro autotreni

verno e i funzionari dell’amministrazione centrale si rendano final-

su e giù per l’Europa. Irresponsabilmente si tace il fatto che trasporti

mente conto di questa enorme opportunità economica, non solo per il

rapidi ed efficienti sono il perno su cui ruota l’economia moderna, che

nostro Cantone ma per tutta la Svizzera.

operativa nel ciclo approvvigionamento-produzione-distribuzione. S’in-

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NUOVO ORDINAMENTO FINANZIARIO DELLA CONFEDERAZIONE PRESA DI POSIZIONE DELLA CCIA-TI SULLA PROCEDURA DI CONSULTAZIONE

Novità legislative

DI LUCA ALBERTONI

A. Premesse Il nuovo ordinamento finanziario della Confederazione, proposto nella procedura di consultazione, è destinato a sostituire l’attuale regime fiscale che scadrà nel 2006. Prima di entrare nel merito delle proposte delle autorità federali, la Ccia-Ti ritiene opportuno ricordare che, come testimoniato dalle statistiche OCSE, la pressione fiscale in Svizzera è passata dal 30,8% al 35,1% dal 1990 al 1999. A titolo di paragone, nel 1965 la pressione fiscale era del 19,6% e ciò aveva permesso la realizzazione di un vero “boom” economico. E’ pertanto legittimo chiedere che nella Costituzione federale venga inserito un rigoroso limite alla pressione fiscale. Nel contesto delle misure fiscali, la Ccia-Ti considera assolutamente prioritaria l’adozione di correttivi per evitare il continuo aumento delle spese pubbliche e l’introduzione di nuove imposte. Fra le misure ritenute molto urgenti vi è quella di un ulteriore pacchetto fiscale per le imprese, comprendente i seguenti punti: 1. riduzione della doppia imposizione economica della società anonima e dell’azionista; 2. diminuzione generalizzata dell’Imposta federale diretta dall’8% al 7,5%; 3. smantellamento della tassa di bollo sulle transazioni in borsa. Inoltre, la Ccia-Ti ritiene che, da un punto di vista generale, sia necessario trasferire il peso della fiscalità dalle imposte dirette all’IVA e alle altre imposte indirette. Per realizzare questo obiettivo, ogni aumento dell’IVA dovrebbe essere accompagnato da una diminuzione equivalente delle imposte dirette. Fino ad oggi questo non è purtroppo mai avvenuto. Infine, la Ccia-Ti rileva che, nell’ambito della riforma del sistema fiscale svizzero, non si può trascurare il problema della fiscalità dell’abitazione. Già si è avuto modo di sottoli-

neare che la proposta del Consiglio federale di sopprimere il valore locativo e al contempo la deduzione delle spese per gli interessi passivi presenta moltissimi aspetti negativi. La deduzione degli interessi passivi è infatti una costante del sistema fiscale svizzero e il fatto di non poter più dedurre gli interessi passivi sui debiti immobiliari privilegerebbe unicamente i proprietari benestanti che hanno un debole indebitamento, mentre sarebbe chiaramente penalizzante per la già tartassata classe media. Inoltre, le piccole e medie aziende non potrebbero più ricorrere al credito ipotecario quale modo di finanziamento ed i cantoni turistici come il Ticino sarebbero confrontati a notevoli problemi per quanto riguarda la tassazione della seconda casa. Infine, la misura creerebbe un forte incentivo fiscale all’azzeramento del debito ipotecario, con un’inevitabile riduzione dei consumi e conseguenze negative per la crescita dell’economia. B. Osservazioni di carattere generale sul progetto in consultazione Il progetto non contiene alcuna proposta di riforma delle finanze federali, ma si limita a prevedere una più solida base costituzionale per quanto già esiste, ovvero l’Imposta federale diretta (IFD) e l’Imposta sul valore aggiunto (IVA). Non vi è quindi alcun riferimento ad esempio all’eventualità di una soppressione dell’IFD, tema già discusso in numerose sedi politiche e che non dovrebbe essere completamente trascurato nella riconsiderazione delle entrate fiscali della Confederazione. Se da un lato si può anche comprendere che vi sia la necessità di fissare costituzionalmente in modo più chiaro l’esistenza dell’IFD e dell’IVA, vi sono comunque fondati dubbi sull’opportunità di togliere i limiti temporali di validità del nuovo ordinamento finanziario. Tali limiti permettono oggi di dibattere, a scadenze regolari, sulla fondatezza del regime fiscale vigente e la loro soppressione porterebbe quindi alla

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Il progetto non contiene alcuna proposta di riforma delle finanze federali, ma si limita a prevedere una più solida base costituzionale per quanto già esiste, ovvero l’Imposta federale diretta (IFD) e l’Imposta sul valore aggiunto (IVA).

Novità legislative

scomparsa di questa periodica possibilità di analisi, molto importante per creare il necessario consenso. Il progetto manca inoltre di visioni e non è rivolto al futuro, visto che non contempla elementi innovativi, né propone una fiscalità moderata in grado di dare all’economia la libertà di movimento necessaria per trasmettere impulsi positivi allo sviluppo economico. Sembra oltretutto strana la volontà di fissare a livello costituzionale tassi massimi per l’IVA, quando è universalmente noto che nei prossimi anni si intende finanziare in particolare l’ambito delle assicurazioni sociali attraverso aumenti del tasso di tale imposta. C. I singoli punti del progetto 1. Opportunità di presentare un progetto snello La Ccia-Ti si è espressa favorevolmente sul fatto che il progetto presentato è limitato ad alcuni aspetti essenziali. Il problema è che, come già sottolineato in precedenza, una proposta limitata nei contenuti trascura forzatamente gli elementi che potrebbero contraddistinguere la futura politica finanziaria della Confederazione. Secondo la Ccia-Ti, un progetto di nuovo ordinamento finanziario dovrebbe essere esteso all’analisi di più fattori in ottica futura. 2. Aliquote massime dell’IFD e dell’IVA nella Costituzione federale, senza limitazioni temporali di validità La Ccia-Ti approva la fissazione di aliquote massime per IVA e IFD nella Costituzione. Il limite temporale di validità va però abolito solo per quanto riguarda l’IVA, mentre deve invece essere mantenuto per l’IFD, in modo tale da permettere in futuro un alleggerimento della stessa. Come già sottolineato, la limitazione temporale delle finanze federali ha lo scopo di mantenere ad un livello sopportabile l’onere fiscale a carico del cittadino. A scadenze regolari, è quindi necessario riflettere sulla politica fiscale ed il popolo ed i cantoni devono avere la possibilità di fissare nuovi principi del sistema di finanziamento. Per quanto riguarda l’entità delle aliquote, la Confederazione propone le seguenti varianti: IFD massima dell’11,5% sul reddito delle persone fisiche e dell’8,5% sul reddito netto delle persone giuridiche, mentre l’IVA dovrebbe essere del 7,6% (con un’aliquota ridotta non inferiore al 2,4%). Secondo la Ccia-Ti tali aliquote sono forse un po’ troppo alte. Ci si potrebbe ad esempio chiedere se non sia possibile fissare per l’IVA un limite massimo dell’8%, modificabile però solo verso il basso.

3. Creazione di una base costituzionale relativa all’armonizzazione formale delle imposte cantonali sulle successioni e le donazioni La Ccia-Ti è chiaramente contraria ad una simile possibilità. I cantoni ed i comuni devono mantenere la loro autonomia ed una certa concorrenza fra i cantoni in materia di imposte di successione e donazione non procura certo effetti negativi per la Svizzera. La decisione sull’introduzione di un simile obbligo fiscale deve restare di competenza cantonale. 4. Riapertura del dibattito sulla questione della riforma ecologica nel contesto di un’eventuale introduzione della tassa sul CO2 La Ccia-Ti rifiuta una simile possibilità. L’argomento non va più affrontato fino al 2007 e occorre precisare che la tassa sul CO2 è una tassa di incitamento (“Lenkungsabgabe”) e non un’imposta. 5. Sì o no alle destinazioni vincolate? La destinazione vincolata delle entrate deve essere mantenuta solo per i grandi progetti limitati nel tempo. Per il resto deve valere il principio dell’efficienza. E’ necessario eliminare il maggior numero possibile di destinazioni vincolate, poiché queste creano distorsioni nell’attribuzione delle risorse e rendono più difficile stabilire quali siano le priorità finanziarie. Esse restringono infatti il margine di manovra per quanto riguarda le spese, ma anche per le entrate, rendendo così di difficile gestione il sistema finanziario. Il Governo ed il Parlamento si trovano quindi in difficoltà per l’esercizio delle loro competenze budgetarie. La Ccia-Ti ritiene che vadano attentamente riesaminate le destinazioni vincolate esistenti, evitando di crearne altre. 6. Aliquota speciale dell’IVA per il settore del turismo La Ccia-Ti è chiaramente favorevole al mantenimento di un’aliquota preferenziale per il settore del turismo, senza limiti temporali di validità. Un carico fiscale maggiore rispetto a quello attuale sarebbe insostenibile. L’aliquota ridotta si giustifica anche per il chiaro carattere d’esportazione del settore, visto che più dei 2/3 delle prestazioni offerte dal settore alberghiero in Svizzera vengono utilizzate da ospiti stranieri. Anche 12 dei 15 paesi dell’Unione europea hanno del resto aliquote preferenziali per il settore alberghiero.

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MODERNIZZATO IL DIRITTO DELLA SAGL MIGLIORAMENTI IN VISTA PER LE PMI

IL CONSIGLIO FEDERALE HA PRESENTATO IN DICEMBRE IL MESSAGGIO AL PARLAMENTO

Novità legislative

DI RAFFAELLA SARTORELLI

La revisione della società a garanzia limitata (Sagl) ha lo scopo di conferirle gli attributi di una vera e propria società di capitali di carattere personale. Per riuscire in questo intento occorre colmare le lacune del diritto vigente, che risale ormai al 1936 (nel frattempo, nel 1992, è stato revisionato il diritto della società anonima), e aggiornare le disposizioni legali (art. 772-826 CO). Ammissibilità della costituzione di società unipersonali La normativa proposta consente la costituzione di una Sagl con un solo socio. Il diritto vigente, ai fini della costituzione, esige per contro la presenza di almeno due promotori (art. 775 CO), anche se nella prassi si ricorre spesso a “uomini paglia”, detentori di una quota sociale a titolo fiduciario. La successiva riunione di tutte le quote nelle mani di uno solo è de facto già tollerata attualmente. L’innovazione proposta dal disegno di legge riveste senz’altro notevole importanza ed è conforme alle direttive della Comunità europea (direttiva 89/667/CEE relativa alle società a responsabilità limitata con un unico socio).

Importo massimo e minimo del capitale sociale Il capitale sociale non sarà più limitato al tetto massimo di CHF 2 milioni, poiché questo limite può ostacolare oltre il necessario la crescita di una Sagl dipendente dall’apporto di capitale proprio. Nell’interesse delle piccole imprese con un fabbisogno di capitale modesto (ad esempio per certe strutture che si limitano alla fornitura di servizi), il capitale sociale minimo è mantenuto invariato ed ammonta quindi a CHF 20’000. Tale importo deve tuttavia essere integralmente liberato (secondo il diritto vigente, la quota minima di liberazione è invece del 50%). In contropartita, la responsabilità solidale e sussidiaria dei soci fino all’importo totale del capitale sociale è soppressa. Quote sociali Secondo il disegno di legge, la partecipazione finanziaria dei singoli soci può consistere in più quote sociali. Questo, al fine di agevolare i cambiamenti in materia di partecipazione dei soci, ritenuto che secondo il diritto attuale ciascun socio può possedere solamente una quota e che - fatta

salva l’alienazione di un’intera quota ad un terzo - qualsiasi modifica implica la divisione o la riunione di quote sociali. Ogni modifica richiede inoltre un adeguamento statutario. Le prescrizioni di forma concernenti il trasferimento di quote sociali sono inoltre state allentate. Il disegno rinuncia infatti a esigere l’atto pubblico, accontentandosi della forma scritta e dell’iscrizione dei soci nel registro di commercio. Il nuovo diritto della Sagl si attiene comunque alle possibilità di limitazione di trasferimento tipiche di una società di capitali di carattere personale. Rileviamo che il disegno riduce infine il valore nominale minimo delle quote sociali da CHF 1’000 a CHF 100. Tutela dei soci minoritari La revisione del diritto della Sagl accresce la protezione giuridica delle persone che detengono partecipazioni minoritarie, segnatamente con il diritto di ottenere ragguagli e di consultare documenti, come pure con il diritto d’opzione in caso di aumento del capitale sociale. Il disegno di legge colma altre lacune relative al diritto di recesso e all’esclusione di soci. Vengono inoltre risolte nume-

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Novità legislative

rose questioni controverse riguardanti l’obbligo di effettuare versamenti suppletivi e di fornire prestazioni accessorie. Verifica del conto annuale: regolamentazione differenziata Alla luce delle esigenze delle piccole imprese, non si introduce un obbligo generale di affidare la verifica del conto annuale ad un ufficio di revisione. Secondo il disegno, le società a garanzia limitata sono tenute infatti a far capo ad un ufficio di revisione soltanto a determinate condizioni: a tal proposito rivestono un’importanza determinante diversi criteri inerenti alle dimensioni della società. Armonizzazione puntuale del diritto societario Onde salvaguardare l’omogeneità del diritto societario, il disegno di legge armonizza specifiche disposizioni re-

lative ad altre forme giuridiche con il nuovo disciplinamento della Sagl. Esso contempla quindi i necessari adeguamenti del diritto della società anonima e della società cooperativa, apportando svariate migliorie anche a tali forme di società (ad esempio la costituzione di società anonime unipersonali). È realistico ritenere che le nuove disposizioni possano entrare in vigore nel 2003 o nel 2004. Chi volesse comunque saperne di più su questa importante revisione può consultare il sito dell’Ufficio federale di giustizia www.ufg.admin.ch, in cui è possibile trovare sia il messaggio concernente la revisione del CO (diritto della società a garanzia limitata; adeguamento del diritto della società anonima, della società cooperativa, del registro di commercio e delle ditte commerciali) che il disegno di legge.

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

“LE TESSIN À MONACO 2002” MISSIONE ECONOMICA A MONACO, 8-9 APRILE 2002

IL PRINCIPATO DI MONACO È ANCHE INDUSTRIA

Attualità

DI CLAUDIO CAMPONOVO

L’anno scorso avevamo avuto l’onore di avere la visita in Ticino di SAS Principe Alberto di Monaco, accompagnato da una trentina di imprenditori. In quest’occasione, avevamo preparato l’incontro con i corrispettivi partner economici e grazie ad un’attenta operazione di matchmaking è stato possibile concretizzare parecchi incontri. Ora sotto l’egida del Consolato Generale del Principato di Monaco e con la collaborazione dell’Osec Business Network Switzerland e del Dipartimento Finanze e economia - in particolare della Sezione per il promovimento economico (SPEL) - stiamo preparando una missione economica ticinese nel Principato, “Le Tessin à Monaco 2002”, prevista per i giorni lunedì 8 e martedì 9 aprile 2002. Il Principato di Monaco, con una popolazione di 30’000 abitanti, offre ben 38’500 posti di lavoro. Di questi, circa 3’500 sono nel settore industriale. Molti sono i pendolari che trovano occupazione nel secondario. Si tratta perlopiù di collaboratori che giungono dalla Francia e dall’Italia. Il tessuto economico monegasco conta 4’500 aziende, di cui il 38% lavorano nel commercio all’ingrosso e al dettaglio e il 21% nel campo finanziario. È interessante rilevare che l’attività del Casino genera solo il 4% del gettito fiscale mentre la maggior fonte di entrate è data dall’IVA, che garantisce un introito allo Stato monegasco pari al 56% del suo fabbisogno. Durante la visita preparatoria della missione economica abbiamo avuto la possibilità di visitare alcune industrie appartenenti a gruppi internazionali, come la Lancaster Group Selective del Gruppo Coty, presente a Monaco sin dal 1991 su una superficie di 12’000 mq e con un’offerta posti di lavoro di 370 persone. Si tratta di un’azienda leader nel campo della cosmetica, che effettua anche la ricerca e lo sviluppo e che offre prodotti come Manifesto, Joop, Jil Sander, Davidoff, Chopard, Lancaster, ecc.

Sempre nel campo della cosmetica vi è un’altra azienda importante come la Sofamo, con 211 posti di lavoro, appartenente al Gruppo L’Oreal. Anche nel settore della meccanica-elettromeccanica e elettronica vi sono importanti aziende come la Eaton, che fornisce componentistica per l’industria automobilistica mondiale e la Invensys che produce macchine da lavare. Questi sono solo alcuni esempi significativi di una CittàStato che dà prova di un grande dinamismo economico. Significativa è pure una frase pronunciata da Sua Altezza il Principe Ranieri III in occasione dell’inaugurazione ufficiale del Grimaldi Forum, il 20 luglio 2000: “Il n’est pas nécessaire d’être territorialement grand pour avoir de grands rêves, ni d’être nombreux pour les réaliser. C’est toute la valeur d’exemple monégasque.” Dal 1965 Monaco ha saputo maggiorare il proprio territorio di un quinto conquistando al mare una superficie di 220’000 mq. Grazie a questa creazione di terrapieno di Fontvieille è stata realizzata questa zona industriale. Il Principato ha la ferma volontà di essere sempre all’avanguardia in campo tecnologico. La sua stazione centrale, inaugurata a fine 1999, è stata messa sotto terra ottenendo così prezioso terreno costruibile sul sedime della vecchia via ferrata. Entro il 2005 è previsto l’ingrandimento del Port Hercule, che dovrà permettere lo sviluppo di nuove attività commerciali e industriali. È per tutti questi motivi che invitiamo gli imprenditori ticinesi a voler partecipare alla missione economica che si terrà a Monaco lunedì 8 e martedì 9 aprile 2002 e che prevede, come per l’edizione dello scorso anno, degli incontri individuali con aziende monegasche, selezionate sulla base delle esigenze individuali dei partecipanti.

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

IMMAGINI DELL’EDIZIONE 2001 A LUGANO

L’ECONOMIA DEL PRINCIPATO DI MONACO: UNA DIVERSIFICAZIONE INASPETTATA CHE MERITA UNA VISITA

Attualità

DI CHARLES BARRAS, CAPO DELLA SEZIONE DELLA PROMOZIONE ECONOMICA DEL CANTONE TICINO

Il Principato di Monaco conta 4’500 aziende, di cui più di 3’000 non fanno parte dei settori del commercio di dettaglio e delle professioni liberali, che offrono quasi 40’000 posti di lavoro, per una cifra d’affari di ca. 15 miliardi di franchi svizzeri. Una forza economica che dimostra una volontà chiara: non è necessario essere territorialmente esteso e numerosi per profilarsi in campo internazionale e riuscire. Conosciamo tutti il Monaco del casinò, del porto, dei commerci di lusso, degli istituti finanziari e dei grandi alberghi. Siamo però sicuramente meno in grado di valutare che lo sviluppo della sua economia è frutto di una volontà determinata e di una capacità esemplare di realizzare quanto programmato. Il Principato risolve la sua mancanza di spazio con una gestione coraggiosa del suo territorio e una facoltà d’adattamento sorprendente della sua economia. Le recenti conquiste sul mare, la realizzazione della stazione ferroviaria sotterranea, la gestione dell’approvvigionamento con la creazione extraterritoriale della zona logistica e del centro di distribuzione urbano, per citare soltanto alcune delle operazioni recenti, ne sono testimoni. E che dire delle aziende industriali, localizzate per forza in pieno centro urbano, che organizzano la loro produzione su più piani! L’industria monegasca rappresenta ca. il 10% dell’economia locale ed è attiva principalmente nei settori chimico-farmaceutico e della cosmetica, della trasformazione della plastica, dell’elettronica. Considerato il manco di spazio, le aziende concentrano nel Principato le attività ad alto valore aggiunto ed i laboratori di ricerca e, con l’appoggio del governo, dislocano la loro logistica fisica in Francia.

Monaco si basa su un’economia essenzialmente bancaria e finanziaria che si sviluppa notevolmente in direzione della consulenza qualificata: c’è una marcata crescita delle attività legate ai trasporti internazionali, principalmente nel campo dello shipping, e la presenza di numerose società che gestiscono ed organizzano il commercio di prodotti agroalimentari, petroliferi, ecc. Non conviene dimenticare l’eccellenza dell’infrastruttura di telecomunicazione che rafforza tutti i settori sopraccitati. In questo senso, il Principato si presenta legittimamente come una piattaforma logistica internazionale … praticamente senza struttura di trasporto. Il turismo monegasco è una realtà in trasformazione. Evidentemente il Principato è e resterà una destinazione tradizionale di vacanza glamour. Il settore del turismo ha saputo infatti innovare ed è interessante costatare che un terzo dell’attività consiste oggi nel “turismo d’affari e di congressi”, che ha quadruplicato la sua attività nel corso degli ultimi dieci anni. Il centro di congresso realizzato recentemente ha contribuito nettamente alla crescita del volume del settore. Questi appunti sull’economia del Principato mostrano che delle scelte di sviluppo economico possono essere percorse volontariamente, magari anche senza la pressione della necessità, e che i risultati raggiunti ne valgono la pena. Siamo convinti che gli incontri programmati fra aziende monegasche e ticinesi, i giorni 8 e 9 aprile prossimi nel Principato, saranno un momento ricco d’insegnamenti per i nostri operatori economici e che offriranno sicuramente delle opportunità d’affari interessanti. Per questa ragione vi invitiamo a partecipare numerosi alla manifestazione organizzata congiuntamente dalla Chambre de Développement Economique de Monaco, dalla Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino e dall’Osec Business Network Switzerland.

LE AZIENDE INTERESSATE A PRENDERE PARTE A QUESTO VIAGGIO DI DELEGAZIONE POSSONO OTTENERE MAGGIORI INFORMAZIONI ED ANNUNCIARSI PRESSO L’OSEC BUSINESS NETWORK SWITZERLAND, SIGNORA MONICA ZURFLUH, TEL. 091 911 51 37, [email protected].

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

SWISS TECHNOLOGY PARTNERSHIP – STEPS CHI SIAMO, COSA FACCIAMO E COSA VOGLIAMO

L’OBIETTIVO DI STEPS È IL RAFFORZAMENTO DELLA PIATTAFORMA TECNOLOGICA SVIZZERA DI CLAUDIO CAMPONOVO

Informazione

I membri di STEPS, tra cui la Ccia-TI, rivendicano una politica tecnologica che ha come obiettivo lo sviluppo delle strutture e del capitale umano in tutti i campi di attività, inglobando tutti i settori della politica come pure i più importanti attori della stessa (Amministrazione, Parlamenti, partiti e associazioni a livello federale, cantonale e comunale). Vogliamo incoraggiare e sviluppare le condizioni quadro migliori per una piattaforma tecnologica svizzera nei seguenti settori: • condizioni preliminari politiche, legali e fiscali per la costituzione di aziende e per l’attività di aziende orientate verso la tecnologia; • formazione continua, in particolare nello sviluppo, nell’applicazione, nel management e nel marketing tecnologico; • relazioni internazionali, in particolare la partecipazione alla rete tecnologica internazionale; • trasferimento di tecnologie; • finanziamento delle piccole e medie imprese (PMI) orientate verso la tecnologia e programmi di incoraggiamento; • la modernizzazione dell’infrastruttura, ed in modo particolare dell’energia, delle telecomunicazioni, dei rifiuti e del traffico. Vogliamo fare della Svizzera, entro il 2005, un Paese che offra mondialmente una tecnologia di punta con applicazioni associate e, in attesa che questo avvenga, è nostra intenzione mobilitare il pubblico, i media, lo Stato, i partiti e le associazioni economiche per il bene del nostro Paese.

Nel campo della politica delle scienze, incoraggiamo e rivendichiamo una concentrazione ed un trasferimento di tecnologia, ciò significa che • le offerte degli istituti di ricerca e di formazione dello Stato devono dare un peso importante al settore tecnologico dell’informatica, della telematica, della tecnica medica, della microtecnica, dell’ambiente e della biologia: è fondamentale assicurare il trasferimento di conoscenze all’economia, in particolare alle PMI; • l’effetto delle misure di incoraggiamento siano controllate professionalmente; • l’accesso alle scuole superiori sia liberalizzato agli studenti, ai dottorandi, ai ricercatori e agli insegnanti stranieri. In ambito di formazione chiediamo che • le competenze tecnologiche e di management siano riunite per il tramite di moduli di formazione corrispondenti (economia aziendale per gli ingegneri responsabili e tecnologia per gli economisti), creando la base per un successo comune; • la formazione di base del settore primario, secondario e terziario sia abbassata (maturità a 18 anni, ultimazione degli studi a 22 anni) per favorire una formazione continua permanente; • il know-how informatico sia massicciamente incoraggiato a tutti i livelli scolastici; • che le persone particolarmente dotate – indipendentemente dal loro stato sociale – siano riconosciute dal nostro sistema scolastico e sistematicamente incoraggiate; • la formazione professionale continua sia incoraggiata e continuamente adattata alle nuove esigenze.

Informazione

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

In ambito di politica economica incoraggiamo e rivendichiamo uno sviluppo delle strutture. Chiediamo quindi che • nel quadro della politica economica federale, cantonale e comunale, i programmi d’investimento siano attribuiti allo sviluppo e non al mantenimento delle strutture; • ci sia un controlling efficace, in grado di verificare il raggiungimento dello scopo prefisso, cioè l’incoraggiamento della tecnologia; questo per avere una chiara separazione dei poteri tra organi esecutivi e di controllo; • i singoli rami dell’economia siano trattati nello stesso modo da parte dello Stato; • dal profilo amministrativo e fiscale vengano adottate condizioni migliori per le aziende tecnologiche, in particolare al momento della loro costituzione; • la responsabilità per la piattaforma tecnologica svizzera, così come per la sua direzione e guida, sia chiaramente definita per ciò che riguarda il controllo e la coordinazione efficace a livello federale e cantonale; • i responsabili delle casse pensioni utilizzino al meglio le possibilità legali concernenti la strategia di investimento.

CAMBIO AL VERTICE DELL’IFCAM

COMMIATO PRESIDENTE KUENDIG E DIRETTORE AELLIG DI CLAUDIO CAMPONOVO

Nel campo della politica dell’infrastruttura riteniamo che l’offerta di infrastrutture statali debba essere continuamente rinnovata e mantenuta, basandosi ogni volta su tecnologie avanzate. Il problema della ripartizione dei ruoli tra lo Stato e le aziende private, deve inoltre sempre essere controllato (Principio della sussidiarietà). Nel campo dell’ordinamento, incoraggiamo e rivendichiamo un determinato rigore, nel senso che tutte le prestazioni dello Stato, in rapporto a tutti i destinatari privati e pubblici, devono essere regolarmente verificate e ridotte, se si scopre che esse possono essere svolte meglio da parte del privato. Ai partiti politici chiediamo infine un impegno tecnico-politico; devono sviluppare programmi d’incoraggiamento della piattaforma tecnologica svizzera e difenderli nei dibattiti politici.

Durante la 35esima Assemblea dell’Istituto Svizzero per la formazione di capi azienda nelle Arti e Mestieri (IFCAM), il Direttore della Ccia-Ti Claudio Camponovo, Vicepresidente IFCAM, ha rivolto a nome dei soci parole di gratitudine al Presidente Markus Kündig, già Consigliere agli Stati di Zugo, che per 19 anni ha presieduto con saggezza ed intelligenza quest’Istituto svizzero. Infatti, l’IFCAM fu fondato 35 anni or sono dal leggendario dott. Otto Fischer. Si è pure congedato dopo 35 anni di intensa attività il Direttore Beat Aellig, il quale ha condotto con lungimiranza e grande savoir-faire questo Istituto svizzero che garantisce la formazione ed il perfezionamento dei capi azienda delle PMI nelle 3 lingue nazionali, su tutto il territorio della Confederazione. Un grande merito di Beat Aellig è stato pure di salvare dal fallimento la formazione degli operatori del commercio al dettaglio, prendendola circa 10 anni fa sotto il cappello dell’IFCAM. Grazie alla sua rianimazione e al livello qualitativo, molti operatori della vendita hanno acquistato fiducia nelle proposte formative. Ambedue i personaggi sono stati poi nominati primi membri d’onore dell’IFCAM. Ai successori CN dott. Pierre Triponez, che assume la carica di Presidente, ed al nuovo Direttore Hans-Jürg Gerber formuliamo i nostri migliori auguri di successo.

Per maggiori ragguagli rivolgersi a: Swiss Technology partnership – STEPS Verein zur Entwicklung des Technologiestandortes Schweiz Postfach 5272 - 8022 Zürich Tel. 01/286.38.87 - Fax 01/202.92.83

La cerimonia di commiato si è svolta a Klosters in concomitanza con l’inizio della 53esima Conferenza invernale dell’USAM, che ha visto anche quest’anno la partecipazione di 250 Presidenti e Delegati di Associazioni, impegnati a discutere su temi di attualità.

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

L’ECONOMIA SVIZZERA RESPINGE I PROTOCOLLI DELLA CONVENZIONE DELLE ALPI

ECONOMIESUISSE E USAM RESPINGONO DEFINITIVAMENTE I 9 PROTOCOLLI D’APPLICAZIONE DELLA CONVENZIONE DELLE ALPI.

Attualità

DI CLAUDIO CAMPONOVO

Le maggiori associazioni economiche ticinesi Ccia-Ti, AITI e SSIC-TI avevano fatto appello al Consiglio di Stato per respingere la ratifica di questi protocolli essendone il contenuto oltremodo pericoloso per lo sviluppo futuro dell’economia ticinese. Abbiamo pure invitato i parlamentari a rifiutare la ratifica di questi Accordi tenuto conto delle gravi conseguenze sullo sviluppo economico. Tutto il cantone Ticino verrebbe colpito da queste misure dirigistiche dettate da istituzioni estere. Da una decina d’anni l’economia rende attenti gli uomini politici sull’orientamento anti-economico dei Protocolli d’applicazione della Convenzione delle Alpi, che avrebbero conseguenze negative su oltre il 62% del territorio della Confederazione. Questa posizione è condivisa da alcuni partiti di governo e da diverse Autorità di cantoni alpini. Economiesuisse e USAM sottolineano che si oppongono ai Protocolli e non alla Convenzione delle Alpi stessa, già ratificata dal Parlamento. Le associazioni mantello dell’economia svizzera ribadiscono la loro convinzione sulla necessità di una protezione dello spazio alpino sulla base degli Accordi bilaterali conclusi tra la Svizzera e l’Unione europea. Ad esempio, per quanto riguarda la politica dei trasporti alpini, devono essere salvaguardate le disposizioni degli Accordi bilaterali sui trasporti terrestri, che assicurano la libera scelta dei mezzi di trasporto e la libera circolazione dei veicoli pesanti entro il 2005. Occorre ricordare che la Svizzera figura tra i Paesi leader al mondo in materia di protezione dell’ambiente. Inoltre, il sovrano ha rifiutato l’anno scorso un cambiamento di orienta-

mento della politica energetica e della politica dell’ambiente. Dobbiamo far rispettare le leggi federali esistenti e non lasciarci condizionare da protocolli internazionali tecnocratici che non avrebbero nessuna legittimazione politica. Il cantone Ticino e le altre regioni alpine della Svizzera si troverebbero a dover sottostare a regole mai discusse e per di più non revocabili attraverso un referendum. La ratifica degli accordi aggiuntivi alla Convenzione delle Alpi sarebbe in contrasto con gli Accordi bilaterali Svizzera - Unione europea e rappresenterebbero un ostacolo insuperabile al raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo e all’iniziativa “Avanti - per autostrade sicure ed efficienti” che hanno il pieno sostegno della Ccia-Ti, dell’AITI e della SSIC-TI. L’appello va ora ai parlamentari affinché prendano una posizione fermamente contraria. I Protocolli di applicazione della Convenzione delle Alpi sono un vero danno per l’economia ticinese (v. nostro Servizio stampa del 5 ottobre 2001).

La nostra attività

• stampa di quotidiani e periodici • stampa di riviste • stampati commerciali di ogni genere • stampa di libri • consulenza grafica

Via Fola - 6963 Pregassona (Lugano) • Tel. 091 973 31 71 - Fax 091 973 31 72 E-mail: [email protected]• Internet: http://www.labuonastampa.ch

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

L’OSEC VI INFORMA Osec Business Network Switzerland

COMMERCIO ESTERO

doganali.

totale delle imposte alla fonte per i dividen-

All'inizio dell'anno in rassegna, l'economia

di provenienti da partecipazioni determi-

svizzera era in buona salute. Nel corso del

nanti a società di capitali e una diversifica-

2001, tuttavia, lo sviluppo economico è

zione dello scambio bilaterale di informa-

stato segnato da un forte rallentamento

zioni per quanto concerne le frodi fiscali.

della congiuntura internazionale e del com-

Rapporto sulla politica economica esterna 2001: crescente stagnazione economica e diminuzione delle esportazioni

mercio mondiale. Gli attentati terroristici

La Slovenia aumenta l'IVA

dell'11 settembre hanno ulteriormente

Ad inizio 2002, la Slovenia ha aumentato

aumentato l'insicurezza in un'economia

di un punto il tasso IVA, che passa da 19%

(seco) Il Consiglio federale ha approvato il

mondiale già labile ed hanno finito per

a 20%. Nel contempo, il tasso ridotto appli-

rapporto sulla politica economica esterna

intaccare anche l'attività economica in

cato ai prodotti alimentari, all'acqua e alle

2001 all'attenzione delle Camere federali.

Svizzera. Le esportazioni e con esse gli

apparecchiature mediche è aumentato di

Quest'anno il capitolo introduttivo pone

investimenti delle imprese hanno subito un

mezzo punto, raggiungendo l'8,5%.

l'accento sui rapporti fra globalizzazione,

calo costante. Solo il notevole incremento

crescita economica e povertà fornendo un

dei consumi domestici ha permesso, duran-

Il Libano introduce l’IVA

importante contributo all'attuale dibattito

te l'autunno, di sostenere la congiuntura.

Il 1° gennaio 2002 ha visto l'entrata in

sulla globalizzazione e ad una coerente

Nella seconda metà del 2002 l'attività eco-

vigore della legge che introduce l'IVA in

strategia di cooperazione economica.

nomica dovrebbe ritrovare una certa dina-

Libano. Il tasso ordinario IVA è del 10%.

Dal punto di vista della politica economi-

micità, ma sarà solo nel 2003 che si avran-

Sono esenti dall'IVA i prodotti alimentari di

ca ne consegue che le misure intese a

no i primi tangibili segni di una ripresa del-

base, i prodotti agricoli e le apparecchiatu-

promuovere la crescita economica sono

l'economia esterna.

re mediche.

elementi essenziali di tutte le strategie di

Insieme al rapporto in questione, saranno

lotta contro la povertà.

trasmessi al Parlamento anche otto mes-

Con la collaborazione del DFAE e dell'Osec,

saggi riguardanti accordi economici interna-

l'anno scorso sono stati inaugurati nuovi

zionali, ovvero: due accordi di libero scam-

"Swiss Business Hubs" a Vienna, Milano,

bio, di cui uno fra i Paesi dell'AELS e la

Stoccarda, Chicago e Tokyo. Già operativi

Giordania e l'altro con la Croazia, un accor-

sono gli uffici a Mumbai, Sao Paulo e

do fra la Comunità europea e la Norvegia

Pechino, mentre a Parigi e a Londra sono in

nel quadro del sistema di preferenze gene-

La Cina e l'ASEAN creano la più grande zona di libero scambio del mondo

fase di costituzione. Entro la fine del 2003

ralizzate, un accordo sul commercio e la

La Cina, che da poco è stata ammessa

se ne aggiungeranno verosimilmente altri

cooperazione economica fra la Svizzera e la

all'OMC, e l'ASEAN (l’Associazione delle

10. Mediante il rafforzamento della sua rete

Repubblica federale di Jugoslavia nonché la

nazioni del Sud-Est asiatico) si sono accor-

esterna, il seco intende aumentare la pre-

Bosnia-Erzegovina. La fitta rete di accordi

date, in occasione della recente Assemblea

senza della Svizzera sui principali mercati

economici bilaterali è stata inoltre comple-

generale annuale dell'ASEAN, sulla creazio-

esteri.

tata da tre accordi di protezione degli inve-

ne di una zona di libero scambio tra di loro.

La quarta conferenza ministeriale dell'OMC,

stimenti.

Uno studio ha mostrato che la futura zona

DOGANE

tenutasi a Doha nel novembre 2001, ha

di libero scambio rappresenta (ad oggi) un

segnato l'inizio e in alcuni casi la ripresa di

mercato di 1,7 miliardi di persone.

negoziati in numerosi settori. Per la prima

Questa zona di libero scambio dovrebbe

volta, nel quadro dell'OMC, saranno avviati

nascere fra dieci anni.

negoziati relativi all'ambiente. Le trattative

FISCALITÀ

saranno rilanciate nel settore dei beni indu-

I Paesi membri dell'ASEAN sono: Birmania, Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia,

Modifica della convenzione di doppia imposizione tra la Svizzera e la Germania

Laos, Malesia, Singapore, Thailandia e

riguardanti l'agricoltura e i servizi. Oggetto di negoziato saranno anche le regole OMC

Diverse modifiche della Convenzione di

Si ritiene che la Cina e gli Stati membri

in materia di antidumping e di sovvenzioni

doppia imposizione tra la Svizzera e la

dell'ASEAN aumenteranno le loro esporta-

nonché le basi legali OMC riguardo agli

Germania sono entrate in vigore il 1° gen-

zioni in questa zona di libero scambio del

accordi di libero scambio e alle unioni

naio 2002. Tra di esse figurano l'esenzione

50%.

striali e verranno portati avanti i negoziati

Vietnam.

Corso Elvezia 16, c.p. 2378, 6901 Lugano, tel. 091 911 51 35, fax 091 911 51 39, [email protected], http://www.osec.ch

16

Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

La Malesia riduce i tassi di diversi dazi doganali

portazione relativi a numerosi prodotti agri-

il registro “Materiale”, “Moduli per il traffico

coli sono state abolite, ma sono rimaste in

delle merci commerciabili”, “Prescrizioni”,

Il 19 ottobre 2001, la Malesia ha modifi-

vigore per prodotti quali il frumento, l'olio di

“D3 - Tariffa doganale” (con o senza coper-

cato i tassi di diversi dazi doganali:

soja, lo zucchero ed i fertilizzanti chimici.

tina) o per iscritto alla

• i dazi sono stati ridotti per tutti i prodotti

Le autorità doganali cinesi hanno inoltre

Direzione generale delle dogane

semi-lavorati gravati di dazi superiori a

introdotto un gran numero di modifiche per

Sezione Materiale e stampati

quelli percepiti sul prodotto finito;

quanto concerne la procedura e lo sdoga-

CH-3003 Berna

• i dazi sui motocicli di oltre 200 cm di ci-

namento: infatti, il tempo durante il quale le

Fax +41 31 323 37 82

lindrata sono stati ridotti al 60% (prima

merci rimangono in dogana dovrebbe dimi-

È prevista un'edizione elettronica della

essi variavano fra l'80% e il 120%, a se-

nuire da 2,2 giorni in media a 1,5 giorni.

tariffa doganale, che non sarà tuttavia

conda della cilindrata);

Una pubblicazione informa su tutte le misu-

disponibile prima del 1.1.2004.

• l'armonizzazione delle tariffe praticate tra

re prese dalla Repubblica popolare di Cina

Per gli sdoganamenti EED si può già oggi far

gli Stati membri dell'ASEAN ha portato la

nel settore della tariffa doganale (298 pagi-

capo a certi download:

Malesia a ridurre i tassi dei dazi percepiti

ne in lingua inglese, prezzo: 23 euro, spese

http://www.zoll.admin.ch/i/importi/m90sta

su diversi prodotti alimentari;

di spedizione escluse) può essere ottenuta

mmi/Ireadme.html

3

• i dazi sulle merci (posizioni 1 a 55) che

(numero d'ordinazione: 9049) presso:

erano finora protette da dazi molto ele-

Bundesagentur für Aussenwirtschaft bfai

vati (fino al 105%) hanno subito una ri-

Agrippastr. 87-93

duzione pari al 50%;

D-506767 Köln

• i beni non prodotti in Malesia o i cui produttori sono competitivi a livello mon-

Fax: +49 0221 20 57 444,

Tariffa doganale svizzera su Internet

Serbia: informazioni su misura per gli investitori

diale possono ormai essere importati in franchigia (i dazi doganali variavano

INVESTIMENTI

E-Mail: [email protected]

(AFD) La Tariffa generale svizzera può esse-

Il ministero serbo delle relazioni commer-

re consultata su Internet all'indirizzo

ciali ha arricchito il suo sito Internet con

http://www.zoll.admin.ch/i/importi/impor-

una pagina di informazioni di particolare

Per rendersi conforme alle esigenze

ti.htm, alla voce "Tariffa doganale". Questo

interesse per i potenziali investitori.

dell'OMC, la Cina ha ridotto i sui dazi doga-

documento di 434 pagine ragguaglia le cer-

Intitolata "Investing in Serbia, Questions and

nali ad inizio 2002 per quasi i tre quarti

chie interessate in merito alla struttura della

Answers", questa pagina fornisce una pano-

delle posizioni tariffarie, riducendo così i

tariffa doganale (disposizione, osservazioni,

ramica dell'economia dell'ex-Jugoslavia,

tassi medi dal 15,3% al 12%. L'obiettivo a

testo tariffale e voci di tariffa).

delle sue istituzioni e dei suoi organismi,

lungo termine (2005) è di ridurre il tasso

Nella tariffa generale sono menzionate le

come pure dei diritti e dei doveri degli inve-

medio dei dazi d'entrata fino ad ottenere la

aliquote legali e quelle contrattuali concor-

stitori. Questo sito si basa sulle domande

media OMC, pari al 10%.

date nell'ambito dell'OMC. Tali aliquote pos-

più frequenti delle aziende e dei commer-

Dall'inizio del 2002, il tasso medio è di

sono essere ridotte mediante ordinanza e

cianti stranieri, ad esempio per quanto con-

11,6% per i prodotti industriali e del

risultare quindi inferiori all'importazione.

cerne le disposizioni legali in materia di dazi

15,8% per i prodotti agricoli.

Per quanto concerne le vigenti aliquote d'im-

doganali, il diritto di stabilimento e l'imposi-

Ecco i nuovi dazi d'entrata applicati a

portazione, le agevolazioni doganali, le

zione di certa attività professionali. Il sito

diversi prodotti importanti:

tasse, le imposte, le tasse d'incentivazione,

comporta nove rubriche, tra le quali figura-

• petrolio grezzo e prodotti petroliferi: 6,1%

le limitazioni delle importazione e delle

no il commercio estero e il diritto applicabi-

• legno e prodotti chimici: 7,9%

esportazioni nonché le suddivisioni statisti-

le in materia, le domande relative alle divi-

• carta e prodotti di carta: 8,9%

che speciali rinviamo alla rispettiva ordinan-

se, le privatizzazioni, il diritto aziendale e il

• prodotti dell'industria delle macchine:

za o alla tariffa doganale, ottenibile attual-

diritto di stabilimento, il diritto del lavoro,

mente solo in forma cartacea (a Fr. 87.05

l'imposizione e la doppia imposizione, dati

• prodotti elettronici: 10,7%

senza copertina o a Fr. 107.50 con coperti-

strutturali.

• tessili e abbigliamento: 17,6%

na; edizione italiana, tedesca, francese).

La pagina "Investing in Serbia - Questions

• equipaggiamento da trasporto: 17,4%.

Le ordinazioni possono essere effettuate

and Answers" può essere consultata all'in-

Le regolamentazioni sui contingenti all'im-

online al sito www.zoll.admin.ch attivando

dirizzo www.mier.sr.gov.yu.

prima tra il 5% e il 35%).

La Cina riduce i dazi d'entrata

9,6%

Corso Elvezia 16, c.p. 2378, 6901 Lugano, tel. 091 911 51 35, fax 091 911 51 39, [email protected], http://www.osec.ch

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

L’EICS VI INFORMA EURO INFO CENTRO SVIZZERA se gli accordi entrano in vigore nel corso

assicurare l'interoperabilità dei sistemi uti-

del 2002, le regole finanziarie si appliche-

lizzando le tecnologie dell'informazione e

ranno soltanto dal 1° gennaio 2003.

della comunicazione (TIC).

Poiché l'accordo sulla ricerca concerne

I lavori sono patrocinati dalla Commis-

unicamente il 5° programma quadro, è

sione e realizzati dalle organizzazioni euro-

troppo tardi per parteciparvi: esso si con-

pee di normazione CE, CENELEC e ETSI.

Tutti gli Stati membri ratificano gli accordi bilaterali

clude infatti a fine 2002.

Le norme eEurope sono definite nel qua-

L'accordo bilaterale Svizzera-UE sulla ricer-

dro di gruppi di lavoro i cui accordi po-

Francia, Irlanda e Belgio sono gli ultimi

ca dovrà pertanto essere rinegoziato per

tranno essere scaricati gratuitamente dal

Stati membri ad aver ratificato gli accordi

quanto concerne il 6° programma quadro.

sito web del CEN.

bilaterali conclusi tra la Svizzera e l'Unio-

Il Consiglio federale ha già richiesto un fi-

Per informazioni sulle norme eEurope:

ne europea: l'Assemblea nazionale france-

nanziamento al Parlamento per la parteci-

http://www.cenorm.be

se ha ratificato gli accordi il 20 novembre

pazione svizzera al nuovo programma

http://www.eeurope-standards.org

2001; la Camera bassa irlandese li ha ra-

quadro di ricerca. Un accordo potrà essere

http://europa.eu.int/comm/enterprise/ict/pr

tificati il 29 novembre 2001; il Belgio è

concluso solo quando il Consiglio e il Par-

ojects/esap.htm

l'ultimo Stato membro ad aver terminato,

lamento europeo avranno adottato questo

il 18 gennaio 2002, l'iter parlamentare

programma quadro di ricerca. I ricercatori

per l'adozione degli accordi.

svizzeri dovranno quindi attendere ancora

Sicurezza generale dei prodotti: nuova direttiva

Quando gli strumenti di ratifica saranno

per avere un accesso completo ai pro-

Il 3 dicembre 2001, il Parlamento europeo

stati depositati dal Belgio, il Consiglio del-

grammi di ricerca dell'UE.

ed il Consiglio hanno adottato una nuova

l'UE potrà dare il via libera ai sette accordi

Comunicato stampa per esteso (in FR):

direttiva sulla sicurezza generale dei prodot-

bilaterali e la Commissione unicamente

http://www.admin.ch/bbw/euroscope/f/200

ti, frutto della revisione dell'attuale discipli-

all'accordo sulla ricerca, affinché questi

1/90/es90f_02.html

na in materia - la direttiva 92/59/CEE - che

possano entrare in vigore, verosimilmente

Per ulteriori informazioni:

è destinata ad abrogare con efficacia dal 15

durante il primo semestre del 2002.

Ufficio federale dell'educazione e della scienza

gennaio 2004.

Per ulteriori ragguagli sugli accordi bilate-

Signor Lino de Faveri

La direttiva 2001/95/CE intende rafforza-

rali vi invitiamo a consultare il sito:

Tel. 031 322 99 64, Fax 031 322 78 54

re a livello comunitario l'obbligo generale

http://www.europa.admin.ch/ba/i/index.htm

e-mail: [email protected]

di sicurezza dei produttori per tutti i pro-

http://www.admin.ch/bbw/f/entry.html

dotti immessi sul mercato o messi a dispo-

RELAZIONI SVIZZERA-UE

Nessuna partecipazione integrale della Svizzera al 5° programma quadro

sizione dei consumatori in qualsiasi modo.

Poiché il processo di ratifica degli accordi

d'applicazione la sicurezza dei servizi, poi-

bilaterali tra la Svizzera e l'UE non si è

ché la Commissione intende individuare le

La nuova direttiva esclude dal suo campo

POLITICA INDUSTRIALE E MERCATO INTERNO

necessità, le possibilità e le priorità dell'a-

ri di servizi, allo scopo di presentare pro-

per progetto" fino al termine del 5° pro-

Norme elettroniche europee accessibili gratuitamente online

gramma quadro di ricerca (1998-2002).

Dal 1° gennaio 2002, il Comitato europeo

La nuova direttiva introduce disposizioni

È invece molto probabile la partecipazione

di normazione (CEN) ha deciso di seguire

volte a garantire che solo i prodotti sicuri

integrale al 6° programma quadro.

l'esempio dell'Istituto europeo delle norme

siano immessi sul mercato europeo: tra le

Secondo le disposizioni finali, l'accordo bi-

di telecomunicazione (ETSI) pubblicando

innovazioni troviamo una sorveglianza più

laterale può entrare in vigore solo un mese

gratuitamente online le norme elettroniche.

attiva ed efficace sul mercato e dei prov-

dopo la fine del processo di ratifica.

Questa decisione s'iscrive nell'ambito del

vedimenti affinché gli Stati membri possa-

Un'altra clausola precisa, inoltre, che le

"Piano d'azione eEurope in materia di

no ordinare o organizzare in modo efficace

condizioni finanziarie legate all'accordo

norme" che deve aiutare gli imprenditori

ed immediato il ritiro dei prodotti pericolo-

sulla ricerca possono entrare in vigore sol-

garantendo che le nuove norme tecnologi-

si già immessi sul mercato. Gli Stati mem-

tanto all'inizio di un anno civile: pertanto,

che siano sufficientemente ben definite per

bri hanno inoltre il dovere di avvertire i

concluso per tempo in certi Paesi membri, l'accordo sulla ricerca non è entrato in vi-

dei servizi e la responsabilità dei prestato-

gore il 1° gennaio 2002. La Svizzera parteciperà dunque "progetto

zione comunitaria in materia di sicurezza

poste adeguate.

Corso Elvezia 16, c.p. 2378, 6901 Lugano, tel. 091 911 51 37, fax 091 911 51 39, [email protected], http://www.osec.ch

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

consumatori dei rischi presentati da pro-

sulla sicurezza dei prodotti.

Entro il 1° gennaio 2004, i singoli Stati

dotti pericolosi già forniti ed hanno l’obbli-

Il rispetto delle norme armonizzate non è

dovranno recepire i contenuti della diretti-

go di ritirare tali prodotti dal mercato. Con

obbligatorio da parte del produttore. I pro-

va attraverso normative e regolamenti.

la direttiva 2001/95/CE viene inoltre

dotti conformi a tali norme beneficiano

Questa direttiva fornisce le regole per l'ar-

rafforzato il sistema di allerta rapido.

però di una presunzione di conformità ai

monizzazione europea delle operazioni IVA

Un'altra novità è il divieto d'esportazione

requisiti essenziali di sicurezza previsti

e pone fine alla circolazione di documenti

di prodotti pericolosi già banditi sul mer-

dalle diverse direttive.

contabili diversi, anche se equivalenti, tra

cato interno. Infine i produttori ed i distri-

• Norme armonizzate - direttiva macchine:

i vari Stati membri.

butori sono tenuti ad informare le autorità

sulla GU C 332 del 27.11.2001 è stato

D'ora in poi, quindi, le fatture connesse

qualora emergano pericoli a seguito della

pubblicato il nuovo elenco - che sostitui-

con gli adempimenti in materia di IVA

commercializzazione dei loro prodotti.

sce i precedenti - di norme armonizzate

saranno uguali in tutta Europa.

La nuova direttiva, pubblicata sulla GU L

ai sensi della direttiva 98/37/CE sulla si-

Ecco qui di seguito i dettagli della direttiva:

11 del 05.01.02, è disponibile gratuita-

curezza delle macchine.

• Per prima cosa, la direttiva elenca minu-

mente sul sito di Eur-Lex all'indirizzo

• Norme armonizzate - direttiva DPI: sulla

ziosamente le indicazioni che devono

http://europa.eu.int/eur-lex. In alternativa,

GU C 367 del 21.12.2001 è stata pub-

obbligatoriamente essere riportate sul

e contro pagamento, l’EICS può fornirne

blicata la nuova lista - che sostituisce le

documento: dalla data di rilascio al nu-

copia in versione elettronica o cartacea.

precedenti di norme armonizzate ai

mero progressivo, dal nome e indirizzo

sensi della direttiva 89/686/CEE relativa

delle parti alla data dell'operazione.

Modificata la direttiva sui dispositivi medici

ai dispositivi di protezione individuali

Il 7 dicembre 2001 il Parlamento europeo

• Norme armonizzate - direttiva prodotti

ed il Consiglio hanno adottato una diretti-

da costruzione: sulla GU C 358 del

• Si ammette anche il ricorso a una fat-

va (2001/104/CE) che modifica la diretti-

15.12.2001 è stato pubblicato un

tura semplificata, in considerazione del-

va 93/42/CEE sui dispositivi medici.

nuovo elenco di norme armonizzate ai

l'importo e del settore di provenienza.

La nuova direttiva è volta a far rientrare nel

sensi della direttiva 89/106/CEE sui

• Riguardo alle modalità di conservazione

campo

prodotti da costruzione. Essa completa

delle fatture, è esplicita la possibilità di

93/42/CEE unicamente i dispositivi che

le liste precedentemente pubblicate.

un'archiviazione elettronica, ma per la

incorporano come parte integrante sostanze

Questi elenchi sono disponibili gratuita-

trasmissione telematica è necessario il

d'applicazione

della

direttiva

• Si prevede la possibilità che ad emettere la fattura sia il cliente stesso (autofattu-

(DPI).

razione) o un soggetto terzo.

consenso del destinatario.

derivate dal sangue o dal plasma umano.

mente sul sito di Eur-Lex all'indirizzo

Il testo specifica però che i dispositivi medi-

http://europa.eu.int/eur-lex. In alternativa,

• La fattura online sarà accettata dagli

ci che incorporano altre sostanze derivate

e contro pagamento, l’EICS può fornirne

Stati membri a condizione che l'autenti-

da tessuti umani restano esclusi dall'ambi-

copia in versione elettronica o cartacea.

cità e l'integrità del contenuto siano garantite mediante firma elettronica avan-

to d'applicazione della suddetta direttiva.

zata.

Le disposizioni della direttiva 2001/104/CE

Ne consegue una diminuzione significativa

sono applicabili dal 13 giugno 2002.

dei costi amministrativi delle imprese, so-

La nuova direttiva, pubblicata sulla GU L 6 del 10.01.2002, è disponibile gratuita-

FISCALITÀ

prattutto delle PMI, e lo sviluppo del commercio elettronico, attualmente ostacolato

mente sul sito di Eur-Lex all'indirizzo

dall'esistenza di regole di fatturazione ob-

e contro pagamento, l’EICS può fornirne

IVA: accordo sulla semplificazione delle regole di fatturazione

copia in versione elettronica o cartacea.

Il 4 dicembre 2001 il Consiglio ECOFIN ha

inoltre facilitare il lavoro delle autorità fi-

dato

scali in materia di lotta antifrode.

http://europa.eu.int/eur-lex. In alternativa,

il

suo

accordo

alla

"Direttiva

solete. Le regole semplificate dovrebbero

Nuove norme tecniche per macchine, DPI e prodotti da costruzione

2001/115/CE del Consiglio del 20 dicem-

Il testo della direttiva 2001/115/CE può

bre 2001 che modifica la direttiva

essere consultato gratuitamente sul sito di

Sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità

77/388/CEE al fine di semplificare, moder-

Eur-Lex all'indirizzo http://europa.eu.int/eur-

europee sono state recentemente pubbli-

nizzare e armonizzare le modalità di fattu-

lex. In alternativa, e contro pagamento,

cate delle norme tecniche armonizzate

razione previste in materia di imposta sul

l’EICS può fornirne copia in versione elet-

nell'ambito di alcune direttive comunitarie

valore aggiunto".

tronica o cartacea.

Corso Elvezia 16, c.p. 2378, 6901 Lugano, tel. 091 911 51 37, fax 091 911 51 39, [email protected], http://www.osec.ch

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

NO ALL’INIZIATIVA “PER UNA DURATA RIDOTTA DEL LAVORO” UNA SOLUZIONE TROPPO RIGIDA

PRESA DI POSIZIONE DI ECONOMIESUISSE

Votazioni

DI STEFANO MODENINI

Uno dei difetti maggiori delle numerose inizia-

rata del lavoro senza corrispondente ridu-

a quello dei servizi infermieristici, degli ospe-

tive popolari lanciate in Svizzera nei decenni

zione del salario, aggrava i costi aziendali e

dali e delle case di cura. La rigida applica-

passati e ancor più recentemente, è stato

crea infine un effetto indesiderato per gli

zione dell’orario di lavoro impedirebbe quella

quello di formulare richieste impossibili da

stessi lavoratori: un blocco pressoché totale

necessaria flessibilizzazione degli orari pro-

soddisfare. L’iniziativa popolare “per una du-

dei livelli salariali, che negli anni successivi

pria di questi settori professionali. La rigida

rata ridotta del lavoro”, lanciata da ambienti

non potranno più crescere a causa appunto

fissazione per legge degli orari di lavoro ri-

sindacali e posta in votazione il prossimo 3

degli aumentati costi aziendali. Anche la sicu-

duce la libertà dei lavoratori medesimi, i quali

marzo, non pare proprio sfuggire a questa re-

rezza del posto di lavoro ne risentirebbe in-

sempre più richiedono orari di lavoro flessi-

gola. L’iniziativa si prefigge di iscrivere nella

dubbiamente e tutti saremmo confrontati ad

bili, poiché ognuno deve poter scegliere, fin

Costituzione federale una limitazione della

una spirale di aumento dei prezzi. La minore

dove è possibile, quanto tempo dedicare al-

durata massima del lavoro a 36 ore settima-

sicurezza sociale e la minor garanzia dell’im-

l’attività professionale e quanto ad altre atti-

nali. Inutile dire che a detta degli ambienti

piego che si produrrebbero qualora l’iniziativa

vità. L’iniziativa sindacale insomma non tiene

economici, ma anche del Consiglio federale,

sulle 36 ore lavorative venisse accettata da

per nulla conto delle necessità individuali di

del Parlamento, dei principali partiti di go-

popolo e cantoni, si accompagnerebbe però

oggi. Pur rimanendo un paese dove si lavora

verno e di parte del mondo sindacale mede-

anche ad una recrudescenza del fenomeno

molto, anche la Svizzera negli ultimi decenni

simo, tale iniziativa è dannosa e non solo da

del lavoro nero e ad una riduzione dei servizi

segue la strada di una progressiva riduzione

un punto di vista prettamente economico. L’i-

e delle prestazioni sociali dell’ente pubblico e

dell’orario di lavoro. Ma questo percorso non

niziativa in votazione vuole imporre per legge

di quelli privati.

può che risultare dal concorso e dalla collaborazione fra le parti sociali e non può essere

l’orario di lavoro, eliminando così del tutto a questo proposito la tradizionale concerta-

Se limitiamo per legge l’orario di lavoro, in-

certo ordinato per legge. Le esperienze matu-

zione fra padronato e sindacato. Inoltre, que-

vece di lasciare alle parti sociali il compito di

rate all’estero con la riduzione più o meno ge-

sta iniziativa non può essere in grado di mi-

trovare un accordo, un equilibrio che possa

neralizzata a diversi settori dell’orario di la-

gliorare la situazione della disoccupazione in

soddisfare tutte le componenti in causa, non

voro, Francia compresa, indicano piuttosto

Svizzera, attraverso una ripartizione del la-

faremmo altro che incentivare tutte quelle

che questa strada non ha dato i frutti sperati.

voro piuttosto teorica e in ogni caso tutta da

persone (senza dimenticare però anche ta-

La disoccupazione – si veda ancora il caso

dimostrare.

luni datori di lavoro) che vorrebbero lavorare

della Francia – non è affatto diminuita a se-

di più nonostante il divieto di legge, a ricor-

guito dell’introduzione delle 35 ore lavorative

Per quanto concerne le imprese, soprattutto

rere al lavoro nero, il quale crea danni concor-

e le imprese, confrontate ad una concorrenza

quelle di piccole e medie dimensioni, l’appli-

renziali alle imprese e danni fiscali agli enti

spietata, faticano piuttosto e comunque sem-

cazione dell’iniziativa risulterebbe oltremodo

pubblici. Le prestazioni e i servizi pubblici e

pre a reperire personale qualificato. Una si-

difficile e causerebbe costi di produzione sup-

privati risentirebbero ugualmente di un’accet-

tuazione che le imprese giudicano essersi ag-

plementari, che penalizzerebbero la loro ca-

tazione dell’iniziativa. Pensiamo ad esempio

gravata proprio dopo l’introduzione delle 35

pacità concorrenziale. Ridurre per legge la du-

a settori come l’albergheria, la ristorazione, o

ore lavorative settimanali.

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

LA STORIA DELL’ORSO E DEI GATTINI

RIFLESSIONE DI UN MEMBRO DELL’UFFICIO PRESIDENZIALE CCIA-TI

Un tema, un commento

RICCARDO BRAGLIA, RAPPRESENTANTE DELL’INDUSTRIA FARMACEUTICA

C’era una volta un orso ticinese molto colto e che conosceva le tre lingue nazionali della Confederazione. Questo orso con il suo bagaglio di conoscenze linguistiche poteva viaggiare in tutto il mondo e fare affari in molti Paesi. La sua forza era appunto che fin dalle scuole elementari e poi alle medie gli venivano insegnate progressivamente le lingue nazionali: francese e tedesco. Invece i suoi amici vicini, i gattini italiani, tedeschi e francesi imparavano solo una lingua nazionale. L’orso quindi si sentiva molto più forte e sicuro rispetto ai suoi amici gattini. Gli anni passarono e l’orso rimase sempre legato all’insegnamento delle tre lingue svizzere; i gattini però decisero che sarebbe stato utile avere una lingua comune internazionale per comunicare bene tra loro: adottarono così l’insegnamento della lingua di Shakespeare: l’inglese. Oggi l’orso ticinese è emarginato mentre i suoi vicini gattini dialogano ottimamente e fanno affari tra loro, senza bisogno dell’orso...! Questa visione ironica della realtà educativa linguistica ticinese non è esagerata né tantomeno fittizia. I Paesi europei hanno introdotto ormai da diversi anni l’insegnamento della lingua inglese fino dai primi anni della scuola elementare allo scopo di formare una classe di uomini e donne che possano in futuro comunicare bene tra loro e integrandosi linguisticamente fare affari tra loro. Il Ticino invece rimane ancora legato alla tradizione svizzera e continua ad insegnare prima il francese (a

partire dalla terza elementare) e poi il tedesco (a partire dalla II media), mentre l’inglese viene insegnato solo dalla III media, ma facoltativamente (circa il 17%). Al liceo l’inglese diventa la lingua di riferimento con ben il 92% di scelta. Durante la fine del 2001 è stata attivata una procedura di consultazione che prevede l’introduzione dall’anno scolastico 2003-04 dell’inglese obbligatorio a partire dalla seconda media per tre anni, a scapito del tedesco che verrà insegnato solo a partire dalla III media, mentre il francese verrà insegnato a partire dalla III elementare fino alla seconda media (per cinque anni). Questa proposta non è altro che il risultato del tipico compromesso svizzero che, per non scontentare nessuno, in realtà non accontenta nessuno. Nell’ottica dello sviluppo economico e culturale dell’Europa del 2015, data in cui gli studenti, che oggi iniziano gli studi, entreranno nel mondo del lavoro o degli studi universitari, ci si troverà confrontati con una realtà europea dove le due lingue più importanti saranno l’inglese e in seconda battuta il tedesco, almeno per l’area geografica di riferimento della Svizzera. Gli studenti degli altri Paesi hanno già intrapreso lo studio dell’inglese a partire dai primi anni della scuola elementare. L’inglese è inoltre la lingua di Internet, delle email, degli SMS, della televisione e dei videogiochi. Per i ragazzi sarebbe molto più semplice iniziare lo studio di una lingua straniera che sia l’inglese.

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

Inoltre altri cantoni svizzeri, quali Uri hanno già introdotto l’insegnamento della lingua inglese quale seconda lingua fin dalle elementari. Altri cantoni, come Zurigo e Berna, seguiranno a breve. Ritengo quindi che, rimanere legati all’insegnamento del francese, lingua sicuramente interessante e più vicina all’italiano, ma che verrà parlata in futuro solo da una stretta minoranza di cittadini europei, sia un errore di valutazione importante e che comporterà dei ritardi conoscitivi e linguistici ai nostri ragazzi ticinesi.

PROMEMORIA IMPORTANTE PER I TITOLARI E I RAPPRESENTANTI DI LUCIANA MUGGIASCA

Il carnet ATA è un passaporto che facilita l’entrata di merce e il relativo ritorno in un determinato Paese in franchigia di dazio e, come tale, non può essere modificato secondo i desideri del suo detentore.

Un tema, un commento

Questo documento si basa su alcune convenzioni inter-

Bisogna quindi fare una scelta coraggiosa ed introdurre l’inglese fin dalle elementari (II o III elementare) e l’insegnamento del tedesco dalla I media quale seconda lingua; il francese invece potrebbe essere insegnato solo quale terza lingua facoltativa. Non bisogna fare oggi scelte sbagliate che potranno influire negativamente sulla preparazione dei nostri ragazzi che saranno forza lavoro europea nel 2015. Non si può e non si deve decidere solo perché non si sa cosa fare dei professori di francese o perché non si riescono a reperire gli insegnanti di inglese. Una nazione non può fermare il proprio progresso culturale e formativo per queste banalità o problematiche politiche e sindacali. I professori di francese in esubero possono essere riqualificati dopo corsi di formazione presso istituti preposti a tale scopo, come ad esempio l’Istituto Svizzero di Pedagogia e Formazione Professionale. I Professori di inglese invece, se proprio non fossero reperibili sul territorio elvetico, in un’economia moderna di mercato, si potrebbero reperire sul mercato europeo del lavoro. Infatti l’insegnamento di nuove discipline richiedono professionisti capaci e ben formati e non importa da dove provengono. E’ necessario quindi fare scelte determinate e coraggiose se si vuole che i nostri giovani siano all’altezza degli altri giovani europei, con una formazione della lingua inglese appropriata che inizi fin dalle prime classi delle elementari.

nazionali con norme ben precise che devono essere assolutamente rispettate. Una di queste recita che, dopo il rilascio del carnet ATA regolarmente vidimato da parte della Camera di commercio, il titolare, rispettivamente il rappresentante (casa di spedizione inclusa quando funge da rappresentante), non possono imperativamente fare aggiunte o modifiche sul documento stesso. Vedi punto 15 del “mémento directif “, opuscolo informativo molto utile che viene consegnato ai richiedenti il carnet ATA. Il sistema ATA è in vigore in più di cinquanta Paesi ed ogni Amministrazione doganale di ciascuno di questi Paesi accetta, sulla fiducia, dei giustificativi diversi vistati dalle altre Amministrazioni doganali, che fanno parte della Convenzione ATA. Rispettivamente le Camere di commercio che rilasciano i carnets ATA accettano sulla fiducia di restituire le fideiussioni solidali sulla base delle annotazioni e dei timbri apposti dalle Dogane dei Paesi visitati. Che rimarrà di questa fiducia alle Dogane e alle Camere di commercio quando si accorgeranno che alcuni titolari non esitano (e certi anche in buona fede) ad aggiungere o modificare le annotazioni, i timbri e le date effettuati da chi di competenza? Allo scopo di salvaguardare questo importante servizio vi invitiamo cortesemente ad attenervi a queste disposizioni. Informazioni presso il nostro Servizio legalizzazioni,

L’orso ticinese deve quindi riguadagnare il tempo perso e andare a ripetizione serale dai suoi amici gattini…

Tel 091 - 911 51 23/24/25.

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

BORSE DI STUDIO A DISPOSIZIONE PER IL NUOVO CORSO PER GIOVANI IMPRENDITORI ISPFP PRESENTA IL SUO NOVO CORSO DI RICCARDO BRAGLIA

Informazione

Lunedì 4 febbraio, si è tenuta, presso la Sala conferenze dott. Gildo Papa della Ccia-Ti, una serata di presentazione del nuovo Corso per giovani imprenditori (Formazione all’Autoimprenditorialità). Tale corso è sostenuto e sponsorizzato da diversi enti ticinesi quali il Rotary Club Lugano Lago, gli altri quattro Rotary Club del Ticino, l’Istituto Svizzero di Pedagogia per la Formazione Professionale (ISPFP), la Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino (Ccia-Ti), la Divisione della formazione professionale del Canton Ticino, la Sezione del promovimento economico e del lavoro (SPEL), l’Associazione Industrie Ticinesi (AITI) e la società di formazione Progress 2000. Il corso è stato ideato un anno fa sull’idea di poter trasmettere ai giovani lo spirito imprenditoriale da parte di chi è riuscito a creare un’attività in proprio durante la sua vita e dare loro i primi rudimenti tecnici per come iniziare un’attività imprenditoriale. Tale idea si è concretizzata con un incontro tra il sottoscritto, in qualità di responsabile dell’Azione Professionale del Rotary Club Lugano Lago, ed il Dr. Schuerch, Direttore dell’ISPFP.

Si vuole quindi dare una formazione di base minima a 12-15 partecipanti che abbiano l’intenzione di mettersi in proprio nel prossimo futuro, una formazione che li aiuti ad orientarsi nella giungla di leggi e a risolvere i problemi economici legati ad ogni attività imprenditoriale. Il corso è strutturato in 8 momenti formativi di una giornata ciascuno: 1. introduzione all’imprenditorialità e regolamentazioni cantonali e federali; 2. informazioni legali per le PMI ; 3. principi di marketing e di ricerca di mercato; 4. introduzione al commercio elettronico e all’utilizzo di Internet; 5. questioni fiscali e di gestione contabile; 6. allestimento di un piano per un’attività imprenditoriale (Business Plan); 7. gestione del flusso finanziario (cashflow) e altri strumenti finanziari; 8. le assicurazioni per l’impresa e comunicazione della vendita. Inoltre ci saranno altri due momenti formativi aggiuntivi che tratteranno di gestione della qualità, gestione del tempo e marketing avanzato. Ogni due moduli ci sarà inoltre un mo-

mento di verifica e di approfondimento sui temi trattati, dove i relatori ed insegnanti saranno a disposizione degli alunni. Una commissione verificherà i contenuti ed i risultati ottenuti dagli studenti e alla fine rilascerà un attestato di frequenza. Il corso si terrà di norma il sabato mattina presso la sede dell’ISPFP di Massagno ed il costo per ogni partecipante è di CHF 2’500 più la quota d’iscrizione base di CHF 500. Ai partecipanti saranno messe a disposizione, secondo i meriti di studio o di formazione e la situazione economica, borse di studio che potranno essere totali o parziali e quindi coprire la quota di CHF 2’500. Le borse di studio sono state messe a disposizione da: Rotary Club del Ticino, CciaTi, ISPFP e Divisione della formazione professionale del Canton Ticino. Il coordinamento del corso è affidato al Signor Cattaneo dell’ISPFP e alla Signora Linda Ann Hefti della Progress 2000. Maggiori informazioni possono essere ottenute presso la segreteria dell’ISPFP (tel. 960 77 77) o presso la Ccia-Ti (tel. 911 51 19).

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

L’IMPORTANZA DEI CCL ANCHE PER IL SETTORE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO

UNO STRUMENTO IMPORTANTE PER TUTELARE LA PACE DEL LAVORO

Informazione

DI RINALDO GOBBI

La Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino (Ccia-Ti) riafferma l’importanza del contratto collettivo di lavoro (CCL) quale strumento fondamentale per disciplinare i rapporti tra salariati e datori di lavoro per il tramite delle rispettive associazioni di categoria o direttamente tra l’azienda e i rappresentanti dei dipendenti. Il CCL garantisce la composizione delle vertenze salvaguardando la pace del lavoro, fondamento del benessere economico e sociale elvetico, e contribuisce a contenere l’eccesso di regolamentazione statale, lasciando ai partner sociali il potere di decidere le condizioni del rapporto d’impiego entro la cornice delle leggi vigenti. In quanto tale, il CCL è uno strumento flessibile capace di adattarsi, molto meglio di una legge, alle situazioni contingenti. È di questi giorni la notizia che anche il Belgio, quale ultimo Stato membro dell’UE, ha ratificato gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE. La preoccupazione del Cantone Ticino è che la libera circolazione delle persone possa creare situazioni di dumping salariali abusivi. Per questo motivo sono state predisposte le seguenti misure d’accompagnamento: • l’estensione del campo d’applicazione dei CCL, attraverso una revisione della legge federale del 28 settembre 1956 concernente il conferimento del carattere obbligatorio generale al contratto collettivo di lavoro (LOCCL); • la fissazione di salari minimi; • l’elaborazione di una nuova legge sui lavoratori distaccati.

È stata costituita una Commissione tripartita (6 membri in rappresentanza delle associazioni professionali, 6 in rappresentanza dello Stato e 6 in rappresentanza dei sindacati) preposta al controllo. Nei rami provvisti di un CCL, il compito di verifica della conformità dei salari dovrà venir assegnato alle competenti Commissioni paritetiche, le quali, più di tutti, conoscono la situazione nel proprio ambito professionale. Per i settori sprovvisti di un CCL, come nel caso del piccolo commercio al dettaglio, sarebbero invece l’Ispettorato del lavoro, l’Ufficio del lavoro e l’Ufficio stranieri, gli enti pubblici preposti alla verifica delle presunte infrazioni, a quella della conformità dei salari, a quella del mancato rispetto delle condizioni minime di lavoro, ecc. Risulta quindi importante avere un CCL per decidere, con i partner sociali, le condizioni di lavoro nel proprio settore e per evitare l’intromissione dello Stato. L’accordo, siamo ormai in dirittura d’arrivo, raggiunto nell’ambito del gruppo di lavoro composto da rappresentanti della FederCommercio e da rappresentanti del mondo sindacale, va perciò anche visto sotto questo aspetto, oltre a quello di regolamentare le condizioni di lavoro minime per tutto il personale di vendita. L’accordo prevede anche una ragionevole liberalizzazione degli orari d’apertura dei negozi, ponendo fine all’attuale e non più sostenibile regime di deroghe. La Ccia-Ti saluta perciò con soddisfazione il risultato raggiunto e invita i commercianti ad approvare, nell’interesse di tutti, questo documento.

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

WWW.CCIATI.CH

UNA NUOVA WEB-IMAGE PER LA CCIA-TI

I servizi della Ccia-Ti

DI ALESSIA ROMANO

Internet ha ormai più di un ventennio di storia alle spalle. Questo mezzo di comunicazione ha conosciuto in questi ultimi anni un’evoluzione che ha accompagnato la progressiva presa di coscienza delle immense potenzialità delle autostrade dell’informazione come strumento capace di entrare nella vita quotidiana di ciascuno di noi, modificando molte delle nostre attività giornaliere. Internet, inoltre rappresenta per il settore economico un’importante vetrina che fornisce alle aziende la possibilità di presentarsi al mondo, come pure di presentare i propri prodotti e servizi. Da un punto di vista generale è inoltre necessario sottolineare, che mai come in questo momento, la consapevolezza dell’importanza dell’immagine si è notevolmente accresciuta, sino a far diventare l’immagine non più soltanto un obiettivo della comunicazione, ma un vero e proprio fattore strategico dell’impresa. Le imprese – e la Ccia-Ti non è da meno – sono sollecitate dunque ad affinare la loro sensibilità anche per la Web-image, anche perché comunicano in un contesto reso sempre più confuso da un eccessivo affollamento di segni e di messaggi. La Ccia-Ti, conscia dell’importanza che riveste una buona Web-image e delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, sente il bisogno di aggiornare la propria immagine virtuale per uscire dall’anonimato visivo delle migliaia di pagine presenti nella ragnatela mondiale. Rispettando la concezione d’insieme dell’immagine coordinata attuale e valorizzandone l’impatto visivo, Alessandra Dal Ben e Davide Ackermann, progettisti grafici e multimediali di Lugano, hanno sviluppato questo progetto in stretta collaborazione con la Ccia-Ti. Il sito si presenta con una sigla d’apertura che invita l’utente a scoprire il mondo della Ccia-Ti grazie ad un’anima-

zione grafica che illustra i suoi collaboratori. La struttura di navigazione è stata progettata considerando le diverse tipologie dei contenuti, oltre alle diverse lingue, e per rendere più che mai agevole ed immediato l’accesso all’informazione selezionata dal visitatore. Si è optato verso un’impostazione grafica lineare, con attenta cura al segno tipografico. La nuova versione del sito sottolinea dunque egregiamente le sue caratteristiche peculiari: professionalità, innovatività e competenza. Il sito Internet sarà online a partire dal 18 febbraio 2002.

Per il 3 marzo raccomandiamo di votare • SI all’iniziativa popolare “per l’adesione della Svizzera all’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU)” • NO all’iniziativa popolare “per una durata ridotta del lavoro”.

NUOVI SOCI Ccia-Ti Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a: • Trimil SA, Mendrisio • Banca popolare di Verona (Suisse) SA, Lugano • Deep Ocean Sagl, Lugano • Regno di Bacco Sagl, Croglio

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

SATEL CONTROL SA Centrale Operativa Multifunzionale Assistenza e Protezione Satellitare Europea 24h/24

LO SGUARDO CHE TI SEGUE

SATEL CONTROL, LA PROTEZIONE SATELLITARE PER UN NUOVO CONCETTO DI SICUREZZA GLOBALE

Vita dei Soci

DI ALESSIA ROMANO

Satel Control, nata agli inizi degli anni novanta, è attualmente l’azienda leader in Svizzera nel settore della protezione e del controllo satellitare; ha stretto una partnership con il Gruppo Sicurezza attivo nella progettazione e nell’installazione di impianti per la protezione di beni e persone, massicciamente presente sul mercato ticinese da oltre vent’anni. Il loro slogan è di dare sicurezza e non semplicemente vendere sicurezza, offrendo ad ogni tipologia di clientela la soluzione migliore, instaurando un rapporto di fiducia e di soddisfazione reciproca. La valida partnership tra le due aziende ha enfatizzato una struttura solida ma flessibile, omogenea ma diversificata, destinata alla strutturazione di un servizio unico, trasparente, completo e dai costi ben definiti, tutto orchestrato da un unico interlocutore, garantendo sorveglianza completa e prontezza d’intervento. Il continuo e crescente bisogno di sicurezza da parte del mercato ha indotto la Satel Control a fornire prodotti sempre più sofisticati tecnologicamente e mirati a soddisfare le molteplici esigenze emergenti. Un elemento importante da sottolineare è rappresentato dal fatto che il know-how che compone i servizi offerti è il frutto dell’intenso lavoro svolto dalla Satel Control. Tale risultato è stato visibilmente premiato, l’azienda infatti, appartiene oggi alla rosa di società leader nel settore della sicurezza. Il mercato di riferimento in cui l’azienda opera è composto in prevalenza dalla Svizzera e dall’intera penisola italiana. La Centrale operativa della Satel Control, cuore dell’intero servizio, è un impianto operativo che permette di vegliare sulla sicurezza di ogni cliente e di coordinare le azioni del Gruppo Intervento in caso di allarme furto, aggressione e incidente stradale. Ne deriva un servizio di

alta qualità in cui il cliente si affida ad un solo interlocutore. La Centrale operativa consente di effettuare la localizzazione e la protezione di mezzi mobili grazie all’uso sinergico del sistema di localizzazione GPS e il sistema di comunicazione GSM. L’efficacia e l’affidabilità del servizio erogato sono garantite da una attività di sorveglianza continua: 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno con la costante presenza di personale altamente qualificato. Oltre ai servizi di sicurezza la Satel Control si distingue per l’offerta di soluzioni in termini di logistica di percorso per flotte aziendali. Presso la sede del cliente è possibile installare un software che permette di controllare a video la posizione dei mezzi e di calcolarne i percorsi, i tempi ed i costi, oltre a poter comunicare in viva voce con il veicolo ed il suo conducente o attivando unicamente la modalità di solo ascolto. Fra i progetti futuri della Satel Control troviamo l’estensione del network di centrali operative all’estero, l’applicazione del servizio di localizzazione satellitare a livello medicale, collaborando con una nota fondazione internazionale appartenente al CERN di Ginevra; oltre ad ampliare il servizio di sicurezza sfruttando le nuove tecnologie e stringendo nuove partnership. La Satel Control, azienda ticinese al 100%, ha dimostrato e dimostra tutt’ora grande serietà e professionalità, elementi questi che caratterizzeranno certamente il suo futuro. Per ogni ulteriore informazione non esitate a contattare Satel Control, Via Cantonale, 6805 Mezzovico. Tel 091 935 51 40, Fax 091 935 90 59, e-mail: [email protected], www.grupposicurezza.ch/globalsecurity.html

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

AZIENDA TICINESE LEADER IN SVIZZERA NELLE 2 RUOTE I CINQUANT’ANNI DELLA BELIMPORT SA DI LUGANO DI RINALDO GOBBI

Vita dei Soci

La Ccia-Ti sottolinea con grande piacere il giubileo della Belimport SA di Lugano, un’azienda all’avanguardia nell’importazione e nella distribuzione di pneumatici per veicoli a due ruote, di biciclette e di attrezzi fitness. Fondata nel 1951 dal Signor Ezio Bernasconi, tuttora presidente del Consiglio d’amministrazione, è oggi diretta dal figlio dott.oec. Rino Bernasconi, coadiuvato da 20 collaboratori. L’azienda è affiliata alla Ccia-Ti fin dalla sua costituzione e quindi cogliamo questa importante occasione per ringraziare i Signori Bernasconi per la loro fedeltà. La Belimport SA fa produrre con il suo marchio BELPNEUS un assortimento completo di pneumatici e camere d’aria per biciclette, scooter e moto, BELVELO una vasta gamma di biciclette per bambini e ragazzi, BELfitness una linea di atrezzi fitness, COLORADO una linea di Tandem all’avanguardia.

Belimport guarda però anche al futuro e, a sostegno del progetto VEL 2, sta promuovendo la Power Cycle della Merida, una bicicletta basata sul concetto di “pedalata assistita”, con l’ausilio di un motore elettrico a batteria. Cogliamo l’occasione per complimentarci con la Belimport SA con l’augurio di sempre maggiori successi e di poterla annoverare fra i nostri fedelissimi soci.

Alcune Associazioni professionali ci hanno comunicato la data della loro Assemblea generale ordinaria • Associazione Svizzera Maestri Giardinieri, sezione Ticino – ASMG-Ti Mercoledì 27 febbraio 2002 alle ore 14.00 • Associazione Installatori Elettricisti Ticinesi – AIET Giovedì 18 aprile 2002 alle ore 16.30

Belimport è inoltre importatore esclusivo per la Svizzera di alcune marche prestigiose del settore come la Merida di Taiwan, la De Rosa dalla vicina Italia e la tedesca Centurion.

• Associazione Svizzera Imprenditori Pittori, sezione Ticino – ASIP-Ti Venerdì 26 aprile 2002

Ulteriori informazioni sull’attività sono ottenibili sul sito Internet : www.belimport.ch

• Unione professionale svizzera dell’automobile, sezione Ticino - UPSA-Ti Giovedì 16 maggio 2002 alle ore 16.30

La distribuzione dei clienti, rivenditori specializzati, rispecchia in grandi linee quella della popolazione in Svizzera : 70% Svizzera tedesca, 24% Svizzera romanda e il rimanente 6% in Ticino. Per poter assicurare un servizio tempestivo e accurato nel deposito di Lugano sono sempre disponibili 200’000 pneumatici e in quello di Zurigo oltre 10’000 biciclette e articoli fitness.

• Società Svizzera Impresari Costruttori, sezione Ticino – SSIC-TI Venerdì 24 maggio 2002 alle ore 15.00 • Associazione Fabbricanti Ramo Abbigliamento del cantone Ticino – AFRA Mercoledì 29 maggio 2002 alle ore 16.30

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

TI IMPIEGO SA LAVORO FISSO & TEMPORANEO

TI IMPIEGO: PER SFRUTTARE AL MEGLIO I NUOVI SCENARI DEL MONDO DEL LAVORO DI ALESSIA ROMANO

Quante volte ad ognuno di noi è balenato il pensiero di cambiare lavoro, fantasticando sulla possibilità di conquistare un posto più attraente o meglio retribuito?

Vita dei Soci

Ma quante volte abbiamo subito gettato la spugna disorientati, incapaci di muovere il primo passo alla ricerca del fatidico nuovo impiego? Quante volte la vostra azienda ha pensato di assumere del nuovo personale ma l’onere della ricerca, della selezione e della valutazione dei candidati ha rappresentato un ingente ostacolo? Cambiare lavoro o offrire lavoro comporta, in entrambi i casi, avere delle idee chiare su come muoversi nella ricerca all’interno del mercato. Attività, questa, complessa soprattutto in un mercato del lavoro in continua evoluzione come quello attuale. Nasce dunque l’esigenza di un strumento atto a favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di forza-lavoro. L’agenzia di collocamento TI Impiego riveste in maniera esemplare questo ruolo di trait d’union. TI Impiego, agenzia di collocamento da poco presente sul mercato ticinese, si adopera in modo preciso e puntuale nel cercare delle risposte ai bisogni dei lavoratori e delle imprese. La filosofia, che la TI Impiego si è posta nei confronti dei propri clienti, è quella di tendere costantemente e senza compromessi ad essere un’agenzia competente, corretta, veloce e cordiale. L’aiuto di professionalità specializzate, come quelle dei selezionatori della TI Impiego e di consulenti esterni, in

grado di valutare le capacità personali e le competenze di chi cerca occupazione, analizzando i bisogni e la realtà sociale delle zone in cui operano, rappresenta un’ottima credenziale per coloro che ricercano impiego, o viceversa, del personale. I servizi offerti dalla TI Impiego concernono il collocamento di personale temporaneo e fisso; inoltre, grazie alla stretta collaborazione con un’azienda specializzata consociata, Brain at Work, è in grado di fornire un servizio di ricerca di personale qualificato e dirigente. L’intensa attività di informazione e di orientamento attuata dalla TI Impiego permette di tenere sempre aggiornati i propri clienti sulle disponibilità di forza lavoro o di posti vacanti ai vari livelli. Il punto di forza di questa nuova agenzia, che le permette di avere un sostanziale vantaggio competitivo nei confronti dei concorrenti diretti, è rappresentato dalla profonda conoscenza del sistema imprenditoriale locale, in particolare nel settore bancario e nel settore assicurativo. Grazie alla sapiente combinazione di entusiasmo e competenza, la TI Impiego offre alle aziende come ai candidati un servizio personalizzato e professionale.

Per ogni ulteriore informazione non esitate a contattare TI Impiego SA, Via Bossi 1, 6900 Lugano. Tel. 091 911 66 00, Fax. 091 941 45 43, e-mail: [email protected]

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

PREMIAZIONE DI BATTISTA FILIPPINI MIGLIOR MEDIA SVIZZERA

SCUOLA PER ECONOMISTI AZIENDALI NELLE ARTI E MESTIERI CORSO 2000 – 2001

CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEI NEO-DIPLOMATI DI CÉCILE CHIODINI

Attività della Ccia-Ti

Ecco i primi diplomati federali Venerdì 14 dicembre 2001, presso la ditta Regazzi SA di Gordola si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi ai primi Economisti aziendali nelle arti e mestieri, diplomati federali. Erano presenti il presidente di questa professione il dr. Pierre Triponez, Consigliere nazionale e direttore della maggior associazione economica svizzera, l’USAM - Unione svizzera delle arti e mestieri, il prof. Vincenzo Nembrini direttore della Divisione della formazione professionale e Claudio Camponovo, direttore della Ccia-Ti. Gli esami sono stati superati da 12 dirigenti d’azienda: Pascal Brülhart di Ponte Tresa (Credit Suisse), Bernd Copa, Viganello (Copa & CO SA); Guido De Carli, Losone (Regazzi SA); Angelo Favero, Gordola (Torno SA); Battista Filippini, Arzo (Ticomel SA) Nedo Lombardi, Osogna (AET); Giorgio Paganucci, Rancate (Immomon SA); Roberta Passardi, Torricella (Linea Informatica); Michele Pedrioli, Locarno (Pedrioli SA), Niels Rodin, Breganzona (Werner SA); Giacomo Veragouth, Ponte Tresa (Veragouth SA), Renzo Viganò, Sessa (Qualiti Sagl). Il premio della Ccia-Ti per il migliore economista PMI è stato assegnato al signor Battista Filippini, che ha ottenuto la miglior media svizzera (5.5). Il corso - per la prima volta organizzato in Ticino dalla Ccia-Ti sotto l’egida dell’IFCAM – Istituto svizzero per la formazione di capi azienda nelle arti e mestieri - prepara i candidati all’esame federale di “Economista aziendale

nelle arti e mestieri, diplomato”. Si tratta di un esame professionale superiore che porta al più alto riconoscimento federale. Questo titolo è protetto, i nomi dei diplomati sono iscritti in un registro tenuto dall’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (UFPT). L’ottenimento di questo diploma conferma che il/la titolare è in grado di dirigere un’azienda rispondendo agli imperativi del mercato in continua evoluzione. Segnaliamo già sin d’ora ai dirigenti che hanno portato a termine con successo la scuola per capi-azienda nelle arti e mestieri o una formazione equipollente che in settembre comincerà un nuovo ciclo di questa interessante formazione. Per ulteriori informazioni potete rivolgervi alla sig.ra Cécile Chiodini (tel. 091 911 51 18, e-mail [email protected].). DR. PIERRE TRIPONEZ CON I 12 NEO-DIPLOMATI

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Il mese imprenditoriale gennaio-febbraio 2002

FORMAZIONE LO STRUMENTO VINCENTE PER DIFFERENZIARSI!

QUESTE LE PROPOSTE FORMATIVE DELLA CCIA-TI

Formazione

DI CÉCILE CHIODINI

Professione Segretaria

fondamentale ed insostituibile fra la realtà

Letters in English 2” è il corso che fa per lei.

”By the way, never snub secretaries”: perciò,

aziendale ed il mondo esterno ed è per ciò

Con questo corso lei potrà applicare le no-

mai snobbare le segretarie.

che il personale addetto deve trasformarsi da

zioni ed espressioni apprese grazie a nume-

Questa è la conclusione di un libro di testo

soggetto “passivo” - inteso come mero racco-

rosi lavori pratici svolti sia individualmente

per managers adottato in molte università de-

glitore di dati - a soggetto “vivo”, in grado di

sia in gruppo (Team Writing): creazione di let-

gli Stati Uniti. L’autore, Rolph Anderson, pone

proporsi come filtro efficace ed autonomo tra

tere per ordinazioni, offerte, conferme d’or-

in risalto che la segretaria inefficiente può

l’impresa, i clienti potenziali ed acquisiti ed il

dine, richieste di informazioni, descrizione dei

rappresentare un vero e proprio ostacolo al-

mercato in genere. Quindi, a chi gestisce quo-

propri prodotti di vendita, ecc... Avrà poi la

l’operatività sia del manager sia di coloro che

tidianamente il centralino, è richiesto fiuto,

possibilità di creare modelli personalizzati da

entrano in contatto con il manager, può costi-

tatto, sensibilità, gentilezza, pazienza e

utilizzare in ufficio, già il giorno successivo!

tuire una minaccia all’efficienza ed all’effica-

grande disponibilità. L’impresa, il mercato, la

Inoltre, se non disdegna i compiti e desidera

cia del capo e, in qualche modo (e rilevante),

concorrenza chiedono che questa persona

approfittare pienamente del corso, avrà an-

può minare l’iter di carriera del capo.

sia preparata, cordiale e pronta ad accettare

che l’occasione di esercitarsi a casa e, grazie

Per contro, la segretaria professionale, costi-

le sfide che spesso lanciano gli interlocutori,

alla supervisione della docente, potrà così ve-

tuisce un’opportunità, perché sa gestire sia

magari importanti ma non sempre ben dispo-

rificare immediatamente i progressi ottenuti.

le situazioni d’emergenza che quelle di rou-

sti. Anche quando il servizio è costituito da

Scrivere in inglese è ormai un “must” per chi

tine e, all’occorrenza, sa offrire con un sorriso

una serie di operazioni brevi e ripetitive, l’e-

ha contatti internazionali: saper scrivere

il caffè all’ospite importante, quello che dovrà

sito complessivo deve essere la percezione

bene è un “plus” che può far la differenza!

giudicare la performance del capo. Perciò,

di alta qualità e nessuna impresa ne può fare

Il corso, della durata di 10 serate, si terrà di

conclude Anderson, ogni manager dovrebbe

a meno: cominciando dal centralino.

martedì e giovedì, dalle 18h30 alle 20h00,

curare con attenzione la preparazione della

Il corso, della durata di una giornata, si terrà

presso la Ccia-Ti il 9, 11, 16, 18, 23, 25, 30

propria segretaria, dotarla degli strumenti

martedì 9 aprile 2002, dalle 09h00 alle

aprile, 2, 7, 14 maggio 2002.

teorici e pratici per renderla sempre più pro-

17h00, presso la Ccia-Ti.

fessionale, nell’interesse dell’azienda in cui

Segnaliamo infine che sono ancora di-

opera e nel proprio. Insomma, una segretaria

Business Letters in English 2

professionale ... conviene!

Ha delle buone conoscenze grammaticali e

Il corso, della durata di due giornate, si terrà

“se la cava” nello scrivere lettere commer-

martedì 5 e mercoledì 6 marzo 2002, dalle

ciali, ma vorrebbe migliorare il suo stile? Ha

09h00 alle 17h00, presso la Ccia-Ti.

frequentato il corso base “Business Letters in English 1” e vuole approfondire le sue co-

Il telefono ... la voce dell’azienda

noscenze? Se la risposta ad almeno una di

Il centralino costituisce un punto di incontro

queste domande è affermativa “Business

sponibili alcuni posti per i corsi “Telephoning English” (16 febbraio – 27 aprile) e “Business Letters in English 1” (19 febbraio – 21 marzo). Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a Cécile Chiodini (tel. 091 / 911 51 18, fax 091 / 911 51 12, e-mail [email protected]).

6902 Lugano-Paradiso, Via San Salvatore 2, Telefono 091.985 60 90, Fax 091.985 60 94, C.c.p. 69-1166-7 Ufficio di rappresentanza: 6616 Losone, Via Mezzana 69, Telefono 091.792 23 39, Fax 091.792 12 83 Internet: http//www.ladifesa.ch, e-mail: [email protected]

• Il mese imprenditoriale Dati Media 2002

ORGANO UFFICIALE:

FORMATO / PREZZI D’INSERZIONE Grandezza

Formato (larghezza x altezza)

Prezzo base (3 colori)

Prezzo base (quadricromia)

1/1 pagina

SP 180 PV 210 SP 88 SP 180 SP 88 SP 180 SP 88

mm mm mm mm mm mm mm

1ú200.–

1ú600.–

600.– 600.– 350.– 350.– 200.–

NO0 NO0 NO0 NO0 NO0

SP 60 x 260 mm

450.–

NO0

SP 180 x 260 mm SP 180 x 260 mm PV 210 x 297 mm

1ú300.– 1ú300.– 1ú300.–

1ú700.– 1ú700.– 1ú700.–

1/2 pagina verticale 1/2 pagina orizzontale 1/4 pagina verticale 1/4 pagina orizzontale 1/8 pagina Posizione in pagina testo 1 colonna Pagine di copertina 2ª 3ª 4ª

RIBASSO DI RIPETIZIONE 03 volte 06 volte 10 volte

5% 8% 10%

x x x x x x x

260 297 260 120 120 60 60

(IVA 7,6% esclusa)

TIRATURA

MESI D’APPARIZIONE

2ú000 copie

febbraio marzo aprile

maggio giugno luglio

SP: specchio pagina PV: pagina al vivo

settembre ottobre novembre

INDIRIZZI Editore: Redattore responsabile: Stampa: Pubblicità:

Ccia -Ti, casella postale 2378, 6901 Lugano Aldo Stoffel La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Pubblicità Sacchi - Edizioni Tecniche & Commerciali - Via Istituto Rusca 10, casella postale 35 6929 Gravesano, tel. 091 600 20 70 - fax 091 600 20 74 - e-mail: [email protected]

dicembre

News della Ccia-Ti

Aprile 2002

Sommario

Inizia il viaggio

Inizia il viaggio

di Franco Ambrosetti

O

ggi inizia il viaggio di “Ticino Business”, il cui tragitto ci auguriamo sia di lunga durata, denso di avvenimenti, carico di sorprese, avvincente e gratificante. Una volta al mese questa rubrica vi offrirà la mia personale opinione su argomenti scottanti del mondo economico ticinese quelli che fanno discutere e appassionano l’opinione pubblica, animano i dibattiti e sono di attualità. La Ccia-Ti per molti anni ha seguito una politica della comunicazione impostata al “low profile”, intervenendo solo sui temi che sono di importanza per la totalità del sistema economico ticinese e/o svizzero. La scelta di non voler prendere posizione su certi argomenti scottanti vedi AET e Banca dello Stato è stata vista da tanti soci come latitanza, a volte invece è stato un silenzio troppo rumoroso. Continua a pagina 3

Intervista al Presidente dell’ABT, Giorgio Ghiringhelli

Marketing più aggressivo per la riscossa delle banche svizzere

Stefania Beretta, fotografa ticinese pluripremiata

Notizie di rilievo:

•Rapporto economia ticinese pag. 10

•Cantone CamionSilo

pag. 13

•E-Governement

pag. 14

•Commercio estero

pag. 17

•Speciale Unione europea

pag. 19

•Vita dei soci

pag. 25

•Servizi della Ccia-Ti

pag. 27

•Formazione

pag. 30

•Fiere internazionali

pag. 34

Bollettino della Ccia-Ti ottobre 1962

Giorgio Ghiringhelli e lo Scudo intervista di Libero D’Agostino

“Lo Scudo fiscale del ministro Tremonti è un provvedimento legittimo e rientra nelle prerogative di uno Stato sovrano”. Per Giorgio Ghiringhelli, presidente dell’Associazione bancaria ticinese, sul fatto che il decreto per il rientro dei capitali italiani dall’estero sia corretto dal profilo giuridico e istituzionale, non ci piove. Ma fatta questa premessa, secondo il presidente è altrettanto certo e corretto ritenere che i soldi, sempre che siano stati acquisiti legalmente, appartengono al loro proprietario, risparmiatore o investitore che sia, e non

della Ccia-Ti / USI

allo Stato o alle banche che li custodiscono. Il che potrebbe sembrare scontato. In fondo è in gioco quel diritto di proprietà, santificato nelle Costituzioni liberali, da cui discendono con la libertà economica tutte le altre libertà dell’individuo che fanno da trama agli ordinamenti dei Paesi democratici. “Ne consegue – afferma Ghiringhelli – che ognuno deve poter decidere liberamente su come impiegare il suo denaro, secondo le sue necessità e preferenze”. E questa si chiama, ancora, libertà. Continua a pagina 4

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3•

Strong opinions

Ticino Business

Inizia il viaggio di “Ticino Business”

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

Ci sono già quotidiani e riviste che si occupano regolarmente di economia e alcuni lo fanno molto bene. Basterebbe, se non fosse che tra i nostri compiti istituzionali di associazione mantello dell’economia ticinese, c’è anche quello di far sapere come la pensiamo. Non che finora stessimo alla finestra a guardare. No. Abbiamo sempre scritto e pubblicato quando ci sembrava importante attraverso i servizi stampa, “Il mese imprenditoriale”, ecc. Ma oggi non basta più. I problemi economici che una volta erano relegati in ultima pagina perché noiosi e difficili da capire si ritrovano oggi in prima pagina. La percezione dei temi economici è divenuta più alta, l’interesse dei cittadini è maggiore, dappertutto, non solo in Ticino, e anche la preparazione dei lettori è migliorata. Ecco perché il nostro “vecchio” Mese imprenditoriale, erede del bollettino della Camera di Commercio... viene ora conglobato in “Ticino Business”. Perché in questo contesto cambiato vogliamo far sentire la nostra voce, forte e univoca, sia ben chiaro, soltanto su temi economici. Non tratterò, né lo faranno i miei colleghi nelle altre pagine, temi politici. Non parlerò, per intenderci, del maggioritario, dei casi scottanti della giustizia ticinese...

professionale e spesso si tramanda , nel bene e nel male da una generazione all’altra nelle famiglie, dove si respira aria di politica con il biberon. Noi tratteremo temi economici. Perché la Ccia-Ti è un’organizzazione economica, quindi di ciò scriverò in questa rubrica e lo farò esprimendo in modo conciso, chiaro e comprensibile, aperto e sincero, la mia opinione personale.

Noi non facciamo politica. Quella la lasciamo fare ai professionisti, perché la politica è un mestiere che richiede passione, è un modo di essere, un’attitudine mentale, vuole una sua deontologia

Affronteremo i problemi della mobilità che non sono soltanto il raddoppio del tunnel autostradale, il completamento della NEAT, l’appassionante studio dell’enigma “dove metteremo a Lugano i

Penso quindi che i prossimi interventi riguarderanno la Banca dello Stato, dove clamoroso non è tanto il fatto che abbia subito un incidente di percorso (forse che il signor Barnevik dal profilo etico è meglio dell’avvocato Rossi?) che molte banche ben più prestigiose hanno già subito, bensì il comportamento della maggioranza del Governo (4 su 5) che non sa, o fa finta di non sapere, che l’ente preposto alla soluzione di problemi di questo tipo è la Commissione federale delle banche, perché così dice la legge. Poi parlerò, un argomento alla volta, delle difficoltà che si incontrano in Ticino quando si affrontano i temi della fiscalità (vedi quarto pacchetto fiscale), che accendono gli animi al punto da creare reazioni forti, anche da parte di autorità comunali che vanno a schierarsi con la retroguardia europea più stantia.

treni quando la NEAT sarà finita?” Per ora nulla si sa sul tracciato Lugano-Milano, ma anche perché è sbocciato d’improvviso il grande amore delle Autorità per le rotonde, per gli ostacoli stradali di tutti i tipi e colori (righe rosse sonore, cunette gialle e blu, paracarri di varie forme e dimensioni; mancano solo i chiodi!) dopo che per anni ci hanno regalato una selva di semafori; o perché l’odio per i posteggi sia così profondo e radicato. Forse che c’è un astio contro l’automobilista? In America non è così. In compenso l’astio è rivolto ai fumatori. Il che, però non incide sulla mobilità che – vogliamo ancora una volta sottolinearlo - è uno dei valori fondamentali di una società libera e democratica. Solo una visione del mondo miope e antiprogresso può far pensare che con metodi da proibizionismo americano si riesce a risolvere il problema del traffico; ottenendo invece l’effetto contrario di frenare la mobilità, il libero trasporto delle merci, che non sono un lusso, ma un bene primario. Gli argomenti sono tanti; l’etica del manager, cosa deve cambiare; le privatizzazioni, quelle giuste e quelle sbagliate e perchè; il tutto con sguardo rivolto alla nostra realtà. I temi si presenteranno man mano, durante questo viaggio che iniziamo oggi. Termino qui. Solo una precisazione: “Ticino Business” è gratuito, così come lo sono sempre stati “Il mese imprenditoriale” e i Servizi stampa. È un servizio che diamo ai nostri soci e a chi ci è vicino.

Il tema

Ticino Business

•4

Fisco, banche e libertà

Giorgio Ghiringhelli, intervistato da Libero D’Agostino

Presidente, dello “Scudo” del ministro italiano dell’Economia si è parlato sin troppo, poco si è detto e scritto, invece, sul perché Tremonti abbia scelto un particolare momento per varare questa misura. Cosa pensa al riguardo? “Credo che la tempistica di questo provvedimento sia stata dettata da tre importanti fattori: in primo luogo il nuovo Governo italiano ha varato o promesso numerosi sgravi fiscali, ma per compensare l’impatto di questi alleggerimenti sulle casse dello Stato, si dovrà per forza di cose allargare la base imponibile; in secondo luogo si punta sul rientro dei capitali per sostenere e finanziare gli investimenti in una fase congiunturale che non è delle più felici; infine, non bisogna dimenticare che il 28 febbraio per l’Italia è morta la lira ed è nato l’euro. Con la scomparsa della prima sono pure finite le possibilità di controllo dei grandi flussi monetari da parte della Banca d’Italia e dell’Ufficio italiano dei cambi”. Fin qui siamo sempre nel campo dei provvedimenti legittimi per un esecutivo che vuole migliorare le condizioni quadro dell’economia italiana. Tuttavia Tremonti non si è limitato a questo, difatti ha definito la Svizzera, con il suo segreto bancario, un pallino rosso in un mare blu e ha supportato lo “Scudo” con misure quali il “Fiscovelox” alla frontiera con il Ticino. Come giudica tutto questo? “Talune esternazioni del ministro sono quanto meno discutibili. Affermare che il segreto bancario svizzero non ci sarà più

entro la fine del 2002 o che i depositi nella Confederazione sono da considerare “soldi morti”, oltre che dichiarazioni poco eleganti per un ministro, da un punto di vista politico e istituzionali mi sembrano degli attacchi gratuiti ad un Paese amico. Un Paese, è bene ricordarlo, che è nato ed è organizzato sulla base di quei principi liberali, a cui lo stesso Governo del ministro Tremonti ama richiamarsi. Uno Stato confederato che, settant’anni fa, ha riconosciuto per legge il segreto bancario, per tutelare quanti volevano proteggere i loro patrimoni dalle minacce dei regimi dittatoriali. Un segreto che a tutt’oggi nella nostra tradizione di Paese liberale significa, soprattutto, difesa della privacy dei cittadini. Ovvero, quella sfera privata, che a parole tutti vorrebbero difendere, ma che nei fatti è troppo spesso ignorata e calpestata”. Considera le telecamere della Guardia di Finanza alla frontiera un esempio di Stato ficcanaso? “Con i “plurisensori”, i computer e gli schedari elettronici del “Fiscovelox” siamo, purtroppo, nell’orizzonte mentale e culturale del Grande Fratello. Misure dissuasive certo, ma con il retrogusto amaro del terrorismo psicologico. In questa chiave va pure letta la continua guerra delle cifre sul rimpatrio dei capitali in Italia. Basta pensare ai titoli di alcuni giornali sui rientri a “valanga” e i mirabolanti effetti dello Scudo. Una vera pressione psicologica sostenuta da una certa stampa che si è accodata, direi persino asservita, in maniera del

tutto acritica, e poco oggettiva, alla crociata del Governo”. Me per chi riporta i soldi in Italia è tutto veramente rose e fiori, o esistono dei rischi? “I pericoli ci sono eccome, sia a breve che a lungo termine. I rischi immediati sono rappresentati dal fatto che gli intermediari finanziari italiani non erano finora attrezzati per la gestione di conti anonimi; che nella Penisola non esiste il segreto bancario nei confronti delle autorità; e che per tutti gli averi si possono effettuare indagini anti-riciclaggio, con relative segnalazioni alla magistratura. Se questi sono gli inconvenienti che potremmo definire “tattici” per chi voglia essere effettivamente proprietario sino in fondo dei suoi soldi, sul lungo periodo si possono prospettare problemi ancora più grossi. Innanzitutto, c’è da mettere in conto un possibile cambiamento dell’attuale maggioranza di Governo. La Sinistra non approva le amministie fiscali e lo ha dimostrato anche recentemente con l’emendamento Visco-Bersani. Non per niente proprio da sinistra è venuta la proposta di rendere pubblici i nomi di coloro che riportano i soldi in Italia. Insomma, una specie di gogna pubblica secondo le migliori tradizioni politiche di chi vede nella ricchezza e nella proprietà sempre e comunque una colpa da punire. In secondo luogo, non va dimenticato che con l’introduzione dell’euro l’enorme debito pubblico dell’Italia, tutt’ora in crescita, non è più gestibile, come avveniva in passato, utilizzando la leva dell’inflazione: ra-

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Il tema

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nell’analisi di Ghiringhelli I numeri della piazza ticinese • La Svizzera gestisce patrimoni per 4mila miliardi di franchi, di essi 400 sono amministrati dalla piazza finanziaria ticinese. • Nel cantone oggi operano oltre settanta banche diverse. Nel 1995 erano 56. Si contano 206 sportelli bancari: 1 per ogni 1.506 abitanti, contro la media svizzera di 1 sportello per 2.482 abitanti. • La piazza finanziaria genera il 16,7% del prodotto interno lordo del Cantone • Le banche che operano in Ticino danno lavoro a 8.625 persone, nel 1998 i dipendenti erano 7.258. • La massa salariale delle banche è passata dai 531 milioni di franchi del 1990 agli 848 milioni del 2001. • Banche e persone morali assicurano il 39% del gettito fiscale del Cantone, nel 1995 non si superava il 25% strellando cioè denaro buono e rimborsando denaro svalutato. Al di là dei proclami di Tremonti, per tenere testa a questo indebitamento sarà inevitabile un irrigidimento della morsa fiscale”. Quali saranno le conseguenze dello “Scudo fiscale” sulla piazza finanziaria ticinese? “Non abbiamo difficoltà ad ammettere che il momento non è dei più favorevoli, ma non solo per effetto delle Scudo Tremonti. Negli ultimi anni i vantaggi competitivi della piazza elvetica si sono di molto affievoliti. Inoltre, recentemente, l’andamento dei mercati borsistici, e le relative cattive

performances, le discussioni sul segreto bancario e altri problemi del Paese, ad esempio il caso Swissair, hanno indebolito la posizione delle nostre banche. Rimangono, comunque, intatte e riconosciute universalmente, la serietà, la professionalità e la tradizionale internazionalità del sistema bancario svizzero. Per di più la Confederazione ha saputo dotarsi di un dispositivo di difesa contro il riciclaggio del denaro sporco, e gli altri eventuali abusi del segreto bancario, che non teme confronti su scala mondiale. E questi restano solidi vantaggi competitivi anche per la piazza finanziaria ticinese. Tuttavia è inevitabile una certa perdita di clientela, che però

molti istituti di credito recupereranno in parte grazie alle loro filiali o affiliate in Italia. Per adesso non è ancora possibile quantificare questa perdita. Come detto si sta dispiegando una guerra delle cifre: i media italiani giocano al rialzo e le banche ticinesi al ribasso. I conti finali, quelli veri, si potranno fare soltanto dopo il 30 giugno. C’è da dire che un inaspettato aiuto alla piazza finanziaria svizzera, è venuto proprio dall’annuncio del monitoraggio fiscale dell’Italia alla nostra frontiera. Una misura che nella mente del risparmiatore italiano evoca più l’immagine di uno Stato di polizia che non quella della “Casa delle libertà”.

L’ospite

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«Marketing più aggressivo per le banche svizzere» Tremonti dixit • “Chi non approfitta dello scudo fiscale è un demente. A causa dell’euro e del terrorismo, il segreto bancario ha la vita corta” (13 ott.2001) • “ La Confederazione è un pallino rosso in un oceano blu” (15.gen.2002) • “Il segreto bancario è un attrezzo del passato”, “protegge l’illegalità, riduce il valore del capitale e il suo utilizzo” (7.feb.2002)

Avv. Andrea Moja, Presidente Assotrusts, intervistato da Elisabetta Pisa

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on lo si può negare. In Italia lo Scudo fiscale di Tremonti ha fatto presa sugli imprenditori lombardi. Il provvedimento del governo Berlusconi sta dando qualche grattacapo alla Svizzera, in particolare alla piazza finanziaria ticinese, che ha prosperato per anni grazie alla facoltosa clientela italiana. Il mondo sta cambiando nell’èra dell’euro. Ma il Ticino può giocare ancora un ruolo interessante per la Lombardia. Non, però, senza avviare un cambio di mentalità soprattutto all’interno del sistema bancario, la cui punta di diamante è stato finora il private banking. Se prima il basso profilo promozionale era uno dei valori più apprezzati, adesso il settore deve uscire allo scoperto. Se finora gli istituti di credito non hanno mai faticato molto a reclutare la clientela, è giunto il momento di adottare una strategia di marketing più aggressiva. È questo il parere di Andrea Moja, avvocato milanese, esperto di fiscalità internazionale, che si muove in diversi campi: è presidente di Assotrusts, associazione che si occupa del coordinamento dell’attività di tutti i trustees, ma la sua specialità sono le dinamiche che si sviluppano tra Italia e Svizzera. Insomma un attento osservatore della situazione, che individua alcuni margini di azione per il rilancio della Confederazione: accorciare le distanze dalle piazze finanziarie di New York e Londra - leader incontrastati della finanza mondiale, soprattutto nella gestione di fondi di hedge fund -, tentando di intaccare il loro ruolo di primo piano. E

• “La mia previsione è che il segreto bancario è fuori dalla storia. Esso è figlio di un’epoca che riflette una ricchezza diversa da quella di oggi, che di per se è già dematerializzata, è un impulso, è software. In questo contesto il segreto bancario diventa del tutto artificiale. Facciamo un future sulla durata del segreto bancario? Vedrete che sarà vantaggioso” (7. feb.2002).

Lo Scudo fiscale in pillole • Prevede la possibilità di riportare i capitali in Italia oppure di ”regolarizzarli”, mediante una dichiarazione, lasciandoli all’estero. • Si paga,una tantum, una penale del 2.5% sul capitale. • Il decreto Tremonti non riguarda solo i soldi e i titoli gestiti dalle banche, ma anche immobili, opere d’arte e altri oggetti di valore detenuti all’estero. Gli averi degli italiani all’estero non si trovano soltanto in Svizzera, bensì in molti altri Paesi,ad esempio: Lussemburgo, Austria, Gran Bretagna, Montecarlo e in tutti i cosiddetti paradisi fiscali. • Sono esclusi dal decreto i patrimoni frutto di reati, e in parte i beni di pertinenza delle aziende. • Chi riporta i capitali in patria o li ”regolarizza”, si deve rivolgere ad un intermediario finanziario, che a sua volta invia una dichiarazione all’autorità preposta e paga la penale prevista dal decreto. La copia di questa dichiarazione va al cliente e costituisce lo ”Scudo fiscale”, che lo mette al riparo da eventuali e futuri accertamenti del fisco.

ancora, una maggiore autonomia dalle piazze di Ginevra e Zurigo. Ma soprattutto l’allentamento della tensione tra Italia e Svizzera per porre fine a un braccio di ferro a suon di attacchi al segreto bancario, un pilastro dell’economia elvetica, che forse ha fatto il suo tempo. Avvocato Moja, le dure parole di Tremonti sul segreto bancario svizzero non sono cadute nel vuoto in Italia. “Indubbiamente la campagna del ministro è stata molto accesa e concentrata esclusivamente sulla Svizzera. Non s’è parlato di Monte Carlo, stranamente, dove sono concentrati i più grossi patrimoni. Il rimpatrio riguarda capitali fino in media a 6 milioni di euro, in qualche modo patrimoni più retail rispetto a quelli depositati a Monte Carlo. In effetti è abbastanza improbabile che chi dispone di

risorse molto consistenti le riporti in patria. Per quanto sia scattato lo Scudo fiscale, non è facile comunque giustificare il possesso di somme veramente ingenti”. A suo parere gli italiani pensano che, come ha detto Tremonti, i soldi in Svizzera siano soldi morti? “Sono parole indubbiamente esagerate, ma ci sarà una sempre maggiore pressione a livello internazionale per la progressiva caduta del segreto bancario in tutto il mondo, non solo in Svizzera”. Nonostante la Confederazione continui a ripetere che il segreto bancario non si tocca? “Anche se non si dovesse toccare, si va verso forme di cooperazione sempre maggiori fra gli Stati. È un processo inevitabile”.

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Contromano

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Nell’èra dell’euro quale può essere la forza del segreto bancario elvetico? “I grossi patrimoni sono sempre stati e continueranno a rimanere all’estero, dato che i grandi capitalisti hanno accumulato ricchezze non ufficiali. Il segreto bancario serve a questo segmento, che rappresenta quasi la metà del mercato mondiale dei capitali”. L’introduzione della moneta unica ha cambiato il quadro in cui operano gli operatori economici italiani. Si è chiuso il periodo caratterizzato dall’impennata di inflazione, debito pubblico e pressione fiscale. Quali sono le carte che la Svizzera può giocare per non perdere terreno? “La piazza finanziaria dovrà modificare l’offerta. Dovrà abbandonare la stabilità e orientarsi verso servizi fortemente innovativi, potenziando l’attività di gestione ai danni di Londra e New York. Dovrebbe diventare un centro di riferimento per i fondi alternativi, per la finanza strutturata ad alto livello, e fornire servizi finanziari per le imprese high tech, con specifiche legislazioni e incentivi fiscali per la creazione di venture capital per il commercio elettronico. La piazza finanziaria luganese deve poi acquisire una maggiore autonomia da Ginevra e Zurigo. Inoltre è indispensabile negoziare con l’Italia, così come ha fatto San Marino, che ha mantenuto il segreto bancario, ma è uscito dalla black list dei paradisi fiscali”. Come dovrebbe cambiare la Svizzera in questo momento per adattarsi ai mutamenti in atto? “Le banche dovrebbero essere più innovative e soprattutto più aggressive a livello commerciale. Se prima farsi pubblicità era visto come qualcosa di atipico, adesso è necessaria la promozione del prodotto per la forte concorrenza degli istituti stranieri. Gli investimenti oggi possono dirigersi ovunque. Bisogna essere incentivati a scegliere la piazza elvetica, dato che i controlli alla frontiera sono più rigidi”. L’ingresso della Confederazione nell’Ue potrebbe essere una soluzione? “No, la via giusta è quella degli accordi bilaterali. L’autonomia va salvaguardata, altrimenti si entra in un meccanismo in cui le decisioni le prendono gli altri, così come sta accadendo al Lussemburgo”.

Gli effetti collaterali dello Scudo fiscale di Libero D’Agostino

Soltanto a giugno sapremo quali sono state le reali conseguenze del decreto Tremonti per la piazza finanziaria ticinese. Allora si tireranno le somme finali dei soldi rimpatriati e del mancato arrivo dall’Italia di nuovi capitali. Per il momento sono certi due effetti collaterali dello Scudo fiscale. In primo luogo, l’impatto e le minacce potenziali del decreto hanno fatto riscoprire in patria l’importanza delle banche per l’economia nazionale e cantonale. Lo hanno riscoperto anche quanti, e tra essi molti media, hanno dipinto sino a qualche mese fa, con compiacimento, la finanza elvetica come il crocevia del malaffare e della criminalità internazionali. Forse, si è capito che se si fermano le banche si ferma uno dei principali motori della crescita svizzera. E che il Ticino, così come Ginevra e Zurigo, possono restare in panne per anni. L’altro effetto collaterale sta nella chiara dimostrazione che l’Unione Europea è oggi attraversata da forti tentazioni autoritarie, anche in quegli Stati che si richiamano alle più autentiche tradizioni liberali. Le telecamere di Tremonti a caccia di evasori alla frontiera, sono solo un piccolo segnale di un autoritarismo che su scala continentale si è amplificato nella proposta di un fisco uguale per tutti, da Helsinki a Palermo. Non siamo più nella patologia di un dirigismo burocratico che regolamenta il diametro dei piselli e il calibro delle arance. Si va ben oltre. Fino a tagliare alla radice una delle poche prerogative rimaste agli Stati nazionali: la sovranità fiscale. Che liberamente tradotta significa concorrenzialità tra regioni e Paesi diversi nell’usare la leva fiscale non per lisciare la schiena dei cittadini, ma per attirare capitali, insediamenti industriali e contribuenti facoltosi, con grande vantaggio per tutta l’economia e la società. Con l’aria che tira nell’Ue, c’è da pensare che il pressing sulla Svizzera affinché elimini, o quanto meno allenti notevolmente, il segreto bancario, si farà ancora più insistente. Preoccupano, al proposito, alcune falle nel fronte tra il mondo economico e quello della finanza nel difendere il segreto bancario. Il primo teme che una difesa troppo sostenuta, soprattutto nei nuovi negoziati con i Quindici, possa innescare delle ritorsioni contro l’export elvetico che al 70% ha per sbocco il mercato dell’Ue, con conseguenze catastrofiche per tutto il Paese; il secondo, sembra giocare sulla difensiva, mentre i grandi gruppi cercano di riassicurarsi all’estero quei vantaggi competitivi, e tra essi il segreto bancario, di cui hanno goduto sino adesso nella Confederazione. A cimentare questo fronte non basta di certo un Consiglio federale che abbonda in dichiarazioni roboanti sulla ”non negoziabilità” del segreto bancario, ma che nei fatti, condizionato com’è dalla smania di portare la Svizzera nell’Ue, appare costantemente intimidito da Bruxelles. Per il Ticino, il decreto Tremonti, al di là di quelle che saranno le ricadute sulla piazza finanziaria, pone un nuovo ordine di problemi che non riguardano solo le banche, accusate di essersi strette al petto la gallina delle uova d’oro, il private banking, adagiandosi su una pericolosa monocoltura finanziaria. Gran parte dell’economia cantonale, e non solo gli istituti di credito, ha sfruttato sino adesso, sebbene con intensità diversa, una rendita di posizione, che in termini geografici è la contiguità con il Nord Italia e che in termini politici si riassume nei guai che hanno travagliato la Penisola nell’ultimo trentennio. Dall’instabilità governativa a quella monetaria, dal terrorismo e dalla criminalità ai minacciosi governicchi di sinistra, dalla disoccupazione anche nel Settentrione, che ha garantito i flussi di manodopera frontaliera, ai servizi inefficienti, dal fisco oppressivo agli handicap mortificanti per le imprese che non appartenevano alle grandi famiglie del ”capitalismo nazionale”. E l’elenco potrebbe continuare sino al settore bancario, che è rimasto impaludato per decenni nell’atrofico feudalesimo clientelare imposto da partiti e potentati economici. Ma ora le condizioni quadro del Bel Paese stanno cambiando, si vanno delineano nuovi scenari che premiano l’imprenditorialità e la produzione di ricchezza. Rispetto ad essi devono riposizionarsi non solo le banche ma tutta l’azienda Ticino. E’ questa la scommessa che va ben oltre i conti del prossimo giugno.

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Nuovi mercati, nuove tecnologie e nuove discipline

Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti Corso Elvezia 16 CP 2378 CH-6901 Lugano Tel 091 911 51 11 Fax 091 911 51 12 [email protected] www.cciati.ch

Prepariamoci al cambiamento

Agenda Gentili Signore, Egregi Signori, prepariamoci al cambiamento: le trasformazioni generano incertezze nella nostra società. Basta guardare le proteste che nascono contro fenomeni di apertura (SEE, Accordi bilaterali, adesione all’ONU, ecc. …) o contro le privatizzazioni, l’abolizione di sovvenzioni, le fusioni. Eppure il fenomeno è diffuso, già la scuola stessa dovrebbe preparare i giovani ad una maggiore predisposizione al cambiamento. Un Paese, un Cantone per essere all’avanguardia deve avere un’economia in grado di competere, con infrastrutture adeguate (autostrade e AlpTransit complete), un mercato del lavoro flessibile, un buon sistema scolastico e formativo, una fiscalità meno opprimente. Dobbiamo convincere sempre più ampie fasce della popolazione sulla necessità di diffusione di un sistema di libero mercato imperniato sull’innovazione, sulla propensione al rischio e sulle responsabilità dell’individuo. Le imprese ticinesi sono confrontate ad un sistema economico sempre più globalizzato e gli imprenditori devono muoversi nel rispetto di principi etici, generalmente riconosciuti. Nell’odierna situazione di concorrenza globale potrà affermarsi solo chi sarà ca-

pace di adeguarsi in continuazione alle nuove condizioni mutevoli, dando le giuste risposte. Malgrado la sua limitata dimensione geografica il cantone Ticino contribuisce con il 3,8% alla produzione di valore aggiunto totale in Svizzera (vedi Rapporto “Competitività e innovazione. Analisi settoriale dell’economia ticinese, edizione 2002”, elaborato dal CODE con il sostegno della Ccia-Ti). Attraverso la ricerca e lo sviluppo e l’adozione di innovazioni – ben il 71% delle aziende ticinesi curano queste attività sulla base dei dati raccolti con il nostro sondaggio – un’azienda può ottenere un vantaggio competitivo sui concorrenti, migliorando così le potenzialità di profitto e consolidando l’offerta di posti di lavoro qualificati. Pertanto non dobbiamo cessare di investire nella formazione. Dobbiamo impiegare al meglio i nostri talenti. Il ciclo di vita dei prodotti diminuisce e il “time to market” si riduce notevolmente. L’innovazione e il cambiamento continuo sono ormai due necessità imperative per sopravvivere e competere sui mercati sempre più globalizzati. Occorre pertanto promuovere una nuova cultura del cambiamento. Claudio Camponovo

• Lunedì 8, 15, 22, 29 aprile, 6 e 13 maggio, dalle ore 09.00 alle 17.00, nella sala conferenze Monte Brè, corso “La conduzione del personale” • Lunedì 8 e martedì 9 aprile, Business Matchmaking Ticino – Monaco • Martedì 9 aprile, dalle ore 9.00 alle 17.00, presso la Ccia-Ti, corso “Il telefono… la voce dell’azienda” • Mercoledì 10, 17, 24 aprile e giovedì 2 maggio, dalle 16.00 alle 19.00, presso la Ccia-Ti, corso “La legge sull’esecuzione e sul fallimento” • Venerdì 12 aprile, Convegno trasporti Ccia-Ti + USI, presso l’Hôtel Belvedere a Locarno: “La completazione della galleria autostradale del San Gottardo” • Venerdì 12 a lunedì 15 aprile, Sechseläuten a Zurigo, cantone Ticino ospite d’onore • Martedì 16 aprile (per donne) e martedì 23 aprile (per uomini), dalle ore 09.00 alle ore 12.00, presso la Ccia-Ti, corso “Come valorizzare la propria immagine” • Giovedì 18 aprile, alle ore 16.30 AGO dell’AIET a Agno • Venerdì 26 aprile, AGO dell’ATIP-Ti • Martedì 14 maggio, alle ore 19.00 - AGO della Società dei Commercianti di Lugano

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Imprese Ticinesi 2002: risultati indagine “Meglio del 2000 non poteva andare, peggio del 2001 non dovrebbe andare”. E’ questa la frase che meglio sintetizza l’andamento espresso dagli imprenditori ticinesi nel quadro dell’annuale inchiesta della Ccia-Ti presso le imprese ticinesi, elaborata dal CODE (Centro per l’osservazione delle dinamiche economiche) dell’Ire. Circa le percezioni degli imprenditori sulla competitività delle proprie imprese, dall’indagine sono emersi risultati interessanti. In generale vi è una sostanziale stabilità nei confronti del resto della Svizzera e del Nord Italia, anche se nei confronti di quest’ultima il trend é leggermente al ribasso. Si constata pure una leggera flessione nei confronti della Germania. La parte tematica, quest’anno, ha affrontato la problematica della ricerca e sviluppo e dell’ innovazione. Tra i risultati più importanti vi è la conferma che, tendenzialmente l’attività innovativa incide in modo importante soprattutto sulla competitività delle imprese molto esposte alla concorrenza. Inoltre, l’approfondimento tematico mette in luce importanti margini di manovra supplementari da sfruttare per incrementare l’attività innovativa. Centro per l’osservazione delle dinamiche economiche (CODE) dell’IRE

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o scorso 8 marzo è stato pubblicato il rapporto annuale della Ccia-Ti sull’andamento dell’economia ticinese dal titolo “Competitività ed innovazione. Analisi settoriale dell’economia ticinese, edizione 2002”. Per il quarto anno consecutivo questo studio è stato effettuato in collaborazione con un Istituto dell’Università della Svizzera italiana (IRE-CODE). Oltre che tempestivo questo rapporto ha il pregio di fornire uno spaccato dell’andamento dei settori economici ticinesi. I risultati di quest’anno sono stati tratti dalle risposte di 442 aziende che occupano oltre 23’000 addetti. Meglio del 2000 non poteva andare, peggio del 2001 non dovrebbe andare Dall’inchiesta emerge come gli imprenditori ticinesi abbiano valutato ancora in modo relativamente positivo l’andamento economico dell’anno appena trascorso, anche se le valutazioni fanno stato di un rallentamento della congiuntura. Nel 2001, l’economia cantonale é cresciuta a tassi dimezzati rispetto al 2000. Il Pil é progredito del 1,5%. Se consideriamo i tassi di crescita registrati a livello nazionale e internazionale il risultato ticinese é però ancora soddisfacente. Gli strascichi del rallentamento si faranno sentire anche nel 2002 e le previsioni per l’anno in corso sono improntate per lo più alla prudenza. I risultati a livello settoriale sono piuttosto eterogenei. Tra i settori che si sono messi in evidenza positivamente rileviamo il tessile ed abbigliamento e il commercio all’ingrosso.

Eccezion fatta per alcuni settori, tende a diminuire il livello di competitività nei confronti del Nord Italia Va precisato anzitutto che si tratta di un giudizio espresso dagli imprenditori sulla competitività della propria azienda nei confronti di alcune regioni (Nord Italia, Svizzera e Germania). Non è dunque un

indicatore statistico, ma il risultato delle percezioni degli operatori dei vari settori. Se i dati medi dimostrano una sostanziale stabilità delle percezioni relative allo stato competitivo dell’economia cantonale rispetto ai principali concorrenti, é interessante constatare come molti settori si dichiarino tendenzialmente in calo di com-

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Ccia-Ti / USI petitività rispetto al Nord Italia. Fanno eccezione solo i settori commercio al dettaglio, settore alberghiero, finanziario assicurativo e le libere professioni. Alcuni settori sono passati addirittura sotto la linea che delimita una competitività normale da una competitività bassa. È il caso del settore del commercio all’ingrosso, delle costruzioni, delle macchine e apparecchiature elettriche, legno-carta-stampa, tessile-abbigliamento, alimentare e tabacco. Ci sono probabilmente molti fattori che possono spiegare questo cambiamento di percezione. La nostra ipotesi, considerata l’accelerazione del fenomeno nell’ultimo anno di osservazione, é che gli accordi bilaterali sulla libera circolazione delle persone sia uno di questi fattori. Le eccezioni menzionate poc’anzi non sono una sorpresa, da questo punto di vista. Sono settori dai vantaggi competitivi ormai consolidati nel tempo.

ferenze importanti tra i settori. Il 62% delle aziende che hanno ritornato il questionario, dichiara di svolgere attività di ricerca presso la propria sede, mentre per il 18% se ne occupa la casa madre, spesso fuori Cantone. Alla succursale ticinese spettano sovente soprattutto compiti di sviluppo e d’applicazione dell’innovazione. Questo fatto è confermato dalla tipologia di occupati dediti a queste attività: si tratta prevalentemente di personale tecnico. Pochi sono i settori che si avvalgono di ricercatori e personale altamente specializzato dedicato esclusivamente ad attività di ricerca e sviluppo. Tra questi citiamo le libere professioni, la chimica, plastica e farmaceutica e il settore delle macchine e metalli. Il 69% delle aziende che hanno ritornato il questionario, spende mediamente 75’000 franchi all’anno in attività di ricerca e sviluppo. Tra i settori che spendono maggiormente vi sono l’industria chimica, il finanziario ed assicurativo ed il settore della fabbricazione di macchine ed apparecchi elettrici. Interessanti anche i dati relativi ai risultati dell’attività innovativa. Metà delle aziende oggetto d’inchiesta conferma di aver introdotto innovazioni negli ultimi tre anni. La percentuale è inferiore alla media svizzera, ma per quanto riguarda il settore terziario, il Ticino presenta un’attività innovativa leggermente superiore. Mediamente risulta che oltre il 50% delle innovazioni sono il risultato di attività di ricerca svolta all’interno delle imprese stesse, mentre un quarto è ottenuto collaborando con altre aziende.

Ricerca e sviluppo ed innovazione Nel 2002, la parte di approfondimento ha toccato il tema della ricerca e sviluppo e dell’innovazione. L’approfondimento non pretende esaurire la problematica dell’innovazione in tutte le sue sfaccettature. L’obiettivo consiste nel fare un breve ritratto delle attività innovative nel Cantone Ticino sul solco e a ulteriore complemento delle precedenti indagini tematiche dedicate ai temi della cooperazione (2001), della concorrenza e strategie aziendali (2000) e del capitale umano (1999). Analizzando gli sforzi in materia di ricerca e sviluppo si nota come vi siano delle dif-

Gli sforzi innovativi delle imprese ticinesi sfociano nell’immissione sul mercato di prodotti per lo più migliorati. La proporzione di prodotti veramente nuovi è minima. Si evince quindi una logica improntata essenzialmente alle innovazioni incrementali, adattative. Si tratta dunque di prodotti o processi aziendali risultanti da miglioramenti eseguiti in azienda, dai propri tecnici e dal proprio personale qualificato. Ritroviamo qui l’importanza del capitale umano, cioè del personale che non fornisce solo lavoro ma contribuisce alla crescita aziendale attraverso miglioramenti dei prodotti o dei processi di produzione.

Ostacoli all’attività innovativa? Le aziende ticinesi hanno indicato una serie di ostacoli interni ed esterni, che possono frenare le attività innovative. Il freno maggiore sembra essere rappresentato dalla mancanza di personale qualificato. Tutti i settori hanno indicato questa carenza quale principale freno all’innovazione. Il dato fa riflettere soprattutto se raffrontato ai dati relativi all’evoluzione delle qualifiche del personale occupato nelle imprese indagate. Questi dati, infatti, mostrano un tendenziale miglioramento: è in aumento proprio la proporzione di personale potenzialmente utile allo svolgimento delle attività innovative (dirigenti, quadri intermedi). A sottolineare questo ostacolo in modo importante sono gli imprenditori dei settori libere professioni, costruzioni, commercio al dettaglio e alberghi. Un ulteriore ostacolo indicato degli imprenditori è l’elevato costo dei progetti. Tale problema deriva spesso dalla dimen-

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Stefania Beretta Nasce a Vacallo nel 1957. Fotografa indipendente dal 1979, vive e lavora a Giubiasco. Benché specializzata nella fotografia di architettura e nella riproduzione di oggetti d’arte, dedica la sua vita alla ricerca personale e si ritaglia uno spazio di rilievo nella scena fotografica non soltanto svizzera. Ottiene parecchi premi internazionali, partecipa e conduce workshop in Europa, indulge nelle sue erranze in Asia e in America.

sione ridotta delle imprese ticinesi, che faticano a lanciare autonomamente progetti di ricerca. A tale problema esistono diverse soluzioni quale la cooperazione tra aziende, i fondi di ricerca svizzeri e europei o la collaborazione con gli istituti superiori. Anche sul territorio cantonale esistono oggi strutture di livello scientifico (USI, SUPSI e relativi istituti) che offrono interessanti possibilità per investire maggiormente nella ricerca e sviluppo o quale valido supporto per migliorare il livello formativo del proprio capitale umano.

giori sono indirizzati allo sviluppo più che alla ricerca (la quota di tecnici occupati nelle attività di R&S é superiore a quella dei ricercatori). Tutto questo ha permesso di immettere sul mercato soprattutto innovazioni di prodotto e di organizzazione, di tipo incrementale adattativo.

Margini di manovra per incrementare gli sforzi nelle attività innovative

Per superare i maggiori ostacoli all’innovazione sottolineati nella parte tematica (mancanza di personale qualificato, costi elevati dei progetti e elevato rischio associato alle diverse fasi del processo innovativo) vi sono alcune vie praticabili. Queste vie rispondono ai termini di collaborazione interaziendale, nonché tra imprese e istituzione ponte (istituti e laboratori di ricerca e di trasferimento tecnologico). Questa necessità emergeva anche nell’edizione 2001 di questo rapporto. Anche sul territorio cantonale esistono strutture di livello scientifico che offrono interessanti possibilità per investire maggiormente nella ricerca e sviluppo e nel capitale umano. Inoltre offrono interessanti opportunità per ripartire costi e rischi attraverso lo sfruttamento di canali di finanziamento pubblici e privati che potrebbero costituire un importante fattore moltiplicatore delle spese per lo più ancora oggi assunte all’interno delle imprese.

Per finanziare le spese di ricerca e sviluppo, che é uno dei fattori chiave nei processi innovativi, le imprese hanno dichiarato di utilizzare soprattutto mezzi propri. Inoltre, questa attività viene svolta soprattutto all’interno. Probabilmente gli sforzi mag-

I margini di manovra per aumentare il livello delle attività innovative esistono. Sfruttarli maggiormente significa non soltanto aumentare il potenziale competitivo ma anche la capacità di risposta alle bizze della congiuntura.

Da non trascurare, da ultimo, l’ostacolo relativo all’alto rischio associato ai progetti di innovazione. Questo rischio è legato soprattutto alle attività di ricerca e sviluppo, che sono tanto costose quanto incerte nell’esito. Infatti, non tutti gli sforzi di ricerca e sviluppo sfociano in invenzioni o brevetti e non tutti i brevetti hanno la fortuna di trovare un mercato d’applicazione trasformandosi, di fatto, nelle innovazioni propriamente dette.

Esposizioni personali recenti Galleria SpazioFoto, Firenze - 2002 Villa Pavoni, Lottigna - 2001 La Rada, Locarno - 2000 Zwischenraum Scalo, Zurigo - 2000 La Chambre Claire, Parigi - 2000 Galleria SPSAS, Locarno - 1998 Galleria Pagine d’Arte, Lugano - 1997 Galerie Art Photographique, Ginevra - 1996 Libri recenti Trop, éditions trans photographic press, Parigi - 2002 Riprese, edizione Galleria Credito Valtellinese, Sondrio - 2002 Rooms, éditions trans photographic press, Parigi - 2000 Città d’Europa, edizioni CGA&P, Lugano - 1999 Stefania Beretta, edizioni SPSAS, Locarno - 1998 Paris Noir, edizioni Pagine d’Arte, Lugano - 1997 Il San Gottardo, edizioni Fondazione Galleria Gottardo, Lugano - 1997 Le fotografie di Stefania Beretta pubblicate in questo numero di Ticino Business fanno parte dell’esposizione “Trop” aperta tutti i giorni salvo il lunedì dal 12 aprile al 12 maggio allo spazio Casorella presso il Castello Visconteo in Locarno, dedicata, come indica il titolo, all’eccesso di rifiuti e alla loro riconversione. La mostra “Trop” si trasferirà in seguito a Zurigo, Firenze e Parigi.

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Attualità

Ticino Business

La pazienza del Cantone CamionSilo

di Alberto Bernardoni, membro Ufficio Presidenziale della Ccia-Ti

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ulle autostrade ticinesi vaga giorno e notte una nuova specie di profughi, i Tir People. Quotidianamente questa legione multietnica e sovente derelitta viene fermata d’imperio e abbandonata a sé stessa in interminabili colonne, priva della possibilità di un pasto decente e soprattutto di evacuarlo con decenza, di aria respirabile, di un qualsiasi spazio di ritrovo e di riposo, insomma dei presupposti minimi del vivere civile. Altro che Europa, questo è il Bangla Desh. I Tir People condividono fino in fondo la sorte dei profughi, infatti oltre al danno subiscono le beffe e si fanno malvolere, sicché riducono l’autostrada a parcheggio, incrementano notevolmente il livello di pericolo per gli altri fruitori, minimizzano la velocità delle comunicazioni e dei trasporti di bacino, moltiplicano esponenzialmente il numero degli apocalittici ingorghi che già da troppo tempo penalizzano sia la popolazione sia l’economia ticinese. Costituiscono, e forse è questo l’impatto più grave, una minaccia mortale sia per il turismo, uno dei maggiori cespiti del nostro benessere, sia per gli sforzi intelligentemente profusi dal DFE e dalle organizzazioni economiche per rendere il Ticino una ubicazione attraente per le attività del terziario avanzato. Chi, di grazia, oggi ha molta voglia subire le forche caudine del Gottardo e dei serpentoni di tir per trascorrere qualche lieto giorno di vacanza nella Sonnenstube? Chi, di grazia, freme per insediare una nuova attività, nonostante gli incentivi che la regione offre, in un cantone reso infame sotto il profilo logistico?

A chi scrive dispiace dover retrocedere nel “I have a dream” di Martin Luther King, ma così è. Il suo sogno è quello di una nuova Pentecoste nel cielo bernese, che diffonda la fiamma della conoscenza e del senso di misura nelle menti dei funzionari minori consiglieri di un ministro minore, che insieme hanno creato questo ciclopico disastro di imprevidenza. Funzionari e ministro che pur disponendo delle cifre sull’evoluzione dei traffici continentali non solo non hanno provveduto a disporre commisurati argini, ma pervicacemente si oppongono all’unica soluzione di

lungo periodo, il raddoppio del Gottardo. Perseverare è diabolico. Purtroppo è assai improbabile che la nuova Pentecoste avvenga, quindi ci rivolgiamo al Consiglio di stato e ai nostri parlamentari. Affinché ricordino ciò che già sanno, che la situazione è ormai intollerabile. Che la pazienza del Cantone CamionSilo è al culmine. Non corrisponde certo allo stile e alla tradizione della nostra Camera incitare alla disobbedienza civile, tuttavia ci si chiede cos’altro rimanga da fare, quali pesci pigliare per convincere il ministero competente – si fa per dire – a considerare il Ticino veramente componente la Confederazione, con pari diritti sia in punto alla mobilità dei cittadini sia in punto alle chances di crescita economica. Sarebbe interessante se la signora Masoni, e la incitiamo a farlo, volesse incaricare i suoi servizi di cifrare il danno diretto e indiretto che il perdurare di questi eventi infliggerà alla nostra economia. Siamone certi, vedremmo cifre sorprendenti. Occorrono gesti forti e ben maggiore determinazione da parte del governo. Sappiamo che non è facile, conosciamo bene gli ostacoli normativi e legislativi, l’accavallamento delle competenze fra le varie autonomie, il nodo gordiano dell’Iniziativa delle Alpi. Tuttavia le ripercussioni dell’espropriazione di fatto dell’autostrada sulle nostre prospettive di sviluppo sono tali da giustificare nuovi comportamenti e ben maggiori pressioni. Sappia il Consiglio di stato che avrà sempre il nostro incondizionato sostegno su questa linea di condotta.

Attualità

Ticino Business

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E-GOVERNEMENT: ovvero l’accesso elettronico all’autorità

di Riccardo Braglia, membro Ufficio Presidenziale della Ccia-Ti

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urante lo scorso mese di gennaio ho avuto l’opportunità di partecipare ad una tavola rotonda organizzata da un quotidiano ticinese sul tema dell’E-Governement. L’E-Governement (detto anche “governo elettronico”) é l’evoluzione logica dell’EMail, dell’E-Commerce, ecc., e si prefigge di dare al cittadino, alle imprese ed alle altre autorità ed associazioni un accesso informatico all’autorità pubblica, sia essa cantonale, federale o comunale. Non voglio qui di seguito riportare quanto discusso nella suddetta tavola rotonda, in quanto già riferito in modo alquanto dettagliato dal quotidiano in questione, ma vorrei invece fare solo alcune riflessioni personali sui pro e contro di tale strumento per il futuro. Il servizio dell’E-Governement ... Innanzi tutto l’E-Governement si può dividere in tre livelli: • Il livello informativo, che è oggi il più evoluto e diffuso (per informare attivamente e in modo mirato i gruppi d’interesse). • Il livello interattivo, dove inizia lo scambio nelle due direzioni tramite l’uso d’EMail per chiedere informazioni e per scaricare e stampare documenti. • Il livello transattivo che permette di elaborare pratiche elettronicamente, con pagamenti via Internet e senza l’uso obbligato di una stampante. In Svizzera si sta lavorando un po’ dapper-

tutto in questo campo. Si tratta però di siti informativi ed interattivi. Rarissimi sono i casi di siti transattivi. Ad oggi, i Cantoni che hanno condotto studi globali per definire gli obiettivi politici sono i Cantoni di Zurigo, Lucerna e Basilea Città. E in Ticino, dove siamo? Tra la seconda e la terza fase, dall’interazione verso la transazione. E’ stato istituito un ufficio cantonale apposito per sviluppare tale nuovo servizio. L’E-Governement dà accesso 24 ore su 24 al Governo e senza alcuno spostamento fisico. Internet è un chiaro esempio che l’accesso al Governo è uguale per tutti. Nel settore imprenditoriale agiamo in un contesto internazionale e mondiale, anche se la Svizzera non fa parte dell’UE e dell’ONU. Molte aziende si confrontano non solo con quello che succede a Locarno o a Bellinzona o a Zurigo, bensì con ciò che ormai succede a San Francisco o a Tokyo, in quanto l’e-mail ha ormai unificato il mondo intero. Molti si muovono già a livello transattivo, per esempio nel campo legale con le autentiche, o nel settore sanitario per avere informazioni sui prodotti, prezzi, rimborsabilità o, più semplicemente, per fare delle richieste. Lavoro, disoccupazione e permessi potrebbero essere argomenti di futuri servizi dell’E-Governement; immaginiamoci se qui in Ticino potessimo ottenere i permessi online... Sarebbe senza dubbio un grosso vantaggio, così come il poter seguire da vicino le fasi e l’avanzamento del permesso di lavoro.

Mentalità … Certo, è anche questione di mentalità e d’età, perché, di fatto, c’è qualcuno che non è in grado di aprire il file o è convinto che il computer gli porti via il posto di lavoro, cosa non vera; in quanto è solo una questione di qualifica professionale. La Ccia-Ti è molto favorevole a questo progetto di E-Governement. Certo occorrono i crismi della sicurezza e confidenzialità poiché si tratta di argomenti personali e riser-

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Attualità

Ticino Business

cantonale e comunale via Internet

Serie “Trop” di Stefania Beretta

vati. Bisogna in sostanza fare della formazione (anche una formazione a distanza) e mettere delle cabine telefoniche o centri di utilità o numeri verdi per accedere gratuitamente a quei servizi che lo Stato mette a disposizione, in quanto non tutti in casa hanno un computer. Il Belgio, ad esempio, già adotta una politica di questo genere. Attrattività del Ticino … Consideriamo l’attrattività del Ticino per

le nuove aziende. C’è un progetto Copernico che stanzia milioni per attirare nuove aziende puntando sugli aspetti geografici, culturali, fiscali e di sicurezza allo scopo di attrarre l’alta tecnologia. Qui non possiamo più volere una Monteforno capace di attirare migliaia di persone con poco valore aggiunto. Dobbiamo puntare sull’alto valore aggiunto. Si tratta generalmente di aziende globali che lavorano in un quadro internazionale, anche se formate da sole 50-100 persone, ma con prodotti di alta tecnologia. Lavorando col mondo, usufruiscono di tutto ciò che le collega con ogni realtà. Di conseguenza, hanno bisogno di servizi globali, banche dati, accesso ai marchi e brevetti, possibilità di avere i permessi online. Una nuova azienda che vuole iniziare a produrre in qualsiasi parte d’Europa, va a vedere le opportunità offerte: se la manodopera é qualificata o meno, i centri di formazione, se esiste un quadro fiscale, se esiste un discorso di sicurezza e naturalmente i servizi offerti. E per servizi mi riferisco sia a quelli di base (strade, acqua, luce, depuratore) che a quelli informatici, quale EGovernement. Il mondo si muove in fretta … Nell’ambito del Governo elettronico potrebbe interessare poter accedere ai brevetti, ai marchi, poter ottenere i permessi di lavoro, pagare le tasse e tutti quei servizi correlati; mentre attualmente si è costretti a dover chiedere ad una persona di svolgere personalmente le pratiche presso gli uffici: per fortuna che la Svizzera ha una

burocrazia più efficiente e snella d’altri Paesi limitrofi. Se però aspettiamo ancora un po’, gli altri paesi ci raggiungeranno presto (se non l’hanno già fatto) attraverso i vari servizi offerti anche dalla rete informatica. Lo sviluppo mondiale, ricordiamolo, non si può fermare. Può non piacerci? Possiamo discuterne, però il mondo va così! Non possiamo andarci contro: possiamo resistere, ma se resistiamo troppo, rischiamo di essere completamente decaduti. Formazione e nuovi media … Bisogna assolutamente partire. Però, parallelamente, bisogna anche fare della formazione. E non solo allo studente che ormai è in grado di usare il computer meglio di noi. Se E-Governement è la scusa per cambiare regolamenti in ogni modo obsoleti, sarà solo l’ennesimo vantaggio che ne trarremo tutti. Il Ticino è un asse di collegamento tra nord e sud (abbiamo visto quanto siano drammaticamente importanti per il traffico), ma ce ne sono altri non meno rilevanti. Nel preventivo dello Stato non esiste una voce nel campo trasporti destinata ai nuovi media. Posso capire che sia mantenuto forte l’investimento nelle vie di comunicazione tradizionali, ma non è più giustificabile che non s’investa nelle nuove vie di comunicazione. Infatti, comunicare più frequentemente e più velocemente è uno dei mezzi per avere una società ed un governo più efficiente nella situazione economica mondiale.

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Da compilare e ritornare per fax al numero 091 911 51 12, o spedire alla Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino, Corso Elvezia 16, 6901 Lugano. Nome e Cognome: Società: Via:

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Commercio estero

Ticino Business

Nuovo indice del commercio estero in Svizzera DFF – Da gennaio 2002, gli indici del commercio estero sono calcolati secondo un nuovo metodo, con l’anno 1997 come anno di base. L’indice del commercio estero ha lo scopo di fornire una stima dell’evoluzione dei prezzi e dei volumi nel commercio estero. Secondo il comunicato stampa del Dipartimento federale delle Finanze (DFF), il calcolo dell’indice è oggetto di una revisione che prende in considerazione le critiche degli ambienti scientifici ed economici. L’obiettivo è l’ottenimento di risultati affidabili. Nello stesso tempo, la programmazione è stata realizzata nei linguaggi di programmazione più recenti e la diffusione dei dati utilizza d’ora innanzi i canali d’informazione più moderni. Si tratta in particolare di mettere l’indice a disposizione del pubblico nella forma utilizzata per gli altri dati del commercio estero. Informazioni complete sul nuovo indice del commercio estero sono disponibili, in francese, alla pagina http://www.zoll.admin.ch/f/aussenhandelf/presse/Spezf.pdf La Svizzera adotta provvedimenti nei confronti dello Zimbabwe DFAE- Il Consiglio federale ha deciso il 19 marzo 2002 di adottare sanzioni nei confronti dello Zimbabwe, emanando un’ordinanza in questo senso. La decisione è stata presa in seguito alle manipolazioni rilevate durante le elezioni presidenziali e alle continue violazioni dei diritti dell’uomo, nonché sulla base delle sanzioni decretate da altri Stati (in particolare dall’Unione europea e dagli Stati Uniti). Le sanzioni mirate riguardano il congelamento di beni patri-

moniali e restrizioni circa la libertà di movimento. I provvedimenti limitano la libertà di movimento di rappresentanti del governo dello Zimbabwe e ne congelano eventuali beni patrimoniali in Svizzera. In tal modo si impedisce anche che si abusi della piazza finanziaria svizzera per eludere le sanzioni decretate da altri Stati. Le persone e istituzioni che detengono o gestiscono simili beni patrimoniali devono notificarli senza indugio al Segretariato di Stato dell’economia (Seco). È pure vietato fornire beni d’armamento. Le sanzioni, che quindi colpiscono in modo mirato i rappresentanti del governo e non la popolazione civile, sono entrate in vigore il 20 marzo. Ulteriori informazioni: Daniela Stoffel-Fatzer, Informazione DFAE, 079 301 70 22 Seco, Informazione, 031 322 56 56 Modifica della Convenzione di doppia imposizione tra la Germania e la Svizzera DFF – Il 12 marzo 2002, Urs Ursprung, direttore dell’Amministrazione federale delle Contribuzioni, e Reinhard Hilger, Ambasciatore di Germania, hanno firmato a Berna un protocollo che modifica la Convenzione germano-svizzera di doppia imposizione del 11 agosto 1971. I principali elementi di questo protocollo sono lo sgravio totale dell’imposta alla fonte sui dividendi provenienti da partecipazioni sostanziali in società di capitali e un’estensione dello scambio di informazioni bilaterale in caso di frode fiscale. Si è quindi potuto dare una svolta decisiva a questioni fiscali importanti che erano in discussione da molto tempo tra i due Stati.

La Svizzera ha l’obiettivo di adattare tutte le sue convenzioni di doppia imposizione con gli Stati membri dell’UE alla direttiva europea in materia e di eliminare quindi gli svantaggi concorrenziali che colpiscono le aziende attive a livello internazionale, così come di rafforzare parallelamente la piazza economica. La Svizzera ha ora effettuato un passo importante per ravvicinarsi a questo scopo. Prima di entrare in vigore, il protocollo dovrà essere approvato dalle istanze competenti dei due Paesi; in Svizzera esso sarà sottoposto a voto parlamentare, con messaggio del Consiglio federale. Per maggiori ragguagli: Robert Waldburger, Amministrazione federale delle contribuzioni, tel. 031 322 71 36 Andreas Kolb, Amministrazione federale delle contribuzioni, tel. 031 322 71 57 Commercio con l’Argentina: le difficoltà a cui si è confrontati Per quanto concerne le esportazioni verso l’Argentina: • Modalità e termini di pagamento: in applicazione delle direttive date dalla Banca centrale, il pagamento anticipato è ammesso solo per certi prodotti considerati come vitali. Entrano in questa categoria i medicamenti, i vaccini, i medicinali, certi beni d’investimento ed altri prodotti importanti. Questo concerne le posizioni tariffarie enumerate nella Risoluzione n° 61/2002 del Ministero dell’economia (disponibile sul sito http://www.mecon.gov.ar). Per tutti gli altri prodotti destinati al mercato argentino, la Banca centrale (BCRA) ha fissato termini di pagamento che variano da 45 a 360 giorni dalla data dell’imbarco. Il termine di 360 giorni si applica ai pro-

Commercio estero dotti di consumo quali gli alcolici e gli spirituosi, ma anche agli orologi in metallo prezioso e ai gioielli. Da notare che gli orologi “ordinari” sottostanno a termini di 90 giorni. • Crediti documentari: gli importatori argentini, e soprattutto le PMI, hanno attualmente enormi difficoltà a finanziare le loro importazioni tramite crediti documentari, poiché rare sono le banche che accettano attualmente di aprire un credito. • Tasse all’importazione e spese di trasbordo: Buenos Aires ha sempre avuto la reputazione di essere cara a questo proposito; la situazione si è fatta più difficile ora che l’amministrazione portuaria (che è stata privatizzata) calcola le tasse applicando tariffe in dollari, a spese del peso. L’agenzia Edcadasa, attiva nell’aeroporto di Ezeiza, tratta le importazioni secondo lo stesso principio: per le esportazioni il trattamento è fatturato in pesos. Per quanto concerne le importazioni provenienti dall’Argentina: • Gli acquirenti svizzeri di prodotti argentini stanno meglio. La svalutazione del peso dovrebbe aver causato una forte diminuzione dei prezzi. Ma i venditori argentini saranno confrontati alla necessità di finanziare in anticipo le loro esportazioni. Considerando l’instabilità economica che si prolunga e le nuove imposte che si profilano, i venditori argentini non dovrebbero desiderare di rimpatriare i benefici realizzati sulle loro esportazioni. Essi insisteranno di conseguenza per mantenere un indirizzo di pagamento al di fuori del loro paese. Per maggiori informazioni, vi invitiamo a contattare l’Ambasciata di Svizzera in Argentina Signor Alejandro Lentz, addetto commerciale dell’Ambasciata E-Mail: [email protected] GRE: ultime modifiche Il 12 marzo 2002, la Commissione della GRE (Ufficio per la Garanzia contro i rischi all’esportazione) ha deciso di applicare le seguenti modifiche che riguardano la politica di copertura: • Repubblica federale di Yugoslavia: apertura del corto termine (il medio e lungo termine resta chiuso), le garanzie bancarie devono ancora essere presentate prima dell’entrata in rischio (valido anche per gli acquirenti privati).

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• Federazione di Russia: apertura del medio e lungo termine (finora era possibile solo tramite garanzia di credito), per la copertura del rischio del delcredere, le sicurezze del Ministero delle Finanze o della Banca Centrale devono essere ottenute prima dell’entrata in rischio. Per il corto termine, le sicurezze di “Sberbank” sono sempre accettate. • Ucraina: apertura del corto termine (il medio e lungo termine resta chiuso), le garanzie bancarie devono essere presentate prima dell’entrata in rischio, se il rischio del delcredere deve essere coperto. La banca “First Ukrainian International Bank” è stata accettata come garante per i rischi del delcredere. Per maggiori ragguagli sulla politica di copertura della GRE: http://www.swisserg.com/politik/f/index.shtml Bande nigeriane e offerte fraudolente Da diversi anni le cosiddette “bande di truffatori nigeriani” tentano di mettersi in contatto con aziende svizzere promettendo lauti guadagni a chi li aiuta a trasferire ingenti somme di denaro: infatti, mettendo a disposizione il proprio conto per depositarvi somme astronomiche, si ottiene un “premio”, un “indennizzo”. Queste proposte, in inglese, provengono soprattutto da Nigeria, Sudafrica e Ghana e vengono inviate per fax o per e-mail. Esse sono indirizzate a “The Director/CEO”, “The President” e contrassegnate con le diciture “Private and Confidential”, “Urgent Business Proposal”, “Need for urgent assistance”,… Si raccomanda di non rispondere assolutamente a queste offerte, neanche per declinarle: i truffatori ne approfittano infatti per riutilizzare la carta intestata, il numero di conto o la firma per le loro colossali truffe. Per maggiori informazioni vi invitiamo a consultare l’opuscolo dell’Ufficio federale di polizia, in versione bilingue tedesco / francese, alla pagina http://www.bap.admin.ch/d/aktuell/warnung/Betrueger.pdf La Federazione russa vuole diminuire ed unificare i dazi doganali Il ministro russo delle finanze, Signor Alexei Koudrine, ha annunciato il proseguimento dell’unificazione dei dazi d’entrata, assortita da una nuova diminuzione dei tassi applicati dalla Russia. Questo passo apre la via all’adesione della Federazione russa all’OMC. Il ministro ha precisato che il suo paese intende adattare i

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suoi tassi a quelli praticati dall’UE e dagli Stati Uniti. I dazi d’entrata dovrebbero passare al 3% o al 4% in media. Il Brasile diminuisce la sua tariffa doganale a tasso ridotto Dalla fine del mese di gennaio, il Brasile percepisce i suoi dazi d’entrata a tasso ridotto del 4% (contro il precedente 5%). Queste tariffe doganali a tasso ridotto si applicano soprattutto ai prodotti dei seguenti settori: costruzione meccanica, telecomunicazioni, trattamento elettronico dei dati (TED). Il Canada è il paese più vantaggioso Di tutti i paesi industrializzati, il Canada è la località più vantaggiosa. Questa è la conclusione di un grande studio comparativo condotto in nove paesi industrializzati da KPMG, un’azienda tedesca di consulenza in gestione aziendale. Il secondo e il terzo rango vanno rispettivamente alla Gran Bretagna e all’Italia. Il Giappone, la Germania e gli stati uniti sono, secondo questo studio, le località più care. Austria, Paesi Bassi e Francia sono risultati nella zona media della classifica. I parametri presi in considerazione per ogni paese da KPMG erano in modo particolare i costi di lavoro, le imposte e l’approvvigionamento. Nuovo indirizzo della SEC La Camera di commercio Svizzera-Europa centrale (SEC) ha traslocato. Il nuovo indirizzo è: Camera di commercio Svizzera-Europa centrale (SEC) c/o SOFI Swiss Organisation for Facilitating Investments Stauffacherstrasse 45 CH-8026 Zurich Tel. 01 249 48 80, fax: 01 249 49 66 E-mail: [email protected] Internet: www.sec-chamber.ch

Osec Business Network Switzerland Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] http://www.osec.ch

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Applicazione dell’accordo agricolo con l’UE DFE – L’8 marzo 2002 il Consiglio federale ha varato le modifiche d’ordinanza necessarie per l’applicazione dell’accordo agricolo. La nuova ordinanza sul formaggio consente, su un arco di cinque anni, un accesso reciproco ed illimitato al mercato nel quadro del commercio di formaggio tra la Svizzera e l’UE. Un’ordinanza di durata limitata per l’importazione e l’esportazione di formaggio disciplina le modalità del commercio per un primo periodo transitorio di cinque anni. In seguito, il settore caseario sarà caratterizzato da un accesso reciproco ed illimitato al mercato. L’ordinanza sul libero scambio è stata completamente rielaborata, al fine di inserire in un’unica ordinanza tutte le preferenze tariffarie e quantitative nei confronti dell’UE (ad eccezione del formaggio) nonché le concessioni doganali della Convenzione AELS. L’ordinanza sulle importazioni agricole disciplina la ripartizione dei contingenti doganali. Nei settori della frutta e della verdura, del vino e delle sementi, sono stati apportati alcuni adeguamenti alle ordinanze relative, al fine di eliminare gli ostacoli tecnici al commercio tra la Svizzera e l’UE. Tale armonizzazione verrà applicata immediatamente dopo l’entrata in vigore dell’accordo. In materia di veterinaria, gli adeguamenti apportati sono volti a semplificare i controlli sull’importazione e sull’esportazione di animali e di latticini. Per ulteriori informazioni: Ufficio federale dell’agricoltura, Christian Häberli, tel. 031 322 25 13

Speciale Unione europea

Ufficio federale di veterinaria, Stephan Häsler, tel. 031 323 84 98 Segretariato di Stato dell’economia (seco), Ariel Wyler, tel. 031 324 08 07 Nuovi negoziati bilaterali Svizzera-UE: Quinto incontro negoziale nel settore dei prodotti agricoli trasformati DFE - Le delegazioni della Svizzera e dell’Unione europea (UE) si sono ritrovate il 19 marzo a Bruxelles per il quinto incontro negoziale nel settore dei prodotti agricoli trasformati. I colloqui hanno riguardato principalmente la compensazione delle differenze di prezzo fra la Svizzera e l’UE per i prodotti agricoli di base contenuti nei prodotti agricoli trasformati. La delegazione svizzera era guidata da Willy Tinner, del Segretariato di Stato dell’economia (seco), e quella dell’UE da Andreas Menidiatis, della Direzione generale Imprese della Commissione europea. I prodotti agricoli trasformati fanno parte dei quattro settori oggetti dei negoziati bilaterali tra la Svizzera e l’UE, formalmente iniziati nel luglio 2001. L’obiettivo della negoziazione è di aggiornare il protocollo 2 dell’Accordo di libero scambio Svizzera CE del 1972. Il protocollo 2 riveduto conterrà - oltre a una lista di prodotti esenti da dazi - un elenco di prodotti trasformati per i quali le differenze di prezzo tra l’UE e la Svizzera per i prodotti agricoli di base contenuti in questi prodotti (farina, burro, latte in polvere, ecc.) possono essere compensate in caso d’importazione, mediante dazi doganali, e, in caso d’esportazione, da restituzioni all’esportazione. Si tratta di prodotti quali la cioccolata o i biscotti. L’oggetto principale dell’incontro del 19 marzo era il meccanismo di questa compensazione dei

prezzi. Le trattative sono avviate bene. Le delegazioni s’incontreranno di nuovo alla fine di aprile. Per ulteriori informazioni: Willy Tinner, Circolazione internazionale delle merci e politica in materia di origine, 031 324 09 06 Bernhard Herold, 031 324 08 24 Negoziati bilaterali Svizzera-UE: Lotta contro la frode, progressi ma nessuna intesa DFE - La quinta tornata di negoziati ha registrato progressi in singole questioni. Tuttavia la Svizzera e l’UE non si sono ancora accordate su una formula comune per la lotta contro la frode. La soluzione presentata dalla Svizzera soddisfa sostanzialmente le richieste dell’UE e potrebbe risolvere in modo rapido ed efficiente i problemi nell’ambito della frode, in particolare il contrabbando di sigarette. Per contro l’UE vuole andare oltre la soluzione originaria e orientarsi all’«Acquis communautaire». Un nuovo incontro è previsto per il 18 aprile 2002 a Bruxelles. Un’intesa è stata trovata sul principio secondo cui l’accordo contemplerà i delitti connessi con il traffico di merci e di servizi che concernono le imposte indirette (imposte sul valore aggiunto per le importazioni, imposte di consumo, dazi) e i sussidi. Le imposte dirette sono escluse. Nel corso dei negoziati la Svizzera ha dimostrato flessibilità e volontà di risolvere i problemi nell’interesse di una rapida soluzione della questione centrale, ovvero della lotta contro la frode, segnatamente della frode doganale e del contrabbando di sigarette. La Svizzera sarebbe disposta a rinunciare al criterio del superamento di una linea doganale e a cooperare con l’UE

Speciale Unione europea anche quando il traffico di merci o servizi avviene esclusivamente in un Paese dell’UE. La Svizzera potrebbe accettare una clausola generale e inserire nell’accordo il riciclaggio di denaro conformemente alla definizione dell’ONU valida a livello internazionale. Secondo la parte Svizzera la necessaria presa in considerazione dei principi ancorati nel suo diritto (doppia punibilità, principio di specialità, effetto sospensivo dei rimedi giuridici) non pregiudicherebbe l’efficace lotta contro la frode. Il punto cruciale resta l’«Acquis communautaire». In linea generale, l’UE vuole riprendere nell’accordo l’«Acquis communautaire», ossia il complesso del diritto dell’UE. Questo comprometterebbe principi giuridici come la doppia punibilità e l’effetto sospensivo dei rimedi giuridici, cui la Svizzera in qualità di Paese non membro dell’UE non vuole rinunciare. Entrambe le delegazioni proseguiranno i negoziati il prossimo 18 aprile a Bruxelles. La posizione della Svizzera: Nel quadro del proprio ordinamento giuridico, la Svizzera è disposta a cercare rapidamente soluzioni per combattere in modo efficiente la frode doganale. Essa non ha nessun interesse a tollerare la truffa in materia di tasse o a costituire una piattaforma del contrabbando organizzato. Per questa ragione è necessario concordare, tramite trattato internazionale, una maggiore assistenza amministrativa e giudiziaria. Al riguardo potrebbero essere integrati anche il contrabbando professionale e le frodi in materia di sussidi all’esportazione. In questi casi verrebbe abolito anche il segreto bancario. L’applicazione di misure coercitive, come ad esempio il sequestro di documenti, sarebbe ammissibile anche in una procedura di assistenza amministrativa. In tal modo verrebbero colpiti rapidamente ed efficacemente anche i grandi casi di frode come quelli diventati famosi negli ultimi anni, cui hanno partecipato organizzatori dalla Svizzera. La Svizzera potrebbe fornire assistenza amministrativa e giudiziaria anche se la merce di contrabbando non è transitata su territorio elvetico. Libera circolazione delle persone: Pubblicazione di due guide pratiche DFE - L’Ufficio dell’integrazione del DFAE/DFE, in collaborazione con l’Ufficio federale degli stranieri (UFDS) e la Direzione del lavoro del seco, pubblica due guide pratiche sui cambiamenti che inter-

verranno con l’entrata in vigore dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Questi opuscoli si rivolgono agli Svizzeri che si recano in uno Stato membro dell’Unione europea (UE) e ai cittadini dell’UE che vengono in Svizzera. Quali sono le novità rispetto alla situazione attuale? A chi si rivolge l’accordo? Quando entreranno in vigore le nuove disposizioni dell’accordo? Dove è applicabile l’accordo? Le risposte a queste e a molte altre domande si trovano nelle due guide, che possono essere consultate e ordinate direttamente su Internet: http://www.europa.admin.ch/pub/best/i/index.htm oppure possono essere richieste all’Euro Info Centro Svizzera. Nuove comunicazioni sulle direttive 73/23/CEE, 89/336/CEE e 1999/5/CE Il 4 marzo 2002, la Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale C 57 una nuova comunicazione nell’ambito dell’applicazione della direttiva 73/23/CEE sulla bassa tensione. Il 9 marzo 2002, essa ha invece pubblicato sulla Gazzetta ufficiale C 62 due nuove comunicazioni: la prima relativa alla direttiva 1999/5/CE sulle apparecchiature radio e sulle apparecchiature terminali di telecomunicazione e la seconda nell’ambito dell’applicazione della direttiva 89/336/CEE relativa alla compatibilità elettromagnetica. Queste tre comunicazioni contengono titoli e riferimenti delle norme armonizzate ai sensi delle rispettive direttive. Queste liste sostituiscono tutte le precedenti liste pubblicate nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee per le direttive in questione. La comunicazione sulla direttiva 73/23/CEE è disponibile online al sito http://europa.eu.int/eurlex/it/dat/2002/c_057/c_05720020304it00 010097.pdf Ulteriori informazioni sulla direttiva 73/23/CEE si possono ottenere al sito http://europa.eu.int/comm/enterprise/ele ctr_equipment/lv/index.htm La comunicazione relativa alla direttiva 1999/5/CE è disponibile online al sito http://europa.eu.int/eurlex/it/dat/2002/c_062/c_06220020309it00 160038.pdf Ulteriori informazioni sulla direttiva 1999/5/CE si possono ottenere al sito http://europa.eu.int/comm/enterprise/rtte/infor.htm

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La comunicazione sulla direttiva 89/336/CEE è disponibile online al sito http://europa.eu.int/eurlex/it/dat/2002/c_062/c_06220020309it00 020015.pdf Ulteriori informazioni sulla direttiva 89/336/CEE si possono ottenere al sito http://europa.eu.int/comm/enterprise/ne wapproach/standardization/harmstds/reflist/emc.html Modifica della direttiva che limita l’utilizzo di prodotti chimici molto pericolosi La Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva volta a limitare l’utilizzo da parte del pubblico di 43 prodotti chimici che possono provocare il cancro e che sono pericolosi per i geni umani o tossici per la riproduzione, se sono utilizzati senza precauzioni. Le sostanze in questione sono utilizzate in particolari tipi di pitture, in inchiostri di stampa, nelle lacche e negli adesivi. La Commissione propone che la vendita al pubblico di questi prodotti sia proibita dal 1° aprile 2003. La maggior parte dei produttori ha comunque già smesso di vendere queste sostanze o preparati ai consumatori. Tali prodotti saranno disponibili solo per gli utilizzatori professionali in grado di utilizzarli in maniera sicura. Il comunicato stampa per esteso è disponibile (in inglese) alla pagina http://europa.eu.int/rapid/start/cgi/guestfr.ksh?p_action.getfile=gf&doc=IP/02/273|0|RAPID&lg=EN&type=PDF La proposta di modifica della direttiva 76/769/CEE è disponibile alla pagina http://europa.eu.int/eurlex/it/com/pdf/2002/it_502PC0070.pdf Informazioni complementari sui prodotti chimici sono invece disponibili al sito http://europa.eu.int/comm/enterprise/ch emicals/index.htm

Euro Info Centro Svizzera Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 37 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] http://www.osec.ch

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Novità legislative

Ticino Business

Nuova legge federale sul design - Entrata in vigore il 1° luglio 2002 Nuovo quadro legislativo per la protezione del design

di Luca Albertoni

Sedia Seconda (1982) di Mario Botta (Foto A. Ballo)

I

l Consiglio federale ha deciso che la nuova legge federale sul design entrerà in vigore il 1° luglio 2002. Tale legge sostituirà la legge federale sui disegni e modelli che esiste da più di cento anni e che è ormai superata dall’evoluzione tecnologica. Per tenere conto delle esigenze degli operatori economici, si è quindi proceduto a rivedere la legge nella sua integralità, rinunciando a revisioni parziali che avrebbero probabilmente solo creato confusione e reso la legislazione poco trasparente e coerente. La revisione totale ha quale obiettivo quello di mettere a disposizione dei creatori di design una protezione efficace e consona ai tempi moderni, senza rinunciare ad alcuni importanti e vantaggiosi aspetti-cardine del vecchio regime legale, in particolare la semplicità e la rapidità della procedura di registrazione delle creazioni.

zione, pure completamente nuova. Il nuovo diritto sul design ha reso necessario l’adeguamento di alcuni aspetti procedurali dell’ordinanza sulla protezione dei marchi, nonché una rielaborazione del regolamento sulle tasse e gli emolumenti dell’Istituto federale della proprietà intellettuale.

La nuova legge tiene conto dei più recenti sviluppi giuridici ed industriali che si sono verificati sia a livello svizzero che a livello internazionale. Le disposizioni inerenti gli aspetti civili e penali della protezione del design sono state profondamente rielaborate e la nuova base legale è armonizzata con le altre leggi concernenti i beni immateriali, ovvero i brevetti, i marchi ed i diritti d’autore. La durata massima della protezione del design è stata portata da 15 ad un massimo di 25 anni. In futuro, tutti i design registrati saranno pubblicati anche sotto forma di raffigurazione.

L’entrata in vigore della nuova legge sul design permetterà alla Svizzera di ratificare l’Atto di Ginevra relativo all’Accordo dell’Aia sulla registrazione internazionale dei disegni e dei modelli industriali. Detto accordo è un trattato internazionale di registrazione che consente, con un’unica registrazione presso l’Ufficio internazionale dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale a Ginevra, di ottenere la protezione del design in tutti gli Stati contraenti. In tal modo, i creatori svizzeri potranno accedere più facilmente alla protezione dei loro design in quasi ogni parte del mondo.

Insieme alla legge sul design entrerà in vigore anche la relativa ordinanza d’esecu-

Torneremo comunque ancora sui dettagli della nuova legge nei prossimi mesi.

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Regio Insubrica

Ticino Business

Il mercato del lavoro nella regione insubrica: verso una parziale integrazione Convegno organizzato dal DIC e dalla Comunità di Lavoro Regio Insubrica

di Alessia Romano

Edito: DFAE - DFE - UFDS - seco

R

ecentemente si è tenuto a Bellinzona il convegno “Il mercato del lavoro nella regione insubrica; verso una parziale integrazione”, organizzato congiuntamente dalla Divisione della formazione professionale del DIC e dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica. Il Convegno è servito a fornire maggiore chiarezza sulla prossima entrata in vigore dell’accordo bilaterale sulla libera circolazione delle persone che non manca di suscitare timori. Per quanto riguarda il Ticino si teme in particolar modo l’arrivo in massa di manodopera a basso costo, mentre in Lombardia la fuga di personale specializzato attratto da salari più elevati. Gli accordi bilaterali porteranno sicuramente ad un maggior ampliamento del mercato del lavoro aumentando la competitività. È comunque necessario tener presente, sottolineava Rico Maggi direttore dell’IRE, che il mercato del lavoro funziona grazie a precise regole: ovvero oggi il rapporto trans-

frontaliero funziona solo con l’offerta italiana di manodopera e la domanda delle aziende ticinesi. Pierfranco Venzi, delegato del Consiglio di Stato per Interreg, si è invece addentrato nelle spiegazioni relative alla procedura di applicazione degli articoli del trattato sulla libera circolazione delle persone. Attualmente il mercato del lavoro è basato su tre caposaldi: contingentamento, priorità ai lavoratori indigeni e controllo che i salari non si discostino da quelli in vigenti per i residenti. Inoltre per i frontalieri non sarà più necessario l’obbligo di residenza nella zona di confine da sei mesi e neppure quello del rientro serale, inoltre avranno il diritto di intraprendere un’attività indipendente e di muoversi in tutta la zona di frontiera. Al momento dell’entrata in vigore degli accordi questi vincoli rimarranno validi per due anni. A partire dal terzo anno diverranno obsoleti la priorità data ai lavoratori in-

digeni e il controllo dei salari, mentre l’ultimo vincolo cadrà dopo il sesto anno. Nel settimo anno sarà possibile effettuare un referendum di conferma, nel caso in cui l’accordo sulla libera circolazione delle persone venisse bocciato cadrebbero di validità anche gli altri accordi bilaterali. Nell’ottica di un mercato del lavoro maggiormente complesso assumerà grande rilevanza l’aspetto della formazione professionale. È certamente assodato che la manodopera qualificata è un bene prezioso per tutti, hanno sottolineato Gianni Moresi e Olga Cippà responsabili di un gruppo di lavoro ad hoc della Regio. L’obiettivo ultimo è dunque quello di giungere ad una certificazione dei titoli di studio per tutte le attività professionali. I diplomi conseguiti in Svizzera saranno dunque riconosciuti nell’UE purché rispondano a determinati standard minimi. Il reciproco riconoscimento dei diplomi rappresenterà un prezioso elemento di flessibilità per il mercato.

Presidente Membri di comitato

Stierlin Alberto Farenga Antonio Kamber Francesca Keller Martin Manetti Alberto Sgarbi Alessandro Toschini Francesco

6933 Muzzano 6600 Locarno 6677 Aurigeno 6963 Pregassona 6807 Taverne 6503 Bellinzona 6716 Lottigna

Recapito

ASMG - Sezione Ticino Via Piodella 18 6933 Muzzano Tel. 091 968 12 54 Fax 091 968 15 39 Internet www.asmg.ch

ELENCO DEI MEMBRI DELLA ASSOCIAZIONE SVIZZERA MAESTRI GIARDINIERI SEZIONE TICINO G* Acerbis Fausto Aebi Susanna G* Allio Paolo G* Bachmann Fredy SA Baratella Alfredo G* Benicchio Figli di Giulio Berta Francesco Servizio Giardini G* Bettosini Carlo G* Bizzini Fausto SA G* Bürgi Carlo Buzzi Martino Camponovo Ennio Cantoni Michel Carol Giardini SA Cattaneo Giovanni Cavalletti Eredi G* Degiorgi Olimpio Edengarden Sagl Eisenhut Reto Vivai G* Farenga Antonio G* Forster Daniele Frioni Luigi Gianoni Fabrizio G* Gnehm Tomi SA G* Hablützel Thomas SA Hochstrasser Cristian Hofer-Degiorgi SA Kamber Francesca G* Keller-Thomi SA G* Kurz Winfried Lott E.H. SA Lurati Mauro

Via Bellavista Sent. del Sepione Pinta fiorita Via Belvedere 3 Via Antonietti 9 Via Selva Via Costa di Dentro Betschon Sagl Bigogno Via ai Pree 14 Centro giardini

6930 Bedano 6614 Brissago 6864 Arzo 6952 Canobbio 6900 Paradiso 6814 Lamone 6614 Brissago 6516 Cugnasco 6927 Agra 6915 Noranco 6528 Camorino 6721 Ludiano Via Campo Sportivo 6834 Morbio inferiore 6939 Arosio 6652 Ponte Brolla Via Nevaca 8a 6979 Brè s/Lugano Via Ghiringhelli 16 6500 Bellinzona Via Trevano 85 6900 Lugano Via al Funti 2 6834 Morbio Inferiore Vairano-Cheggio 6575 San Nazzaro Via Varesi 6600 Locarno Casa Rosa 6954 Bigorio Via al Funtì 6834 MorbioInferiore Via Solaria 9 6834 Minusio Via Mezzaro 23 6648 Minusio 6995 Madonna del Piano Via Stazione 6934 Bioggio 079 Via Trevano 85 6900 Lugano La Vigeira 6677 Aurigeno Via Cantonale 15 6963 Pregassona Via Cesura 18 6616 Losone Fiori all’ingrosso 6918 Figino Via M. Roggia 6853 Ligornetto

945.16.25 793.13.12 646.42.16 941.26.71 994.89.69 966.08.38 793.20.05 859.29.30 994.89.45 993.13.60 857.27.27 870.19.90 683.77.60 609.11.35 796.21.25 972.46.76 825.12.44 972.55.91 682.48.05 795.18.67 751.62.56 943.59.55 683.16.52 743.07.76 743.27.37 608.22.70 214.62.75 971.25.71 753.27.60 972.28.14 791.28.62 995.14.26 647.09.46

UTILIZZATORI G*

G* Manetti Vivai SA Martinoni Roberto Moghini Libero Muser Beat Negrini Francesca Passera Sergio Pedrazzi Flavio Pesenti Maurizio Petraglio Lorenzo G* Poli Giardini SA Pura Ivano Ranzoni Carlo Reinhart Daniele Rezzonico Paolo Rigiani Graziano Sangiorgio Roberto G* Scarpellini Felice Schiess Jürg Schlatter Bruno Schmid Daniel Schmid Jürg Schober Bruno Schüpbach Hans Ueli G* Sgarbi & Pini SA Stänz Heinz G* Stierlin Alberto Suter Ernesto G* Giardini Toschini Sagl Toschini Lucien G* Zanoli e Brun Zoller Walter G* Zollinger Beat

Sigirino 6807 Taverne 945.11.73 Casella postale 1642 6648 Minusio 753.22.53 6949 Comano 940.64.91 Pezza Venerdì 14 6616 Losone 791.26.18 Via Maderno 25 6850 Mendrisio 646.16.16 Giardiniere/Fiorista 6965 Cadro 943.51.47 Giardini 6678 Lodano 753.20.01 6743 Bodio 870.22.84 Via S. Maria 6 6596 Gordola 745.45.27 Lungolago Roncaioli 6827 Brusino Arsizio 996.13.74 Via al Motto 2 6596 Gordola 745.40.05 Strada Regina 117 6982 Agno 605.61.75 Via Vicari 25 6900 Lugano 970.33.60/2 Via Mulino Nuovo 6862 Rancate 646.35.14 6719 Aquila 872.22.08 Via Prada 11 6828 Balerna 683.35.30 Via Grumo 6928 Manno 605.19.32 Casa Rosina 6927 Agra 994.61.79 Via Cremignone 6924 Sorengo 966.79.73 Sagl Giardini 6582 Pianezzo 857.47.65 6991 Neggio 606.56.65 Via Buonamano 6 6612 Ascona 791.28.88 Via Asilo 6930 Bedano 945.18.43 Via Birreria c.p. 22 6503 Carasso 825.31.80 Via Ubrio 37 6616 Losone 791.69.75 Via Piodella 18 6933 Muzzano 967.12.68 Via dei Fiori 6598 Tenero 745.10.60 6716 Lottigna 871.12.74 Sentiero alle Piode 6 6604 Locarno 751.26.56 Via Molino 6612 Ascona 792.16.18 c.p. 33 6854 S. Pietro di Stabio 647.23.02 Via Ciusaretta 10 6933 Muzzano 967.13.23

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Vita dei Soci

Ticino Business

Associazione Svizzera Maestri Giardinieri, Sezione Ticino Resoconto assemblea ASMG

di Raffaella Sartorelli

I

l 27 febbraio 2002 ha avuto luogo all’albergo Cereda di Sementina, alla presenza di numerosi soci, la 70esima Assemblea generale ordinaria dell’ AMSG, sezione Ticino. Il Presidente Alberto Stierlin ha evidenziato, vista l’approvazione degli accordi bilaterali, l’importanza di mantenere un atteggiamento prudente e di controllare attentamente l’evoluzione del settore. Diventerà inoltre determinante, per rimanere competitivi con le aziende estere, poter offrire al cliente un servizio altamente professionale, specializzato e di ottima qualità. Per poter essere vincenti nel mondo del lavoro odierno è fondamentale avere una buona formazione, una forte personalità, una mobilità mentale ed un grande dinamismo. La consapevolezza della necessità di una formazione di buon livello si riscontra osservando il nuovo programma degli apprendisti, i quali, rispetto al passato, dovranno approfondire le conoscenze nel campo dell’ecologia, della vendita di piante e prodotti e della sicurezza. Mentre per i giardinieri già attivi è in preparazione un nuovo programma di formazione continua, in modo da permettere loro di mantenere aggiornate le conoscenze e di essere al passo con i più moderni metodi gestionali. Oggi sono ben 126 gli apprendisti che frequentano la scuola professionale SPAI di Trevano, a conferma del fatto che il periodo critico sembra essere alle spalle (46 gli iscritti al primo anno!).

Il Presidente, dopo aver fornito una precisa esposizione sulle attività svolte durante l’anno passato, ha pure rimarcato la nuova tendenza nell’interpretazione dello spazio verde domestico e del suo nuovo ruolo: quello di creare un ambiente rilassante ed armonioso. Per far fronte alla crescente domanda di materiali naturali, l’AMSG offre ai propri soci la possibilità di seguire dei corsi, durante i quali viene insegnata la lavorazione delle pietre naturali. Il Presidente Stierlin ha lanciato a tutti i soci il seguente slogan per il 2002: “andiamo insieme, partecipiamo all’Associazione, diamo l’aiuto, parliamo con il Comitato, aiutiamolo e facciamo sapere i nostri desideri”. Nel corso dell’assemblea sono intervenuti i numerosi ospiti presenti: Heinrich Wyler

segretario generale VSG di Zurigo e rappresentante del Comitato centrale; Pierangelo Casanova, direttore dell’Istituto Agrario Cantonale; Anna Biscossa, docente e ispettrice di tirocinio; Lisa Pantellini, presidente dell’Associazione Fioristi Ticino; Vincenzo Nembrini e Mario Prati, in rappresentanza della Divisione della formazione professionale; Cleto Ferrari, segretario agricolo cantonale e Roberto Bolgé, responsabile Agricoltore Ticinese. La sensazione della Ccia-Ti è che gli imprenditori di questo settore si siano resi conto che presto dovranno confrontarsi con una concorrenza ancora più agguerrita. Stanno però reagendo nel modo giusto, riconoscendo nella qualità, nella professionalità e nella specializzazione del lavoro i fattori determinanti per poter rimanere competitivi e concorrenziali.

Vita dei Soci

Ticino Business

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AB Automazioni SA & FAAC: due leaders da 20 anni «a braccetto» in Ticino

Vent’anni fa c’era il titolare, un montatore e un apprendista in ufficio; oggi l’organico supera le dieci persone. È anche attraverso queste cifre che si legge la crescita della AB Automazioni SA di Viganello, che nel 1981 si affacciava timidamente sul mercato ticinese e oggi guarda quasi tutti dall’alto.

L’

intuizione vincente del titolare Alessandro Bizzozzero è stata quella di salire sul carro della FAAC (Fabbrica Automatismi Apertura Cancelli), azienda leader mondiale nel proprio settore di cui la AB Automazioni SA è appunto Concessionaria in esclusiva per la Svizzera italiana. Da ditta a dimensione davvero famigliare, essa conosce così ben presto una notevole incisività sul mercato, grazie a prodotti di assoluto livello ed alla competenza del proprio personale. Dopo un ulteriore incremento dei ranghi ed un affinamento della struttura societaria (nel 1985 diventa SA) la ditta assume una dimensione di piccola-media impresa. Dopo un periodo di assestamento concomitante con la crisi, la AB Automazioni SA approfitta della ripresa del mercato per potenziare ulteriormente la qualita del servizio alla clientela, grazie all’arruolamento di nuovo personale specializzato. «Abbiamo sempre fatto il passo lungo come la gamba» spiega Alessandro Bizzozzero. La FAAC ci fornisce prodotti di livello superiore ai quali è indispensabile sempre accostare un’installazione di pari qualità. Servono conoscenze tecniche sopra la media, occorre prontezza di intervento, capacità di progettare impianti che esulano dalla routine. In materia di servizi, la AB Automazioni ha evidentemente seguito l’evolversi delle necessità della clientela, l’introduzione di sempre nuove possibilità e di prodotti vieppiù sofisticati.

Ancora il titolare: «Inizialmente ci veniva soprattutto chiesta la motorizzazione di un cancello, di una barriera o di una porta garage, che resta comunque ancora una delle attività principali, ma non è più la sola. Negli ultimi anni il nostro prodotto si è molto evoluto e la gente ne beneficia. Oggi giorno, grazie ai nuovi dispositivi di riconoscimento degli ostacoli, di rallentamento e di programmazione di qualsiasi funzione relativa alla movimentazione dell’infisso, l’impianto è diventato intelligente. L’abbinamento delle nuove tecnologie con la collaudata professionalità del nostro personale ci permette di confrontarci con una clientela importante, quali industrie ed enti pubblici (di cui ospedali aeroporti, banche, assicurazioni, alberghi, ecc…) che hanno esigenze superiori a quelle dei privati».

Con un simile presente, si prospetta un futuro interessante per un’ulteriore espansione? «Attualmente ci stiamo muovendo per diventare gli Specialisti della Sicurezza - conclude Alessandro Bizzozzero - il che significa offrire un pacchetto completo di ogni sistema di automazione, controllo accessi, video sorveglianza e naturalmente anche impianti d’allarme. Siamo fiduciosi. Oggi il cliente sceglie noi perché il rapporto qualità/prezzo è molto interessante e, non da ultimo, perché siamo sempre in grado di risolvere e personalizzare ogni sua specifica richiesta». AB Automazioni SA Via al Fiume 6962 Viganello Tel 091 971 25 88 Fax 091 971 25 87

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

Servizio legalizzazioni + Carnets ATA

di Luciana Muggiasca

Accordo di libero scambio AELS-Macedonia Il seco (Segretariato di Stato dell’economia), Berna, ci ha informati che le Autorità di Skopje hanno ratificato, nello scorso mese di febbraio, l’accordo di libero scambio AELS-Macedonia. L’entrata in vigore di questo accordo è prevista per il prossimo 1° maggio 2002. Non mancheremo di tenervi informati in merito. Carnets ATA per l’esportazione temporanea di autovetture da competizione e da esposizione Rendiamo attenti i titolari dei carnets ATA che nel caso di esportazione temporanea di autovetture da competizione o da esposizione il valore della merce deve assolutamente essere quello reale. Pur considerando in determinati casi il deprezzamento delle autovetture, i valori non possono essere eccessivamente ridotti e le Amministrazioni doganali interessate sono attente a queste problematiche. Vogliate di conseguenza adeguarvi a quanto sopra allo scopo di evitare contrattempi futuri. Per ulteriori informazioni vogliate contat-

tare il nostro Servizio legalizzazioni e carnets ATA, Tel 091 911 51 23/24/25. Carnets ATA per l’esportazione temporanea di cavalli Abbiamo costatato più volte che i titolari dei carnets ATA dichiarano dei valori inferiori al valore commerciale reale dei loro cavalli. Ci sono già stati problemi con le Autorità doganali interessate (Svizzere ed Estere) a questo proposito e l’Associazione delle camere di commercio svizzere a Ginevra ha pure ricevuto un richiamo in merito. Per evitare problemi futuri al titolare del carnet, rispettivamente alla nostra Ccia-Ti, vi invitiamo cortesemente a voler dichiarare il valore commerciale reale del cavallo in occasione di esportazioni temporanee tramite carnet ATA. Di conseguenza la nostra Ccia-Ti non rilascerà più carnet con un valore inferiore a CHF 10’000.- per cavallo, fermo restando il concetto che se il valore è superiore è indispensabile indicarlo. Contiamo sulla vostra collaborazione e per qualsiasi informazione vi potete rivolgere al nostro Servizio legalizzazioni e carnets ATA, Tel. 091 911 51 23/24/25 Fax 091 911 51 12

Sechseläuten 2002 Il canton Ticino ospite d’onore della festa di primavera zurighese La nota Festa di Primavera zurighese, il ”Sechseläuten”, ha luogo ogni anno nella terza settimana di aprile. L’origine del nome Sechseläuten , che significa “sei rintocchi”, deriva dal regolamento medievale, secondo cui nel semestre estivo (dall’equinozio di primavera, il 21 marzo, fino al giorno di S. Michele, il 29 settembre), si lavorava unitariamente fino al suono della campana del riposo alle ore sei. La manifestazione si divide sull’arco di quattro giornate a carattere festivo che favoriscono l’incontro dei membri delle corporazioni e di centinaia di migliaia di persone. Oltre alla presenza di un cantone ospite ad ogni edizione, i momenti culminanti della festa sono i due cortei delle corporazioni, i diversi discorsi di autorità politiche e il rogo del Böögg. Il Böögg ha l’aspetto di un pupazzo di neve, esso viene riempito di petardi e piazzato su una catasta di legna cui viene dato fuoco quando le campane della cattedrale rintoccano le sei. Il momento esatto dell’esplosione della testa del Böögg segna ufficialmente la fine dell’inverno. Secondo la credenza popolare, più veloce è l’esplosione più lunga e calda sarà l’estate. Il concetto globale di presenza del Canton Ticino, organizzato da Ticino Turismo, è stato denominato “Dimensione Ticino” e ha quale obiettivo principale quello di presentare la varietà dell’offerta del nostro Cantone attraverso il “file rouge” di sei elementi base con i quali è possibile sintetizzare i molteplici aspetti che fanno del Ticino una regione particolare: la roccia, il legno, l’acqua, il metallo, l’erba e la luce. Tutti i materiali utilizzati richiamano la natura e il paesaggio ticinese, ma servono anche per esporre ed enfatizzare il nostro Cantone, quali l’economia, la lingua italiana, la cultura, la tecnologia di punta, l’istruzione, ecc. Vi invitiamo ad aderire numerosi a questa manifestazione, che si terrà precisamente dal 12 al 15 aprile 2002. Per ulteriori informazioni potete contattare Ticino Turismo, Via Lugano 12, 6501 Bellinzona. Tel. 091.825.70.56, Fax. 091.825.36.14. www.ticino-tourism.ch.

Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

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Galleria San Gottardo il secondo tubo Convegno di riflessione Ccia-Ti / USI Venerdì 12 aprile 2002, presso l’Hotel Belvedere a Locarno

di Claudio Camponovo

L

a galleria autostradale del San Gottardo non soddisfa più le esigenze di una corretta mobilità. Il completamento della galleria autostradale del San Gottardo deve essere fatto in tempi ragionevoli, considerato che si tratta dell’asse autostradale che collega il Nord e il Sud dell’Europa nel modo più diretto. Con la crescita economica in atto e con l’aumento degli interscambi economici e culturali, la situazione creata dalle colonne e dagli imbottigliamenti, sempre più frequenti ai portali Nord e Sud della galleria autostradale del San Gottardo, diventa vieppiù insostenibile. La mobilità è un elemento molto importante per la competitività di un’economia. E’ quindi indispensabile pianificare fin d’ora la completazione di un’opera che è stata realizzata a metà e che rappresenta un imbuto artificiale lungo l’arteria autostradale europea. E’ del tutto illusorio pensare che il traffico delle merci e delle persone possa essere contenuto o addirittura congelato ai livelli attuali. Illusorio pure il fatto di pensare di poter far fronte alla crescente domanda di mobilità delle persone e delle merci sviluppando un unico mezzo di trasporto e bloccando gli altri: soltanto una rete integrata di collegamenti (strada, ferrovia, aviazione) è in grado di affrontare lo sviluppo dei traffici, conciliando al meglio le esigenze dell’economia, quelle dell’ambiente e quelle della popolazione residente. Preso atto del peggioramento graduale della mobilità in Svizzera, la Conferenza delle Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCIS), dopo attenta analisi della situazione e costatando la politica di

attendismo adottata dal Consiglio Federale, ha deciso di scrivere alla massima autorità con l’appello a voler mettere in votazione, senza controprogetto, l’iniziativa popolare “AVANTI per strade sicure ed efficienti”. La CCIS sostiene questa iniziativa con cui si intende incaricare la Confederazione di provvedere a garantire un’appropriata efficienza delle infrastrutture per la circolazione stradale ed i trasporti ferroviari, ottemperare agli impegni internazionali della Svizzera, quale Paese europeo di transito, creare un’eccezione all’articolo sulla protezione delle Alpi ed eliminare le strettoie esistenti. Lo scopo dell’iniziativa AVANTI è anche quello di appianare i problemi di capacità al San Gottardo e di migliorare la sicurezza in galleria. La massima Autorità politica di un Paese deve provvedere ad un rapido completamento delle strade nazionali, anche per motivi di sicurezza e di protezione ambientale. La rete autostradale dovrebbe già essere terminata da tempo, ma negli ultimi anni questo è stato ostacolato da manovre politiche. Come si può ancora parlare di “just in time”, se i nostri camionisti impie-

gano 4-6-8 ore per attraversare il Gottardo? Anche il ritmo di 3 ore o il “Blockmanager” non possono essere considerate soluzioni a medio-lungo termine. Ulteriori titubanze nel campo della realizzazione di infrastrutture dei trasporti si ripercuoteranno in modo negativo e dannoso per la nostra popolazione. Nel contesto odierno di grande competitività occorre pertanto agire e prendere decisioni lungimiranti. Come già preannunciato, confermiamo quindi la realizzazione del Convegno di riflessione - organizzato dalla Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino (Ccia-Ti) in collaborazione con l’IRE – Istituto di ricerche economiche sul tema: “La realizzazione della seconda galleria autostradale al San Gottardo e l’economia ticinese”. Tutti i soci ed i simpatizzanti della Ccia-Ti sono quindi gentilmente invitati al Convegno aperto al pubblico che si terrà in data venerdì 12 aprile 2002, dalle ore 09.00 alle ore 16.30, presso l’Hotel Belvedere a Locarno. Vi aspettiamo numerosi!

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

SWISSFIRMS CONTACT La vostra borsa affari in Internet http://contact.swissfirms.com Nuovo servizio delle Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCI)

di Claudio Camponovo

L

e Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCI) hanno recentemente realizzato un nuovo servizio: la borsa affari SWISSFIRMS Contact, attualmente disponibile in rete. Desideriamo spiegare ai nostri lettori i vantaggi di questa nuova tecnica di contatto e le opportunità d’affari da essa offerte. Che cosa è esattamente la SWISSFIRMS Contact? Si tratta di un servizio di borsa elettronico che consente l’instaurarsi di contatti e collaborazioni tra imprese ampiamente distribuite sul territorio. Che tipo di opportunità offre SWISSFIRMS Contact? SWISSFIRMS Contact permette di trovare nuovi partner anche al di fuori della propria cerchia di conoscenze, offrendo quindi opportunità di estensione dei raggi d’azione e di veduta e opportunità di nuovi efficaci contatti. Per che tipo di collaborazioni è consigliato l’uso della borsa affari? La borsa affari SWISSFIRMS Contact in Internet risulta particolarmente adeguata nei seguenti campi d’attività: • fornitura e produzione • innovazione e ricerca • partecipazione ad aziende • lavori per conto terzi • cooperazione/distribuzione • etc.

Quali sono le società che possono trarre maggior profitto da questa borsa elettronica? Questa piattaforma neutrale per offerta e domanda è indirizzata soprattutto alle piccole medie imprese (PMI), considerato che le società di grandi dimensioni hanno di regola già sufficienti contatti volti a risolvere i loro problemi e a soddisfare le loro esigenze. Come si cerca la borsa affari in Internet? La borsa elettronica SWISSFIRMS Contact è consultabile da tutti ed in modo diretto e semplice, digitando il seguente indirizzo: http://contact.swissfirms.com Come si fa a inserire un annuncio? Sulla homepage si trova direttamente il formulario per gli annunci. Su di esso bisognerà riportare una descrizione precisa e dettagliata dell’auspicata cooperazione, nonché una breve presentazione dell’imprenditore stesso. Naturalmente, più informazioni si forniscono e più aumenta la possibilità di ricevere un’adeguata proposta ed un’adeguata offerta. Il testo può essere scritto in lingua francese, tedesca, inglese e in italiano. Quanto tempo rimane l’inserzione online? A dipendenza di quanto indicato, l’inserzione rimarrà on-line dai 3 ai 6 mesi. La stessa può però essere ulteriormente prorogata.

Qual è il costo? Per i soci delle CCI questo servizio è gratuito. Per gli altri interessati, viene invece fatturato un importo di CHF 75.- per annuncio. Gli annunci vengono inseriti automaticamente o vi è un controllo? Tutti gli annunci vengono dapprima trasmessi alla rispettiva Camera di commercio e dell’industria, la quale provvederà ad un controllo. Se l’annuncio risulta adeguato, nel giro di 2-3 giorni esso verrà pubblicato in rete. Come già menzionato il testo può essere scritto in lingua francese, tedesca, inglese e in italiano. La confidenzialità delle informazioni è garantita? I richiedenti possono decidere se desiderano essere contattati attraverso la Camera di commercio e dell’industria, tramite un numero di riferimento, o se preferiscono un contatto diretto, tramite il loro indirizzo elettronico personale. Chi lo desidera, può inoltre richiedere un link sulla homepage di SWISSFIRMS Contact, che rimandi direttamente all’ homepage della sua impresa. Per potenziare la vostra attività lavorate con http://contact.swissfirms.com Il nostro slogan è “we are in business to help you to do business, good luck”.

Formazione

Ticino Business

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Progetto ORO nella realtà ticinese Presentazione della terza edizione

di Riccardo Braglia, membro Ufficio Presidenziale della Ccia-Ti

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l progetto ORO, che significa Orientamento Realtà e Orizzonti nel tirocinio aziendale, è nato nel 1997 quando un imprenditore ticinese, il Signor Tamborini, con il patrocinio del Rotary Club Lugano Lago, ha pensato di realizzare un’attività che permettesse di analizzare in modo prospettico le potenzialità del tirocinio in Ticino. Oggi il progetto ORO è arrivato alla sua terza edizione dopo la prima del 1997, quella del 1999 e l’attuale iniziata nel 2001. Il progetto analizza per l’appunto l’orientamento che le diverse attività economiche ticinesi si danno in termine di scelte per il tirocinio, ne valuta le realtà presenti e, soprattutto, gli orizzonti futuri di sviluppo numerico e qualitativo. ORO si prefigge di analizzare su cinque anni l’andamento delle richieste di tirocinio nelle diverse attività economiche del cantone Ticino. Durante lo scorso mese di maggio 2001 sono stati inviati 6000 questionari ad altrettante aziende ticinesi, circa 20% delle quali ha risposto esprimendo le proprie previsioni in merito. I dati raccolti dalla Divisione Formazione Professionale del Cantone, così come gli invii, sono poi stati gestiti ed analizzati dall’Istituto di Ricerche Economiche (IRE). Il progetto è stato realizzato per la terza volta grazie al coordinamento del Rotary Club Lugano Lago, che da anni si dedica allo sviluppo professionale in Ticino anche attraverso un nuovo Corso per Giovani Imprenditori, il quale ha preso l’avvio il 2 marzo scorso. L’attività d’analisi dei dati è stata affidata al Prof. Maggi e al Dr. Alberton dell’IRE, con la collaborazione di una studentessa d’economia dell’Università di Lugano. I risultati di questo progetto sono stati pre-

sentati all’EXPO PROFESSIONI di Bellinzona durante una conferenza stampa. Gli elementi più espressivi ed importanti emersi sono riportati qui di seguito. Le imprese che hanno intenzione di assumere apprendisti nei prossimi quattro anni sono 568 (48%): 47 aziende (4%) sono pronte ad assumere apprendisti in futuro, ma non sono in grado di preventivare una cifra per l’avvenire. Sono pervenute 550 risposte negative dalle imprese (46%), 23 aziende (2%) invece non hanno saputo dare un parere in merito. Analizzando la quantità ed il tipo d’assunzioni previste, sono state fornite le seguenti informazioni concernenti i futuri posti di tirocinio: Anno 2002: previsti 729 posti Anno 2003: previsti 634 posti Anno 2004: previsti 597 posti Anno 2005: previsti 565 posti Sull’arco dei quattro anni l’evoluzione si annuncia negativa: si assiste, infatti, ad una diminuzione del 22.5%. Questo dato potrebbe essere spiegato dal fattore incertezza. Inoltre 289 aziende (24%) reputano che, una volta terminato l’apprendistato, il posto di lavoro sia assicurato; invece 219 (18%) ritengono che non lo sia. In merito all’intenzione di introdurre una professione innovativa, 47 aziende (4%) prevedono nei prossimi quattro anni una nuova professione, mentre il 60% delle aziende (712 az.) non prevede alcun’attività innovativa per il futuro. Tra le varie osservazioni, qualche imprenditore del ramo delle professioni tecniche e dei trasporti ha espresso preoccupazione per il futuro dal punto di vista dell’occupazione. In generale, diverse aziende hanno manifestato un certo scetticismo nei confronti del nuovo sistema scolastico

che, con corsi di perfezionamento e di maturità professionale, occupa l’apprendista per gran parte del tempo lavorativo, riducendo la formazione pratica e provocando in ogni caso dei costi per l’azienda. Inoltre è emerso un giudizio leggermente negativo nei confronti degli apprendisti, i quali spesso non dimostrano interesse alcuno per la professione scelta o addirittura abbandonano la formazione dopo breve tempo. Rispetto all’inchiesta del 1999, il tasso di risposta è sceso del 9%. Ciononostante, i dati dell’inchiesta 2001 indicano un miglioramento della situazione. Infatti, la percentuale d’aziende intenzionate ad assumere apprendisti è rimasta la stessa (48%), mentre il numero d’aziende non intenzionate ad assumerne nei prossimi anni si è ridotto del 3%. Per quanto riguarda i posti previsti per il 2002, si nota un lieve aumento: nello studio del 1999 erano annunciati per ogni questionario 0.41 posti di tirocinio; con i dati attuali si sale a 0.61 posti per ogni questionario. Infine si registra che il numero delle aziende intenzionate ad assicurare il posto di lavoro all’apprendista alla fine del tirocinio è aumentato del 7%, mentre vi è al contrario una diminuzione della percentuale d’aziende che ritengono di non poter garantire un lavoro al giovane che si appresta a terminare il tirocinio (-3%). Tutti questi dati sono incoraggianti, ma vanno interpretati con prudenza a causa del basso tasso di risposte. Invitiamo quindi ad una certa cautela, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi della situazione economica mondiale. Per chi volesse ulteriori ragguagli o ricevere una copia dello studio può scrivere al Dr. Alberton – IRE, Via Maderno 24, 6904 Lugano o presso la segreteria della Ccia-Ti.

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Formazione

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Impiegato in Logistica La nuova impostazione per una professione già conosciuta

L’ASFL informa sui profili della nuova professione

L’

Impiegato e Impiegata in Logistica sono professionisti specializzati nel campo dell’approvvigionamento, del trasporto e dello stoccaggio dei materiali e dei prodotti. Tutte le operazioni connesse sono organizzate secondo tecniche e regole precise e razionali che permettono la visione globale dello stock, l’accesso semplice e rapido ai luoghi d’immagazzinamento, la fluidità delle merci, ossia lo studio dei percorsi interni o esterni ottimali: questa è la logistica. Ogni singolo prodotto – lettere o valige, materiali di costruzione o alimenti freschi e tanto altro ancora – dal momento dell’arrivo in magazzino o nel deposito, fino alla partenza, al trasporto e alla distribuzione, presuppone numerose operazioni. L’impiegato e l’impiegata in logistica possiedono conoscenze di base nel settore della logistica; nel contempo però, a dipendenza dell’azienda e della formazione svolta, sono specializzati in uno dei tre rami specifici:

Per ricevere ulteriori informazioni potete contattare l’ASFL - Associazione Svizzera per la formazione professionale in logistica, Sezione della Svizzera italiana: Tel 091 993 29 29 Fax 091 993 29 69 E-mail [email protected]

Ramo distribuzione: è inerente a tutte quelle operazioni legate al recapito di pacchi, corrispondenza e denaro, come pure al servizio clientela (posta).

Ramo dei trasporti: comprende tutte quelle attività indispensabili per garantire un ottimale servizio di trasporto delle merci in transito presso le aziende di trasporto (ferrovia, aereo, strada).

Ramo gestione dei magazzini: riguarda soprattutto le attività relative allo stoccaggio delle merci.

Formazione

Ticino Business

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Il Management e la Promozione della Salute dei Collaboratori Wellness Programm – come mantenersi in forma, essere professionalmente efficaci e prevenire malanni seri

di Matteo Biasca, direttore della Wellness & Management

L

a popolazione svizzera pratica sempre meno attività fisiche e ha stili comportamentali della propria vita che vanno a detrimento della propria salute. Un recente studio dell’Ufficio Federale dello Sport rivela che l’inattività fisica è responsabile in Svizzera di ben duemila decessi all’anno! Inoltre una buona parte delle persone che praticano attività fisiche lo fanno in modo errato. Infatti svolgono l’esercizio fisico a intensità troppo alte o in modo irregolare. I dati concernenti la dieta alimentare non sono più incoraggianti. Gli eccessi o errori nell’alimentazione possono contribuire all’insorgere in particolare di malattie cardiovascolari, diabete e obesità. Parallelamente il mercato del lavoro sempre più difficile e competitivo conduce la popolazione attiva a dover affrontare e vivere delle situazioni professionali che deteriorano e spesso mettono a rischio il suo stato di salute. Gli imprenditori e i dirigenti di fronte alla concorrenzialità del mercato e alle proprie legittime aspettative di sviluppo non hanno molte alternative se non quelle di mettere sotto pressione se stessi e i collaboratori (quadri e non) della propria azienda. L’approccio aziendale di promozione della Salute e del Benessere (psico-fisico) delle Risorse Umane (Corporate Wellness Program) non solo rappresenta oggi una risposta ideale a questo quadro generale, da un punto di vista umano, ma soprattutto quest’approccio innovativo ha dato prova,

in particolare in questi ultimi anni, di portare alle azienda, di piccole, medie e grandi dimensioni, risultati economici brillanti nonché grossi miglioramenti dei principali indici di gestione delle Risorse Umane : diminuzione dell’assenteismo, del turnover e dei costi per la salute del personale, aumento della produttività, dell’identificazione nell’azienda, e della retention dei buoni collaboratori. È in quest’ottica che la Wellness and Management Sagl, società specializzata in gestione delle risorse umane, organizza una formazione aziendale specifica sul tema “Il management e la promozione della salute dei collaboratori”. La formazione che si terrà a Lugano da settembre a novembre 2002 (3 sessioni di una giornata l’una) è organizzata dalla Wellness and Management in collaborazione con l’Università di Stanford e con il patrocinio ufficiale della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino e la Fondazione Svizzera per la Promozione della Salute. A questo titolo la Ccia-Ti indice un incontro aperto a tutti i suoi associati il 7 maggio 2002 alle ore 16.30 presso la sua sede in Corso Elvezia 16. In quest’occasione i responsabili della Wellness and Management, il direttore Matteo Biasca e il responsabile scientifico Fabio Maerki, informeranno sui temi e sugli obiettivi di questa formazione, indirizzata ai manager del cantone, ed esporranno i principali trend esistenti nella promozione della salute del-

le aziende. Al termine della presentazione saranno volentieri a disposizione per rispondere ad eventuali domande su questo argomento. Gli interessati all’incontro informativo sono pregati di annunciarsi entro il prossimo 3 maggio presso la Ccia-Ti a Cécile Chiodini - Tel 091 911 51 18 E-mail: [email protected]

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Formazione

Ticino Business

Corso di formazione Istituto di Sicurezza

Nell’ambito del programma di formazione per l’anno 2002, il nostro Istituto vi propone un seminario concernente la sicurezza sul lavoro. “Sicurezza sul lavoro: a che punto siamo ?” è il titolo scelto per il seminario che si terrà il 17 maggio 2002, presso il Centro di formazione professionale della SSIC di Gordola. Relatori attivi nel campo della sicurezza interverranno nel corso del seminario presentando diversi aspetti della problematica. Verrà innanzitutto fatto il punto della situazione sull’adozione delle soluzioni interaziendali in Ticino, grazie all’intervento dell’Ing. Borsari (Responsabile team sicurezza sul lavoro SUVA). Si parlerà, con la conferenza dell’Ing. Del Don (capo ufficio Ispettorato del lavoro), di quello che si è fatto fino ad oggi nel settore della vendita e di alcune azioni pratiche in aziende ticinesi e svizzere, grazie all’intervento di tre esperti in sicurezza sul lavoro. Un’ igienista sul lavoro, la Dr. Bünge (AEH Zentrum di Zurigo) tratterà la problematica dei trasporti manuali (“sollevare e portare”), mentre l’Ing. Gervasoni (Ingegnere in sicurezza dell’Istituto di Sicurezza) presenterà la soluzione modello dell’Istituto di Sicurezza, approvata nel 2001, e già adottata da alcune aziende ticinesi. La giornata si concluderà, dopo la pausa

pranzo, con una discussione ed uno scambio di esperienze tra i partecipanti ed i relatori. Con questo seminario il nostro centro di formazione spera di poter fornire un supporto valido e concreto a tutti coloro che sono attivi nel campo della sicurezza o che semplicemente desiderano saperne di più sulla questione. Vi attendiamo numerosi ! Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a: Istituto Svizzero di Promovimento della Sicurezza (Istituto di Sicurezza) Ingg. A.Foletti, A.Gervasoni, F.Della Casa, A. Medici, R. Piatti Via San Gottardo 77 6900 Massagno Tel.: 091 967 11 44 Fax: 091 966 87 38 E-Mail: [email protected]

La Posta Svizzera 20 mila venditori (che dimentichiamo di avere) I circa ventimila postini svizzeri (oltre un milione nel mondo) rappresentano una forza promozionale e logistica sempre più apprezzata nelle imprese con un marketing evoluto. I processi di comunicazione one-toone e l’attenzione alla fedeltà e soddisfazione del cliente sono un motore di sviluppo che determina il successo di aziende di ogni dimensione sia in campo nazionale che nel vasto mercato internazionale. Lunedì 6 maggio all’Hotel della Paix La Posta Svizzera, organizza un seminario tutto dedicato al tema del marketing diretto con il sostegno della Camera di Commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino in collaborazione con AIDiM, Associazione Italiana del Marketing Interattivo e DMA, la Direct Marketing Association, che riunisce oltre 4’000 aziende e operatori a livello mondiale. Il prezzo per persona è di CHF 490.-, per i soci Ccia-Ti CHF 450.-. Per ricevere ulteriori informazioni siete pregati di rivolgervi al numero 091 807 83 61.

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Ticino Business

Fiere internazionali

Matchmaking: come allacciare nuovi contatti d’affari

Global Knitting Congress Najing (CN), 22-23 aprile 2002 L’industria internazionale del lavoro a maglia si è data appuntamento alla fine di aprile 2002 in Cina, a Nanjiing (Nankin). Questa manifestazione si svolge ormai ogni due anni. La Cina costituisce attualmente uno degli sbocchi migliori per gli articoli lavorati a maglia: le importazioni di questo Paese hanno fatto un salto avanti del 31.8% in rapporto all’anno precedente ed è valutato a 1,288 miliardi di dollari. L’edizione 2002 accoglierà circa 200 produttori cinesi di articoli lavorati a maglia. Il tema centrale del Global Knitting Congress sarà l’evoluzione dell’industria del lavoro a maglia su scala mondiale. In parallelo si terranno diversi seminari tecnici. Per maggiori ragguagli vi invitiamo a mettervi in contatto con: Ms. Chen Xia, Ms. Zhao Wenyan Tel. 0086 010 85 229 587 / 85 229 589 Fax 0086 010 85 229 519 e-mail: [email protected] National Manufacturing Week 2002 Sydney (AU), 28-31 maggio 2002 La prima mega-esposizione australiana sull’industria riunirà quattro settori sotto un unico cappello, la ”National Manufacturing Week 2002”: • Manufacturing and Engineering AIEE • Process and Control Exhibition PACEX • Machine Tools AUSTECH • Assembly Technolog y Expo ATExpo Questa manifestazione si svolgerà dal 28 al 31 maggio 2002 al Sydney Convention and Exhibition Center. Per la nona volta consecutiva, la Svizzera presenterà uno stand collettivo in seno al-

la sezione AIEE. È la Camera di commercio e d’industria Svizzera-Australia (SACCI) a dirigere le operazioni. Per informazioni complementari ed iscrizioni vi invitiamo a contattare: Mrs. Anne Held, General Manager Swiss Australian Chamber of Commerce and Industry (SACCI) Suite 209 203 New South Head Road Edgecliff NSW 2027, Australia Tel: 0061 2 93 26 19 86 Fax 0061 2 93 28 72 99 e-mail: [email protected] Internet: www.nmw.reedexpo.com.au o www.sacci.com.au Ambiente, Paperworld, Christmasworld in Russia Mosca (RU), 8-11 ottobre 2002 Le fiere specializzate Ambiente Rossija, Paperworld Rossija e Christmasworld Rossija si presentano di nuovo insieme, dall’8 all’11 ottobre 2002, in Russia. Gli organizzatori contano sulla partecipazione di all’incirca 250 espositori nella “Casa centrale delle Arti” a Mosca. Al fine di coprire interamente il fabbisogno del mercato russo, la Messe Frankfurt allestisce i temi dei tre brand name Ambiente, Paperworld e Christmasworl nello stesso luogo ed alla stessa data. Ne consegue che a Mosca viene offerta una potente manifestazione che consente alle imprese occidentali di accedere più facilmente al mercato russo dei beni di consumo. Manifestazioni speciali d’alto calibro daranno anche alle rassegne del 2002 quel certo extra. L’esposizione Design Plus, che verrà allestita per la quarta volta, fornirà una panoramica di un eccellente design. Sono inoltre in programma mostre delle

tendenze attinenti a vari temi per cui vengono impiegati prodotti di espositori. • Ambiente Rossija – International Trade Fair for Consumer Goods: la gamma dei prodotti presentati a Ambiente Rossija corrisponde a quella di una classica fiera di beni di consumo. I fabbricanti di articoli in vetro, porcellana, ceramica, di posate, di gioielli e di articoli da regalo, di mobiletti e di accessori per la casa vi hanno la possibilità di contattare potenziali clienti all’est. Vengono in particolare richiesti un innovativo design ed alta qualità. Anche i fornitori di prodotti di bellezza trovano qui il loro pubblico. • Paperworld Rossija – International Trade Fair for Office, Papeterie, School, Art & Graphic: con l’ampia nomenclatura di prodotti per impieghi privati (social stationery) e commerciali (commercial stationery), Paperworld Rossija soddisfa in pieno le esigenze del mercato russo. Alto pregio ed innovazione sono i due criteri richiesti, in particolare per le confezioni e per gli articoli per artisti. • Christmasworld Rossija – International Trade Fair for Festive Decorations, Floral Articles, Fireworks, Shop & Display: decorazioni, natalizie e per altre feste, candele, decorazioni floreali, articoli da regalo e fuochi d’artificio compongono la gamma dei prodotti presentata a Christmasworld Rossija. I fornitori internazionali hanno registrato all’ultima edizione, nell’ottobre dello scorso anno, un eccezionale interesse da parte dei compratori specializzati russi. Per informazioni: www.ambiente.messefrankfurt.com

INSTALLATORE Rivista dell' Unione Svizzera dei professionisti nella Tecnica Sanitaria e di Riscaldamento CANTIERI & ABITARE Rivista professionale della costruzione e dell’arredamento RIVISTA ATTS Rivista dell’impiantistica dell’Associazione Tecnica Termo - Sanitaria ANNUARIO IMPRESARI COSTRUTTORI TICINESI Elenco delle imprese di costruzioni iscritte all’Albo Cantonale Ticinese e membri SSIC ARCHI Rivista Svizzera di architettura, ingegneria e urbanistica, organo ufficiale SIA-OTIA-ATEA ANNUARIO TICINESE APSLI Elenco delle ditte affiliate APSLI del Cantone Ticino Associazione Padronale Svizzera Lattonieri Installatori ANNUARIO AIET Elenco delle ditte affiliate AIET del Cantone Ticino Associazione Installatori Elettricisti Ticinesi TICINO ECONOMICO Presentazione della vita economica, industriale e commerciale ticinese TICINO BUSINESS Mensile della Camera di commercio industria artigianale del cantone Ticino GUIDE INFORMATIVE SUI COMUNI TICINESI Guida informativa per conoscere meglio il nostro comune

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News della Ccia-Ti

Maggio 2002

• Banca Stato o Banca Status quo?

Sommario

di Franco Ambrosetti, Pres. della Ccia-Ti

Banca Stato o Banca Status quo?

Basta con la lottizzazione politica dell’istituto di credito del Cantone.

San Gottardo, la galleria dimezzata

La BS va trasformata in una società per azioni in mano allo Stato per garantire una più moderna conduzione manageriale.

San Gottardo, una storia infinita di promesse non mantenute

a pagina 3

Notizie di rilievo:

• Gottardo: tunnel da raddoppiare

•Il futuro dell’Unione europea

di Libero D’Agostino

Il Consiglio federale rispetti gli impegni presi. La Ccia-Ti chiede che si realizzi quanto promesso e non mantenuto. a pagina 4

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•CCL anche per la vendita

pag. 12



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•Il buon padre di famiglia

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•Proteggere le Alpi

pag. 22

•Legge sul mercato dell’elettricità

pag. 24

• Funds Forum Lugano

•Roadshow Osec

pag. 25

Torna il Salone-Convegno dedicato ai fondi di investimento e all’attualità finanziaria aperto a professionisti, imprenditori ed investitori svizzeri e italiani

•Funds Forum Lugano

pag. 26

•Stilus SA

pag. 27

•I servizi della Ccia-Ti

pag. 28

a pagina 26

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Strong opinions

Ticino Business

Banca Stato o Banca Status quo?

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

D

a un paio d’anni a questa parte la Banca Stato (BS) attira con regolarità quasi ossessiva l’attenzione dei media del Paese, a differenza delle altre banche domiciliate in Ticino, le quali, invece, raramente fanno notizia. Perché? La prima risposta, la più ovvia è che la BS “appartiene” ai cittadini: come ente statale, il suo capitale è dello Stato che è pure garante dell’istituto e sarebbe chiamato a ripianare le eventuali perdite di bilancio che si dovessero realizzare. Ci si può chiedere se oggi abbia ancora senso regalare un vantaggio competitivo così importante ad un unico istituto bancario, principio che attualmente peraltro viene messo in discussione anche da Bruxelles che ha nel mirino la Germania e le sue Länderbanken (un sistema simile al nostro) sospettata, quest’ultima, di sussidiare le attività di questi istituti statali. Basti pensare, poi, agli svariati miliardi che hanno dovuto sborsare Berna, Vaud, Soletta e Ginevra, per rispettare l’impegno di garante, ma tant’è. Non è qui che voglio arrivare, una riforma in questo senso avrebbe meno probabilità di successo dell’organizzazione di un raduno di talebani al festival nudisti in California. E arrivo alla seconda ragione: è una questione politica. Non economica. Comincia con l’approvazione dei conti da parte della commissione della gestione del Gran consiglio per passare alla nomina del consiglio di amministrazione (CdA) che deve rispettare, non le competenze dei singoli amministratori, bensì criteri di appartenenza politica seguendo un sistema di distribuzione delle cariche che rispetti il peso dei singoli partiti.

Lo stesso sistema usato nell’Italia della prima Repubblica, chiamato “manuale Cencelli”. Attenzione, sto facendo un discorso di principio e non ce l’ho con i politici, è solo che l’appartenenza politica non può e non deve essere il criterio di scelta principale per la composizione dell’organo gestionale supremo, ovvero il CdA di una banca. Non in un mondo in cui la concorrenza è fatta di squali in giacca e cravatta Armani, poco informati sul significato della parola “etica”. E arrivo al terzo perché. I guai che ha attraversato la BS, servono. A chi? A tutti coloro che vuoi per paura del cambiamento, vuoi per interesse personale, partitico o entrambi, vuoi perché sono semplicemente “miopi”, non vogliono riforme di nessun tipo. Per me non c’è alcun dubbio che le disavventure della BS abbiano uno scopo strumentale nemmeno tanto nascosto di boicottare le riforme e chi le vuol portare avanti. Facciamo ora alcune considerazioni: • Intanto è utile sottolineare che ciò che è capitato al nostro istituto statale non è nulla di eccezionale, succede nella vita di qualsiasi banca, da che mondo è mondo. Ma non fa scandalo perché il mondo politico non è coinvolto, perché non c’entra la cosa pubblica. • La BS è un istituto solido, ricco e sano che sta iniziando a rinnovarsi nella giusta direzione. • I fatti accaduti sono conseguenza di evidenti carenze nei meccanismi di sorveglianza e di controllo dell’istituto. • Siccome non sono un giudice, non esprimo condanne e non distribuisco

colpe: semplicemente non funzionava il sistema di controllo. Gli abusi e le malversazioni sono solo la conseguenza di ciò. È successo ad istituti eccellenti, ( ricordate il caso Bearings?), e probabilmente qualche altro fattaccio sta per accadere e probabilmente non è ancora finita. • Dal 1999 tutte le banche cantonali, sono sottoposte al controllo della Commissione federale delle banche (Cfb) e quindi bene ha fatto Marina Masoni a rivolgersi alla Cfb e male hanno fatto gli altri quattro consiglieri di Stato (tutti giuristi…) ad opporsi dimostrando di non conoscere la prassi giuridica che si applica in questi casi. Dico non conoscere, perché non voglio credere che fossero in malafede. Bene, e allora cosa facciamo? Come risolvere una volta per tutte questa situazione intricata, che vede un istituto avvantaggiato nella competizione dalla garanzia statale e dall’esenzione fiscale di cui gode senza nulla togliere ai privilegi dei cittadini che in fondo sono i proprietari ultimi della banca? Abbastanza semplice. Seguendo l’esempio di Swisscom, ovvero trasformando la BS da un ente statale, gestito con criteri fortemente influenzati dalla politica, in una società per azioni, una SA, di proprietà al 100% dello Stato che può pure mantenere la garanzia in vigore oggi, ma che sarà tenuto, come azionista, a rispettare il codice delle obbligazioni, con le conseguenze che ne derivano. Prima fra tutte quella che riguarda la comContinua a pagina 11

Il tema

Ticino Business

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San Gottardo, la galleria

di Libero D’Agostino

G

li ambientalisti hanno decretato la mobilitazione permanente contro il secondo tunnel autostradale al San Gottardo. Qualche settimana fa hanno istituito l’ennesimo comitato, l’ultimo in ordine di tempo è “Avanti No” che persino nel nome si contrappone all’iniziativa popolare “Avanti”. Lanciata dal TCS, ACS autotrasportatori, Unione svizzera di arti e mestieri e dall’Unione petrolifera, l’iniziativa, tra le altre cose, chiede anche il raddoppio della galleria. Secondo i rosso-verdi la richiesta è uno “schiaffo alla volontà del popolo” e per non allentare il pressing su Berna hanno raccolto 140 mila firme. Per risolvere il problema dei trasporti invocano una “strategia a lungo termine” orientata decisamente e unicamente sulla rotaia. Ma intanto che fare? Semplice: aspettando che entri in funzione Alptransit, bisogna sfruttare la capacità residua della ferrovia nel trasporto merci. Facile a dirsi, difficile, se non impossibile, a farsi immediatamente considerate le insufficienze delle strutture ferroviarie nella gestione del traffico commerciale. Quando il 5 settembre del 1980, il Consigliere federale Hans Hurlimann dichiarò ufficialmente aperto il tunnel stradale più lungo del mondo, i ticinesi non pensavano che col San Gottardo sarebbe finita così. Che la galleria con i suoi due bei portali disegnati dall’architetto Tami sarebbe rimasta dimezzata, e che in 20 anni avrebbe dovuto reggere il transito di 104 milioni di veicoli, il quintuplo di quanto previsto con la sua progettazione. Non

avrebbero mai immaginato che sotto la montagna simbolo della Svizzera, compressi su una sola carreggiata sarebbero passati ogni giorno in media 17-18mila automezzi, fino ad arrivare qualche anno fa a punte di oltre 40 mila transiti. A ricordare a tutti quanto fosse diventato fragile e pericoloso il traforo, senza la seconda corsia promessa dalla Confederazione, è stata la tragedia dell’ottobre scorso che ha paralizzato il traffico tra il nord e il sud dell’Europa e isolato il Ticino. Per anni il Cantone ha sollecitato il completamento del tunnel, per anni è rimasto inascoltato e poi zittito con le lusinghe di un Alpitransit che lo avrebbe collegato velocemente con l’Italia e al resto della Svizzera. Intanto, con la crescita economica è aumentato progressivamente il traffico privato e commerciale, e le nuove trasversali ferroviarie alpine sono ancora ben lontane dal sostituire la strada con la rotaia nel trasporto merci e passeggeri. La situazione è già adesso insostenibile, e giustamente ci si chiede cosa succederà nel 2005 quando ci sarà la liberalizzazione totale per i Tir da 40 tonnellate, e quando l’Unione Europea si allargherà ad est innescando nuovi impulsi per gli scambi commerciali. Da questi interrogativi ha preso le mosse il convegno organizzato il mese scorso a Locarno dalla Ccia, in collaborazione con l’Usi, a cui hanno partecipato esperti di fama internazionale, come Michel Beuthe e Jonathan Gifford, assieme al Consigliere di Stato Marco Borradori, al senatore Filippo Lombardi, imprenditori e ai rap-

presentanti delle società che gestiscono il trasporto combinato. Tre i punti fermi emersi in questa giornata di riflessione, coordinata dal direttore dell’Ire Rico Maggi: • per il futuro del Ticino è indispensabile il prolungamento di Alptransit sino al quadrilatero lombardo,Como-Milano-Varese-Malpensa, altrettanto necessario è il raddoppio del tunnel del Gottardo; • è illusorio e demagogico poter pensare di congelare la crescita del traffico commerciale; • solo una rete integrata di trasporti, strada, ferrovia e aviazione, coordinata da una moderna logistica, può sostenere questa crescita senza compromettere l’ambiente. N’è scaturita un’analisi approfondita, non viziata da visioni e tesi unilaterali a favore della strada o della ferrovia, ma lo sforzo, invece, di capire come con la combinazione gomma e rotaia si possa progettare un sistema di trasporti che non sacrifichi né l’ecosistema alpino né l’economia. Su quello che è lo scenario di fondo delle nuove dinamiche dei traffici europei, delineate da Beuthe, resta sempre in posizione centrale il nodo del Gottardo. Un bacino montano in cui, ha ricordato il direttore della Ccia Claudio Camponovo, vivono e si muovono oltre 20 milioni di persone: 10 milioni nel Baden-Würtemberg, 9 in Lombardia, 3 nella Svizzera centrale e altri 300 mila nel Voralberg. Una macro regione, dunque, densamente popolata e fitta di attività produttive, e che

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Il tema

Ticino Business

dimezzata

Portale Sud della galleria con i 2 tubi del progetto originario, che non è stato mai completato nonostante i precisi impegni del Consiglio Federale.

ha perciò bisogno di collegamenti rapidi e sicuri per uomini e merci. Ma il Consiglio federale non pare rendersi conto di questa realtà economicamente sempre più integrata. Così come sembra voler deliberatamente sottovalutare le conseguenze subite dal Ticino con la chiusura prima del Gottardo (perdite per 34 milioni di franchi) e ora con il sistema del dosaggio che all’economia cantonale costa dai 10 ai 20 milioni al mese. Cosa riserva il futuro lo ha chiaramente indicato Beuthe: il traffico merci e passeggeri attraverso le Alpi nel 2010 sarà il doppio di quello registrato nel 1995. Che nella Confederazione il transito dei mezzi pesanti possa essere bloccato al livello del 2000 già alla fine del prossimo anno e addirittura dimezzato entro il 2009, per come ha deciso il Parlamento federale, è quindi soltanto una pericolosa illusione. Tanto più che i trafori ferroviari del Lötschberg e del Gottardo, entreranno in esercizio, sempre che si riesca a rispettare le date previste, nel 2007 e nel 2013. Oggi lungo le Alpi svizzere, ha spiegato Borradori, transitano circa 30 milioni di tonnellate di merci, 21 viaggiano via ferrovia. Sul mercato dei trasporti, la rotaia predomina sulla strada, sebbene negli ul-

Anno

Volume anno

Punta giornaliera

Progetto

2.000.000

20.000

1981

2.895.000

25.457

1985

3.879.000

30.134

1990

5.699.000

35.448

1995

6.300.000

38.011

1999

6.499.000

37.130

Tabella con il numero dei veicoli che sono transitati nella galleria del Gottardo timi anni per quest’ultima si sia registrata la crescita più elevata. Se le ferrovie vogliono essere competitive e attrattive per la mobilità delle merci, devono migliorare la loro offerta in termini di rapidità, distribuzione dei collegamenti e prezzi. Difatti, mentre i suoi costi aumentano del 2% all’anno, quelli del trasporto su strada diminuiscono dell’1%, mezzi e tecnologie su gomma diventano sempre più efficienti e affidabili. Ciò spiega perché sul nostro arco alpino dal 1981 al 2000 il traffico pesante è aumentato ad un tasso medio annuale dell’8%. Al San Gottardo, ha precisato, poi, il Consigliere di Stato, si è così moltiplicato per sette volte, e ciò

indipendentemente dagli Accordi bilaterali con l’UE e dall’abolizione del limite delle 28 tonnellate. Ed cambiata pure la tipologia dei veicoli che oggi trasportano carichi sempre più grandi, e viaggiano sempre meno vuoti. Pure in costante aumento quelli con targhe straniere (dal 69% del 2000 al 73% dell’anno scorso) che sottraggono spazio al traffico interno. Tutto questo gran movimento gravita attorno al tunnel del San Gottardo. C’è solo da sperare, come auspica l’ingegner Giovanni Lombardi, che per decidere finalmente il raddoppio non ci voglia qualche altro grave incidente con decine di morti.

L’ospite

Ticino Business

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Giovanni Lombardi: “San Gottardo, una storia infinita di promesse non mantenute”

Intervista con Ing. Giovanni Lombardi, di Elisabetta Pisa

U

na lunga storia, quella della galleria autostradale del San Gottardo, caratterizzata da promesse non mantenute, previsioni azzeccate ma non prese sul serio, e interventi di adeguamento necessari, tuttora non programmati. A ricordarla è il “padre” del tunnel, l’ingegnere Giovanni Lombardi, il progettista dell’opera, che è diventata il perno della viabilità europea sull’asse nord-sud. Le polemiche non si placano dopo il grave incidente dell’ottobre scorso e l’attuale gestione del traffico da parte della Confederazione, che fa storcere il naso a più d’uno. Contrasti che hanno rilanciato la discussione sul raddoppio della galleria, nel rispetto, del resto, del progetto iniziale. «La galleria – dice Lombardi – era concepita a due canne. Poi per motivi finanziari è stato realizzato solo un tubo. Molti non credevano che lo sviluppo del traffico avrebbe raggiunto livelli elevati. A metà degli anni Sessanta in un messaggio del Consiglio federale si diceva che la galleria era progettata per un milione di veicoli all’anno. Raggiunti i due milioni di mezzi si sarebbe costruita la seconda canna. Nel 1981, un anno dopo l’apertura della galleria, i veicoli in transito erano già 2,6 milioni». Perché vent’anni fa nessuno ha fatto leva su quel documento per fare pressione su Berna? «La ragione risiede in un ragionamento politico, che a posteriori è risultato sbagliato. Il Ticino era convinto della necessità di realizzare la seconda canna. Si pensava, però, che fosse giusto non sollevare il problema, perché si temeva di perdere l’aggancio con Alptransit. Allora si parlava delle diverse varianti di tracciato della ferrovia e il Gottardo era in forse».

Adesso è troppo tardi per appellarsi a quell’impegno non mantenuto? «La situazione è molto diversa. I ministri sono altri e la politica federale dei trasporti è cambiata. Ciò non toglie che ora più che mai è importante completare l’opera. Prima dell’incidente del 24 ottobre il numero di veicoli in transito era di 7 milioni all’anno, una sproporzione rispetto a quanto si immaginava nel 1968, quando iniziarono i lavori di realizzazione del tunnel. Non solo è cresciuto in maniera spaventosa il volume di traffico, ma bisogna considerare anche le dimensioni e il peso dei Tir, che sono notevolmente cambiate». Nel 1980 all’inaugurazione, lei parlò di opera monca. Oggi che cosa rende ancora più necessario il raddoppio? «Ci sono diverse ragioni per costruire la seconda galleria. Una delle obiezioni che vengono mosse è che con il completamento aumenteranno ancora di più i movimenti sulla strada. In realtà si fa confusione. Se bisogna strozzare il traffico, lo si faccia altrove, a Bellinzona, in dogana, ma non nel posto più pericoloso che ci sia. In secondo luogo, si dice che con il senso unico alternato per i mezzi pesanti si aumenta il livello di sicurezza nel tunnel. Questa è una pia illusione. Prendiamo ad esempio l’incidente del 24 ottobre. Il camion turco ha invaso la corsia opposta, su cui transitava regolarmente il Tir italiano, che praticamente ha bloccato la strada al primo. Se non ci fosse stato, chissà quante auto, provenienti dalla direzione opposta, sarebbero state schiacciate dal camion, che ha provocato il sinistro». Quali sono i provvedimenti alternativi, che il governo federale dovrebbe adottare? «Sarebbe ad esempio importante esclu-

dere certi trasporti speciali, consentendone la circolazione di notte, quando il volume di traffico è nettamente inferiore. Ma è prioritario che il traffico scorra in due canne distinte, una per ogni direzione di marcia. Con due tubi separati la ventilazione segue il senso di marcia. Pensiamo ad esempio a un incendio, anche nel caso in cui non sia generato da uno scontro, come è capitato nel tunnel del Monte Bianco: tutti i veicoli davanti al rogo uscirebbero normalmente dalla galleria, senza nemmeno accorgersi delle fiamme. Quelli dietro, riceverebbero aria fresca da dietro, mentre il fumo andrebbe avanti. La situazione, dunque, cambierebbe radicalmente. Con il traffico nelle due direzioni, tutto questo non è possibile». C’è poi un’altra ragione per raddoppiare. «Non è possibile che per qualsiasi intervento di manutenzione, si debba chiudere il San Gottardo, tagliando l’Europa in due. È inconcepibile che ancora oggi ci si possa opporre al completamento dell’opera. Ma non mi faccio illusioni: occorrono purtroppo ancora 3-4 incidenti per ottenere qualcosa, perché s’inizi a ragionare». Lei in qualche modo aveva previsto il collasso del tunnel. «In occasione del ventesimo anniversario dell’apertura, avevo detto che sarebbe stato inevitabile il verificarsi di un grave incidente». Berna al momento non prende in considerazione il completamento. Quali sarebbero, comunque, i costi e i tempi di realizzazione? «Ci vorranno circa 800 milioni di franchi e 7-8 anni per la costruzione, che saranno preceduti chissà da quanti decenni di discussioni».

7•

Contromano

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L’economia svizzera chiede il secondo tubo di Claudio Camponovo

“Avanti” tutta con il raddoppio di Libero D’Agostino

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n primo successo raggiunto dal convegno di riflessione organizzato dalla Ccia-Ti, in collaborazione con l’Università della Svizzera italiana, sulla “Realizzazione della seconda galleria autostradale al San Gottardo e l’economia ticinese” è stato quello di ottenere un appoggio incondizionato da parte delle due maggiori associazioni economiche svizzere, l’Unione Svizzera Arti e Mestieri (USAM) con sede a Berna e Economiesuisse, con sede a Zurigo. Il sostegno di questa giustificata rivendicazione ticinese in questo campo vitale delle infrastrutture dei trasporti è determinante per ottenere un cambio di mentalità da parte dell’Autorità federale. Questo è ancora più importante se si pensa che quarant’anni orsono, quando si decise di progettare la galleria autostradale del San Gottardo, quest’opera era stata pensata per un passaggio di veicoli al di sotto di un milione all’anno. Sempre per motivi finanziari il Consiglio federale di allora decise di realizzare solo la galleria nord-sud e di portare avanti i lavori del secondo tubo qualora il numero di passaggi avesse raggiunto i due milioni di autoveicoli all’anno. Questa era la visione corretta del Consiglio federale. Ora, quarant’anni dopo, l’aumento del traffico su strada è stato esponenziale ed ha superato qualsiasi previsione, oltrepassando i sette milioni di veicoli all’anno. Il Ticino compatto deve chiedere al Consiglio federale di mantenere gli impegni assunti per non boicottare un cantone limitrofo che svolge un compito strategico nella politica europea dei trasporti. Non il raddoppio, ma il completamento per la galleria autostradale del San Gottardo s’ha da fare. Un recente sondaggio del TCS, non ancora reso pubblico, ha evidenziato che la stragrande maggioranza degli Svizzeri è favorevole al completamento della galleria. I collegamenti sono importanti per il nostro turismo, per il commercio e per l’industria. La realizzazione del completamento della galleria autostradale del San Gottardo richiederà almeno quindici anni di tempo quindi è indispensabile che le nostre Autorità riaprano al traffico bidirezionale l’atContinua a pagina 13

D

al 1980, anno in cui venne inaugurata la galleria autostradale del San Gottardo, al 2000 il traffico sulla dorsale dell’A2 è passato da tre milioni di veicoli all’anno a sette, dei quali oltre un milione e mezzo sono camion. Il tunnel, che secondo il progetto originario doveva essere raddoppiato, è rimasto invece come vent’anni fa. Eppure l’impegno della Confederazione era di avviare i lavori del secondo tubo non appena si fosse superato il tetto dei due milioni di transiti. Agosto 2001, una perizia dell’Ufficio federale delle strade ribadiva la necessità del raddoppio. Lo studio dell’Ustra rimproverava all’Ufficio federale dello sviluppo territoriale del Dipartimento dei trasporti di aver sovrastimato la capacità della galleria mono canna per smaltire il crescente volume di traffico che, si prevede, aumenterà del 30% entro il 2020. Due mesi dopo, il 24 ottobre, il grave incidente in cui hanno perso la vita 11 persone. La stampa nazionale ed estera titola: una tragedia annunciata. Era certo che prima o poi doveva succedere in un traforo lungo quasi 17 chilometri e ridotto ormai ad un budello attraversato da un flusso di mezzi pesanti pari a cinque volte quello del Gran San Bernardo, del Sempione e del San Bernardino messi assieme. Gli incidenti susseguitisi dal ’99 nelle gallerie di mezza Europa, Monte Bianco, Tauri (Austria), Brakeroeya (Norvegia), Gleinalm, Amberg, Lainberg (Austria) - 62 morti in tutto - stavano chiaramente a dimostrare che prima o poi sarebbe toccato anche al Gottardo, che in un ventennio aveva registrato ben 763 incidenti, di cui 15 mortali. Dicembre 2001, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite pubblica una lista di 43 raccomandazioni sulla sicurezza nei tunnel stradali: secondo un gruppo di esperti di 15 Paesi, Svizzera compresa, se il traffico è intenso è indispensabile una galleria a due canne. Ma a Berna ci si è dimenticati troppo in fretta del terribile rogo che con le vittime aveva pure incenerito il principale asse di collegamento europeo, e lo sbocco principale del Ticino verso gli altri Cantoni. E ci si è pure dimenticati di quanto urgente era sembrata all’indomani di quella tragedia una seconda corsia per il tunnel. A distanza di solo qualche settimana in un incontro coi vertici di Economiesuisse, il ministro dei Trasporti, Moritz Leuenberger, non trovò di meglio che definire il raddoppio un futile problema, rispetto ad altre priorità, quali il potenziamento delle tangenziali per le grandi città svizzere, ovviamente quelle dell’asse est-ovest. A tutt’oggi il Consiglio federale non si è degnato di dare una risposta ufficiale alla richiesta della Conferenza delle Camere di Commercio e dell’industria svizzere di mettere subito in votazione, e senza controprogetto, l’iniziativa popolare “Avanti per strade sicure ed efficienti” che chiede anche il raddoppio della galleria. O per meglio dire il suo completamento rimasto inevaso, lasciando “un’opera monca” come ebbe a definirla il progettista, l’ ingegner Giovanni Lombardi. Dall’ottobre scorso si susseguono incontri di esperti e tavole rotonde, si creano task-force e gruppi di crisi, di mese in mese si adottano misure diverse, per migliorare il sistema di dosaggio, senza però mai affrontare il problema di fondo della seconda corsia. L’unica soluzione realistica sia per la sicurezza di camionisti e automobilisti sia per rendere più fluido il traffico con grandi vantaggi per l’ambiente stesso. I vertici dei partiti, PLR, UDC e PDC si sono pronunciati decisamente per il completamento del traforo, ma nel Dipartimento di Moritz Leuenberger dettano legge le cerchie rosso verdi che hanno fatto dell’Iniziativa delle Alpi e della ferrovia la loro linea Maginot. Oggi tutti sono coscienti di quanto sia importante la salvaguardia del sistema alpino. Ma ci vorrebbe altrettanta onestà nel mettere da parte pregiudiziali ideologiche e riconoscere che solo un sistema integrato di trasporti, rotaia e strade, dotato di infrastrutture efficienti e affidabili, assicura quella flessibilità necessaria alla mobilità delle merci e delle persone di cui la società moderna non può più fare a meno. E con un impatto ambientale molto meno devastante delle soluzioni a senso unico.

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Editoriale

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Promozione del commercio estero Imprenditori utilizzate i canali che conoscono il vostro linguaggio.

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Impressum Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti Tel 091 911 51 11 Corso Elvezia 16 Fax 091 911 51 12 CP 2378 [email protected] CH-6901 Lugano www.cciati.ch

Agenda Gentili Signore, Egregi Signori, L’attività di politica economica è un tema centrale per la Camera di commercio dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino. La promozione economica è un pilastro portante di detta politica. In Ticino esiste una comunità d’interesse per il commercio estero e la Ccia-Ti ne è portaparola. Questa comunità s’interessa dell’evoluzione dei mercati stranieri tenendo presente le regole che fissano il commercio internazionale, e considerando le condizioni per partecipazioni a fiere specialistiche, a seminari, a possibilità d’incontro, ecc. È ferma intenzione delle aziende esportatrici farsi conoscere all’estero e presentare il proprio potenziale utilizzando anche i servizi dell’Osec Business Network Switzerland. L’ultima occasione è stata la missione di ritrovo nel Principato di Monaco organizzata ad inizio aprile.

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Attualità

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Il futuro dell’Unione europea Riforme strutturali in vista di un allargamento

Il ruolo della Convenzione recentemente istituita, di Luca Albertoni

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o sviluppo dell’Unione europea (UE) negli ultimi anni è stato decisamente impressionante. Sembrano ormai lontanissimi i tempi della comunità del carbone e dell’acciaio che diede il via all’unificazione europea. L’allargamento ad altre attività economiche è stato abbastanza rapido ed è culminato nel 2002 con l’introduzione dell’euro quale moneta unica in dodici dei quindici paesi dell’UE. Non sono però mancate nemmeno le svolte epocali dal punto di vista istituzionale e politico. Basti citare il rafforzamento della legittimità democratica ottenuto con l’introduzione, venti anni fa, dell’elezione diretta del Parlamento europeo o le più recenti cooperazioni realizzate nei settori della politica sociale, dell’occupazione, dell’asilo, dell’immigrazione, della polizia, della giustizia e della politica estera, senza dimenticare la politica comune in materia di sicurezza e di difesa. Ovviamente il tutto è ancora perfettibile, anche perché le strutture dell’UE, concepite per un limitato numero di membri, vanno rimesse in discussione nell’ottica di un allargamento ai paesi dell’est europeo. Anche noi svizzeri, pur non essendo membri dell’UE ed indipendentemente da un’eventuale futura adesione, non possiamo rimanere indifferenti ai tentativi dell’UE di darsi strutture moderne ed efficaci, poiché l’UE costituisce pur sempre il nostro più importante partner commerciale e, volenti o nolenti, influisce sul nostro sistema politico ed

economico in maniera sempre più diretta. La Convenzione sull’avvenire dell’Europa Per permettere ai poteri decisionali di decidere sul futuro dell’UE, il Consiglio europeo ha istituito la cosiddetta Convenzione, gruppo di lavoro incaricato di esaminare le questioni essenziali legate al futuro dell’UE e di ricercare le diverse soluzioni possibili. La Convenzione si è riunita per la prima volta a Bruxelles lo scorso 28 febbraio 2002 ed è presieduta dall’ex-presidente francese Valéry Giscard d’Estaing. Essa è composta da un centinaio di persone rappresentanti i capi di Stato o di governo degli Stati membri, i Parlamenti nazionali, il Parlamento europeo e la Commissione europea. Anche i paesi candidati all’adesione parteciperanno ai lavori della Convenzione, ma solo con potere consultivo e non decisionale. Saranno coinvolti in qualità di osservatori anche i rappresentanti di altri gremi o istituzioni europei (Comitato economico e sociale, parti sociali, Comitato delle regioni, Mediatore europeo, il Presidente della Corte di giustizia e il Presidente della Corte dei conti). Sulla base del mandato conferitole, la Convenzione deve presentare entro un anno proposte che permettano al Consiglio europeo di adottare una Costituzione europea moderna e atta a reggere l’impatto conseguente all’allargamento

dell’UE fino a 27 membri almeno. La prima novità importante che balza agli occhi di tutti gli osservatori, è il fatto che la preparazione della modifica dei trattati dell’UE non viene affidata esclusivamente a rappresentanti dei governi. Pur mantenendo essi la competenza finale per l’adozione delle novità proposte, si è voluto estendere a più attori la preparazione della prossima Conferenza ministeriale. Questo soprattutto sull’onda delle difficoltà riscontrate in occasione del vertice di Nizza del 2000, in cui i capi di Stato e di governo non riuscirono a trovare un’intesa sulle riforme da adottare in materia di strutture dell’UE. Il mandato della Convenzione è stato di conseguenza mantenuto molto ampio, visto che non vengono impartite indicazioni vincolanti. Questo dovrebbe permettere di tenere meglio conto dei molti interessi divergenti e delle preoccupazioni riscontrabili soprattutto in seno agli Stati membri. Vediamo brevemente quali sono i punti di discussione più “caldi”. 1. Separazione delle competenze fra UE e Stati membri Gli Stati membri temono che numerose delle loro competenze possano essere trasferite all’UE. In particolare, i “Länder” tedeschi temono di perdere un’importante fetta della loro sovranità, soprattutto perché all’interno dell’UE determinate cerchie spingono per eliminare le competenze separate fra Unione e

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Attualità

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Stati membri in quanto poco favorevoli per l’integrazione, creando esclusivamente competenze comuni (o competenze esclusive dell’UE). E’ probabile che su questo punto non mancheranno gli scontri fra “centralisti” e “ federalisti”, soprattutto su temi non prettamente economici. 2. Il principio della maggioranza Si tratta di un tema che viene affrontato a scadenze regolari e che si è tentato di regolare anche nel Trattato di Nizza, rifiutato in votazione popolare dall’Irlanda. Molti ritengono che, in sostanza, andrebbe adottato il principio secondo cui le decisioni in seno alle autorità decisionali dell’UE possono essere prese a maggioranza e che l’unanimità è richiesta solo in alcuni casi eccezionali. Praticamente si tratta di capovolgere quanto in vigore oggi. Il problema delle decisioni prese all’unanimità è soprattutto rappresentato dal fatto che spesso ciò presuppone un complesso gioco di compromessi e concessioni fra le parti in causa, che non contribuisce a migliorare l’immagine dell’UE agli occhi dei cittadini, i quali hanno spesso l’impressione di trovarsi confrontati a decisioni incomprensibili. Visto che la difficoltà si presenta in modo manifesto già in seno al Consiglio europeo, che conta solo 15 membri, è facile immaginare quali potrebbero essere i problemi posti da un gremio allargato, animato dagli interessi più disparati. La capacità decisionale dell’Unione ne verrebbe certamente limitata, per cui è legittimo riflettere sulla possibilità di introdurre il principio della maggioranza. 3. Una Commissione ridotta? Fra le proposte di riforma degli organi dell’UE, vi è anche quella che vorrebbe ridurre il numero di commissari europei, nonostante un eventuale allargamento ad altri paesi. Solo così sarebbe possibile mantenere l’efficienza della Commissione europea. E’ curioso il fatto che, su questo punto, i più favorevoli sono gli Stati membri più grandi ed influenti, che sembrano accettare senza grandi dubbi una rotazione che li vedrebbe a turno esclusi dalla Commissione, mentre sono molto più scettici i piccoli Stati membri, che temono un indebolimento della loro posizione. Essi vedono infatti nella presenza costante in seno ad una Commis-

sione forte l’espressione della parità di trattamento politico nell’UE e la garanzia contro voglie egemoniche degli Stati membri più grandi.

razione delle competenze più chiara e trasparente, anche se non mancano voci che affermano chiaramente la necessità di mantenere inalterata la funzione di guida del Consiglio dei ministri.

4. Maggiore legittimazione popolare delle istituzioni europee

Conclusione

Altro punto-cardine per il progetto di riforma che la Convenzione dovrà elaborare, è quello riguardante la legittimità politica delle istituzioni europee e dei loro atti. In effetti, fra i cittadini si riscontra spesso una scarsa identificazione nelle strutture dell’UE. Occorrerà quindi riflettere soprattutto su una più chiara separazione dei poteri in senso classico, visto che ad esempio attualmente il Consiglio dei ministri ha poteri sia legislativi (visto che adotta i regolamenti, le direttive, ecc.) che esecutivi (ad es. in ambito di politica estera e di sicurezza, o nell’ambito dell’asilo). Si tratterà quindi di prevedere una sepa-

In conclusione si può dire che le discussioni nei prossimi mesi saranno sicuramente accese e molto interessanti. E’ vero che su molti punti le divergenze sembrano inconciliabili, ma l’UE ci ha già sorpreso in passato con improvvisi accordi anche sulle problematiche più delicate e controverse, per cui non è da escludere che già nel 2003 o nel 2004 possa nascere una nuova Costituzione europea, fatta su misura per permettere all’UE di allargare il suo territorio e i suoi orizzonti e non è escluso che vengano magari adottati alcuni principi federalistici che potrebbero piacere anche in Svizzera…

Banca Stato o Banca Status quo? - continuazione da pagina 3 posizione del CdA, nel quale siederanno uno o due rappresentanti del proprietario assieme a professionisti in grado di dare un apporto valido e consistente allo sviluppo delle strategie della BS. Qualora in futuro lo Stato decidesse di fare entrare dei privati (soci) nel capitale, potrebbe farlo cedendo fino al 49% pur continuando a mantenere il controllo, magari portandola in Borsa, quando i tempi saranno migliori. È una privatizzazione, direte voi. Sì lo è. È la forma più soft di privatizzazione vi rispondo, perché finché lo Stato detiene la maggioranza, esercita il controllo dell’assemblea che elegge il CdA, che per legge è autonomo. È un modo non traumatico di sottrarre alla politica il potere che oggi ha su un istituto, la cui missione dovrà essere di banca universale, (con qualche limitazione nei settori a rischio) in un contesto di libero mercato e in sintonia con il futuro dell’Europa economica. Tornerò sulle strategie della BS in un prossimo articolo. Per ora fermiamoci alla struttura giuridica. So che la parola privatizzazione fa paura. A torto. Perché non è nella privatizzazione in sé che s’annida il male, bensì nel modo in cui si fa. Quelle fatte in California con l’energia elettrica o in Inghilterra con le ferrovie sono sbagliate per il modo con cui sono state realizzate. Mentre l’esempio Swisscom, così come molti altri, ha funzionato. Lo stato ha mantenuto una partecipazione maggioritaria (62%) lasciando operare la società in modo del tutto autonomo. È anche vero che la trasformazione della BS da ente statale a SA, da solo non basta a sottrarla alla politica. Ma almeno, ciò che oggi è un obbligo diverrebbe una scelta. Sappiamo tutti che il futuro che ci attende sarà irto di ostacoli, crudele e spietato. Un mondo di pescecani, quindi, che richiede ad ognuno di occuparsi di fare bene il suo “core business”, che in dialetto ticinese vuol dire “ o felee, fa ul to mesctee”; all’autorità politica compete il dovere di creare un contesto nel quale l’economia possa prosperare, ove tutti prima o poi si trovino ad operare in un vero libero mercato con il suo bravo anti trust e le sue brave leggi contro la concorrenza sleale. Ai banchieri spetta fare i banchieri e cioè rafforzare questa piazza finanziaria, che è pur sempre la terza, in un Paese che è tra i primi al mondo per importanza, ricchezza e competenza. La confusione dei ruoli, abituale in un mondo agrario e chiuso di tipo ottocentesco, ove tutto si fa in casa, oggi non è più possibile se si tiene conto dell’importanza che questa piazza finanziaria ha raggiunto, legittimata anche dalla nascita di un’università. Vivere anticipando l’evoluzione vuol dire che è tempo che i politici smettano di fare i banchieri. E viceversa.

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Anche il settore della vendita ha un contratto collettivo di lavoro

di Rinaldo Gobbi Paolo Poretti, Presidente della Federcommercio

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a Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino saluta con soddisfazione l’accordo raggiunto dalla FederCommercio e dai sindacati OCST/SYNA, SIT e SIC che ha portato alla firma del Contratto collettivo di lavoro per il personale di vendita. Questo importante documento sottoscritto il 10 aprile 2002 è stato presentato ai media il 18 aprile 2002 in occasione di una Conferenza stampa tenutasi presso la Ccia-Ti. Il CCL, entrato in vigore il 1. maggio 2002, va incontro alle esigenze del personale di vendita, al mantenimento dei posti di lavoro nel settore, al miglioramento dei servizi e alle esigenze di mercato. Le lunghe e difficili trattative sono sfociate in un risultato soddisfacente e rappresentano sicuramente un ottimo compromesso e una solida base di partenza su cui costruire una futura fattiva collaborazione tra i partner sociali. L’imminente entrata in vigore degli accordi bilaterali ha senz’altro contribuito a stringere i tempi. Infatti tra le misure di accompagnamento per combattere i dumping salariali figura anche la possibilità che venga conferito il carattere di obbligatorietà generale ai CCL. Nei settori sprovvisti di un CCL sarebbe lo Stato ad imporre le condizioni minime. I partner sociali hanno invece ritenuto importante giocare d’anticipo e stabilire quindi le condizioni di lavoro, tramite trattative dirette. Oltre agli aspetti che regolano la nuova normativa contrattuale si evidenziano i

contenuti essenziali attinenti alle future prestazioni sociali e salariali. E’ prevista l’istituzione della commissione paritetica per la tutela della categoria, per il controllo e per l’applicazione del Contratto collettivo sul principio della pace sociale e del reciproco rispetto delle parti contraenti. Uno degli obiettivi prioritari della Commissione paritetica sarà quello di promuovere la formazione professionale al fine di rendere più attrattiva la professione e di migliorare il servizio alla clientela. Parallelamente alla trattativa sul CCL le parti si sono accordate anche su alcuni punti che potrebbero servire da base per una nuova regolamentazione delle aperture dei negozi. In base alla legge in vigore, le aperture “speciali” vengono autorizzate in un regime di deroghe: ciò crea molte discussioni circa l’interpretazione su come procedere alle concessioni. Grazie a questo accordo l’autorità preposta alla concessione delle deroghe dispone ora di un documento che agevolerà sicuramente questo compito. Punti essenziali del CCL Settimana lavorativa La settimana lavorativa è prevista nelle 42 ore suddivisa in 5 giorni lavorativi. I datori di lavoro sono impegnati, salvo accordi diversi con i collaboratori, a fare in modo

che il tempo di lavoro venga frazionato sull’arco della giornata al massimo in due parti e a prevedere un turno ininterrotto per il personale occupato con un rapporto inferiore al 50%. Retribuzioni e prestazioni sociali Stipendi Salvaguardate le condizioni di miglior favore già esistenti, per i collaboratori pagati a mese valgono i seguenti minimi: • venditore/venditrice non qualificato/a (a partire dai 18 anni) fr. 2’650.— • venditore/venditrice qualificato/a (2 anni) fr. 2’850.— • impiegato/impiegata di vendita (3 anni) fr. 3’050.— Ai summenzionati salari va aggiunta la tredicesima mensilità (salari mensili x 13). Per il personale assunto a tempo parziale valgono le stesse prestazioni salariali in rapporto alle ore di lavoro eseguite. Lavoro serale, notturno, domenicale e festivo In caso di lavoro serale (dalle ore 20.00 alle 23.00) è riconosciuta un’indennità pari al 25%; le ore straordinarie danno diritto a un supplemento del 25%. In caso di lavoro domenicale o festivo autorizzato, il personale di vendita, ha diritto a un’indennità pari al 50%; il personale che deve assistere bambini o altri membri della famiglia sono dispensati, in parte o

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per intero, dal lavoro serale o domenicale, segnatamente quando l’assunzione dell’onere di cura da parte di un’altra persona non è possibile. Vacanze Il CCL prevede le seguenti vacanze pagate: • 4 settimane per tutto il personale; • 5 settimane dopo il compimento dei 50 anni di età e con 5 anni di servizio; • 5 settimane dal 20.esimo anno di servizio a prescindere dall’età; • 5 settimane per i giovani e gli apprendisti fino a 20 anni di età. Congedi pagati Sono riconosciuti i seguenti congedi: • matrimonio 3 giorni; • nascita di un figlio 1 giorno; • decesso di un figlio, coniuge, genitore 3 giorni; • decesso del fratello, della sorella o di altri parenti conviventi nell’economia domestica 1 giorno; • trasloco 1 giorno; • reclutamento o ispezione militare il tempo necessario, al massimo 1 giorno. Assicurazione per perdita di salario in caso di malattia I datori di lavoro assicurano ai propri collaboratori una copertura dell’80% dello stipendio, a partire dal 1. giorno di malattia, per 720 giorni. Maternità In caso di assenza per gravidanza, parto e puerperio è riconosciuto un congedo pagato per 14 settimane, di cui 6 prima del parto. Assicurazione infortunio Il personale è assicurato contro gli infor-

tuni professionali e non professionali in applicazione delle disposizioni della Lainf. Servizio militare Sono riconosciute le seguenti indennità per servizio militare, servizio civile o servizio di protezione civile obbligatorio: • scuola reclute o servizio civile di durata fino a 4 mesi 70% dello stipendio; • altri servizi obbligatori (fino a 4 settimane) 100% dello stipendio. Disposizioni finali Eventuali condizioni individuali che dovessero risultare più favorevoli del presente CCL non possono essere ridotte. Apprendisti Retribuzioni minime Apprendista venditrice/venditore • nel primo anno di tirocinio fr. 600.— • nel secondo anno di tirocinio fr. 790.— Impiegate/impiegati di vendita • nel primo anno di tirocinio fr. 600.— • nel secondo anno di tirocinio fr. 790.— • nel terzo anno di tirocinio fr. 1’050.— Tredicesima mensilità Gli apprendisti hanno diritto alla tredicesima mensilità. Attraverso il CCL per il personale della vendita, le parti sono impegnate a promuovere la formazione continua del personale, nella forma più allargata a tutto il settore, con particolare riferimento al piccolo commercio, e i datori di lavoro dovranno favorirne la partecipazione.

L’economia svizzera chiede il secondo tubo continuazione da pagina 7 tuale galleria. Senza un completamento delle strade di accesso al nostro cantone non è pensabile un consolidamento della nostra economia e tantomeno è possibile avere un rilancio economico. Bene fa il Consiglio di Stato del Canton Ticino a ribadire questo fatto anche perché le previsioni a medio termine confermano che l’aumento dei volumi di traffico attraverso l’arco alpino lungo la direttrice gottardiana richiede un potenziamento della capacità dell’attuale asse stradale. Mantenere artificiosamente una sorta di imbuto stradale all’altezza del San Gottardo è una scelta politicamente e materialmente insostenibile per la comunità ticinese e per quella dell’Europa integrata. Dal profilo ambientale l’aumento del numero di ore di colonna ai portali della galleria a nord e a sud del Gottardo è altrettanto insostenibile. Ragioni politiche (integrazione europea) e ragioni economiche (aumento del transito delle merci e delle persone) pongono l’opzione del completamento della galleria autostradale del San Gottardo tra le priorità di una realistica e responsabile politica del traffico e dei trasporti e sono complementari alla realizzazione dell’Alptransit. Il Canton Ticino, quale paese tradizionalmente di transito e quale regione europea aperta, non può opporsi come ostacolo alla libera mobilità delle merci e delle persone tra nord e sud Europa. L’Autorità federale non può compromettere le basi del nostro benessere.

Regolamentazioni: accordi bilaterali - carnets ATA Con l’entrata in vigore degli Accordi bilaterali dal prossimo 1° giugno, per quanto concerne i CARNETS ATA, non ci sarà alcun cambiamento. I carnets ATA saranno sempre richiesti come finora, con le medesime disposizioni. Vi precisiamo che con il carnet ATA, quando il Titolare transita in un Paese (per esempio in Italia dove prende l’aereo il giorno stesso per recarsi in America o in un altro Paese) la Dogana italiana, nel caso specifico, vista sia all’entrata, si all’uscita le “souches di transito”, formulari blù. Questo per chiarimento in quanto ultimamente ci sono stati in proposito dei contrattempi. Ulteriori informazioni potranno essere richieste al Servizio legalizzazioni e carnets ATA presso la Ccia-Ti: Tel 091 911 51 23/24/25 - Fax 091 911 51 12.

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Commercio estero

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Il sito dell’Osec è disponibile in italiano! Internet costituisce uno dei mezzi più innovativi ed efficaci per la comunicazione e l’informazione. È per questo motivo che il sito dell’Osec Business Network Switzerland www.osec.ch è alla base della promozione del commercio estero svizzero: per le aziende che sono attive nel commercio internazionale è infatti importante ottenere in modo veloce informazioni valide, complete ed aggiornate sulle possibilità offerte dai vari mercati. Inizialmente il sito poteva essere consultato unicamente in francese, tedesco e inglese, ma l’Osec Ticino ha fortemente voluto che anche la terza lingua nazionale fosse online. Abbiamo ora il piacere di

informarvi che dal 27 marzo il nostro sito è finalmente operativo anche in italiano. La stretta collaborazione con le rappresentanze svizzere all’estero consentono all’Osec di mettere a disposizione sul sito web informazioni gratuite sui mercati più importanti: informazioni sullo sviluppo dei mercati, le tendenze per quanto concerne i prodotti, i settori economici che hanno un potenziale nei mercati specifici, le possibilità d’affari, le prescrizioni a livello di prodotti. Il nostro motore di ricerca consente di reperire facilmente le informazioni desiderate. Sul sito sono inoltre indicati i passi da intraprendere per avviarsi con successo al commercio con l’estero. Altri settori d’informazione aprono invece

l’accesso al mercato d’esportazione più importante per il nostro Paese, l’UE e il SEE, e ragguagliano sulle prescrizioni legali da rispettare per esportare prodotti in quest’area. Sul sito vi sono pure pagine relative alle fiere estere per le quali l’Osec organizza degli stand comuni svizzeri e una banca dati sulle fiere che si svolgono in Svizzera. Da non dimenticare infine il repertorio delle aziende elvetiche attive a livello internazionale (Swiss Export Directory). Per ogni prestazione dell’Osec è indicato il nominativo del consulente responsabile e le sue coordinate: il web offre così un servizio di supporto immediato all’utente, il quale può infatti contattare i vari reparti dell’Osec utilizzando i diversi formulari disponibili online oppure inviando e-mail direttamente ai consulenti. La sinergia tra l’Osec e l’utente viene così massimizzata. Visto il grande volume di informazioni da gestire, alcuni testi sono tuttora disponibili unicamente in francese, tedesco o inglese. L’Osec Ticino è comunque a disposizione per approfondire qualunque tema. Non esitate quindi a consultare regolarmente il nostro sito! Rapporto del Consiglio federale sulla politica economica estera 2001 seco – Questo rapporto di 108 pagine è stato pubblicato ad inizio marzo. Il capitolo introduttivo del rapporto è dedicato alle relazioni tra la mondializzazione, la crescita economica e la povertà, che sono di grande importanza per il dibattito sulla mondializzazione, ma anche per una strategia coerente di cooperazione economica. Il rapporto presenta inoltre una panoramica della situazione economica e passa in rassegna le attività di politica economica estera dell’anno scorso, sui piani

Commercio estero multilaterale, bilaterale e autonomo. Infine, sette messaggi relativi agli accordi economici internazionali sono allegati al rapporto. Per ordinare il rapporto: UFCL, Diffusione pubblicazioni CH-3003 Berna Via Internet: www.bbl.admin.ch/bundespublikationen Il rapporto può essere consultato online alla pagina www.seco-admin.ch/seco/seco2.nsf/dieSeite/AWP_AWB?OpenDocument&l=it&neu=1&HauptRessort=4 Accordo di libero scambio tra gli Stati dell’AELS e Singapore seco - L’accordo di libero scambio tra gli Stati dell’AELS e Singapore è stato paraffato a Ginevra l’11 aprile 2002. La firma dell’accordo è prevista per la fine di giugno di quest’anno, in occasione della conferenza ministeriale dell’AELS (Stati membri: Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein). Fatta salva la ratifica delle parti contraenti (per gli Stati dell’AELS, approvazione da parte dei Parlamenti nazionali), questo primo accordo di libero scambio dell’AELS con un partner asiatico – e primo accordo di libero scambio euro-asiatico - potrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2003. L’accordo non prevede soltanto una garanzia del libero scambio per i prodotti industriali. Esso comporta anche norme per l’accesso al mercato nel settore dei servizi (ad es. i servizi finanziari, le telecomunicazioni, l’ingegneria, le spedizioni) e disposizioni sull’ammissione e la protezione degli investimenti all’estero, la protezione della proprietà intellettuale e l’accesso ai mercati pubblici. L’accordo con Singapore, dopo quello con il Messico, sarà quindi il secondo accordo di libero scambio multisettoriale dell’AELS. Come per gli altri accordi di libero scambio dell’AELS, lo scambio di prodotti agricoli è disciplinato separatamente tra Singapore e ogni Stato membro dell’AELS. Migliorando la sicurezza giuridica delle esportazioni dei prodotti industriali svizzeri verso la piattaforma commerciale in Asia e proteggendo maggiormente i fornitori di prestazioni e gli investitori svizzeri dalle discriminazioni, il nuovo accordo rafforza la prevedibilità delle condizioni quadro su questo mercato in forte crescita. Singapore è per la Svizzera un importante partner in materia di commercio e d’investimenti. Le esportazioni svizzere ammontavano nel 2001 a circa 1,6 miliardi di franchi, mentre gli investimenti diretti della Svizzera a Singapore superavano, alla fine

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del 2000, i 13 miliardi di franchi. L’accordo concluso con Singapore si inserisce nell’ambito della decisione presa dai ministri dell’AELS di estendere la politica di libero scambio dal profilo geografico e da quello del contenuto. Finora l’AELS si era principalmente impegnata a concludere accordi di libero scambio per le merci con gli Stati dell’Europa centrale e orientale divenuti indipendenti dopo la caduta del muro di Berlino e lo sfaldamento dell’Unione sovietica, nonché con i Paesi del bacino mediterraneo. Più recentemente, l’AELS si è impegnata a estendere la sua rete di accordi di libero scambio anche a partner d’oltremare e a integrarvi, oltre al commercio di merci, anche altri settori quali i servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici. Considerata la crescente tendenza, osservabile su scala mondiale, a stipulare accordi preferenziali a livello regionale e sovraregionale di ampia portata, la conclusione di tali accordi ha come scopo di evitare la discriminazione degli operatori economici dei Paesi dell’AELS sui mercati terzi nonché l’erosione della competitività della piazza economica svizzera e degli altri Paesi AELS. Nell’ambito dell’AELS, la Svizzera prevede di concludere accordi simili con altri Paesi al di fuori dell’Europa e del bacino mediterraneo. Attualmente sono corso trattative con il Canada e il Cile e con il Sudafrica inizieranno prossimamente. L’Associazione svizzera di normazione (SNV) lancia il più grande mercato virtuale d’Europa per quanto concerne le norme In un’economia mondializzata, la normazione guadagna importanza giorno dopo giorno, poiché è la normazione che consente ai prodotti ed ai servizi di essere adattati al mercato e di essere scambiati liberamente. Risulta da uno studio scientifico che l’applicazione delle norme rapporta l’1% del loro PIL. A seguito di questa informazione, l’Associazione svizzera di normazione (SNV) offre agli internauti uno strumento comodo per cercare in rete le norme più recenti e scaricarle sotto forma di file .pdf. L’Associazione svizzera di normazione (SNV) gestisce un mercato virtuale all’indirizzo www.mysnv.ch/. Per accedere al motore di ricerca e scaricare le norme desiderate, è necessario introdurre una parola chiave, che può essere richiesta online. Le ricerche sul sito sono gratuite, i documenti .pdf scaricati verranno invece fatturati.

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Per la prima volta in Svizzera sono disponibili online: • norme svizzere (SN, SN EN) • norme tedesche DIN (Deutsches Institut für Normung) • norme dell’Organizzazione internazionale di standardizzazione (ISO) Norme disponibili online che possono essere ordinate in versione cartacea: • norme americane ASTM (American Society for Testing and Materials) • norme della SAE (Society of Automotive Engineers) • norme tedesche VDI (Verein Deutscher Ingenieure) • norme applicate nell’elettronica • norme di costruzione • pubblicazioni edite da Beuth (Berlino/ Vienna/Zurigo). Studio effettuato da BAK sull’importanza dell’industria chimica e farmaceutica per l’economia svizzera Lo studio effettuato da BAK Konjunkturforschung Basel AG su richiesta di Interpharma (l’associazione delle aziende farmaceutiche di ricerca in Svizzera) contiene dati e fatti sull’evoluzione dell’industria chimicofarmaceutica in Svizzera e mostra come ogni regione ne è influenzata. Questo studio può essere consultato online in francese www.interpharma.ch/themen/ghpolit/archiv/pdf/BAK-f.pdf o in tedesco www.interpharma.ch/themen/ghpolit/archiv/pdf/BAK-d.pdf. Location:Switzerland ha cambiato indirizzo Location:Switzerland, il servizio ufficiale d’informazione e di consulenza per l’insediamento di un’azienda in Svizzera, si è trasferita da inizio 2002 nei locali dell’Osec a Zurigo. Ecco quindi il nuovo indirizzo: Location:Switzerland Stampfenbachstr. 85, 8035 Zurich Tel. 01 201 43 42, Fax 01 201 43 37 [email protected] www.standortschweiz.ch Osec Business Network Switzerland Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] http://www.osec.ch

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Gli accordi bilaterali Svizzera - UE entrano in vigore il 1° giugno 2002 DFAE/DFE - Gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) entreranno in vigore il 1° giugno 2002. La Commissione europea ha infatti approvato l’accordo sulla ricerca e il Segretariato del Consiglio dell’UE ha notificato il 17 aprile 2002 alla Svizzera la chiusura della procedura di ratifica. Da parte dell’UE, la ratifica dei sette accordi bilaterali, firmati nel 1999 con la Svizzera, ha necessitato di diverse tappe: approvazione del Parlamento europeo (avvenuta il 4 maggio 2000), approvazione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone da parte dei 15 Stati membri (terminata a Natale del 2001), approvazione dei sette accordi da parte del Consiglio dell’UE (il 28 febbraio 2002) e approvazione della Commissione dell’UE – a nome della Comunità europea dell’energia atomica (EURATOM) – dell’accordo sulla ricerca (4 aprile 2002). Il popolo svizzero ha accettato in votazione i sette accordi bilaterali, il 21 maggio 2000, con il 67,2% di sì; la Svizzera li ha quindi ratificati il 16 ottobre 2000. Gli accordi bilaterali del 1999 coprono i sette settori seguenti: libera circolazione delle persone, trasporti terrestri, trasporti aerei, agricoltura, appalti pubblici, ostacoli tecnici al commercio e ricerca. Per maggiori informazioni vi invitiamo a contattare l’EICS. Schede informative dell’EICS Dallo scorso mese di marzo, il nostro Euro Info Centro Svizzera ha avviato un nuovo servizio d’informazione e d’aggiornamento: trattasi di nuove schede informative che illustrano in dettaglio le ultime novità legislative pubblicate sulla Gazzetta Ufficia-

Speciale Unione europea

le delle Comunità europee, segnalano le date d’entrata in vigore delle direttive comunitarie rilevanti per le aziende svizzere che commerciano con l’Unione europea e rendono attenti sullo stato del recepimento del diritto comunitario nell’ordinamento giuridico svizzero. Temi trattati finora: • IVA europea: armonizzazione e semplificazione delle regole di fatturazione (marzo) • Nuova direttiva europea sulla sicurezza generale dei prodotti (aprile) Di prossima pubblicazione: • Marcatura CE obbligatoria per i prodotti soggetti a pressione (direttiva 97/23/ CE). Le schede informative sono disponibili in formato .pdf. Questo servizio è gratuito. Come abbonarsi? Semplice: comunicateci il vostro indirizzo e-mail. Vi segnaleremo regolarmente il tema trattato dalla nuova scheda informativa. Se il tema è di vostro gradimento, il documento vi sarà inviato per via elettronica. Approfittate di questa possibilità di ricevere gratuitamente un’informazione dettagliata sulle novità legislative a livello europeo! Nuova banca dati sulla normazione, la marcatura CE e l’accreditamento EIC Lahr – La nuova banca dati www.conformityassessment.org riunisce tutte le pagine Internet relative alla normazione, alla marcatura CE e all’accreditamento. L’obiettivo è di fornire agli utilizzatori un accesso rapido a informazioni affidabili sulla valutazione della conformità. Un catalogo classifica tutte le pagine Internet in varie categorie. Un motore di ricerca con-

sente di trovare l’informazione desiderata tra le 500’000 pagine collegate. La banca dati include anche dei servizi complementari quali: news, ultime pubblicazioni sul tema, fonti d’informazione, links e manifestazioni. Pagine Internet dell’EICS sulla marcatura CE: http://www.osec.ch/zugangeu/cekennzeichnung/ce-kennzeichnung-it.htm Relazione generale sull’attività dell’Unione europea 2001 Il 2001 è stato un anno cardine alla vigilia della nuova era dell’euro. Esso ha permesso all’Unione europea di registrare progressi. Si è trattato, oltre che della preparazione del passaggio all’euro, dei progressi dei negoziati d’adesione, dell’apertura di un nuovo ciclo di negoziati commerciali multilaterali, dell’adozione di una strategia di sviluppo sostenibile e del rilancio dell’azione in previsione della creazione di uno spazio europeo comune di libertà, giustizia e sicurezza. La Relazione generale è composta da vari capitoli e contiene riferimenti alla Gazzetta ufficiale, alle precedenti edizioni e al bollettino mensile dell’UE. Essa contempla anche una versione cronologica che riferisce i principali avvenimenti dell’anno, l’evoluzione della legislazione e gli accordi tra la Comunità e gli Stati terzi. La relazione è disponibile nelle 11 lingue ufficiali europee, in versione cartacea o elettronica. La versione online contiene numerosi collegamenti ipertestuali che rinviano a leggi o ad allegati pertinenti e consentono un accesso diretto ai bollettini dell’UE citati. Per consultare il rapporto su Internet basta digitare l’indirizzo http://europa.eu.int/abc/ doc/off/rg/it/2001/index.htm

Speciale Unione europea La versione cartacea può invece essere acquistata all’EICS al prezzo di CHF 55.48 (EUR 38) + IVA e spese di spedizione. Rapporto Competitività 2001 La quinta edizione del Rapporto della Commissione sulla competitività europea contiene un’analisi dettagliata del contributo dell’innovazione e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione alla produttività e alla crescita economica. Il rapporto dedica inoltre un capitolo alla capacità innovativa e dell’industria biotecnologia europea, e mette l’accento sulla necessità di modernizzare le strutture economiche ed innovative dell’UE. Il rapporto può essere consultato alla pagina http://europa.eu.int/comm/entreprise/enterprise_ policy/competitiveness/ doc/competitiveness_report_2001/index.htm Migliore tutela delle denominazioni geografiche Il 15 marzo 2002, la Commissione europea ha presentato una proposta di Regolamento intesa a migliorare la tutela delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine di questi prodotti agricoli e alimentari. Dando a tutti membri dell’OMC il diritto di opporsi alla registrazione delle denominazioni geografiche, la proposta intende migliorare il riconoscimento di tali prodotti sui mercati internazionali. La Commissione propone inoltre di inserire l’aceto di vino nell’elenco dei prodotti che possono essere tutelati e di escluderne l’acqua minerale. Il testo del comunicato stampa può essere consultato alla pagina http://europa.eu.int/ rapid/start/cgi/guesten.ksh?p_action.getfile=gf&doc=IP/02/422|0|RAPID&lg=IT &type=PDF I testi del regolamento di base 92/2081/ CEE e della proposta di modifica possono essere acquistati presso l’EICS. Nuovo regolamento sulla sicurezza alimentare dai campi alla tavola È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee n. L31 del 1° febbraio 2002, il regolamento 178/2002 sulla legislazione alimentare e la sicurezza degli alimenti. I principi generali della legislazione alimentare e certe nuove misure chiave sono entrati immediatamente in vigore, mentre altre disposizioni specifiche si applicheranno a partire dal 2005, altre anco-

ra entreranno in vigore non appena l’Autorità europea per la sicurezza alimentare comincerà le sue attività, questo ancora nel corso del 2002. Questo regolamento costituisce la pietra angolare del nuovo approccio in materia di sicurezza alimentare presentato dalla Commissione nel Libro bianco sulla sicurezza alimentare di gennaio 2000. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare è un organismo incaricato di mettere a punto tutte le iniziative necessarie a garantire ai consumatori europei una maggiore sicurezza nel campo dei cibi e del nutrimento degli animali. Tra le misure adottate figurano inoltre il nuovo sistema d’allerta rapido per l’alimentazione umana ed animale, per i rischi dell’alimentazione umana ed animali e nuovi poteri d’intervento d’urgenza della Commissione europea quando una derrata alimentare o un alimento per animali è suscettibile di presentare un rischio grave. Nel contempo, i comitati regolamentari esistenti sono riorganizzati in un solo comitato permanente della catena alimentare e della salute animale. Il testo del regolamento è disponibile al sito http://europa.eu.int/eur-lex/it/dat/2002/ l_031/l_03120020201it00010024.pdf. Il Libro bianco sulla sicurezza alimentare può essere consultato al sito http://europa. eu.int/comm/off/white/com99_719.htm Altre informazioni sulla sicurezza alimentare: http://europa.eu.int/comm/food/index_it.html La Commissione adotta una nuova strategia per la salute e la sicurezza sul lavoro Modernizzare la politica della salute e della sicurezza sul posto del lavoro. È questo l’obiettivo della nuova strategia messa a punto dalla Commissione europea per i prossimi cinque anni (2002-2006), volta a combattere i soprusi e le violenze di qualsiasi natura sui posti di lavoro, oltre a divulgare una cultura di prevenzione dei rischi. Il Commissario europeo Anna Diamantopoulou ha commentato: ”La strategia per la salute e la sicurezza deve muoversi ora. Gli incidenti e le morti sui posti di lavoro sono ancora di proporzioni inaccettabili. Inoltre, nuove tipologie di lavoro hanno creato nuovi rischi, come i condizionamenti psicologici”. L’Unione europea detiene un record positivo di calo degli incidenti sul lavoro (meno 10% tra il ’94 e il ’98): questo è il risultato di una politica focalizzata sulla prevenzione

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che è stata sviluppata a partire da 30 anni fa. Nonostante questo i numeri assoluti rimangono alti, con 5.500 morti e 4,8 milioni di incidenti con conseguente incapacità lavorativa di almeno tre giorni, e tenderanno ad aumentare con l’allargamento ad Est. Il testo della proposta può essere consultato all’indirizzo http://europa.eu.int/ comm/employment_social/news/2002/m ar/new_strategy_en.html Nuovo opuscolo sulla lotta contro i ritardi di pagamento La Commissione europea ha creato un opuscolo informativo che riprende gli elementi principali della Direttiva 2000/35/CE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (direttiva che gli Stati membri devono rispettare entro l’8 agosto 2002). Rivolgendosi alle piccole aziende, la direttiva per la lotta contro i ritardi di pagamento accorda il diritto di reclamare degli interessi 30 giorni dopo la data di fatturazione, a meno che nel contratto non sia stato convenuto un altro termine di pagamento (qualsiasi accordo sui termini di pagamento manifestamente ingiusto nei confronti del creditore è inapplicabile). Gli interessi cominciano a decorrere dal giorno successivo alla data di scadenza o alla fine del periodo di pagamento stabiliti nel contratto, senza che sia necessario un sollecito. Per talune categorie di contratti, gli Stati membri possono elevare fino a 60 giorni il periodo alla cui scadenza sono dovuti gli interessi. Questa direttiva è giustificata dal fatto che un’insolvenza su quattro è imputabile a ritardi nei pagamenti. Questo determina la perdita di 450’000 posti di lavoro ogni anno, aumentando la disoccupazione in Europa. Inoltre debiti per un valore di 23,6 miliardi di euro non sono saldati ogni anno a causa delle insolvenze determinate da ritardi nei pagamenti. Per altre informazioni: http://europa.eu.int/comm/enterprise/regulation/late_payments/index.htm Euro Info Centro Svizzera Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 37 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] http://www.osec.ch

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Il buon padre di famiglia Codice etico e attività d’autocontrollo nel mondo imprenditoriale

di Riccardo Braglia

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l nuovo millennio è nato portando con sè molte attese, speranze e sogni sia per l’economia, sia per il sociale, sia per la pace universale. Di fatto, a due anni di distanza dalla più festosa notte di tutti i tempi, nulla o poco è cambiato e, soprattutto, niente o molto poco ci aspettiamo possa cambiare a breve termine.

non si prevede che a breve possano risolvere i problemi economici aperti. Certo, nell’analizzare la situazione così come si presenta oggi nel 2002, si può affermare che non c’è molta speranza od ottimismo! Ci si chiederà che cosa si può fare?

Permangono i conflitti sociali, continuano le guerre di religioni, nessuno frena i massacri razziali o gli eventi terroristici.

Ma, come può ognuno di noi imprenditori, artigiani, dirigenti, attori dell’economia di una piccola regione quale il Ticino, agire per migliorare il nostro futuro economico e sociale?

Anche in economia le cose non sembrano andare certo meglio: la depressione serpeggia, la disoccupazione aumenta in certe aree dell’Europa, i conflitti sul lavoro non lasciano certo ben sperare.

Forse qualcosa noi possiamo fare. Forse un piccolo passo nella direzione giusta può essere fatto da ognuno di noi.

Da un lato i grandi scandali dell’ultimo anno, quali Swissair, Enron e ABB hanno colpito in modo profondo l’economia dei paesi industrializzati, la sensibilità ed il senso civico di molti cittadini e contribuenti. Tali scandali hanno portato alla luce alcune debolezze del nostro sistema economico, che lascia troppa libertà a pochi manager di poter distruggere o fortemente indebolire società di gran prestigio internazionale, dovendo poi i governi intervenire a salvare tali società dal crollo finanziario. Inoltre le nuove realtà politico-economiche, pur concettualmente e politicamente valide, quale l’Unione europea o NAFTA, non hanno dato ancora i risultati sperati e

Bisogna tornare a dare più peso ai valori di una volta, bisogna che il profitto non sia il fine del nostro lavoro, ma il mezzo per creare benessere per la nostra società, per il nostro Ticino, per la Svizzera, per l’Europa e quindi anche per noi stessi, in quanto cittadini di queste realtà politiche. Dobbiamo batterci per ripristinare quei valori etici quale il lavoro, il rispetto e la correttezza negli affari. E’ necessario ritornare al concetto del buon senso e della corretta gestione del “buon padre di famiglia”, concetto forse paternalistico, forse fuori moda; ma il concetto legato al modo di agire “del buon padre di famiglia” può invece permettere alla no-

stra civiltà dell’informazione e della comunicazione senza limiti di riscoprire i valori reali della vita e della realtà economica. In conformità a tale concetto, allora, tutte le singole società e realtà economiche, individualmente o per settori merceologici, possono e devono munirsi di un codice etico, un codice che stabilisca i comportamenti corretti negli affari e che riduca certe attività scorrette o al limite del legale. Le aziende devono, a mio parere, attivare un autocontrollo a difesa di certi comportamenti troppo spregiudicati e non rispettosi della comunità in cui l’impresa opera. Questo principio non va contro il segreto bancario, argomento di grand’attualità che rappresenta un’istituzione solida ed importante della Svizzera, che tutela le famiglie e i risparmiatori che sono il perno dell’economia di un Paese. Il segreto bancario funziona bene ed è molto valido con i suoi sistemi di controllo già in atto oggi. Difendere il segreto bancario non vuol dire schierarsi contro i principi etici, ma anzi, proprio sulla base di questi principi, difendere la privacy di chi ha lavorato per anni, risparmiando e contribuendo allo sviluppo dell’economia. Altro elemento di riflessione, alta base d’eticità della nostra economia è la continua necessità di formazione. Bisogna investire sempre di più nella formazione, istruendo i nostri giovani, i nostri collaboratori e dipendenti. Proprio in un momento di ciclo economico negativo, è necessario avere il coraggio di investire

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Un tema, un parere

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Riccardo Braglia, membro dell’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti

nelle due realtà che permettono la crescita di una nazione: la ricerca e la formazione. Bisogna battersi per l’insegnamento di nuove tecnologie, della lingua inglese, della formazione tecnica di base. L’insegnamento è il valore più importante di una nazione come la Svizzera che, non avendo risorse naturali importanti, può contare unicamente sulla qualità dei propri prodotti di trasformazione, sulla qualità dei propri servizi e sulla qualità di formazione dei propri cittadini. L’etica dell’economia, la difesa del segreto bancario e l’insegnamento nella formazione si devono realizzare in un mondo in continuo cambiamento, sulla ormai certezza che l’unica cosa sicura è il “cambiamento continuo”; ma proprio in un mondo che non è più lo stesso di quello di cinque anni fa, e che non sarà, tra cinque anni, più quell’odierno, è indispensabile stabilire dei limiti e delle linee guida alla corretta attività imprenditoriale e manageriale.

Non voglio con questo condizionare o ridurre la libertà economica al profitto o al libero scambio; desidero solo che tali attività avvengano salvaguardando gli interessi dell’intera comunità e la crescita economica generale. Si deve quindi prevedere la crescita aziendale, creare maggior profitto, ma non a qualsiasi costo, bensì un profitto verificato da un sistema d’autocontrollo etico. Si entri in Europa oppure no, non importa: l’Europa è già qui, il cambiamento è già in atto ed il gioco è già iniziato. Per parteciparvi bisogna agire subito e velocemente, basare la nostra reazione al cambiamento in corso sulla formazione, sulla qualità, sul controllo dei principi etici della nostra economia. Ben venga quindi il vecchio ma sempre valido modus operandi del “buon padre di famiglia”.

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Attualità

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Proteggere le Alpi danneggiando il Ticino? Presto in discussione alle Camere federali i Protocolli di applicazione della Convenzione delle Alpi

di Stefano Modenini - Responsabile economiesuisse, Lugano - Federazione delle imprese svizzere

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opo la sede del Tribunale federale, il Ticino è in lizza per ricevere un secondo ufficio di rilevanza extracantonale, ossia la sede del segretariato della Convenzione delle Alpi. Diciamo subito che di questa sede, comunque sia limitata nel numero dei posti di lavoro messi a disposizione (meno di dieci), per diversi motivi facciamo volentieri a meno. E vediamo il perché. La Convenzione delle Alpi, ratificata dalla Svizzera nel 1998, è un trattato internazionale il cui obiettivo è quello di garantire la protezione e lo sviluppo durevole delle regioni alpine. Esso è stato sottoscritto da Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Principato di Monaco, Slovenia e Svizzera e le modalità di adozione sono appunto regolate dai protocolli di applicazione, che fanno riferimento ai seguenti settori: agricoltura, pianificazione del territorio e sviluppo durevole, energia, protezione della natura e del paesaggio, turismo, trasporti, protezione del suolo, foreste di montagna. A questi capitoli si somma un protocollo aggiuntivo, detto “Procedurale”, con il quale si adotta una procedura che istituisce un Tribunale internazionale chiamato a pronunciare sentenze definitive e vincolanti per i paesi firmatari sui dossier della Convenzione. Ancora nel corso di quest’anno le Camere federali saranno chiamate a pronunciarsi sui protocolli e la loro decisione non potrà essere sottoposta a referendum. Ben si comprende dunque l’importanza della decisione. Il Partito radicale democratico, seguito dall’Unione democratica di centro a da parte almeno del PPD, combatte senza

mezzi termini i protocolli della convenzione delle Alpi così come presentati al Parlamento e si è attivato da tempo per far pendere dalla parte del “no” in Parlamento la votazione in questo ambito. A livello cantonale, già lo scorso autunno le associazioni economiche ticinesi, in particolare la Camera di commercio, l’Associazione delle industrie ticinesi e la Società impresari costruttori sezione Ticino avevano espresso pubblicamente i loro timori a proposito dei protocolli della Convenzione delle Alpi e delle ripercussioni negative per il cantone Ticino qualora questi protocolli venissero approvati dalle Camere federali. I timori non sono tuttavia solo ticinesi, poiché diversi deputati di alcuni Cantoni sono intervenuti alle Camere federali – anche nella sessione primaverile appena conclusa – chiedendo che i protocolli non vengano

ratificati dal nostro paese, o che essi vengano quantomeno riequilibrati. In che cosa verrebbero a danneggiare il Ticino e la sua economia i protocolli della Convenzione alpina? In primo luogo essi concernono il 60 % del territorio svizzero (fra cui però tutto il territorio del cantone Ticino), per cui è evidente che la loro applicazione creerebbe delle disparità fra i cantoni svizzeri medesimi. In secondo luogo, quel che preoccupa sono le ipoteche future che i protocolli potrebbero mettere su molti dossier di politica nazionale e regionale, fra cui ad esempio la politica dei trasporti. Il Consiglio federale ancora recentemente ha rassicurato il Parlamento a proposito delle conseguenze per la Svizzera relative all’adozione dei protocolli e in particolare alla loro compatibilità con il diritto svizze-

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Attualità

Ticino Business

ro. A detta del Consiglio federale non esistono impedimenti ad esempio all’eventuale costruzione di un secondo tunnel autostradale del San Gottardo, che sarebbe pertanto compatibile con il protocollo “Trasporti”. Che sia davvero così in realtà c’è fortemente da dubitarne, considerando pure il fatto che verrebbe costituito un Tribunale internazionale che formulerebbe sentenze definitive e con obbligo di essere applicate da parte degli Stati membri. Da un lato il Consiglio federale rassicura il Parlamento sui protocolli della Convenzione alpina, dall’altro lato basta però andare a visitare il sito internet della CIPRA (la Commissione internazionale per la protezione delle regioni alpine, un’organizzazione non governativa che svolge il ruolo di confederazione delle organizzazioni ecologiste dei paesi che hanno ratificato la Convenzione alpina e che è stata associata all’insieme del processo di elaborazione dei protocolli, mentre che nessuna organizzazione o associazione economica ha potuto prendervi parte…) per leggere – al capitolo “protocollo Trasporti” – il principale punto di forza da loro rivendicato: “Rinuncia alla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per i trasporti attraverso le Alpi”. Lo scenario più che ipotizzabile è quindi quello di ritrovarsi fra qualche anno a dover sottostare alle sentenze inappellabili di un tribunale internazionale, che potrebbero impedire di fatto la costruzione, il rinnovo o l’ampliamento sul nostro territorio di nuove infrastrutture stradali, o mettere in pericolo l’esistenza dell’aeroporto di Agno, il proseguimento della nuova trasversale

ferroviaria alpina da Lugano in direzione del confine di Chiasso, il completamento della rete autostradale da Stabio in direzione della dogana del Giaggiolo. Non da ultimo, basterebbe una sentenza di questo Tribunale per obbligare ad esempio le città a fissare un numero di posteggi ben definito. Insomma, nella sostanza non saremmo più padroni in casa nostra. Che Lugano sia ora la candidata della Svizzera ad ospitare la sede del segretariato

permanente della Convenzione delle Alpi (i posti di lavoro sono comunque assai limitati, meno di dieci) non appare motivo sufficiente per approvare i protocolli, tanto più che essi appaiono in diversi ambiti sbilanciati e che la Convenzione si applica al 60 per cento circa del territorio elvetico (fra cui però tutto il territorio del cantone Ticino), creando di fatto una disparità regionale e concorrenziale all’interno del nostro paese.

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Info votazioni

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Legge sul mercato dell’elettricità

di Luca Albertoni

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l 22 settembre 2002, il popolo svizzero dovrà pronunciarsi sulla legge sul mercato dell’elettricità (LME). Tale legge ha lo scopo di introdurre nuove regole per la liberalizzazione dell’energia elettrica, evitando però un’apertura selvaggia del mercato e quindi una liberalizzazione senza regole. Essa tiene conto in modo appropriato delle relative esperienze fatte all’estero, nonché delle preoccupazioni di politica regionale e ambientale. Si tratta essenzialmente di creare un regime più aperto sul mercato dell’elettricità, con condizioni-quadro chiare e strutture trasparenti. La LME ha dunque come obiettivo quello di adeguare il mercato svizzero ai cambiamenti verificatisi nel contesto internazionale dell’elettricità. La LME su cui saremo chiamati a votare si distingue su un punto essenziale dai modelli di liberalizzazione applicati all’estero. La Svizzera ha infatti deciso di inserire nella base legale il principio della garanzia dell’approvvigionamento, creando una società nazionale per la gestione della rete. Un’autorità indipendente d’arbitrato controllerà la retribuzione del transito di energia. In questo modo, il mercato rimarrà regolamentato in un ambito che va controllato, ossia quello inerente i monopoli naturali di trasporto e di distribuzione. Per contro, la LME crea un mercato dell’elettricità trasparente per quanto concerne la vendita e la produzione, poiché i consumatori potranno decidere liberamente dove acquistare l’elettricità e a quale prezzo. Essi potranno quindi scegliere tra l’energia nucleare, l’energia idroelettrica o altre

energie rinnovabili. Attraverso l’apertura del mercato le aziende del settore dell’elettricità saranno di conseguenza obbligate a praticare prezzi più conformi al mercato, il che andrà a vantaggio soprattutto delle PMI. Un altro innegabile vantaggio della LME è legato al fatto che viene creata una trasparenza nei confronti dell’estero, ciò che rafforza l’importante posizione della Svizzera nel settore del commercio internazionale dell’elettricità.

La Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino (CciaTi) vi invita all’incontro informativo sull’importante tema della liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica, organizzato in collaborazione con l’Elettricità Svizzera Italiana (ESI). Martedì 28 maggio 2002 dalle ore 16.30 alle ore 18.00, presso Hotel La Perla Agno. Ulteriori informazioni possono essere richieste alla Ccia-Ti, Tel. 091 911 51 15.

L’art. 1 della nuova legge sul mercato dell’energia elettrica (LMEE) ha il seguente tenore: “La presente legge ha lo scopo di istituire le condizioni necessarie per instaurare un mercato dell’energia elettrica basato sulla concorrenza. Stabilisce inoltre le condizioni quadro per: a. garantire un approvvigionamento in energia elettrica affidabile e finanziariamente accessibile in tutto il Paese; b. preservare e rafforzare la concorrenzialità del mercato svizzero dell’energia elettrica a livello internazionale.”

“La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica” martedì 28 maggio 2002, dalle ore 16.30 alle 18.00 Hotel La Perla a Agno PROGRAMMA 16.30 Saluto e introduzione - Franco AMBROSETTI, lic.rer.pol., Presidente Ccia-Ti 16.40 “Le centrali idroelettriche in un mercato liberalizzato” Marold HOFSTETTER, lic.oec., Dir. OFIMA/OFIBLE SA 17.00 “Liberalizzazione e LMEE per il settore elettrico” Stefano COLOMBO, Ing. ETH, Presidente ESI 17.20 “Aspetti economici della LMEE” Massimo FILIPPINI, Professore ETHZ e USI 17.40 Domande e discussione con la moderazione di Claudio CAMPONOVO, lic.rer.pol., Direttore Ccia-Ti

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Informazioni

Ticino Business

Osec Business Network Switzerland in Ticino Lugano, 11 giugno 2002

di Jean-Antoine Wild

Avere successo nel commercio con l’estero - ma come? Fino ad ora avete commercializzato prevalentemente in ambito elvetico, ma avete ora intenzione di conquistare nuovi mercati? Oppure intrattenete già relazioni economiche con l’estero, ma puntate a consolidare la vostra presenza o mirate a conquistare nuovi mercati internazionali? Per un imprenditore abituato a commercializzare sul territorio nazionale e che inttende internazionalizzare il suo business è importante confrontarsi con realtà diverse: alle barriere linguistiche si sommano una serie di difficoltà legate alla mentalità e alla legislazione del paese con il quale si vuole entrare in contatto. Inoltre i rischi connessi al commercio con l’estero sono molti, a livello politico, economico, finanziario, logistico,… L’azienda che è già presente su vari mercati esteri può invece voler incrementare la sua fetta di mercato, reperire nuovi partner, individuare nuovi segmenti di mercato, insomma, consolidare ed incrementare i propri affari di mercato. Tramite una consulenza specifica è possibile definire i passi concreti da intraprendere. La Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino e l’Osec Business Network Switzerland hanno il piacere di informarvi sulle varie possibilità

di sostegno per lo sviluppo ed il consolidamento del business internazionale e per la prospezione dei mercati esteri. Vi invitiamo pertanto a partecipare all’incontro pomeridiano intitolato Avere successo nel commercio con l’estero – ma come? che si svolgerà martedì 11 giugno 2002 presso la Ccia-Ti Sala Dr. Gildo Papa, Lugano dalle ore 17.00 alle ore 19.30. La manifestazione si suddivide in due parti: • Nel corso della prima parte verranno trattati i seguenti argomenti: • gli strumenti di promozione del commercio estero della Svizzera • la Ccia-Ti quale partner per le vostre relazioni internazionali • l’esperienza di una PMI ticinese • le prestazioni dell’Osec. • Nel corso della seconda parte avranno luogo diversi forum di discussione su temi relativi al commercio con l’estero. La partecipazione è aperta a tutti. Gli interessati possono richiedere maggiori ragguagli alla Signora Monica Zurfluh, tel. 091 911 51 37. Seguirà il programma definitivo.

L’Osec L’Ufficio svizzero per l’espansione commerciale / Schweizerische Zentrale für Handelsförderung (Osec) è stato fondato nel 1927 quale organizzazione d’auto-assistenza all’economia svizzera, nell’intento di aumentare le esportazioni e di creare posti di lavoro. Ha rapidamente beneficiato di un sostegno finanziario della Confederazione a causa degli sforzi in favore della piazza economica svizzera. Lo scorso anno, l’organizzazione è stata ribattezzata “Osec Business Network Switzerland”. In virtù della nuova legge sulla promozione delle esportazioni, il suo campo d’attività è stato esteso. Il finanziamento dell’Osec è garantito da contributi federali per un importo annuo di circa 13,5 milioni di franchi, dalle quote dei membri, nonché da introiti provenienti dalle sue prestazioni. L’organizzazione realizza un giro d’affari annuo di quasi 30 milioni di franchi. Nel 2000 l’Osec contava circa 7000 clienti, di cui 1600 membri. L’organizzazione dà lavoro a quasi 90 collaboratori suddivisi tra la sede principale, a Zurigo, e gli uffici di Losanna e Lugano. www.osec.ch

Informazioni

Ticino Business

Sessione 1 Dalle ore 9H30 10H00 –10H15 10H15 –10H30 10H30 –11H15 11H15 - 11H30 11H30 –12H15

Torna il Salone-Convegno dedicato ai fondi di investimento e all’attualità finanziaria aperto a professionisti, imprenditori ed investitori svizzeri e italiani A seguito del successo ottenuto dal Funds Forum Lugano 2001, con risalto dato dai media, con prestigiosi partner partecipanti e con contenuti di alto livello per quanto riguarda le conferenze in programma, i promotori hanno deciso, utilizzando la medesima formula, di organizzare l’edizione 2002 che avverrà presso l’Hotel de la Paix a Lugano il 16, 17 e 18 maggio 2002. Il Ticino ed in particolare la città di Lugano vedrà per la seconda volta un evento, già presente in altri luoghi, posizionarsi con un’identità ben precisa, sia occupando una “nicchia”, quella dei fondi di investimento, sia soprattutto consolidando il proprio ruolo di evento finanziario dell’anno per quanto riguarda la nostra regione. Parteciperanno con interventi e stand tra gli altri: J. P. Morgan Fleming, Crédit Suisse Asset Management, Sarasin Bank, Vontobel, Raiffeisen, Lgt Bank in Liechtenstein, Union Bancaire Privée, Merril Lynch. Presente la stampa di settore e non, anche con degli stand. Per l’attualità finanziaria, segnaliamo in particolare un intervento della Lipper, uno sulla normativa cfc e due interessantissimi dibattiti uno dal titolo “Private Banking: non solo Segreto Bancario” che si terrà il giovedì 16 maggio primo pomeriggio e l’altro : “Piccole Multinazionali crescono: Ticino Piazza ideale per lo sviluppo della media A zienda Italiana, di produzione e di servizi” che si terrà il sabato 18 mattina, con la graditissima partecipazione, tra gli altri, di Demetrio Ferrari, Vice Presidente Ccia-TI, Charles Barras, Promovimento Economico, Giancarlo Lafranchi, Vice Direttore della Divisione delle Contribuzioni. Per informazioni, programma ed iscrizioni rivolgersi a: Funds Forum Lugano - Contrada di Sassello 5 - CH- 6900 Lugano Tel 091 945 04 76 - Fax 091 945 04 78 E-mail: [email protected] Sito: www.forumlugano.com

12H15 -12H45 12H45 – 14H00

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Giovedì 16 Maggi.o dalle 9H30 alle 12H45 Apertura del Salone, Registrazione dei partecipanti Saluto dell’Autorità Municipale On. Pio Bordoni, Presidente del Consiglio Comunale Intervento dell’Associazione Bancaria Ticinese Giorgio Ghiringhelli, Presidente “Il Sistema di Scoring come supporto alle decisioni di investimento” Dr. Aureliano Gentilini, Head of research, Lipper Milano Coffee-Break “Credit Suisse IndexMatch – La gestione di fondi indice” Dr. Valerio Schmitz-Esser, Credit Suisse Asset Management Aperitivo offerto da: Cadillac, Chevrolet, Auto Luserte Sa, Amicar Lunch

Sessione 2 14H15 - 15H00

Giovedì 16 Maggio dalle 14H15 alle 17H15 “Private Banking: non solo Segreto Bancario” Avv. Fabio Soldati, Presidente della Gruppo Multi Sa, Lugano, Andrea Lotti, Segr. Gen. Camera Commercio Italiana per la Svizzera, Zurigo , Dr. Nicola Bravetti, Direttore Banca Arner SA, Lugano, Prof. Avv. Giovanni Puoti, Ordinario Diritto Tributario Univ. La Sapienza, Roma, Salvatore Di Secli, Consulente, Heinemann Di Secli & Partners, Zurigo, Dr. Roberto Banfi, Partner Pacific Waves, Lugano Alfonso Tuor, Vice Direttore del Corriere del Ticino, Lugano 15H00 - 15H15 Coffee-Break 15H15 - 16H00 “The Human Investor: Dreams and Nightmares” Christian Elsmark, J.P. Morgan Fleming Asset Management (*) 16H00 – 16H15 Coffee-Break 16H15 - 17H00 “ML US Small Cap Value Fund – Investment Process and Outlook” Heinz B. Rothacher, Head Merrill Lynch Investment Managers Switzerland and Richard Gillham, Member of the North American Equity Team, Merrill Lynch Investment Managers London (*) 17H00 – 17H15 Dibattito e chiusura lavori Sessione 3 10H00 - 10H45 10H45 - 11H00 11H00 - 11H45 11H45 - 12H00 12H00 - 12H45 12H45 - 14H00 Sessione 4 14H15 – 15H00 15H00 - 15H15 15H15 - 16H00

16H00 - 16H15 Sessione 5 10H00 - 10H45 10H45 - 11H00 11H00 - 12H30

12H30 - 14H00

Venerdì 17 Maggio dalle 10H00 alle 12H45 Fiscalità: intervento sulla normativa CFC Giuseppe Marino, Prof. di Diritto Tributario Università degli studi Milano e di Diritto Tributario Internazionale Università Bocconi di Milano Coffee-Break “Perché UBP sovrappesa gli investimenti alternativi nella sua strategia di investimento ?” Michel Girardin, Senior economic advisor, Ronald Richter, Senior hedge funds analyst, Union Bancaire Privée Coffee-Break “Thematic Approach” Mauro Mezzalira, Banca Sarasin & C. Lunch Venerdì 17 Maggio dalle 14H15 alle 16H15 “Investire in un futuro sostenibile con i fondi futura di Raiffeisen” Giovanni Iacolina, Raiffeisen, Marlies Heerdegen, Vontobel Fonds Services,Un Rappresentante Inrate (*) Coffee-Break “Security Selection at LGT Capital Management” Dr.Thomas Portmann, LGT Capital Management Aktiengesellschaft e LGT Bank in Liechtenstein Aktiengesellschaft,Vaduz con Succursale di Lugano (*) Dibattito e chiusura Lavori Sabato 18 Maggio dalle 10H00 alle 12H30 “Perché UBP sovrappesa gli investimenti alternativi nella sua strategia di investimento ?” Michel Girardin, Senior economic advisor, Ronald Richter, Senior hedge funds analyst, Union Bancaire Privée Coffee-Break Roundtable “Piccole Multinazionali Crescono: Ticino Piazza ideale per lo sviluppo della media A zienda Italiana, di produzione e di servizi” Demetrio Ferrari, Vice Presidente CCIA Ticino, Charles Barras, Capo Sezione, Servizio Promovimento Economico, Giancarlo Lafranchi, Vice Direttore della Divisione delle Contribuzioni, Avv. Gianvirgilio Cugini, STS Studio Tributario Societario, Lugano, Bruno Cantarelli, Watsystem, Parma. Lunch

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Vita dei Soci

Ticino Business

Stilus SA La Stilus SA ha raggiunto un prestigioso traguardo: 20 anni di fondazione

di Alessia Romano

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a Stilus SA, Agente Generale di PLUS Vision Corp. di Tokyo, produttore numero uno in Giappone di proiettori DLPTM, ha invitato a Lugano, in occasione dei festeggiamenti per i 20 anni di attività, tutti i partner commerciali più importanti provenienti da 14 nazioni europee, dal Giappone e naturalmente dalla Svizzera. Nella parte ufficiale della manifestazione, tenutasi presso l’Hotel de la Paix, sono intervenuti come relatori Giampiero Trentini, presidente della Stilus SA, il quale ha aperto l’incontro presentando l’evoluzione dell’attività dell’azienda; Claudio Generali, presidente della Banca del Gottardo, vice-presidente di SSR/SRG e vice-presidente di Swiss; Eiji Shinataku, Presidente CEO di PLUS Vision corp. Tokyo; Colin Massenger London DTC (Decision Tree Consulting Ltd.). Oltre a ripercorrere l’evoluzione storica e le tappe più significative che hanno caratterizzato la Stilus SA, è stata presentata anche la nuova generazione di proiettori data video. PIANO di PLUS è un proiettore Home Cinema che permette di ottenere una visione su grande schermo in casa propria; quest’ultimo è risultato il migliore in diversi test su autorevoli riviste tedesche e svizzere. PLUS Piano è compatibile con tutte le sorgenti: DVD, video cassette, CD Rom, trasmissioni televisive, internet, Personal Computer. I proiettori della serie V-1080 XGA e V-807, grandi come un palmo della mano e del peso inferiore a 1 kg sono dotati di tutte le funzioni avanzate, compresa la tecnologia DLP che assicura la massima qualità dell’immagine, oltre a permettere il collegamento alla rete web. La Stilus SA si occupa di coordinare la pro-

duzione di prodotti in Giappone e di promuovere le vendite in Europa. Dal 1990 la Stilus SA ha infatti creato una propria rete di distributori esclusivi nel sud e nell’est europeo che comprende Italia, Spagna, Austria, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Bulgaria, Rumania, Serbia e Croazia. Per quanto concerne la Svizzera ha creato una propria rete di vendita con rivenditori autorizzati su tutto il territorio. La

Stilus SA si occupa inoltre della logistica delle merci, gestisce uno stock nei punti franchi europei, organizza un servizio di assistenza rapido oltre a promuovere la formazione tecnica degli ingegneri e tecnici internazionali e svizzeri. Per ogni ulteriore informazione non esitate a contattare Stilus SA, Via Sottobisio 30, 6828 Balerna. Tel. 091 683 51 43, Fax 091 683 99 57, [email protected] - www.plus-europe.com

Servizi della Ccia-Ti

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Alcuni consigli utili per fidelizzare i vostri utenti Internet

di Alessia Romano

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l commercio elettronico è una delle grandi opportunità rese possibili dallo sviluppo di Internet e sta diventando sempre più velocemente un mezzo fondamentale per il business nella nostra epoca. Purtroppo non esistono ricette miracolose per far sì che i vostri prodotti si vendano ancor più tramite Internet. Definire le proprie strategie è il modo migliore per determinare la sopravvivenza e lo sviluppo futuro dell’azienda, ma anche prestare particolare attenzione alle esperienze di imprese che sono presenti da un certo tempo sul web è sicuramente un espediente utile per non incorrere in errori già commessi da altri. L’obiettivo di questo articolo è dunque quello di fornire alcuni consigli utili per la gestione del proprio sito web. Per far in modo che gli utenti Internet siano incentivati a visitare più volte il vostro sito è necessario catturare tutta la loro attenzione. Ma quali sono dunque le condizioni necessarie per fare in modo che gli internauti diventino dei visitatori abituali del vostro sito? E per far sì che diventino vostri clienti? Quali sono infine i fattori che influiranno sulla decisione di acquistare uno dei vostri prodotti attraverso la rete?

1) Differenziazione La scelta del nome del dominio sottolinea di primo acchito il vostro orientamento professionale. La percezione dell’opinione pubblica, e dunque la percezione della credibilità della vostra impresa, dipende in buona parte dalla scelta dell’indirizzo del vostro sito web. Non sottovalutate questo aspetto che all’apparenza può sembrare ininfluente.

2) Gestione banca dati clienti Pubblicate una dichiarazione di rispetto della vita privata dei vostri clienti. È possibile essere sanzionati per l’abuso di dati a carattere personale. La sicurezza delle informazioni passanti per Internet è sempre di più un tema di grande attualità, voi potete fare la differenza sul vostro sito con una descrizione delle vostre procedure di gestione dei dati.

dere e soprattutto vendere. Lo scopo della rete è anche quello di condividere informazioni ed idee di pubblico interesse. L’obiettivo ultimo di ogni azienda è quello di vendere, ma soprattutto di fornire delle informazioni sui propri prodotti. Queste informazioni possono essere diffuse sottoforma di articoli, interviste, glossari, ecc. Ricordate di non sottostimare il potere dell’informazione gratuita.

3) Comunicazione visiva Quale stile intendete utilizzare per l’impostazione della comunicazione visiva del vostro sito web? Siete propensi per un sito dal genere semplicistico (minimalista) ma ben organizzato e di veloce navigazione oppure un sito vetrina che rappresenti la vostra impresa e l’intera gamma di prodotti o servizi offerti; oppure ancora quello della pagina personale? Per una buona elaborazione grafico-visiva sono disponibili svariati strumenti. La creazione del sito faida-te, a condizione che abbiate le conoscenze necessarie e una buona dose di tempo da dedicarvi regolarmente, risulta essere la soluzione più economica e a corto termine. Ma attenzione, quest’ultima soluzione non può essere la più remunerativa a lungo termine se dovete focalizzare la vostra attenzione su altre attività aziendali. La soluzione migliore è dunque quella di affidarsi ad un Webdesigner il quale vi permette di affrontare la strutturazione del sito web con oculatezza.

5) Chi sono i vostri internauti? Se non richiedete esplicitamente ai vostri utenti di lasciarvi il loro indirizzo di posta elettronica, ci sono poche speranze che essi lo faranno spontaneamente, soprattutto se è per una newsletter. È necessario che possiate dar loro una buona ragione per abbonarsi alla vostra newsletter e non ad un’altra. Affermate che la vostra è una fonte sicura di sapere e che fornirete loro delle informazioni rilevanti. Una volta che gli internauti si abboneranno al vostro sito web dovrete essere in grado di mantenere le promesse fatte.

4) La gestione dell’informazione Troppi siti si accontentano di vendere, ven-

6) Aumentare la visibilità del vostro sito Si tratta di far parlare del vostro sito. Le possibilità sono numerose, cercate di creare dei link incrociati con i vostri partner tradizionali. Fate mettere negli annuari di ricerca generali e specializzati il vostro indirizzo, oltre che nei motori di ricerca. Per i motori di ricerca non dimenticate l’importanza della qualità della scelta delle parole chiavi, per un riferimento che porti i suoi frutti.

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Ticino Business

Servizi della Ccia-Ti

Queste le ultime proposte formative della Ccia-Ti prima della pausa estiva

di Cécile Chiodini

Telephoning English Sapete gestire bene una conversazione telefonica in lingua inglese? Sapete comunicare in modo corretto che il capo è occupato al telefono o in riunione, dire di richiamare più tardi o un altro giorno ad un’ora specifica, chiedere il nome ricorrendo allo “spelling” e riuscire a prendere nota del numero di telefono di chi ha chiamato? Chi crede di “arrangiarsi” con la lingua inglese, in realtà nel corso di una conversazione telefonica commette numerosi errori, poiché ignora la terminologia specifica. Un corso mirato è quindi la soluzione ideale! Durante il corso saranno esercitate diverse situazioni, ad esempio come iniziare e terminare una telefonata, come richiedere informazioni e appuntamenti ed infine come intrattenere l’interlocutore e lasciare messaggi chiari e brevi sulla segreteria telefonica. Grazie alla pratica acquisita in classe i partecipanti saranno in grado di applicare immediatamente nella loro realtà professionale le espressioni apprese. Obiettivo principale del corso è insegnare nuove espressioni ed usarle correttamente e – grazie al numero limitato di partecipanti – tutti avranno la possibilità di parlare, parlare, parlare!!! Il corso, della durata di 5 serate, si terrà martedì 21, 28 maggio, 4, 11, 18 giugno 2002, dalle 18h30 alle 20h00, presso la Ccia-Ti.

Il funzionamento efficace e dinamico di un team Il successo di un’azienda è legato alle sue prestazioni. La qualità delle prestazioni è determinata dalle capacità di un’azienda di convogliare e concentrare in modo adeguato i suoi sforzi nel processo di sviluppo e di perfezionamento di prodotti e servizi, nonché nel miglioramento della propria struttura organizzativa. Le ormai numerose esperienze hanno provato che questi obiettivi sono raggiunti in misura ottimale soprattutto attraverso il coinvolgimento diretto dei propri collaboratori, affinché ognuno sia in grado di apportare il suo fattivo contributo ed il lavoro di gruppo ha il pregio di stimolare la creatività e di meglio valutare l’efficacia delle soluzioni proposte. Una volta individuata la necessità e l’importanza di un lavoro di gruppo a tutti i livelli, risulterà però essenziale sapere come organizzare e gestire lo sviluppo di un team. Siete interessati a conoscere le tecniche adatte? L’occasione giusta è questo corso. Il corso, della durata di 1 giornata, si terrà mercoledì 12 giugno 2002, dalle 09h00 alle 17h00, presso la Ccia-Ti. Il management e la promozione della salute dei collaboratori Segnaliamo che l’incontro di presentazione del corso “Il management e la promozione della salute dei collaboratori” previsto per il 7 maggio 2002 è stato posticipato a giovedì 23 maggio 2002, presso la CciaTi, (Corso Elvezia 16, Sala dr. Papa, VI piano). In occasione di questa serata tutti gli

interessati avranno modo di sentire direttamente dal direttore della Wellness and Management Matteo Biasca e dal responsabile scientifico Fabio Maerki, i temi e gli obiettivi di questa formazione. Scuola per capi-azienda nelle arti e mestieri, corso 2002 - 2004 Sono ancora disponibili alcuni posti al corso per capi-azienda 2002 – 2004. La scuola inizierà venerdì 6 settembre 2002. Le lezioni si terranno tutte le settimane a Lugano, presso la Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino, il venerdì pomeriggio e ogni 15 giorni il sabato mattina, nel periodo settembre 2002 - giugno 2003 (primo anno) e settembre 2003 - giugno 2004 (secondo anno). Materie principali d’insegnamento: tecniche e problemi contabili (contabilità finanziaria, calcolo dei costi, allestimento preventivi, analisi finanziaria), principi fondamentali della gestione aziendale (la funzione del capo-azienda, organizzazione dell’azienda, tecniche di lavoro, tecniche di discussione e di negoziazione), gestione del personale, produzione, marketing, questioni fiscali, questioni assicurative, l’informatica nelle PMI, economia politica, questioni giuridiche, finanziamenti e investimenti. Il numero dei partecipanti è limitato! Per ulteriori informazioni e iscrizioni potete rivolgervi a Cécile Chiodini Tel. 091 911 51 18 - Fax 091 911 51 12 E-mail : [email protected]

Fiere internazionali

Incontri internazionali «Cities Companies and Environment» e «International Business Exchange Environmental Sector» Badalona (Barcelona, ES), 21-23 maggio 2002 Accanto al simposio intitolato «Cities Companies and Environment» che, fedele alle sue abitudini, sarà dedicato a questioni d’attualità legate all’economia, alla cultura e all’infrastruttura urbane e all’ambiente, Badatone, un comune nella periferia di Barcelona, accoglierà l’«International Business Exchange Environmental Sector», un incontro internazionale tra aziende attive nel settore ambientale (Eco-Design, prodotti ecologici). Questo incontro può interessare anche le aziende svizzere, in quanto il settore spagnolo dell’ambiente e del riciclaggio, che si sta realizzando, offre molte prospettive commerciali. Per maggiori informazioni potete contattare: Badalona International Business Centre Tel. 0034 93 464 80 00 Fax 0034 93 464 80 20 [email protected] www.bcin.org Consolato generale di Svizzera e Barcelona Tel. 00 34 93 409 06 50 Fax 0034 93 490 65 98 [email protected] FHC Food & Hotel China International Hotel, Restaurant + Foodservice Exhibition Shanghai (CN), 3-6 settembre 2002 La FHC Food & Hotel China a Shanghai è senza ombra di dubbio la prima fiera nei settori degli alimentari, delle bibite, della ristorazione, delle macellerie e delle attrezzature ed accessori alberghieri di tutta la Cina e si rivolge ad acquirenti professioni-

sti, a dirigenti e quadri del commercio all’ingrosso e in dettaglio. L’edizione 2001 a raggruppato oltre 435 espositori da 32 nazioni ed ha accolto 11’019 visitatori, ossia un aumento del 9,3% in rapporto all’anno precedente. La FHC si svolge nel Shanghai Exhibition Center su una superficie di circa 4’000 m2. Con la collaborazione della Federazione delle industrie alimentari svizzere (FIAL), l’Osec organizza una partecipazione collettiva svizzera a questa fiera. Per maggiori ragguagli, gli interessati possono mettersi in contatto con la Segreteria dell’Osec, Tel. 091 911 51 37. CITME 2002 – Fiera internazionale delle macchine tessili Pechino (CN), 15-19 ottobre 2002 La CITME è considerata in Cina come la più importante fiera delle macchine tessili. Da decenni il mercato cinese si è sviluppato ad alto livello a favore del mercato europeo delle macchine tessili. La prevista entrata della Cina all’OMC consentirà al mercato di realizzare nuovi investimenti e di mantenere la sua attrattività. L’edizione 2000 ha registrato 710 partecipanti, ossia il 30% in più dell’edizione precedente. I visitatori provengono da tutta la Cina e anche dall’India, dall’Indonesia, dal Pakistan, dalla Repubblica di Corea e da Taiwan. Nel 2000 i visitatori ammontavano a 37’255. L’Osec, in collaborazione con SWISSMEM/Gruppo macchine tessili, organizza un padiglione ufficiale svizzero. Chi desidera ottenere maggiori ragguagli, può contattare la Segreteria dell’Osec, Tel. 091 911 51 37. PLMA 2002 - Chicago International Private Label Trade Show Chicago (USA), 17-19 novembre 2002 Il Private Label Trade Show de Chicago è

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l’unico salone internazionale sulle marche di commercio che si svolge ogni anno negli Stati Uniti. Esso attira oltre 5’000 acquirenti professionali provenienti da tutto il Nordamerica. Circa 1’200 espositori, di cui un quarto europei, presentano in quest’occasione i loro prodotti. La fiera si rivolge agli store brand managers, ai quadri commerciali e amministrativi, ad acquirenti, distributori, grossisti e dettaglianti di prodotti alimentari e prodotti di consumo correnti. A seguito del successo riportato dal padiglione svizzero alla PLMA di Amsterdam, l’Osec Business Network Switzerland, con la collaborazione della Federazione delle industrie alimentari svizzere (FIAL), dell’Associazione dell’industria svizzera dei cosmetici e degli Swiss Business Hubs di Chicago e New York, ha deciso di organizzare una presenza elvetica alla PLMA di Chicago. Affinché la partecipazione svizzera possa concretizzarsi, è però necessario che il numero di aziende iscritte sia sufficiente. Sono previsti dei padiglioni nel settore food e non-food. Per maggiori ragguagli, gli interessati possono contattare la Segreteria dell’Osec, Tel. 091 911 51 37. Forum internazionale sulle materie plastiche Ho Chi Minh City ( VN), 3-6 dicembre 2002 In occasione della fiera Vinamac - Vietnam International Exhibition on Machinery & Materials for Manufacturing - avrà luogo anche un forum che consentirà ai produttori stranieri di presentare i loro prodotti. Per maggiori informazioni vogliate mettervi in contatto con Adsale [email protected] http://www.adsaleexh.com/vmac/

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News della Ccia-Ti

Giugno 2002

Sommario

Totem e tabù

Totem e tabù

di Franco Ambrosetti

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rancamente non mi aspettavo di creare un simile vespaio. Non mi sono reso conto di toccare un vero e proprio tabù, non pensavo di fare una proposta indecente, in fondo ho solo espresso l’opinione di una larga maggioranza dei soci della Ccia-Ti. Beh, ormai è fatta, ora andiamo avanti. È curioso vedere come anche gli intellettuali più illuminati, quelli che usano disinvoltamente le parole democrazia e libertà reagiscano definendo l’idea di trasformare la BS in una SA “inopportuna”, “un problema vecchio”, “non è prioritario”, “è un ballon d’essai” e così via. Tutte espressioni che indicano fastidio, un forte prurito, una voglia incontenibile di dire al sottoscritto: sta’ zitto. Naturalmente le reazioni negative vengono prevalentemente dal mondo politico e ciò non stupisce affatto. In un cantone in cui i nostri partiti hanno dedicato una buona parte dell’ultimo ventennio a pianificare le carriere dei propri pupilli all’interno delle strutture statali e del parastato, la privatizzazione della BS sottrae loro un giocattolo prezioso che equivale ad un indebolimento del potere. Non so se ciò sia bene o male e francamente non mi interessa.

Intervista Dr. Amilcare Berra Raddoppio del Gottardo

•Editoriale e Agenda

pag. 9

•Energia elettrica: un mercato da liberalizzare

pag. 10

•Un aiuto prezioso alle piccole e medie imprese

Continua a pagina 3



pag. 15

•Work2Gether

pag. 20

•Tour de Suisse

pag. 21

•Commercianti luganesi in assembrea

Raddoppio del Gottardo: Consiglio federale sconfessato

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pag. 22

•Assemblea AFRA

pag. 24

•Cornèr Banca SA

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•Fulldesign-DACHCOM

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•Vini & Distillati Delea

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•WEB Project Manager

pag. 29

•Fiere internazionali

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di Elisabetta Pisa

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a maggioranza degli svizzeri è favorevole al raddoppio del tunnel del Gottardo. Ma evidentemente non conta: il Consiglio federale continua a inserire il completamento della galleria nella lista degli interventi non prioritari. A rivelare l’orientamento dei cittadini su quello che è diventato un terreno di scontro tra il Ticino e il ministro dei trasporti Moritz Leuenberger, è un sondaggio condotto da Demo-SCOPE, Istituto di ricerche di mercato di Adligenswil. L’indagine, commissionata dal Comitato dell’Iniziativa Avanti - cui

aderiscono il TCS, Touring Club Svizzero, l’ACS, Automobile Club Svizzero, l’USAM, Unione Svizzera Arti e Mestieri, e gli ambienti economici e petroliferi - è stata condotta in diversi Cantoni, tra cui anche il Ticino. Nel lembo meridionale della Confederazione il 63,9% degli intervistati si è detto favorevole al raddoppio, il 23,3% contrario e il 12,8% non sa. Risultati, che sono in linea con quelli a livello nazionale. I dati, dunque, parlano chiaro. Continua a pagina 7

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Strong opinions

Ticino Business

BancaStato: totem e tabù

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

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l mondo economico va avanti malgrado gli sbarramenti costruiti dai conservatori, quelli di destra e quelli di sinistra. Blair, Schröder, D’Alema e altri personaggi della sinistra europea si sono spinti ben oltre, compiendo passi anche spericolati in direzione delle privatizzazioni, alcuni con successo, altri no. Ma tant’è, così si muove il mondo. Con o senza la benedizione dei conservatori nostrani. Il lato positivo della medaglia è invece la constatazione che il dibattito sulla BS è perennemente attuale, vivo e appassionato, parlarne è utile, schiarisce le idee, riordina i punti di vista e magari abbatte qualche pregiudizio, a testimonianza che la voglia di discutere è forte. A dire il vero, quella che abbiamo proposto non è una vera e propria privatizzazione: è un cambiamento di assetto giuridico che permetterebbe allo Stato, azionista unico, di scegliere la composizione dei vertici della banca con criteri di economia privata, rispettando quindi le regole della corporate governance, termine quest’ultimo che sta ad indicare un insieme di norme di comportamento etico per i vertici di una società anonima. Di origine anglosassone, questo codice di comportamento abbraccia un campo vastissimo che regola l’agire delle aziende quotate (o no) in borsa: dall’insider trading, alla trasparenza dei bilanci, alla politica d’informazione verso azionisti e dipendenti, al codice di condotta dei dirigenti e così via. La corporate governance riflette anche un certo moralismo tipico

delle strutture anglosassoni, ma è un vento che soffia sempre più forte anche in Svizzera contribuendo a correggere certi effetti nefasti di un liberalismo troppo sfrenato. Il nostro codice delle obbligazioni all’art OR 707-726 contiene una gran parte dello spirito della corporate governance. Il pilastro fondamentale che regge queste regole, è il concetto d’indipendenza delle persone che occupano i vertici aziendali. Indipendenza totale dall’azienda stessa, dai clienti, dai fornitori, da gruppi di pressione, cioè da tutte quelle forme di condizionamento che possono avere un’influenza sul potere decisionale. Come un giudice direte voi. Sì. Come un giudice. Proprio così. Il tutto è mirato ad un solo, semplicissimo scopo: quello di evitare il conflitto d’interessi. Se una volta i CdA erano formati dal banchiere che aveva erogato il finanziamento, un paio di amici fidati (che ricambiavano il servizio mettendoti nel loro CdA), e il politico di turno che ha le mani in pasta, oggi tutto ciò non si fa più. E a giusta ragione. Il vertice di un’azienda, è un organo operativo con precise responsabilità e precisi doveri, dove non c’è posto per chi ha un conflitto d’interessi, per chi non è libero di decidere in modo indipendente. (Se volete saperne di più su ciò che può succedere quando ci sono palesi conflitti d’interesse ai vertici, basta studiare il caso SWISSAIR). Quindi quando si sostiene che la BS ha bisogno di un maggior controllo, si dice una grande verità. Sempre che questo controllo non sia una specie di KGB ge-

stito dallo Stato che si sovrappone all’obbligo di controllo già prescritto dalla legislazione federale sulle banche. Anche perché esiste un problema di confidenzialità dei dati per cui un super controllo di uno Stato ficcanaso potrebbe creare paura e incertezze nella clientela. Controllo sì, dunque. Ma sostenere che per fare ciò non è necessario modificare la struttura giuridica dell’istituto, è una bufala. Come si può infatti ottenere maggior controllo dagli organi preposti a questo compito, se chi ne fa parte non è indipendente e alberga in sé conflitti d’interesse? Come può essere obiettivo, trasparente, imparziale un controllo eseguito da persone designate in base all’appartenenza partitica che già di per sé è sinonimo di dipendenza? Noi chiediamo che l’auspicato (da tutti) maggior controllo venga esercitato applicando scrupolosamente le regole di corporate governance in uso in quasi tutte le imprese gestite con criteri moderni. E questo non si può fare senza staccare la BS dal potere politico. Ha ragione il Presidente Bergonzoli a dire che “l’autonomia della BS non si tocca”. Ma l’autonomia della BS, sacrosanta, è l’autonomia dei suoi organi che però, oggi, sono di provenienza partitica. In Svizzera si è fatto molto poco, in fatto di privatizzazioni. Ma quel poco è stato fatto molto bene. Non è a caso che ho scelto l’esempio di SWISSCOM: l’azienda si è arricchita enormemente dalla privatizzazione in poi, le tariffe globalmente

Strong opinions

sono scese a livelli che sembravano impossibili solo due anni fa , il bilancio è sanissimo, sicché oggi è la più solida e più ricca telecom in Europa e si situa al 7o posto nella graduatoria per ordine di grandezza. Questo mentre quasi tutte le altre “consorelle” boccheggiano o, nel migliore dei casi stanno appena a galla. La privatizzazione SWISSCOM è un successo. E la nostra proposta di privatizzare la BS tenendo lo Stato come azionista unico è molto, molto soft. Mi rendo perfettamente conto che una proposta più aggressiva non verrebbe nemmeno presa in considerazione. La Svizzera è un paese piuttosto dirigista ed ugualitario. Per la libera concorrenza, con i suoi 1000 e più cartelli, resta poco spazio. Per non parlare del liberismo che nel nostro paese ha tante chances di successo quante ne avrebbe l’affidare a Mc Donalds la gestione del catering alla prossima manifestazione noglobal. Ma questo è il nostro Paese e ci va bene così: questi limiti si sentono anche in Ticino, dove lo Stato nell’immaginario di molti è, come era una volta la terra, che oggi però non conta più nulla come fonte di reddito, per altri una specie di semidio giusto e imparziale, al disopra delle parti. E anche questo va bene così: è la nostra realtà e quindi, lungi da me il voler stravolgere il Cantone, creare ansie e paure, incertezze e smottamenti. Noi diciamo: una banca molto importante per l’economia ticinese come la BS farebbe bene a

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regalarsi una struttura più moderna, più flessibile, distaccata dal potere politico, in sintonia con i tempi. Una BS così concepita dovrebbe avere come missione quella di banca universale, occuparsi cioè di entrambi i settori portanti di un istituto bancario e cioè credito commerciale e investment banking (private banking, ecc). Per quanto riguarda l’aiuto spesso reclamato a gran voce, di sostegno alle aziende ticinesi, io credo che questo ruolo sia importantissimo. Credo però anche che l’aiuto alla nostra economia è tanto più efficace quanto più valide sono le aziende che si sostengono; e qui, sinceramente, credo che la BS fino ad oggi abbia svolto un buon lavoro. Anzi ottimo. Restano due problemi da discutere: il primo, è la garanzia statale: penso che in caso di trasformazione in SA, nulla vieti allo Stato di continuare a dare la sua garanzia almeno fintanto che rimane l’unico azionista. Il secondo punto: il privilegio fiscale, pur perdendolo, l’andamento dell’istituto è tale da garantire allo Stato entrate almeno equivalenti ai versamenti effettuati oggi. Mi avete seguito fin qui? Bene. Se pensate che una BS detenuta al 100% dallo Stato, ma trasformata in SA non sia uno stravolgimento tale da mettere in pericolo né il futuro della BS, né quello dello Stato stesso, né tantomeno quello dei cittadini, al-

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lora siamo d’accordo. Ma perché farlo se cambia così poco? Perché così, si offre allo Stato una possibilità di scelta: tra continuare, anche dopo la trasformazione, come oggi e il cambiamento. Non è poco. I passi successivi come una quotazione in borsa o la vendita a privati di una quota azionaria sono sicuramente più impegnativi della mera trasformazione in SA. L’iter è più complesso, la problematica va studiata a fondo, ma diviene, se si vuole, una possibilità reale. Se lo Stato avrà bisogno di cash, potrà sempre farne uso. Anche qui potrà scegliere, se vorrà. Terminiamo qui. Solo una breve considerazione personale: La Ccia-Ti ha come preoccupazione il buon andamento dell’economia ticinese. Non ha assolutamente nulla da perdere né tantomento da guadagnare da una trasformazione come quella proposta. Non aspiro a diventare consigliere d’amministrazione di BS come qualcuno ha suggerito. Sono già consigliere d’amministrazione di una banca. Anzi, non aspiro a essere proprio nulla in questo Cantone, se non il Presidente di questa Camera, perché solo così possiamo essere indipendenti, autonomi, liberi di dire la nostra opinione in modo forte e chiaro, senza condizionamenti di sorta. La nostra proposta è totalmente disinteressata. Ci sta a cuore l’andamento dell’economia e se non andrà in porto, sarà stato bello sognare.

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L’ospite

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Banca Stato, una SA per guardare al futuro

Intervista con il Dr. Amilcare Berra, di Libero D’Agostino

L

a proposta del presidente della CciaTi, Franco Ambrosetti, di trasformare la Banca dello Stato in una SA sotto controllo pubblico, per liberarla dalle pesanti ingerenze dei partiti, ha suscitato un vasto dibattito. Le reazioni a caldo per una soluzione che sul modello Swisscom, prefigura una privatizzazione soft dell’istituto di credito cantonale, non sono di certo mancate. E’, invece, mancato un giudizio a freddo e, magari, più distaccato dagli interessi della politica e dalle polemiche che recentemente hanno investito la BS. Amilcare Berra, la piazza bancaria ticinese l’ha vista crescere, anzi, è stato uno degli artefici del suo successo, quando più che i tabulati elettronici dei computer contava ancora il fiuto del finanziere di vaglia. Già direttore dell’Ubs di Lugano, padre fondatore, assieme a Luigi Generali, del Centro studi bancari di Vezia, e per cinque anni membro della Commissione federale delle banche, Berra, oggi in pensione, per le vicende della piazza ha conservato tutta la passione e la curiosità del professionista di lungo corso. Secondo lui, Ambrosetti ha toccato un tema di stretta attualità sollevando una questione di principio che merita una particolare attenzione. “In questi ultimi anni – afferma Berra - il problema delle banche cantonali, con la loro particolare struttura, è stato al centro di lunghe e approfondite discussioni, sfociate, poi, nel nuovo ordinamento federale entrato in vigore nell’ottobre del ’99. Nell’ambito di tale ordinamento, anche questi istituti sono stati più direttamente sottoposti, per quel che riguarda la sorveglianza e il controllo, alla Commissione federale delle banche, e hanno quindi perso una buona parte dei loro privilegi iniziali. Tale cambiamento, suggerito dalle modifi-

cate esigenze dell’attività bancaria in genere, oggi non può non essere considerato”. Una delle principali obiezioni mosse a questa privatizzazione morbida della BS è che si snaturerebbe il suo mandato statutario di sostegno all’economia cantonale. In che misura è fondata questa obiezione? “Credo che questo mandato politico generale della Banca dello Stato non sia messo in discussione. Semmai, resta da discutere unicamente il modo in cui il compito di favorire lo sviluppo del Cantone debba essere realizzato in un contesto di mutate condizioni economiche e di mercato”. Altra critica al modello suggerito da Ambrosetti, è che la trasformazione in SA statale, renderebbe la BS del tutto simile alle altre banche, con la conseguenza di una subordinazione a quel principio di redditività che, secondo i più critici, è poco compatibile con le finalità di un istituto di credito cantonale. “L’attività delle banche cantonali, come quella di tutti gli altri istituti che operano sul piano nazionale, è oggi sorvegliata e controllata non già da organi politici, bensì esclusivamente dalla Commissione federale delle Banche. Quest’ultima ha addirittura la facoltà, in casi di disfunzioni o irregolarità, di disporre la chiusura di qualsiasi banca, cantonali comprese. Perciò, la critica sollevata non sembra fondata. Per le ragioni che hanno portato alle modifiche menzionate prima, e per la necessaria adattabilità alle esigenze di un campo di attività in continua evoluzione, la forma giuridica della società anonima del resto già adottata da diverse banche

cantonali- sembra da preferire. Questa forma lascia libera l’Autorità politica di fare le proprie scelte, vale a dire optare per una partecipazione totale al capitale sociale oppure scegliere una partecipazione parziale. In quest’ultimo caso, il minimo richiesto sarebbe del 33%”. Altri sostengono che con questa riforma il Ticino potrebbe perdere il centro decisionale nella BS. E’ un rischio reale? “Non vedo come cambiando la struttura, la Banca dello Stato debba o possa perdere le sue competenze decisionali. La costituzione e le finalità dell’istituto sono fissate da norme cantonali, la proprietà - totale o parziale - è decisa, anche per le SA dagli organi dello Stato, la conduzione e l’attività pratica sono di competenza degli organi della Società, sotto il controllo della Commissione federale delle banche. Quindi, non mi sembra che esistano i rischi paventati”. E’ ancora concepibile che sia l’appartenenza partitica il criterio principale per la scelta del Cda dell’istituto, anche se ciò comporta, a volte, una pericolosa confusione di ruoli tra politica e management nella conduzione della BS? “Credo che oggi l’attività bancaria, sempre più complessa e impegnativa, e sempre più esposta ai fattori concorrenziali, debba essere liberata dai meccanismi politici. Determinanti, anche per la conduzione di una banca cantonale, devono essere le competenze, la capacità e le esperienze professionali dei vari responsabili. Ed è in questa direzione, verso cui ormai si muove l’odierno mondo bancario, che saranno chiamate a muoversi anche le banche cantonali”.

Contromano Come vede il futuro della BS e di cosa ha bisogno oggi per restare un istituto solido ma al passo con l’evoluzione del mondo finanziario. “La Banca Stato è un istituto estremamente solido e con un potenziale di attività di certo apprezzabile. E’ la banca dei ticinesi e come tale deve continuare ad operare. In questi ultimi tempi, la sua immagine è

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stata purtroppo offuscata anche da inopportune e ingiustificate strumentalizzazioni di ogni genere, non da ultimo di ordine politico. L’attività della banca, che per sua natura vuole essere accompagnata da discrezionalità, è stata purtroppo data in pasto alla piazza, con le conseguenze che tutti ormai conoscono. Ricordo a tale proposito, che fatti analoghi a quelli riscon-

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trati in Ticino, o episodi addirittura più gravi, verificatisi presso altre banche cantonali negli ultimi anni, non sono stati accompagnati da reazioni simili a quelle registrate da noi. Adesso cerchiamo tutti assieme di trarre dalle esperienze fatte i dovuti insegnamenti. Se così sarà, penso che possiamo guardare al futuro della Banca Stato con fiducioso ottimismo”.

Ticino: le rendite di posizione sono finite di Libero D’Agostino

La Hanro di Novazzano, chiuderà il prossimo agosto. Il costo di produzione in Ticino non è più concorrenziale, quindi le attività saranno trasferite in Portogallo dove la manodopera costa meno. Il Cantone perderà 122 posti di lavoro. Se la Hanro è già pronta a sbaraccare, anche altre aziende si trovano in grosse difficoltà. Come a metà degli anni ’90, il termine “delocalizzazione” ricompare minaccioso nelle cronache dell’economia cantonale, sulla quale, peraltro, si vanno addensando altri pericolosi segnali. Ma, oggi, differenza di allora, di fronte al rischio di un declino economico, non si vede nella classe politica la prontezza necessaria nel reagire tempestivamente a questi segnali. Sebbene essi denotino la pericolosa concomitanza di diversi fattori che possono inceppare la crescita del Cantone. Piazza finanziaria. Dopo lo Scudo fiscale del ministro italiano dell’Economia, Giulio Tremonti, per la piazza ticinese le cose non saranno più come prima. Non tanto per effetto del rientro dei capitali, quanto invece per tre condizioni di fondo che stanno modificando radicalmente quello che per decenni è stato il mercato di riferimento della finanza ticinese: ·il settore bancario italiano ha conosciuto in questi ultimi anni una rapida evoluzione e va acquisendo, anche nella gestione patrimoniale, una forza concorrenziale di tutto rispetto. ·dal profilo degli interessi di imprenditori, investitori e risparmiatori, le condizioni quadro dell’economia italiana e l’uso degli strumenti fiscali si stanno sempre più orientando verso una modernizzazione in senso liberale del Paese. ·il progressivo svuotamento, o quantomeno una perdita d’immagine, del segreto bancario svizzero sotto le pressioni dell’Unione Europea.

Un eventuale ridimensionamento del settore bancario ticinese, in termini di volumi di affari e impieghi, significa: riduzione di una delle principali fonti di ricchezza del Cantone (16,7% del prodotto interno lordo); gravi ripercussioni occupazionali pure nell’indotto; ricadute altrettanto pesanti per i flussi di reddito e per le entrate fiscali di Comuni e Cantoni. Gottardo. La chiusura prima del tunnel autostradale del Gottardo, e il sistema di dosaggio poi, sono costati sino adesso all’economia cantonale almeno un centinaio di milioni di franchi. Ma i veri effetti della gestione attuale dei transiti si vedranno nel giro di pochi mesi: quando sui bilanci delle aziende e su quelli delle famiglie comincerà a pesare il rincaro dei costi di trasporto. E si vedranno soprattutto nel momento in cui imprese e commerci tireranno le somme dei ritardi che si accumulano con forniture e consegne. Per un industriale o per un commerciante non rispettare i tempi abituali di consegna ai clienti vuol dire ritrovarsi fuori mercato, per suoi dipendenti perdere il lavoro. Per un Cantone che è un crocevia internazionale, ma che non riesce a vedere nella gestione dei trasporti una grande opportunità di lavoro e di ricchezza per tutti, e che nei giorni festivi si permette chiudere la dogana come se fosse un qualsiasi ufficio statale, immobilizzando il traffico merci di mezza Europa, significa rinunciare ad una grande chance. Turismo. Anche a causa del Gottardo i pernottamenti e le presenze per i ponti primaverili sono stati catastrofici, e non lasciano presagire niente di buono per la stagione estiva. Ma non è certo solo colpa delle colonne al tunnel. La verità è che il turismo ticinese è in forte ritardo con i progetti di rilancio, e non riesce a

produrre, se non episodicamente, iniziative immediate di forte richiamo. Ma il peggio è che non possono esistere vocazione e attrattività turistica per un Cantone dove dopo le 10 di sera nel 99% dei ristoranti non si può mangiare che una pizza, e dove le città turistiche per eccellenza, come Lugano o Locarno, a quell’ora sono un mortorio. Bilaterali. Entrati in vigore i trattati con l’UE è scattato l’allarme per la libera circolazione delle persone. Si pensa più ad erigere impossibili barricate, con ispettori e controllori sulle torrette di guardia, che non a sfruttare sino in fondo le possibilità che offre l’apertura di un grande mercato. Invece di guardare fuori dall’uscio di casa per trovare partner e accordi di collaborazione, si cerca di sbarrare la porta, continuando ad auto gratificarsi e auto certificarsi con la qualità superiore del lavoro made in Ticino. Quando sarà troppo tardi si scoprirà che le ditte e gli artigiani italiani non erano rimasti all’età della pietra. Fisco. Che la fiscalità possa essere uno strumento per sostenere i redditi familiari e favorire il rilancio competitivo, purtroppo in Ticino non è ancora una convinzione comune, né tantomeno una cultura politica. Ci è voluto quasi un anno di discussione per arrivare al quarto pacchetto di sgravi, di cui beneficeranno soprattutto le famiglie e in misura minore le imprese, poiché queste ultime, si sostiene, di “regali” ne hanno ricevuti sin troppi. Evidentemente non è chiaro per tutti che in un’economia globalizzata, produzione significa competizione non solo tra imprese ma tra sistemi territoriali. In questa competizione le leva fiscale gioca un ruolo decisivo, se usata per attivare risorse e non per drenare ricchezza da ridistribuire sotto forma di sussidi a cittadini sempre più poveri.

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Il tema

Ticino Business

I Ticinesi bocciano Berna e chiedono il raddoppio del Gottardo

di Elisabetta Pisa

I

l Paese non è diviso sul completamento della galleria, che ha una rilevanza internazionale per la sua posizione centrale sull’asse di collegamento nordsud. Anche quasi tutti partiti, ad eccezione del PS, si sono schierati a favore. Ma questo fronte compatto al momento non ha alcun peso: il governo federale non cambia rotta, deciso a sostenere il trasporto su rotaia, anche se Alptransit entrerà in funzione solo fra parecchio tempo. Il sondaggio è stato condotto in Ticino su un campione di 506 persone, il 44% composto da uomini e il 56% da donne, di età compresa tra i 16 e i 74 anni. L’81% degli interpellati è costituito da automobilisti: non si tratta, comunque, di soci del Touring, precisano i committenti. Quasi il 64% sostiene il completamento, con le opportune differenze regionali: i consensi raggiungono il 74,6% nel distretto di Bellinzona, una delle zone che più delle altre sta sperimentando sulla propria pelle i disagi del dosaggio del traffico pesante al San Gottardo. A sorpresa Lugano (solo il 57,3% è favorevole) è fra le aree, dove è meno avvertita l’urgenza del raddoppio. La politica del Consiglio federale viene sconfessata dai cittadini anche su un altro fronte. Se Leuenberger non vuole nemmeno affrontare il discorso del raddoppio, o comunque lo ha già bocciato, per gli intervistati è invece necessario discuterne adesso, anche se sarà necessario attendere ancora 15-20 perché si arrivi alla costruzione della seconda galleria. Il 66% lo ritiene un problema attuale, a differenza del 26% per il quale si può ancora rimandare, mentre l’8% non sa. È indubbio, comunque, che la necessità del raddoppio è avvertita in particolar modo per

una questione di sicurezza, come sostiene l’82% degli intervistati. Non è infatti trascorso molto tempo dal rogo, che il 24 ottobre scorso ha provocato la morte di 11 persone, tagliando l’Europa in due. E si teme che lungo quei 17 chilometri all’interno della montagna si possa purtroppo replicare. Altri, poi, sono i vantaggi che deriverebbero dal completamento del Gottardo: per il 79% degli intervistati ci sarebbero meno ingorghi; per il 67% il Cantone ne avrebbe un beneficio economico; per il 70% gli interventi di manutenzione sarebbero semplificati. Migliorerebbero pure l’immagine del Ticino (64%) e il collegamento con la Svizzera tedesca (84%). Aspetto, quest’ultimo, che evidenzia come i ticinesi ritengano vitale fare di tutto per non rimanere sganciati dal resto della Svizzera. Ciò che in realtà rappresenta un pericolo reale: la paralisi del traffico sull’asse nord-sud rischia di mettere fuori gioco il Ticino e di isolarlo sempre di più. Certamente, i ticinesi sono consa-

pevoli dell’altra faccia della medaglia. Non vengono sottaciuti gli aspetti negativi, derivanti dal raddoppio, che però, evidentemente, rappresentano un male minore rispetto all’attuale situazione di difficoltà. Il 59% ritiene che sarà possibile un aumento del traffico, per il 58% si verificherà un maggiore inquinamento atmosferico e per il 52% crescerà pure il rumore. Il risultato del sondaggio è, dunque, inequivocabile. Verrà ripetuto due volte all’anno per sondare l’umore dei ticinesi e verificarne i cambiamenti nel corso del tempo. Non sia mai che anche il ministro Leuenberger si accorga una buona volta della volontà dei cittadini, tenendone magari conto. Per ora è tutto rimandato al prossimo autunno, quando si aprirà in Parlamento il dibattito sull’iniziativa “Avanti”. Se il fronte dei “Gottardisti” sarà sufficientemente forte, il Consiglio federale sarà costretto a inserire il raddoppio nel controprogetto. La partita è ancora aperta.

touring club svizzero suisse schweiz

Personalmente, lei è favorevole o contrario alla costruzione di una seconda galleria al San Gottardo? Distretto Bellinzona Blenio Leventina Locarno Lugano Mendrisio Riviera Vallemaggia

Favorevoli 74.6 % 63.7 % 61.2 % 71.1 % 57.3 % 64.3 % 53.3 % 63.6 %

Favorevoli Contrari Indecisi Senza risposta Contrari 22.2 % 27.2 % 27.7 % 15.8 % 23.8 % 29.8 % 39.9 % 27.2 %

323 118 63 2 Indecisi 3.2 % 9.1 % 11.1 % 13.1 % 18.9 % 5.9 % 6.8 % 9.2 %

63.9 % 23.3 % 12.7 % 0.1 %

D D

LA

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Editoriale

Ticino Business

Accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE, meno ostacoli per la nostra economia

Una grande opportunità per tutto il Ticino

Impressum Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti Tel 091 911 51 11 Corso Elvezia 16 Fax 091 911 51 12 CP 2378 [email protected] CH-6901 Lugano www.cciati.ch

Agenda Gentili Signore, Egregi Signori, da anni in occasione della stesura del rapporto sulla situazione economica, frutto di un ampio sondaggio esperito tra le imprese appartenenti ai maggiori rami dell’economia ticinese, gli attori principali del mondo economico fanno presente la questione della difficoltà di reclutamento di manodopera. Ora con l’entrata in vigore degli Accordi bilaterali questi ostacoli dovrebbero cadere e facilitare il reclutamento di personale qualificato. In realtà le possibilità degli imprenditori ticinesi di trovare manodopera qualificata dell’Italia del Nord rappresenta un enorme vantaggio competitivo rispetto ad altre localizzazioni elvetiche come Zurigo, Berna, Lucerna ecc. Questo bacino di manodopera altamente qualificata è ricco di persone abituate a lavorare in un’economia competitiva e con le stesse radici culturali e linguistiche del Cantone Ticino. Il Canton Ticino è il primo della classe in Svizzera per quel che riguarda gli aspetti relativi al dossier della libera circolazione delle persone. Infatti il Consiglio di Stato ha reso noto che già dal 1. giugno sarà operativo il monitoraggio del mercato del lavoro, uno strumento necessario per applicare in modo serio le misure di accompagnamento vista la vicinanza del nostro territorio con l’Italia. È chiaro che un compito principe spetta alle Commissioni paritetiche che vigilano in modo competente sul rispetto dei Contratti collettivi di lavoro. I trattati sottoscritti dalla Svizzera con i 15 Paesi dell’Unione europea comprendono ben 7 accordi: accanto alla libera circolazione

delle persone, vi sono quelli sul trasporto aereo, sui trasporti terrestri, sull’agricoltura, sugli appalti pubblici, sugli ostacoli tecnici al commercio di prodotti industriali e sulla ricerca. Grandi sono le opportunità per le aziende industriali: basti pensare al fatto che grazie al reciproco riconoscimento di test, certificazioni e omologazioni i prodotti industriali potranno essere esportati verso l’Unione europea senza oneri supplementari.In futuro sarà sufficiente che un organismo di controllo e certificazione svizzero attesti la conformità di un prodotto alle relative norme specifiche perché possa essere venduto sia sul mercato svizzero che europeo (eccetto la registrazione dei medicinali). I ricercatori svizzeri potranno collaborare pienamente a livello europeo e accedere ai risultati di tutti i progetti di ricerca svolti in ambito comunitario. Proprio sulla base della nostra ultima inchiesta eseguita in Ticino e sfociata nello studio “Competitività e innovazione; analisi settoriale dell’economia ticinese, edizione 2002”, appare che ben il 71% delle aziende in Ticino dichiara di eseguire delle attività di ricerca e sviluppo all’interno della propria impresa, mentre per oltre il 18% la stessa viene eseguita dalla casa madre, di norma con sede fuori Cantone. L’entrata in vigore degli Accordi bilaterali Svizzera-UE miglioreranno la competitività della ricerca svizzera in ambito europeo. I successi della partecipazione svizzera ai programmi quadro dell’Unione europea sono una valida premessa per entrare a pieno titolo in questo settore.

• Mercoledì 19 giugno, alle ore 09.30, riunione Comitato CAF della Ccia-Ti • Sabato 22 giugno, Gran Gala per il 75mo dell’UPSA a Berna • Venerdì 5 luglio, Parco geologico della Breggia in Valle di Muggio • Martedì 30 luglio, Comitato Info Chambres a Losanna • Giovedì 5 settembre, inizia nuovo corso Economista aziendale PMI • Venerdì 6 settembre, inizia nuovo corso Scuola per Capi-azienda nelle arti e mestieri (2002-2004) • Venerdì 4 ottobre, alle ore 16.30, Assemblea generale ordinaria della Ccia-Ti Si migliora quindi la posizione delle nostre imprese nel settore delle tecnologie di punta. Collaborare in progetti di ricerca internazionali significa aumentare l’efficienza, ridurre i costi e il rischio d’investimento per i Paesi partecipanti. Va da sè che il significato degli Accordi bilaterali non risiede tanto nei vantaggi materiali quanto soprattutto nel fatto che essi ci offrono un valido strumento per disegnare il nostro futuro. Gli Accordi rappresentano un progetto nazionale d’infrastrutture di prima qualità di cui tutta la Svizzera ha urgentemente bisogno. Perché si sa: l’economia ticinese è ben integrata in quella europea e non solo. Claudio Camponovo

Attualità

Ticino Business

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Energia elettrica: un mercato da liberalizzare Incontro informativo sulla nuova legge in votazione il prossimo 22 settembre

di Luca Albertoni e Alessia Romano

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ecentemente si è tenuto presso l’Hotel La Perla ad Agno l’incontro informativo su La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica, organizzato dalla Camera di commercio dell’industria e dell’artigianato del Cantone Ticino (Ccia-Ti) e dall’Elettricità Svizzera italiana (ESI). Numerose sono state le adesioni al convegno da parte degli operatori economici; questo dimostra quanto sia sentito il tema. Il convegno ha preso il via con i saluti introduttivi di Claudio Camponovo, direttore della Ccia-Ti. Gli illustri relatori che hanno intrattenuto il numeroso pubblico sono stati: • Marold Hofstetter, Direttore OFIMA/OFIBLE SA, • Stefano Colombo, Presidente ESI, • Massimo Filippini, Professore ETHZ e USI. Essi si sono soffermati sui vari aspetti del progetto di legge sul mercato dell’energia elettrica (LMEE), su cui saremo chiamati a votare il prossimo 22 settembre. La LMEE si basa, molto sinteticamente, sui seguenti punti: • la libertà di transito sulle reti senza discriminazioni per i consumatori, i produttori di elettricità, le aziende di distribuzione, le aziende che commerciano elettricità; • prezzi di transito uguali per pari livello di tensione all’interno della rete di un gestore; • la creazione di un’unica società nazionale di diritto privato per la gestione della rete; • la garanzia di allacciamento alla rete per tutti i consumatori;

• l’apertura graduale del mercato. A differenza delle analoghe basi legali adottate all’estero, la LMEE è contraddistinta da punto essenziale che la rende sostanzialmente differenti da altri modelli di liberalizzazione. La Svizzera ha infatti deciso di inserire nella LMEE il principio della garanzia dell’approvvigionamento, creando una società nazionale per la gestione della rete. Inoltre, un’autorità indipendente d’arbitrato controllerà i prezzi applicati al transito di energia. In questo modo, il mercato verrà aperto, ma rimarrà giustamente regolamentato per

a quale fornitore di energia fare capo. A tale proposito, la LMEE prevede un profondo cambiamento, visto che essa permetterà ai consumatori di decidere liberamente dove acquistare l’elettricità e soprattutto quale tipo di energia utilizzare tra nucleare, idroelettrica o altre energie rinnovabili. A ciò va aggiunto che, grazie alla LMEE, le piccole e le medie imprese potranno beneficiare fin dai primi anni dei vantaggi della concorrenza, che porterà ad una diminuzione dei prezzi. Le aziende elettriche locali a cui fanno capo le piccole e medie imprese potranno in-

da sinistra a destra: Marold Hofstetter, Claudio Camponovo, Stefano Colombo, Massimo Filippini

quanto riguarda il trasporto e la distribuzione legati a monopoli naturali. Si tratta di un compromesso intelligente, che limita l’intervento statale all’essenziale. Nel contesto di un mercato europeo che si è già in grande misura aperto alla concorrenza e nel quale si è manifestata una tendenza molto marcata alla diminuzione del prezzo dell’elettricità, la rigidità del sistema svizzero e i suoi costi elevati sono ormai diventati una zavorra insostenibile, che riduce sensibilmente la competitività all’economia del nostro paese. Inoltre, i consumatori oggi non possono decidere

fatti acquistare da subito una parte della loro corrente sul mercato liberalizzato. Le piccole e le medie imprese a forte consumo di energia elettrica avranno pertanto la possibilità di concludere subito accordi contrattuali con i distributori di elettricità, approfittando delle nuove condizioni e quindi dei prezzi ridotti. La LMEE, oltre a proibire i guadagni risultanti da monopoli su reti già ammortizzate, impone che l’abbassamento dei prezzi derivante dall’apertura del mercato si ripercuota soprattutto sui consumatori finali.

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Attualità

Ticino Business

Il Consiglio federale e il Parlamento ritengono che la LMEE fornisca le giuste risposte alle nuove sfide del mercato dell’elettricità. La LMEE ha saputo conciliare gli interessi dell’economia con quelli dei difensori dell’ambiente e dei consumatori. Per questi motivi: - le compagnie elettriche svizzere d’importanza nazionale…. - l’unione delle centrali svizzere d’elettricità (UCS/VSE)….

- il WWF e i cantoni di montagna…. - le organizzazioni dei consumatori …. - la conferenza dei Governi dei cantoni di montagna…. - la conferenza dei direttori cantonali dell’energia…. - tutte le associazioni economiche e le Camere di commercio ….

appoggiano la LMEE

Agire nel giusto modo per ritrovarsi vincitori! La LMEE è una buona legge La LMEE inquadra nel giusto modo l’apertura del mercato dell’elettricità e garantisce un servizio pubblico efficiente: • Sicurezza d’approvvigionamento garantita • Garanzia dell’obbligo di raccordo • Obbligo di manutenzione della rete elettrica • Protezione dell’ambiente • Misure di compensazione sociale La LMEE apre progressivamente il mercato La LMEE apre il mercato in tre tappe. L’apertura non è tuttavia assoluta e si limita alla produzione e al commercio di elettricità. Regole molto chiare sono imposte per la gestione della rete elettrica, che non è interessata dal processo d’apertura. La LMEE impedisce che subentri il caos La liberalizzazione del mercato un dato di fatto. La LMEE pone dei limiti dove occorre. Essa impedisce un’apertura caotica e protegge sia le economie domestiche sia le PMI. La LMEE garantisce la sicurezza dell’approvvigionamento La LMEE obbliga le centrali elettriche a garantire in permanenza l’approvvigionamento di tutti i consumatori. A questo scopo, essa prevede in particolare l’obbligo di raccordo, la manutenzione della rete e la messa a disposizione di una riserva di capacità.

La LMEE fornisce la libertà di scelta e la trasparenza per tutti I consumatori possono scegliere i loro fornitori di elettricità. La fattura dell’elettricità deve indicare chiaramente e separatamente il prezzo della produzione e del trasporto dell’elettricità, nonché il suo modo di produzione. Le PMI e le industrie traggono vantaggi dalla LMEE Grazie alla LMEE, i prezzi dell’elettricità si avvicineranno al livello europeo per le PMI e per tutte le industrie. La legge eliminerà così i pericoli della concorrenza. La LMEE promuove l’elettricità verde La LMEE conferisce all’elettricità verde un vantaggio concorrenziale. Questa energia sarà in un primo tempo distribuita senza spese dalla rete elettrica. Inoltre, la legge permette alle centrali idroelettriche di ottenere prestiti vantaggiosi. La LMEE previene gli abusi di posizione dominante sul mercato La LMEE protegge i consumatori permettendo loro di difendersi in particolare contro prezzi di transito troppo elevati.

Fonte: Argomentario sulla votazione federale del 22 settembre 2002 Maggio 2002, Comitato svizzero “SI alla LMEE” casella postale 3001 Berna

Attualità

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Attualità

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Un aiuto prezioso alle piccole e medie imprese La Legge sul mercato dell’energia elettrica vuole diminuire i costi energetici a carico delle PMI

di Stefano Modenini, responsabile economiesuisse Lugano - Federazione delle imprese svizzere

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ra i diversi aspetti positivi della Legge federale sull’energia elettrica (LMEE), sulla quale il popolo svizzero si esprimerà il prossimo 22 settembre, ve ne sono alcuni che interessano particolarmente le piccole e medie imprese (PMI), le quali costituiscono l’ossatura dell’economia svizzera. Infatti, il 99 % delle imprese attive in Svizzera ha meno di 250 dipendenti e una parte importante di loro è votata essenzialmente alle esportazioni. Sempre le PMI inoltre contribuiscono alla formazione di oltre il 70 % del Prodotto interno lordo. Per le PMI svizzere il contenimento dei costi rappresenta un fattore estremamente importante. Purtroppo nell’ambito dei costi energetici le nostre aziende sono particolarmente svantaggiate rispetto alla concorrenza estera. In media le PMI nel nostro paese pagano il 30-40 % in più per l’energia utilizzata rispetto alle concorrenti estere. Ciò è chiaramente la conseguenza della situazione di monopolio che ha finora caratterizzato il settore dell’energia elettrica. Sappiamo però che questa situazione è in fase di mutazione, particolarmente in Europa, ma anche in Svizzera. Per le piccole e medie imprese è dunque importante che i prezzi dell’elettricità vengano il più rapidamente possibile adattati alla situazione internazionale. Da questo punto di vista la LMEE rappresenta lo strumento idoneo per perseguire questo obiettivo. Liberalizzando il settore della produzione

di energia elettrica (mentre quello della distribuzione, è bene ricordarlo, resterà di fatto escluso dalla liberalizzazione) si creano le premesse di una maggiore concorrenzialità, che dovrebbe ripercuotersi positivamente sui prezzi dell’elettricità. Alle PMI verrà inoltre data la possibilità di stabilire contratti di fornitura privilegiati, come è ad esempio già il caso per le grandi aziende grosse consumatrici di elettricità. Ma la LMEE è importante per le piccole e medie imprese anche per tutta una serie di altri motivi che interessano pure le cittadine e i cittadini. La garanzia del servizio pubblico e dell’approvvigionamento in tutte le regioni del paese, a condizioni uguali ed accettabili, fa evidentemente anche l’interesse delle imprese. L’apertura regolamentata del mercato permette poi un adattamento graduale ai nuovi scenari di concorrenza. Vale la pena chiedersi che cosa succederebbe qualora la Svizzera non adottasse presto nuove regole legislative per seguire e adattarsi alla mutata situazione del mercato internazionale dell’energia elettrica: in poche parole potrebbe facilmente sorgere il caos. Ciò in primo luogo perché nei paesi europei soprattutto, il processo di liberalizzazione è già in atto da tempo. In secondo luogo perché la Svizzera è un importante produttore ed esportatore di energia elettrica, soprattutto di quell’energia elettrica di punta, pregiata e particolarmente apprezzata dai

paesi importatori. Senza nuove regole in Svizzera non è immaginabile che il nostro Paese possa continuare ad esportare negli altri paesi come ha fatto finora con successo. Vogliamo allora rinunciare ad introdurre una legge, la LMEE, che è certamente il frutto di un compromesso fra i diversi attori del mercato, ma che rappresenta indubbiamente un passo avanti rispetto alla situazione attuale e che ci permetterà di affrontare con regole certe l’apertura del mercato? Più che una legge che permette la liberalizzazione, la LMEE è una legge che di fatto regolamenta il mercato dell’energia elettrica. Parlare di liberalizzazione è in parte azzardato. Gli avversari della LMEE fanno leva quasi esclusivamente su argomenti demagogici: il loro intento non è tanto quello di combattere la LMEE, quanto quello di combattere ideologicamente la liberalizzazione del mercato, anche se, come detto precedentemente, parlare di liberalizzazione è quantomeno improprio. Ma se il prossimo 22 settembre le cittadine e i cittadini voteranno contro la LMEE, l’effetto sarà controproducente: la liberalizzazione del mercato avverrà comunque, ma senza regole di controllo. Ne subiranno le conseguenze proprio la popolazione, il servizio pubblico e le piccole e medie imprese, mentre le grandi industrie usufruiranno di contratti di fornitura a prezzi privilegiati.

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Commercio estero

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Commercio estero svizzero in calo DFF- Nel primo trimestre 2002 il commercio esterno della Svizzera ha segnato un forte calo in entrambe le direzioni del traffico: le importazioni sono diminuite nominalmente del 9,7% e realmente del 6,5%; le esportazioni del 5,9%, rispettivamente del 4,2%. Tuttavia, il periodo in rassegna contava due giorni lavorativi in meno rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Corretto della differenza del numero di giorni lavorativi, il cedimento delle importazioni è stato del 6,7% rispettivamente del 3,4 %; rispetto all’ultimo trimestre 2001, la diminuzione ha registrato un leggero rallentamento. I prezzi dei valori medi sono calati di più di quelli dei trimestri precedenti. La diminuzione più forte è stata registrata dai prodotti energetici, i loro prezzi sono infatti regrediti di circa tre decimi. Considerando lo stesso numero di giorni lavorativi, il calo delle esportazioni è stato del 2,8% rispettivamente dell’1,1%. La diminuzione delle esportazioni è così risultata leggermente inferiore a quella dell’ultimo trimestre 2001. I prezzi sono calati. Il cedimento del commercio esterno ha colpito in particolare i paesi industriali e quelli emergenti. I prezzi dei beni importati sono diminuiti in modo più sostenuto rispetto a quelli dei beni esportati, ragione per cui i termini di scambio sono migliorati. La bilancia commerciale ha chiuso con un’eccedenza di oltre un miliardo di franchi (anno precedente: - 212,5 milioni). Per ulteriori informazioni: http://www.zoll.admin.ch/i/aussenhandeli/presse/Quari_01_02.pdf

La Svizzera contribuisce al rafforzamento dei sistemi finanziari nei paesi in via di sviluppo seco – Su incarico del Dipartimento Federale dell’Economia (DFE), il Segretariato di Stato dell’economia (seco) ha concluso un accordo con la Banca Mondiale per quanto concerne la sua partecipazione in qualità di membro fondatore alla nuova iniziativa internazionale FIRST. Questa iniziativa offre i mezzi per giocare un ruolo attivo nel sostegno dei sistemi finanziari dei paesi in via di sviluppo e in transizione. Con la firma di questo accordo, la Svizzera riconferma la sua volontà di partecipare allo sforzo internazionale volto a rafforzare e stabilizzare i sistemi finanziari. Il contributo elvetico ammonta a 14 milioni di franchi ripartiti su quattro anni. FIRST è la prima iniziativa internazionale e multilaterale che si propone di fornire assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo e in transizione e che ha come obiettivo prioritario la promozione di sistemi finanziari sani e solidi che favoriscono la crescita economica e contribuiscono a ridurre la povertà. FIRST si concentrerà soprattutto sulle questioni relative alla regolazione, alla sorveglianza e allo sviluppo di sistemi finanziari con operazioni destinate a facilitare e a sostenere, tra l’altro, il controllo dei rischi bancari, l’istituzione e l’applicazione di norme contabili, il rafforzamento delle politiche anti-riciclaggio, la diversificazione dei sistemi finanziari e lo sviluppo di mercati dei capitali. Grazie al rafforzamento dei sistemi finan-

ziari nazionali l’iniziativa FIRST si propone anche di prevenire le crisi e di sostenere la stabilità del sistema finanziario internazionale. L’iniziativa FIRST è una partnership internazionale tra Canada, Regno Unito, Svizzera, Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. GRE: ultime modifiche L’Ufficio della GRE (Garanzia contro i rischi all’esportazione) comunica che è stato aperto il “medium-long term” sotto “Garanzia di credito” per i paesi seguenti: • Ucraina • Repubblica federale di Yugoslavia (Serbia e Montenegro). I seguenti paesi sono stati riclassati: • Bangladesh: 6 (prima 5) • Brunei: 2 (prima 1) • Russia: 5 (prima 6) • Vietnam: 5 (prima 6). Le seguenti banche russe sono state accettate per il corto, medio e lungo termine: • Sberbank (Savings Bank of the Russian Federation) • Vnesheconombank (Bank for Foreign Economic Affairs of the USSR) • Vneshtorgbank (Bank for Foreign Trade) Per maggiori ragguagli sulla politica di copertura della GRE: http://www.swisserg.com/politik/f/index.shtml America centrale: accordo doganale dal 2003 Un’unione doganale consentirà di sopprimere le frontiere doganali che separano quattro Stati d’America centrale: il Salvador, il Guatemala, il Nicaragua e l’Hondu-

Commercio estero ras. Le relazioni d’import-export con questi quattro Stati saranno quindi notevolmente facilitate, con conseguente semplificazione generale delle procedure doganali applicabili nei confronti di questi Paesi. Per ulteriori informazioni vi rinviamo al sito Internet del Ministero delle Finanze del Salvador: www.mh.gob.sv Nuova agenzia per gli investimenti in Brasile Alla fine di marzo, a Rio de Janeiro, è stata aperta “Investe Brasil”, un’agenzia per gli investimenti cofinanziata da istituzioni pubbliche e private. Questo nuovo organismo lavora principalmente con le aziende straniere di medie dimensioni attive nei seguenti settori: infrastruttura, elettronica (pezzi staccati e componenti), turismo, comunicazione, trasporto, acqua/acque reflue e chimica fine. “Investe Brasil” fornisce comunque aiuto e consulenza anche agli investitori attivi in altri settori, in particolare per quanto concerne la costituzione di aziende e la ricerca di possibilità d’investimento. Contatto: Investe Brasil – Rede Brasileira de Promoçao de Investimentos Av. General Justo 335 5 andar, Centro 20021-130 Rio de Janeiro [email protected] Il Pakistan annuncia una riduzione dei dazi doganali Il Pakistan intende ridurre il tasso massimo dei suoi dazi d’entrata: dal 1° luglio 2002, questo tasso massimo passerà dal 30% al 25%. Un’altra riduzione è prevista per quanto concerne le materie prime: il tasso passerà infatti dal 15% al 10%. Islamabad progetta inoltre di togliere l’IVA sui medicamenti (attualmente del 15%): finora solo 250 medicamenti di vitale importanza ne sono esenti. L’Argentina riduce i dazi doganali L’Ambasciata di Svizzera a Buenos Aires comunica che il ministero argentino dell’economia ha ridotto i dazi d’entrata per circa 1’500 prodotti: con questa decisione l’Argentina tenta una volta ancora di contenere l’aumento dei prezzi e di rafforzare la competitività dei produttori nazionali di beni di consumo. I prodotti importati sono ora sdoganati a un tasso del 21% in media. In certi casi (come per gli agrumi e gli olii puri), i dazi d’entrata sono ridotti al 12,5%.

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Un anno fa, il ministro dell’economia di allora, Domingo Cavallo, aveva aumentato il dazio doganale al 35%, ossia al dazio massimo autorizzato dall’OMC. In giugno 2001, i dazi sono stati nuovamente ridotti al 28%. Ecco che ora ritrovano i valori di marzo 2001. Il testo della risoluzione può essere consultato online alla pagina http://www.osec.ch/%7E0xc1878d1b_0x0 004dd7a/argentinien_neue_zolltarife Le posizioni tariffarie interessate dalla risoluzione possono invece essere consultate su http://www.osec.ch/%7E0xc1878 d1b_0x0001c11f/argentinien/wirtschaftsdaten/argentinien_zollpositionen_resolution_61/2002 L’Indonesia rafforza i controlli all’importazione In applicazione delle nuove disposizioni indonesiane sull’importazione, gli importatori di tessili, di prodotti elettronici, di calzature, di riso, di zucchero, di cereali, di grani di soja e di giocattoli dovranno, a partire dal mese di maggio, disporre di un numero d’identificazione specifico. I prodotti d’importazione in questione dovranno portare degli autocollanti d’identificazione. Gli importatori dovranno inoltre fare un rapporto mensile sul volume delle loro importazioni. Infine, ma non da meno, il controllo all’importazione sarà ormai effettuato due volte (nel paese d’origine e in Indonesia). L’India diminuisce i dazi d’entrata per i metalli Il 1° aprile 2002, l’India ha diminuito i dazi doganali percepiti sull’alluminio e sullo stagno (i dazi passano dal 25% al 15%), come pure sul cuoio, sullo zinco e sul piombo (che passano dal 35% al 25%). Singapore prepara una diminuzione delle imposte Come risulta da dichiarazioni negli ambienti governativi, Singapore prevede di procedere ad importanti riduzioni delle imposte nel corso dei prossimi tre anni. Su proposta della commissione responsabile del dossier, è prevista in particolare la riduzione dell’imposta sul reddito (delle persone fisiche) e delle imposte sui benefici delle società, che cadrebbero a 20%, contro rispettivamente il 24,5% e il 26% per i tassi più elevati. La diminuzione attesa delle ricette fiscali dovrebbe essere compensata con un aumento dell’IVA, che passerebbe dal 3% al 5%.

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Il Brasile continua il suo programma di privatizzazione Il programma di privatizzazione del Brasile, che è stato avviato dodici anni fa, consente ancora oggi alle aziende straniere di trovare occasioni interessanti per entrare sul mercato brasiliano. Le aziende messe in vendita nel corso degli anni 2002 e 2003 appartengono ai settori molto lucrativi dell’energia, dell’acqua e delle banche. Per maggiori ragguagli: http://www.bndes.gov.br/english/ Taiwan aumenta le tasse relative alle domande di brevetto Da inizio anno, Taiwan percepisce delle tasse nettamente più elevate per le richieste di brevetti. Inoltre, le annuità sono aumentate del 40% e le spese di trattamento dei dossier sono persino raddoppiate. Taiwan ha reso conforme il suo diritto dei brevetti alle esigenze dell’OMC. La protezione dei brevetti è ormai accordata a tutti gli stranieri anche se provengono da paesi che non hanno firmato una convenzione a questo proposito con Taipei. Infine, la protezione dei brevetti sui nuovi disegni è stata portata da 10 a 12 anni. Altro cambiamento: i brevetti d’invenzione sono ormai protetti per una durata di 20 anni. Asian Development Outlook 2002 La 14a edizione dell’ “Asian Development Outlook” contiene analisi approfondite e previsioni affidabili sull’evoluzione della situazione economica di 41 paesi asiatici. “Asian Development Outlook” è una pubblicazione annuale dell’Asian Development Bank. Questo opuscolo di 30 pagine, in inglese, può essere ordinato in forma cartacea (e rilegata) al prezzo di USD 36 per e-mail o per fax ai seguenti recapiti: [email protected] - Fax: +632 636 2648 La pubblicazione può essere consultata gratuitamente su Internet all’indirizzo http://www.adb.org/Documents/Books/A DO/2002/Highlights/highlights.pdf Osec Business Network Switzerland Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] http://www.osec.ch

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Entrata in vigore degli accordi bilaterali Il 1° giugno 2002 sono entrati in vigore gli accordi bilaterali che, ricordiamo, portano sui sette temi seguenti: libera circolazione delle persone, trasporto terrestre, trasporto aereo, ricerca, appalti pubblici, ostacoli tecnici al commercio, agricoltura. Avete domande, dubbi, incertezze? L’Euro Info Centro Svizzera, in qualità di centro di competenza in materia di legislazione europea, è in grado di rispondere a tutti i vostri quesiti! Non esitate quindi a mettervi in contatto con il nostro Segretariato. A seconda della complessità della vostra richiesta, organizzeremo volentieri anche delle tavole rotonde con esperti del settore. Curriculum vitae: modello comune europeo Con la raccomandazione 2002/236/CE dell’11 marzo 2002, la Commissione europea invita all’utilizzazione di un modello comune europeo per i curriculum vitae (CV) al fine di assicurare la trasparenza e l’omogeneità nella presentazione delle qualifiche e delle competenze individuali. Il CV rappresenta il punto di partenza per individuare le competenze dei singoli lavoratori e deve contenere informazioni personali, come le conoscenze linguistiche e le esperienze di lavoro, ma anche riportare indicazioni utili riguardo alle capacità tecniche, organizzative, artistiche e relazionali. Con il modello comune europeo, queste informazioni sono organizzate secondo precisi standard e possono così essere ge-

Speciale Unione europea

stite facilmente anche dalle banche dati europee. Il modello predisposto risulta particolarmente flessibile, dunque adatto a descrivere differenti percorsi formativi e lavorativi con diversi scopi. Il testo della raccomandazione può essere ordinato presso l’EICS. Il modello di CV è disponibile anche in formato Word e può essere compilato direttamente online alla pagina http://www.cedefop.eu.int/download/transparency/CVITfin08-03-02.doc Nuovo regolamento sull’etichettatura dei vini La Commissione europea ha adottato nuove regole per l’etichettatura del vino: il regolamento CE n. 753/2002 del 29 aprile 2002 determina le indicazioni obbligatorie (denominazione di vendita del prodotto, gradazione alcolica, numero di partita e nome dell’imbottigliatore, dello speditore o dell’importatore) e le indicazioni facoltative (metodo di produzione, diciture tradizionali, nomi delle varietà di viti o anno di raccolta) che devono o che possono figurare sulle etichette dei vini. Il nuovo regolamento introduce un sistema di protezione delle diciture tradizionali utilizzate per qualificare un vino. Sono previste anche disposizioni applicabili ai vini dei paesi terzi commercializzati nell’Unione europea. La decisione armonizza le pratiche disparate attuate nell’insieme dell’UE per i vari tipi di vino. Ormai, a tutti i vini e ai prodotti vitivinicoli si applicherà un solo ed unico ap-

proccio in materia di etichettatura. Il testo del regolamento può essere acquistato presso l’EICS. Direttiva applicabile ai servizi forniti per via elettronica Il Consiglio ha adottato una direttiva e un regolamento che modificano il regime IVA applicabile a certi servizi forniti per via elettronica e ai servizi di radio e telediffusione forniti sulla base di una abbonamento o “à la carte”. Le nuove regole, fondate sulle proposte presentate dalla Commissione il 7 giugno 2000 mirano a eguagliare gli operatori del commercio elettronico conformemente ai principi adottati in occasione della conferenza ministeriale dell’OCSE del 1998. Con queste regole sarà possibile assoggettare all’IVA europea i servizi di questo tipo messi a consumo nell’Unione europea e di esentare dall’IVA questi stessi servizi se sono messi a consumo al di fuori dellUE. Le modifiche riattualizzano le regole esistenti in materia di IVA per prendere in conto gli ultimi sviluppi in materia di commercio elettronico e offrire a tutti i prestatari, che siano o meno stabiliti nell’UE, un quadro regolamentare chiaro e sicuro. Queste regole prevedono inoltre un certo numero di misure di facilitazione e di semplificazione volte a ridurre il più possibile le formalità amministrative a carico delle aziende. Gli Stati membri dovranno attuare queste disposizioni entro il 1° luglio 2003. Testo del comunicato stampa: http://www.europa.eu.int/rapid/start/cgi/g uesten.ksh?p_action.gettxt=gt&doc=IP/ 02/673|0|RAPID&lg=EN&display=

Speciale Unione europea Mediatore europeo, Relazione annuale 2001 Il Mediatore europeo Jacob Söderman ha presentato la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2001 alla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo. La relazione riassume l’attività del Mediatore nell’anno considerato e sottolinea i risultati raggiunti per i cittadini dell’Unione. A fronte delle 1’874 denunce ricevute, il 2001 è stato fino ad ora l’anno più attivo dei sette in cui Signor Söderman ha svolto il ruolo di Mediatore. L’ufficio ha aperto 4 indagini di propria iniziativa, ha rivolto 13 progetti di raccomandazione alle istituzioni comunitarie ed ha presentato 2 relazioni speciali al Parlamento europeo. Link al documento: http://www.euro-ombudsman.eu.int/release/it/2002-04-09.htm La Commissione adotta un regime di responsabilità civile per il settore ambientale “Chi inquina paga”. La Commissione europea ha adottato una proposta di direttiva sulla responsabilità civile in materia ambientale per prevenire e riparare il danno ambientale. La direttiva coprirà l’inquinamento dell’acqua, il danno alla biodiversità e la contaminazione del terreno che causano gravi danni alla salute umana. Gli operatori di attività effettivamente o potenzialmente rischiose atte a provocare un danno ambientale saranno tenuti a riparare direttamente o indirettamente il danno che hanno provocato. Tutti gli operatori che causano un danno alla biodiversità, per colpa o negligenza, avranno anche l’obbligo di riparare il danno. La proposta di direttiva può essere scaricata dalla pagina http://europa.eu.int/eurlex/it/com/pdf/2002/it_502PC0017.pdf Marchio comunitario di qualità ecologica per i televisori Sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee n. L87 del 4 aprile 2002 è stata pubblicata la decisione della Commissione 2002/225/CE del 25 marzo 2002 che stabilisce i criteri ecologici per l’assegnazione di un marchio comunitario di qualità ecologica ai televisori. Il testo della decisione può essere acquistato presso l’EICS. Brevetti sui prodotti informatici Il 20 febbraio la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva che

permette di brevettare le invenzioni nel settore dei software. La proposta prevede l’armonizzazione delle normative che tutelano i prodotti informatici nei Paesi membri, anche se è già possibile registrare tali prodotti presso l’Ufficio europeo brevetti (EPO). Quello che attualmente varia sono le condizioni per la registrazione. La proposta presentata si basa sulla pratica esistente e cerca di consentire agli inventori di prodotti informatici di trarre il giusto profitto dal loro lavoro. I brevetti sono un incentivo ad investire tempo e capitale. Allo stesso tempo, la proposta vuole eliminare il fenomeno della concorrenza sleale verso le piccole imprese. In dettaglio è prevista la copertura del brevetto su alcuni particolari componenti del programma software. Il testo della proposta di direttiva è disponibile online alla pagina http://www.europa.eu.int/comm/internal_market/en/indprop/com02-92it.pdf “Technology Watch” - l’accesso alle nuove tecnologie Se desiderate essere informati sulle domande e le offerte europee di tecnologie nel vostro settore o cercate una migliore soluzione ai vostri interrogativi in materia di tecnologie, “Tecnology Watch” vi può aiutare. Tramite un abbonamento annuale potete inserire il vostro profilo tecnologico specifico e riceverete automaticamente tramite e-mail una sintesi delle offerte e delle domande di tecnologie che corrispondono al vostro profilo. Per informazioni: Centre Relais Innovation Ouest Suisse c/o Cast EPFL, CH-1015 Lausanne Signora Viviane Boutinard Tel. +41 21 693 42 63 e-mail: [email protected] http://cast.epfl.ch/partenariat/CRI/presentation.htm La Commissione adotta una proposta di decisione sulla lotta contro la cybercriminalità Il 23 aprile 2002, la Commissione europea ha adottato una proposta di decisionequadro del Consiglio relativa agli attacchi ai sistemi d’informazione. La Commissione europea propone agli Stati membri di eliminare le lacune e le differenze che ancora esistono fra le normative nazionali relativamente agli attacchi ai sistemi di informazione. Quelli che rientrano nel campo di applicazione della

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legge comunitaria proposta sono: l’accesso non autorizzato con finalità dolose (“hacking”), la diffusione di software “maligni” (virus informatici), gli attacchi finalizzati al diniego di servizio (“denial of service”), l’intercettazione dolosa delle comunicazioni (“sniffing”). Il ravvicinamento delle normative penali dei 15 passa anche attraverso la definizione di sanzioni comuni e la proposta di decisione quadro parla di pene effettive, proporzionate e dissuasive, tra cui anche il carcere per un periodo non inferiore ad un anno nei casi gravi. Fra le misure proposte, infine, quella di istituire un sistema europeo per lo scambio di informazioni attraverso l’individuazione di punti di contatto operativi ventiquattr’ore su ventiquattro in ciascuno Stato membro. Testo del comunicato stampa: http://europa.eu.int/rapid/start/cgi/guestfr.ksh?p_action.gettxt=gt&doc=IP/02/601|0|RAPID&lg=EN&display= Informazioni sulla cybercriminalità: http://cybercrime-forum.jrc.it/default/ Guida Internet per il settore turistico Il 2 maggio 2002, la Commissione europea ha pubblicato una guida Internet sul turismo, per rispondere a numerose richieste provenienti da operatori del settore del turismo desiderosi di sapere come certi progetti o iniziative possono beneficiare di una partecipazione comunitaria. La guida fornisce una panoramica completa e strutturata del sostegno finanziario e tecnico proposto dalla Comunità per contribuire allo sviluppo delle attività turistiche. Essa raccoglie le misure comunitarie per settore d’interesse, le presenta sotto forma di schede, valuta il loro interesse eventuale per il settore del turismo e, per i lettori che desiderano ottenere maggiori informazioni, rinvia ad altri siti pertinenti. La guida può essere consultata online alla pagina http://europa.eu.int/comm/enterprise/services/tourism/tourism-publications/documents/internet_guide_it.pdf Euro Info Centro Svizzera Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 37 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] http://www.osec.ch

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Work2Gether SWISSFIRMS Data SA e KMtechnologies propongono una soluzione Extranet per i membri delle Camere di commercio svizzere

di Alessia Romano

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’aspra concorrenza e l’estrema complessità che caratterizzano ormai tutti i settori dell’economia mondiale, costringono le aziende a cercare nuovi espedienti per non perdere la propria redditività e competitività. Il successo delle aziende dipende ora in larga misura dalla capacità di quest’ultime di saper gestire le conoscenze presenti all’interno e all’esterno della loro struttura. I recenti progressi della tecnologia hanno permesso di tradurre i dati in informazioni, cioè in dati che opportunamente aggregati forniscono una chiave di lettura ed un’interpretazione della realtà utili per dare giudizi e prendere decisioni aziendali. Consapevoli di questi bisogni, SWISSFIRMS Data SA -un’azienda delle Camere di commercio e dell’industria svizzere (CCI)- ed il fornitore delle soluzioni Extranet Kmtechnologies, hanno concluso un accordo di partenariato. L’obiettivo è di offrire alle piccole e medie imprese la possibilità di disporre, a costi ridotti, di soluzioni Extranet personalizzate. Far scoprire alle imprese di piccole dimensioni, gli strumenti utilizzati dalle grandi. Oggigiorno accade che una parte delle PMI abbandonino, a causa di mancanza di tempo e di denaro, la valutazione come pure l’implementazione di nuove soluzioni informatiche. Tuttavia esistono degli strumenti che permettono anche a

delle piccole strutture di migliorare i loro processi d’affari. Con la conclusione di questo partenariato, SWISSFIRMS Data SA è in grado di offrire alle PMI una soluzione Extranet chiavi in mano. Grazie al potenziale rappresentato dai membri delle Camere di commercio svizzere e grazie al sostegno di Kmtechnologies, è stato possibile creare un prodotto rispondente ai bisogni delle piccole-medie strutture. L’offerta si basa su un modello ASP (locazione dell’applicazione che evita l’installazione dell’intero programma) per un massimo di 4 utenti. Il tutto è disponibile per un costo mensile di CHF 55.-. Work2gether offre agli impiegati e ai dirigenti, una piattaforma comune di scambio d’informazioni e di sapere. Accessibile tramite un semplice navigatore Internet, work2gether deve essere considerato come un portale d’informazioni dell’azienda. Esso permette di accedere o di scambiare documenti, banche dati, hyperlink, di ricevere e inviare e-mail. Questo tipo di piattaforma può essere esteso totalmente o parzialmente alla rete di fornitori, distributori e clienti. Una demo delll’applicazione work2gether di Kmtechnologies è in visione al seguente indirizzo web www.kmtechnologies.com/fr/demo/demo.asp; mentre le risposte alle domande più frequenti (FAQ) sono consultabili all’indirizzo www.kmtecnologies.com/fr/Support/faq.asp.

I vantaggi offerti dalla soluzione work2gether. Accessibile da un semplice navigatore Internet, work2gether deve essere considerato come il portale d’informazione di una società. Esso offre i seguenti vantaggi: • condividere i documenti, banche dati, hyperlinks, di ricevere e inviare degli e-mail • Creazione, in mezza giornata, da parte di SWISSFIRMS di un conto e dei codici d’accesso • Nessuna istallazione di programmi, accesso diretto tramite un navigatore internet • Zone di lavoro sicure accessibili tramite Web • Strumenti di collaborazione e di scambio d’informazioni • Strumenti di gestione elettronica dei documenti • Spazio illimitato per il salvataggio del know-how dell’azienda • Strumento di lavoro multi-lingue (ted, fr, it, ingl, sp, port, russo) • Supporto tecnico e possibilità di corsi di formazione • Salvataggi giornalieri A proposito dei partners… SWISSFIRMS Data SA è una società con sede a Losanna, appartiene a 13 Camere di commercio ed al fornitore di servizi Internet VTX Services SA. Creata alla fine dell’anno 2000, la società ha per obietti-

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vo garantire alle 16’000 PMI affiliate alle Camere di commercio svizzere, un accesso semplice e progressivo a tutti gli strumenti della nuova economia; questo attraverso il sito www.swissfirms.com.

Fondata nel 1998, KMtechnologies inc. è un produttore canadese di software che ha sviluppato una serie d’applicazioni WEB per le aziende (collaborazione, gestione dei contatti, gestione elettronica

dei documenti). KMtechnologies distribuisce la soluzione informatica work2gether in Canada e in Europa grazie ad una rete di partner e un équipe di vendita.

Arrivo di tappa del TOUR DE SUISSE "Coira - Ambrì" Sabato 22 giugno 2002

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a quarta tappa del Tour de Suisse 2002 arriverà ad Ambrì sul campo d’aviazione. Le fasi finali di questo percorso sono particolarmente suggestive e spettacolari. Per approfittare di questo importante avvenimento sportivo, il Comitato di tappa organizzerà - in collaborazione con le società locali e con Gioventù & Sport - diverse attività sportive e musicali sin dalle ore 10.00 del mattino. Sul posto vi sono comode e ampie possibilità di posteggio e durante l’intera giornata saranno attivi numerosi spacci.

Assembea FEDERCOMMERCIO Resoconto lavori assembleari della Federcommercio Di Rinaldo Gobbi Mercoledì 15 maggio si è tenuta a St.Antonino l’Assemblea ordinaria della Federcommercio. Prima dei lavori assembleari il Prof. Vincenzo Nembrini, Direttore della divisione della Formazione professionale, ha orientato i presenti sui cambiamenti in corso nell’ambito della formazione professionale. Per quel che riguarda il settore della ven-

Un programma speciale è riservato ai cicloamatori che potranno arrivare sul posto con la loro auto e - nell’attesa dell’arrivo di tappa previsto verso le ore 16.30 percorrere in bicicletta uno o più dei numerosi itinerari che verranno indicati e proposti presso il nostro punto informazione. Il comitato organizzativo metterà a disposizione le docce presso il centro scolastico. Alla sera dopo il classico “Pasta Party” verrà organizzata una festa danzante: suoneranno gli Antartika. Il programma dettagliato della giornata

dita, la nuova legge è ancora in fase di discussione e Nembrini auspica vivamente una partecipazione attiva delle associazioni di categoria in occasione della prossima messa in consultazione. Il Presidente Paolo Poretti rievoca le principali attività svolte nel corso dell’ultimo anno, ponendo l’accento con piacere sulla conclusione delle trattative con i Sindacati per il nuovo Contratto collettivo per il personale di vendita. Il Consiglio direttivo viene in parte rinnovato: al posto di Flavio Milani viene proposto Carlo Bianchi, responsabile del centro Manor di Vezia; al posto di Piergiorgio Michel, l’Associazione Via Nassa propone Fred Paganetti, direttore della

sarà reso noto non appena definito; lo stesso è comunque sempre consultabile sulla pagina del Comune di Quinto www.tiquinto.ch In merito a questa manifestazione segnaliamo che presso gli esercizi pubblici del Comune di Quinto - durante tutto il mese di giugno - sarà possibile consumare specialità preparate appositamente per l’avvenimento. Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi presso la cancelleria comunale (Tel 091 868 11 56) o presso l’ente turistico di Leventina (Tel 091 869 15 33).

Bucherer SA di Lugano; al posto di Marco Roggero (SECAM) viene proposta la Signora Erna Messerli; in rappresentanza della società commercianti di Giubiasco viene proposto il Presidente Niko Papanastasiu. Tutte le proposte vengono accettate all’unanimità. Il Comitato esecutivo risulta così composto: Paolo Poretti, Presidente Augusti Chicherio, Vice-presidente Carlo Bianchi Costantino Chiesa Walter Morotti

Vita dei soci

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Commercianti luganesi in assemblea Resoconto lavori assembleari della Società dei Commercianti di Lugano

Società dei Commercianti di Lugano

di Rinaldo Gobbi

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1. Il contratto collettivo per il personale di vendita

a) L’immagine del settore del commercio al dettaglio ha assolutamente bisogno di essere migliorata per poter avere il necessario ricambio di personale qualificato. Questo aspetto passa anche attraverso le condizioni di lavoro del personale e delle possibilità di carriera. Il CCL permette di fare chiarezza su quelle che potranno essere le aspettative del il giovane che vuole intraprendere una carriera professionale nel commercio. Sappiamo che molti negozi offrono già oggi condizioni superiori a quelle pattuite nel CCL. Sappiamo però anche che esistono condizioni di impiego che non raggiungono questi minimi…

Un tema sempre controverso che però dal 1° maggio scorso è giunto ad una svolta. La Federcommercio ha raggiunto e sottoscritto un accordo con i sindacati OCST, SIC, SIT e SYNA. Il CCL è diventato una realtà. Una decisione sicuramente non facile, che si concretizza in momento difficile per il commercio al dettaglio ma che non poteva più aspettare. A prescindere dalle perplessità di alcuni sulla sua introduzione, tre sono gli argomenti principali sui quali riflettere e che devono portare alla conclusione di sottoscrivere e applicare l’accordo raggiunto.

b) L’entrata in vigore degli accordi bilaterali a partire dal 1° giugno 2002 ha di fatto accelerato le trattative. La Federcommercio ha voluto anticipare i tempi ed evitare il rischio di trovarsi con un CCL imposto dall’autorità politica a seguito di abusi nel settore. Per i settori privi di CCL elaborato dalle parti sociali le misure accompagnatorie dei trattati bilaterali danno infatti la facoltà all’autorità politica di provvedere d’ufficio. Essere partecipi alla discussione e poter fare valere le proprie ragioni è sicuramente meglio che subire senza poter essere interpellati.

artedì 14 maggio si è tenuta presso il Canvetto Luganese l’Assemblea generale ordinaria della Società dei Commercianti di Lugano. Alla presenza di una trentina di soci ha fatto gli onori di casa il presidente della Fondazione Diamante Mario Ferrari che ha informato sulle molteplici attività svolte a favore dei disabili. Fra le quali anche la gestione del Canvetto, ritrovo caro ai luganesi. Nella sua relazione il presidente Paolo Poretti ha posto l’accento su tre temi:

c) La modifica della regolamentazione degli orari di apertura dei negozi è il terzo argomento che parla a favore della sottoscrizione del CCL. Le deroghe concesse negli ultimi anni erano sempre più a rischio nel caso non fosse stato raggiunto un accordo con la controparte. Il Dipartimento Economia e Finanze del Cantone è stato molto chiaro al riguardo. Per poter dare la necessaria flessibilità alle zone turistiche e poter tenere conto delle esigenze del consumatore era indispensabile creare le premesse positive a coloro che devono prendere delle decisioni politiche. I singoli commercianti hanno la facoltà di aderire al CCL elaborato dalla Federcommercio. È un contratto che è evidentemente a disposizione di tutti i commercianti e non unicamente di quelli che fanno capo alla Società dei Commercianti di Lugano o ad altre associazioni analoghe. Per i commercianti che gradissero avere delle informazioni più particolareggiate il segretariato è a disposizione per rispondere alle varie domande (Tel 091.911.51.19). 2. La sicurezza in città Un tema che è purtroppo balzato agli onori della cronaca in modo alquanto

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Vita dei soci

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Piazza Riforma, fulcro del commercio luganese

spettacolare. Gli episodi delle ultime settimane capitati in modo particolare in Via Nassa con diverse spaccate ai danni di vari negozi sono un segnale dell’aggravamento della situazione. Senza voler drammatizzare troppo è innegabile che vi sia un deterioramento della sicurezza generale e pertanto dovranno essere trovate delle soluzioni a livello di prevenzione. In questo ambito una collaborazione fra le varie associazioni cittadine e in modo particolare un maggiore impegno della Città sono indispensabili al fine di arginare questo deprecabile fenomeno. I commercianti cittadini sono preoccupati per l’evolvere della situazione che crea pregiudizio non solo all’attività commerciale ma anche all’immagine turistica della Città. Lugano deve assolutamente rimanere a tutti i costi una Città vivibile, sicura e attrattiva. Il terzo tema approfondito si riallaccia indirettamente a quello precedente. 3. La perdita di attrattività del centro città quale centro di acquisti Praticità di accesso e parcheggio nelle vicinanze dei negozi assumono un ruolo fondamentale per determinati tipi di acquisto.

La Società dei Commercianti di Lugano ribadisce ancora una volta che senza un’adeguata offerta di parcheggi nelle immediate vicinanze del centro le possibilità di rilanciare il commercio cittadino si riducono di parecchio, a scapito anche dell’immagine della Città e conseguentemente anche del gettito fiscale del Comune. Sarà quindi premura della SCL continuare a sensibilizzare le autorità competenti in questo senso. L’argomento non è né nuovo né originale, ma sicuramente di estrema importanza per il nostro settore. Le tendenze attuali lo dimostrano e le reazioni della clientela sottolineano questo fenomeno; i centri commerciali nati in periferia acquistano sempre più importanza rispetto al tradizionale centro città. È un cambiamento che non si riscontra unicamente a Lugano ma la nostra Città, a livello cantonale, sembra comunque quella maggiormente colpita da questo cambiamento di abitudini del consumatore improntate ad una maggiore comodità e praticità. I costi di locazione per certi spazi non sono più sopportabili se le cifre d’affari non si mantengono ad un livello adeguato. I commercianti invitano pertanto l’autorità politica a trovare delle soluzioni urgenti, prima che tutto il commercio si trasferisca dove va il cliente, con grave perdita di immagine della Città anche a livello turistico. Purtroppo in questo am-

bito tutte le iniziative dei commercianti per attirare la clientela saranno vanificate se non verranno create delle premesse migliori all’accesso e al parcheggio in Città. Si è inoltre proceduto al rinnovo delle cariche per il periodo 2002-2004. Quattro membri dimissionari sono stati ringraziati dal presidente. Si tratta di: • Clementina Brun, dopo 23 anni di attività • Georgia Lusenti, dopo 6 anni di attività • Riccardo Droz, dopo 10 anni di attività • Fulvio Finardi, dopo 26 anni di attività Il Comitato per il periodo 2002-2004 risulta così composto: Paolo Poretti, Presidente, confermato Andrea Colombo, confermato Giuliana Morellini, confermata Peter Rückert, confermato Fabrizio Sommaruga, confermato Rolf Häfliger, già membro di Comitato nel 1996 Gianni Muschietti, nuovo Roy Somazzi, nuovo Gianpietro Zappa, nuovo Dopo i lavori assembleari, presieduti con competenza da Gianni Macconi, ha avuto luogo la cena sociale.

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Assemblea Ordinaria 2002 AFRA Associazione fabbricanti ramo abbigliamento del Cantone Ticino (Svizzera)

di Patrizia Villa

L

’assemblea si è tenuta mercoledì 29 maggio 2002, nella splendida cornice dell’Hotel du Lac, a Lugano. La relazione presidenziale è stata il nucleo di partenza per la serata e per affrontare le trattande all’ordine del giorno. Il Presidente Franco Cavadini si è soffermato su vari temi, tra cui, naturalmente, la situazione nel ramo dell’abbigliamento e i progetti futuri dell’AFRA. 1. La Relazione del Presidente Franco Cavadini L’intervento di Franco Cavadini ha avuto inizio con un’esposizione sulla situazione del ramo dell’abbigliamento. Sostanzialmente ha affermato che non vi è stata una flessione di rilievo, tuttavia, a causa della recessione che sta colpendo la Germania, alcuni terzisti hanno avuto delle ripercussioni negative sulla loro attività. Il Presidente, inoltre, si è rammaricato che la stampa, proprio il giorno precedente all’Assemblea, abbia dato notizia della chiusura di un’importante azienda del ramo: la HANRO Nova con sede a Novazzano. La chiusura di questa ditta è giunta inaspettata e l’incontro dell’assemblea ha dato la possibilità di proporre ai titolari delle imprese di abbigliamento presenti di riflettere sulla possibilità di assumere del personale qualificato proveniente da quest’importante azienda di Novazzano. Secondo Cavadini il futuro resta aperto anche per quel che riguarda la logistica nel ramo dell’abbigliamento: il Ticino ha

molte carte da giocare in questa direzione e potrebbe acquisire un ruolo molto più importante. Sempre per cercare di migliorare l’efficienza del ramo viene ricordato che è stato creato un osservatorio del mondo del lavoro, denominato CODE, che permetterà di monitorare al meglio la circolazione delle persone e i cambiamenti in atto. È stata inoltre sottolineata l’importanza della sfilata di moda della STA, e di manifestazioni simili, perché costituiscono delle importanti occasioni per promuovere e migliorare l’immagine dell’associazione. Nella scorsa assemblea il Presidente aveva espresso la sua soddisfazione per la nascita del primo Contratto collettivo di lavoro per l’industria dell’abbigliamento ticinese. Nell’assemblea di quest’anno ha riferito che non si sono riscontrati problemi e che le aziende lo hanno applicato alla lettera. Il CCL è uno strumento di lavoro che potrà inoltre tutelare meglio il settore con l’entrata in vigore degli Accordi bilaterali. La valorizzazione dell’immagine dell’associazione è un fattore determinante per l’AFRA; Cavadini ha ripercorso l’evoluzione del settore e della associazione per introdurre gli interventi futuri in questo ambito. Il ramo dell’abbigliamento ha, negli ultimi 30 anni in Ticino, perso molti posti di lavoro, ma la cifra d’affari creata è aumentata. Dopo i passi mossi in passato (sfilate, presentazioni AFRA fuori dal Tici-

no) si vuole operare in modo marcato sulla formazione, questa, dunque, è la leva su cui agire per migliorare i servizi dell’AFRA e riuscire così a valorizzare concretamente l’immagine dell’associazione. Nel mondo di oggi la formazione continua, lo sviluppo di competenze e il miglioramento delle conoscenze nel proprio ramo sono i cardini su cui puntare per contribuire ad uno sviluppo tangibile della qualità nelle risorse disponibili. Per queste ragioni l’AFRA ha deciso di aprire un centro di formazione e l’auspicio del Presidente, a questo proposito, ha ampi orizzonti, egli afferma infatti che: “Il centro di formazione interaziendale che desideriamo creare, potrebbe raccogliere tutte le formazioni professionali per la produzione, lo sviluppo, la ricerca, la commercializzazione dei nostri prodotti in una regione Insubrica proiettata a diventare un polo d’interesse internazionale della moda”. Il Presidente, dopo aver sostenuto che “la formazione continua è una necessità inderogabile per una società che vuol crescere moderna e vincente”, ha illustrato qual è il concetto di Formazione AFRA che sarà implementato. Gli obiettivi sono quattro: riduzione del turnover del personale, diminuzione dei costi di introduzione, creazione di un centro di servizi e offerta di una formazione continua ai collaboratori a seconda delle esigenze delle aziende. L’amministrazione e la gestione sarà gestita direttamente dall’AFRA; i servizi

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Franco Cavadini, presidente e Claudio Camponovo, segretario

saranno invece offerti sia dall’associazione che dalle aziende. Si prevede inoltre una collaborazione con la Divisione della Formazione Professionale Cantonale e l’Ufficio Federale della formazione e delle Tecnologia. La sede del centro servizi sarà presso la segreteria dell’AFRA e l’ubicazione del centro sarà a Chiasso, presso la sede della ditta Provetex. Anche la gestione e l’amministrazione saranno al centro Provetex. Per concludere qualche cenno sulla tempistica: il progetto dovrà innanzitutto essere verificato e approvato dal Comitato AFRA. Si prevede l’apertura del centro per il mese di settembre del 2002. 2. Altri temi della serata All’ordine del giorno dell’assemblea era prevista l’approvazione del bilancio e del conto economico 2001, le nuove nomine all’ufficio presidenziale, una presentazione sulla situazione della Cassa assegni familiari e una relazione sugli accordi bila-

terali inerenti la libera circolazione delle persone. I risultati del conto economico e del bilancio sono stati illustrati dal Direttore della Ccia-TI Claudio Camponovo: la situazione finanziaria dell’associazione è stata definita “florida”. I conti sono stati approvati dal comitato e dai revisori. Il Presidente della Cassa assegni familiari dell’abbigliamento Dott. Giampiero Piazza ha presentato i risultati del 2001. La situazione finanziaria è stata soddisfacente e non si sono riscontrate problematiche di alcun tipo. L’ultimo tema trattato legato all’associazione è stato la composizione dell’ufficio presidenziale. Il Presidente, congiuntamente all’Assemblea, ha ringraziato per la loro dedizione e il loro lungo operato nell’Associazione i membri uscenti: Carlo Broggini, Giuseppe Peduzzi (già Presidente e Vice Presidente) e Roberto Vecchi. Vengono nominati come nuovi membri i signori: Eduard Baumgartner (Direttore di Sidema SA), Frederic F. Klumpp ( Vice Presidente di

Hugo Boss Industries (Switzerland) Ltd.), Bruno La Guardia (Direttore di Trimil SA) e Fiorenzo Peduzzi (Direttore di Unifashion SA-Facoma). Dopo i lavori assembleari si è avuta la relazione del signor Libero Malandra, Capo Ufficio manodopera estera, che ha illustrato i punti principali sull’accordo della libera circolazione delle persone. (Per un informazione esaustiva si rinvia alla Guida pratica sulla libera circolazione delle persone: Gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’Unione Europea Paesi CE e AELS, da richiedere al Servizio permessi e immigrazione (attualmente in ristampa) o da scaricare al sito http://www.ti.ch/DI/DI/SezS/). Al termine della riunione ha portato il saluto del Consiglio di Stato l’avv. Giorgio Battaglioni, segretario del Dipartimento delle Istituzioni. A coronamento dell’incontro per l’assemblea ordinaria, l’AFRA ha offerto ai presenti l’aperitivo e la cena.

Nuovi soci Ccia-Ti Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a: • IAC Insurance Adavantage Consulting SA, Chiasso • IBC SA, Lugano • Geoborders Corporation, Lugano

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CORNÈR BANCA SA Il Gruppo Cornèr si consolida nel 50mo esercizio

La sede principale di Lugano

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l 2001 è stato un anno soddisfacente per il Gruppo Cornèr Banca, che ha chiuso il 5Omo esercizio replicando i risultati di quello precedente, nonostante le avversità della congiuntura internazionale. L’utile netto è ammontato a 74,0 milioni di franchi, raggiungendo quasi quello del 2000 (74,4 milioni), e il totale dei ricavi si è attestato a 275,8 milioni con un impercettibile calo dello 0,4% (interessi + 8,3%, commissioni - 1,8%, negoziazione -19,2%). Tenuto conto che il 2000 era stato un anno eccezionale non solo per il Gruppo Cornèr, ma per l’intero settore bancario, i risultati conseguiti nel 2001 confermano il consolidamento dell’istituto sul mercato. In questo senso, si iscrivono positivamente anche le voci inerenti alla struttura patrimoniale: i mezzi propri sono aumentati del 15,2%, attestandosi ad un totale di 515,9 milioni di franchi. Il totale di bilancio è salito a 3’227 milioni di franchi (+15,9%).

Tali risultati sono il frutto di una strategia operativa orientata al potenziamento delle attività del Private Banking, del Bank Card Center, del Retail Banking e dei servizi commerciali legati all’economia del Cantone Ticino. La sintesi dei risultati conseguiti in tali settori ha consentito il raggiungimento del suddetto traguardo, confermando la validità della formula del Gruppo Cornèr, quale banca non focalizzata sull’offerta di un singolo prodotto, ma aperta a 360 gradi nel ventaglio dei servizi bancari. Per la crescita dell’istituto, viene inoltre ritenuta altamente strategica l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della Uniprof SIM SpA di Milano, avvenuta nel maggio del 2001, che al più presto verrà trasformata in banca. Tale operazione ha consentito l’ingresso del Gruppo Cornèr nel mercato finanziario italiano, in una posizione utile a garantire la continuità dei servizi di Private Banking.

Fotografia del Gruppo Cornèr Il 2002 inaugura un anno speciale per il Gruppo Cornèr che il 31 luglio prossimo si accinge a celebrare i suoi primi cinquant’anni di attività. Fondata a Lugano nel 1952 per iniziativa di Vittorio Cornaro, Cornèr Banca ha mantenuto la sua natura di istituto bancario svizzero privato e indipendente, sviluppando, accanto ai tradizionali prodotti e servizi, una notevole esperienza nel settore del Private Banking, vero e proprio “core business” delle sue attività. A qualificare ulteriormente l’offerta di prodotti innovativi, vi è inoltre l’emissione delle carte di credito, settore questo in cui Cornèr Banca è attiva fin dal 1975 allorquando introdusse, prima tra gli istituti svizzeri, la carta VISA. Oltre alla casa madre, che ha sede e direzione generale a Lugano e due succursali a Locarno e Losanna, il Gruppo Cornèr è presente a Milano, Lussemburgo, Nassau e Guernsey.

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Da Fulldesign è nata Dachcom Ticino Pubblicità e comunicazione con qualità

di Rolando Wetter e Stefan Detjen

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a gennaio 2002 la Fulldesign, agenzia di pubblicità e di comunicazione si presenta sotto una nuova veste: quella di Dachcom. Dachcom‚ è un marchio registrato a livello internazionale e comprende una rete di agenzie attive in Svizzera, Germania e Austria. Ed è ora presente anche in Ticino grazie alla partecipazione a Fulldesign. Al gruppo appartiene pure Dachcom Digital, specializzata in progetti per internet e banche dati. I complessivi 72 collaboratori del gruppo Dachcom sono altamente qualificati ed hanno un obiettivo comune: il successo del cliente. Il cambiamento di nome è anche un cambiamento di fatto! L’agenzia ticinese, con sede ad Agno è ora in grado di offrire un più ampio spettro di servizi e maggior creatività, una creatività attenta alle caratteristiche dei diversi mercati, grazie ad un più ampio background, supportato dai partner internazionali di Dachcom. E infine un maggiore potenziale di rendimento, dovuto alle risorse estese a livello internazionale. Il successo: un risultato derivato da capacità, competenza e costanza I rapporti tra Fulldesign e i propri clienti sono caratterizzati da due concetti: costanza e durata. I rapporti di collaborazio-

ne sono mediamente di 5 anni ma non sono una rarità quelli che si prolungano oltre ai 10 anni. Ma qual è il segreto? Mantenere l’impegno e l’interesse invariato negli anni, come se si trattasse sempre del primo progetto, con la consapevolezza che è il successo del cliente a garantire una crescita sana dell’agenzia. La Fulldesign, nata nel 1989, vanta tra i suoi clienti società attive a livello internazionale (Aral, Nestlé, Roche, Fromageries Bel, Manor, Dr. Oetker) e marchi rinomati (Chesterfield Italia, DHL, Fabbri 1905, Feldschlösschen, Buitoni, La vache qui rit, Siemens, Thomy, Wella). Sul mercato ticinese Fulldesign ha clienti quali Ticinomoda, Ticino Turismo, Pharmaton, Hawe Neos Dental, Piciotti Group e la STA, la Scuola dei tecnici dell’abbigliamento della moda. Che Fulldesign sia relativamente sconosciuta al pubblico è da ricercare nella discrezione dell’agenzia di comunicazione (una rarità nel settore). «La migliore pubblicità per noi la fanno i nostri clienti»: questo è il credo del fondatore dell’agenzia Stefan Detjen. Ma per far crescere ulteriormente la società sarà indispensabile posizionarsi in maniera chiara sul mercato e aspirare a un «going public». «Molti potenziali clienti ignorano la presenza di un’agenzia a servizio completo in Ticino e

si rivolgono oltre i confini cantonali», spiega Stefan Detjen. Prospettive per il futuro Mercati che vivono un cambiamento radicale, nuovi canali di distribuzione, internet: in questi ambiti vengono richieste soluzioni globali, strategie a diversi livelli,il saper pensare in più direzioni. Dachcom Fulldesign soddisfa nel medesimo tempo più ambiti e sviluppa strategie individuali e mirate. Una conoscenza approfondita del mercato, il saper riconoscere i trend in maniera rapida e un gruppo di solidi partner danno ai clienti Dachcom la sicurezza di avvalersi di una struttura con una marcia in più. Adottando il marchio Dachcom, Fulldesign ha dato il forte segnale di voler crescere insieme ai suoi clienti attuali e futuri. «Noi non cerchiamo semplicemente lavoro, ma al contrario compiti che siano delle sfide e supportino lo sviluppo delle attività dei nostri clienti»: questo il motto dell’agenzia. Ed il messaggio è rivolto soprattutto a Ticino ed Italia del nord. DACHCOM Ticino, Fulldesign SA, Via Pezza 19, CH-6982 Agno, Tel 091 605 42 71 [email protected], www.dachcom.com

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di Angelo Delea

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a ditta di Angelo Delea è stata fondata nel 1983. Ispirata dalla profonda passione per il vino e della vinificazione di tipo Bordolese, con affinamento in carati (barriques) di pregiato legno di rovere francese, con impegno e costanza è riuscita in pochi anni a costituirne un notevole patrimonio viticolo. I vigneti collinari da noi coltivati si estendono su di una superficie di ca. 20ha nel Sopra- e Sottoceneri, di cui 9ha di nostra proprietà, situati sulla sponda destra del fiume Ticino nei comuni di Gudo e Sementina, dove abbiamo aperto un nuovo agriturismo, “La Fattoria dell’amorosa” con 7 camere e 3 appartamenti, e a Rancate nella tenuta di “Castello di Cantone” nel Mendrisiotto. Le altre uve le acquistiamo nel Sopra- e Sottoceneri da ca. 300 produttori privati per una superficie di ca. 50ha per un totale di ca. 6’000q di uve. I vigneti più importanti sono “Castello di Cantone” di 6ha nel Mendrisiotto e la “Fattoria dell’amorosa” a Gudo-Sementina.

Il nuovo agriturismo, con già 20 capi di manzi d’allevamento Galloway (Irlandesi) e una piantagione di 400 ulivi e un’ulivocoltura.

le altre zone della Svizzera e abbiamo pure iniziato ed esportare con delle buone prospettive in Germania, Italia e Stati Uniti.

I prodotti più importanti della ditta sono il Merlot del Ticino “Carato”, “Carato Riserva”, il Merlot di Locarno “San Carlo”, il Merlot di Lavertezzo “Montedato”, il Merlot di Losone “Saleggi”, il Merlot di Gudo “Progero & Caneggio” e i nuovi vini di Rancate del vigneto “Castello di Cantone” come il bianco (Chardonnay, Sauvignon e Sémillon) il Merlot e la Sirah Cabernet. Nei bianchi troviamo il bianco di Merlot “Chiar di Luna”, “L’apocalisse”, “Il Chardonnay”, “Il Sauvignon” oltre al famoso spumante “Charme”.

La cantina (aperta anche al pubblico) è stata inaugurata nel 1993 e comprende l’enoteca, la modernissima cantina di vinificazione, la cantina di invecchiamento sotterranea a volte dove vi sono ca. 600 barriques di rovere e la distillerai con gli alambicchi del 1932, nella quale produciamo pregiate grappe e diversi distillati di frutta e liquori. Il ventaglio dei nostri prodotti è molto ampio ed è in grado di soddisfare la clientela sempre più esigente di privati e della gastronomia. Oggi la ditta conta al suo effettivo ben 30 collaboratori qualificati e motivati, di cui 5 nel campo agricolo.

La produzione annua si aggira su ca. 5600’000 bottiglie tra spumante, vini bianchi, rosati, rossi e distillati, per un totale di 5’000 hl per i vini e di 5’300 lt al 100% vol. per i distillati. I prodotti sono venduti quasi esclusivamente sul territorio cantonale e in tutte

CH-6616 Losone - Svizzera Via Zandone 11 Tel. 091 791 08 17 - Fax 091 791 59 08 E-mail: [email protected] Internet: http://www.delea.ch

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Formazione

Ticino Business

WEB PROJECT MANAGER Nuove figure professionali indotte dall’introduzione della Comunicazione mediata dal computer (CmC)

di Rinaldo Gobbi

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ll’inizio del mese di aprile 2002 è iniziato il secondo corso per l’ottenimento del diploma di Web Project Manager (in seguito WPM), che corrisponde all’esperto in gestione della comunicazione e della conoscenza attraverso la comunicazione mediata dal computer. È una figura professionale che riassume in sé sapere e competenze provenienti da diversi ambiti disciplinari: manageriali, didattici, grafici, linguistici, sociali, economici, psicologici, tecnologici. Il profilo di competenza può essere riassunto nei punti seguenti: • Cogliere, interpretare e tradurre le esigenze del committente. • Offrire consulenza in caso di difficoltà comunicativa nell’impiego di strumenti CmC; • Operare con strumenti multimediali. • Pianificare, creare il design, mantenere e aggiornare un sito Web e/o un’interfaccia Intranet. • Riconoscere le ripercussioni della CmC su un’organizzazione.

• Conoscere i concetti fondamentali e i sistemi delle tecnologie Internet, Intranet e Extranet. • Offrire al committente opportunità di aggiornamento permanente sugli aspetti legati alla CmC). • Coordinare gruppi di specialisti nella costituzione, nell’aggiornamento e nel restauro dei siti Web. • Esaminare un sistema complesso con criteri dell’analisi sistemica. • Concepire e realizzare strumenti per la gestione dell’informazione e della conoscenza. • Promuovere collegamenti e rapporti in rete. Il corso, promosso dalla Sezione di lingua italiana dell’ISPFP - Istituto svizzero di pedagogia per la formazione professionale con sede a Lugano-Massagno, è strutturato a moduli (seminari, lavoro individuale, pratica in azienda) e si concluderà nel mese di settembre 2003 con la consegna dei certificati federali WPM. Le formazioni WPM si rivolge ai docenti delle scuole professionali e a coloro che

sono interessati alla ricerca di una nuova professionalità e che desiderano aggiornare le loro competenze nell’ambito del mondo della CmC. I candidati non docenti possono essere lavoratori indipendenti o collaboratori di aziende o istituzioni pubbliche o private. La struttura del corso è infatti concepita in modo tale da essere compatibile con un’attività professionale parallela. La Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino crede in questa validissima iniziativa che sicuramente contribuirà a colmare una grossa lacuna presente non solo a livello cantonale ma anche a livello svizzero: quella della scarsità di personale qualificato nel campo delle nuove tecnologie. La Ccia-Ti ha perciò accettato con piacere di collaborare con l’ISPFP nella ricerca di posti di stage presso le aziende ticinesi, da mettere a disposizione dei corsisti. Per altre informazioni rivolgervi a: Luca Bausch, ISPFP, Tel. 091 960 77 21 [email protected] www.ispfp.ch/wpm

Fiere internazionali

Ticino Business

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Padiglioni collettivi svizzeri: strumento efficace per la vostra presenza alle fiere

Consulenze individuali su Brasile, Cina, India, Giappone e Stati Uniti Zurigo/Losanna, 26-28 giugno 2002 L’Osec Business Network Switzerland organizza regolarmente delle giornate di consulenze individuali per le aziende sui vari mercati esteri. Questi incontri individuali offrono ai partecipanti la possibilità di discutere dei loro progetti d’espansione commerciale con gli specialisti marketing di diversi mercati e di trovare assieme delle soluzioni concrete ai loro bisogni. Gli incontri di giugno si rivolgono alle aziende svizzere e del Liechtenstein che desiderano avviare o consolidare i loro affari nei seguenti mercati extra-europei: Brasile, Cina, India, Giappone e Stati Uniti. I partecipanti avranno come interlocutori i rappresentanti locali degli Swiss Business Hubs, i quali saranno lieti di potersi intrattenere personalmente con gli imprenditori presenti, nell’ottica dello sviluppo dei loro affari nei mercati summenzionati. I rappresentanti degli SBH saranno affiancati dai consulenti dell’Osec. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni vi invitiamo a mettervi in contatto con il Segretariato dell’Osec, tel. 091 911 51 37. EICMA 2002 – 60a edizione della Fiera Internazionale del Ciclo Milano (I) – 20-23 settembre 2002 L’edizione 2002 è interamente dedicata al Settore del Ciclo: da venerdì 20 a lunedì23 settembre, quattro giorni di affari, di incontri, di novità, di festa e di eventi speciali come “bike@ys”, il Forum internazionale della bicicletta, le esibizioni del Trial Show e la Pedalata Azzurra, con lo spettacolare arrivo in fiera di 1’800 ciclisti. Inoltre anche in questa edizione EICMA dedica un intero settore espositivo al Bicituri-

smo. In questa sezione gli Operatori turistici italiani e stranieri (come tour operators, enti del turismo, aziende autonome, associazioni, consorzi, riviste specializzate) hanno l’opportunità di presentare i loro prodotti e servizi alla stampa, al trade e direttamente al grande pubblico degli appassionati delle due ruote, in un’area studiata con particolare cura. Nel 2001 EICMA ha battuto tutti i record, con oltre 70’000 m2 di superficie espositiva, operatori di 107 paesi e 2’000 giornalisti accreditati. Sul sito Internet www.eicma.it i trade visitors potranno “visitare” le aziende espositrici, conoscere i loro prodotti e accreditarsi direttamente per poi ricevere entro luglio la tessera per entrare in fiera. Per complemento d’informazione: Camera di Commercio Italiana per la Svizzera General Wille-Str. 21 – casella postale 8027 Zurigo Tel. 01 289 23 23, Fax 01 201 53 57 [email protected] www.ccis.ch Merca Print, 1° Salone professionale delle stampanti d’occasione Barcelona (ES), 8-10 novembre 2002 La rapidità dell’evoluzione tecnologica ha condotto, nell’ovest della regione mediterranea, ad una progressione della richiesta di macchine d’occasione nelle arti grafiche. Le piccole e medie imprese oggi non hanno più i mezzi per investire in apparecchi nuovi e questo a scadenze sempre più brevi; esse hanno dunque bisogno di ricorrere a delle attrezzature d’occasione. Merca Print, il primo Salone professionale delle stampanti d’occasione, intende ri-

spondere a questo bisogno. Dal 9 al 10 novembre 2002, Merca Print presenterà una vasta gamma di macchine d’occasione su una superficie d’esposizione di 8’000 m2. Per informazioni: Merca Print [email protected] www.mercaprint.com/ PLMA 2002, Chicago International Private Label Trade Show Chicago (USA), 17-19 novembre 2002 Il Private Label Trade Show de Chicago è l’unico salone internazionale sulle marche di commercio che si svolge ogni anno negli Stati Uniti. Esso attira oltre 5’000 acquirenti professionali provenienti da tutto il Nordamerica. Circa 1’200 espositori, di cui un quarto europei, presentano in quest’occasione i loro prodotti. La fiera si rivolge agli store brand managers, ai quadri commerciali e amministrativi, ad acquirenti, distributori, grossisti e dettaglianti di prodotti alimentari e prodotti di consumo correnti. A seguito del successo riportato dal padiglione svizzero alla PLMA di Amsterdam, l’Osec Business Network Switzerland, con la collaborazione della Federazione delle industrie alimentari svizzere (FIAL), dell’Associazione dell’industria cosmetica svizzera dei cosmetici e degli Swiss Business Hubs di Chicago e New York, ha deciso di organizzare una presenza elvetica alla PLMA di Chicago. Affinché la partecipazione svizzera possa concretizzarsi, è però necessario che il numero di aziende iscritte sia sufficiente. Sono previsti dei padiglioni nel settore food e non-food. Per maggiori ragguagli, gli interessati possono contattare il Segretariato dell’Osec, tel. 091 911 51 37.

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News della Ccia-Ti

Luglio-Agosto 2002

Hip hip hurrà! Al Cantone non basta solo un Tribunale federale

Sommario Strong opinions Intervista senatore Lombardi

di Franco Ambrosetti Energia elettrica meno cara

Q

uando ho letto sul giornale il lieto fine della telenovela del Tribunale federale penale (TF), mi sono profondamente rallegrato, dapprima, pensando alla sessantina di posti di lavoro che verranno in Ticino, pensando che in fondo a Berna non ci considerano proprio l’ultima ruota del carro (una forma di complesso che viene dai tempi dei balivi…), pensando che la nostra Deputazione è stata grande, che deve aver lavorato compatta, unita, in modo efficace, astuto, accorto, forse persino subdolo, insidioso, perché in questi casi il fine giustifica i mezzi. Le fette di torta non possono riceverle solo gli altri; e noi, noi chi siamo? Ho pensato che il senatore Marty ha avuto un’idea brillante e soprattutto l’ha portata avanti con convinzione, determinazione, passione, sagacia; insomma, è riuscito a ribaltare una situazione che sembrava disperata. Il NEIN del Consiglio federale era stato secco, fermo, convinto, deciso, con la solita scusa dei costi con cui noi imprenditori sappiamo che si può giocare in molti modi, usandoli a favore o contro questo e quell’argomento. Beh, alla fine, con questioni solo formali, la partita ce l’avevano fatta perdere, come l’arbitro Moreno ha condannato l’Italia all’eliminazione: il fischietto impietoso di Ruth Metzler era risuonato sinistro tra le volte di Palazzo federale, come l’ennesimo schiaffo sonoro alla minoranza italofona. Ma la nostra Deputazione ha saputo reagire trovando quella coesione, quell’unità, quella forza d’animo e quella motivazione che solo nei momenti più difficili riescono a coalizzare gente di partiti, opinioni, ideologie, interessi, e a volte di religioni diverse. Continua a pagina 3

La Convenzione delle Alpi strozzerà l’economia ticinese

S

zione delle Alpi attraverso nove protocolli, che costituiscono la base di una carta ecologica per assicurare una mobilità sostenibile sulle montagne d'Europa, su cui transitano ogni anno cinque milioni di Tir e 54 milioni di auto. Uno dei capitoli più controversi è proprio quello sui trasporti: via preferenziale ai mezzi ecologici, rinuncia alla costruzione di nuove strade di transito, ridimensionamento degli aeroporti, riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico, e restrizioni all’uso del territorio sono alcuni degli obiettivi dell’intesa. Continua a pagina 5

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delle spese dello Stato

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• La FOFT nel 2002 • Congiuntura inizio 2002

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• • Revisione LADI:

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non c’è smaltimento!

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• Vai lontano, resta vicino • Monster • Work2gether • IBM: rivoluzione della

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• DBM: post career seminar • ATIP: resoconto

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formazione

lavori assembleari

di Elisabetta Pisa

e l’economia ticinese respirerà con l’abolizione al Gottardo del senso unico alternato per i Tir, non tutti i pericoli sono stati allontanati. Un’altra tegola potrebbe abbattersi sul Ticino se la Convenzione delle Alpi fosse ratificata. L’approvazione da parte del Parlamento elvetico dell’intesa con gli altri sette Paesi dell’arco alpino - Germania, Francia, Italia, Austria, Slovenia, Liechtenstein e Principato di Monaco – significherebbe dare un colpo di freno alle attività economiche del Cantone. La Convenzione mira a realizzare la prote-

• Editoriale e Agenda • Preoccupante evoluzione

• Prix alliance F • Schede IFCAM • Netiquette • IVA europea in materia di prestazioni di servizi internazionali

• Fiere internazionali

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Strong opinions

Ticino Business

Hip hip hurrà! Abbiamo il Tribunale federale penale

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

È in questi momenti che ci si sente fieri di essere svizzeri. Da quando Napoleone ha imposto ai cantoni coloniali di darci l’agognata indipendenza, spesso abbiamo dovuto combattere arduamente, faticosamente, coraggiosamente per i nostri diritti, per essere trattati alla pari degli altri: per avere anche noi un po’ di pane e qualche pesce. Quindi, un 6 pienamente meritato ai nostri rappresentanti a Berna e al nostro Governo cantonale che ha molto aiutato. Una lettura più pacata ed approfondita di questo avvenimento importante, però, offre spunti di riflessione interessanti aprendo la porta a qualche considerazione. La prima: l’arrivo del TF, con i suoi posti di lavoro, l’indotto ed il prestigio, forse non sono la soluzione ai contenziosi che Berna si ostina a non voler risolvere con noi in tempi brevi. Bensì lo zuccherino. Quali contenziosi? In primo in assoluto è il problema della mobilità sull’asse nord-sud. Con questo intendo il problema nella sua globalità e cioè il raddoppio del tunnel autostradale del Gottardo, con l’indispensabile costruzione delle aree doganali, l’ampliamento del servizio HUPAC, il prolungamento della NEAT da Lugano a Milano via Chiasso, il completamento della strada Arcisate-Stabio, la realizzazione della galleria del Vedeggio e i collegamenti veloci con Locarno, tanto per nominare i dossier più scottanti sui quali da parte federale c’è stata una latitanza durata anni o un atteggiamento permanente di chiusura, come per esempio sul raddoppio del tunnel autostradale. Questa del TF mi ricorda un po’ la storia di quella coppia di Milano che aveva vinto

una crociera, alla quale aveva puntualmente partecipato, per trovare al ritorno la casa svuotata di tutto il suo prezioso contenuto, ad opera degli stessi furbacchioni che avevano offerto la crociera. Insomma, tutto fa brodo, ben venga il TF ma i veri problemi, quelli che metteranno in crisi il futuro economico dei nostri figli sono altri. E ciò mi porta alla seconda considerazione: perché si riesce a trovare una coesione esemplare e fare dell’argomento TF una questione di principio, mentre le chilometriche code che si ripetono praticamente ogni weekend ai portali del San Gottardo, che come un male oscuro stanno uccidendo lentamente ed inesorabilmente il nostro turismo (soprattutto quello locarnese), lasciano se non indifferenti, almeno passivi? Perché il TF scalda gli animi dei nostri politici e il fatto che l’unica strozzatura micidiale, implacabile e minacciosa, nelle migliaia di chilometri da Amburgo a Bari stia asfissiando la nostra economia, li lascia impassibili? Qualcuno mi sa spiegare perché un tale nonsenso venga tollerato, anzi da certuni persino giustificato al punto tale da spingere il nostro Consiglio di Stato a chiedere di portare il segretariato della più spietata organizzazione contro la nostra mobilità, quella dei protocolli delle Alpi, a Porza? Ma qualcuno in Consiglio di Stato ha capito che cosa vuol dire sottoscrivere i protocolli delle Alpi, gestiti dalla più pericolosa organizzazione fondamentalista-ambientalista al cui confronto Greenpeace sembra una congregazione di novizie di madre Teresa di Calcutta?

Qualcuno, che non sia perseguitato da uno spirito fortemente masochista, in Governo e nella nostra deputazione (che ne discuterà alla prossima sessione parlamentare) ha visto i pericoli a cui andiamo incontro se sottoscriviamo i protocolli? Qualcuno, al di fuori del funzionariato verde-pino che vorrebbe trasformare i nostro cantone in una valle dove possano prosperare solo quelli del Mulino Bianco, ha realizzato che se la Svizzera aderisce, dovremmo chiedere il permesso anche per dipingere le strisce pedonali. Che gli effetti sono di fatto l’annullamento praticamente totale dell’autonomia della Repubblica del cantone Ticino nelle questioni che toccano la mobilità? E vogliamo anche il segretariato a Porza? Perché non chiediamo di portare a Porza il movimento a favore dell’abolizione del segreto bancario svizzero, piuttosto che offrire gratuitamente una sede internazionale all’avv. Ed Fagan (l’avvocato che ha fatto causa alla Confederazione per l’olocausto e per l’apartheid)? Abbiamo qualcosa che possa farci più male da tirarci in casa? Se volete saperne di più leggete a pagina 5. La realtà è che mentre noi ci occupiamo di singoli alberi abbiamo perso di vista la foresta. A cosa serve un parco acquatico se non ci si può arrivare? Cosa possono fare i dott. Stinca se per arrivare in Ticino ci vuol più tempo che per andare a New York? Non è l’offerta che manca ma è la domanda che non riesce a passare le Alpi! Tutti sappiamo che l’economia, da sempre fiorisce laddove passano le vie di comunicazione: basta ricordare la via della seta, il Danubio, il Reno, la via delle spezie. In-

Strong opinions somma, l’economia, la cultura, in poche parole le civiltà, si sviluppano sempre e da sempre intorno ai punti nevralgici delle vie di comunicazione. E lì restano per secoli. Certo, la paura che il Gottardo venga sfruttato unicamente come corridoio di passaggio è grande. Dovremmo essere bravi noi a farli fermare e soggiornare qui. Bisogna solo essere più attrattivi rispetto alla concorrenza. Ma intanto, per cominciare, devono poter passare. Forse ci siamo dimenticati che Lugano prima della stazione, nata con il tunnel ferroviario del Gottardo, era praticamente inesistente? E che la perdita di forza economica del Locarnese e della Valtellina, che erano le vie di transito fino all’800, sono la conseguenza dello spostamento sull’asse del Gottardo del trasporto di passeggeri e merci? Ci piacciono tanto le briciole, anche quelle avvelenate, che non ci accorgiamo di ciò che sta succedendo: lentamente ma inesorabilmente ci stanno isolando. Il danno che tutta questa inattività politica causa all’economia ticinese è tale e tanto da mandare gli operatori turistici sulle barricate assieme ai verdi: gli uni asfissiati dalla mancanza di ossigeno, gli altri dall’ossido di azoto.

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Francamente credo che i nostri rappresentanti a Berna e a Bellinzona tutto ciò lo sappiano benissimo. E che il problema non stia tanto nella complessità tecnica della materia, bensì in quella politica. È un problema delicato, fastidioso, spinoso, antipatico, ostico, impopolare. Si capisce bene. Per di più, in una questione la cui soluzione riguarda un futuro piuttosto lontano, che soddisfazione c’è a battersi per un chimerico progetto, per un’idea di cui altri e dopo anni raccoglieranno i successi? Il TF da solo non basta a cancellare il senso di colpa che alcuni avvertono, per aver fatto troppo poco per risolvere i più importanti problemi che il Ticino dovrà affrontare. E ciò mi fa ben sperare. Ed eccomi alla terza ed ultima considerazione: tutti ammiriamo Napoleone come personaggio storico, ma nessuno si augura che ce ne voglia uno “nuovo” che dica ai cantoni di oltre Gottardo cosa è bene per il Ticino. Abbiamo ottenuto una brillante vittoria, contro tutti i pronostici e le potentissime lobby che si erano messi in moto. Possiamo fare lo stesso con i dossier dei traspor-

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ti. Se ci mettiamo la passione e la volontà, se ci impegniamo con determinazione, ostinazione, supereremo anche l’ostacolo delle battute pasquali del ministro Leuenberger, con o senza cartoline. Per cui propongo che i nostri politici studino questi problemi a fondo e da un’ottica prettamente ticinese, poiché il Cantone subisce una situazione che da solo non può risolvere. Propongo che si uniscano e si battano come fanno gli urani per il loro tunnel (e chi può dargli torto?) o i vallesani con il Lötschberg, chiedo che la coesione, nel nome di un comune interesse superiore, scatti ancora una volta per sollecitare ad alta voce, con forza e convinzione che la mobilità è un diritto: siamo capaci. Lo abbiamo dimostrato con il TF che non era facile. Se capiamo una buona volta che è una questione che riguarda il futuro dei nostri figli e delle generazioni che verranno. Se non vogliamo che qualcun altro decida del nostro avvenire, riappropriamoci del nostro destino e facciamo ciò che chiunque farebbe per il proprio paese: facciamo che ci si possa arrivare in tempi normali, anche durante i weekend pasquali o d’estate.

Gottardo, una consultazione a doppio taglio di Elisabetta Pisa

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erna ha avviato la consultazione sull’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Udc, Ulrich Giezendanner, per il raddoppio del tunnel del Gottardo. Ma guarda caso le domande del testo in consultazione sono formulate in modo tale da mettere in cattiva luce la richiesta di Giezendanner. Gli interrogativi sono ambigui: difatti tendono a sottolineare più l’importanza della difesa dell’Iniziativa delle Alpi che non la necessità del raddoppio che, si lascia intendere, toglierebbe efficacia alla decisione strategica di spostare il traffico merci dalla strada alla ferrovia, minando così anche la redditività della futura Alptransit. Nella risposta alla consultazione, il direttore della Ccia-Ti Claudio Camponovo, ha ribadito con forza la necessità del secondo tunnel, la cui costruzione dovrebbe essere pianificata al più presto, visto che il Canton Ticino aspetta da 20 anni quest’opera per come era stato promesso all’epoca dal Consiglio fede-

rale. In un ventennio si è passati dai 3 ai 7 milioni di transiti e oggi, dopo l’incidente del 24 ottobre scorso, si è quasi alla paralisi sia per il traffico merci sia per quello automobilistico. Il raddoppio, sottolinea la Ccia-Ti, non intacca affatto l’efficacia e la redditività delle nuove trasversali alpine, a patto che l’Unione Europea riorienti effettivamente la mobilità merci dalla gomma alla rotaia. E al proposito di Alptransit ancora una volta la Ccia-Ti ha ricordato l’importanza del suo prolungamento su Milano. Claudio Camponovo ha pure rimarcato il fatto che l’attuale situazione al Gottardo crea solo caos, ritardi e soprattutto poca sicurezza. Problema, quest’ultimo, che può essere risolto veramente con una seconda galleria. Né, nota la Ccia-Ti, si possono imputare alla realizzazione di un secondo tunnel eventuali imbuti su altre importanti strade nazionali. Il raddoppio ren-

derebbe invece più fluido il traffico e aumenterebbe la sicurezza, come ha ampiamente dimostrato lo studio Abay & Meier. Il problema reale, secondo Camponovo, è che le autostrade, per essere definite tali, devono essere almeno di quattro corsie, al Gottardo sono appena due e per di più a scartamento ridotto. Per affrontare la questione del traffico sul Gottardo senza compromettere gli accordi intercorsi con l’Unione europea, per la Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino bisogna dare al popolo la possibilità di votare subito sull’Iniziativa Avanti, che chiede, assieme al potenziamento di alcune tratte autostradali di interesse nazionale, anche il completamento della galleria del Gottardo. A conclusione della risposta Camponovo rinnova all’indirizzo di Berna le preoccupazioni degli imprenditori e di tutto il Ticino per l’isolamento del Cantone con l’attuale gestione del traffico.

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Il tema

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«Una Convenzione che rischia di ridurre il Ticino ad una riserva indiana e che vuole trasformare le Alpi in un grande parco nazionale»

intervista con il senatore Filippo Lombardi, di Elisabetta Pisa

Il turismo ticinese e l’aeroporto di LuganoAgno sarebbero i primi a pagarne le conseguenze. «Il guaio – precisa il consigliere agli Stati Filippo Lombardi – è che il 100% del suolo ticinese è compreso nella regione alpina, mentre quello svizzero rientra nella misura del 60%. Ad eccezione dell’Austria, per gli altri Paesi firmatari la porzione di territorio sulle Alpi è decisamente ridotta: gli effetti della Convenzione saranno quindi differenti». Per il Cantone l’impatto non sarebbe da poco. Per Lugano significherebbe non solo non potenziare lo scalo aeroportuale di Agno, ma addirittura ridurne l’attività, trasferendo i passeggeri a Malpensa. Un danno notevole per il Ticino, ma anche per gli altri Cantoni alpini. Per questo si annuncia battaglia in Parlamento. Sono ancora molti gli aspetti da chiarire: i partiti borghesi formeranno un fronte compatto contro l’approvazione, finché non saranno date tutte le garanzie necessarie. A suo tempo la Svizzera aveva chiesto di introdurre un decimo protocollo sullo sviluppo dell’economia nelle regioni alpine, bocciato dagli altri Paesi. Ma per la Confederazione, e in particolare il Ticino, è invece vitale. «Se Berna non riuscirà a imporre il decimo protocollo – continua Lombardi –, allora dovranno essere date delle compensazioni di carattere economico alle aree pena-

Le tappe dell’accordo internazionale Non sarà una strada tutta in discesa per la Convenzione delle Alpi, che sarà all’esame dopo l’estate del Consiglio agli Stati. Al momento l’accordo internazionale è al vaglio della commissione Ambiente, che nella scorsa seduta di aprile aveva chiesto all’amministrazione alcuni chiarimenti sulle

lizzate. Ma si ha la netta sensazione che nessuno voglia pagare». Fatto sta che il Governo federale ha firmato la Convenzione, ma rischia di essere sconfessato un’altra volta dal Parlamento, così come nel caso dell’accordo aereo con la Germania. Il dipartimento federale dei Trasporti riconferma il suo orientamento ambientalista, o comunque una predisposizione a privilegiare certi interessi ai danni dell’economia. «A nostro avviso – aggiunge il senatore ticinese – la Convenzione presenta una visione ideologica da riserva indiana, che mira a trasformare le Alpi in un grande parco nazionale. I protocolli sono stati preparati da organizzazioni ambientaliste non governative in parte in accordo con gli uffici federali preposti. Tutto ciò ha portato a uno squilibrio, di cui ci si rende conto solo ora». Lombardi cita un esempio per chiarire: l’anno scorso, dopo aver sbranato 54 pecore, è stato abbattuto in Val Bregaglia un lupo, che arrivava dall’Italia. Legambiente, l’associazione ambientalista italiana, ha chiesto all’Europa di imporre delle sanzioni alla Svizzera, che si era permessa di sopprimere l’animale. L’episodio, che ha suscitato parecchia curiosità, si è chiuso senza conseguenze, ma secondo il senatore in futuro per “qualunque parte interessata” - in altre parole gli ecologisti - sarà possibile attaccare un altro Paese. Inoltre potrebbe essere costituito un Tribunale arbitrale internaziona-

le, investito di un potere giudiziario esclusivo, senza alcuna istanza superiore cui presentare ricorso. Dunque anche il nono protocollo, quello sulle procedure giuridiche, lascia delle questioni aperte.

implicazioni giuridiche dell’intesa. Le delucidazioni sono attese per la fine di agosto. Dopodiché continuerà la discussione in seno alla commissione, che potrà dare tre indicazioni al Consiglio agli Stati: 1) la ratifica dell’accordo internazionale; 2) la bocciatura; 3) il rinvio del dossier al Governo federale,

perché verifichi ulteriormente le conseguenze della Convenzione, le eventuali compensazioni economiche da accordare alle aree penalizzate e la possibilità di introdurre un decimo protocollo sullo sviluppo economico. Questo iter potrebbe durare anche qualche anno.

Qualche insidia, poi, potrebbe esserci anche per il raddoppio del Gottardo, un’opera prioritaria per il Ticino, che rischia di soffocare nella morsa del traffico. Il protocollo sui trasporti pone uno stop all'asfalto in montagna, ma secondo il consigliere federale Moritz Leuenberger si rivela meno incisivo dell'Iniziativa delle Alpi: in pratica non vieterebbe la costruzione della seconda galleria autostradale. Lombardi, però, è scettico: «Si tratta di una capriola ideologica e giuridica abbastanza curiosa – dice –. L’articolo inserito nella nostra Costituzione, secondo cui non si può accrescere la capacità di transito sulle Alpi, non è molto diverso dal protocollo della Convenzione. I giuristi, per indorare la pillola e far accettare l’accordo internazionale, dicono il contrario». Secondo Lombardi sarà questo uno dei problemi, che rischia di procrastinare l’approvazione della Convenzione. Prima di ratificarla, il Parlamento vuole vedere risolta la questione del Gottardo. E i partiti borghesi daranno battaglia, dato che Leuenberger è risoluto a rimandare ancora il raddoppio del tunnel.

L’ospite

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Con la nuova legge energia elettrica meno cara per tutti

Intervista con Marco Casella, di Libero D’Agostino

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a scelta è semplice ma decisiva. Il 22 settembre il popolo dovrà decidere se continuare con un anomalo regime monopolistico per il mercato dell’energia elettrica oppure avviare una liberalizzazione controllata. L’alternativa è tra il sistema attuale con le sua giungla di prezzi, le tariffe poco trasparenti e i costi esorbitanti per le imprese, e la nuova regolamentazione prevista dalla LMEE, la legge sul mercato dell’energia elettrica, che prevede forti vantaggi per i consumatori privati e per le aziende, soprattutto per le piccole e medie imprese. Per l’elettricità in Svizzera si spendono ogni anno 8,5 miliardi di franchi che equivalgono a 54 miliardi di kilowattore. Industrie e servizi assorbono il 60% di questa fornitura con una spesa di oltre 5 miliardi di franchi. Per la stessa quantità di energia, le aziende europee, loro concorrenti, pagano mediamente il 30% in meno, con un risparmio di 1,6 miliardi, e in alcuni Paesi il costo è addirittura inferiore di oltre il 40%. «A fare le spese di questo forte divario sono soprattutto le Pmi che rappresentano il 98% delle aziende svizzere e garantiscono il 70% circa del prodotto interno lordo. Ditte che in gran parte esportano e che, quindi, nella concorrenza sui mercati esteri sono penalizzati da questo costo in più» spiega Marco Casella, consigliere delegato della Exten S.A. di Mendrisio, azienda specializzata nella lavorazione di materie plastiche. Per un imprenditore ticinese che deve reggere anche altri svantaggi competitivi, cosa significa pagare l’energia elettrica ad un prezzo molto

più alto rispetto alle industrie di Paesi concorrenti? «La nostra società – risponde Casella - ha avuto modo di comparare i suoi costi per l’energia elettrica, che ammontano a l,5 milioni di franchi all’anno e corrispondono ad oltre il l3% del totale dei costi di produzione, con quelli di una concorrente svedese. Quest’ultima paga l’energia elettrica il 50% in meno rispetto a quanto siamo costretti a sborsare noi. Il nostro svantaggio competitivo ammonta perciò a più di 750mila franchi all’anno. Per la competitività sul mercato globale in cui opera la nostra ditta - tutte le vendite sono difatti orientate sull’esportazione e perciò siamo molto esposti alla concorrenza internazionale- l’attuale situazione tariffaria ci penalizza gravemente. E questo nonostante che sia AET, l’Azienda elettrica ticinese, che l’azienda elettrica di Mendrisio abbiano fatto il possibile per venirci incontro al momento della stipulazione dell’attuale contratto di fornitura». E’ ammissibile che nei prezzi per l’energia elettrica ci siano grandi differenze persino tra gli stessi Cantoni svizzeri? «Le differenze di prezzo tra i diversi Cantoni é più che logica, o meglio si spiega facilmente visto che le singole aziende produttrici di energia elettrica detengono il monopolio locale. Se una ditta ticinese avesse la possibilità di acquistare l ’ e n e rg i a i n Tu rg o v i a , Obwaldo o nel Vallese i prezzi si allineerebbero automaticamente, scopren-

do, guarda caso, il classico prezzo di mercato. Se, poi, si potesse acquistare anche all’estero sarebbe tutt’altro discorso». Cosa rappresenta questa legge per una regione periferica come il Ticino? «Per le aree periferiche la LMEE offre delle garanzie specifiche, e per il nostro Cantone grosse opportunità per la valorizzazione del patrimonio idroelettrico. Il problema vero é che questa legge arriva tardi, ed è, inoltre, molto diluita sia nei contenuti che nel tempo. Probabilmente la liberalizzazione già avviata all’estero avvantaggerà prima i nostri concorrenti europei. Per molte industrie questi vantaggi potrebbero arrivare troppo tardi, il che influenza e influenzerà le scelte strategiche di tante imprese per i nuovi investimenti, la localizzazione o per altre decisioni non meno importanti».

Costi dell'elettricità per le PMI (IVA esclusa) Città

Cts/kWh

Stoccolma Parigi Madrid Monaco Londra Friburgo Berna Neuchâtel Ginevra Zurigo Lugano Yverdon Roma La Chaux-de-Fonds

4,71 8,38 8,73 9,08 9,45 11,18 12,67 13,59 14,40 14,52 15,62 15,75 16,53 16,66

consumo annuo 2 mio kWh in CHF 94.200 167.600 174.000 181.600 189.000 223.600 253.400 271.800 288.000 290.400 312.400 315.000 330.600 333.200

Fonte: "Bilanz-Spezial Strom", gennaio 2002

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L’ospite

Ticino Business

Perché spaventa tanto persino un’apertura così controllata come quella prevista dalla LMEE? «Una legge che va in direzione dell’economia di mercato spaventa per definizione i monopolisti. In Svizzera ci sono oggi circa 1200 società elettriche, tre quarti di esse sono pubbliche. Vi sono di conseguenza 1.200 consigli di amministrazione, di regola occupati da politici o ex-politici, e 1.200 organi di controllo, ai quali si aggiungono gli impiegati e i dirigenti spesso

scelti secondo l’appartenenza partitica. Si tratta di operatori privilegiati sia per i livelli salariali che per quelli assicurativi. Al proposito, si può ricordare per il Ticino il caso emblematico della Monteforno, che ai bei tempi possedeva due mini-centrali nel Moesano. Ebbene, il salario che l’acciaieria, secondo le direttive dell’associazione delle centrali elettriche svizzere, avrebbe dovuto versare all’allora direttore di queste mini-centrali sarebbe stato superiore alla retribuzione del direttore ge-

nerale della Monteforno che in quegli anni contava più di mille occupati. Le ragioni delle preoccupazioni di chi é contrario ad ogni cambiamento sono dunque molto banali. Cercare di addurre motivazioni ideologiche diventa perciò pretestuoso se non risibile. Se non per coloro che a parole si dichiarano fautori dell’economia di mercato, fintanto però che il mercato, favorendo i consumatori e perciò tutti noi, privati e aziende, non mette in pericolo privilegi che sono del tutto ingiustificati».

Contromano

Il volto oscuro dello statalismo di Libero D’Agostino

C

ontro la LMEE, la nuova legge sul mercato dell’energia elettrica, è scesa subito in campo l’Associazione per la difesa del servizio pubblico. L’Adsp, fisiologicamente allergica per conformazione ideologica e culturale al “privato”, è stata in prima fila nella battaglia per bocciare i sussidi alle scuole private e combatte decisamente le riforme dell’AET, l’Azienda elettrica ticinese, e della BancaStato. Sulla LMEE, l’Associazione ha saettato allarmanti paroloni: “bomba ad orologeria”, attentato “al bene comune”, “l’energia elettrica abbandonata alle bizze del mercato”, “massimizzazione dei profitti per pochi” , “grave pericolo per il servizio pubblico” , “spoliazione dei diritti democratici” , “sequestro dei diritti di controllo”, e via spaventando. Un attacco martellante il cui bersaglio sembra essere non tanto la LMEE, che non configura affatto una liberalizzazione selvaggia o una privatizzazione dell’energia elettrica, quanto invece la riforma dell’AET, contro cui l’Associazione affila da tempo le armi. Contrabbandare la nuova legge, che è un semplice correttivo di uno strambo monopolio, come una minaccia per il servizio pubblico è del tutto spropositato e fuori luogo. Difatti, la LMEE, che prevede l’apertura graduale del mercato dell’elettricità, regolamentandone tappe, modalità e tempi sull’arco di sei anni, non può essere giudicata una vera liberalizzazione del settore poiché

investe solo la produzione e la commercializzazione dell’elettricità, mentre per la distribuzione resta il regime di monopolio. Né può essere considerata una privatizzazione, visto che non prefigura la vendita di aziende pubbliche. Semmai, è una timida risposta a quel processo di liberalizzazione avviato in Europa, con cui bisognerà comunque fare i conti. Sostenere che di questa progressiva apertura del mercato faranno le spese le aree periferiche del Paese è altrettanto falso, dato che nella legge è iscritta nero su bianco la garanzia dell’approvvigionamento per tutti i consumatori in tutte le regioni della Svizzera. Per dare spessore all’opposizione alla LMEE, si è agitato pure lo spettro della perdita di 6000 posti di lavoro, ma si tace il fatto che grazie a questa legge, industrie e servizi non saranno più costretti a pagare l’elettricità il 30-40% in più rispetto ai loro concorrenti europei. Dunque un risparmio considerevole che consentirebbe di finanziare ben 20 mila nuovi impieghi. Probabilmente per l’Adsp è ben poca cosa la possibilità per le piccole e medie imprese che rappresentano il 99% delle aziende svizzere (e che occupano l’85% delle persone attive nell’industria e nei servizi, garantiscono il 70% del Pil elvetico, ed esportano oltre l’80% della loro produzione) di dimezzare i costi dell’energia elettrica, recuperando così un grave svantaggio com-

petitivo nei confronti della concorrenza estera sui mercati internazionali. E significa pure ben poco che i cittadini pagheranno molto di meno l’elettricità, che le tariffe diverranno più trasparenti, e che tra un Cantone e l’altro non ci saranno più quelle enormi differenze di prezzo per cui le economie domestiche di Sion, ad esempio, pagano 16,3 centesimi a kWh, e quelle di Neuchâtel addirittura 29 centesimi. Per i paladini del servizio pubblico queste sono quisquilie, come diceva il grande Totò. La verità è che l’esistenza e l’attività dell’Adsp, associazione trasversale che ha per matrice unica lo statalismo duro e puro, si basa su un equivoco di fondo: tutto ciò che è d’interesse pubblico non può che essere statale. Corollario di questa distorsione concettuale è che un servizio per la collettività giammai debba essere delegato ai privati, accecati come sono dalla brama di profitto. In questa visione, lo Stato ridotto a ideologia da retro bottega, si ossifica in un istinto di conservazione che impedisce di rinnovarne compiti e funzioni, schiodandoli da schemi ottocenteschi. Ma dietro la corazza dello statalismo ad oltranza, s’intravedono anche gli interessi corporativi di forze che hanno occupato fisicamente l’amministrazione pubblica e para pubblica, e che oggi difendono con i denti i loro privilegi spacciandoli come il “Bene comune”.

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DIFESA C. SA

Ufficio fiduciario - contenzioso attivo dal 1915

6902 Lugano-Paradiso - Via San Salvatore 2 - Tel. 091 985 60 90 - Fax 091 985 60 94 Ufficio di rappresentanza: 6616 Losone - Via Mezzana 69 - Tel. 091 792 23 39 - Fax 091 792 12 83 Internet: http/www.ladifesa.ch, e-mail: [email protected]

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Editoriale

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No alla “Fondazione Svizzera solidale” SI all’Iniziativa sull’oro

Impressum Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti Tel 091 911 51 11 Corso Elvezia 16 Fax 091 911 51 12 CP 2378 [email protected] CH-6901 Lugano www.cciati.ch

Agenda Gentili Signore, Egregi Signori, A titolo personale, dato che l’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti non si è ancora pronunciato in materia, desidero esprimere alcuni motivi che parlano contro la “Fondazione Svizzera solidale”. La Confederazione Elvetica è confrontata con una montagna di debiti valutabili attorno ai 110 miliardi di franchi svizzeri. Se è vero che all’estero ci sono persone che hanno bisogno della nostra solidarietà, è altrettanto vero che occorre garantire il buon funzionamento di una società democratica, mantenendo in vigore l’integrità delle sue infrastrutture sociali: l’AVS è il primo pilastro dello Stato sociale. La legge sulla “Fondazione solidale” costringe a spendere soldi della collettività e crea un nuovo apparato burocratico distributivo invece di impiegare i mezzi secondo fabbisogno. Sono i lavoratori svizzeri che hanno diritto di percepire anche in futuro le prestazioni dell’AVS. A mio avviso occorre assolutamente ricostituire la garanzia del pagamento delle rendite al raggiungimento dell’età di pensionamento. Con il modello della Fondazione vengono sottratti i soldi dei contribuenti al controllo democratico. La Svizzera già oggi si impegna in modo molto pronunciato a sostegno della solidarietà. La Confederazione spende annualmente oltre un miliardo di franchi per l’aiuto allo sviluppo; un altro miliardo viene impiegato nel campo dei rifugiati e degli asilanti; 250 milio-

ni per l’aiuto umanitario e 100 milioni per la promozione della pace. Va inoltre considerato che la Svizzera, dal 1993 ad oggi, ha cancellato debiti di Paesi in via di sviluppo per un importo superiore a 4 miliardi di franchi. Non è forse solidarietà questa? Valido è il proponimento dell’iniziativa sull’oro, lanciata dall’UDC, di voler destinare questi mezzi finanziari al fondo AVS. I rapporti IDA FISO sono espliciti e la difficile situazione finanziaria va raddrizzata. La solidarietà in Svizzera è già vissuta intensamente come lo provano le numerose collette lanciate in caso di catastrofi o di eventi particolari. La proposta scaturita dal dibattito parlamentare di assegnare 1/3 della somma alla Fondazione, 1/3 all’AVS e 1/3 ai Cantoni, non soddisfa perché i Cantoni avranno comunque il diritto, sulla base dell’art. 99 CF, di ricevere i 2/3 della normali eccedenze della Banca Nazionale mentre 1/3 spetta alla Confederazione. La vendita dell’oro in eccedenza è un evento eccezionale e va attribuito a questa importante istituzione sociale svizzera che è l’AVS, primo pilastro della nostra rete sociale. Rafforzando il grado di benessere del nostro Paese si creano i presupposti che consentiranno ai nostri cittadini di restare fedeli alla loro spiccata tradizione umanitaria. Diciamo quindi SI all’iniziativa sull’oro. Claudio Camponovo

• Mercoledì 24 luglio, riunione del Comitato AFRA • Martedì 30 luglio, a Losanna, riunione del Comitato Info Chambres • Giovedì 8 agosto, inizio Filmfestival a Locarno • Lunedì 19 agosto, a Berna, riunione del CdA dell’Istituto Svizzero per la formazione di capi-azienda nelle arti e mestieri • Giovedì 22 agosto, a Locarno, seduta della Féderation des Syndicats Patronaux • Venerdì 23 agosto, a Berna, seduta straordinaria delle CCI svizzere • Martedì 27 agosto, a Berna, riunione del Consiglio d’Amministrazione di Swissfirms • Giovedì 29 e Venerdì 30 agosto, presso la Pharmaton di Bioggio, riunione del Comitato sulla proprietà intellettuale di economiesuisse • Venerdì 30 agosto, presso la Micron di Agno, Premiazione Scuola capi azienda 2001-02 • Giovedì 5 settembre, inizio nuovo corso Economista aziendale PMI • Venerdì 6 settembre, inizia il biennio 2002-04 della Scuola per Capi azienda nelle arti e mestieri • Venerdì 4 ottobre, alle ore 16.30, Assemblea Generale Ordinaria della Ccia-Ti

Attualità

Ticino Business

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Preoccupante evoluzione delle spese dello Stato economiesuisse ha recentemente presentato il suo “Concetto delle spese”, individuando 300 possibili misure di risparmio

di Stefano Modenini, responsabile economiesuisse Lugano - Federazione delle imprese svizzere

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opo aver presentato nell’aprile del 2000 il proprio “Concetto fiscale”, con il quale economiesuisse auspicava una diminuzione della fiscalità e una stabilizzazione delle spese statali in termini reali, alla fine dello scorso mese di giugno la Federazione delle imprese svizzere ha presentato il “Concetto delle spese”. Si tratta di un’analisi globale delle spese pubbliche in Svizzera, la quale fornisce pure una valutazione di quella che potrebbe essere l’evoluzione delle spese dello Stato da qui sino al 2020. economiesuisse formula altresì tutta una serie di possibili misure di risparmio nei diversi settori di attività dello Stato e auspica che su questo importante tema si apra un serio dibattito in Svizzera. Preoccupante evoluzione delle spese dello Stato La quota-parte dello Stato, ossia il rapporto fra le spese totali delle amministrazioni pubbliche e il Prodotto interno lordo, non ha cessato di crescere a ritmi sostenuti in Svizzera, particolarmente negli ultimi dieci anni. La competitività del nostro paese è dunque seriamente in pericolo. E’ vero che nel confronto internazionale la Svizzera – per quanto concerne appunto la quota-parte dello Stato – è ben messa rispetto a molti altri paesi industrializzati, con una quota inferiore al 40 %. Ma se consideriamo anche la componente dei contributi finanziari obbligatori legati alla previdenza professionale e all’assicurazione malattia, giungiamo inevitabilmente ad una quota che sfiora il 50%. La popolazione svizzera e l’econo-

mia di questo paese non potranno più sopportare a lungo una simile evoluzione delle spese. Del resto che questo sia il sentimento predominante nella popolazione svizzera è testimoniato anche dall’esito di diverse votazioni federali degli ultimi anni: la maggior parte della popolazione è contraria all’introduzione di nuove tasse e ha chiaramente sostenuto l’introduzione di misure atte a frenare le spese. Stabilizzare le spese pubbliche L’obiettivo del Concetto delle spese è quello di proporre mezzi concreti per contenere l’aumento incontrollato delle spese dello Stato e far diminuire la quotaparte. Per questo motivo, occorre stabilizzare le spese pubbliche in termini reali. In altre parole, il loro aumento non deve superare il tasso d’inflazione. Ogni volta che il prodotto interno lordo registrerà una crescita reale, la quota-parte diminuirà automaticamente. Più il tasso d’aumento delle uscite si avvicinerà a zero, più il meccanismo sarà efficace. Seguendo questa strada, è possibile che la Svizzera ritrovi il livello della quota-parte del 1990. Se le spese pubbliche continueranno ad aumentare ad un ritmo del 4 % all’anno, come è stato il caso durante l’ultimo decennio, esse raggiungeranno i 230 miliardi di franchi nel 2010, rispetto ai 150 miliardi attuali. L’obiettivo è dunque quello di ridurre tale crescita a meno della metà, in linea con la possibile evoluzione del rincaro, stabilizzando le spese ad un livello non superiore ai 180 miliardi di franchi nel 2010.

Scelte e miglioramento delle prestazioni dello Stato Il finanziamento di nuovi compiti dello Stato o il rafforzamento di taluni altri non è in contraddizione con l’obiettivo della stabilizzazione delle spese. Per impiegare mezzi supplementari a favore di un settore, si possono ridurre le uscite in altri settori. Stabilizzare le uscite, significa obbligare a operare delle scelte, interrogarsi sulle priorità dello Stato, esaminare dove il suo intervento non è più necessario o se deve assumere altre forme mediante, ad esempio, delle privatizzazioni. Bloccando la crescita delle spese, lo Stato dovrà più sistematicamente chiedersi se le proprie prestazioni sono all’altezza dei mezzi che vi consacra. Agli occhi dei cittadini, questo rapporto prezzo/prestazione è importante. Se essi ritengono che sia buono, ciò contribuisce a rafforzare la loro stima e la loro fiducia nello Stato. Principali proposte nei dodici campi di attività dello Stato Il Concetto delle spese di economiesuisse presenta per la prima volta un’analisi globale delle spese della Confederazione, dei Cantoni, dei Comuni e delle assicurazioni sociali. Esso vuole essere visto come contributo costruttivo al necessario dibattito sulla diminuzione della quota-parte statale. Alcune misure concrete elaborate faranno certamente discutere più di altre: sarà ad esempio il caso per la fissazione della futura età di pensionamento per uomini e donne, ipotizzata a 68 anni, oppure per la richiesta di rinunciare imperativamente

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Uscite 1990 (in mia fr.) Gruppi di compiti Cultura e tempo libero Difesa nazionale Economia pubblica Ambiente Finanze e imposte Formazione Giustizia e polizia Previdenza sociale Relazioni con l’estero Salute Trasporti Amministrazione generale meno le doppie imputazioni TOTALE PIL

3.1 6.7 5.2 3.7 5.4 16.7 4.9 32.3 1.6 12.3 9.2 6.0 -1.9 105.1 317.3

Quota-parte dello Stato

33.1%

Uscite 1999 (in mia fr.) 3.6 5.4 6.7 4.8 8.9 22.0 6.5 55.2 2.1 17.7 12.1 7.8 -2.7 150.1 388.6

Variazione 1990 – 1999 (in mia fr.) +0.5 -1.3 +1.5 +1.1 +3.5 +5.3 +1.6 +22.9 +0.5 +5.4 +2.9 +1.8 -0.8 +45.0

Crescita media annua + 1.7 % - 2.3 % + 2.9 % + 3.0 % + 5.6 % + 3.1 % + 3.2 % + 6.1 % + 3.5 % + 4.2 % + 3.1 % + 2.9 % + 4.0 % + 2.3 %

38.6%

Fonte: AFF, Finanze pubbliche in Svizzera 1999; UFAS, Statistica delle assicurazioni sociali 2001

ad estendere le prestazioni nell’ambito delle assicurazioni sociali. Come detto inizialmente, le misure di risparmio proposte sono circa trecento. Un elenco esaustivo non può qui essere formulato, ma vale forse la pena fare anche solo qualche accenno: nell’ambito della cultura e dello sport ridurre l’impegno della Confederazione ai soli progetti di portata nazionale. Nell’ambito della difesa nazionale, si tratta ad esempio di ripartire la disponibilità dell’esercito in funzione della minaccia effettiva. In assenza di rischio di guerra l’acquisizione del materiale e dell’armamento può concentrarsi unicamente sulle necessità dell’istruzione. Le riforme agricole vanno accelerate e l’agricoltura deve orientarsi maggiormente al mercato. La collaborazione per la gestione e l’eliminazione dei rifiuti fra Cantoni e fra Comuni deve essere migliorata. Per i prestiti concessi dai poteri pubblici si tratta di prevedere regole di concessione più rigide. La formazione professionale deve essere resa più attrattiva per alleviare le univer-

sità, mentre per queste ultime si tratta di passare ad un sistema forfetario di finanziamento che dipenda dai risultati, uniformando le regole di finanziamento per tutte le istituzioni scolastiche. Nessuna volontà di smantellamento dello Stato L’analisi dell’evoluzione delle spese pubbliche effettuata da economiesuisse non cela alcuna volontà di smantellare lo Stato, anche perché ciò sarebbe del tutto irrealistico. L’analisi al contrario mira a far percepire le conseguenze negative per i cittadini e l’economia derivanti da un’evoluzione fuori controllo delle spese pubbliche. Il Concetto delle spese considera globalmente i settori di attività e di spesa dello Stato. Infatti, solo una visione globale delle conseguenze di funzionamento della macchina dello Stato può far comprendere dove è possibile e auspicabile intervenire per frenare l’evoluzione della spesa. economiesuisse, oltre - come già detto – auspicare che sulla questione della riduzione delle spese dello Stato si apra un

serio dibattito in Svizzera, chiede che a corto termine si metta in opera in maniera coerente il Freno all’indebitamento fortemente voluto dalla popolazione e che il Parlamento voglia adottare misure coerenti con questo obiettivo, in parte del resto già all’esame delle Camere federali. economiesuisse chiede pure di valutare la proposta di introdurre il referendum obbligatorio per i differenti progetti di credito e di introdurre un cosiddetto Freno alle spese per ridurre la quota-parte dello Stato. Infine, per effettuare un esame critico delle differenti spese, è indispensabile condurre discussioni approfondite in tutti i settori di attività dello Stato, alfine di determinare come e con quali mezzi lo Stato deve svolgere i suoi compiti. Bisogna dunque integrare le riduzioni delle spese nella pianificazione a lungo termine dei differenti settori di compiti dello Stato. Per condurre una discussione con conoscenza di causa è infatti necessario accrescere la trasparenza delle finanze pubbliche.

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Attualità

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La Federazione Ortofrutticola ticinese e la sua posizione nel 2002 nell'ambito economico nostrano

di Giovanni Antognini - Direttore FOFT

I

l Ticino orticolo iniziò la sua storia agli albori di questo secolo e la bonifica del Piano di Magadino riuscì a fornire le terre necessarie allo sviluppo di questo settore economico. Verso gli anni Trenta la produzione orticola ticinese iniziava ad essere abbondante al punto di non trovare più sufficiente smercio nel solo cantone Ticino. Si fondarono allora la Federazione Orto-Frutticola Ticinese (FOFT -1937) e, quasi nel frattempo, la ditta Ferrari SA di Tenero. Queste due ditte, una a carattere cooperativistico, l’altra a carattere privato, seppero dare la necessaria organizzazione alle vendite ed ai trasporti di allora.

fu rapido e verso gli anni Cinquanta la sola FOFT poteva contare più di mille produttori sparsi su tutto il cantone. L’Europa, duramente colpita dal secondo conflitto mondiale, si riprendeva a stento, le importazioni erano quindi scarse sia in quantità che in qualità.

I prodotti dell’orticoltura ticinese iniziarono quindi a fluire sempre più verso le città dell’altopiano svizzero, lo sviluppo Il prodotto ticinese, grazie al clima mite del cantone, giungeva sulle mense dei confederati sempre come primizia rispetto ai normali tempi di produzione della Svizzera interna. L’alta qualità della nostra produzione riuscì ad imporsi su quella degli altri cantoni precoci della Svizzera, come Ginevra e Vallese, eterni rivali del Ticino. Fino alla fine degli anni Settanta questa fu la regola della produzione svizzera. Con l’avvento della produzione della plastica su larga scala ed a prezzi competitivi le cose cambiarono parecchio. La plastica portò infatti una facilità di anticipo della produzione orticola. Grazie ai tunnels si poteva così produrre in anticipo un determinato ortaggio anche a nord

delle Alpi. La plastica annullò quindi il vantaggio climatico del Ticino. Proprio verso gli anni Ottanta la Sezione dell’Agricoltura lanciò un marchio che doveva caratterizzare la produzione ticinese venduta a nord delle Alpi. Il nostro settore ne è ancora tutt’oggi orgoglioso utilizzatore. Si tratta del marchio TICINO, di forma ovale e portante i colori della bandiera cantonale. Questo marchio è utilizzato su tutti gli imballaggi atti a contenere ortaggi e garantisce la provenienza ticinese dei legumi venduti sia dalla FOFT che dalla Ferrari SA. Nel corso dello scorso anno il logo TICINO ha subito una rivisitazione grafica che lo ha reso più moderno e consono ai tempi. La sua applicazione è regolamentata da uno statuto che fa capo all’Unione Contadini Ticinesi. Questo marchio può, anzi deve essere usato da tutti i settori agricoli cantonali. Contemporaneamente il nostro settore ha compiuto un ulteriore passo, creando nel 1999 un nuovo marchio, questa volta commerciale, denominato “l’ortofrutticola”. Questo nuovo logo è prerogativa dei due grossisti ticinesi (FOFT e Ferrari SA). A questo nuovo marchio sono collegate numerose attività iniziate lo scorso anno. Questo logo è diventato in breve tempo una marca commerciale sicura e fidata, in cui il consumatore riconosce i suoi prodotti orto-frutticoli preferiti. “L’ortofrutticola - una garanzia che vale” rappresenta quindi la nostra firma di

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Attualità

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qualità sulle verdure per garantire il piacere del loro consumo ai nostri clienti. Con una punta di orgoglio possiamo affermare che la marca “l'ortofrutticola” costituisce un primo esempio di marchio commerciale a livello di verdura fresca prodotta in Svizzera. Per la prima volta si parla di comunicazione e di marketing anche nel nostro settore. Informare, spiegare, dare tutti i ragguagli necessari ai nostri clienti affinché possano convincersi dell’alta qualità che le verdure del Ticino hanno raggiunto in questi lunghi sessant’anni di storia orticola. Verdure fresche, genuine, prodotte da mani sapienti ed esperte, verdure che sanno racchiudere tutti i sapori della no-

stra generosa terra, perchè progredire significa anche garantire il meglio. Nell'anno 2001 il totale della produzione agricola ticinese è stato di 94 milioni di franchi; di questi, 20 milioni - quindi poco più di un quinto - sono stati fatti registrare dall'orticoltura. L'importanza dell'orticoltura ticinese, che dà da vivere ad oltre 70 famiglie ticinesi, rimane evidente, come pure è fondamentale il contributo che gli orticoltori forniscono al mantenimento del paesaggio. La politica della diminuzione continua dei sussidi e degli aiuti agli investimenti degli orticoltori, dei mancati permessi per la costruzione di nuove infrastruttu-

re, ha portato ad una diminuzione del reddito orticolo, con la conseguenza che diverse aziende, anche per la mancanza di sucessione, sono state costrette a chiudere i battenti. Se un domani non ci saranno più i contadini, chi provvederà al mantenimento del paesaggio, quanto costerà al contribuente? La Federazione ortofrutticola ticinese si continua a profilare anche all'inizio del nuovo millennio come un'azienda commerciale al servizio dei propri associati per la vendita dei loro prodotti e per una consulenza sulla pianificazione delle colture e della scelta varietale, affinché si possa continuare a fornire ai clienti non solo prodotti di alta qualità, ma anche in quantitativi sufficienti alle vendite. Un ulteriore occhio di riguardo viene dato al servizio logistico; puntualità ed affidabilità sono obiettivi prioritari in quanto nel nostro settore il just-in-time costituisce la regola. Le problematiche cui il settore è attualmente confrontato sono parecchie, l'amore che però lega gli orticoltori alla nostra terra fa sì che i problemi vengano affrontati con il cuore e la giusta serietà; il tutto per garantire un futuro al poco territorio coltivabile rimasto e per continuare a fornire prodotti genuini, coltivati al ritmo della natura in favore di un'alimentazione veramente sana.

Economia

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UN BREVE COMMENTO CONGIUNTURALE DI INIZIO 2002

a cura del CODE, Centro per l’osservazione delle dinamiche economiche dell’Istituto di ricerche economiche IRE, Università della Svizzera Italiana

Il confronto internazionale (CH, USA, ZE, JP) Nella seconda metà del 2001 la crescita economica degli Stati Uniti seguita dalle maggiori economie mondiali, ha subito una brusca frenata. Tuttora (I. trimestre 2002) l’andamento della congiuntura mondiale è stagnante, anche se sembra vi siano dei segnali indicanti una possibile ripresa economica nel breve periodo. Benchè l’OCSE preveda una ripresa dell’economia, permane comunque un po’ di incertezza circa gli sviluppi futuri.

N

el primo trimestre 2002 il PIL USA è cresciuto del +5,6% su base annua e sembrerebbe indicare che la ripresa sia iniziata. Non tutti sono concordi con quest’ultima affermazione: alcuni economisti imputano questa performance unicamente alla ricostituzione degli stocks ed all’intervento statale (soprattutto nel campo della sicurezza). Si noti però che il ciclo degli stocks è di breve durata e quindi insufficiente a sostenere una crescita durevole. Sarebbe dunque necessario che, oltre alle famiglie ed allo Stato, anche le aziende contribuiscano a sostenere l’economia attraverso gli investimenti in macchinari ed attrezzature. Per il 2002 l’OCSE ha previsto una crescita del +2,5%, che nel 2003 dovrebbe raggiungere un +3,5%. Dopo la contrazione del 2001, il PIL della Zona Euro (ZE) sembrerebbe riprendersi ed il risultato del primo trimestre 2002

é ritornato su toni positivi. In particolare è lentamente ripartita l’attività industriale e soprattutto si è registrato un aumento delle esportazioni. La ZE è inoltre riuscita a mantenere una sostanziale stabilità nel tasso di disoccupazione anche durante gli ultimi trimestri di rallentamento economico (+8,4%). Per l’anno in corso l’OCSE ha previsto una crescita pari a +1,3%, che dovrebbe toccare il 3% nel 2003. Il risultato positivo fatto registrare dal Giappone nel primo trimestre 2002 non rispecchia la reale situazione economica di questo paese. Infatti questa performance trimestrale ha messo fine alla seconda recessione degli ultimi tre anni. Accanto ad un aumento delle esportazioni, dovuto soprattutto alla svalutazione dello Yen, vi sono parecchie variabili macroeconomiche che presentano dati poco confortanti: l’occupazione è in calo, gli investimenti sono ai livelli minimi e vi è de-

flazione da oltre tre anni. Le previsioni per l'anno in corso fanno ancora segnare tassi negativi (-0,7%), mentre nel 2003 il tasso dovrebbe ridiventare positivo (+0,3%). In Svizzera, nel primo periodo del 2002, solo i consumi privati e la spesa pubblica hanno subito un’espansione. L’attività di investimento e le esportazioni, sfavorite da un franco particolarmente forte, sono invece diminuite. Il tasso di disoccupazione ha fatto segnare un ulteriore rialzo, dovuto a motivi congiunturali e stagionali, mentre l’occupazione è diminuita leggermente. Lo sguardo è ora evidentemente rivolto agli Stati Uniti, ma pure al maggior partner commerciale, la ZE, che potrebbe trascinare la crescita svizzera qualora la sua economia dovesse ripartire con un certo vigore. Per l’anno in corso il BAK prevede una crescita del PIL di +1,5%, per poi posizionarsi al 2,5% nel 2003.

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Economia

Ticino Business

Il confronto interregionale (TI, ZH, CO-VA, MI) L’instabilità che si osserva a livello nazionale, condiziona anche le sottostanti regioni e l’andamento economico risulta così essere claudicante. In generale sono l’instabilità, contrassegnata da variabili altalenanti, e l’incertezza sull’andamento futuro, a farla da padroni. Tale andamento può essere generalizzato a tutte le aree geografiche regionali analizzate.

P

er quanto riguarda il Ticino abbiamo avuto un inizio 2002 con un PIL positivo (+0,6% nel I/02), mentre l’andamento degli affari nell’industria manifatturiera ha segnato un’ulteriore riduzione. La disoccupazione invece fa registrare un ulteriore leggero aumento, così come il numero di occupati. Un fatto positivo da sottolineare in questo trimestre, è il primo aumento degli ordini in entrata registrato da oltre un anno a questa parte. Ciò fa ben sperare per i prossimi periodi e le attese degli imprenditori sono ridiventate moderatamente ottimiste. Sviluppo analogo al Ticino anche per il

canton Zurigo, che nel I/02 ha fatto segnare una crescita (+0,25%). Tutto questo malgrado il calo nelle esportazioni e le difficoltà riscontrate nei settori portanti della sua struttura economica (finanziario e industria di esportazione). Il calo congiunturale non ha però risparmiato un leggero aumento del tasso di disoccupazione ed una riduzione del tasso di occupazione. Lo sguardo degli operatori zurighesi è naturalmente rivolto verso la ZE e soprattutto verso la Germania, che sembrerebbe aver incanalato la via di una ripresa economica (l’indice dell’andamento degli affari dell’Ifo è al rialzo dal mese di gennaio).

La situazione delle provincie italiane considerate nell’analisi (Como, Varese e Milano), benchè segua l’andamento nazionale, presenta una singolare convergenza con quanto succede nei cantoni svizzeri: l’andamento delle più significative variabili macroeconomiche, influenzate dal raffreddamento economico internazionale, è altalenante. L'attività industriale si è contratta, è sceso il valore delle esportazioni e ne ha subito le conseguenze l'occupazione. Per l'Italia i principali istituti di ricerca hanno previsto una ripresa nel secondo semestre, che dovrebbe trascinare verso l’alto pure le provincie di confine.

Congiuntura

Il Ticino nel confronto internazionale e interregionale, nazionale e transfrontaliero. Istituto di Ricerche Economiche (CODE) Università della Svizzera Italiana, Lugano. www.lu.unisi.ch/code. Fr. 80.— annui (4 numeri). Responsabile: Siegfried Alberton Elaborazione: Flaminio Cadlini L’abbonamento a Congiuntura può essere richiesto direttamente al nostro segretariato (091/912.46.61) oppure per posta elettronica ([email protected]).

Congiuntura, la pubblicazione edita dal CODE-IRE, sintetizza l’andamento congiunturale con rappresentazioni grafiche e brevi commenti ed è articolata in due sezioni. La prima parte mette a confronto l’economia svizzera con le principali economie di riferimento: l’economia statunitense, quella della Zona Euro e quella giapponese. Nella seconda parte viene confrontata l’evoluzione dell’economia cantonale con l’andamento economico di altre regioni, segnatamente i due poli metropolitani di riferimento a Nord e a Sud – Zurigo e Milano – e le due province Como e Varese.

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Commercio estero

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2° forum dell’economia esterna svizzera Zurigo, 3 ottobre 2002 Il 1° Forum dell’economia esterna svizzera nel 2001 ha consentito ai partecipanti provenienti dal mondo economico, politico, accademico e amministrativo di avviare un dialogo sulla nuova strategia del Business Network Switzerland. Per due giorni i partecipanti, un centinaio in tutto, nel corso di sedute plenarie o in gruppi di lavoro, hanno potuto evocare le nuove sfide dell’internazionalizzazione dell’economia. Il 3 ottobre 2002 all’Hôtel Marriott di Zurigo si terrà il 2° forum dell’economia esterna svizzera. Invitato d’onore è Joseph Deiss, Consigliere federale. I «Mercati mondiali: opportunità e sfide» sono all’ordine del giorno. In funzione dell’interesse e dei bisogni delle PMI verranno trattati anche i temi seguenti: • Il commercio nel mercato mondiale. Gli imprenditori sottovalutano spesso la dinamica dei mercati mondiali. Diversi strumenti propongono informazioni, analisi dei rischi e sistemi d’allerta rapida. • Le regole del gioco dell’economia. Le aziende devono orientarsi sempre di più verso le norme internazionali dei mercati mondiali. • Reti: quali sono i partner della rete in Svizzera e all’estero? Come assicurano altri Stati la promozione del loro commercio estero? Per maggiori informazioni sul forum del 3 ottobre 2002 vi invitiamo a mettervi in contatto con il nostro Segretariato. Accesso gratuito a WorldTariff, la banca dati delle tariffe doganali Il Segretariato di Stato dell’economia e l’Osec Business Network Switzerland pro-

pongono un nuovo servizio: dal 1° luglio 2002, le aziende svizzere e del Liechtenstein possono accedere gratuitamente via www.osec.ch a WorldTariff, una banca dati contenente le tariffe doganali dei paesi più importanti a livello commerciale. WorldTariff è una banca dati con sede negli Stati Uniti, che fornisce le tariffe doganali e le tasse d’importazione, secondo il sistema doganale armonizzato, di oltre 100 paesi. WorldTariff riprende i dati più recenti direttamente dalle autorità doganali e li mostra su Internet in forma standardizzata e di facile comprensione. La conoscenza delle rispettive tariffe doganali e tasse d’importazione aiuta le aziende a calcolare i propri costi e ad ottimizzare il trasporto e la logistica. Nella banca dati si possono consultare anche i dazi e le tasse d’importazione dei concorrenti esteri. Alle aziende svizzere questo facilita il calcolo dei prezzi. La banca dati WorldTariff può essere consultata in inglese. Con questo progetto pilota, il seco si impegna affinché le aziende svizzere, e in particolare le PMI, riescano a posizionarsi meglio sul mercato internazionale. La durata del progetto attualmente prevista è di 18 mesi. L’accesso alla banca dati è possibile via www.osec.ch - “Servizi importanti” - “Tariffe doganali nel mondo”. Swiss Business: China Directory 2002 In collaborazione con l’Ambasciata di Svizzera a Beijing e la Camera economica Svizzera-Cina, l’Osec Business Network Switzerland ha appena pubblicato la nuova versione del « Swiss Business: China Directory », repertorio contenente gli indirizzi di tutte le imprese elvetiche e del Liech-

tenstein che, secondo le informazioni di cui dispone l’Ambasciata di Svizzera a Beijing, hanno delle succursali in Cina (joint-ventures, «wholly owned foreign companies», uffici di rappresentanza, uffici di collegamento). Il repertorio, di 154 pagine, in formato 210 x 295 mm, è disponibile in edizione bilingue inglese/cinese e contiene ca. 500 indirizzi. Può essere ordinato presso il Segretariato dell’Osec, al prezzo di CHF 40.- + IVA e spese di spedizione. Firmato l'Accordo di libero scambio tra AELS e Singapore DFE- Il consigliere federale Pascal Couchepin, insieme ai rappresentanti degli altri Stati membri dell'AELS, ovvero Norvegia, Islanda e Liechtenstein, ha firmato un accordo globale di libero scambio con Singapore. L'accordo entrerà in vigore il 1° gennaio 2003. L'Accordo tra l'AELS e Singapore è il primo accordo europeo di libero scambio stipulato con un partner asiatico ed è il primo a prevedere una regolamentazione globale dell'accesso al mercato e della protezione degli investimenti. Il commercio dei prodotti agricoli viene disciplinato - come è consuetudine nell’AELS - da accordi bilaterali aggiuntivi tra i singoli Stati membri dell'AELS e Singapore. L'Accordo migliora sensibilmente la sicurezza giuridica e le condizioni quadro per i rapporti economici tra la Svizzera e questa piattaforma commerciale in Asia; esso garantisce la franchigia doganale per i beni industriali, come pure l'accesso al mercato ed il trattamento nazionale in numerosi rami del terziario; gli investitori rispettivamente gli investimenti possono godere di un accesso al mercato e di una sicurezza

Commercio estero migliori. In questo modo si rafforza la competitività svizzera sul mercato - in forte espansione - di Singapore, si accresce il potenziale di mercato delle merci e delle prestazioni di servizi svizzeri e si accelera lo sviluppo in ambito economico. Inoltre l'Accordo protegge la Svizzera da discriminazioni economiche rispetto ad importanti concorrenti come il Giappone e gli Stati Uniti, i quali hanno pure concluso, rispettivamente stanno negoziando, accordi di libero scambio con Singapore. Nel 2001 il valore delle esportazioni svizzere verso Singapore era di circa 1,6 miliardi di franchi; gli investimenti diretti ammontavano alla fine del 2000 a più di 13 miliardi di franchi. Per la Svizzera, caratterizzata da un'economia nazionale fortemente orientata al commercio estero, la conclusione di accordi di libero scambio, accanto all'integrazione europea e all'OMC, rappresenta uno dei pilastri principali della politica economica estera. Nel quadro dell'AELS, la Svizzera intende concludere accordi analoghi con Paesi extraeuropei e dell'area del Mediterraneo. Con il Canada e il Cile sono in corso trattative, con il Sudafrica saranno avviate prossimamente.

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L’ONU modifica i termini dell’embargo commerciale imposto all’Iraq Il Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite ha deciso di apportare alcune modifiche all’embargo commerciale imposto all’Iraq. Le nuove disposizioni sono volte a migliorare e ad accelerare l’approvvigionamento della popolazione civile per quanto concerne i beni di prima necessità. Per gli esportatori svizzeri, la situazione è praticamente rimasta invariata: le aziende che vogliono esportare verso l’Iraq devono dapprima rivolgersi al Segretariato di Stato dell’economia (seco) e presentare domanda d’esportazione, poi all’ONU per farsi dare un’autorizzazione ad esportare. Per maggiori ragguagli vi invitiamo a consultare il sito Internet del seco alla pagina www.seco-admin.ch/seco/seco2.nsf/dieSeite/AWP_ExpKont_SankIrak?OpenDocument&l=fr&neu=1&HauptRessort=4

Svizzera: convenzioni di doppia imposizione con la Lituania e l’Estonia DFF – La Svizzera ha firmato due convenzioni per evitare la doppia imposizione in materia di imposte sul reddito e sulla sostanza: una con la Lituania e l’altra con l’Estonia. Queste convenzioni sono conformi alla pratica svizzera in materia di convenzioni di doppia imposizione. Entrambe le convenzioni saranno sottoposte alla ratifica delle istanze competenti dei due paesi prima di entrare in vigore.

L’Argentina abolisce le tasse sull’importazione di prodotti medicali L’Ambasciata di Svizzera a Buenos Aires annuncia che l’Argentina ha abolito le tasse che colpivano le importazioni di prodotti medicali. Questa soppressione concerne i prodotti destinati all’uso ospedaliero e medico (apparecchiature, medicamenti...). Questa misura è volta a frenare l’aumento dei costi e dovrebbe inizialmente essere applicata fino a fine 2002. I prodotti esonerati non sottostanno più né all’IVA (21%) né ai dazi d’entrata (10% in media). Il testo della nuova legge può essere consultato, in spagnolo, alla pagina web seguente: http://infoleg.mecon.gov.ar/txtnorma/74914.htm

Il commercio estero per paese e per regione Il sito Internet dell’OMC fornisce una moltitudine di informazioni relative al mondo dell’economia e del commercio. I dati relativi alle esportazioni ed alle importazioni, a partire dal 1980, di diversi paesi e regioni sono disponibili sotto forma di tabelle Excel. Questo permette di effettuare facilmente dei paragoni. Importazioni ed esportazioni di merci: www.wto.org/english/res_e/statis_e/webpub_e.xls Importazioni ed esportazioni di servizi: www.wto.org/english/res_e/statis_e/service_e.xls

Il Vietnam autorizza le partecipazioni straniere Dal 25 maggio 2002 gli investitori stranieri hanno la possibilità di acquisire delle partecipazioni del 30% al massimo in imprese private vietnamite. La regolamentazione adottata da Hanoi elenca i 35 settori nei quali sarà possibile questo tipo di investimento. Tra questi settori vi sono: l’agricoltura, l’industria manifatturiera, la produzione di carta, il settore chimico e quello della salute. Il governo vietnamita ha fatto sapere che solo qualche raro settore sensibile rimane chiuso agli investitori stranieri.

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Il Guatemala estende il suo programma di privatizzazione Il governo guatemalteco annuncia la privatizzazione di un gran numero di aziende pubbliche attive nei settori dell’energia e dei trasporti. Si segnala l’attribuzione di concessioni per gli aeroporti internazionali di La Aurora e Santa Elena, diverse privatizzazioni nei porti di Quetzal e di Santo Tomas de Castilla. Nel settore dell’energia è previsto di mettere in concessione e di vendere diverse centrali termiche. Il governo di Ciudad Guatemala prevede inoltre la costruzione di un nuovo aeroporto e di quattro strade che attraverseranno il paese e l’estensione del «cityRing» che circonda la capitale del paese. Le nuove leggi sul rilascio di concessioni e sulla regolamentazione dei progetti di privatizzazione dovrebbero essere adottate entro la fine del 2002. Per ulteriori informazioni potete consultare il sito Internet del Ministero dell’economia del Guatemala: www.mineco.gob.gt La Corea del Sud facilita gli investimenti diretti stranieri Secondo una nuova regolamentazione, gli investimenti superiori a 30 milioni di dollari (in precedenza 50 milioni) consentono l’accesso da giugno 2002 ai «foreign-invested districts». Questi «districts» per dieci anni sono esenti d’imposta sulle società e d’imposta sul reddito. «Pressesplitter aus Korea» (rassegna stampa dell’Ambasciata di Svizzera a Seoul) propone le attualità sulla Corea del Sud. Per abbonarsi: Ambasciata di Svizzera nella Corea del Sud Tel. 0082 2 739 95 11-4 fax 0082 2 737 93 92 [email protected]

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Ticino Business

Accordo sulla libera circolazione e assicurazioni sociali L'accordo sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Unione europea (UE) è entrato in vigore il 1° giugno. Esso non comporta modifiche rilevanti per i cittadini svizzeri e per i cittadini comunitari che vivono nel nostro Paese. Ne implica invece per coloro che si trasferiscono dalla Svizzera in uno Stato dell'UE o viceversa, per i frontalieri e per le persone residenti in Svizzera che trascorrono le loro vacanze in uno Stato dell'UE. Per rispondere alle numerose domande in merito, l'UFAS mette a disposizione degli assicurati e delle persone interessate varie informazioni, in particolare un opuscolo intitolato «Sicurezza sociale in Svizzera», pubblicato in collaborazione con il Centro d'informazione AVS/AI e disponibile presso le casse di compensazione. L'accordo sulla libera circolazione delle persone coordina i vari sistemi nazionali di sicurezza sociale senza però uniformarli. In tema di sicurezza sociale questo coordinamento si applica alle disposizioni legali in materia di vecchiaia, invalidità, decesso (prestazioni per superstiti), malattia e maternità, infortuni professionali e malattie professionali, disoccupazione e assegni familiari. I cambiamenti introdotti riguardano i cittadini svizzeri o comunitari che esercitano o hanno esercitato un'attività e si trasferiscono dalla Svizzera in uno Stato dell'UE o viceversa, i frontalieri e i loro familiari, i cit-

Speciale Unione europea

tadini comunitari residenti in Svizzera ma la cui famiglia vive in uno Stato dell'UE nonché i beneficiari di una rendita versata da uno Stato dell'UE residenti nel nostro Paese. L'accordo disciplina anche la copertura in caso di malattia delle persone assicurate in Svizzera che si trovano in vacanza in un Paese dell'UE. L'opuscolo « Sicurezza sociale in Svizzera » fornisce tutte le informazioni necessarie in merito all'accordo sulla libera circolazione delle persone e al sistema di sicurezza sociale che implica e in merito alle assicurazioni sociali svizzere, alle loro condizioni di assicurazione e alle loro prestazioni. Pubblicato dal Centro d'informazione AVS/AI e dall'UFAS, l’opuscolo è redatto nelle tre lingue ufficiali e in inglese e può essere richiesto presso le casse di compensazione (cfr. ultime pagine degli elenchi telefonici). Esso è anche disponibile in forma elettronica su Internet all'indirizzo www.avs-ai.ch, rubrica accordi bilaterali. Oltre a quelli esistenti, www.ufas.admin.ch e www.ufas-esecuzione.ch, l'UFAS mette a disposizione degli assicurati un nuovo sito, www.sicurezza-sociale-ch-ue.ch, vertendo sulle questioni in materia di assicurazione nel quadro degli accordi bilaterali tra Svizzera e UE. Un secondo opuscolo destinato alle persone che lasciano la Svizzera per stabilirsi in uno Stato dell'UE è in fase di elaborazione e sarà pronto in autunno.

Il Consiglio nazionale ha approvato un credito di 869 milioni per il programma di ricerca europea 2003-2006 La Svizzera è pronta a partecipare al sesto programma-quadro di ricerca dell'Unione europea (2003-2006). Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Consiglio nazionale ha approvato un credito di 869 milioni di franchi. Tutti i gruppi politici hanno accolto favorevolmente la possibilità data ai ricercatori svizzeri di partecipare pienamente al prossimo programma di ricerca europeo. Attualmente, questa collaborazione si svolge «progetto per progetto». D'ora in poi, i ricercatori svizzeri saranno parificati ai loro colleghi dell'UE. Dell'importo approvato dalla Camera, 34 milioni serviranno a finanziare misure d'accompagnamento intese a provocare un buon «ritorno sugli investimenti» ai livelli industriale e scientifico. I grandi temi presi in considerazione nel sesto programma europeo per un importo complessivo di 17 miliardi di euro - sono di primaria importanza per la Svizzera. Dato che l'accordo bilaterale sulla cooperazione scientifica con l'UE scadrà alla fine del 2002, dovrà essere rinnovato affinché la Svizzera possa effettivamente partecipare al sesto programma-quadro. Appalti pubblici: formulari standard Dal 1° maggio 2002 è entrata in vigore la direttiva 2001/78/CE sull'impiego di mo-

Speciale Unione europea delli di formulari nella pubblicazione degli avvisi di gare d'appalto pubbliche. Per notificare gli avvisi alla Gazzetta ufficiale Serie S è ora d’obbligo l’utilizzo dei formulari contenuti nella direttiva summenzionata. Questo sistema di formulari standard consente alle aziende di definire meglio i mercati che interessano loro. I formulari possono essere visionati e scaricati alla pagina web http://simap.eu.int/IT/pub/src/welcome.htm Impresa Europa Il bollettino trimestrale d’informazione della DG Impresa, edizione aprile-giugno 2002, può essere consultato online all’indirizzo www.europa.eu.int/comm/enterprise/library/enterpriseeurope/issue7/pdf/7_042002_it.pdf. Fra gli articoli contenuti segnaliamo: • Zoom sulla competitività: sostenere le piccole imprese • Imposte sulle società e innovazione • Aumentano le procedure elettroniche di aggiudicazione degli appalti. IVA sui servizi forniti per via elettronica Il 7 maggio 2002 il Consiglio ha adottato il regolamento (CE) n. 792/2002 che modifica temporaneamente il regolamento (CEE) n. 218/92 concernente la cooperazione amministrativa nel settore delle imposte dirette (IVA) con riferimento a delle misure aggiuntive in materia di commercio elettronico e la direttiva 2002/38/CE del Consiglio, del 7 maggio 2002, che modifica temporaneamente la direttiva 77/388/CEE per quanto riguarda il regime di imposta sul valore aggiunto applicabile ai servizi di radiodiffusione e di televisione e a determinati servizi prestati tramite mezzi elettronici. Con queste regole sarà possibile assoggettare all’IVA europea i servizi di questo tipo messi a consumo nell’UE e di esentare dall’IVA questi stessi servizi se utilizzati al di fuori dell’UE. I testi del regolamento e della direttiva sono in vendita presso il nostro Segretariato al prezzo di CHF 57.50 + IVA e spese di spedizione. Partita IVA: nuovo sistema di convalida online Adesso è più semplice per le imprese europee verificare la validità di una partita IVA di un loro cliente. Dal 14 giugno 2002 la Commissione europea ha infatti lanciato

un servizio gratuito online che consente alle imprese di accedere ad alcune parti del sistema di scambio di informazioni utilizzato dalle amministrazioni fiscali degli Stati membri, denominato VIES (VAT Information Exchange System). Prima di questa data, un fornitore che voleva assicurarsi della validità di un numero d’identificazione IVA comunicatogli da un suo cliente doveva contattare la sua amministrazione fiscale e solo questa poteva interrogare il VIES e confermargli la validità del numero IVA in questione. L’introduzione e l’utilizzo di questo nuovo servizio consente ora sia alle aziende sia alle amministrazioni fiscali di guadagnare tempo e di ridurre i costi amministrativi. Il VIES può essere consultato sul sito Internet http://europa.eu.int/comm/taxation_customs/vies/it/vieshome.htm Annuario Eurostat 2002 È ora disponibile la 7a edizione dell’Annuario Eurostat, guida ufficiale delle statistiche europee. Per conoscere meglio tutte le sfaccettature dell’Europa e comprendere similitudini e differenze tra gli Stati membri, è necessario disporre di dati e cifre: la serie Annuario Eurostat fornisce le informazioni di cui avete bisogno per analizzare e paragonare le caratteristiche principali di ogni paese e comprendere le grandi tendenze. L’Annuario Eurostat 2002 copre il periodo 1990-2000 e contiene: • indicatori statistici armonizzati per l’insieme dell’UE e per ogni Stato membro, nonché degli indicatori sui principali paesi non europei; • un capitolo specifico dedicato ai paesi candidati all’adesione all’UE; • dei dati chiave su una vasta gamma di temi relativi ai cittadini europei, all’economia, alle finanze, agli scambi internazionali, alle aziende e all’ambiente; • diversi miglioramenti importanti rispetto alle edizioni precedenti: un indice, dei testi d’introduzione per ogni sezione, dei suggerimenti di lettura e delle tabelle estraibili (versione CDROM)…; • un testo rielaborato per migliorare la comprensione e facilitare l’utilizzo da parte di lettori non specializzati. L’Annuario Eurostat 2002 è disponibile nelle seguenti versioni linguistiche: francese, tedesco e inglese. Il costo è di CHF 73.50 (EUR 50) + IVA e spese di spedizione.

Ticino Business

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L’Annuario Eurostat 2002 può essere ordinato presso il nostro Segretariato. Novità per bilanci societari La Commissione europea ha presentato una proposta di Direttiva che modifica le Direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE e 91/674/CEE relative ai conti annuali e ai conti consolidati di taluni tipi di società e delle imprese di assicurazione. Gli obiettivi della proposta sono tre: • eliminare tutti i conflitti tra le Direttive in materia contabile e gli International Accounting Standards (IAS) • far sì che i trattamenti contabili opzionali attualmente consentiti dagli IAS possano essere utilizzati dalle società europee che continueranno a dover osservare regole contabili fondate sulle Direttive contabili • aggiornare la struttura fondamentale delle Direttive contabili in modo che esse offrano un quadro di informazione finanziaria che sia al tempo stesso in linea con la prassi moderna e sufficientemente flessibile per adeguarsi agli sviluppi futuri degli IAS. La proposta di direttiva può essere consultata alla pagina web http://europa.eu.int/eurlex/it/com/pdf/2002/com2002_0259it01.pdf Uso di droga, legislazione europea a confronto L’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha condotto uno studio comparato sulle legislazioni relative all’uso di sostanze stupefacenti nei 15 Stati membri dell’Unione europea. Sono analizzate similitudini e differenze nell’orientamento legislativo sul possesso e uso di droghe in Europa alla luce dei recenti cambiamenti. Il documento, in inglese, può essere visionato e scaricato alla pagina web http://eldd.emcdda.org/databases/eldd_c ma/comparative_doc/Decriminalisation_Legal_Approaches.pdf

Euro Info Centro Svizzera Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 37 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] http://www.osec.ch

Attualità

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Revisione dell’assicurazione contro la disoccupazione: non c’è smaltimento! Il progetto di revisione proposto dal Parlamento prevede meccanismi di finanziamento a lungo termine e adatta le contribuzioni e le prestazioni alla buona situazione attuale del mercato del lavoro.

di Alessandro Bernasconi

L

e Camere federali hanno accettato la terza revisione della legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI). L’innovazione più apprezzabile consiste in un meccanismo di finanziamento a lungo termine attraverso il quale il Consiglio federale è portato a diminuire o aumentare il tasso di contribuzione qualora il patrimonio, rispettivamente il debito del fondo di compensazione superi un certo limite (2,5% dei salari sottoposti a contribuzione). Queste semplici regole eviteranno in futuro l’impiego disordinato dei fondi pubblici durante i periodi difficili. Parallelamente a questi meccanismi, si è approfittato del miglioramento del mercato del lavoro, che ha avuto luogo in questi ultimi anni, per ridurre il tasso di contribuzione dal 3% al 2% (1% a carico dei datori di lavoro,1% a carico degli impiegati). Per quanto concerne la contribuzione di solidarietà per gli alti salari, di cui la base costituzionale è incerta, poiché essa era stata introdotta in modo transitorio per affrontare una situazione difficile, viene abbandonata poiché la situazione del mercato del lavoro ora è migliorata. Quanto alle prestazioni, esse sono state ridotte: bisognerà aver contribuito almeno per un anno per avere diritto a delle indennità giornaliere (fin’ora erano sufficienti sei mesi) e queste indennità non saranno più versate per 520 giorni (due anni) ma solamente per 400 giorni (un

anno e mezzo). Questa diminuzione non colpirà ad ogni modo i disoccupati con più di 55 anni. Queste minime restrizioni hanno suscitato il malcontento negli ambienti della sinistra, che hanno lanciato il referendum. La contestazione non ci sembra comunque giustificabile. Da un confronto internazionale, la Svizzera rimane generosa per quanto riguarda la durata delle prestazioni. Le statistiche mostrano che la situazione globale del mercato del lavoro è positiva. Ci sono meno di 100'000 disoccupati in Svizzera, ossia 2,6% della popolazione attiva (2,3% eliminando i fattori stagionali). La classe d’età più toccata è quella dei 30-

40 anni, con un po’ più del 3% di disoccupati. Il tasso ridiscende in seguito per le persone più anziane. Una differenza netta la si riscontra paragonando le regioni linguistiche: nessun cantone della svizzera interna sorpassa il 3% di disoccupazione, mentre, esclusa Friburgo, tutti i cantoni romandi e il Ticino superano questo limite. Ginevra detiene il record con più del 5%. Possiamo già dedurre che si avrà una forte opposizione alla revisione della LADI da parte della Svizzera romanda. Questo progetto di revisione della legge sull’assicurazione contro la disoccupazione merita d’essere sostenuto, perché servirà a ridurre i costi per la collettività.

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Attualità

Ticino Business

“VAI LONTANO, RESTA VICINO”

Promozione del Canton Ticino in Italia a cura di Ticino Turismo

“V

ai lontano, resta vicino”. Con questo slogan Ticino Turismo ha dato il via ad una campagna promozionale del Ticino a Milano e Roma. La promozione viene effettuata in 3 modi: con un TOTEM sistemato nella stazione centrale di Milano, con 6 BUS interamente decorati sia all’esterno sia all’interno con immagini del Ticino, che circoleranno sulle tratte più frequentate di Milano e con la distribuzione di oltre 10'000 prospetti sul TRENO EUROSTAR sulla tratta Milano Centrale – Roma Termini. In linea con la strategia di diversificazione dei mercati, che assegna all’Italia un ruolo chiave, Ticino Turismo lancia una campagna promozionale sotto il motto: “Vai lontano, resta vicino”. Nel 2001 il mercato italiano ha dato un ottimo risultato con un +8% (le destinazioni svizzere concorrenti hanno registrato valori negativi) degli ospiti presenti sul nostro territorio. Tre sono quest’anno gli strumenti per far conoscere il Ticino. Si ripete innanzitutto l’esperienza del Totem alto 6 metri posto davanti alla Stazione Centrale di Milano per tutto il mese di maggio, con immagini suggestive che ripropongono – almeno al primo colpo d’occhio – luoghi noti. Così quella che in apparenza può sembrare la grande muraglia cinese, è invece la Murata di Castelgrande a Bellinzona, e una scena apparentemente ambientata a Chicago, è a Lugano in occasione dell’Estival Jazz: “vai lontano, resta vicino!” Con la seconda iniziativa promozionale

sono stati rivestiti – esternamente e internamente - 6 autobus dell’ATM che circoleranno per sei mesi sulle linee milanesi più frequentate. E infine, la distribuzione sui treni Eurostar di oltre 10'000 prospetti che presentano il

nuovo prodotto di Ticino Turismo “Ticino Meetings”, la raccolta a schede di tutte le strutture congressuali e seminariali del Cantone. Il materiale informativo sarà consegnato dal 27 al 31 maggio ai passeggeri di prima classe che viaggiano sulla tratta Milano Centrale – Roma Termini.

Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

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MONSTER Nuovo servizio di Swissfirms per il reclutamento del personale

di Alessia Romano

Una soluzione rapida, efficace e al minimo costo! Swissfirms ha instaurato una collaborazione con Monster.ch, leader mondiale dell’impiego su internet, alfine di offrirvi i migliori strumenti di reclutamento on-line per selezionare rapidamente e con precisione i vostri candidati. Grazie alle avanzate tecnologie ed al savoir-faire di Monster.ch, potrete d’ora in avanti: • pubblicare i vostri annunci sulla rete nazionale di Monster: per una durata di 60 giorni, accessibile 7 giorni su 7, 24 ore su 24 a tutti i ricercatori d’impiego. • utilizzare il proprio spazio personalizzato per tutte le tappe di reclutamento (pubblicazione, questionari di preselezione, ricezione delle candidature, clas-

sificazione, risposte manuali o automatiche, comunicazioni interne, ecc.). • ricerca diretta sulla banca dati dei migliori candidati (manualmente oppure grazie a degli strumenti automatici). • effettuare la promozione della propria impresa tramite ritratto on-line. Chi è Monster? • Leader mondiale dell’impiego su Internet • Presente in 21 paesi di tutto il mondo, di cui 14 in Europa • 64'000 offerte d’impiego in Europa • 7,2 milioni di CV di cui 1,6 milioni in Europa • I siti europei attirano 1 milione di visitatori per mese • 20'000 imprese clienti in Europa

Tariffe per le prestazioni Monster.ch Quantita

• Il 39emo sito più visitato su Internet (Media Metrix) • Una delle 5 brand Internet più conosciute al mondo (Greenfield survey) Offerta riservata ai membri delle Camere di commercio dell’industria e dell’artigianato svizzere I soci delle Camere di commercio potranno beneficiare allo stesso tempo: • di tariffe preferenziali su tutta la gamma di prodotti, • di un servizio alla clientela specializzato ed esperto (formazione e consigli personalizzati), • costi ben inferiori ai metodi tradizionali, • importante riduzione del tempo per il reclutamento.

Prezzi per la pubblicazione di annunci

Prezzo Monster

Sconto SF

1 annuncio

480.00

48.00

432.00

432.00

2 annunci

960.00

96.00

864.00

432.00

3 annunci

1'320.00

132.00

1'188.00

396.00

4 annunci

1'760.00

176.00

1'584.00

396.00

5 annunci

2'050.00

205.00

1'845.00

369.00

10 annunci

3'189.00

318.90

2'870.10

287.00

Da 11 annunci

Prezzi su richiesta

Prezzo SF Prezzo/annuncio

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

Prezzo per l’accesso alla banca dati CV

Durata

Prezzo Monster

Sconto SF

Prezzo SF

Prezzo/mese

2 mesi 3 mesi 6 mesi 12 mesi

2'657.00 4'404.00 7'213.00 13'900.00

265.70 440.40 721.30 1'390.00

2'391.30 3963.60 6'491.70 12'510.00

1'195.65 1'321.20 1'081.95 1'042.50

Offerta speciale d’iniziazione

Contenuto dell’offerta

Prezzo SF

3 annunci e 2 mesi d'accesso alla banca dati dei CV

Condizioni • gli annunci sono pubblicati su www.monster.ch per una durata di 60 giorni • gli annunci sono acquistabili in pacchetti valevoli per un anno • i prezzi per l’accesso alla banca dati dei CV sono valevoli per 1 utilizzatore • le prestazioni sono pagabili contro fattura entro 30 giorni

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I soci delle Camere di commercio, dell’industria e dell’artigianato svizzere possono beneficiare di uno sconto del 50% fino al 30 settembre 2002 su tutti gli annunci pubblicati e sui prodotti promozionali (descrizione dell’impresa, link logo, banner). Per approfittare di questa offerta, è sufficiente chiamare lo 0 800 835 399 o invia-

re un e-mail ([email protected]), semplicemente indicato il vostro numero di membro. SWISSFIRMS (ENOFI). Monster.ch vi fornirà tutte le informazioni di cui avete bisogno affinché i vostri affari siano operativi più presto possibile. Per conoscere il vostro numero SWISSFIRMS (ENOFI): +41 21 613 35 58 o [email protected].

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Creare la propria Extranet per CHF 55.- al mese!

Che cos’è work2gether? Work2gether offre agli impiegati e ai dirigenti, una piattaforma comune di scambio d’informazioni e di sapere. Accessibile tramite un semplice navigatore Internet. Esso permette di accedere o di scambiare documenti, banche dati, hyperlink, di ricevere e inviare e-mail. Questo tipo di piattaforma può essere esteso totalmente o parzialmente alla rete di fornitori, distributori e clienti. I vantaggi offerti dalla soluzione work2gether work2gether può essere considerato come il portale d’informazione di una società. Esso offre i seguenti vantaggi: • condividere i documenti, accesso a banche dati, hyperlinks, ricezione e invio di e-mail • zone di lavoro sicure accessibili tramite WebStrumenti di collaborazione e di scambio d’informazioni • strumenti di gestione elettronica dei documenti

Come si fa ad essere integrati in work2gether? In poche ore Swissfirms è in grado di fornirvi un conto e i vostri codici d’accesso. Per esssere operativi non è necessario installare un programma, è sufficiente avere un collegamento a internet.

Vita dei soci

Ticino Business

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La rivoluzione della formazione L'e-learning cambia i modelli d'insegnamento e d'apprendimento

Hermann Züger è direttore del settore Learning Services presso IBM Svizzera ([email protected]).

di Hermann Züger

L

a tendenza è ormai chiara; la formazione fine a se stessa è terminata, a vantaggio di un apprendimento costante che dura tutta la vita. L'e-learning sta acquistando importanza, contribuisce a risparmiare sui costi e aumenta la qualità della formazione. Risparmi sui costi e maggiore produttività richiedono una sempre più importante interazione delle forme d’insegnamento tradizionale con la nuova metodologia dell’apprendimento online. La velocità e l'attualità della rete, nonché l'interattività, favoriscono il processo d’apprendimento e semplificano la complessità dei contenuti d’insegnamento grazie ad illustrazioni, film e grafici. Le offerte di formazione possono essere fruite in tutto il mondo 24 ore su 24 nella versione più aggiornata. I modelli di e-learning offrono la possibilità di fornire informazioni di alta qualità in modo veloce e flessibile. Gli aggiornamenti e le modifiche del programma d'insegnamento devono essere effettuati sul server solo una volta. Poiché per l'accesso è sufficiente un semplice browser per Internet, dispendiose installazioni supplementari diventano superflue. La messa in rete offre soprattutto la nuova possibilità di combinare tra loro le forme d'apprendimento tradizionali con quelle innovati-

ve. Essa consente preziose interazioni tra insegnanti e chi apprende, nonché fra gli interlocutori indipendentemente dall'orario e dal luogo. L'apprendimento quale accompagnatore permanente Lo scambio può avvenire in modo sincrono o asincrono e tramite vari canali. In questo contesto, la comunicazione sincrona significa la partecipazione a un'unità didattica in cui l'insegnante tiene una relazione via Internet, dove l'audio e le immagini, come pure le domande dei partecipanti sono trasmesse contemporaneamente. White board (una sorta di lavagna elettronica), application sharing (utilizzo in comune di un software applicativo via Internet) e funzionalità di chatting completano le possibilità di interazione. I Computer Based Trainings (CBT) tradizionali, noti già da lungo tempo, sono invece «statici», ossia il software viene memorizzato sul calcolatore locale o caricato via CD-Rom. Gli aggiornamenti (updates) comportano un dispendio in termini logistici e non sono disponibili contemporaneamente per tutti gli utenti. Rispetto al CBT «statico», l'e-learning offre una gamma di possibilità d'impiego più vasta. L'integrazione della piattaforma di ap-

prendimento nel Knowledge Management dell'intera azienda le permette di essere costantemente aggiornata, diventando così uno strumento di lavoro irrinunciabile. Il confine tra apprendimento e lavoro scompare in misura sempre maggiore. L'apprendimento non si limita più a scadenze e lezioni prestabilite, bensì si trasforma in un accompagnatore permanente sul posto di lavoro, il che equivale a una vera e propria rivoluzione del nostro sistema di formazione. La tradizionale scissione tra formazione e lavoro è così abolita. L'aula scolastica non scompare A parte il dispendio iniziale ed i costi d'esercizio per l'infrastruttura e l'amministrazione, il gestore non deve praticamente sopportare ulteriori costi. Un esempio: l'implementazione di strutture di e-learning tramite IBM Mindspan Solutions in più di 500 aziende in tutto il mondo, lo scorso anno, ha consentito risparmi sui costi fino al 40% rispetto ai tradizionali modelli di formazione. Le aule scolastiche, comunque, non potranno essere del tutto rimpiazzate. Negli incontri virtuali (chat rooms, videoconferenze), le competenze sociali, quali la capacità di lavorare in un team e la capacità di comunicare, possono essere trasmesse

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Vita dei soci

Ticino Business

solo in modo limitato. Lo scopo è pertanto quello di abbinare i vantaggi dell'insegnamento in classe a quelli offerti dallo studio autodidattico computerizzato. Parti selezionate del corso continueranno ad essere trasmesse durante l'insegnamento in classe. Con l'e-learning è possibile garantire che l’attendibilità e qualità delle informazioni risulti identica in tutte le succursali dell'azienda. La rapida diffusione del sapere all'interno dell'azienda è un importante vantaggio concorrenziale e diminuisce inoltre in modo decisivo il periodo di commercializzazione sul mercato (time to market) di nuovi prodotti e servizi. Sulla base di unità preliminari di e-learning ed a fronte di nozioni di base spesso eterogenee dei partecipanti, viene creata una base comune ed omogenea di conoscenze, fattore che accresce in modo proporzionale la qualità del seminario. I tutors sono a disposizione a orari fissi per telefono o via chat per rispondere alle domande. Grazie all'e-learning è possibile offrire formazioni particolari con relatori specializzati, simultaneamente e indipendentemente dal luogo, per tutte le succursali, senza spese di viaggio elevate dei collaboratori e senza tempi improduttivi dovuti alla loro assenza. Creare una nuova cultura dell'apprendimento Oltre alle sessioni collaborative i partecipanti ottengono l'accesso a tutte le banche dati importanti per l'apprendimento. Possono così accedere a tutti i contenuti e, fatto particolarmente importante, possono sottoporre domande e partecipare a discussioni che sono state generate da altri collaboratori nell'ambito del loro processo di apprendimento. Proprio questa particolarità, rappresenta per un'azienda, un passo essenziale in direzione dell'ottimizzazione di un'«organizzazione che apprende». L'implementazione di concetti di e-learning presuppone tuttavia anche un cambiamento della considerazione culturale. Di regola, il lavoro giornaliero legato alle operazioni correnti ostacola la programmazione di «tempi di apprendimento». L'apprendimento individuale in funzione delle esigenze presuppone pertanto una giusta misura di autodisciplina e di auto-

motivazione e significa scostarsi da un atteggiamento di semplice consumo. Spetta ora ai responsabili della formazione e dello sviluppo del personale creare le basi per lo sviluppo di questa cultura dell'apprendimento e gli spazi necessari. Nuove vie nella formazione È proprio nelle università che l'utilizzo di una piattaforma di e-learning si offre in modo quasi ideale per molte sfere di competenza. Sono in particolare l'indipendenza dal luogo e dall'orario a rendere interessante l'e-learning quale alternativa e complemento ad aule universitarie sovraffollate. Gli studenti ed i docenti non devono più essere presenti fisicamente sullo stesso luogo e allo stesso tempo. Si rende così possibile una strutturazione dello studio più individuale e adeguata alle esigenze personali di formazione. Un simile studio ha inoltre un altro effetto positivo: grazie a questi metodi innovativi di apprendimento si acquisisce anche la dimestichezza all’utilizzo dei nuovi media. Simili competenze risultano di grande utilità nel contesto professionale. Anche la Confederazione, nell’ambito della formazione dei propri collaboratori, punta sui nuovi modelli di apprendimento. Durante l'introduzione di nuovi processi informatici ben 1500 collaboratori dei vari dipartimenti assolvono una formazione mediante corsi in classe fatti su misura ed e-learning via Intranet. Le esperienze fatte da aziende di punta nel mercato dell'e-learning mostrano che oggigiorno vengono impiegati diversi metodi d'insegnamento per garantire un apprendimento efficace. In questo contesto, allo scopo di agevolare diverse soluzioni, è necessario poter disporre di piattaforme tecnologiche flessibili. L'obiettivo consiste in una maggiore qualità della formazione grazie al valore, alla riproducibilità e alla disponibilità delle informazioni divulgate. Gli allievi possono da soli pianificare i contenuti di apprendimento e dispongono della possibilità di ripetere e verificare quanto appreso. L’apprendimento non è più fine a se stesso, bensì diventa un processo integrato nell’attività lavorativa.

Soluzione globale per l'università di San Gallo IBM ha creato due anni fa la propria organizzazione di e-learning «Mindspan Solutions». In Svizzera è stata sviluppata una soluzione globale in collaborazione con l'università di San Gallo. La nuova piattaforma di e-learning è a disposizione di 5500 utenti e oltre 1000 docenti. Quella di San Gallo è la prima università in Svizzera che utilizza l'e-learning quale componente integrale della sua dottrina.

Per pianficare la vostra formazione o per qualsiasi informazione potete contattare il centro di formazione Learning Services IBM in Ticino, oppure telefonare al numero Tel. 058 333 88 66 e chiedere di parlare con:

Marco Leisinger, [email protected]

Monica Giordano Micheletti, [email protected]

Internet Links: http://www.ibm.com/services/learning/ch http://www.ibm.com/mindspan http://www.learningcenter.unisg.ch

Vita dei soci

Ticino Business

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POST CAREER SEMINAR

La DBM, leader nel campo dell’outplacement e nella consulenza per la transizione di carriera propone in Ticino il nuovo seminario

D

a tempo utilizzato in Svizzera romanda e tedesca dalle multinazionali e da tantissime altre aziende sparse in tutto il mondo, il PCS – Post Career Seminar - sta vieppiù diventando uno strumento importante nella fase di preparazione al pensionamento. La DBM di Lugano è quindi fiera di annunciare che da settembre questo validissimo strumento di gestione del personale in uscita verso il pensionamento sarà disponibile anche in italiano ed adattato alla realtà ticinese.

di due giorni ed una serata e porta ad una nuova definizione della vita post-professionale. Una nuova definizione che facilita diversi fattori determinanti della nostra quotidianità. In particolare: • L’arricchimento della propria vita • La buona gestione del quotidiano • Lo sviluppo della creatività • Il benessere fisico

Questo seminario, destinato a persone dai 50-55 anni in avanti durante il quale anche il coniuge è invitato facilita il passaggio ad una nuova fase di vita che, per alcuni, è un’opportunità, mentre per altri può essere un trauma. Proprio per evitare che si trasformi in un periodo difficile della propria vita bisogna prepararsi. Formare una nuova mentalità che abbia a riflettere una positività e una nuova intraprendenza. Il programma previsto si svolge sull’arco

• La fiducia in se stessi • Il mentorship • Uno stile di vita attivo ed utile Nell’ambito di queste due giornate le relazioni sono affidate ad esperti di ogni settore: un medico specializzato, una dietologa, un istruttore di fitness, una psicologa, un esperto in previdenza, un avvocato specializzato negli aspetti legati alle

successioni ed eredità, nonché consulenti professionali specializzati nel “pensionamento attivo”, i quali daranno molte idee per sviluppare i progetti di tutta una vita. Avere a disposizione degli specialisti in ogni settore non solo determina un’affidabilità dei contenuti ma anche e soprattutto fornisce alle persone partecipanti la possibilità di affinare le loro problematiche particolari. Il 25 settembre prossimo, in collaborazione con la Camera di commercio, dell’industria dell’artigianato e del cantone Ticino, si terrà una serata informativa su questo servizio, che arricchisce l’offerta formativa nel nostro Cantone in un settore specifico. Questo offerto da DBM a Lugano è un ulteriore tassello di iniziative nell’ambito delle varie attività svolte da questa società che vanta una trentennale esperienza nel campo della transizione di carriera.

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Vita dei soci

Ticino Business

ATIP Associazione Ticinese Impresari Piastrellisti

di Max Steiner, Segretario ATIP

S

i è svolta martedì 18 giugno a Camorino l’Assemblea generale ordinaria dell’ATIP alla presenza di un buon numero di associati. A presidente del giorno è stato nominato il Signor Italo Bazzi, socio onorario dell’associazione. La relazione del presidente signor Edgardo Rossi come pure tutte le altre trattande all’ordine del giorno sono state accettate all’unanimità. Quali ospiti erano presenti i signori Edy Genini, segretario della Commissione paritetica cantonale nel ramo delle piastrelle, il Signor Aldo Rusconi capo-ufficio amministrativo della Divisione della formazione professionale, il Signor Patrizio Dressi dell’Unione artigiani dell’edilizia e il Signor Rinaldo Gobbi, segretario della Ccia-Ti. L’ATIP ha partecipato all’Assemblea generale dell’Associazione svizzera delle piastrelle del 28 giugno a Dagmersellen (LU) dove si trova pure il Centro di formazione per la Svizzera tedesca e per il

Ticino. Durante l’Assemblea il signor Mauro Bazzi è stato nominato Presidente dell’Associazione svizzera Maestri Piastrellisti (ASMP) ed il Signor Andrea Gehri Presidente dell’Associazio-

ne svizzera dei commercianti di piastrelle (ASCP). La Ccia-Ti si felicita per queste nomine e formula ai neoeletti i migliori auguri nello svolgimento di questi importanti nuovi compiti.

Comitato direttivo ATIP Presidente: Edgardo ROSSI, Bellinzona Vice-presidente: Cesare SCHERA, Mendrisio Membri: Mauro BAZZI, Losone Andrea GEHRI, Lugano Luigi LANDONI, S. Nazzaro

formazione apprendisti e Presidente ASMP formazione apprendisti e Presidente ASCP + CPC formazione apprendisti

Segretario: Max STEINER, Muzzano [email protected] Sito ASP: E-mail:

www.plattenverband.ch [email protected]

Vita dei soci

Ticino Business

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Prix alliance F Un premio all’Azienda Svizzera che concilia meglio famiglia e professione

di Lotte Franchi

P

er il centenario delle associazioni femminili svizzere, nel 2000, alliance F e l’Unione Svizzera delle Arti e Mestieri, hanno lanciato per la prima volta il Prix alliance F. La giuria della prima edizione attribuì il 1° premio allo studio di Architettura Metron SA di Brugg, che ha saputo creare un clima favorevole instaurando dal 1994 fra l’altro un congedo parentale di 4 mesi e un congedo non pagato di 4 mesi.

"

All’assemblea dei delegati del 6 novembre 2002 a Berna, verrà attribuito per la seconda volta questo riconoscimento lanciato da alliance F con l’USAM. Si possono annunciare tutte le aziende, ma la giuria presterà particolare attenzione al carattere innovativo e l’originalità dei modelli sviluppati che consentano alle proprie collaboratrici e collaboratori di

conciliare armonicamente la vita professionale e familiare. Come Presidente della Giuria opererà il Consigliere nazionale Pierre Triponet, Direttore dell’USAM - Unione svizzera delle arti e mestieri.

La giuria selezionerà 5 aziende meritevoli, tra le quali si nominerà la vincitrice del premio. Si invitano quindi anche le ditte ticinesi a partecipare al Concorso con l’augurio di essere nominate per la selezione finale.

Si prega di compilare e ritornare il bollettino a: alliance F - Marktgasse 36 - 3011 Berna Cognome ________________________________Nome _______________________________ Nome ditta: ___________________________________________________________________ Indirizzo: Via _________________________________________________________________ CAP __________________ Località: _______________________________________________ Tel __________________________ Fax__________________________

Si prega inviare la documentazione per i partecipanti al concorso

E-mail: _______________________

Desideriamo ulteriori informazioni per telefono

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

SCHEDE IFCAM Una pubblicazione della Ccia-Ti per gli imprenditori ticinesi

di Raffaella Sartorelli

bbiamo il piacere di informarvi che abbiamo pubblicato la scheda IFCAM di aprile n. 119 intitolata “Outplacement: un moderno strumento di gestione strategica della risorsa umana e di gestione del cambiamento aziendale”, a cura Colette Vullierat Chrigui, Direttrice della DBM di Lugano.

A

le del settore legale e fiscale presso la Deloitte & Touche SA di Lugano.

Nella scheda in questione viene illustrato il concetto di outplacement, un servizio offerto dal datore di lavoro al collaboratore uscente per fare in modo che costui riesca a ricollocarsi il più rapidamente possibile. Nella scheda vengono illustrate in modo dettagliato le 3 fasi di svolgimento dell’efficace programma di outplacement. In seguito, vengono mostrati gli effetti “collaterali” di un licenziamento senza misure accompagnatorie di transizione di carriera (licenziamento “secco”).

• Le assicurazioni sociali: rendite AVS/AI, rendite della previdenza professionale.

È infatti comprovato che la partenza dei colleghi crea all’interno dell’azienda un momento di caos e demotivazione e che la perdita di produttività che ne consegue può raggiungere livelli estremi. Grazie all’outplacement i collaboratori hanno invece la dimostrazione che il management è in grado di trattare situazioni difficili con professionalità e dinamicità. La scheda IFCAM di maggio-giugno n. 9105 tratta l’importante tema degli “Accordi bilaterali: la libera circolazione delle persone” ed è stata elaborata dall’avvocato Oscar Crameri, responsabi-

Nella scheda in questione vengono trattati i seguenti temi relativi all’Accordo sulla libera circolazione delle persone: • I permessi di lavoro: considerazioni generali, disposizioni transitorie, tipi di permesso e ricongiungimento familiare.

• Fiscalità (brevi cenni). Questa scheda è senz’altro una valida fonte d’informazione alfine di meglio orientarsi e di agire più efficacemente nel contesto di questo nuovo assetto giuridico-economico. Rammentiamo agli interessati che l’abbonamento alle Schede IFCAM può essere sottoscritto in ogni momento, con la possibilità di ricevere tutte le schede riferite all’anno in corso (CHF 190.—). Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci: Rinaldo Gobbi, lic.oec.HSG, tel. 091 911.51.19, e-mail: [email protected] Raffaella Sartorelli, avvocato, tel. 091 911.51.15, e-mail: [email protected]).

Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

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Netiquette NetEtiquette: il “galateo” della comunità virtuale

di Alessia Romano

A

lcuni anni or sono l’accesso alla grande ragnatela, ovvero ad Internet, richiedeva da parte degli utenti notevoli conoscenze e competenze tecniche. Alcuni di essi, per meglio districarsi in questo nuovo mondo, inoltravano delle richieste di aiuto ad altri navigatori. Tali richieste assunsero nel tempo un profondo significato educativo, in quanto per ottenere le informazioni desiderate i neofiti dovevano comportarsi in modo garbato. Divenuti esperti, a loro volta pretendevano un eguale atteggiamento dai nuovi arrivati memori dell’aiuto ricevuto in precedenza. Oggi chiunque può collegarsi ad Internet, questo mezzo ha infatti assunto la connotazione di libertà assoluta; infatti non esiste una autorità centrale né esiste un organo di vigilanza: tutto dipende dall’autodisciplina dei singoli naviganti. Per sopperire al bisogno di disciplina viene creata NetEtiquette, ovvero Galateo (Etiquette) della Rete (Net). Il termine è un neologismo sempre più usato che indica l’etichetta della rete, ovvero l’insieme delle norme di comportamento che dovrebbero regolamentare la comunicazione in rete per evitare forme di sovraccarico comunicativo, incomprensioni, equivoci o situazioni più concretamente difficili da gestire: come ad esempio lo spamming, cioè l’invio di grandi quantità di messaggi non richiesti a indirizzi di email di soggetti sconosciuti. Di seguito troverete alcune regole di utilizzo per l’uso corretto delle risorse della rete:

1. Non si deve usare il computer per danneggiare altre persone. 2. È vietato appropriarsi, senza autorizzazione, del lavoro intellettuale altrui. 3. È vietato violare la privacy di altri utenti della rete, leggendo o intercettando i messaggi a loro destinati. 4. La protezione dei minori impone il rifiuto di tutte le forme di sfruttamento, in particolare quella a carattere sessuale, e di tutte le comunicazioni ed informazioni che possono sfruttare la loro credulità, il rispetto della sensibilità dei minori impone cautela particolare nella diffusione al pubblico di contenuti potenzialmente nocivi. 5. È vietato compromettere il funzionamento della rete con programmi (virus, etc.) creati appositamente. 6. È vietato violare la sicurezza di archivi e computer della rete. 7. Ogni navigatore deve informare l’autorità giudiziaria nel caso in cui venga a conoscenza dell’esistenza di materiale illecito presente sulla rete. 8. È vietato utilizzare software non originali. 9. ecc. L'e-mail (Electronic Mail) è un ambiente di comunicazione che permette di scambiarsi messaggi, documenti, immagini tra utenti della Rete via computer. Tutto cio' che occorre per inviare e ricevere i mes-

saggi è l'accesso a Internet e una casella di posta elettronica personale. La posta elettronica ha assunto un importante ruolo nel mondo della comunicazione, proprio grazie alla facilità di utilizzo. Anche in questo caso troviamo un galateo che è bene rispettare: 1. È buona norma limitare la lunghezza del messaggio, specie se si risponde (reply) ad un messaggio riportando il contenuto del messaggio originale, conviene lasciare solo quelle parti che sono rilevanti per la risposta. 2. Si usa scrivere in minuscolo. Il maiuscolo equivale a “gridare”, per cui è possibilmente da evitare o da utilizzare solo nel titolo. 3. È bene inserire sempre l’oggetto della mail. 4. Cercare di utilizzare un carattere chiaro e comune non ricercato (caratteri ASCII compresi fra 32 e 126). 5. Rispettare la privacy. Non è corretto citare in pubblico messaggi privati senza il consenso di chi li ha scritti. 6. Non fare spamming, è opportuno selezionare i destinatari. Non a tutti può interessare il messaggio contenuto. 7. Badare al “tono”. Molti malintesi nella comunicazione in rete derivano dalla mancanza della presenza “fisica”, delle espressioni e del tono di voce con cui diamo un senso e

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Formazione

Ticino Business

una tonalità alle nostre parole; e anche della possibilità di correggerci subito se un’altra persona non ci capisce. 8. Essere brevi. Le persone che frequentano abitualmente la rete ricevono una grande quantità di messaggi, liste, newsgroup eccetera, e non amano un ingombro eccessivo. Inoltre è faticoso leggere sullo

schermo testi molo lunghi: in generale un testo che occupa più di due schermate a video è da considerarsi troppo lungo. 9. La signature ad un messaggio è associabile ad una “firma”, essa riporta le informazioni rilevanti del mittente (Nome, Cognome, Indirizzo, Numero di telefono, di fax e email). È opportuno che la firma

non superi le 4 righe e che non contenga elementi offensivi o pubblicitari. 10.ecc. Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo internet http://www.efluxa.it/netiquette/ oppure http://magi.ti-edu.ch/NT/netiquette.htm

IVA europea in materia di prestazioni di servizi internazionali Incontro informativo sulla normativa fiscale europea in materia di prestazioni di servizi

di Jean-Antoine Wild e Rinaldo Gobbi

I

l 7 novembre 2002 l’EICS dell’Osec Business Network Switzerland e la Camera di commercio dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino organizzano un seminario della durata di una giornata per affrontare una tematica che viene trattata molto raramente nelle manifestazioni di questo genere, proprio in virtù della difficoltà tecnica della materia. Relatori provenienti dal mondo della consulenza e da autorità fiscali affronteranno infatti la complessa tematica della regolamentazione IVA per le prestazioni di servizi internazionali. Nella prima parte della manifestazione verranno spiegati i complessi principi che reggono la materia sia dal punto di vista

della definizione di prestazione di servizio, sia da quello della territorialità e dell’assunzione dell’onere fiscale. Di seguito verranno affrontati casi e problematiche particolari, mettendo in evidenza le incongruità e le trappole del sistema e richiamando l’attenzione sugli elementi che l’operatore attivo in campo internazionale deve tenere presente per non diventare vittima di questa complessa normativa. Nell’ambito della manifestazione, destinata in primo luogo ad un pubblico di operatori con esperienze e problemi pratici quotidiani, verrà dato ampio spazio alla ricerca di soluzioni per i casi concreti che verranno posti da parte della platea.

La scelta della composizione del gruppo di relatori è orientata proprio in questo senso, in quanto si vuole proporre all’audience sia il punto di vista dell’autorità che quello degli operatori, cercando di proporre soluzioni pratiche che possano tenere conto in modo adeguato delle esigenze di tutte le parti interessate all’applicazione della normativa fiscale. Sull’edizione di settembre di “Ticino Business” verrà pubblicato il programma dettagliato della manifestazione e i costi di partecipazione. Nel frattempo, chi desidera preannunciarsi (senza impegno) può contattare la Signora Monica Zurfluh, Osec-EICS Lugano, tel. 091 911 51 37.

Fiere internazionali

Ticino Business

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Fiere internazionali: uno strumento assodato per avviare nuovi affari

Tendence 2002 Frankfurt am Main, 30 agosto-3 settembre 2002 Tendence è la fiera internazionale dei beni di consumo più grande al mondo. Essa richiamerà anche quest’anno, tra il 30 agosto e il 3 settembre 2002, oltre 100'000 visitatori specializzati da ogni parte del globo. Su una superficie di oltre 322’000 metri quadrati, 4’700 espositori internazionali presenteranno a Tendence prodotti e novità sui temi: idee regalo, lifestyle, arredamento di design, cucina e benessere. Idee e proposte innovative da tutti i continenti, numerose mostre speciali, eventi didattici e informativi fanno di Tendence un appuntamento irrinunciabile per tutti gli operatori che si occupano di arte e di design. Nei tre grandi settori espositivi “Domus & Gallery”, “Präsent & Carat” e “Tavola e Cucina” i compratori hanno l’opportunità di informarsi sul meglio del mercato; inoltre possono già fare riassortimenti in vista delle grandi vendite della stagione autunnale e natalizia. Ulteriori informazioni su Tendence 2002 si possono ottenere consultando il sito web della Messe Frankfurt alla pagina www.tendence.messefrankfurt.com La Ccia-Ti dispone dei biglietti d’entrata e dei cataloghi: • giornaliere a Fr. 29.50 • biglietti permanenti a Fr. 77.00 • cataloghi a Fr. 40.00 Gli interessati possono mettersi in contatto con la Signora Paola Gnecchi, tel. 091 911 5123. MIDORA – Salone internazionale dell’orologeria e della gioielleria Leipzig, 13-15 settembre 2002 MIDORA costituisce una vetrina interna-

zionale delle nuove tendenze nel settore dell’orologeria e della gioielleria. Attira in particolare i commercianti specializzati della Germania e dell’Europa centrale ed orientale. Per saperne di più: http:// www.leipziger-messe.de/LeMMon/midora_web_ger.nsf?OpenDatabase FIB 2002, 24a Fiera internazionale dell’industria Bogotá, 1-5 ottobre 2002 La Svizzera parteciperà alla FIB 2002, la più grande fiera dell’industria in Colombia, con uno stand collettivo organizzato dalla Camera di commercio Svizzera-Colombia. La manifestazione sarà centrata quest’anno sui macchinari, le attrezzature, le macchine tessili e le comunicazioni. Per maggiori ragguagli: Camera di commercio Svizzera-Colombia, Bogotá Tel. 00571 347 66 86 / 87 fax 00571 347 314 29 60 e-mail: [email protected] The Big Five Show 2002 - The 22nd Middle East International Building & Construction Exhibition Dubai, 26-30 ottobre 2002 Il Big Five Show, che si svolge ogni anno a Dubai, è la manifestazione più importante per quanto concerne il settore edilizio nella regione del Golfo Arabo ed è un evento unico nel Middle East, in quanto occupa sette sale del Dubai World Trade Centre. I sette settori principali trattati dal Big Five Show sono: costruzione, tecnologie dell’acqua e ambiente, climatizzazione e refrigerazione, pulizia e manutenzione, vetro e metallo, bagno e ceramica, marmo e macchinari. Saranno cinque giorni densi di opportu-

nità commerciali con i maggiori contraenti, architetti, ingegneri, acquirenti, importatori, agenti e distributori. Nel 2001 erano 902 gli espositori provenienti da 46 paesi e rappresentanti 1’460 aziende e 19 padiglioni nazionali. I visitatori sono stati 21'223. L’Osec organizza una partecipazione collettiva ufficiale della Svizzera a questa fiera. Gli interessati possono ottenere il prospetto dettagliato e i costi di partecipazione mettendosi in contatto con il Segretariato dell’Osec al numero 091 911 51 37. CeBIT 2003 – Get the spirit of tomorrow Hannover, 12-19 marzo 2003 La CeBIT di Hannover costituisce il primo salone mondiale delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni. Anche nel 2003 esso costituirà quindi l’evento principale per questo settore. CeBIT riunisce il maggior numero di visitatori professionisti del mondo intero ed è il posto ideale per introdurre nuovi prodotti e servizi sul mercato. CeBIT costituisce pertanto il principale “mercato-test” del settore delle TIC. Nel 2002, 7’962 espositori hanno presentato i loro prodotti ad oltre 700'000 visitatori su una superficie totale di 424'173 m2. Con la collaborazione di Swiss Interactive Media and Software Association (simsa), l’Osec organizza una partecipazione collettiva svizzera a questa fiera nei seguenti settori: Software & Services (Padiglione 4), Information Technology (Padiglioni 1924), Telecommunications & Networks (Padiglioni 12-16, 25-27). Per ottenere maggiori ragguagli, gli interessati possono contattare la Segreteria dell’Osec, Tel. 091 911 51 37.

Smog estivo e abbonamento Arcobaleno al 50% È partita la campagna di sensibiliizzazione all’uso dei mezzi pubblici rivolta quest’estate a tutta la popolazione, turisti compresi, con l’obiettivo di rispondere in maniera concreta e mirata all’emergenza ozono. Il Gran Consiglio ha infatti approvato il credito di 2 milioni di franchi che, sull’arco di tre anni, permette di concretizzare fra altre misure anche l’offerta a metà prezzo dell’abbonamento Arcobaleno, valida durante i mesi di luglio e agosto, già accolta con grande interesse e sostenuta dalle Aziende di trasporto. Lo sconto speciale per l’estate rientra nel pacchetto di misure stagionali messo a punto dal Gruppo di lavoro ozono - creato lo scorso autunno con la collaborazione del Dipartimento del territorio ( che ne coordina l’attività) e grazie all’impegno di diversi municipali, membri di associazioni sensibili alle problematiche dell’ambiente e granconsiglieri attivi nella regione del Mendrisotto, in particolare Moreno Colombo, coordinatore del Gruppo. La riduzione delle tariffe dei mezzi pubblici, che è scattata lunedì 1 ° luglio, rappresenta un’occasione da cogliere al volo: permette di agire e di reagire nel proprio piccolo all’inquinamento, offre l’opportunità di sperimantare direttamente e in prima persona il funzionamento dei vari servizi di trasporto. Per i turisti l’azione speciale risulta particolarmente accattivante a causa del prezzo sensibilmente ridotto sui trasporti pubblici e della possibilità di usufruire di uno sconto per l’aquisto di una carta giornaliera per la navigazione sui laghi Maggiore (bacino CH) e Ceresio. Alla popolazione residente invece si offre, per la durata di un mese intero, l’alternativa di effettuare a prezzi molto contenuti tutti i propri spostamenti: sia per recarsi sul posto di lavoro, sia per partecipare a escursioni e altre attività di svago durante le vacanze e il tempo libero.

Il grande libro sulla storia, geografia, arte e turismo della regione del Ceresio, è finalmente uscito! Prezzo di lancio del volume: Fr. 150.-. Consegna gratuita nel Sottoceneri (prezzo di listino Fr. 165.-). Prezzo unitario per la mappa: Fr. 10.-. Possibilità di personalizzarla con un proprio logo. È prevista una serie di sconti progressivi per acquisti multipli. Il volume e la mappa sono già acquistabili presso la direzione della:

Jansonius Art Gallery Cartografia antica - Dipinti - Manifesti d’epoca - Litografie Via dei Solari 4, 6900 Lugano • Tel 091 910.10.50 • Fax 091 910.10.59 • e-mail: [email protected] e nei negozi di Via Cattedrale 12, 6900 Lugano, Tel 091 910.10.50 ~ Riveta da la Tor, 6922 Morcote, Tel 091 996.30.50

News della Ccia-Ti

Settembre 2002

Per un nuovo mecenatismo

Sommario Strong opinions

di Franco Ambrosetti

Intervista con Lucchini

C

onfesso che questo articolo mi è costato fatica, perché i molteplici e variegati aspetti della politica culturale nel suo complesso rendono la materia assai complicata. Inoltre, mi trovo nel bel mezzo di un conflitto di interessi in quanto, da una parte, sono attivo nel mondo culturale come musicista, dall’altra rappresento un’istituzione economica che ha come scopo la tutela del libero mercato. Per dirla in parole povere da una parte sono ben felice di ricevere sussidi, dall’altra invece tengo gli occhi ben aperti sulle attività finanziarie pubbliche a favore della cultura. Sono beneficiario e al tempo stesso giudice: sono dalle due parti della barricata. Detto questo mi metto metaforica-

mente il cappello istituzionale e mi addentro nella materia. Non parleremo qui di formazione e istruzione: questa fondamentale parte della politica culturale non è argomento di discussione in questo contesto. Parliamo invece di politica culturale nel mondo dell’arte: pittura, scultura, musica, teatro, cinema, fotografia, balletto, letteratura e così via. Nel mio peregrinare intorno al mondo, in veste di musicista per 40 anni, ho sperimentato i vari modelli, che gli Stati hanno scelto per attuare una efficace promozione della arti. In sintesi si distinguono due modelli fondamentali in questo campo: quello francese e quello americano.

Il non profit: che sconosciuto!

• Editoriale e Agenda

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• LMEE: nell’interesse dei cittadini e dell’economia



pag. 10

pag. 13

• 14 novembre: Giornata nazionale delle ragazze

• Forum Ticino logistica

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Continua a pagina 3

• Giornata dell’energia della Svizzera italiana

La cultura è un business

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• Gruppo donne PMI Ticino

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• Visana si presenta

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• Schede IFCAM

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• Corsi della Ccia-Ti

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di Elisabetta Pisa

«I

n Ticino si crede che la cultura sia un bene succedaneo, un lusso da sacrificare in tempi di congiuntura sfavorevole. E questo è tipico della mentalità provinciale. È vero che la cultura costa, ma crea indotti e non solo un ritorno d’immagine». Domenico Lucchini ha le idee chiare e guarda al suo Ticino con un occhio diverso. E da un osservatorio privilegiato qual’è Milano, dove da un anno a questa parte ricopre l’incarico di direttore del Centro culturale svizzero, «Una metropoli – dice – che è fin troppo in movi-

mento e che richiede un grande spirito di reazione». Precedentemente aveva trascorso più di 12 anni a Chiasso, come coordinatore culturale e direttore artistico del Cinema Teatro, rendendo la cittadina di confine un modello a livello svizzero. Ottomila abitanti, Chiasso ha dimostrato una vitalità culturale abbastanza anomala per un centro così piccolo. Nel corso degli ultimi anni ha preso forma una politica culturale davvero degna di questo nome, con iniziative nate in collaborazione con Como e Varese. Continua a pagina 5

• Commissione paritetica cantonale della vendita

• Fiere internazionali

pag. 25 pag. 26

Siamo felici di potervi annunciare che quest’anno la nostra Assemblea generale ordinaria avrà luogo

Venerdì 4 ottobre 2002 ore 16.30 Hôtel De La Paix - Lugano Il mondo economico ticinese è particolarmente preoccupato dalla mancata sicurezza nel campo dei trasporti, dal limitato accesso al nostro territorio e dalle difficoltà nel raggiungere i nostri maggiori mercati. Per questo motivo l’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti ha deciso di tenere in modo stringato i lavori assembleari e di dedicare l’Assemblea generale ordinaria interamente al tema del raddoppio del Gottardo.

Avremo con noi i maggiori responsabili delle associazioni economiche svizzere, il Direttore dell’USAM, Consigliere Nazionale, dott.iur. Pierre Triponez ed il Direttore di economiesuisse dott. Rudolf Ramsauer che sostengono la giusta causa della completazione dell’A2 sotto il San Gottardo. Parteciperanno pure il Consigliere agli Stati dott. Filippo Lombardi e, in rappresentanza del TCS, capofila dell’iniziativa popolare AVANTI, il signor Charles Juillerat.

ottantacinquesima ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino (Ccia-Ti)

Programma: 16.30 Arrivo dei partecipanti 16.45 Inizio dei lavori assembleari • Saluto del Presidente, lic.rer.pol. Franco Ambrosetti • Approvazione dei conti 2001 • Messaggio della Consigliera di Stato Avv. Marina Masoni, Direttrice del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia 17.30 Raddoppio del tunnel autostradale del San Gottardo: un’esigenza infrastrutturale di grande importanza per la crescita economica del cantone Ticino. Lic.rer.pol. Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti Dott.iur. Pierre Triponez, Direttore USAM, Consigliere Nazionale Dott. Rudolf Ramsauer, Direttore economiesuisse Charles Juillerat, Presidente Commissione dei trasporti e dell’ambiente TCS Dott. Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati 18.45

Risoluzione assembleare

19.00

Aperitivo

19.30

Cena

3•

Strong opinions

Ticino Business

Per un nuovo mecenatismo Una politica di esenzione fiscale potrebbe dare nuovi impulsi alla promozione delle attività culturali.

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

I

l primo prevede finanziamenti diretti (sussidi) alla cultura che vanno sia alle infrastrutture come teatri, sale da concerto, musei, ateliers, ecc. sia all’attività diretta come manifestazioni di tutti i generi culturali. Il secondo predilige il finanziamento indiretto alla cultura, per esempio sottoforma di esenzioni fiscali, invece che di sussidio per chi promuove strutture che ospitano attività culturali o le attività stesse. Tra questi due modelli che delimitano il campo e che, come detto, si ritrovano in Francia e in USA, c’è la realtà di tutti gli altri Stati che si indirizzano verso l’uno (Italia, Germania, Spagna) o verso l’altro (Svizzera, Inghilterra, Olanda). Da più di 1200 anni e cioè dai tempi di Carlo Magno, la Francia è uno Stato fortemente centralizzato, con una concentrazione di poteri nelle istituzioni centrali (parigine). Qui esiste un Ministero della cultura che arriva, con la sua organizzazione, a coprire capillarmente tutto il Paese. E soprattutto ha molti soldi che, se finiscono in mano a un bravo ministro, procurano grandi accelerazioni in campo culturale. Jack Lang, già ministro della cultura, è il più noto in questo tipo di contesto perché ha dato grande sviluppo al mondo culturale francese. Era socialista, intelligente e un po’ velleitario; ha avuto successo e molti artisti rimpiangono ancora oggi quel periodo. In Francia si trovano un teatro, una sala da concerto (che non è la stessa cosa!) in ogni piccolo-medio centro abitato. A Parigi, per esempio, si organizza ogni anno un festival di una cinquantina di concerti che si chiama “Banlieues Bleu” (Banlieue significa sobborgo) e che usa i teatri piccoli

e grandi disseminati un po’ ovunque, appunto nella banlieue. Che la politica culturale francese sia un successo credo che non ci sia bisogno di dimostrarlo. Secoli di contributi fondamentali alla cultura europea, dall’illuminismo all’impressionismo, tanto per fare due esempi, bastano a dimostrarne la riuscita. Però, prima di arrischiare conclusioni affrettate, analizziamo brevemente il modello americano. Seguendo gli insegnamenti liberali, lo Stato americano, più leggero e meno dirigista di quello francese, non interviene in questo settore. Esso favorisce lo sviluppo di infrastrutture e attività per la cultura preparando il terreno affinché queste possano svilupparsi in un contesto propizio, scevro da condizionamenti e censure. Ciò avviene tramite sgravi fiscali concessi a privati e istituzioni private che investono nella cultura, nel solco della migliore tradizione illuminista che privilegia l’individuo rispetto alla collettività, creando le condizioni quadro per il suo sviluppo. I Rockefeller, i Guggenheim, i Vanderbildt hanno investito somme enormi nella cultura con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il museo di Mario Botta a San Francisco, ad esempio, è stato finanziato da una fondazione privata, lo stesso dicasi per i vari musei di New York: il Guggenheim, il Whitney, il MOMA, e così via. Quindi anche il sistema USA funziona molto bene. Gli altri Stati usano forme miste che si collocano fra i due estremi francesi e americani. Ma le realtà sono molto diverse da paese a paese. La Svizzera usa una forma prevalentemente diretta preferendo i sussidi. Il nostro cantone non fa eccezione, versa sussidi al-

le attività culturali, lascia prevalentemente ai comuni invece la scelta di investire in infrastrutture. La domanda sorge spontanea: quale dei due modelli garantisce i risultati migliori? La risposta sembrerebbe semplice: quello più ricco perché la cultura costa. Ma l’ampiezza dei mezzi finanziari dipende dagli usi e costumi dei singoli Stati, più che dalla modalità di finanziamento e dalla scelta del modello. Certo, la cultura di Stato può essere pericolosa; basti pensare alla Germania nazista e al concetto di arte degenerata, o all’Unione sovietica che ha distrutto tutte le avanguardie di inizio novecento e impedito la nascita di quelle nuove, oppure anche al Minculpop di era fascista. Ma questa è cultura di Stato in un mondo totalitario che, speriamo tutti, non si ripeta mai più. In un contesto democratico, credo che il meglio lo possa dare un sistema che non ponga condizionamenti agli attori del mondo culturale, che privilegi la libertà di espressione, lo spirito aperto e senza pregiudizi che si combini con adeguati mezzi finanziari. Inoltre, il modello che si sceglie deve essere accettato da tutti e quindi far parte della cultura socio-economica, delle consuetudini e del patrimonio culturale della popolazione. Nel nostro Paese, in Ticino, sicuramente non c’è posto per un modello di tipo americano. Ma forse potrebbe esserci spazio per un sistema misto dove si realizzi un giusto equilibrio fra pubblico e privato. Già esistono forme di collaborazione di questo tipo. Penso, però, che una maggior incisività verso la scelta privatista potrebbe servire.

Strong opinions Tanto per essere pratici, a mo’ di esempio, in ogni legislatura lo Stato investe per il turismo, le nuove industrie e le zone di montagna, sussidi per circa 120 mio di franchi , cioè 30 mio all’anno. Poniamo di devolvere il 30%, cioè 36 mio in 4 anni, ovvero 8 mio all’anno alla cultura (che assieme al turismo è un’industria) non più sottoforma di sussidio, bensì come esenzione fiscale per quelle istituzioni private o organizzazioni che promuovono attività culturali. Per il resto lasciamo che il Dipartimento della cultura continui come fa oggi con competenza e buon senso a sussidiare varie attività. Lo fa bene con una visione e un approccio

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olistici, come compete ad una istituzione pubblica. Tuttavia non toglie che si possa iniziare un esperimento nella direzione indicata, che servirebbe soprattutto a incentivare gli spazi e le manifestazioni culturali, a stimolare lo spirito imprenditoriale anche ove ora non c’è. Un po’ come per il “venture capital”, l’esenzione fiscale spinge a rischiare in settori nuovi, porta verso una forma moderna di mecenatismo. Poter dedurre, come spesa dai propri bilanci, i finanziamenti per la cultura è sicuramente una allettante opportunità per sviluppare ulteriormente questo spirito latente e indirizzarlo verso nuovi orizzonti. Lorenzo il Magnifico, Giulio II, Alessandro VI, gli Estensi e i Gonzaga non pagavano

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tasse. Semmai le incassavano facendo pendere la bilancia verso la cultura di Stato. Attenzione però: lo Stato, erano loro. Oggi, nelle moderne democrazie liberali, il potere economico è più nel privato che nel pubblico. Ecco perché un esperimento di collaborazione fra pubblico e privato potrebbe collocare il Ticino in cima alla lista dei Cantoni innovativi in un settore in cui abbiamo la storia dalla nostra. Però non basta celebrare i grandi del passato, pavoneggiarsi perché il Trezzini, il Borromini o il Serodine erano della nostra terra: loro dal Ticino non hanno mai ricevuto nulla, sono emigrati per sopravvivere. Quindi, Ticino terra di artisti? Bene, allora dimostriamolo!

Contromano

Quando la creatività è ricchezza economica di Libero D’Agostino

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ino a non molto tempo fa, Richard Florida era un oscuro docente di Sviluppo economico regionale, in un’università della Pennsylvania. Ma il suo ultimo libro sull’ascesa della “classe creativa” lo ha reso famoso rivoluzionando le più accreditate teorie sul marketing territoriale. Cosa sostiene Florida? Per stimolare la crescita economica e produttiva di una regione non bastano le vecchie ricette, agevolazioni fiscali e amministrative o parchi tecnologici per attirare nuove imprese. Secondo Florida bisogna invece puntare sulla creatività, o per meglio dire favorire concretamente la nascita di un ambiente intellettualmente vivace, applicando la formula delle tre T, ossia incentivare talento, tecnologia e tolleranza. Statistiche alla mano Florida dimostra che le città americane più dinamiche ed economicamente trainanti sono quelle capaci di attirare scienziati e artisti, poeti e professori, ingegneri e attori, manager e omosessuali, informatici e gruppi musicali. Insomma, un effervescente mix di estro artistico e high-tech, in cui convivono armoniosamente professioni, interessi, vocazioni e stili di vita diversi, che coagulano quel capitale umano che è la classe creativa. E’ evidente che l’arrivo e l’ascesa di questa classe non attiene alla politica economica e industriale, quanto, invece, a quella culturale. E qui casca l’asino. Per gli Stati, almeno nella tradizione europea, la politica cultu-

rale ha rappresentato sempre soltanto un costo e mai un’opportunità di crescita economica oltre che civile e sociale. Anzi, quando gli Stati si mettono in proprio per gestire o promuovere la cultura i risultati sono disastrosi. Nei peggiori dei casi nascono i Minculpop, quando va meglio si legittima una gestione passatista della cultura orientata sulla conservazione, peraltro nemmeno efficace, piuttosto che sull’innovazione. Così, s’imbalsama il passato, magari ad uso e consumo di un turismo più o meno di massa, invece di esaltare il presente o sognare il futuro. Il che significa smorzare ogni spinta creativa. Ridotto all’osso, il discorso è che fare cultura è del tutto estraneo alla natura dello Stato, se non nelle violente forzature del realismo socialista o come espressione autoreferenziale di un sistema di potere e di una società chiusa. Dunque, compito dello Stato non è fare cultura, ma creare le condizioni per favorirla lasciando campo libero alla società civile e al genio individuale. Se vogliamo è la grande lezione storica del mecenatismo che in altre epoche e in altri luoghi ha permesso il fiorire di un’industriosa civiltà artistica che con la sua vivacità e la sua libertà ha pure aperto nuove prospettive per il progresso tecnico e produttivo. E qui si ritorna alle tesi di Florida. Se nel terzo Millennio non esistono per gli artisti corti ospitali e floride Signorie, ci sono però lo Stato e gli sponsor privati.

Una combinazione altrettanto promettente se si crea l’interazione giusta tra il primo e la libera iniziativa privata. Vale a dire che lo Stato più che distribuire sussidi per la cultura la deve sostenere attraverso sostanziosi sgravi fiscali per chi la promuove, incoraggiando così idee, iniziative e progetti. Va benissimo che l’Ente pubblico finanzi i musei o la tutela di tradizioni e memorie locali, ma la produzione artistica e creativa sono tutt’altra cosa. Per fiorire e affermarsi hanno bisogno di un humus ben diverso, capace di coltivare e premiare i nuovi talenti. Ha bisogno di un moderno mecenatismo (gli sponsor) che sappia fertilizzare la creatività culturale in ogni settore, e che sia riconosciuto dallo Stato in questa sua vitale funzione al servizio della società con un’adeguata politica di alleggerimenti fiscali. Applicando le teorie di Florida alla realtà ticinese, è chiaro che centri come Lugano o Locarno – per quanto propongano iniziative culturali di forte richiamo – siano città che lo studioso definirebbe “sclerotiche”, e come tali destinate al declino. Perché accanto ad esse manca quella scena culturale animata da gallerie, ritrovi artistici, spazi per performance, studi musicali, teatri sperimentali e vita notturna. Non c’è insomma un circuito culturale, non istituzionale, in grado di intercettare ed esprimere la sensibilità di un luogo, di un tempo e di una popolazione, e sedimentare quei nuovi saperi di cui si alimenta la “classe creativa”.

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Il tema

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La cultura è un business

Lucchini: “ma in Ticino servono più coordinamento e intesa fra gli operatori del settore per evitare sprechi di risorse umane e finanziarie”

intervista con Domenico Lucchini, di Elisabetta Pisa

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i è, inoltre, prestato grande attenzione al tema della multiculturalità e della multietnicità – Festate ne è un esempio -, del dialogo e dell’incontro fra culture, in sintonia con la caratteristica distintiva di un territorio di frontiera. Ultimo atto del mandato di Lucchini a Chiasso, l’apertura del Cinema Teatro a coronamento di tutta la sua attività professionale. Una delle strutture meglio attrezzate di tutto il Ticino, con dispositivi anche per la proiezione di film muti. Qui si lavora su più fronti: teatro, cinema e danza. Insomma, un esempio di ciò che il Ticino può esprimere. Una piccola realtà in cui non è, però, facile muoversi.

verse dinamiche culturali. Il principio della sussidiarietà è positivo perché lascia spazio all’iniziativa privata e allo sponsoring; d’altra parte, però, è in qualche modo una deresponsabilizzazione dello Stato».

Qual è la maggiore difficoltà che s’incontra quando si fa cultura nel Cantone? «Oggi la cultura è diventata un lasciapassare, qualcosa che viene digerito troppo facilmente. Mi spiego meglio: le banche, gli sponsor la “cavalcano” spesso e volentieri senza avere consapevolezza di dove si stia andando. Manca una cultura della cultura. Tutto può sembrare cultura, ma così non è. Bisognerebbe tornare a una politica dei valori. Ci vorrebbero i filosofi della Repubblica di Platone. Il ruolo dell’intellettuale è venuto meno, manca la critica della cultura».

Lugano punta molto sui grandi eventi, come le mostre di forte richiamo internazionale. «Lugano mi sembra un po’ una città-cartolina. C’è un’eccessiva politicizzazione della cultura: in pratica la cultura deve garantire un ritorno d’immagine. Basti pensare alle grandi esposizioni o a Estival Jazz: Lugano pensa in grande. In generale, c’è la tendenza in questi anni a lavorare sulla massificazione della cultura, dell’industria culturale, con il risultato che visitare una mostra diventa una questione di moda, per dire “io c’ero”. Personalmente, sarei stato più attento a curare il territorio con iniziative più mirate, di educazione alla fruizione della cultura».

L’offerta, però, non si può dire che manchi. «Manca una filosofia dell’organizzazione culturale. Non è una colpa. Ma il nostro Stato federalista ha una Costituzione in cui si afferma che la promozione della cultura è di competenza dei Cantoni. Il che non facilita la comprensione delle di-

Se lei fosse chiamato ha organizzare la politica culturale ticinese, come si muoverebbe? «Armonizzerei meglio tutte le attività, creerei un maggiore coordinamento per evitare sprechi di risorse umane e finanziarie. In Ticino c’è una sproporzione tra la domanda e l’offerta, il pubblico è trop-

Domenico Lucchini

po sollecitato: nella stessa sera possono esserci contemporaneamente più iniziative nei diversi centri. Dunque, creerei una migliore intesa tra gli operatori culturali: in effetti siamo talvolta egocentrici e vogliamo essere protagonisti». In altre parole, i diversi centri ticinesi sono in qualche modo in concorrenza tra loro. «Sì, e questo porta a non prestare attenzione al lavoro degli altri, c’è una gran voglia di protagonismo». D’altro canto, si potrebbe pensare che la concorrenza sia salutare per migliorare l’offerta. «Nell’ambito dell’industria culturale, in realtà, si tende ad assecondare il gusto del pubblico, con il conseguente livellamento verso il basso. La qualità la si ottiene con uno scatto in avanti. È necessario diversificare, fare uno sforzo per essere originali, trovare nuove formule a rischio di perdere pubblico».

L’ospite

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Il non profit: che sconosciuto! “Il terzo settore può essere una leva per lo sviluppo economico e culturale”

di Sergio Morisoli

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gomberiamo subito il campo da un possibile equivoco: il non profit può esistere e funzionare solo se in parallelo c’è il profit, un profit che rende bene. Negli ultimi anni sono fioriti un po’ qui un po’ la convegni (anche in Ticino), pubblicazioni e addirittura cattedre universitarie sul non profit, il tutto con un discreto successo sul continente e con grande successo nell’area anglo-americana. Da noi, a parte il convegno nel 1998 organizzato congiuntamente dal DFE con l’USI, la materia è rimasta molto ai margini delle discussioni politiche o di mercato. Siamo sinceri: chi di noi una volta sentita o letta mezza riga con l’espressione non profit o terzo settore, non ha fatto subito, e unicamente, l’associazione diretta con il volontariato pietistico, e magari un po’ bigotto, nel campo sociale, liquidando la faccenda in pochi secondi? I più maligni, invece, non senza ragioni, magari fucilano il concetto ritenendolo un modo astuto e brillante per spillare soldi allo Stato e quindi ai contribuenti per fare attività che non interessano nessuno e quindi di dubbia necessità. Riprendendo, invece, il senso profondo di questo sistema di espressione della società civile, si scoprono degli aspetti molto innovativi nell’ambito del rapporto tra Stato e cittadini, che potrebbero permettere di rilanciare con forza diversi temi un po’ imballati nell’attuale situazione economica delle società evolute: quello della sussidiarietà, della solidarietà, e della sopportabilità finanziaria per lo Stato della sua offerta. Le attività non profit, nascono storicamente dai bisogni concreti della società (sanità, assistenza sociale, educazione) e non sono il frutto di un architettura o di un’ingegneria sociale fatta dalla politica tramite lo Stato (leggi, decreti e regolamenti). Partono dalla libertà dell’individuo di associarsi, congiunta all’intelligente percezione che

una risposta ad un bisogno è immediata ed efficace quando viene data al livello più prossimo al punto dove il bisogno si presenta. La sussidiarietà è quindi un comportamento e un’iniziativa di gruppi di persone con cui si risponde ad un bisogno che si profila nella società. Solo in un secondo tempo, se il bisogno non può essere soddisfatto decentemente, interviene un’entità superiore (da noi per tradizione e cultura lo Stato) a farsi carico totalmente o parzialmente di soddisfare questa esigenza. Di regola questi bisogni non rispondono alla logica del mercato che giustamente pretende un ritorno immediato di profitto. Il mercato non risponde perché nella maggior parte dei casi si tratta di attività che sono solo di supporto al mercato stesso (recupero ambientale, qualità di vita, salute) oppure di condizioni affinché il mercato possa continuare ad essere efficace e competitivo (assistenza sociale, lotta all’esclusione), o ancora attività che hanno un ritorno solo a lunghissimo termine (educazione, cultura, svago). Normalmente si tratta di attività che il mercato ingloba in tempi lunghi, una volta visti i ritorni potenziali, come ad esempio l’industria dello spettacolo, della cultura delle università negli USA. Oppure sono attività che quando raggiungono una massa critica di interesse politico lo Stato “sequestra”, poiché valutandole di interesse generale, ritiene giusto che sia esso stesso ad occuparsene integralmente (salute, socialità, educazione). Sono quindi delle funzioni dove il padronato o il patrocinio può mutare molto velocemente, ma anche all’opposto mai venire riconosciute da nessuno salvo che dai diretti interessati. Analizzando l’attività dello Stato si possono scoprire molti compiti, che applicando il principio di sussidiarietà – tramite lo strumento del non profit – potrebbero essere

organizzati diversamente, valorizzando maggiormente la creatività e l’immediatezza della società civile se questa fosse richiamata a rioccuparsene, e non da ultimo si otterrebbe forse anche il risultato di un miglior rapporto qualità-costo. Il non profit per esistere, oltre ad un rilancio del principio di sussidiarietà, necessita di una forte base di solidarietà. Ma la solidarietà è qualcosa che può esistere solo se viene prodotta ricchezza. Tra poveri si può essere solidali, ma ci si spartisce la miseria, gesto nobile di aiuto al prossimo ma purtroppo non sufficiente per permettere ad una società di evolvere verso il benessere. La produzione di ricchezza tramite attività profit permette di creare il “superfluo” che se in parte non reinvestito economicamente o semplicemente non consumato direttamente, consente di sponsorizzare, di sostenere e di fare opera di mecenatismo o di carità proprio nei settori del non profit. Per avere questo “superfluo” a disposizione del non profit, ci vogliono leggi che riconoscono il suo ruolo sociale ed economico e regimi fiscali che non tassino questo superfluo reinvestito. Questi due aspetti normativi sono quelli essenziali e che di fatto trasformano il principio della solidarietà da virtuale in reale. Queste misure avrebbero anche il pregio di attirare capitali, fondi e contribuenti esteri che altrimenti non entrerebbero mai, o molto difficilmente, nel ciclo economico locale. Va rilevato, ad esempio, che se gli USA sono leader mondiali in molti campi, spesso è grazie al riconoscimento e all’operatività del non profit e delle sue fondazioni quali motori sociali ed economici (ricerca, cultura, spettacolo, sociale, educazione, ospedali). Centri non profit che, nella maggior parte dei casi, sono creazioni del mecenatismo economico. Il non profit può diventare essenziale nel rilancio della competitività territoriale del

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L’ospite

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Cantone se si riuscisse, senza pregiudizi, a farlo uscire dalla visione un po’ ghettizzante dei volontari, dei religiosi o dei terzo mondisti e dei no-global. Questo implica un salto di qualità e il riconoscimento quale componente essenziale di un sistema economico che è chiamato ad essere sempre più performante e competitivo. La politica deve capire che il non profit può sgravare lo Stato ed il mercato da quei compiti che potrebbero essere di impiccio e dispersivi di risorse rispetto al “core business” competittivo che l’uno e l’altro sono chiamati a svolgere congiuntamente e sempre meglio. La nuova perequazione finanziaria tra Confederazione e Cantoni promuove più volte sia il principio di sussidiarietà che di solidarietà, ovviamente nell’ambito dei rapporti istituzionali verticali e orizzontali tra Confederazione e Cantoni. Affinché il progetto possa dare i frutti sperati a medio-lungo termine, a livello locale si dovrebbe approfittare del cantiere federale del secolo per rinsaldare questi principi tra Cantone-Comuni e società civile.

Ecco che in quest’ottica lo strumento del non profit diventa subito anche un’opportunità per giudicare alcunii compiti pubblici, il sistema per produrli e il loro costo. Inoltre, il non profit potrebbe essere in parallelo lo strumento adatto per promuovere il rilancio competitivo e ostacolare la decadenza economica controllata della nostra regione. Siccome per iniziare il processo di rilancio ci vogliono pionieri, il non profit potrebbe essere idoneo, ad esempio a lanciare le operazioni per il “cantone giardino”, la “’industria” culturale, il parco tecnologico, l’industria del benessere, il cantone campus. In sostanza, la stretegia precompetitiva del Ticino prevede: scommesse forti, equilibrio tra politica ed economia e una comunità competitiva. Il non profit potrebbe avere un suo ruolo determinante in quanto catalizzatore di forze, idee e capitali per far muovere i primi passi a questa strategia. I tempi sono forse propizi e maturi per l’economia privata per riprendere il discorso lanciato dall’ente pubblico al convegno di Lugano di qualche anno fa.

Ceronetti: “chiudono i negozi e si spegne tutta la città” L’ultimo numero di “Carte Vive”, bollettino degli Archivi di Cultura contemporanea, ospita un lungo articolo di Guido Ceronetti su “Abitare in Svizzera” di cui riportiamo un significativo stralcio sulla vita nelle nostre città. Il grande intellettuale italiano, che ha consegnato parte del suo archivio alla Biblioteca cantonale di Lugano, scrive: “…Mi è penosa la cessazione di qualsiasi animazione commerciale alle 18 o alle 18.30 della sera in ogni stagione o luogo. Il commercio è impurità, ma come lo è questa nostra carne di morte: senza un prescritto grado d’impurità la candela è soffiata. All’ora in cui la Svizzera mi espelle dalle botteghe, mi spegne le librerie, in Italia e in Francia io percorro e palpo la Suburra commerciale in scrupolosi vagabondaggi oraziani. E' vero che al mattino il gallo del commercio svizzero si sveglia prima: tuttavia la chiusura precipitosa, dappertutto uguale, in ora pomeridiana, è un’anticipazione della tenebra, la cena è ancora

lontana per chi non vive da pollo, in quell’intervallo morto un brivido sottilmente funesto passa. Un’altra cosa che dà disagio è l’eccesso di giorni festivi, oltre alle domeniche e ai canonici. In Italia li abbiamo ridotti e ancora mi paiono troppi, li farei sparire tutti, con le loro ignobili sequele di ponti e di diserzioni. Quando fu tolta di mezzo la Befana festiva ebbi un momento di lievitazione fino al lampadario. Purtroppo non durò che un paio d’anni: un cretino socialista per le scandalose pressioni del sindacato e della Chiesa, ci ributtò tra i piedi quella megera. Tuttavia, abitando in Ticino, è facile, alla pletora festiva il rimedio: se non hai voglia di cancellare quel giorno, un treno in mezz’ora ti riporta nel contumace vortice di una giornata lavorativa lombarda, sciogliendoti dal maleamato festivo elvetico…” Osservazioni caustiche, come sempre nello stile di Ceronetti, ma terribilmente vere e che in Ticino dovrebbero far pensare.

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Editoriale

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Responsabilità ed etica professionale

Gentili Signore, Egregi Signori, I grandi fallimenti di imperi economici degli ultimi tempi e l’avidità smisurata di certi capitani d’azienda hanno generato scompiglio ed insicurezza. Il comportamento di certi super dirigenti che tra onorari, stock options e altri benefici hanno depauperato colossali fortune mettendo sul lastrico aziende di successo, adottando politiche fallimentari, ha fatto riemergere il vecchio rapporto tra etica e affari. La perdita del senso di misura di certe persone che sono al vertice di multinazionali hanno avuto come conseguenza la perdita di fiducia da parte di buona parte della popolazione, che ha poca comprensione per i meccanismi dell’economia. Il pericolo sussiste che si torni quindi verso una maggiore voglia di legiferare a tutto campo, delegando allo Stato compiti che non sono i suoi. Con questo agire si compiono gli errori del passato, dove vi era una smisurata considerazione per il Pubblico e poca comprensione per la validità del sistema di economia di mercato. La crescita economica ci permette di risolvere molti problemi. Il necessario consolidamento delle assicurazioni sociali e il finanziamento dei molteplici compiti dello Stato, per esempio, sono sicuramente facilitati in presenza di una crescita economica. Sebbene la globalizzazione sia un elemento basilare della nostra prosperità, ecco che anch’essa ispira paure e timori.

Sembra che tutto divenga più complicato e difficile. Molte donne e uomini vogliono rincorrere il passato, sentendosi riconfermati in certi loro atteggiamenti, che sembrano loro più semplici e sicuri. Ma la nostra economia per prosperare ha bisogno di persone che hanno fiducia nelle nuove tecnologie, che osano il rischio e che non temono il nuovo. L’economia crea ricchezze ma questa stessa economia ha bisogno di un margine di libertà per sviluppare la propria creatività, la sua produttività e la sua competitività. Lo ripete molto bene il Presidente della Confederazione Kaspar Villiger nelle sue frequenti apparizioni in pubblico: “La libertà ha il suo prezzo: la responsabilità. Se ognuno di noi - uomo della strada, politico ed imprenditore - non si assume le proprie responsabilità ecco che l’economia nutrirà tutte le forze che cercano di legiferare sempre in modo maggiore e preciso, restringendo la libertà economica. La responsabilità è dunque il prezzo che deve essere pagato per la libertà. È evidente che non è tutto permesso quello che non è espressamente vietato.” Le virtù dell’economia di mercato vanno conservate e promosse, se vogliamo che la propensione ai consumi continui senza spezzare la curva degli investimenti, ambedue pilastri importanti della crescita economica. Non pregiudichiamo il nostro benessere, abbiamo fiducia nell’economia di mercato. Claudio Camponovo

Impressum Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 35, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Fax +41 91 600 20 74 [email protected] Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti, Corso Elvezia 16, CH-6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 [email protected] www.cciati.ch

Agenda • Giovedì 12 settembre, Giornata di studio “Gioventù ed economia”, Bellinzona • Venerdì 13 settembre, Assemblea Generale Ordinaria di economiesuisse, San Gallo • Venerdì 13 settembre, Inizia il biennio 2002/2004 Scuola per capi azienda nelle arti e mestieri IFCAM • Venerdì 17 settembre, a Varese , Convegno e assemblea della Conferenza permanente delle CCI italiane e svizzere delle zone di frontiera • Da venerdì 20 a domenica 22 settembre, 70emo dell’Associazione Svizzera Maestri Giardinieri Sezione Ticino, Bellinzona • Sabato 28 settembre, Giornata ticinese Expo.02, Bienne • Mercoledì 2 ottobre, ore 10.30 Conferenza stampa Ccia-Ti • Giovedì 3 ottobre, ore 14.00 Forum Ticino Logistica, Chiasso • Venerdì 4 ottobre, ore 16.30 presso l’Hôtel de la Paix Assemblea Generale Ordinaria Ccia-Ti • Martedì 8 ottobre, ore 16.30 Presentazione Watsystem al mondo bancario presso Ccia-Ti • Mercoledì 9 ottobre, dalle ore 20.15 alle ore 22.30 Conferenza ASSCOPROFI, presso Hôtel de la Paix “e se mi mettessi in proprio, idee e proposte per fare impresa con successo”

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LMEE: nell’interesse dei cittadini e dell’economia La Legge sul mercato dell’energia elettrica garantirà il servizio pubblico e l’approvvigionamento in elettricità a tutti i consumatori e in ogni regione del paese

di Stefano Modenini, responsabile economiesuisse Lugano - Federazione delle imprese svizzere

L’

economia svizzera spera evidentemente che il prossimo 22 settembre il popolo svizzero approvi la Legge federale sul mercato dell’energia elettrica (LMEE). Soprattutto le PMI potrebbero in futuro contare su tariffe dell’elettricità sensibilmente inferiori rispetto a quelle attuali, che vedono le nostre imprese penalizzate nella misura del 30 – 40% rispetto alle imprese concorrenti estere. Per una PMI il risparmio potrebbe facilmente tradursi in alcune decine di migliaia di franchi all’anno secondo i consumi. Come per le economie domestiche e le regioni periferiche, le imprese si augurano tuttavia che la LMEE venga approvata anche perché essa stabilisce la garanzia del servizio pubblico e dell’approvvigionamento in elettricità in ogni regione e senza discriminazione di prezzo. Gli avversari della LMEE a questo proposito ritengono che il servizio pubblico potrà facilmente essere garantito anche in futuro non aprendo il mercato elettrico, anzi continuando nell’attuale situazione di monopolio. A loro dire insomma il mercato elettrico elvetico non dovrà subire alcun cambiamento, a differenza di quanto sta già avvenendo in tutti gli altri paesi industrializzati. Sappiamo bene che non è così. Siamo inoltre pienamente convinti del fatto che è necessaria proprio una legge – la LMEE – per garantire il servizio pubblico a disposizione dei cittadini e delle aziende. Anche gli avversari finiscono per am-

mettere che una regolamentazione del mercato è necessaria, ma bocciare la LMEE il prossimo 22 settembre di fatto significa rinviare negli anni questa regolamentazione, mentre il mercato si sta ristrutturando senza pause. I grandi gruppi industriali non hanno bisogno della LMEE per garantirsi accordi tariffari vantaggiosi: questi accordi sono già stati sottoscritti o stanno per esserlo, indipendentemente dalla LMEE. Se ne deduce che questa legge è importante proprio per gli attori più deboli del mercato: le economie domestiche e le PMI, che costituiscono l’ossatura portante dell’economia svizzera. Abbiamo pertanto bisogno il più presto possibile di un ombrello legislativo che regoli l’apertura del mercato elettrico, che avverrà comunque, con o senza LMEE. Quest’ultima è proprio lo strumento adatto per fornire la protezione del servizio pubblico in ambito elettrico e per impedire, come è stato il caso ad esempio in California, che una liberalizzazione del mercato senza regole opportune crei grossi danni, dei quali farebbero soprattutto le spese le economie domestiche e le PMI. La battaglia degli avversari della LMEE è essenzialmente una battaglia ideologica: la LMEE viene utilizzata allo scopo di combattere per principio il fenomeno delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni. Anche noi riteniamo che i processi di liberalizzazione e di privatizzazione deb-

bano essere sostenuti quando essi vanno a vantaggio della popolazione, dell’economia e dell’ambiente. Proprio per questo è incomprensibile l’opposizione ad una legge che fa della regolamentazione dell’apertura del mercato e della garanzia del servizio pubblico un caposaldo. Altra questione dibattuta è quella dell’evoluzione dei prezzi dell’elettricità dopo la liberalizzazione. La LMEE permette di fatto la liberalizzazione della produzione e della commercializzazione dell’elettricità; la sua distribuzione resta un monopolio. Dato che i due terzi del prezzo dell’elettricità concernono la distribuzione e un terzo la produzione e la vendita, è evidente che la liberalizzazione avrà affetti inizialmente contenuti sul prezzo dell’elettricità per quanto concerne soprattutto le economie domestiche. Ma il discorso va differenziato a livello regionale, poiché in Svizzera le tariffe applicate sono molto differenti: se il Ticino ad esempio, sempre per quanto concerne le economie domestiche, si trova nella scala inferiore delle tariffe (circa 16 cts per chilowattora), in altre regioni le tariffe raggiungono un ammontare doppio. Le esperienze maturate in alcuni paesi dopo la liberalizzazione del mercato sono indicative: in tutti questi paesi le tariffe dell’elettricità sono diminuite, sia per le economie domestiche che per le imprese. Negli ultimi due anni in taluni paesi (Germania, Svezia), alcune di queste tariffe hanno invece subito degli aumenti, che però non sono addebitabili al

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processo di liberalizzazione del mercato. In Germania si è liberalizzato senza accordo sulle tariffe di transito e sono proprio queste ultime ad avere causato gli aumenti riscontrati, oltre al fatto che in questo paese sono state introdotte tasse ecologiche che hanno fatto aumentare il prezzo dell'elettricità.

In Svezia, un forte periodo di siccità, accompagnato dal progressivo abbandono del nucleare, ha generato una penuria di energia elettrica che ha temporaneamente fatto aumentare le tariffe applicate. Sulla base di questi esempi e di quello “classico” della California, dove la liberalizzazione del mercato è avvenuta in ma-

niera praticamente “selvaggia”, la Svizzera intende intraprendere un cammino più serio: quello di garantire il servizio pubblico anche in futuro in una condizione però di mercato regolamentato e liberalizzato. La LMEE è lo strumento attraverso il quale si intende perseguire questo scopo.

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Commercio estero

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Pubblicato il nuovo “Swiss Foreign Trade 2002/2003 - Facts & Figures” Questo opuscolo di 27 pagine, in inglese, pubblicato ogni anno dall’Osec, fornisce le cifre chiavi del commercio estero svizzero. Esso riporta in modo particolare gli scambi di beni tra la Svizzera e il resto del mondo, per categorie di merci, per paesi e blocchi economici. Esso fornisce anche alcuni rilevanti paragoni internazionali (quali il valore per abitante delle esportazioni, delle importazioni e degli investimenti) e gli indirizzi, nonché i links che rinviano ai principali attori del dispositivo elvetico di promozione economica esterna. Lo “Swiss Foreign Trade 2002/2003 - Facts & Figures” si rivolge ai dirigenti aziendali, alle associazioni, ai mass media, agli ambienti politici e amministrativi e ai singoli individui che desiderano documentarsi sul commercio internazionale della Svizzera. L’edizione 2002/2003 di questo opuscolo può essere consultata online all’indirizzo www.osec.ch/System/Zusatzinfos/FandF2 02002-03.pdf oppure può essere ordinata gratuitamente in versione cartacea presso il Segretariato dell’Osec. Accordi AELS di libero scambio seco – Gli accordi di libero scambio firmati dagli Stati dell’AELS con la Giordania e la Croazia e gli accordi bilaterali sul commercio di prodotti agricoli firmati bilateralmente tra la Svizzera e questi due paesi, entreranno definitivamente in vigore il 1° settembre 2002. Questi accordi sono stati applicati in via provvisoria dalla Svizzera e dai suoi due partner dal 1° gennaio 2002.

I testi originali degli accordi di libero scambio e dei loro protocolli e allegati possono essere consultati su Internet. Accordo di libero scambio AELS-Croazia: http://secretariat.efta.int/library/legal/fta/ croatia/ Accordo di libero scambio AELS-Giordania: http://secretariat.efta.int/library/legal/fta/jordan/ Anche l’accordo di libero scambio concluso tra l’AELS e Singapore può essere consultato online, all’indirizzo: http://secretariat.efta.int/library/legal/fta/singapore/ Novità GRE GRE – L’ufficio svizzero per la garanzia contro i rischi all’esportazione ha proceduto a nuove modifiche per quanto riguarda le banche: • La banca Raiffeisenbank Jugoslavija a.d. (Repubblica federale di Yugoslavia) è accettata per le garanzie di credito a corto termine • La Pamukbank T.A.S (Turchia) non è più accettata a causa del deterioramento del suo rating • La Malayan Banking Berhard (Malesia) è nuovamente accettata • La CITIC Industrial Bank, Beijing (Cina) è accettata come nuovo garante delcredere Per ulteriori informazioni sulla politica di copertura (banche) della GRE: w w w. s w i s s - e r g . c o m / p o l i t i k / f / banken.shtml. Vi sono inoltre modifiche di classificazione anche per quanto riguarda i seguenti paesi: • Belize 6 (prima 5) • Colombia 6 (prima 5) • Saint-Kitts-et-Nevis 5 (prima 4)

• Saint-Vincent-et-les Grenadines 5 (prima 4) • Uruguay 5 (prima 3) • Venezuela 5 (prima 4) • Kenya 7 (prima 6) Per ulteriori informazioni sulla politica di copertura (paesi) della GRE: www.swisserg.com/politik/f/index.shtml Decolla il commercio tra la Svizzera e la Cina dff – Il commercio tra la Svizzera e la Cina è triplicato in 10 anni. La Cina costituisce oggi il 12° partner commerciale della Svizzera. L’amministrazione federale delle dogane ha appena pubblicato su Internet un rapporto speciale sull’evoluzione degli scambi tra i due paesi, consultabile all’indirizzo www.zoll.admin.ch/f/aussenhandelf/ presse/Spezf.pdf (in francese). Cina: «A Guide to Investment in Hunan» Situata nella Cina meridionale, la provincia dello Hunan offre alle aziende e agli investitori esteri un contesto estremamente favorevole, come lo dimostra la guida per gli investitori appena pubblicata. Questa guida, corredata da un CD-Rom, può essere ordinata presso: Hunan Provincial Department of Foreign Trade and Economic Cooperation 80 Wuyi Road (e) Changsha, Hunan, 410001 Tel. 0086 731 228 34 93 / 228 44 42 Fax 0086 731 229 51 60 [email protected] Informatevi sulla situazione economica e sulle condizioni a favore degli investitori nella provincia dello Hunan all’indirizzo www.hninvest.gov.cn

Commercio estero L’Indonesia promette di migliorare il contesto offerto agli investitori L’Indonesia intende adottare una nuova legge sugli investimenti il cui scopo è migliorare le condizioni quadro per gli investitori stranieri. Questa nuova regolamentazione prevede di offrire l’uguaglianza di trattamento agli investitori, che siano nazionali o stranieri, e di limitare il numero dei settori il cui accesso è sbarrato o ristretto per gli investitori stranieri. Inoltre, l’autorità indonesiana in materia d’investimenti (BKPM) non funzionerà più come un organismo regolatore statale, ma come uno “sportello unico” (One-StopServer) che accoglie gli investitori secondo i criteri dell’economia di mercato. Per maggiori ragguagli vi invitiamo a consultare il sito www.bkpm.go.id Programma di promozione a disposizione degli investitori stranieri in Giappone Le aziende svizzere che intendono investire in Giappone possono contare su un appoggio logistico efficace tramite il programma IJIP « Invest in Japan Individual Program», che l’Ufficio giapponese del commercio estero (Japan External Trade Organization, JETRO) mette a disposizione. Per sapere come beneficiare del programma IJIP potete consultare la pagina web www.osec.ch/%7E0xc1878d1b_0x00031e ad/invest_in_ japan_individual_ program_ijip_ Il Giappone pubblica delle direttive applicabili al commercio elettronico Il Giappone ha appena pubblicato un promemoria online che informa sulle disposizioni legali relative al commercio elettronico. Questo strumento virtuale intitolato «Interpretative Guidelines on Electronic Commerce», spiega (in inglese) le transazioni online, la difesa dei consumatori e i problemi legati ai contratti di licenza e alla proprietà intellettuale. Il documento può essere scaricato dal sito Internet del Ministry of Economy, Trade and Industry all’indirizzo www.meti.go.jp/english/special/E-Commerce/e_main.html L’attualità legislativa degli Stati baltici All’indirizzo web www.sorainen.com/lu020506.german.doc è possibile consultare una nota informativa in tedesco (Legal Update

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Baltische Staaten – Wirtschaftsrecht) sull’attualità legislativa degli Stati baltici. Questo documento presenta infatti le ultime modifiche a livello legislativo decise in maggio e giugno 2002 nel settore del diritto economico in Estonia, Lettonia e Lituania. Sul sito della Swiss Baltic Chamber of Commerce all’indirizzo www.swissbalticchamber.com potete ottenere ulteriori informazioni sugli Stati baltici. La Jugoslavia annuncia una semplificazione della procedura d’iscrizione Da fine giugno le procedure d’iscrizione delle aziende straniere in Jugoslavia sono notevolmente semplificate. Il ministero serbo della scienza e delle tecnologie afferma che la costituzione di un’azienda non necessiterà più di un giorno o due; inoltre, le procedure e le regolamentazioni saranno semplificate a tal punto che le aziende potranno ormai sbrigare tutte le formalità via Internet. Infine, una nuova legge sulla costruzione prevede che il rilascio di autorizzazioni sarà centralizzato in un solo luogo e che i tempi necessari saranno ridotti in modo notevole. La Moldavia riduce i dazi doganali La Moldavia intende ridurre le tasse percepite sulle formalità doganali da 0,25% a 0,15% del valore delle merci. Il parlamento moldavo ha adottato in prima lettura una modifica in questo senso. Argentina: testo integrale della legislazione sulle importazioni e le esportazioni bns – L’Argentina ha promulgato il decreto 690/2002 per tentare nuovamente di riunire e rendere sistematica la complessa legislazione sugli scambi commerciali del paese. Secondo l’Ambasciata di Svizzera a Buenos Aires, il decreto non modifica in modo sostanziale i dazi doganali, introduce però alcune modifiche che varrebbe la pena conoscere, per sicurezza, prima di esportare in Argentina. Gli importatori locali ritengono che questo tentativo di raggruppare la legislazione sia positivo, anche se il decreto contiene alcune imprecisioni. Secondo la nuova nomenclatura, i dazi saranno finalmente conformi al Mercosur. Solo l’applicazione concreta e il tempo

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potranno dire se il decreto è efficace o meno. Il testo originale del decreto, in spagnolo, può essere consultato all’indirizzo: www.osec.ch/%7E0xc1878d1b_0x0001c1 1f/argentinien/customs_origin/argentinien_import-/exportgesetzgebung_mai_2002_ L’Argentina ammette i medicamenti in franchigia doganale L’Argentina ha soppresso i dazi d’entrata ed altre tasse su un certo numero di medicamenti. La lista dei prodotti interessati da questa misura può essere consultata all’indirizzo http://infoleg.mecon.gov.ar/scripts1/busquedas/norma.asp?num=75236. Con questa decisione, Buenos Aires si augura di riassorbire i problemi legati alla svalutazione del peso per quanto riguarda l’approvvigionamento nel settore sanitario. Si rileva tuttavia che il consumo di prodotti farmaceutici è crollato nel corso del primo semestre 2002 (-65% rispetto al primo semestre 2001). Il livello delle vendite ha potuto essere mantenuto solo per i tranquillanti e gli antidepressivi (rispettivamente -3% e -4%). Per maggiori ragguagli vi invitiamo a consultare il sito web del Ministero argentino della sanità www.msal.gov.ar. Il Cile firma un accordo d’associazione con l’UE L’accordo d’associazione firmato tra il Cile e l’UE avrà i suoi effetti a partire dal 2003. Questo testo prevede che i dazi doganali applicati nelle relazioni bilaterali saranno ridotti gradualmente e che entro dieci anni il Cile potrà esportare verso l’UE in esenzione dazi.

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Opuscolo Diplomi svizzeri nell’UE / Diplomi dell’UE in Svizzera Gli accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE sono entrati in vigore il 1° giugno 2002. L’accordo sulla libera circolazione delle persone consente ai cittadini comunitari e ai cittadini svizzeri l’accesso al mercato del lavoro e dei servizi nei rispettivi paesi. Con l’estensione di questa regola ai paesi dell’AELS, la libera circolazione delle persone è possibile anche tra la Svizzera e l’Islanda, la Norvegia e il Liechtenstein. Per trarre profitto da queste nuove libertà all’interno dell’Europa, bisogna garantire il mutuo riconoscimento dei diplomi e dei certificati. L’opuscolo edito dall’Ufficio dell’integrazione tratta queste questioni in modo chiaro e preciso. Esso può essere ordinato via Internet presso l’Ufficio dell’integrazione all’indirizzo: www.europa.admin.ch/pub/best/i/ oppure consultato online sempre allo stesso indirizzo web. Terzo rapporto sulla lotta contro la frode nell’UE per il 2001 Il 2 luglio 2002 la Commissione ha adottato la sua terza relazione annuale sulla tutela degli interessi finanziari comunitari e sulla lotta contro la frode per il 2001. Questa relazione mette in evidenza i notevoli progressi segnati durante lo scorso anno, grazie all’adozione di nuovi provvedimenti per combattere incisivamente la frode, a livello degli Stati membri non meno che dell’Unione. L’impegno prioritario si è concentrato sul miglioramento del quadro giuridico per tutelare efficacemente gli interessi finanziari dell’Unione, sviluppando meccanismi più efficienti di cooperazione con gli Stati membri e tra loro, nonché

Speciale Unione europea

continuando a perfezionare l’organizzazione interna dell’Ufficio indipendente dell’Unione per la lotta contro la frode (OLAF). La relazione segnala una diminuzione del numero di casi di irregolarità comunicati dagli Stati membri nel corso del 2001 e un calo ancora maggiore degli importi complessivi frodati, ma resta prudente con riferimento alle ragioni di questa flessione. La relazione annuale 2001 sulla tutela degli interessi finanziari della Comunità e sulla lotta contro la frode è disponibile su Internet all’indirizzo: http://europa.eu.int/comm/anti_fraud/reports/commission/2001/rep%20_comm_ 2001_en.pdf Nuove norme tecniche per giocattoli, compatibilità elettromagnetica, apparecchiature radio e di telecomunicazione, dispositivi di protezione individuale Sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee sono state recentemente pubblicate delle norme tecniche armonizzate nell’ambito di alcune direttive comunitarie sulla sicurezza dei prodotti. Il rispetto delle norme armonizzate non è obbligatorio da parte del produttore, ciò nonostante i prodotti conformi a tali norme beneficiano di una presunzione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalle diverse direttive: • Sulla GU C 188 del 08.08.02 è stato pubblicato il nuovo elenco – che sostituisce i precedenti – di norme armonizzate ai sensi della direttiva 88/378/CEE sulla sicurezza dei giocattoli. • Sulla GU C 190 del 10.08.02 è stato

pubblicato il nuovo elenco – che completa le liste precedentemente pubblicate – di norme armonizzate nell’ambito d’applicazione della direttiva comunitaria 89/336/CEE sulla compatibilità elettromagnetica • Ancora sulla GU C 190 del 10.08.02 è stato pubblico il nuovo elenco – che sostituisce i precedenti – delle norme armonizzate per quanto concerne l’applicazione della direttiva 1999/5/CE riguardante le apparecchiature radio e le apparecchiature terminali di telecomunicazione e il reciproco riconoscimento della loro conformità. • Infine, sempre sulla GU C 190 del 10.08.02 è stato pubblicato anche un elenco – a complemento dei precedenti – delle nuove norme armonizzate relative ai dispositivi di protezione individuale (direttiva 89/686/CEE e modifiche). Questi elenchi possono essere ordinati, contro pagamento, presso il nostro segretariato. Guida per aziende in difficoltà finanziarie Sul sito della DG Impresa è disponibile una guida delle buone pratiche destinate ad aiutare le aziende a sormontare le difficoltà finanziarie. Questa guida che enuncia le raccomandazioni di esperti in materia di ristrutturazione, di fallimento e di ripresa delle attività delle aziende, nonché le linee direttrici volte a garantire l’efficacia dei sistemi d’insolvibilità e i diritti dei creditori, è il frutto di un seminario di maggio 2001 sul fallimento delle aziende, organizzato dalla Commis-

Speciale Unione europea sione in collaborazione con il ministero olandese degli affari economici. Destinato a sensibilizzare tutta l’Europa alle buone pratiche in questi settori, esso comporta degli studi di casi relativi a questioni d’ordine giuridico e i regimi d’aiuto. La guida volta ad “Aiutare le aziende a sormontare le difficoltà finanziarie” è attualmente disponibile solo in inglese (essa verrà in seguito tradotta nelle altre lingue della Comunità. La guida può essere consultata online all’indirizzo http://europa.eu.int/comm/enterprise/entrepreneurship/support_measures/failure_bankruptcy/helping-businesses-overcome2002_en.pdf Sicurezza sul lavoro: adottata una direttiva per i rischi derivanti da vibrazioni meccaniche Sulla GU CE L 177 del 6.7.2002 è stata pubblicata la direttiva 2002/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che fissa le prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (vibrazioni meccaniche). La direttiva (che è la sedicesima direttiva particolare adottata a norma della direttiva quadro 89/391/CEE) dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 6 luglio 2005. Il testo della direttiva può essere ordinato, contro pagamento, presso il nostro segretariato. Nuove norme di commercializzazione dell’olio d’oliva Le nuove regole europee sulla commercializzazione dell’olio d’oliva saranno efficaci dal 1º novembre 2002. E le disposizioni relative alle informazioni sulle categorie di olio, alle indicazioni facoltative e all’etichettatura dei prodotti contenenti olio d’oliva si applicheranno solo a decorrere dal 1º novembre 2003. La proroga della normativa già in vigore (il regolamento n. 2815/98) è stata concessa per evitare difficoltà agli operatori del settore, che dal 21 giugno 2002 avrebbero dovuto adeguarsi al regolamento n. 1019/2002 (GU L 155/02). Le nuove disposizioni efficaci dal 1º novembre 2002 non si applicheranno ai prodotti legalmente fabbricati ed etichettati o importati nella Comunità anteriormente al 1º agosto 2002. Il regolamento n. 1019/2002 detta fra l’altro le regole per l’imballaggio e l’etichettatura degli oli d’oliva e di sansa d’oliva venduti al dettaglio (vale a dire venduti al con-

sumatore finale direttamente o come ingredienti di altri prodotti alimentari). Per quanto concerne la vendita diretta, è innanzitutto stabilito che gli oli debbano essere confezionati in imballaggi di dimensioni ridotte (non superiori a cinque litri) e provvisti di un sistema di chiusura adeguato, in grado di preservarne le caratteristiche organolettiche. Inoltre sono definite tutte le informazioni che devono essere riportate in etichetta: dalla categoria dell’olio all’origine, dalle proprietà alle tecniche di lavorazione. In particolare, sulla confezione dovrà risultare - oltre alla denominazione di vendita l’indicazione in caratteri chiari e indelebili circa la categoria di olio (extra vergine, vergine, d’oliva, di sansa); ad esempio, la denominazione “olio extra vergine” sarà accompagnata dalla dicitura “olio d’oliva di categoria superiore ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici”. La designazione dell’origine resta facoltativa e potrà figurare solo per l’olio extra vergine e vergine. Come previsto dall’attuale normativa, la designazione fa riferimento al luogo di frangitura a livello di Stato membro o Comunità europea o paese terzo. La designazione dell’origine a livello regionale è possibile solo per i prodotti che beneficiano di una DOP o IGP a norma del Regolamento n. 2081/92. Se il luogo di raccolta delle olive è diverso da quello di spremitura è disposto che tale indicazione sia riportata sugli imballaggi o sulle relative etichette, per evitare di indurre in errore il consumatore. Invece, nell’ipotesi in cui il prodotto finito risulti da un taglio contenente una piccola percentuale (inferiore al 25%) di olio d’oliva di zone diverse, potrà essere riportata in etichetta l’origine prevalente, seguita dall’indicazione della percentuale che proviene dall’origine prevalente: “Selezione di oli di oliva (extra) vergini di cui una percentuale superiore al (75%) proviene da.....”. Infine sono state regolamentate le altre diciture facoltative (“prima spremitura a freddo”, “estratto a freddo”) nonché per l’indicazione dell’acidità e delle caratteristiche organolettiche. Quanto ai prodotti alimentari contenenti olio d’oliva, sono stabilite regole specifiche volte ad evitare abusi ai danni dei consumatori: nel caso si tratti di miscele di oli vari contenenti olio d’oliva e in etichetta sia indicata al di fuori della lista degli ingredienti la presenza di olio d’oliva, la deno-

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minazione di vendita del prodotto dovrà essere la seguente: “Miscela di oli vegetali (o nomi specifici degli oli) e di olio d’oliva”, seguita dall’indicazione della percentuale di olio d’oliva. La presenza di olio d’oliva potrà essere indicata in etichetta mediante immagini o simboli grafici esclusivamente se la percentuale di olio d’oliva è superiore al 50%; per gli altri prodotti alimentari nei quali la presenza di olio d’oliva venga indicata in etichetta mediante termini, immagini o simboli vari, è previsto l’obbligo di riportare l’indicazione della percentuale di olio d’oliva rispetto al peso netto totale del prodotto o delle materie grasse. La parte finale del nuovo regolamento è riservata alla disciplina dei controlli e delle sanzioni da applicare in caso di violazione delle norme. Il testo del regolamento 1019/2002 è in vendita presso il nostro Segretariato. Direttiva sugli integratori alimentari Sulla GU CE L 183 del 12.7.2002 è stata pubblicata la direttiva 2002/46/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 10 giugno 2002, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli integratori alimentari. La direttiva fissa le condizioni per la commercializzazione nella Comunità degli integratori commercializzati come prodotti alimentari e forniti preconfezionati al consumatore, elencando le sostanze ammesse per la fabbricazione e fissando alcune regole specifiche per l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità di tali prodotti. Gli Stati membri devono adottare le disposizioni di recepimento della direttiva entro il 31 luglio 2003, in modo da autorizzare il commercio di prodotti conformi alla direttiva a partire al più tardi dal 1° agosto 2003. Il divieto al commercio dei prodotti non conformi scatterà invece solo a partire dal 1° agosto 2005. Il testo della direttiva può essere ordinato, contro pagamento, presso il nostro Segretariato. Euro Info Centro Svizzera Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 37 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] www.osec.ch

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Attualità

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Giornata nazionale delle ragazze 14 novembre 2002 Un’iniziativa nazionale per meglio informare le giovani sulle diverse professioni

alla scelta professionale. Chi affronta la fase della scelta d’indirizzo professionale con una buona dose di autostima e con l’appoggio dei propri genitori, sarà maggiormente disponibile nei confronti della varietà delle professioni offerte.

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l progetto nazionale per i posti di apprendistato 16+ della Conferenza svizzera delle delegate alla parità lancia una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale denominata la “giornata delle ragazze” che si svolgerà il prossimo 14 novembre. La Giornata si è ispirata alla campagna americana “Take our daughters to work day” (www.takeourdaughterstowork.org). In occasione della Giornata delle ragazze, padri e madri invitano le figlie ad accompagnarli sul lavoro: mostrano loro come si svolge una giornata lavorativa, le coinvolgono nel lavoro e le mettono in contatto con colleghe e colleghi, con le/i quali possono intrattenersi e discutere in maniera informale. In questa atmosfera distesa le giovani hanno la possibilità di esprimere la propria curiosità e di porre domande. Grazie alla presenza di persone di riferimento, sperimentano un primo contatto col mondo (ancora) sconosciuto del lavoro.

Perché una Giornata destinata esclusivamente alle ragazze? Tra le ragazze che seguono un apprendistato, tre su quattro si orientano verso un’occupazione d’ufficio o di vendita, un’attività nel settore alberghiero o nella ristorazione o ancora una professione legata all’estetica e alle cure del corpo. Non si vuole certo contestare tali scelte! Va comunque detto che molte giovani ignorano per lo più l’esistenza di attività alternative appassionanti. E’ pertanto ipotizzabile che le giovani sarebbero attratte da queste attività alternative, se avessero l’occasione di scoprirle. Qual è l’obiettivo di questa Giornata? La possibilità di trascorrere una giornata con la madre o il padre, restando al centro dell’attenzione, costituisce un’esperienza stimolante che rafforza nelle giovani la fiducia nelle proprie potenzialità. La giornata stimola inoltre la discussione e il chiarimento tra genitori e figlie riguardo

Ruolo delle aziende La collaborazione delle aziende contribuisce in modo essenziale al successo della Giornata. Alle aziende si chiede di incoraggiare collaboratrici e collaboratori, affinché condividano con le giovani una giornata lavorativa e forniscano loro supporto per realizzare al meglio questa esperienza. Da parte nostra mettiamo a disposizione suggerimenti, indicazioni e informazioni per facilitare l’organizzazione della giornata. Prevediamo inoltre di pubblicare su Internet i nominativi delle aziende le cui collaboratrici e collaboratori parteciperanno alla giornata delle ragazze. La documentazione completa può essere consultata all’indirizzo www.giornata-delle-ragazze.ch oppure ordinata presso la Consulente per la condizione femminile residenza governativa 6501 Bellinzona Tel. 091 814 43 08/09 Fax 091 814 44 15 [email protected] 16+ Progetto per i posti di tirocinio della Conferenza svizzera delle delegate alla parità Wilhelmstrasse 6, 8005 Zurigo Tel. 01/271 44 90, Fax 01/271 44 91 [email protected], www.16plus.ch

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Attualità

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Forum Ticino Logistica

Comune di Chiasso di Alessia Romano

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ell’ultimo ventennio la logistica, che è una fase del processo di produzione industriale, ha assunto un ruolo sempre più rilevante diventando un vero e proprio sistema integrato. L’evoluzione del ruolo della logistica è da imputarsi essenzialmente alla modifica della domanda dei prodotti e di conseguenza a quella dell’offerta. Per rispondere infatti ad una domanda sempre più diversificata, il modello rigido di produzione di massa si trasforma in un modello che valorizza la reattività rispetto ai cambiamenti ambientali, di gusti, di innovazione, ecc.. L’industria punta oggi verso una produzione flessibile adottando sempre più il modello del just-in-time. Si modifica quindi l’organizzazione industriale: vengono configurate estese reti in cui occorre un sistema efficiente capace di collegare le diverse unità produttive specializzate collocate in luoghi differenti. La logistica assume dunque un ruolo estremamente rilevante perché si trova a dover dare risposte all’interno di un pro-

cesso fortemente dinamico. Nella sua più moderna e corrente definizione, la logistica riguarda la pianificazione, la realizzazione e il controllo delle attività che concernono i flussi fisici dei materiali e i relativi flussi informativi, dal punto di approvvigionamento a quello di utilizzazione o consumo. La logistica svolge quindi la funzione di approvvigionamento di semilavorati tra unità produttive e di trasporto dei beni finiti ai mercati di destinazione facendosi carico della molteplicità di servizi di cui la merce necessita: magazzinaggio, imballaggio, lavorazioni intermedie e finali. La logistica rappresenta per le aziende un costo rilevante, che tende ad aumentare al crescere della complessità del processo di produzione e delle distanze tra le unità produttive e tra queste e i mercati finali. In considerazione del fatto che i costi relativi alla logistica sono dei costi flessibili, che possono essere cioè contenuti mantenendo un buon servizio, rappresentano l’elemento su cui l’impresa può aumenta-

FORUM TICINO LOGISTICA Venerdì 03 ottobre 2002, ore 14.00 ore 14.00 ore 14.15 ore 14.30

ore 15.20

re la propria competitività per offrire prodotti e servizi vantaggiosi in termini di qualità/prezzo. Venerdì 03 ottobre 2002 si terrà, presso il Cinema Teatro a Chiasso, il primo Forum ticinese sul tema della logistica. Il convegno, organizzato dal Dipartimento delle finanze e dell’economia, dal Comune di Chiasso e con la collaborazione dell’Associazione Spedizionieri Chiasso, avrà una durata di mezza giornata e si propone come obiettivo quello di valutare la competitività del Ticino come piazza di servizi logistici. Nel corso della manifestazione verranno presentati i risultati di ricerche su domanda e offerta dei servizi logistici in Ticino, inoltre saranno presentati gli scenari di sviluppo della logistica da molteplici punti di vista. In definitiva il Forum Ticino Logistica si propone di attuare un confronto con gli operatori del settore, gli imprenditori e le associazioni di categoria per definire una progettualità, un indirizzo per lo sviluppo della logistica in Ticino.

ore 16.40 Tavola rotonda Claudio Camponovo, direttore Ccia-Ti Arnoldo Coduri, direttore della Divisione dell’econopresso Cinema Teatro, Chiasso mia del DFE Sandro Lombardi, direttore AITI Apertura del convegno Silvio Zürcher, presidente Associazione Spedizionieri Claudio Moro, sindaco della città di Chiasso Chiasso Ticino e logistica Valerio De Giorgi, moderatore e direttore di Ticino MaMarina Masoni, consigliera di Stato direttrice del DFE nagement Ricerche su domanda e offerta dei servizi Alberto Pattono, capo redattore di Ticino Managelogistici in Ticino ment Bruno Marchi, consulente e ricercatore marketing ore 17.40 Dibattito con il pubblico Scenari di sviluppo ore 18.00 Conclusione Rico Maggi, professore e direttore IRE ore 18.15 Aperitivo Fabio Frigo-Mosca, direttore del DEM SUPSI Davide Gai, presidente di Ticino Informatica Per maggiori informazioni potete consultare il sito web: www.ti.ch/ticino-logistica Stefano Wagner, ing. e pianificatore NDS-ETHZ

Attualità

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La giornata dell’energia della Svizzera italiana

di Antonella La Rocca

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ercoledì 18 settembre 2002, in occasione della Giornata dell’energia, si terrà una conferenza che avrà luogo dalle ore 8.45 alle ore 17.00 nella Sala Polivalente dell’Università della Svizzera Italiana (Centro Civico, Via G. Buffi 13) a Lugano. La giornata dell’energia intende presentare una panoramica completa di SvizzeraEnergia, dei quattro settori che la compongono e dei partner che vi collaborano. Lo scopo è quello di convincere un numero sempre più grande di persone a collaborare con SvizzeraEnergia, cogliendo interessanti opportunità professionali e di carattere generale. La giornata viene organizzata grazie al finanziamento dell’Ufficio federale dell’energia e con la collaborazione del Dipartimento del territorio del Canton Ticino e del progetto VEL2. Il programma previsto per la Giornata è suddiviso nel modo seguente: Introduzione: • La Svizzera italiana e SvizzeraEnergia • Il programma federale SvizzeraEnergia a due anni dall’avvio Conferenze Settore edifici / enti pubblici: • Il ruolo dei comuni nell’ambito di SvizzeraEnergia • I Cantoni e SvizzeraEnergia • MINERGIE@: chances per l’Economia e per la politica energetica • Contracting: un modo nuovo di considerare l’energia

Conferenze Settore Energie rinnovabili: • L’agenzia per le energie rinnovabiliAEE • L’energia solare • L’energia del legno • L’energia geotermica: il calore del sottosuolo • Le piccole centrali idrauliche (PCI) Conferenze Settore Mobilità: • SvizzeraEnergia e la mobilità • Il progetto VEL2: nuova mobilità per il Ticino • Eco-Drive@: guida efficiente e sicura • L’esempio di Burgdorf: mobilità ottimale e qualità di vita Conferenza Settore Economia: • Accordi sulla base della legge sul C02 e mandato all’AenEc

• Le attività del gruppo Industrie SvizzeraEnergia (GISET) dell’AenEc in Ticino • Etichette energetiche: informazioni e trasparenza per i consumatori I relatori della conferenza saranno diversi rappresentanti dell’Ufficio federale dell’energia e responsabili dei vari Settori e progetti. La giornata è dedicata a tutte le persone che, professionalmente e per interesse, sono toccate dal tema energia (rappr. comuni, tecnici, progettisti, quadri del settore artigianale e industriale, politici, media). Per ulteriori informazioni rivolgersi al Centro di Coordinamento del programma SvizzeraEnergia per la Svizzera di Lingua italiana, 6670 Avegno Tel. 091 796 36 08, Fax 091 796 36 04, [email protected]

Nuovi Soci Ccia-Ti Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a:

• EVER GREEN PARK, Origlio • Ambassadeur Champagne Pommery, Lopagno • B.T. GEN SA, San José, succursale di Lugano

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Vita dei soci

Ticino Business

Appunti di una piacevole serata di giugno Giancarla Mursia: un’imprenditrice vivace e moderna

GRUPPO TICINO donne PMI Svizzera Frauen KMU Schweiz Femmes PME Suisse di Cécile Chiodini e Patrizia Villa Giancarla Mursia

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a conferenza tenutasi nel mese di giugno ha visto quale invitata d’onore la signora Giancarla Mursia, dirigente della omonima Casa Editrice di Milano. La serata, organizzata presso il Franklin College di Sorengo, è iniziata con il saluto di Demetrio Ferrari, vicepresidente della Ccia-Ti, che ha sottolineato come i bilaterali saranno una sfida per gli imprenditori ticinesi, a loro il compito di vincerla. È seguita la presentazione della Dott.ssa Orietta Aquilanti Pelagalli, Trade Marketing Manager della ditta patrocinante della serata: la Merloni International Business. La moderatrice dell’incontro è stata la presidente del Gruppo Donne PMI Ticino Marie Jeanne Bosia.

I presenti, grazie all’esposto della Dott.ssa Aquilanti Pelagalli hanno potuto scoprire una ditta giovane e dinamica che in pochi anni è riuscita a svilupparsi brillantemente sia all’estero che nel nostro cantone. Ma veniamo al piatto forte della serata, la relazione della signora Giancarla Mursia. Il suo intervento si è articolato attorno a due punti principali. Il primo verteva sulla posizione della donna nell’economia e nella vita pubblica. Giancarla Mursia si è avvalsa della sua pluerinnale esperienza di donna manager per affrontare temi quali la donna e il lavoro, le capacità della donna nel mondo del lavoro e l’importanza della complementarietà nei ruoli familiari. Un ricco ventaglio di temi che, amplificati dalla quotidianità, le insegnano ad af-

fermare che “la dicotomia tra quello che può fare l’uomo e quello che può fare la donna esiste perché la creiamo”. Cosa aggiungere? Il secondo punto su cui l’imprenditrice milanese si è soffermata è il settore in cui opera: il mercato dell’editoria italiano. Un settore in crisi, perché la gente legge di meno e gli editori devono adeguarsi alle leggi di mercato, a volte anche a scapito della qualità. Da non dimenticare, infine, l’avvento di Internet e di testi in formato elettronico reperibili facilmente e a buon mercato, una concorrenza per gli editori, ma non sufficientemente pericolosa per affossare il tradizionale, cartaceo libro. La serata ha visto un pubblico entusiasta, ed è stata allietata da uno squisito aperitivo offerto dalla Merloni International Business.

Dopo la pausa estiva il Gruppo Donne PMI Ticino riprenderà a pieno regime le sue attività, questi i principali appuntamenti: martedì 8 ottobre 2002 “L’importanza delle relazioni pubbliche per le PMI”, Gabriela Cotti Musio, Presidente della Società Ticinese di Relazioni Pubbliche martedì 19 novembre 2002 “La legge sull’esecuzione e sul fallimento”, Raffaella Sartorelli, Avvocato e Assistente del Direttore della Ccia-Ti giovedì 16 gennaio 2003 “Agopuntura: leggenda metropolitana o medicina reale”, Bruna Macario, Fisioterapista ed esperta di agopuntura. Invitiamo tutte le interessate a contattare: Sig.ra Cécile Chiodini Polloni, Tel. 091 911 51 18, [email protected].

Vita dei soci

Ticino Business

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VISANA si presenta

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a Visana è un’assicurazione malattia con un giro d’affari di 1,9 miliardi di franchi, 1’600 collaboratrici e collaboratori, oltre 300 agenzie e centri delle prestazioni. In Ticino contiamo: • una direzione regionale, con un centro delle prestazioni per il Ticino, a Lugano; • un’agenzia principale per clienti privati a Bellinzona; • quattro agenzie secondarie: due a Locarno, una a Biasca e una a Mendrisio. La Direzione regionale per il Ticino conta 36 collaboratori e un consulente aziendale, ed è “capitanata” dal signor Marc B. Bodmer. Oggi, sia le piccole e medie imprese ed industrie che le grandi imprese e le associazioni professionali, vogliono, in materia di assicurazione collettiva, delle soluzioni su misura adattate al loro bisogno per garantire agli impiegati una protezione adeguata in caso di perdita di guadagno malattia e infortuni e una copertura spese di cura. Ancora troppe assicurazioni non tengono conto di queste individualizzazioni dei bisogni delle imprese. Questo sistema non ha più nessun avvenire! Il mercato di domani dell’assicurazione collettiva per imprese esige, da parte degli assicuratori, la volontà di adattarsi a ognuno e offrire un servizio impeccabile:

• specializzazione in materia d’assicurazione e di coordinazione con altri regimi di protezione sociale; • chiarezza e disponibilità nei confronti dei clienti; • efficienza nelle procedure legate alle prestazioni; • competenza generale e specifica dei collaboratori; • infrastrutture informatiche moderne e adattate alle esigenze del mondo degli affari; • utilizzazione sistematica dei mezzi elettronici. Alla fine del 2001 la Visana ha ottenuto la certificazione secondo le norme ISO 9001:2000, è dunque il primo grande assicuratore malattia e infortuni che ottiene questo certificato. Lo stesso servirà a rinforzare le nostre promesse di un servizio efficace rispondendo, nel medesimo tempo, ai bisogni attuali e futuri dei clienti. In effetti la certificazione include il miglioramento continuo e sarà la locomotiva di un’evoluzione costante della qualità dei servizi nell’interesse dei clienti. I nostri clienti e partner, beneficiano direttamente del continuo miglioramento della qualità: • la valutazione sistematica di tutti i reclami e di tutte le contestazioni permette di individuare meglio il potenziale che esiste per i miglioramenti;

• la sensibilizzazione delle nostre collaboratrici e dei nostri collaboratori per l’orientamento ai clienti ed il significato della qualità di servizio, offre una garanzia per l’affidabilità; • una persona di fiducia competente si tiene sempre a disposizione delle imprese. La Visana attribuisce grande importanza ad un’informazione completa destinata ai suoi clienti. All’indirizzo www.visana.ch troverete un dossier dettagliato sulla certificazione secondo la norma ISO. Le reazioni da parte dei nostri clienti e partner ci interessano. Con questo primo passo in direzione di uno standard di qualità valido per il nostro settore d’attività confermiamo la nostra promessa di garantire in ogni momento un servizio efficiente e corrispondente alle esigenze attuali e future dei nostri clienti, ma non intendiamo fermarci. A lungo termine la Visana vuole ottenere una valutazione secondo i criteri del modello europeo EFQM. La realizzazione delle norme ISO è una buona base per arrivarci! All’inizio dell’anno 2002 la Visana ha rinforzato il suo servizio esterno per le imprese con dei consulenti aziendali specializzati in materia di assicurazioni collettive. Il nostro signor Roberto Giorgi assicura consulenza e servizio in tutto il Ticino.

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Vita dei soci

Ticino Business

Roberto Giorgi, consulente aziendale

Inoltre i consulenti beneficiano di un solido appoggio da parte della sede centrale.

E’ a questo livello che troviamo anche i responsabili per le grandi imprese (KEY Account Managers), persone che sono in grado di proporre dei servizi particolari rispondendo alle esigenze delle grandi società come Swisscom, Adecco, IBM, Swiss Re o ancora F. Hoffmann-La Roche. La Visana è il solo grande assicuratore malattia e infortuni che, fra gli assicuratori complementari ha chiuso l’anno 2001 con un utile e fra gli assicuratori LAMal con un risultato bilanciato. La situazione finanziaria sana ci permette di affrontare l’avvenire con serenità. La solidità finanziaria e la ricerca costan-

te di migliorare la qualità fanno della Visana un partner degno di fiducia. Per queste ragioni molte imprese si affidano alla Visana. Esse apprezzano, da una parte, l’attenzione data alla ricerca di soluzioni individualizzate nell’assicurazione malattia indennità giornaliera e nell’assicurazione infortuni (LAINF e complemento LAINF) e dall’altra parte un rapporto qualità prezzo conveniente. Visana Services SA Via Maderno 6 6900 Lugano Tel. 091 913 36 36

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

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Schede IFCAM

Una pubblicazione della Ccia-Ti per gli imprenditori ticinesi

di Antonella La Rocca

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a scheda IFCAM di luglio n. 9106 informa sull’attività del Gruppo di lavoro USAM “Energia e ambiente”. Esso dedica la sua attenzione al futuro dell’energia nucleare e alla liberalizzazione del mercato dell’elettricità: • Raccomanda l’armonizzazione delle prescrizioni cantonali nei settori dell’energia e dell’ambiente, al fine di accrescere la trasparenza e di ridurre i costi risultanti dall’applicazione della legge. • Sostiene l’approvvigionamento energetico razionale diversificato. • Approva gli obiettivi previsti dalla legge sul CO2 entrata in vigore il 1. maggio 2000, che tende a ridurre entro il 2010 le emissioni di anidride carbonica derivanti dall’utilizzazione di combustibili fossili del 10% rispetto al livello del 1990. • Sostiene l“Agenzia dell’energia per l’economia” che ha come scopo di promuovere un’utilizzazione razionale dell’energia e raggiungere attraverso misure volontarie gli obiettivi della legge sulla riduzione delle emissioni di CO2 e della legge sull’energia. • Sostiene la liberalizzazione del mercato dell’elettricità e di quello del gas. • Sostiene la politica del Consiglio federale secondo cui si rinuncia ad una limitazione della durata dell’utilizzo delle centrali nucleari. Secondo il Gruppo di lavoro “Energia e ambiente” l’USAM dovrebbe procedere ad un’ampia attività di informazione e di comunicazione in modo da responsabi-

lizzare i membri affiliati sui problemi legati all’energia e all’ambiente. La scheda IFCAM di luglio n. 214 intitolata “Motivare i collaboratori” spiega appunto come sia possibile motivare i propri collaboratori. La scheda riprende due teorie: • La “teoria dei due fattori” di Frederick Herzberg, secondo cui esistono due tipi di fattori che influiscono sulla motivazione delle persone (fattori igienici e motivanti). • La teoria di Maslow si incentra sulla soddisfazione dei bisogni umani, che vengono suddivisi in cinque categorie: bisogni fisiologici; bisogno di sicurezza; bisogno di appartenenza; bisogno di affermazione; bisogno di autorealizzazione. Questa scheda fornisce inoltre dei consigli utili su come creare un ambiente di lavoro motivante, basandosi sulla teoria delle “Cinque I”:  Involvement: comunicare ai collaboratori cosa ci si aspetta da loro  Increased visibility: dare il giusto peso al lavoro altrui  Interesting work: rendere il lavoro flessibile ed interessante  Information: garantire uno scambio costante di informazioni tra la direzione e i collaboratori  Incentives: gratificare il lavoro svolto La scheda affronta pure il problema dell’assenteismo, un indicatore fondamen-

tale per la misura della motivazione, proponendo in conclusione nove regole d’oro per un team vincente. Rammentiamo agli interessati che l’abbonamento alle Schede IFCAM può essere sottoscritto in ogni momento, con la possibilità di ricevere tutte le schede riferite all’anno in corso (CHF 190.—). Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci: Rinaldo Gobbi, lic.oec.HSG Tel. 091 911 51 19 [email protected] Raffaella Sartorelli, avvocato Tel. 091 911 51 15 [email protected].

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Formazione

Ticino Business

Settembre: iniziano i nuovi corsi

A

settembre riprendono, dopo la pausa estiva, le proposte formative organizzate dalla Ccia-Ti.

Il 5 settembre inizia il Corso preparatorio 2002-2003 per l’esame federale di economista aziendale diplomato e il 13 settembre prende avvio il biennio 2002-2004 della Scuola per capi-azienda nelle arti e mestieri. I corsi di informatica anche quest’anno offrono una ricca scelta, quelli previ-

sti a settembre sono: Word 2000 liv.1 (17 settembre) liv.2 (25 settembre) PowerPoint 2000 liv.1 (18 settembre) liv.2 (30 settembre) Outlook 2000 liv.1 (20 settembre) liv.2 (27 settembre) Access 2000 liv.1 (23 settembre)

Altri corsi di informatica sono in programma nei mesi di ottobre e novembre. Segnaliamo inoltre due importanti proposte che si realizzeranno nei prossimi mesi: a ottobre, nei giorni 9, 16 e 23, si svolgerà il Corso di operazioni documentarie e a novembre, nei giorni 6, 13, 20, 27 e 4 dicembre il Corso di diritto del lavoro. I giorni in cui avrete la possibilità di testare il vostro inglese con il TOEIC saranno: il 18 ottobre, il 15 novembre e il 20 dicembre.

Ramo della vendita

Istituita la Commissione paritetica cantonale Dopo avere sottoscritto e messo in vigore il contratto collettivo di lavoro per il personale di vendita, la Federcommecio e i sindacati firmatari (OCST, SIC Ticino, SIT, SYNA) hanno istituito una Commissione paritetica cantonale, avviandone nel contempo l’attività. Questo organismo, che nasce dalla volontà di dialogo e di collaborazione delle parti sociali, è in particolare incaricato di vigilare sul rispetto del contratto collettivo, di interpretarne le norme e di promuovere iniziative a favore del personale e dell’intera categoria (con particolare attenzione al campo della formazione professionale e dell’occupazione). In questa fase iniziale, il compito primario della Commissione consisterà nel divulgare il contratto collettivo, incentivandone la firma da parte dei singoli commercianti. La sua diffusione consentirà di regolare in modo più ordinato ed omogeneo le condizioni di lavoro, di potenziare la cooperazione tra le parti sociali e di rafforzare l’identità e la compattezza della categoria. Con l’entrata in vigore degli Accordi bilaterali ed in particolare della libera circolazione delle persone, il contratto collettivo e la Commissione paritetica acquisiscono d’altronde un’ulteriore rilevanza. Potranno in particolare contribuire alla prevenzione di indebite pressioni sui livelli retributivi.

La Commissione paritetica intende pure porsi quale interlocutore dell’autorità cantonale sui temi riguardanti il commercio ed in particolare sulle deroghe ai normali orari di apertura dei negozi. Le caratteristiche del Ticino richiedono soluzioni che consentano di cogliere le potenzialità insite nella sua natura turistica e nella vicinanza alla frontiera. Negli scostamenti dai normali orari di apertura dovrà però essere parimenti tenuta in considerazione la posizione del personale.

La composizione di questi interessi può essere assicurata dalla Commissione paritetica, che rappresenta sia i commercianti che i lavoratori. La Commissione conta infine sulla collaborazione degli operatori della vendita. L’adozione di un contratto collettivo e l’avvio di una stretta cooperazione tra le parti sociali costituiscono un’occasione privilegiata per accentuare la capacità di dare risposte concertate ai diversi problemi che incombono sul settore, rafforzandone nel contempo la coesione.

Membri Commissione Paritetica Cantonale - Ramo della Vendita Parte sindacale: Meinrado ROBBIANI Valerio AGUSTONI Stefano MALPANGOTTI Kurt WUERSCH Nando CERUSO Walter D’HEUREUSE

OCST sic Ticino SIT SYNA OCST sic Ticino

Presidente Vice-pres. membro membro supplente supplente

Federcommercio: Augusto CHICHERIO Giancarlo GRINO Paolo PORETTI Francersca TINI Giorgio FOPPA Rinaldo GOBBI

DISTI DISTI SCL SCM DISTI Ccia-Ti

membro membro membro membro supplente supplente

Segretariato: presso Ccia-Ti, Corso Elvezia 16, Lugano

Rinaldo GOBBI

Fiere internazionali

Ticino Business

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La fiera: il luogo d’incontro per eccellenza fra domanda e offerta

Consulenze individuali su Cina, Gran Bretagna, India, Italia e Stati Uniti Losanna, 30 settembre 2002 Zurigo, 1-2 ottobre 2002 L’avvio e lo sviluppo delle vostre attività sui mercati esteri è sovente soggetto a rischi. L’Osec Business Network Switzerland vi sostiene nella vostra intenzione di espandervi con successo sui mercati esteri. Le nostre consulenze individuali sui singoli Paesi, organizzate con gli specialisti di mercato dei nostri “Swiss Business Hubs” presenti nei mercati prioritari, costituiscono un valido strumento d’appoggio. In data 30 settembre 2002 a Losanna e 1-2 ottobre 2002 a Zurigo, saranno in Svizzera i Trade Officers provenienti dai seguenti paesi: Cina, Gran Bretagna, India, Italia e USA. Avete domande inerenti a questi mercati? Cercate informazioni di mercato su questi Paesi? Qualsiasi domanda abbiate, vi offriamo la possibilità di intrattenervi in un colloquio individuale e confidenziale di un’ora con i nostri specialisti di mercato e con il nostro team di consulenti. Per maggiori dettagli vi invitiamo a consultare il documento http://www.osec.ch/System/Zusatzinfos/fbt-sem-pdfs/Einladungfranz..pdf (in francese) o a contattare il Segretariato dell’Osec. Ultrapure Water Europe Conference 2002 Amsterdam (NL), 30 settembre – 1° ottobre 2002 La conferenza Ultrapure Water Europe che si svolgerà poco prima dell’esposizione Aquatec Exhibition, è dedicata alla tematica dell’ottimizzazione da realizzare nel trattamento e nella depurazione delle acque reflue industriali (Industrial and High-Purity Water Treatment). Per maggiori ragguagli: www.ultrapurewater.com

Ambiente Rossija, Paperworld Rossija, Christmasworld Rossija Mosca (RUS), 8-11 ottobre 2002 L’Est è un mercato di grandi opportunità e le tre fiere specializzate dei beni di consumo Ambiente Rossija, Paperworld Rossija e Christmasworld Rossija, che avranno luogo in contemporanea dall’8 all’11 ottobre 2002, costituiscono per le aziende internazionali la piattaforma ideale per penetrare il mercato russo. Gli organizzatori attendono alla “Central House of Artist“ circa 250 espositori. Le tre manifestazioni presentano i prodotti più richiesti nei settori dell’arredamento, delle decorazioni, dell’ufficio e della cura del corpo. Il nucleo centrale degli articoli esposti spazia tra vetro, porcellana, ceramica, posateria, stoviglieria, accessori e decorazioni, quadri e cornici, addobbi natalizi, articoli per il carnevale, fuochi d’artificio, cartoleria e cancelleria, articoli per l’ufficio e il computer, ma anche per il benessere e la cura del corpo. L’edizione 2001 aveva registrato un’affluenza di 18’090 visitatori, del quali 6’725 specializzati. Ulteriori informazioni sono disponibili su www.ambiente.messefrankfurt.com. Hong Kong International Stationery Fair Hong Kong (CN), 7-10 gennaio 2003 Produttori ed acquirenti internazionali del settore si preparano all’unica fiera specializzata della cartoleria, articoli per la scrittura e forniture per ufficio che si svolgerà presso l’Hong Kong Convention & Exhibition Centre dal 7 al 10 gennaio 2003. La manifestazione nasce da una joint-venture tra Hong Kong Trade Development Council (HKTDC) e Messe Frankfurt e sarà organizzata in concomitanza con la più importante fiera asiatica del giocattolo, Hong Kong Toys and Games Fair. Allo stato attuale oltre 100 espositori da tutto il mondo hanno confermato la loro partecipazione all’edizione 2003; tra que-

sti si annoverano aziende provenienti da Canada, Cina, Corea, Filippine, Hong Kong, India, Indonesia, Singapore, Stati Uniti, Svizzera, Tailandia e Taiwan. Gli espositori presenteranno un’ampia gamma di proposte relative a prodotti di cartoleria, dagli accessori per la scrittura alle forniture per ufficio, dagli articoli di cartoleria per bambini al materiale didattico e agli articoli per artisti. La seconda edizione della fiera ha fatto registrare nel gennaio 2002 un successo inatteso ospitando 156 espositori provenienti da 14 paesi su una superficie espositiva di 6’000 mq. La fiera è stata visitata da 15’452 compratori da 105 paesi. Ulteriori informazioni sono disponibili su www.hkstationeryfair.com Middle East Electricity 2003 Dubai, 19-21 gennaio 2003 La Middle East Electricity è una delle manifestazioni più rispettate ed influenti nel calendario globale e si piazza tra i primi cinque eventi mondiali in questo settore. Il Medio Oriente, con una domanda in continua crescita, costituisce un’area invitante per gli investimenti stranieri nel settore dell’elettricità e della produzione di energia. L’energia rinnovabile sta guadagnando terreno nel Medio Oriente. La presa di coscienza che le riserve di petrolio non dureranno all’infinito ha condotto diversi paesi della regione ha valutare seriamente le opportunità offerte da energia solare, idrica ed eolica. La MEE 2002 ha registrato 630 espositori da 43 paesi con 11 padiglioni nazionali, su una superficie di 7’800 mq. I visitatori sono stati 12’602 da 70 paesi. L’Osec organizza una partecipazione collettiva ufficiale della Svizzera a questa fiera. Gli interessati possono ottenere maggiori informazioni alla pagina www.osec.ch/internet/Top_Messen_im_ Ausland/MEE_Dubai_2003 o contattando il Segretariato dell’Osec.

…con il conto che conta – interessi fino al 3,25%

Finsteraarhorn, 3 ottobre, ore 12.35, visto dal passo della Novena.

Ciò che qui non vedete, forse è proprio ciò che vorreste vedere.

Le cime del massiccio del Gottardo avvolte dalle nubi si sottraggono allo sguardo dell’osservatore. Vi sono altri mondi in cui le prospettive più promettenti non sono immediatamente visibili. Il mondo della finanza. Il nostro mondo. Approfondiamo ogni esigenza sin nel minimo dettaglio e non ci accontentiamo di una visione superficiale delle cose. Ci poniamo obiettivi realistici, non ci concentriamo su ciò che appare evidente, privilegiamo invece ciò che è fuori dall’ordinario. Dedicate il vostro tempo per esaminare più attentamente le opportunità promettenti. Per avere una visione più chiara. Per percorrere una strada che conduce più lontano di quanto vi possiate aspettare. www.gottardo.com

Sede centrale: Banca del Gottardo, Viale S. Franscini 8, CH-6901 Lugano, +41 91 808 11 11 Bellinzona, Chiasso, Ginevra, Locarno, Losanna, Zurigo, Atene, Bergamo, Lussemburgo, Monaco, Parigi Praga, Vienna, Nassau, Hong Kong

MEMBER OF THE SWISS LIFE GROUP

News della Ccia-Ti

Ottobre 2002

Sommario

Lascia o raddoppia

Strong opinions di Franco Ambrosetti Gottardo: ci vogliono i due tubi!

I

mmaginate Giulio Cesare mentre si appresta ad attraversare il Rubicone: sta per fare una cosa importante, per sé stesso e per la storia: andare a Roma, sconfiggere i suoi oppositori e impossessarsi del potere. Si passa con gesto veloce le dita tra i capelli, si volta verso i suoi legionari e pronuncia la celebre frase: “il dado è tratto”. Come dire, ho deciso, andiamo. Poi, con cipiglio da futuro imperatore, il coraggio di un grande generale, la determinazione di chi è abituato alla vittoria, si appresta ad attraversare il fiume, ma improvvisamente si ferma. Traffico. Sì, sul ponte c’è traffico, anzi c’è colonna. Quattro ore di attesa. Ora immaginate un deserto, vasto, silente, un vago senso d’oblio, torrido, giallo, delimitato in lontananza da una scura catena montagnosa che si intravede come un miraggio. Dalla parte opposta, c’è una fortezza, con pochi sparuti militari che da anni attendono i Tartari. La vedetta in cima alla tor-

re, scruta le rocce ai piedi della montagna, una ad una, spera di cogliere un fremito, un barlume di attività in quella calura insopportabile. Con gli abiti incollati addosso come una seconda pelle, sembra voler bucare le lenti del cannocchiale, tanto intenso è il suo sguardo alla ricerca di un segno di vita mentre si chiede se i Tartari esistano veramente, se non siano un’invenzione dello Stato Maggiore che pur di tenere occupati i soldati si inventa la guerra e anche i nemici. D’altronde la verità non la sapranno né lui, né i suoi commilitoni, né il comandante del forte. Quando, dopo anni di sofferenze e solitudine in quell’inferno di polvere e sassi, torneranno a casa gli diranno che la guerra è finita, ma la verità è che i Tartari non sono mai venuti perché non hanno potuto: Traffico. Quel traffico bestiale li ha tenuti inchiodati dall’altra parte della catena montuosa. E alla fine ci hanno rinunciato. Continua a pagina 3

La Svizzera ha bisogno di un secondo tunnel al Gottardo di Alessio Del Grande

I

ndustriali, operatori turistici e commerciali del cantone guardano con preoccupazione crescente alle difficoltà per il traffico autostradale attraverso il San Gottardo. Per l’economia ticinese e per la competitività delle sue imprese, la strozzatura del Gottardo si sta rivelando sempre più un pericoloso handicap.Perciò, la Ccia-Ti ha voluto dedicare la sua assemblea annuale quasi esclusivamente a

questo problema. A sostenere la necessità del raddoppio non è solo il Ticino, ma tutti gli ambienti economici svizzeri che ritengono indispensabile questa realizzazione per il futuro del paese. Al proposito, ecco i pareri di Rudolf Ramsauer, direttore di economiesuisse, e di Pierre Triponez, consigliere nazionale e direttore dell’Unione svizzera arti e mestieri. Continua a pagina 5

Gottardo: basta rinviare la decisione!

• Editoriale e Agenda • Risposta di economiesuisse a Giezendanner

pag. 9 pag. 10

• Turismo, cultura e… campanile

pag. 12

• La Ccia-Ti in Calabria • Segreto d’impresa e

pag. 13

relazioni coniugali

pag. 14

• Il soccorso d’inverno

pag. 15



pag. 17

• Dare solidità alla LADI • UPSA-Ticino • Treelogix media SA • L’impiegato postale • Giornata cantonale

pag. 22

delle nuove imprese

pag. 26

• Watsystem SA • Certificati d’origine

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e carnets ATA

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pag. 28

• Fiscalità PMI • Corsi Istituto di Sicurezza • IFCAM ottiene EDUQUA • IVA su prestazioni di servizi

pag. 29

• Ecco i nuovi capi-azienda • Contatti d’affari • Fiere internazionali

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internazionali

pag. 30 pag. 30 pag. 31

pag. 33 pag. 34

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Strong opinions

Ticino Business

Gottardo: lascia o raddoppia

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

L

o chalet è vetusto ma ancora in buono stato. È notte, una notte scura, senza luna. Si sente un rumore di oggetti che si frantumano, vetri rotti, un grido, qualche schiamazzo, forse lo schiocco di un ceffone. La porta si apre di colpo, il giovane esce all’improvviso. I capelli arruffati, l’espressione accigliata, si volta verso l’androne buio e dice con voce alterata: “me ne vado”. Sbatte la porta con violenza, sale in macchina, parte sgommando. Vuole percorrere il più rapidamente possibile i chilometri che lo separano dall’autostrada. In quella angosciante notte d’ottobre pensa all’aria limpida del sud, al sole che ti scalda il cuore, alle palme rigogliose, al lago Maggiore increspato, a Brissago, finalmente lontano dalle brume Gurtnellen. Accarezza col pensiero il viso armonioso di lei, rammenta lo sguardo dorato, così seducente, così accarezzante, i capelli color castagna che incorniciano il sorriso confortante, l’incanto delle labbra invitanti, poi di colpo si blocca. STAU. Il cartello segnaletico indica “Stau”. 12 Km di coda e il passo è chiuso. Con un gesto di stizza mentre una lacrima gli spunta e scivola giù sulla guancia… Bene terminiamo qui. Potete pensare che ormai sia a corto di argomenti e avreste ragione perché a furia di scrivere le stesse cose sul raddoppio della galleria del Gottardo mi sta prendendo lo scoramento. Ho già detto tutto quello che penso. Ma non basta. Troppa gente è dura d’orecchi. E troppi non hanno nulla da perdere. Perché è così difficile convincere che una strozzatura di 17 Km, l’unica esistente su un percorso di 4-5’000 Km è un’assurdità? Per due motivi semplici e banali. Il primo è che chi comanda a Berna in questo campo, cioè i funzionari della politica dei trasporti, sono gente piena di risentimento, di livore contro tutto ciò che emerge, ciò che fun-

ziona bene, ciò che è sano, lieto, sono gente che crede che solo la sofferenza sia morale, ridere è un disturbo, essere allegri è sovversivo. Sono gente che crede che la società sia perennemente in crisi, anzi sull’orlo del baratro dal quale loro ci sapranno salvare. Vogliono frenare il progresso. Come i coloni che si opponevano alla costruzione delle ferrovie negli USA. Come chi si oppone genericamente alla costruzione di aeroporti, come chi si batte indiscriminatamente contro l’ingegneria genetica. Sono gente che non vuole qualcosa, bensì il contrario. Loro sanno che il progresso non si ferma e godono nel rallentarlo, gli piacerebbe che tornassimo in un modo che loro immaginano agreste, idilliaco, pulito, sereno, un mondo da Segantini… dimenticando che in quel mondo c’erano regolari pestilenze, il colera, la lebbra, c’erano guerre continue, carestie, mortalità altissima, senza antisettici, senza anestetici, senza antibiotici. Le gambe si amputavano con la sega e l’anestesia consisteva in un buon litro di cognac. Loro sanno che saranno regolarmente smentiti dalla prossima generazione. Ma non gli importa. E intanto si sfogano mettendo ostacoli.

“I funzionari di Berna vogliono solo frenare il progresso” Il troppo traffico è la conseguenza di troppe automobili quindi bisogna scoraggiare gli automobilisti ad usarle. Non potendo rendere l’automobile inguidabile, per esempio con l’introduzione di gas velenosi che escono dall’impianto di aria condizionata, piuttosto che l’uso di sedili con chiodi appuntiti e roventi per fachiri, cinture di sicurezza con scariche elettriche ad alto vol-

taggio, si rendono le strade impercorribili. Con intoppi e impedimenti di ogni tipo, purché legalmente permessi. Scoraggiare è il motto. Quindi viva le code perché fanno soffrire, viva tutto ciò che può frenare la mobilità stradale. Multe, divieti, obblighi, rotonde, paracarri, semafori, radar, laser, civette ultra moderne, cartelli ammonitori, tutto l’armamentario degli strumenti da tortura per gli automobilisti. Dopo il divieto dell’uso del cellulare in auto, ci si può aspettare il divieto di mettersi le dita nel naso quando si è in moto, di starnutire a più di 80 Km/h, di tossire a più di 50 e di grattarsi la pera a più di 30. Aspettiamo con ansia l’obbligo di mettersi le cinture in treno, in motoscafo e perché no, anche a casa, i terremoti sono sempre in agguato. Nel 2050 sarà operativo l’obbligo di costruire macchine pieghevoli che si potranno posteggiare gratuitamente nella cabina telefonica del paese (nel frattempo in disuso), in concorrenza con l’auto gonfiabile prodotta con materiali riciclati e completamente biodegradabili. E per i camion? Beh, lì è più semplice perché basta adottare le modalità in uso nella scienza medica per risolvere il problema del traffico pesante: dopo la tecnica del “dosaggio”, molto contestata, si passa a quella del “contagocce”. Attendiamo con una certa inquietudine che si passi al sistema in “pillole” e, dopo a quello in “supposte”, si finisca in bellezza con il metodo “spray”, incolore, inodore, invisibile ed ecologico, come si vorrebbe che fossero i camion. Ma la seconda ragione? Non è meno seria né meno grave: è che il cantone Ticino è l’unico dei 26 cantoni svizzeri ad essere colpito economicamente dalle code gottardiane. Pensate che Aarau o Friborgo soffrano per questo? Berna? No. Mentre il Ticino vede i pernottamenti ridursi incessantemente

Strong opinions mese per mese, vede gli albergatori e i ristoratori (che già fanno i conti con la recessione e il franco alto) soffrire del fatto che un weekend ad Ascona, a Gandria e Morcote sia diventato un incubo; il resto della Svizzera si consola pensando a respirare aria più verde. Nessuno è più penalizzato di noi da questo problema. D’altronde forse che qualcuno in Ticino si muove per il raddoppio del tunnel del Baregg (tra Baden e Brugg sull’asse Zurigo-Berna) dove ogni giorno si formano code chilometriche di pendolari? No. La cosa non ci interessa più di tanto. Ecco perché dobbiamo muoverci compatti con la consapevolezza di essere soli, al di là di un’utilissima e ben accetta ma formale solidarietà dei cantoni gottardisti. Tante belle parole e pacche sulle spalle, ma il carro dobbiamo trainarlo noi, siamo noi i maggiori sacrificati, tocca a noi essere in prima fila nella battaglia. Ricordiamoci che per la realizzazione della seconda galleria ci vogliono 15 anni. C’è chi dice 20. Non ci battiamo per i nostri piccoli meschini interessi. Ci battiamo per il futuro di questo Paese; “perché i nostri figli abbiano un domani migliore”, direbbe qualsiasi presidente americano. Per un ideale, direi io, quello di permettere nel 2020, a chi ama muoversi, di poterlo fare con il mezzo che preferisce senza costrizioni di nessun genere. Ricordate: le code sono malsane. Fanno aumentare i costi della salute per lo stress che

Ticino Business

provocano. Le code sono responsabili del peggioramento della qualità di vita. Possono frantumare un matrimonio, quando nell’immobilità forzata la moglie ritiene il marito responsabile dell’ingorgo mentre il pupo se la fa addosso chiuso in quel metro cubo di aria viziata, sbattendo i piccoli pugni sul vetro, incollato com’è al seggiolino di sicurezza.

“La Ccia-Ti vuole il raddoppio per uscire dal tunnel in cui ci troviamo” Possono creare profonde e inguaribili depressioni se siete soli. Non preoccupatevi però, tutti vi capiranno, se dopo aver sentito 7 notiziari su Rete 1, 40 canzonette targate San Remo e scemenze, 3 ore di considerazioni deliranti dell’animatore del giorno, 12 aggiornamenti “Inforoute” del TCS, che tutto dicono fuorché quando potrete muovervi, tentate di spargervi di benzina per darvi fuoco (ma non lo farete perché in quel momento la colonna si muove, lentamente, ma si muove, a dispetto di “Inforoute” che in tempo reale vi informa che in effetti siete ancora fermi) tutti vi capiranno se, allora, prenderete la coperta che avete sempre con voi, e mentre la spia dell’acqua segna 130 gradi e il motore bolle, voi vi accosterete e vi abbandonerete ad un pianto

Non si vive di sola ideologia

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sfrenato, sprofondando nella disperazione più nera. Le code sono pericolose, perché code significa aspettare, aspettare, aspettare. Che mi fa venire in mente la storia di quello straniero che aspettava davanti ad una fontana. Aveva sete e non beveva. Quelli di Berna gli avevano detto che non bisogna mai fare due cose per volta. E siccome aspettava… Bene. Abbiamo divagato abbastanza. Ho intitolato questo articolo “lascia o raddoppia”. Ricordate il gioco a premi condotto da Mike Bongiorno negli Anni 50/60? Quello non era solo un gioco. Era un modo di vivere, una mentalità, una filosofia di vita. Lasciare significava rinunciare, fermarsi, scegliere il certo per l’incerto, conservare, rinunciare al cambiamento, accontentarsi. Raddoppiare invece voleva dire rischiare, spingersi verso l’incerto, voleva di re anche vita, significava credere nella speranza, nel futuro. Lascia o raddoppia significa la morte contro la vita, il buio contro la luce, l’oscurantismo contro la libertà. Si dice che la speranza sia l’ultima a morire: “chi lascia”, la speranza la sotterra subito, ne decreta egoisticamente la fine. La Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino crede nella scommessa, nell’avvenire, nel raddoppio inteso come rinnovamento. Anche in senso autostradale vogliamo il raddoppio per uscire dal tunnel in cui ci troviamo.

Contromano

di Alessio Del Grande

“I Tir sotto il Monte Bianco sono la globalizzazione in marcia: fermiamoli, fermiamola”. Ecco l’ultima esternazione di uno dei più combattivi gruppi di ambientalisti nostrani, affetto da catastrofismo persino nel nome: SOS Mendrisiotto Ambiente. E’ l’appello che l’associazione ha lanciato agli ecologisti di buona volontà per la giornata d’azione internazionale, prevista per il 5 ottobre a Courmayeur. Obiettivo: “Bloccare – incita SOS Ambiente – un ingranaggio del sistema che distribuisce nel mondo disastri ambientali, guerre ed esclusione”. Come corollario, una demenziale filippica contro le aziende che continuano ad applicare il just in time, e contro strade, autostrade, trafori, aeroporti e ponti che sconvolgono territori, dallo stretto di Messina al Gottardo.

Nella loro paranoia ideologica, i talebani dell’ecologismo si ritrovano in onorevole compagnia. Difatti, Anna Biscossa, presidente del Partito socialista, non è stata da meno qualificando come “scellerato” il “sostegno attivo” del Consiglio di stato ticinese alla seconda galleria autostradale del Gottardo. E qualche settimana fa, “Area”, il settimanale della sinistra, per tenere ancora su il tono, titolava a tutta pagina: “Il Gottardo può attendere”. Ai pasdaran verdi e ai socialisti rosso antico sfugge un piccolo dettaglio: viviamo nel 2002 e le aziende per continuare a lavorare hanno bisogno di trasportare in modo veloce e sicuro i loro prodotti; le reti di distribuzione e i commercianti per venderli devono riceverli in tempo utile, e i consumatori per acquistarli devono poterli tro-

vare in vendita quando hanno voglia di comprarli. Se questo “ingranaggio” funziona si producono ricchezza per tutti e posti di lavoro, quindi benessere sociale. Se, invece, il meccanismo non funziona, ed è quanto rischia il Ticino senza un secondo tunnel al Gottardo, il sistema economico s’inceppa, va in tilt con gravi conseguenze in termini di riduzione dei redditi, di distruzione di posti di lavoro e d’impoverimento generale. Una società moderna, e aperta, per restare tale deve poter garantire la mobilità delle merci, degli uomini e dei capitali. Non ci sono alternative. A meno che si sogni il ritorno a mercati chiusi, ad un’economia da gosplan dove tutti, disciplinati e tranquilli si mettono in fila per un tozzo di pane, senza creare traffico e rumore.

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Il tema

Ticino Business

La Svizzera ha bisogno di un secondo tunnel al Gottardo Intervista con Rudolf Ramsauer, direttore di economiesuisse Federazione delle imprese svizzere e con Pierre Triponez direttore dell’USAM

di Alessio Del Grande

D irettore Ramsauer, perché il raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo è importante non solo per il Ticino, ma anche per Rudolf Ramsauer, tutta l’econodirettore mia svizzera? di economiesuisse «Il San Gottardo è uno dei passaggi principali attraverso le Alpi sia per il traffico stradale sia per il trasporto ferroviario. Per la Svizzera il tunnel autostradale del San Gottardo è prima di tutto un’importante via di collegamento interna: l’80 % dei passaggi complessivi concerne il trasporto privato e solo il 20 % è riconducibile al traffico di transito; inoltre, solo il 50 % del trasporto pesante riguarda il traffico di transito. L’importanza del tunnel autostradale per l’economia ticinese è sin troppo chiara: si tratta della via principale verso il nord delle Alpi. Per l’economia svizzera il raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo risponde ad almeno un paio di necessità fondamentali: quella di assicurare una maggiore fluidità del traffico - e dunque migliorare gli scambi economici e commerciali in primo luogo all’interno del nostro paese- e quella di garantire più sicurezza, sia a livello di trasporto privato che di traffico pesante». Come spiegare l’atteggiamento a dir poco scettico del Consiglio federale e

in particolare la chiusura di Moritz Leuenberger sul secondo tunnel ? «La politica svizzera dei trasporti si trova in una fase cruciale. Da un lato sono stati avviati i lavori di costruzione delle nuove trasversali ferroviarie alpine e sono entrati in vigore gli accordi bilaterali fra Svizzera e Unione europea, che prevedono nuove regole per il controllo e il passaggio del traffico pesante sul nostro territorio. Dall’altro è pure evidente l’urgenza di risolvere il problema della congestione del traffico nei principali agglomerati urbani, in primo luogo Zurigo. A nostro parere è tuttavia sbagliato mettere in concorrenza i problemi e contrapporre una regione all’altra. Si tratta di trovare le giuste soluzioni nei tempi appropriati, naturalmente tenendo conto anche degli aspetti finanziari. Sono certo che anche per il consigliere federale Moritz Leuenberger è evidente che la situazione al San Gottardo debba essere migliorata. Da questo punto di vista la costruzione del secondo tunnel autostradale del San Gottardo risponde ad una manifesta necessità di maggior sicurezza. E questo è un fattore senz’altro decisivo». A lungo termine, il mancato raddoppio quali conseguenze economiche potrebbe comportare per la mobilità delle merci in Svizzera? «Nei prossimi 15-20 anni l’aumento del traffico sarà perlomeno del 10 %. Più realisticamente potrebbe essere anche del 30 % e oltre, nonostante il progressivo trasferimento dei mezzi pesanti dalla strada alla ferrovia. Un solo tunnel autostradale non sarà certamente in grado di assorbire tutto

questo volume di transiti, se pensiamo che già nella situazione attuale dobbiamo fare i conti con una media di 80-90 giorni all’anno in cui si registrano delle colonne, sia in direzione sud che verso nord. Un’ulteriore penalizzazione della mobilità delle merci non potrà che avere conseguenze economiche rilevanti per le imprese svizzere, sia che si tratti di aziende che operano prevalentemente sul mercato interno, sia per quelle orientate sulle esportazioni. Vorrei aggiungere che la mancata o solo la parziale soluzione dei problemi del traffico in Svizzera, non avrà ricadute solo economiche, ma rappresenterà una pesante ipoteca anche dal punto di vista ambientale».

Gottardo: il raddoppio ha una valenza internazionale «Il raddoppio del tunnel del Gottardo è un intervento con una valenza internazionale. È un progetto che ha un’importanza a livello europeo, per questo rapPierre Triponez, presenta una direttore dell’USAM priorità per tutta la Confederazione e deve essere posta in cima alla lista delle opere da realizzare». Non ha dubbi Pierre Triponez, direttore dell’USAM: va sostenuto su tutta la linea il raddoppio che sta molto a cuore al Ticino,

L’ospite anche perché ha una rilevanza che va ben al di là dei confini nazionali. Sulla direttrice Nord-Sud si spostano le merci di mezza Europa e il Gottardo ora non rappresenta altro che un imbuto. Una trappola per tutti, cittadini comuni e imprese, un ostacolo che rallenta gli ingranaggi dell’economia. Il via libera al potenziamento della galleria del Gottardo sarebbe, dunque, una vera e propria boccata d’ossigeno. «Occorre assolutamente dare la priorità al Gottardo – continua Triponez -. La situazione della viabilità è sotto gli occhi di tutti. Si tratta, poi, anche di una questione di sicurezza: tutti gli svizzeri percorrono il tunnel e non solo i ticinesi. Senza considerare che in mancanza di un intervento si rischierebbe di compromettere i contatti tra il Ticino e il resto della Confederazione». Un Cantone che tra l’altro è l’anello di congiunzione con l’Italia, uno dei motori economici d’Europa. I rapporti con il Belpaese potrebbero risentirne? «Certamente e non senza ripercussioni. L’Italia è un Paese importante a livello economico, oltre a rappresentare uno dei mercati cui la Svizzera è più legata». Agli altri Cantoni però sfuggono queste preoccupazioni. Zurigo e altre amministrazioni cantonali che hanno un grande peso, hanno fatto sapere che per quanto li riguarda il raddoppio non è prioritario. Non c’è il rischio che prevalga la loro volontà? «Purtroppo sì, anche perché il diparti-

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mento del ministro Leuenberger lavora nella stessa direzione. Per questo le organizzazioni economiche devono continuare a insistere sul Gottardo. Naturalmente l’opposizione degli altri Cantoni è riconducibile a una questione squisitamente economica. Il potenziamento della rete infrastrutturale elvetica comprende più progetti nelle diverse regioni della Svizzera. Il timore è che le risorse finanziarie non siano sufficienti a coprire tutti gli interventi. In pratica, ognuno tira l’acqua al proprio mulino». In che modo i benefici del raddoppio andrebbero a vantaggio di tutta l’economia svizzera? «Occorre aprirsi a un mercato sempre più grande e il collegamento Nord-Sud è fondamentale in quest’ottica. Molte imprese con sede a Lucerna e Basilea hanno parecchi contatti col Ticino. Il mondo economico è, quindi, compatto nel sostenere il secondo tunnel. Senza considerare il turismo, un comparto di grande importanza per l’economia nazionale, che ne sarebbe notevolmente avvantaggiato. Molti di noi, poi, trascorrono il week-end a sud del Gottardo e ogni volta devono fare i conti con le code». Se il mondo economico è unito, a livello politico c’è una grande frammentazione. «Vedremo come andrà l’iniziativa Avanti, su cui faremo pressione. Se si guarda, però, al successo ottenuto finora dall’iniziativa Giezendanner, si vede che la maggioranza del Parlamento ha votato per studiare e cominciare la pianificazione

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del raddoppio. Il problema è che ci sono certi uffici della Confederazione che remano contro». Il ministro Moritz Leuenberger e i suoi collaboratori continuano a non dare ascolto alla richiesta di completare il tunnel. Un ostacolo non da poco. «L’unica consolazione è che se non altro il consigliere federale ha deciso che un giorno il raddoppio verrà realizzato, anche se al momento non è stato inserito tra le priorità. Il principio che il Ticino debba essere collegato meglio al resto della Confederazione almeno ha raccolto una maggioranza in Parlamento». L’opinione pubblica però sembra divisa sulla questione: da una parte alcuni Cantoni si sono già opposti; dall’altra secondo diversi sondaggi del Touring Club Svizzero la maggioranza dei cittadini è favorevole. Come si spiega tutto questo? «Il dipartimento dei Trasporti è stato chiaro: non ci sono soldi sufficienti per finanziare tutte le opere di cui necessita la Svizzera. Ogni Cantone ha interesse a migliorare la circolazione sul proprio territorio». Allora, che cosa rimane da fare per far sì che il raddoppio non diventi una partita persa? «Non resta che fare pressione, dimostrando che il secondo tunnel del Gottardo riguarda tutti, e non solo per una questione di sicurezza, ma anche per il benessere di tutto il Paese».

Per il traffico pesante si continua a rinviare l’unica vera soluzione di Elisabetta Pisa e Domenico Pinna

D

al sistema del dosaggio a quello del “gontagocce”. Per il transito autostradale del Gottardo si continuano a proporre soluzioni a spizzichi, che non risolvono il problema di fondo: un collegamento sicuro e veloce per uno dei più importanti assi di collegamento nazionale ed europeo. Misure estemporanee per una situazione che resta di piena emergenza, e il cui vero obiettivo sembra essere quello di

rinviare il più possibile l’unica scelta efficace: il raddoppio del tunnel del San Gottardo. Sulle difficoltà e i problemi creati in questi mesi con la gestione dei transiti alla mobilità delle merci e al traffico privato, Ticino Business ha raccolto il parere di alcuni imprenditori ticinesi e di un alto esponente sindacale coraggiosamente controcorrente. Il quadro che emerge è quello di un’ imprenditoria che chiede a gran voce con la se-

conda galleria autostradale, anche un sistema integrato di trasporti , in cui strade, ferrovia e altri vettori giochino assieme un dinamico ruolo complementare al servizio delle imprese e della società. Cesare Sinigaglia, direttore della Mes di Stabio, industria di micromotori elettrici: «Noi serviamo l’industria automobilistica e la

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L’ospite

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puntualità svizzera era sempre stata il nostro punto di forza. Ora non è più così, poiché la congestione del traffico crea ritardi, che finiscono con l’incidere sulla qualità, concetto in cui rientra anche il rispetto dei tempi di consegna. A lungo andare saremo costretti a creare degli stock, dei magazzini al di fuori del Ticino con costi molto elevati. Sarebbe opportuno che si realizzassero tre o quattro tubi al San Gottardo. La Svizzera è già penalizzata dalla presenza della dogana, un ostacolo con cui non devono fare i conti gli altri Paesi europei, per di più noi siamo confrontati con questo problema del Gottardo. Non mi sembra che col sistema del contagocce la situazione migliorerà di molto». Aleardo Cattaneo, della Cattaneo Ferriere di Giubiasco «La nostra produzione di vagoni e carrelli ha risentito sicuramente del problema della gestione del traffico pesante. Dopo il rogo nel Gottardo, difatti, non sono mancati i ritardi nelle forniture - il 90% della merce arriva via strada – e l’aumento dei prezzi dell’8-10%, a cui si sono aggiunti pure i ritardi nella spedizione delle merci finite. Certamente, non si tratta di prodotti deperibili, ma abbiamo dovuto fare degli straordinari per finirli in anticipo ed essere sicuri che arrivassero a Basilea per poi essere spediti da lì in tutto il mondo. C’è stato un rallentamento della produzione, che ha provocato lamentele da parte dei clienti. Un tempo erano loro che venivano a trovarci, adesso tocca a noi spostarci, ma dobbiamo fare i conti con le code, con una grande perdita di tempo. E per un’impresa il tempo è davvero denaro». Corrado Kneschaurek, presidente della Società cantonale degli albergatori «Il rogo nel tunnel del Gottardo ha inciso sui pernottamenti con una flessione che si può stimare attorno al 10-15% per fine anno, rispetto al 2001, anche se altri fattori hanno influito su questo calo: l’11 settembre, il crac della Swissair, la crisi in Germania. Ora i clienti non vengono più in Ticino per il week-end in quanto temono le code in autostrada. C’è poi la fobia del rogo: molti preferiscono percorrere il passo del Gottardo, che però rimane aperto solo in un certo periodo dell’anno. La nostra categoria sostiene sicuramente il raddoppio del tunnel, anche se c’è il rischio che diventi un boomerang per il turismo, nel caso in cui cresca a dismisura il traffico pe-

sante, che deve essere assolutamente trasferito su rotaia.»

I clienti finora sono stati comprensivi, ma a lungo andare perderanno la pazienza».

Renzo Ambrosetti, presidente Flmo «Il raddoppio del Gottardo è fondamentale innanzi tutto per una questione di sicurezza. Passo sotto il tunnel almeno quattro volte alla settimana e ogni volta non senza una certa apprensione. Sono favorevole all’intervento purché il traffico pesante di transito, cioè i Tir con destinazioni internazionali, venga trasferito su rotaia, in modo da favorire la mobilità interna. Sicuramente tutta l’economia ticinese ne beneficerebbe, anche se sono convinto che a bloccare i flussi turistici verso il nostro cantone non sia soltanto il Gottardo. Anche per raggiungere l’Italia si rimane intrappolati nelle code, ma i turisti non si scoraggiano. Gli operatori turistici devono darsi una mossa. Il Ticino non regge più il confronto con altri Paesi come Francia e Germania, dove la cultura dell’ospitalità è di tutt’altro livello.»

Mauro Bettazza, presidente dell’Associazione industrie dei graniti «I problemi sono stati e continuano ad essere enormi. Trasportiamo la maggior parte della nostra produzione oltre Gottardo con costi notevoli: se la merce in Ticino costa 1, a Basilea il prezzo si triplica, perché il trasporto su strada incide parecchio. Senza considerare, poi, che per il nostro settore non ci sono molte alternative. La ferrovia, oltre a non essere competitiva rispetto al trasporto su gomma, non vede di buon occhio il nostro prodotto, poiché rovina i vagoni, in pratica comporta un’alta usura. Il servizio dell’Hupac va bene per il trasporto internazionale, ma i punti di carico e scarico si trovano praticamente al di fuori della Svizzera. Non è, quindi, al servizio dell’economia nazionale, non soddisfacendo le necessità di spostamento delle merci all’interno della Confederazione. Perciò, siamo costretti a viaggiare su strada, il che ci penalizza particolarmente. Il caos sulla rete stradale rallenta i tempi di consegna, con ricadute negative a livello economico. Bisogna, comunque, dire che gli autotrasportatori non hanno raddoppiato i costi, sobbarcandosi i maggiori oneri. Ci sono stati, però, disagi di altra natura. In alcuni casi, il venerdì i camionisti non caricavano più per il timore di rimanere bloccati ad Airolo e di non poter ritornare a casa per il week-end».

Franco Cavadini, presidente di Afra, Associazione fabbricanti del ramo dell’abbigliamento «Abbiamo incontrato difficoltà nel consegnare la merce per i lunghi tempi di attesa al Gottardo e in alcuni casi siamo stati costretti a rinunciare alle consegne. Abbiamo avuto anche problemi con le forniture, poiché acquistiamo tessuti e filati nella Svizzera interna. A tutto questo si aggiunge l’aumento dei costi: il trasporto costa ora il 10% in più. I margini di guadagno si sono così ridotti, se non si sono addirittura annullati. Devono superare parecchi ostacoli soprattutto le ditte che lavorano con i grandi marchi, come Armani e Zegna, infatti per le confezioni su misura i tempi di consegna sono molto stretti.

Paolo Poretti, presidente Federcommercio «Il commercio al dettaglio ha sicuramente risentito del calo della presenza turistica a causa dei problemi viari. Il Ticino è sicuramente il cantone più penalizzato su questo fronte. I clienti abituali, quelli che dispongono di una casa di vacanza a sud del Gottardo, hanno rinunciato a venire nei week-end, e ciò ha avuto ripercussioni notevoli sulla cifra d’affari dei negozi e dei ristoranti. Ci sono, poi, state delle difficoltà di approvvigionamento con tempi di consegna più lunghi. Noi lavoriamo nel settore della moda e gli ordini vengono fatti con sei mesi di anticipo, ma il problema è che la merce arriva in ritardo. Si sono avuti dei disguidi soprattutto per le consegne urgenti. Il raddoppio del Gottardo aiuterebbe a ridurre i disagi, anche se non sarà sufficiente se parte del traffico non verrà trasferito su rotaia».

News della2003 Ccia-Ti Prezzi

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Editoriale

Ticino Business

Tutta l’economia svizzera sostiene il raddoppio del Gottardo

Impressum Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 35, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Fax +41 91 600 20 74 [email protected] Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti, Corso Elvezia 16, CH-6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 [email protected] www.cciati.ch

Agenda

Gentili Signore, Egregi Signori, Contrariamente a quello che si sente dire spesso, non è affatto vero che il raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo sia osteggiato dagli ambienti economici-imprenditoriali zurighesi, che sarebbero preoccupati per il più facile accesso che avrebbe la concorrenza commerciale italiana sul mercato svizzero ed europeo. Che non sia così lo dimostra chiaramente il fatto che tutte le Camere di commercio e dell’industria svizzere, senza astensione alcuna, hanno appoggiato la rivendicazione del Ticino che da anni si batte per il secondo tunnel. E altrettanto hanno fatto ufficialmente in più occasioni economiesuisse, la Federazione svizzera delle imprese e l’USAM Unione svizzera arti e mestieri. Dunque, tutto il mondo economico elvetico è ben consapevole della necessità di questa opera per la crescita futura non solo del nostro cantone ma di tutta la Svizzera. In realtà, ad opporsi al raddoppio, oltre le solite cerchie rosso-verdi, sono soltanto alcuni settori politici, che guardano più agli interessi locali e particolari, che non agli interessi generali del Paese, smentendo così di fatto quella visione federalistica a cui amano richiamarsi frequente-

mente. Una miopia politica che li porta a sottovalutare pericolosamente l’importanza di collegamenti rapidi, efficienti e sicuri per garantire la mobilità delle merci in un mercato sempre più globale e competitivo. Perciò, in questa battaglia per il completamento del tunnel del Gottardo, la Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino è da sempre in prima fila, a difesa degli interessi economici e sociali del cantone. Tant’ è che la Ccia-Ti ha voluto dedicare la sua Assemblea annuale esclusivamente a questo problema. Un appuntamento la cui importanza è sottolineata dalla presenza di tutte le maggiori associazioni economiche svizzere che, con la presenza stessa dei loro più autorevoli rappresentanti, ancora una volta, hanno voluto ribadire il loro attivo sostegno alle nostre legittime rivendicazioni. Il nostro auspicio è che l’appello della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino, sostenuto all’unanimità dal mondo economico svizzero, venga recepito in tutta la sua urgenza dal Consiglio federale. Claudio Camponovo

• Martedì 8 ottobre, ore 16.30, presso Ccia-Ti, Presentazione “Watsystem” al mondo bancario • Martedì 8 ottobre, Gruppo Ticino Donne PMI: conferenza “L’importanza delle relazioni pubbliche per le PMI”, con Gabriela Cotti Musio, Presidente della Società Ticinese di Relazioni Pubbliche • Mercoledì 9 ottobre, ore 13.3017.30, presso Ccia-Ti, inizio del corso “Le operazioni documentarie” (continuazione il 16 e il 23 ottobre) • Mercoledì 9 ottobre, ore 20.1522.30, presso Hôtel de la Paix a Lugano, Serata informativa ASSCOPROFI sul tema “E se mi mettessi in proprio”, idee e proposte per fare impresa con successo • Venerdì 18 ottobre, ore 09.0011.45, TOEIC - Test of English for international communication • Lunedì 21 + martedì 22 ottobre, ore 8.30-17.30, presso la Ccia-Ti, “Realizzazione pratica di un sistema di management integrato ISO 9001: 2000, ISO 14001, MSST: qualità, ambiente e sicurezza” • Mercoledì 23 ottobre, Tavola rotonda Swisscom Mobile sul tema “Le comunicazioni mobili possono migliorare l’efficienza delle aziende?” • Giovedì 7 novembre, ore 09.0017.30, Hotel de la Paix Lugano, seminario “IVA sulle prestazioni di servizi internazionali” • Giovedì 14 novembre, Giornata nazionale delle ragazze • Venerdì 15 novembre, ore 14.00, presso il Palazzo dei Congressi a Lugano, Giornata cantonale delle nuove imprese

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Risposta di economiesuisse alla procedura di consultazione sulla Galleria del Gottardo in merito all’iniziativa parlamentare Giezendanner “Costruzione di una seconda galleria” di Antonella La Rocca, traduzione libera del documento di economiesuisse del 15 agosto 2002

L

a Commissione dei trasporti del Consiglio nazionale ha incaricato il Dipartimento dei trasporti di condurre una procedura di consultazione sulla costruzione di una seconda galleria del Gottardo. Le risposte rientrate dimostrano che la costruzione di una seconda galleria del Gottardo è chiaramente appoggiata dall’economia. economiesuisse sostiene pienamente questa causa per i seguenti motivi:

a. Punti principali

1.

Trattare il tema del Gottardo significa parlare di una delle vie più importanti per attraversare la catena alpina, sia sulla rete stradale che su quella ferroviaria. Il Gottardo ha un ruolo molto rilevante per il traffico di transito. Non si può però ignorare che sulla globalità del traffico stradale e del trasporto merci attraverso il Gottardo il volume del traffico di transito rappresenta soltanto il 50%, mentre l’altro 50% è relativo al traffico interno e a quello regionale. L’80% del traffico è rappresentato dalla circolazione delle persone e unicamente il 20% da quello commerciale. Malgrado il suo indiscusso significato per il traffico di transito, la galleria del Gottardo serve principalmente i collegamenti con la Svizzera interna e favorisce l’interscambio all’interno del Paese. Per il Ticino il Gottardo rappresenta il collegamento principale verso il versante nord delle alpi e l’economia ticinese dipende dalla sopravvivenza e dal mantenimento dell’efficienza di questo asse. La costruzione di un secondo tunnel sotto il Gottardo è perciò, al di là della sua portata a livello internazionale, di centrale importanza per l’economia svizzera. Nel rapporto della Commissione (Cifra 2.2) si sostiene che il restringimento dell’A2 da quattro a due corsie a Göschenen e ad Airolo porti ad un’immancabile situazione di congestione del traffico e ad un’inevitabile formazione di colonne. Si ritiene pertanto che questa difficoltà possa essere risolta in

2.

modo definitivo ed efficace solo con una seconda galleria. Gli ingorghi del Gottardo si verificavano quotidianamente già negli anni scorsi durante il periodo turistico. Le misure di sicurezza introdotte in seguito all’incendio del 24 ottobre 2001 e la susseguente introduzione del dosaggio hanno generato una situazione ancor più drammatica. I trasporti da e per il cantone Ticino sono diventati totalmente imprevedibili riguardo al tempo di transito. Contemporaneamente essi sono rincarati a causa dei lunghi tempi di attesa. L’attuazione del nuovo sistema di ventilazione con apposite serrande automatiche e antincendio e l’introduzione del nuovo sistema contagocce, a partire dal prossimo ottobre, non saranno sufficienti a normalizzare la situazione e pertanto la problematica rimane aperta. Sempre nel rapporto (Cifra 2.6.5.2) si prevede che sia sufficiente un aumento del traffico del 10% per prolungare il periodo di attesa delle colonne del 50%. In direzione nord-sud sono prevedibili 79 giorni di ingorghi e in direzione sud-nord ben 88 giorni. In numerosi weekend del periodo estivo luglioagosto si prevedono molti giorni di colonne, che si dissolvono solo dopo 60 ore. Gli intasamenti subentreranno anche durante la settimana; mentre nel periodo turistico saranno pochi i giorni in cui non ci saranno colonne. La situazione si aggraverebbe ancor di più se il traffico dovesse aumentare non solo del 10 bensì del 30-50%. Nei prossimi 15-20 anni si può sicuramente prevedere un aumento del traffico minimo del 10%. Una valutazione più realistica, pur considerando l’effetto del trasferimento del traffico su rotaia, prevede un incremento del 30 e più %. Perciò è insostenibile che ci sia un’unica galleria del Gottardo a due corsie per smaltire tutto il traffico. Gli ingorghi non sono solo uno svantaggio a livello politico-economico ed un problema sgradevole per i conducenti; ma sono anche un indesiderato e grave svantaggio ecologico, pur immaginando, a causa di queste colonne, una certa riduzione del traffico. La

Confederazione sostiene spesso che, su altri percorsi stradali, in modo particolare negli agglomerati, si presentano intasamenti giornalieri; perciò si ritiene più ragionevole destinare i mezzi finanziari per eliminare tali intoppi. economiesuisse ritiene sbagliato mettere in contrapposizione una regione alle altre. È incontestabile che gli ingorghi che si presentano nel resto della rete stradale, che causano regolari colonne, siano altrettanto dannosi. Fortunatamente è in atto il risanamento di una delle peggiori strozzature ossia quella del Baregg. Verranno attuati altri risanamenti, ma questa non deve diventare una scusa per non agire al Gottardo. Valutando la necessità di costruire una seconda galleria nel Gottardo, è chiaro che gli aspetti della sicurezza sono di capitale importanza. Separando la direzione delle corsie si elimina il pericolo delle collisioni frontali che, nella maggior parte dei casi, si concludono in modo grave e assumono proporzioni allarmanti e disastrose. A causa della lunghezza e dell’affluenza del traffico nel tunnel del Gottardo e considerando anche gli aspetti di sicurezza, si impone urgentemente la costruzione di una seconda galleria. economiesuisse sottolineerà meglio questo aspetto rispondendo alla domanda 4.

3.

b. Quesiti del Dipartimento federale dei trasporti Come giudicate il progetto, la pianificazione e la costruzione di una seconda galleria stradale del Gottardo avviata in questo momento, con particolare riguardo alle capacità di trasporto per i veicoli pesanti e per il traffico dei passeggeri? Come dimostrato, economiesuisse appoggia la costruzione di una seconda galleria per ragioni di sicurezza, di gestione del traffico e di politica regionale. Per motivi politici ma anche tecnici la fase di pianificazione richiederà diversi anni, così come la sua costruzione.

1.

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Facendo una previsione ottimistica i lavori per la costruzione di una seconda galleria inizieranno al più presto nel 2015. Sull’arco di questi anni il traffico aumenterà ancora e gli odierni tempi di incolonnamento si allungheranno considerevolmente. Perciò si ritiene che occorra iniziare da subito la pianificazione della seconda galleria. Siete d’accordo con la modifica della Costituzione federale che prevede la completazione di un’altra eccezione all’articolo sulla protezione delle alpi? Se si appoggia la costruzione di una seconda galleria del Gottardo, come fa economiesuisse, si accetta anche il cambiamento dell’art. 84 capoverso 3 CF (articolo sulla protezione delle alpi). economiesuisse accetta la formulazione proposta.

2.

Come giudicate la politica di trasferimento del traffico merci decisa dal popolo in relazione alla pianificazione e costruzione di una seconda galleria del Gottardo? Quali effetti prevedete sulla redditività della NLFA, Nuova Linea Ferroviaria Alpina? La politica di trasferimento del trasporto merci decisa dal popolo deve essere mantenuta, perché altrimenti gli investimenti nella NLFA sarebbero vanificati e si verificherebbe inevitabilmente un collasso del traffico sull’asse di transito. La costruzione di una seconda galleria avrà difficilmente un influsso sulla politica di trasferimento del traffico. I seguenti punti sono decisivi per la redditività della NLFA: • un’efficiente, affidabile ed economica offerta ferroviaria. Come appare sempre dalle inchieste, l’affidabilità dell’offerta ferroviaria attuale per il carico della merce viene giudicata ancora insufficiente. Questa carenza comunque non è attribuibile solo alla rete ferroviaria svizzera. Senza l’attiva collaborazione delle ferrovie europee, in particolare della Germania e dell’Italia, l’offerta ferroviaria, malgrado i tunnel di base, non verrà migliorata in modo determinante e pertanto non si verificherà l’auspicato trasferimento. • la politica dei trasporti dell’UE e degli altri paesi alpini. Finché l’UE e i suoi Paesi membri non appoggeranno attivamente la politica di trasferimento con misure strutturali e fiscali, gli sforzi della Svizzera in questo ambito saranno ampliamente inutili, con o senza la seconda galleria. La Svizzera deve perciò agire con tutta la sua forza affinché l’UE e i suoi Paesi membri adottino le misure tecniche, legislative e fi-

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scali necessarie per il trasferimento dei trasporti. Come giudicate la sicurezza stradale sull’A2 in vista di un secondo tunnel autostradale del Gottardo? È risaputo ed è anche statisticamente dimostrato che le strade a senso unico sono più sicure rispetto a quelle a doppio senso. Un esempio convincente è la A13 tra Sargans e St. Margrethen dove con la costruzione dell’autostrada a senso unico, il numero degli incidenti mortali si è ridotto. Un altro caso è il tunnel del Gottardo e quello del Seelisberg: tra il 1980 e il 2000 nel tunnel del Gottardo sono decedute 16 persone, mentre nella galleria a senso unico del Seelisberg sono decedute 9 persone di cui 6 quando il traffico era bidirezionale; ciò vuol dire che con il traffico monodirezionale sono decedute tre persone. economiesuisse è convinta che separare la direzione del traffico possa rendere la circolazione nel Gottardo decisamente più sicura.

4.

Secondo la vostra opinione un secondo tunnel del Gottardo potrebbe comportare un aumento del trasporto merci e/o del traffico delle persone su strada? Quali regioni del Paese potrebbero essere maggiormente danneggiate da questo maggior traffico? In questo momento è difficile valutare se la costruzione di un secondo tunnel del Gottardo porterà un traffico supplementare sull’asse del Gottardo. Da un lato l’eliminazione o almeno la riduzione dei tempi di incolonnamento potrebbe aumentare l’attrattività dell’asse del Gottardo, come ci si potrà aspettare dopo l’apertura del nuovo tunnel. Dall’altro lato l’esperienza con il sistema di dosaggio ha mostrato come il traffico di transito è poco influenzato dai tempi di attesa. A beneficiare di un secondo tunnel saranno soprattutto il traffico interno e il traffico regionale, dove però non è attesa nessuna crescita del traffico. Allo stesso modo l’influsso sul traffico delle persone è difficile da stimare. economiesuisse ritiene che la costruzione della seconda galleria non influenzi in modo decisivo l’aumento del traffico; quest’ultimo è determinato da altri fattori come, ad esempio, la politica dei trasporti dell’UE.

5.

Pensate che con la costruzione della galleria del Gottardo dovrebbero essere eliminate altre strozzature sull’A2, ad esempio Lucerna? Un aumento del traffico tocca in prima linea le regioni lungo la A2. Non è pure esclusa una riduzione dell’intensità del traffico attra-

6.

verso la topograficamente ancor più difficile tratta del San Bernardino (A13). Come già menzionato alla domanda 5, economiesuisse non si aspetta nessuna crescita decisiva del traffico in conseguenza alla realizzazione del secondo tunnel stradale del Gottardo. Attualmente le difficoltà nella zona di Lucerna e di Lugano sono strettamente collegate all’arrivo del traffico locale e regionale. Un pronto intervento è perciò auspicabile indipendentemente dalla costruzione del secondo tunnel. Prevedete altre misure per migliorare la sicurezza e per incrementare il trasporto merci e delle persone su ferrovia senza infrangere l’Accordo sul traffico tra la Svizzera e l’UE? a) In quanto al tema della maggior sicurezza economiesuisse non ritiene che siano necessarie nuove norme, ma semplicemente la precisa applicazione di quelle esistenti. Questo però è possibile soltanto attuando costanti controlli. b) La politica svizzera dei trasporti intende trasferire maggior traffico su rotaia. Il finanziamento dei trasporti pubblici promuove questo obiettivo con due progetti miliardari: NLFA e Ferrovia 2000. Come già menzionato, gli effetti di questi investimenti si potranno vedere se pure all’estero verranno compiuti gli opportuni passi. Una politica di trasferimento che si limita alla Svizzera è destinata a fallire. Occorre sforzarsi per coordinare la politica di trasferimento con gli stati confinanti. Nello stesso tempo occorre eliminare le difficoltà delineatesi nel territorio svizzero, specialmente per quel che concerne il problema irrisolto delle vie di accesso a sud.

7.

Questa importante presa di posizione da una delle maggiori associazioni economiche svizzere, economiesuisse, va a sostegno dell’intera economia ticinese e delle nostre giustificate rivendicazioni. Va precisato che la tratta Lugano-Chiasso, anche senza un secondo tunnel al Gottardo, sarà in ogni caso presto confrontata con seri problemi di capacità, che devono essere affrontati tempestivamente. In particolare l’allacciamento alla rete autostradale italiana, e quindi il transito attraverso e oltre la frontiera di Chiasso, va ripensato e migliorato d’intesa con le autorità italiane. L’iniziativa AVANTI si propone di risolvere anche questi aspetti, e non mira certo a trasferire nel Mendrisiotto, regione già sovraccarica, le attuali code al San Gottardo. Va inoltre sottolineato che la presa di posizione di economiesuisse è condivisa all’unanimità da tutte le Camere di commercio, dell’industria e dell’artigianato della Svizzera.

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Turismo, cultura e…campanile

di Augusto Chicherio, Vice Presidente Federcommercio

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he il turismo in Ticino sia in piena crisi lo sanno ormai tutti. Gli aspetti negativi sono molti: il Franco svizzero che si rivaluta rispetto all’Euro e che contribuisce, con un doppio rincaro, a ridurre la competitività; le difficoltà nell’attraversare la galleria del S. Gottardo che aumentano notevolmente i tempi di percorrenza diminuendo l’attrattività; le strutture alberghiere che non sono state rinnovate e che non soddisfano più pienamente le esigenze del turismo di qualità; la mancanza di attrezzature adeguate quali i campi da golf, il parco acquatico, le piste ciclabili, la rete dei sentieri; la mancanza dello shopping serale che riduce l’attrattività delle località.

E questi sono solo alcuni dei motivi all’origine del calo dei turisti che soggiornano in Ticino. Di positivo il Ticino ha la bellezza e la varietà del territorio, oso ancor dire il clima, la tranquillità e la sicurezza, alcune manifestazioni culturali e ricreative che però, a mio avviso, devono essere potenziate e, o meglio coordinate. Il festival del film di Locarno è il buon esempio da imitare: ottimo richiamo, gran diffusione del nome di Locarno nel mondo, alberghi al completo per tutta la durata della manifestazione (quasi due settimane), senza contare l’affluenza di gente che rimane nelle terrazze dei locali

pubblici, o alla rotonda di Piazza Castello fino alle due, o magari le tre del mattino.

siamo così piccoli con i nostri trecentomila abitanti!

Il Ticino ha bisogno di manifestazioni di richiamo, almeno quattro nell’arco della stagione estiva, che sono d’importanza nazionale e internazionale come lo è il festival del film di Locarno e che cercano di raggiungere gli stessi risultati in fatto di frequenze e di durata di permanenza dei turisti.

È ancora un sogno pensare a manifestazioni importanti che, pur mantenendo un punto centrale in una città, si svolgano in località differenti così da offrire al turista un programma interessante e attrattivo per la durata di alcune settimane? Penso proprio di no. Ma è necessario lasciare il campanile locale e concentrarsi su una visione cantonale. Lo possono fare gli uomini di cultura? … O bisogna chiederlo agli Sponsor coscienti che una manifestazione, oltre che portare un auspicato arricchimento culturale per chi la segue, deve avere un risvolto economico per chi la sostiene ma anche per il commercio, i ristoranti, gli alberghi, i trasporti pubblici… e per finire magari anche indirettamente per le casse dello Stato.

E di manifestazioni interessanti in Ticino ce ne sono parecchie anche grazie alla buona volontà di numerose persone che lo fanno con passione. Ma purtroppo molte volte non sono coordinate e spesso si sovrappongono e si fanno concorrenza così da limitarne la riuscita. In Ticino si ha una visione troppo radicata nel locale, Lugano piuttosto che Locarno, Bellinzona piuttosto che Lugano…, e manca una visione cantonale. E sì che

Nuovi Soci Ccia-Ti Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a: • BENAZZO Consulting – Consulenza marketing – Origlio • Dr.iur. Marco MOLINO, Studio di consulenza – Savosa • NEMERIX SA, semiconduttori – Manno

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La Ccia-Ti in missione economica in Calabria

di Alessio Del Grande

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u invito dell’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia, il presidente della Ccia-Ti, Franco Ambrosetti e il direttore Claudio Camponovo, assieme ad Augusto Chicherio dell’Ufficio presidenziale e vice presidente della Federcommercio, dal 25 al 28 luglio sono stati in visita ufficiale in Calabria. Particolarmente calorosa l’accoglienza riservata alla nostra delegazione che è stata ricevuta dal presidente della Giunta Provinciale di Vivo Valentia, Ottavio Bruni, dall’assessore alle Politiche comunitarie Salvatore Vecchio e dai sindaci di numerosi Comuni. Vibo Valentia è una delle più giovani provincie italiane, istituita appena qualche anno fa anche grazie al nuovo decentramento amministrativo sta conoscendo un notevole sviluppo economico e turistico. Sulle sue coste, famose per alcuni centri turistici come Pizzo, Tropea, Capo Vaticano e Nicotera, in questi ultimi anni è stato realizzato il più alto numero di alberghi a quattro e cinque stelle della Calabria. Nella tre giorni vibonese, densa d’incontri con autorità politiche e rappresentanti degli ambienti economici, la delegazione della Ccia-Ti ha avuto modo di conoscere una realtà imprenditoriale e commerciale molto promettente, che oggi guarda con grande attenzione al mercato svizzero e ticinese. Particolare interesse ha suscitato la visita ad alcune aziende del settore agro-alimentare. Prima fra tutte l’industria della lavorazione del tonno, che proprio a Vibo Valentia, con la Callipo può annoverare uno dei più prestigiosi marchi interna-

da sinistra a destra Augusto Chicherio, Gaetano Luciano (dell’Amministrazione provinciale), Franco Ambrosetti, Bruno Callipo (titolare della ditta omonima), Claudio Camponovo

zionali. Alla Callipo, un’impresa che per la qualità e la diversificazione della produzione si è ormai affermata sui mercati europei, la delegazione ha potuto seguire tutte le fasi della lavorazione del tonno in un moderno stabilimento in cui l’antica maestria artigianale è coniugata con le più moderne tecnologie. Altrettanto interessanti sono state le visite alla MedioLat, specializzata nella produzione casearia e ad alcuni oleifici,“ Aziende dell’olio” di Limbadi e “Torri Galli” di Tropea, già molto apprezzati per l’extra vergine e l’olio biologico. Sempre nel suggestivo comprensorio di Capo Vaticano, la delegazione ha visitato due aziende di trasforma-

zione ortofrutticola, la “Santa Rita” e “Delizie Vaticane” che grazie ad un’intelligente valorizzazione dei prodotti locali stanno conoscendo un crescente successo. Non meno importante è stata la tappa sulla montagna vibonese, con la trasferta alla “Serfunghi” di Serra San Bruno, famosa per la lavorazione dei migliori porcini italiani, e alla “Monardo”, industria dolciaria di Soriano Calabro. A conclusione della visita, la Ccia-Ti, l’Amministrazione provinciale e gli imprenditori locali, hanno ribadito l’interesse e l’impegno per un’intensificazione dei rapporti commerciali tra il Ticino e Vibo Valentia.

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Segreto d’impresa e relazioni coniugali Tra moglie e marito non mettere... l’azienda concorrente. di Luca Albertoni

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ottrina e giurisprudenza in materia di disdetta abusiva sono abbastanza ricche e variate. Tuttavia ci sembra importante segnalare una sentenza del Tribunale federale (TF) dello scorso 22 aprile 2002, poiché essa tocca direttamente la sfera privata e quindi uno degli argomenti più delicati della materia. Il TF è in effetti stato chiamato a giudicare il caso di una donna licenziata perché il suo compagno (con il quale ha un bambino) era stato assunto quale dirigente in un’impresa concorrente. Le varie istanze giudiziarie cantonali avevano ritenuto non abusivo un simile licenziamento. Sostanzialmente è avvenuto quanto segue: la donna ed il suo compagno lavoravano nella stessa azienda X attiva nel campo della ricerca medica, lei in qualità di collaboratrice e lui quale direttore del settore informatico. Nel novembre del 2000 l’uomo comunica ai suoi superiori l’intenzione di cambiare posto di lavoro e a fine gennaio del 2001 egli assume la carica di direttore degli studi clinici di un’azienda americana concorrente Y fondata da tre ex-collaboratori della ditta X. Qualche giorno più tardi, la ditta X licenzia la compagna dell’uomo, liberandola dall’obbligo di presentarsi al lavoro e costringendola quindi a lasciare immediatamente l’azienda. A titolo di compensazione, l’impresa X versa alla donna, oltre al salario dovuto durante il periodo di disdetta, due mesi di stipendio supplementare, proponendole al contempo l’assistenza di un’agenzia di collocamento. Il TF ha ritenuto corrette le decisioni delle autorità cantonali, confermando che una tale disdetta non è abusiva. Nella sentenza in questione si rileva che la donna, pur non occupando una posizione gerarchicamente elevata, aveva accesso a dati sensibili concernenti nuovi medicamenti. Inoltre la nuova posizione del suo compagno in seno ad un’azienda concorrente rende-

va la situazione particolarmente delicata, soprattutto in ragione della spietata concorrenza riscontrabile nell’ambito della ricerca farmaceutica. Secondo il TF vi sarebbe infatti un maggiore rischio di violazione, anche involontario, dell’obbligo di riservatezza da parte della donna. Si può quindi asserire che il licenziamento è sostanzialmente avvenuto a titolo preventivo, visto che il datore di lavoro non aveva rimproveri particolari da muovere alla donna licenziata e il TF ha ritenuto tale modo di procedere accettabile, visti gli importanti interessi aziendali in gioco. La massima autorità giudiziaria ha così dato un’interpretazione abbastanza ampia all’articolo 336 capoverso 1 lettera a del Codice delle obbligazioni (CO). Secondo questa disposizione il licenziamento è abusivo e può giustificare il versamento di indennità specifiche se viene dato segnatamente “per una ragione intrinseca alla personalità del destinatario”. La stessa norma prevede però anche che il licenziamento non è abusivo se la menzionata ragione intrinseca è connessa con il rapporto di lavoro o pregiudica in modo essenziale la collaborazione nell’azienda. I giudici federali hanno ritenuto che la relazione esistente fra la donna ed il suo compagno diventato direttore di un’azienda concorrente era senz’altro connessa con il rapporto di lavoro ai sensi dell’articolo 336 capoverso 1 lettera a CO. Non è invece stato considerato rilevante il fatto che la donna aveva sì accesso a dati sensibili su nuovi medicamenti, ma che tali dati erano comunque noti ad una cerchia di circa 280 collaboratori su un totale di circa 500 impiegati. Secondo il TF, l’azienda X poteva far valere un interesse legittimo, poiché l’attività esercitata nell’ambito della ricerca medica non può prescindere dal mantenimento del segreto delle informazioni. Del resto, l’impresa prende sistematicamente tutte le precauzioni necessarie, vi-

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sto che fa firmare ai suoi collaboratori delle clausole di riservatezza e verifica eventuali conflitti di interessi al momento dell’assunzione di nuovi impiegati. La decisione del TF non ha evidentemente mancato di suscitare polemiche. C’è chi ritiene che la protezione del dipendente non sia sufficientemente garantita e che comunque l’applicazione dell’articolo 336 capoverso 1 lettera a CO debba essere limitata a casi estremi, tenuto conto che non sarebbe giusto licenziare una persona solamente a causa dell’esistenza di un rischio potenziale per la riservatezza degli affari dell’azienda. Pur condividendo che una simile giurisprudenza non vada applicata indiscriminatamente a tutte le situazioni che possono presentare un potenziale rischio di violazione del dovere di riservatezza, riteniamo però più condivisibile l’opinione secondo cui la sentenza in questione sia giustificata poiché il sempre maggiore coinvolgimento dei lavoratori nella vita dell’azienda e la crescente identificazione con il datore di lavoro portano quest’ultimo ad avere legittime aspettative riguardo al rispetto della fedeltà da parte del salariato. Il datore di lavoro deve poter evitare rischi importanti per lo sviluppo dell’impresa e non può attendere che questi rischi si realizzino. In una situazione come quella rilevata nella sentenza, sarebbe stato eccessivo esigere dal datore di lavoro di accettare un accresciuto rischio di violazione della confidenzialità. In ogni caso, nonostante questa sentenza, anche in futuro i tribunali non potranno comunque prescindere da una valutazione di tutti gli aspetti di una fattispecie concreta (settore professionale, posizione del dipendente, rilevanza del segreto aziendale, ecc.), per cui non vi sono ragioni di temere che gli interessi aziendali verranno messi sistematicamente su un piano superiore rispetto alla sfera privata dei dipendenti. Fino ad oggi non sono stati riscontrati molti casi di disdetta abusiva per una ragione intrinseca alla personalità del lavoratore. Lo conferma il fatto che, per la sentenza in questione, il TF non ha potuto fare capo ad una ricca giurisprudenza, visto che l’unico caso per certi versi paragonabile risaliva al 1984 e concerneva un’impiegata di una banca che aveva sposato un ex-collaboratore di uno degli uffici svizzeri dell’agenzia di stampa sovietica Novisti, chiusi in seguito ad un’ordinanza del Consiglio federale. Il rischio di violazione del segreto bancario era stato ritenuto sufficiente per giustificare il licenziamento.

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Il soccorso d’inverno: “la solidarietà fa crescere!”



Soccorso d’inverno TICINO

di Antonella La Rocca

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cambiamenti profondi che coinvolgono anche la nostra società rendono più difficile la situazione economica delle famiglie che, di conseguenza, si trovano a volte costrette a far capo alla sussistenza. Le categorie di persone maggiormente colpite sono famiglie monoparentali, famiglie giovani, anziani, giovani alla ricerca di lavoro e famiglie con un reddito insufficiente. Il Soccorso d’inverno Ticino, la sezione cantonale del Soccorso svizzero d’inverno, nato durante la crisi degli anni Trenta, non può risolvere questa difficile situazione sociale. Il suo scopo è infatti quello di intervenire a monte di una situazione strutturale di povertà, contribuendo a risolvere disagi finanziari puntuali e contingenti in modo da evitare che le persone che si trovano in situazioni simili non perdano fiducia nelle proprie risorse individuali. L’intervento del Soccorso d’inverno Ticino evita quindi alle famiglie in difficoltà temporanee di dover far capo al sostegno sociale cantonale, il cui ricorso causerebbe ulteriori costi ai Comuni e al Cantone, costi che si ripercuoterebbero sulla collettività. Il soccorso d’inverno Ticino aiuta gli abitanti del cantone a superare situazioni di disagio temporaneo principalmente mediante aiuti finanziari e prestazioni in natura. Inoltre fornisce alle famiglie e persone sole le informazioni necessarie per ottenere aiuti supple-

mentari e, tramite la sua attività di consulenza, favorisce progetti aventi lo scopo di limitare o eliminare le situazioni di disagio. Per poter eseguire i suoi compiti l’Associazione organizza, nel quadro della colletta nazionale, al minimo una volta all’anno, una raccolta di fondi presso la popolazione del Cantone. Si impegna inoltre a raccogliere altri fondi tramite collette, lasciti, donazioni e organizzando manifestazioni appropriate. Per poter continuare a prestare il suo prezioso aiuto, il Soccorso d’inverno deve però poter disporre di mezzi finanziari e, per questo motivo, fa un accorato appello al mondo imprenditoriale affinché contribuisca a finanziare questa importante attività. Anche sostenitori e volontari sono risorse fondamentali per l’associazione e sono quindi sempre i benvenuti!

Chi volesse mettersi in contatto con questa Associazione può rivolgersi a: Soccorso svizzero d’Inverno viale Stazione 2 6500 Bellinzona Tel. +41 91 825 92 55 www.soccorsodinverno.org

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Commercio estero

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Swiss Business Hubs: gli uffici dislocati della promozione economica per le PMI Svizzere All’estero, gli Swiss Business Hubs formano l’ossatura del Business Network Switzerland, ossia la rete attivata per promuovere l’economia esterna svizzera. Finora sono stati aperti 8 SBH. Essi sono stati impiantati nei paesi che hanno un’importanza particolare per l’economia svizzera d’esportazione. Questi uffici di collegamento del dispositivo svizzero sui mercati chiave hanno il compito di tessere una rete locale di relazioni e di informazioni con aziende private e istituzioni pubbliche in loco che possano interessare le aziende svizzere. I collaboratori degli hubs si dedicano esclusivamente a dei compiti di promozione economica estera al servizio delle PMI svizzere e del Liechtenstein. Ecco gli indirizzi degli Swiss Business Hubs: Austria Neuer Markt 4 A-1010 Wien Tel.: +43 1 512 79 50 Fax: +43 01 513 92 82 [email protected] Responsabile: Alex Becker Brasile c/o Consulado general da Suíça Av. Paulista 1754 4° andar, Edificio Grande Avenida, BR-01310-200 São Paulo / SP Tel.: +55 11 32 53 49 51 Fax: +55 11 32 53 57 16 [email protected] Responsabile: Roland Rietmann

Cina Sanlitun Dongwujie 3 1000600 Beijing - China Tel.: +86 10 6532 27 36 Fax: +86 10 6532 53 43 [email protected] Responsabile: Erwin Lüthi

Stati Uniti 737 N Michigan Avenue Suite 2301 Chicago, IL 60611-2615 USA Tel.: +1 312 915 0061 Fax: ++1 312 915 0388 [email protected] Responsabile: Martin von Walterskirchen

Germania Hirschstrasse 22 D-70173 Stuttgart Tel.: +49 711 22 29 43 29 Fax: +49 711 22 29 43 19 [email protected] Responsabile: Jürg Flühmann

Altri SBH verranno aperti prossimamente: Spagna (Madrid, ottobre 2002), Gran Bretagna (Londra, novembre 2002), Francia (Parigi, novembre 2002), Dubai (inizio 2003) e Polonia (Varsavia, inizio 2003). Sugli altri mercati, i partner del Business Network Switzerland sono le rappresentanze diplomatiche della Svizzera e le camere di commercio bilaterali.

Giappone 5-9-12 Minami Azabu, Minato-ku Tokyo 106-8589 - Japan Tel.: +813 3473 0121 Fax: ++813 3473 6090 [email protected] Responsabile: Hermann Escher India 102 Maker Chambers IV 10th floor, 222 Jamnalal Bajaj Marg, Nariman Point Mumbai 400 021 / India Tel.: + 91 22 288 45 63 Fax: ++91 22 285 65 66 [email protected] Responsabile: Joseph Koch Italia Via Palestro 2 I-20121 Milano Tel.: +39 02 7632 31 Fax: +39 02 78 1084 [email protected] Responsabile: Alessandra Modenese Kauffmann

Messaggio concernente l’accordo di libero scambio AELS - Singapore e l’accordo agricolo Svizzera - Singapore seco - Su proposta del Dipartimento federale dell’economia, il Consiglio federale ha approvato il 4 settembre 2002 il messaggio concernente l’accordo di libero scambio tra gli Stati dell’AELS e Singapore, come pure l’accordo agricolo tra la Svizzera e Singapore. È previsto che gli accordi saranno all’ordine del giorno della sessione di dicembre delle Camere federali. Essi dovrebbero entrare in vigore il 1° gennaio 2003. L’importanza per l’economia svizzera dell’accordo con Singapore risiede nelle garanzie, previste a livello contrattuale, di franchigia doganale per i beni industriali nonché di accesso al mercato e di trattamento nazionale in numerosi rami del terziario. Inoltre è la prima volta che in un accordo di libero scambio dell’AELS vengono regolamentati in modo dettagliato l’ammissione e la protezione degli investimenti. In questo modo, l’accordo migliora

Commercio estero la sicurezza giuridica e la prevedibilità delle condizioni quadro concernenti i nostri rapporti economici con questa piattaforma commerciale in Asia. Nel contempo, esso permette all’economia svizzera di usufruire di strumenti equivalenti a quelli a disposizione di concorrenti come Stati Uniti e Giappone, i quali hanno già concluso, o stanno negoziando, accordi di libero scambio con Singapore. L’accordo con Singapore è il primo concluso dagli Stati dell’AELS con un partner asiatico, e dopo quello con il Messico (in vigore dal 1° luglio 2001), è il secondo che oltre alla circolazione delle merci comprende, tra le altre cose, anche il commercio di prestazioni di servizio e gli investimenti stranieri: un campo d’applicazione molto vasto. Analogamente agli altri accordi di libero scambio dell’AELS, il commercio di prodotti agricoli è disciplinato da accordi bilaterali aggiuntivi tra i singoli Stati dell’AELS e Singapore. Singapore è un partner importante per la Svizzera, sia in ambito commerciale, sia per quanto concerne gli investimenti. Nel 2001 il valore delle esportazioni svizzere in quel Paese ammontava a 1,6 miliardi di franchi. Numerose aziende svizzere sono attive sul mercato di Singapore nel settore dei servizi. A fine 2000, gli investimenti diretti effettuati dalla Svizzera in questo Paese hanno raggiunto una somma superiore a 13 miliardi di franchi. Taiwan promuove le biotecnologie Taiwan rafforza la sua promozione delle società attive nella biotecnologia insediate sul suo territorio. Le aziende straniere attive in questo settore o nei settori ad esso collegati beneficiano anch’esse di trattamenti di favore, quali un tasso ridotto d’imposta fissato al 20%, inoltre lo Stato versa delle sovvenzioni per i costi di ricerca e di sviluppo, sovvenzioni che possono arrivare sino al 50% delle spese consentite. Le aziende di biotecnologia hanno inoltre accesso a crediti a tasso preferenziale (tra il 1,5% e il 2,875%). Per maggiori dettagli: www.biopharm.org.tw La Cina facilita i trasferimenti di tecnologia La Cina ha adottato nuove regolamentazioni relative ai trasferimenti di tecnologia. Le nuove prescrizioni si applicano in particolare ai servizi tecnici, al trasferimento di know-how, al trasferimento di

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brevetti e licenze, di diritti dei marchi e di proprietà industriale e all’esportazione di tecnologie. La nuova regolamentazione prevede che i contratti di trasferimento di tecnologia siano soggetti a registrazione presso le autorità locali (e, per i progetti di una certa importanza, presso il Ministero del commercio estero e dell’economia). L’obbligo di ottenere prima un’autorizzazione sussiste solo per le tecnologie sensibili, il cui commercio è regolamentato in modo restrittivo. Sono pure abrogate le disposizioni in applicazione delle quali i contratti d’importazione di tecnologia potevano essere conclusi solo per una durata massima di dieci anni e che i diritti versati al concedente straniero non potevano oltrepassare il 5% della cifra d’affari annua realizzata sul prodotto oggetto della licenza. Inoltre il licenziatario non ha più il diritto, al termine della durata della licenza, di sfruttare illimitatamente la tecnologia alla quale la licenza si riferiva. Australia: A Guide to the Market Il volume di 77 pagine intitolato “Australia: A Guide to the Market” fornisce dati statistici e informa sugli eventi e sulle regolamentazioni del mercato australiano. Questo opuscolo pubblicato dalla Chamber of Commerce and Industry of Western Australia CCIWA si focalizza sul regime d’importazione praticato nel paese e sui principali canali d’importazione e di distribuzione. Per consultare gratuitamente il testo integrale di questa guida, vi basta cliccare su www.cciwa.com/content/newsletter/20020731121624/gttm.pdf. La newsletter mensile della CCIWA (Trade Talk), che presenta le attualità succinte sul commercio e la vita economica (per l’Australia e il resto del mondo) è invece accessibile all’indirizzo www.cciwa.com/content/newsletter/20020731085003/ttaug.pdf. Se desiderate maggiori ragguagli, in particolare per quanto concerne le aziende impiantate nell’Australia occidentale: http://wacci. isa.net.au/ibd.php3 (International Business Directory Western Australia) Per ulteriori informazioni: Chamber of Commerce and Industry of Western Australia 180, Hay Street, East Perth, WA 6004 PO Box 6209, East Perth WA 6892 Tel.: +61 8 9365 75 55 Fax: +61 8 9365 75 50 [email protected] www.cciwa.com

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Il Venezuela aumenta l’IVA Il 1° settembre il Venezuela ha portato dal 14.5% al 16% il suo tasso IVA. Dal 1° gennaio 2003 un certo numero di prodotti finora esenti IVA saranno gravati da un tasso dell’8% (ad es. i biglietti aerei per i voli interni, i servizi medici e dentari forniti da istituti di sanità di diritto privato, la carte e gli alimenti concentrati destinati al bestiame). Ungheria/UE: liberalizzazione degli scambi di prodotti agricoli bns- In applicazione della nuova regolamentazione, l’Ungheria può esportare circa il 97% dei suoi prodotti agricoli verso l’UE in esenzione dazi. Per il rimanente 3%, i dazi doganali che sono stati negoziati sono molto bassi. Anche l’84% dei prodotti agricoli dell’UE potranno essere esportati in esenzione dazi verso l’Ungheria. Quest’ultima ha inoltre accordato all’UE delle concessioni commerciali per il 12% dei prodotti agricoli provenienti dall’UE. La Turchia crea una tassa speciale sul consumo La Turchia ha raggruppato diverse tasse e imposte speciali in un’unica tassa sul consumo (ÖTV ). Questa tassa speciale sul consumo va ad aggiungersi all’IVA che è generalmente percepita su certi beni e servizi al momento della loro importazione o della loro prestazione. Circa 210 prodotti saranno gravati da questa ÖTV e in particolare alcuni prodotti petroliferi o derivati dal gas naturale, i veicoli, i mezzi di trasporto aereo o navale, le bibite alcoliche, i tabacchi e i prodotti di lusso. Le entrate generate dall’ÖTV non dovrebbero superare quelle generate dalle tasse e dalle imposte appena soppresse.

Osec Business Network Switzerland Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] www.osec.ch

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Ostacoli alla libera circolazione dei servizi Un decennio dopo quello che avrebbe dovuto essere il completamento del mercato interno, occorre constatare l’esistenza di un notevole divario tra la visione di un’economia integrata per l’Unione europea e la realtà vissuta dai cittadini europei e dai prestatori di servizi. La complessità e la rigidità delle frontiere giuridiche che, per numerosi servizi, hanno rimpiazzato le frontiere fisiche e tecniche hanno una portata ben più ampia di quella che ci si sarebbe potuta attendere al momento del varo della nuova “strategia per i servizi”. Questa è la conclusione della relazione della Commissione europea, del 31 luglio 2002 su “Lo stato del mercato interno dei servizi”. Questo rapporto fornisce una lista esaustiva delle difficoltà che, secondo le aziende ed i consumatori, ostacolano il buon funzionamento del mercato interno e compromettono l’economia europea. Il testo completo della relazione della Commissione può essere consultata online all’indirizzo http://europa.eu.int/eurlex/it/com/rpt/2002/com2002_0441it01.p df Lancio del nuovo IPR-Helpdesk Il nuovo Helpdesk dei diritti della proprietà intellettuale è ora operativo. L’obiettivo principale di questo Helpdesk è di assistere gli imprenditori potenziali ed attuali che partecipano alla ricerca finanziata dalla Comunità e a dei progetti di sviluppo tecnologici sulle questioni rilevanti dal diritto della proprietà intellettuale nei progetti di ricerca internazionali. La Helpline dell’IPR-Helpdesk risponde alle vostre questioni entro 2-5 giorni feriali secondo la complessità della doman-

Speciale Unione europea

da/consulenza. Per ulteriori ragguagli: www.ipr-helpdesk.org/ IT/default.htm Comunicazione sull’utilizzo durevole dei pesticidi La Commissione europea ha adottato il 4 luglio una comunicazione nella quale espone una nuova strategia per ridurre l’impatto dei pesticidi sull’ambiente e la salute umana. Questa strategia mira a ridurre i rischi che rappresentano i pesticidi nel settore agricolo, per i consumatori e l’ambiente, mantenendo un buon rendimento. La comunicazione traccia un bilancio della regolamentazione dell’Unione europea in questo settore e presenta anche le misure applicate con successo da certi Stati membri e propone un certo numero di misure suscettibili ad essere integrate nella strategia tematica. Il testo “Towards a thematic strategy on the sustainable use of pesticides” può essere scaricato in formato pdf alla pagina http://europa.eu.int/eurlex/en/com/pdf/2002/com2002_0349en0 1.pdf Altre informazioni su questo tema: http://europa.eu.int/comm/environment/ppps/home.htm Nuova pubblicazione della Banca centrale europea “Financial sectors in EU Accession Countries” La Banca centrale europea ha pubblicato il 19 agosto 2002 un opuscolo in inglese intitolato “Financial sectors in EU Accession Countries”. Esso descrive la struttura ed il funzionamento delle finanze nei 12 paesi in via d’adesione all’UE: Bulgaria, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia.

La pubblicazione dedica un capitolo ad ogni paese e dà una panoramica del sistema bancario di ognuno di essi. L’opuscolo è gratuito e può essere ordinato all’indirizzo: European Central Bank Press and Information Division Kaiserstrasse 29 D-60311 Frankfurt am Main Fax: +49 69 1344 7404 La versione elettronica può essere scaricata dal sito www.ecb.int/press/02/ pr020 819.html Nuova guida FIN-NET per i reclami dei consumatori di servizi finanziari La Commissione europea ha pubblicato una nuova guida dei consumatori su FINNET, la rete per i reclami dei consumatori di servizi finanziari. La nuova guida, intitolata “Risoluzione extragiudiziale delle liti transfrontaliere nel settore dei servizi finanziari: guida al consumatore” si propone di aiutare i consumatori su: cosa fare in caso di lite con un prestatore di servizi finanziari transfrontalieri, quali sono le procedure vigenti nell’UE e nel SEE per la risoluzione extragiudiziale delle controversie in materia finanziaria come funziona FIN-NET, la rete di cooperazione fra organi nazionali di risoluzione delle controversie nel settore dei servizi finanziari e quali sono i punti di contatto dei sistemi nazionali che partecipano a FIN-NET. La guida può essere consultata all’indirizzo http://finnet.jrc.it/doc/it-FINNET-GUIDE.pdf Per ulteriori informazioni potete consultare il sito: http://europa.eu.int/comm/ internal_market/en/finances/consumer/index.htm

Speciale Unione europea Lancio del sito relativo alle domande di registrazione dei prodotti di qualità. Dal 27 agosto 2002, le domande di registrazione di un prodotto come “denominazione di origine protetta” (DOP), “indicazione geografica protetta” (IGP) e “specialità tradizionale garantita” (STG) potranno essere consultate sul sito internet della DG Agricoltura. Questo nuovo servizio vuole contribuire ad una maggiore trasparenza, semplificazione ed efficacia nelle procedure di consultazione che precedono la registrazione di una DOP, IGP o STG. Le regole applicabili alla protezione di indicazione geografica e di denominazione d’origine dei prodotti agricoli e delle derrate alimentari (Regolamento (CEE) n° 2081/92 del Consiglio del 14 luglio 1992 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agricoli e delle derrate alimentari) e le regole applicabili alle attestazioni di specificità dei prodotti agricoli e delle derrate alimentari (Regolamento (CEE) n° 2082/92 del Consiglio del 14 luglio 1992 relativo alle attestazioni di specificità dei prodotti agricoli e delle derrate alimentari) prevedono che sei mesi prima della registrazione finale di un prodotto, la Commissione europea debba pubblicare le principali caratteristiche della domanda sulla Gazzetta Ufficiale delle CE. Tale pubblicazione instaura il diritto di sollevare obiezioni contro la domanda di registrazione in oggetto. Per facilitare la consultazione delle domande pubblicate nei diversi numeri della Gazzetta Ufficiale, tutte le registrazioni in sospeso possono essere consultate all’indirizzo http://europa.eu.int/comm/agriculture/foodqual/protec/firstpub/index_it.ht m L’elenco dei prodotti già protetti è invece disponibile alla pagina http://europa. eu.int/comm/agriculture/foodqual/quali1_it.htm I testi dei regolamenti 2081/92 e 2082/92 possono essere acquistati presso il nostro Segretariato. Regime comunitario per nuovi prodotti alimentari La Direzione generale per la Salute e per la Sicurezza dei consumatori (Commissione europea) ha pubblicato una pagina web dedicata al regime comunitario per i nuovi prodotti alimentari (come ad esempio quelli contenenti OGM) commercializzati in Europa dopo il 1997. Tali prodotti, al fine di garantire il più alto grado di protezione per la salute dei consumatori, devono

essere sottoposti ad una severa valutazione di sicurezza. Informazioni (in lingua inglese):http://europa.eu.int/comm/food/ fs/novel_food/nf_index_en.html Direttiva sull’etichettatura dei generi alimentari contenenti caffeina o chinino Un recente provvedimento relativo al settore alimentare è la direttiva 2002/67CE del 18 luglio 2002 (pubblicata sulla GUCE L 191 del 19.7.2002), che stabilisce delle regole specifiche per l’etichettatura dei prodotti alimentari contenenti caffeina o chinino. In particolare, il chinino e la caffeina dovranno essere indicati con la loro indicazione specifica nell’elenco degli ingredienti utilizzati e se la caffeina è presente in proporzione superiore ai 150 mg/l sull’etichetta dovrà comparire l’indicazione “tenore elevato di caffeina”. Tali disposizioni non si applicano però alle bevande a base di caffè o tè, la cui denominazione di vendita contenga già i termini “caffè” o “tè”. Gli stati membri devono adottare le disposizioni di recepimento della direttiva entro il 30 giugno 2003, in modo da autorizzare il commercio di prodotti conformi alla direttiva a partire al più tardi dal 1° luglio 2003. Il divieto al commercio dei prodotti non conformi scatterà invece solo a partire dal 1° luglio 2004. Il testo della direttiva è in vendita presso il nostro Segretariato. Nuovi limiti di migrazione dei materiali plastici destinati al contatto con alimenti La direttiva 2002/72/CE della Commissione, del 6 agosto 2002, relativa ai materiali e agli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, pubblicata sulla GU L 220 del 15 agosto 2002, è volta a consolidare, in termini di chiarezza e razionalità, i precedenti provvedimenti adottati in materia. Con la nuova direttiva viene ulteriormente stabilito che i materiali e gli oggetti in materia plastica allo stato finito, non devono cedere i loro costituenti ai prodotti alimentari in quantità superiori a 10 mg per decimetro quadrato di superficie del materiale o dell’oggetto (limite globale di migrazione). Tuttavia tale limite è pari a 60 mg di sostanza ceduta per chilogrammo di prodotto alimentare (mg/kg) nei seguenti casi: oggetti che siano recipienti o siano assimilabili a recipienti che possano essere riempiti, di capacità non inferiore a 500 ml e non superiore a 10 l, oggetti che possono essere riempiti ma dei quali non è possibi-

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le determinare l’area della superficie di contatto con il prodotto alimentare; coperchi, guarnizioni, tappi o altri dispositivi di chiusura simili. La direttiva dà inoltre una chiara definizione di “materia plastica: un composto macromolecolare organico ottenuto per polimerizzazione, poliaddizione o qualsiasi altro procedimento simile da molecole di peso molecolare inferiore, ovvero per modifica chimica di macromolecole naturali. A questi composti macromolecolari possono essere aggiunte altre sostanze o materiali. Non sono considerate materie plastiche: le pellicole di cellulosa rigenerate, verniciate e non verniciate, contemplate dalla direttiva 93/10/CE della Commissione; i materiali elastomeri e le gomme naturali e sintetiche; le carte e i cartoni che siano o non siano modificati mediante aggiunta di materia plastica; i rivestimenti di superficie ottenuti da cere, paraffine, anche sintetiche e/o da cere microcristalline, miscele di cere tra loro e/o con materie plastiche; le resine scambio ionico; i siliconi. Ferma restando la facoltà della Commissione di adottare altri provvedimenti in materia, la presente direttiva non si applica ai materiali e oggetti composti di due o più strati, di cui almeno uno non è costituito esclusivamente di materia plastica, anche se quello destinato a venire a contatto diretto con i prodotti alimentari è costituito esclusivamente di materia plastica. Per verificare l’osservanza dei limiti di migrazione si applicano le disposizioni delle direttive 82/711/CEE e 85/572/CE e le ulteriori disposizioni di cui all’allegato 1 della stessa direttiva. La direttiva contiene anche un elenco provvisorio degli additivi che possono essere impiegati. Le sostanze non elencate nella direttiva continuano ad essere regolamentate dalle leggi nazionali in attesa di una decisione circa il loro eventuale inserimento nell’elenco comunitario. Il testo della direttiva è in vendita presso il nostro Segretariato al prezzo di CHF 67.50.

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Votazioni

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Dare solidità all’assicurazione contro la disoccupazione

Il 24 novembre si vota sul referendum che si oppone alla revisione della LADI

di Stefano Modenini, responsabile economiesuisse Lugano

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erso la metà degli anni novanta sono state adottate misure urgenti – fra cui l’aumento del premio sui salari per finanziare l’Assicurazione contro la disoccupazione (LADI) dal 2 al 3 % e un premio straordinario dell’1 % sui redditi elevati - per rispondere al forte tasso di disoccupazione in Svizzera e al crescente indebitamento dell’assicurazione contro la disoccupazione. Mentre la cifra dei disoccupati aveva superato abbondantemente le duecentomila unità, il disavanzo della LADI era giunto a sfiorare i 9 miliardi di franchi. Queste misure avevano permesso fra l’altro di ridurre il disavanzo di questa assicurazione. Il miglioramento della situazione economica negli ultimi anni – ma recentemente il tasso di disoccupazione in Svizzera è tornato comunque a salire – e la ripresa congiunturale hanno stimolato pure il miglioramento della situazione sul mercato del lavoro. La riforma della LADI approvata lo scorso marzo dalle Camere federali e oggetto di un referendum, anticipa sostanzialmente di un anno, all’inizio del 2003, la conclusione di quelle misure urgenti che vanno a scadere alla fine del prossimo anno. La riforma riduce quindi il prelievo sui salari destinato a finanziare la LADI dal 3 al 2 %, liberando 1 miliardo di franchi a vantaggio delle tasche dei contribuenti e mantenendo nella sostanza inalterato il livello delle prestazioni per chi deve purtroppo far fronte ad un periodo di disoccupazione.

La terza revisione della LADI instaura una solidarietà meglio mirata. Le prestazioni contro la disoccupazione sono rafforzate per i gruppi della popolazione più esposti: le persone oltre i 55 anni di età (che potranno beneficiare di indennità di disoccupazione per 520 giorni), i beneficiari di rendite di invalidità e dell’assicurazione contro gli infortuni, le famiglie e gli ammalati. Parallelamente, i Cantoni più colpiti dalla disoccupazione potranno creare prestazioni adattate alla loro situazione – ad es. un periodo d’indennità maggiore – e finanziate parzialmente dalla Confederazione.

Per garantire questo livello di prestazioni, occorre un nuovo sistema di finanziamento che sia meno sensibile all’evoluzione congiunturale e che tenga conto di un numero medio di disoccupati più elevato di quello in vigore prima degli anni novanta. Le entrate riscosse con un’aliquota di contribuzione del 2 % e la partecipazione fissa della Confederazione e dei Cantoni devono garantire il futuro della LADI.

Tuttavia, se il debito dell’assicurazione contro la disoccupazione dovesse superare un certo limite, il Consiglio federale potrà reintrodurre un contributo di solidarietà dell’1% al massimo sugli alti redditi, che andrebbe invece a cadere con la conclusione delle misure urgenti alla fine del 2003. Per le persone al di sotto dei 55 anni di età verrà ridotto il limite massimo delle indennità di disoccupazione a 400 giorni. Prevedendo tale limite per tutti, la revisione della legge migliora il sistema esistente sino al 1997, che modulava la durata delle indennità fra 150 e 400 giorni, in funzione dell’età dei disoccupati e vi aggiungeva specifiche indennità legate alla partecipazione a misure di reinserimento. La terza revisione della LADI vuole pure dare una risposta concreta al possibile fenomeno del “turismo della disoccupazione” che potrebbe essere generato dall’introduzione della libera circolazione delle persone fra Svizzera e Unione europea: il periodo minimo di contribuzione per poter usufruire delle prestazioni della LADI sale così da 6 a 12 mesi. Il referendum lanciato contro la terza revisione della LADI ha un sapore prettamente ideologico. Esso è ancor più sbagliato e non fa gli interessi di chi ha la sventura di vivere l’esperienza della disoccupazione. La revisione della LADI ha infatti l’obiettivo di garantire la sopravvivenza di questa assicurazione a medio e lungo termine, mantenendo prestazioni a sostegno dei disoccupati che non hanno paragone negli altri paesi industrializzati.

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Vita dei soci

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Il migliore meccanico auto della Svizzera è di Friborgo Il 27 agosto 2002, Christian Dafflon di Farvagny (FR) ha vinto la quarta gara nazionale a Biasca, valida per il Campionato Mondiale delle Professioni (CMP) come migliore meccanico auto della Svizzera, qualificandosi quindi per il CMP in giugno 2003 a San Gallo come rappresentante della Svizzera nella professione 33 (meccanico auto), dove gareggerà contro più di 20 concorrenti provenienti da tutto il mondo. In questo Campionato Mondiale delle Professioni, la Svizzera ha già ottenuto numerosi successi. di Aldo Stoffel

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l 26/27 agosto 2002, 18 meccanici di sesso maschile e 2 meccanici auto di sesso femminile, che da poco hanno concluso il loro esame di fine apprendistato, hanno partecipato alla quarta gara di selezione nazionale per il CMP presso il Centro di formazione di Biasca. Il migliore meccanico auto della Svizzera è Christian Dafflon (1982) di Farvagny (FR). Il secondo posto è stato ottenuto da Thomas Gisler (1982) di Mühlethal (AG) e il terzo posto da Nicolas Filipponi (1981) di Orselina (TI). I lavori corrispondevano all’esame pratico di fine apprendistato per meccanici auto. La competenza tecnica, la precisione dei lavori e la resistenza sono stati i criteri determinanti per i 20 specialisti preselezionati provenienti da tutta la Svizzera. I candidati per l’anno della competizione 2003 non devono aver compiuto il 22esimo anno d’età. In giugno 2003 a San Gallo, il miglior svizzero rappresenterà il Paese al 37° Campionato Mondiale delle Professioni. Buone possibilità per la Svizzera al 37° CMP nel 2003 a San Gallo Al Campionato Mondiale delle Professioni, la Svizzera ha già ottenuto diversi successi. Nel 1997, il ventunenne Michael Matti di Bärau ha vinto la medaglia d’argento nella professione 33 (meccanico auto). Nel 1999 a Montreal (Canada), Stefan Felber di Altdorf (UR) è stato premiato con un diploma (10° posto). Nel 2001, al 36° CMP di Seoul (Corea), Andreas Bühler di Lichtensteig (SG) è stato eletto

terzo miglior meccanico auto del mondo, avendo ottenuto il terzo posto con 539 punti gareggiando contro 24 concorrenti. La partecipazione della Svizzera a una tale competizione promuove la qualità della formazione professionale di giovani meccanici auto svizzeri contribuendo quindi al miglioramento qualitativo delle prestazioni degli specialisti. A San Gallo si prevedono più di 150.000 visitatori I Campionati Mondiali delle Professioni esistono dal 1950. La prima competizione si è svolta in Spagna e aveva l’obiettivo di favorire l’artigianato dopo la Seconda

Guerra Mondiale. Dal 1953, la Svizzera è membro dell’Organizzazione Mondiale, chiamata oggi WorldSkills. Nel 1968, per la prima volta la competizione è stata organizzata in Svizzera (Berna). Nel 1997, il Campionato si era già svolto a San Gallo e l’anno scorso in Corea (Seoul). Nel mese di giugno del 2003 si svolgeranno nuovamente a San Gallo, poiché gli Emirati Arabi Uniti hanno sorprendentemente ritirato la loro candidatura per lo svolgimento dei Campionati. Sono attesi circa 700 giovani da 37 Paesi che gareggeranno in 39 diverse professioni. Da tutta la Svizzera e dai Paesi limitrofi si prevedono più di 150.000 visitatori nell’area OLMA.

Vita dei soci

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State spremendo il succo? …un concentrato di vitamine per la vostra comunicazione

di Claudio Naldi, Partner & MD treelogix media SA

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i trovate di fronte a due pubblicità per dei ferri da stiro tecnicamente uguali e che offrono le stesse caratteristiche: “Il nostro ferro ti permette di stirare le tue camice in 10 minuti al posto che 20”. “Il nostro ferro ti permette di passare 10 minuti in più al giorno con i tuoi bambini”. Anche se il risultato è lo stesso quale scegliereste? Sicuramente il secondo visto che mostra il beneficio per la casalinga di passare più tempo con i propri figli, inoltre la motivazione per l’acquisto o la prova, in questo caso è molto più alta che nel primo. Da questo semplice esempio possiamo capire quale sia l’approccio alla comunicazione che caraterizza il modo di operare di treelogix, spiegato da Claudio Naldi uno dei partner della società: treelogix è una giovane agenzia di comunicazione aziendale integrata che si presenta sul mercato in modo creativo, innovativo e dinamico. In breve tempo siamo riusciti a crearci una rete di partner commerciali per i quali realizziamo progetti di comunicazione sia in ambito dei media tradizionali che interattivi. La nostra agenzia si distingue per il suo network di competenze, disponibili sia internamente che esternamente alla società, grazie a diverse collaborazioni sia in Ticino che all’estero e ad una fitta rete di freelance tutti specializzati nelle sin-

gole aree di attività da noi offerte. Questo aspetto ci permette di creare dei team di lavoro dinamici e flessibili secondo le reali esigenze del cliente, potendo così offrire delle soluzioni altamente professionali e ad alto valore aggiunto. Il nostro “modus operandi” ha come obiettivo la ricerca dei benefici e vantaggi dei clienti. Questa impostazione ci differenzia dalle altre agenzie e ci permette di realizzare progetti di comunicazione sia tradizionale che interattiva orientati al successo e alla soddisfazione del cliente. L’importanza dei vantaggi e dei benefici nella comunicazione L’esempio dei ferri da stiro mostra in modo semplice e pratico il nostro approccio alla comunicazione. Questa è esattamente l’impostazione che treelogix e tutto il suo team ha nella realizzazione di qualsiasi progetto. L’esecuzione viene sempre fatta pensando ai benefici economici e d’immagine del cliente. Come? Mettendoci nei suoi panni o meglio nei panni dei clienti destinatari della comunicazione. È nostro compito aiutare il cliente ad individuare questi aspetti se non sono ancora noti, per questo motivo lavoriamo molto con i reparti di marketing e con i dirigenti perché sono loro che conoscono meglio la visione e le strategie aziendali, per le quali noi dobbiamo realizzare i progetti di comunicazione. Solo in questo modo possiamo realizzare dei progetti a valore aggiunto, dallo studio di un’immagine aziendale, un logo, una

brochure alla realizzazione di un’applicazione in ambiente web. Questo approccio ci ha permesso di lavorare per aziende svizzere ed estere fra le quali possiamo citare: Grünenfelder SA, Quartino - Valcambi SA, Balerna - Metallux SA, Mendrisio - World Trade Center, Agno - Castello di Ama spa, Gaiole in Chianti - IPQ Tecnologie, Monza - MTA srl, Milano - Microplast SA, Caslano - TriStar Electronics Europe SA, Bioggio - Finorafa SA, Chiasso oltre che a diversi studi legali e fiduciarie ticinesi. treelogix offre inoltre diversi prodotti informatici sviluppati in ambito web per l’ottimizzazione della comunicazione e dei processi aziendali, fra questi: INFOTREE (sistema redazionale online, content management); CONTENS (content management enterprise); TREEGEST (sistema gestionale online), TREEJOB (sistema ASP per la gestione dei curriculum vitae). Il team di treelogix è inoltre sempre pronto ad intraprendere nuove sfide, per ulteriori informazioni inerenti la società si invita a visitare il sito internet www.treelogix.com

treelogix media SA Centro nord-sud 2c 6934 Bioggio Tel. 091 600 27 33 [email protected] www.treelogix.com

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

L’impiegato postale non deve diventare un banchiere-droghiere cartolaio-cioccolataio

di Antonella La Rocca – traduzione libera del comunicato di Centre patronal vaudois

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n questi ultimi anni La Posta sta suscitando molte discussioni: chiusura di alcuni uffici, aumento del prezzo delle prestazioni, ingrandimento dei suoi “servizi liberi” secondo l’espressione consacrata dalla legge. Essa è stata oggetto di numerosi interventi parlamentari e il Consiglio federale sta per consacrare un rapporto intitolato “Vista d’insieme sull’evoluzione futura del mercato postale in Svizzera”, al quale è stato aggiunto un Messaggio relativo alla modifica della Legge federale sull’organizzazione della Posta. Questi documenti costituiscono una sintesi della situazione, con un’analisi dei risultati del gigante giallo dopo il 1998, e formulano tre proposte per il suo futuro. A questo riguardo si constata che La Posta estende i suoi campi di attività “non postali”, quando i conti 2001 si sono chiusi con un profitto di 194 milioni di franchi calpestando settori non proprio di sua pertinenza. Questo risultato in ogni caso non è giudicato dalla Posta sufficiente per assicurare un assetto finanziario corretto. La Posta sviluppa molti servizi liberi: il commercio elettronico, per esempio, ma anche alcuni servizi che suscitano aspre reazioni, particolarmente per quel che concerne le attività bancarie con l’UBS e per la vendita d’articoli al dettaglio. L’idea di banca postale era stata abbandonata l’autunno scorso. In effetti la procedura di consultazione aveva fatto

sorgere reticenze tali per cui il Consigliere federale Moritz Leuenberger aveva dovuto rinunciarvi. Egli aveva invece immediatamente annunciato che La Posta poteva “sviluppare la sua offerta nel quadro delle cooperazioni con degli istituti bancari”.

struttura”. Secondo il Consiglio federale, La Posta ormai può vendere tutto ciò che vuole “su mandato di terzi”. Questa interpretazione della legge fa indignare i commercianti al dettaglio. A ragione: si dubita fortemente che questa fu l’intenzione del legislatore.

Il rapporto pubblicato recentemente evoca i seguenti servizi: “ipoteche immobiliari per la clientela privata e, per la clientela commerciale, crediti in conto corrente e prestiti a tasso fisso”.

Per l’una e l’altra di queste due attività contestate si pone la problematica delle sovvenzioni incrociate: un aiuto concesso all’attività monopolistica non deve avvantaggiarla rispetto all’iniziativa privata, sarebbe altrimenti una netta distorsione della concorrenza.

La vendita di articoli al dettaglio ha già provocato molte reazioni. Tra le quali quella del Consigliere nazionale Christian Speck che la scorsa primavera ha interpellato il Consiglio federale per una questione ordinaria. La prima domanda rinvia alla legalità di un’espansione della Posta in ambiti estranei alle sue attività. L’articolo 9 della Legge federale sulla posta prevede che “La Posta può offrire in Svizzera e all’estero altri prodotti e prestazioni che rilevano dei servizi postali o dei servizi di pagamento, così come i prodotti e le prestazioni direttamente connesse o prodotti e prestazioni su mandato di terzi, a condizione di poterlo fare nell’ambito dell’utilizzazione ordinaria dell’infrastruttura.” È su questa seconda possibilità che si basa il Consiglio federale: “La Posta è autorizzata a proporre su mandato di terzi dei prodotti e delle prestazioni adattate ad un utilizzo ordinario della sua infra-

Il Consiglio federale dice bene affermando che una contabilità analitica dimostrerebbe che La Posta non beneficia di tali sovvenzioni. Non vi è dubbio che la vendita del cioccolato o dei prestiti ipotecari allo sportello beneficia di una rete prestabilita che permette di offrire dei servizi a minor costo, vantaggio di cui non godono i concorrenti. Inoltre La Posta beneficia, grazie al suo monopolio, di un passaggio di clientela molto privilegiato. La Posta non deve diventare un bazar. Essa deve certamente garantire un servizio universale ed è vero che attraverso la liberalizzazione in corso, non è affatto un compito facile. Deve raggiungere i suoi obiettivi razionalizzando la sua rete e le attività che le sono proprie, piuttosto che, approfittando del suo posizionamento sul mercato, esercitare delle nuove attività “extrapostali”.

Servizi della Ccia-Ti

Giornata Cantonale delle Nuove Imprese

Ticino Business

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Dipartimento delle finanze e dell’economia

di Alessia Romano

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l Dipartimento delle finanze e dell’economia in collaborazione con la Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino (Ccia-Ti), l’Associazione Industrie Ticinese (AITI), l’Osec Business Network Switzerland (Osec), l’Università della Svizzera Italiana (USI) e la Scuola Universitaria Professionale (SUPSI), Ticino Informatica e la Banca Stato stanno organizzando la seconda edizione della “Giornata Cantonale delle Nuove Imprese” che si svolgerà presso il Palazzo dei Congressi di Lugano il 15 novembre prossimo a partire dalla ore 14.00. L’obiettivo generale della giornata è quello di promuovere, sostenere e rendere visibili for-

Iscrizioni entro il 11 novembre 2002 presso il Dipartimento delle finanze e dell’economia Sezione della promozione economica (SPEL) Sig.ra Lucia Noseda Via S.Franscini 17, 6501 Bellinzona Tel. +41 091 814 44 57 Fax +41 091 814 35 15 [email protected]

me di nuova imprenditorialità che intendono puntare, per il perseguimento del successo imprenditoriale ed economico, su fattori come la centralità dello sviluppo del capitale cognitivo e del capitale sociale o la valorizzazione di elementi quali la diversità. La manifestazione è incentrata sulla presenza e la testimonianza diretta di alcune aziende rappresentative di quattro settori di punta per l’economia del nostro Cantone: elettronica e meccatronica, chimico-farmaceutico e biotecnologie, nuovi materiali e design, logistica. La Giornata Cantonale delle Nuove Imprese intende far emergere l’immagine di un Ticino imprenditoriale che innova e che rinnova.

La manifestazione nasce dunque con la missione di sostenere la spirale dei processi innovativi, e conseguentemente la capacità competitiva delle imprese già esistenti e quelle di nuova costituzione. Infatti per ogni settore economico verranno presentati i modelli di sviluppo vincenti di nuove aziende e di aziende con una consolidata esperienza e tradizione che hanno recentemente realizzato e sviluppato prodotti innovativi. Per conseguire questo obiettivo alle circa 30 imprese che parteciperanno alla manifestazione sarà messo a disposizione uno spazio espositivo.

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Ticino Business

Servizi della Ccia-Ti

WATSYSTEM SA alla ricerca di partners ticinesi

di Patrizia Villa

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a Ccia-Ti organizza l’8 ottobre con inizio alle ore 17h00, nella Sala conferenze in Corso Elvezia 16 a Lugano, la presentazione d’un progetto di insediamento in Ticino di un’attività particolarmente innovativa: WATSYSTEM. Il gruppo Kyne Ltd, composto da 10 aziende italiane ed estere e rappresentato in Ticino dalla Fiduciaria Fideco di Lugano, ha sviluppato durante gli ultimi due anni il Watsystem, un software multilingue innovativo che permette alle aziende utilizzatrici di iniziare, gestire e portare a termine tramite Internet qualunque transazione commerciale, (offerta, conferma, consegna e pagamento) utilizzando un linguaggio ed una modulistica comuni, in un ambiente protetto dai più alti standard di sicurezza disponibili. La versione di base del Watsystem, che ha comportato un investimento di 1,6 milioni di Euro per il suo sviluppo è attualmente in fase di Beta Test in Italia. La distribuzione del sistema avviene attraverso una catena commerciale basata sulla figura degli Assegnatori : Assegnatori Bancari, che lo propongono ai loro clienti. Bancaperta, responsabile dei sistemi informatici del Gruppo Credito Valtellinese ha deciso di promuovere il Watsystem presso le banche del Gruppo entro la fine dell’anno. Assegnatori Convenzionali (associativi e professionali). Uno dei più importanti eMarket Place internazionali con sede in Italia, Gateway to Italy, sul quale sono oggi presenti più di 4’000 imprese italiane

ed internazionali, ne sta assicurando la distribuzione presso i suoi aderenti. Assegnatori Operativi (utilizzo diretto): Eutron SpA, importante società italiana, leader europeo nelle nuove tecnologie di autenticazione in ambito e-business, ne ha deciso l’utilizzo per proprio conto. I responsabili del Gruppo Kyne hanno recentemente preso contatto con operatori economici ticinesi e con la Sezione della promozione economica del Dipartimento delle finanze e dell’economia, in vista della costituzione in Ticino di una società, la Watsystem SA, a cui sarebbe conferita la totalità degli assets del gruppo, destinata a diventare quindi la capogruppo a tutti gli effetti, per il proseguimento dello sviluppo del prodotto e della commercializzazione, in particolare sul mercato internazionale. La Ccia-Ti, nel quadro della sua missione di animazione dell’economia locale, in vista di nuovi insediamenti e di possibili partnership con operatori ticinesi, organizza l’8 ottobre nei suoi locali una presentazione del progetto, particolarmente destinata al mondo bancario ticinese, per identificare eventuali partner finanziari, interessati ad una presa di partecipazione nella nuova società, in vista di uscita e riacquisto di detta partecipazione, nel più classico degli schemi di merchant banking. Questa presentazione rientra nel quadro di una riflessione attualmente condotta dalla Ccia-Ti, insieme con la Sezione della promozione economica del Dipartimento delle finanze e dell’economia, l’Osec Business Network Switzerland ed alcuni operatori

Andrea Benazzo

privati, sulla promozione del Ticino in Italia come un vero e proprio “Business Partner” per imprese italiane interessate a svilupparsi sul mercato internazionale, utilizzando le competenze e le strutture disponibili a tal fine nel Cantone. Una prima presentazione di questo concetto (vedi www.isiboticino.com) in Italia avrà luogo presso la Cciaa di Parma a fine novembre, all’iniziativa della Benazzo Consulting. Per ogni ulteriore informazione ed iscrizioni alla presentazione Watsystem, si prega rivolgersi a: Benazzo Consulting Tel. 091 945 04 76 Fax 091 945 04 78 [email protected]

Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

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Certificati d’origine e Carnets ATA Novità e consigli pratici per l’emissione corretta di documenti

di Luciana Muggiasca

2. Carnets ATA

1. Certificati e attestazioni d’origine Il certificato d’origine (CO) pone sovente dei problemi in fase di negoziazione d’un credito perché non conforme a quanto richiesto nella lettera di credito. Consigliamo di verificare attentamente, a ricezione d’una L/C, se quanto richiesto è realizzabile. In caso contrario conviene richiedere un amendamento della L/C per evitare eventuali riserve della banca emittente, con il rischio che il cliente finale rifiuti il ritiro della merce. Questo comporta quindi importanti costi per l’esportatore. In quanto servizio di legalizzazione, la CciaTi è tenuta a seguire scrupolosamente disposizioni ben precise e disciplinate dall’ordinanza federale. La procedura si complica ulteriormente quando siamo chiamati a vistare un certificato d’origine sulla base d’un CO d’un fornitore estero. In questi casi la Ccia-Ti deve imperativamente riprendere esattamente quanto figu-

ra sul CO del fornitore senza poter effettuare eventuali aggiunte del tipo: • Tipo merce esclusivamente di origine… • Merce totalmente di origine… Inoltre se nel CO del fornitore figura quale paese d’origine la menzione “Comunità Europea” la Ccia-Ti non può assolutamente specificare altro. Se l’esportatore ticinese ha bisogno che nel CO figuri la menzione “Comunità Europea – Italia” bisogna quindi che nel CO del fornitore figuri la medesima dicitura sull’origine. In questo modo si eviteranno situazioni di disagio che creano contrattempi e discussioni inutili. Si ricorda inoltre che sul CO deve pure essere indicato il tipo della merce esportata in modo comprensibile, pur accettando alcune abbreviazioni per questioni di praticità e di spazio. Per contro la dicitura del tipo “vedi fattura no … del …” non è accettata perché in contrasto con le vigenti disposizioni a riguardo.

A partire dal 18 dicembre 2002 entrerà in vigore un nuovo modello di carnet ATA, con formato A4. E’ pure stato deciso un periodo di transizione di due anni, a contare dalla data dell’entrata in vigore, per consentire di liquidare i vecchi formulari. L’uso del nuovo Carnet ATA sarà quindi obbligatorio a partire dal 18 dicembre 2004. Rammentiamo ai titolari di Carnets ATA che il suo utilizzo è valido unicamente per fiere ed esposizioni ufficiali. Inoltre il nome della fiera deve essere inserito nel carnet al punto C – utilizzazione prevista del carnet. Non è permesso utilizzare il carnet ATA per esposizioni in locali privati o alberghi, allo scopo di vendere la merce, in quanto questo non rientra negli obiettivi della Convenzione. Per qualsiasi ulteriore complemento d’informazione, il Servizio legalizzazioni rimane volentieri a disposizione Tel. 091 911 51 23 /24 /25 Fax 091 911 51 12

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

Per una fiscalità favorevole alle PMI Rapporto dell’Unione Svizzera delle Arti e Mestieri di Raffaella Sartorelli e Patrizia Villa

L’

USAM ha pubblicato nei mesi scorsi un rapporto dal titolo “Propositions en vue d’aménager un système fiscal favorable aux PME” (reperibile in formato pdf all’indirizzo www.sgv-usam.ch in versione tedesca e francese), che propone delle misure puntuali per migliorare il sistema fiscale a carico delle PMI. Il documento perse-

gue un triplice obiettivo: ricordare ai fautori delle riforme fiscali federali che le PMI sono il principale vettore d’innovazione e d’impiego nel nostro paese, delineare un regime fiscale favorevole alle PMI in modo da permettere di restare competitive e redditizie in un ambiente economico in rapido cambiamento e fornire ai dirigenti dell’USAM delle proposte

10 proposte per migliorare la fiscalità delle PMI 1. Creazione di imprese. Per incoraggiare la creazione di nuove aziende, il Gruppo di lavoro fiscalità prevede di correggere le imperfezioni della Legge federale sulle società d’investimento in capitale di rischio e di estendere la sua applicazione a livello cantonale tramite l’adozione di un sistema di tassazione differito per l’investitore che si ispira al modello della Camera vodese del commercio e dell’industria. 2. Doppia imposizione degli utili delle imprese. Per attenuare la doppia imposizione degli utili, il Gruppo di lavoro fiscalità prevede di estendere a livello federale certi modelli cantonali esistenti, in cui l’azionista è imponibile solo sulla metà dei dividendi. 3. Successione d’impresa. Per eliminare gli ostacoli causati dalla fiscalità in ambito successorio nell’impresa, il Gruppo di lavoro fiscalità prevede che l’imposta sull’utile di liquidazione sia prelevata solamente in alcuni casi precisi. 4. IVA. Per predisporre un’IVA favorevole alle arti e mestieri, il Gruppo di lavoro fiscalità chiede che in futuro gli aumenti IVA siano accompagnati da una diminuzione della fiscalità diretta. Il tasso speciale di favore applicato al settore del turismo deve essere mantenuto. 5. Progressione fiscale. Per eliminare l’effetto dissuasivo provocato dalla forte progressione dell’imposta federale diretta (IFD), il Gruppo di lavoro fiscalità prevede di attenuare la progressione dell’IFD specialmente per i redditi medi. Queste proposte saranno discusse dai responsabili dell’USAM, i quali, in un secondo tempo, fisseranno le priorità. Con la collaborazione di parlamentari vicini alle arti e mestieri, s’intende infatti iscrivere alcune di queste proposte nell’agenda fiscale federale. Il documento pubblicato dall’USAM si profila

che permettano loro di adottare una strategia fiscale volta a salvaguardare e a promuovere davvero gli interessi delle PMI. Il rapporto si articola attorno a 9 ambiti in cui il regime fiscale in vigore penalizza maggiormente le PMI e formula per ogni ambito delle riforme. Le più importanti vengono qui di seguito riassunte in 10 punti.

6. Eliminare le distorsioni provocate dal sistema d’imposizione progressivo. Per eliminare le distorsioni provocate dal sistema di imposizione progressivo in funzione dell’intensità di rendimento, il Gruppo di lavoro fiscalità prevede un sistema d’imposizione proporzionale dell’utile in tutti i cantoni svizzeri. 7. Fiscalità ecologica. Per considerare gli interessi delle PMI in tema di protezione ambientale, il Gruppo di lavoro fiscalità sostiene l’Agenzia dell’energia per l’economia. L’eventuale ricorso a tasse di incitamento ecologico non deve sfavorire le PMI del nostro paese rispetto a quelle estere. 8. Favorire la proprietà dell’alloggio. Per incoraggiare l’accesso alla proprietà, il Gruppo di lavoro fiscalità prevede il mantenimento del sistema attuale migliorandolo con delle misure di incitamento: riduzione del valore locativo e introduzione di un meccanismo di risparmio-alloggio. 9. Stime fiscali di titoli non quotati. Per considerare maggiormente le PMI non quotate in borsa, il Gruppo di lavoro fiscalità prevede di modificare il metodo di stima dei titoli non quotati stabilito dall’amministrazione federale delle finanze. 10. Determinazione dei conti annuali. Per non appesantire ulteriormente il carico amministrativo sulle PMI e non ridurre maggiormente il loro margine di manovra nell’ambito della pianificazione fiscale, è necessario prevedere degli alleggerimenti e dei diritti d’opzione nel quadro della revisione della legge federale sul rendiconto e la revisione contabile annuale.

come un importante strumento di lobbing su cui appoggiarsi per migliorare le leggi in vigore a favore delle PMI. A tal proposito, rileviamo che a metà giugno 2002, l’onorevole Charles Favre ha depositato al Consiglio Nazionale, sulla base delle proposte contenute nel rapporto, la mozio-

ne «Création d’entreprises. Améliorer l’efficacité de la loi fédérale sur les sociétés de capital-risque». Chi desiderasse ricevere ulteriori informazioni può contattare il Signor Marco Taddei, Vicedirettore USAM (Tel. 031 380 14 22; [email protected]).

Formazione

Ticino Business

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Corsi dell’Istituto di Sicurezza Nell’ambito della protezione preventiva antincendio: Seminario dell’08.11.02 “Le misure organizzative nell’ambito della sicurezza antincendio nell’azienda”.

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l giorno d’oggi nessuno può più negare che la sicurezza, intesa in senso globale, costituisce un elemento essenziale della politica aziendale. In tutte le aziende ed imprese, il coinvolgimento e la responsabilità dei collaboratori e della direzione assumono in questo settore un’importanza sempre maggiore. Nel processo di ricerca di un livello di sicurezza accettabile ed al suo mantenimento nel tempo, la formazione del personale assume un ruolo centrale. Il nostro centro di formazione di Massagno, nell’ambito dei corsi di formazione 2002, propone a tutti gli interessati un seminario di una giornata intitolato “Le misure organizzative nell’ambito della sicurezza antincendio nell’azienda”. Esso si terrà venerdì 8 novembre 2002 presso l’Aula Magna dell’aerodromo militare di

Locarno-Magadino, al costo di Fr. 610.-. L’obbiettivo di questa giornata è quello di rendere attenti i responsabili delle aziende nonché i loro incaricati della sicurezza su una categoria di misure di protezione – quelle organizzative – applicabili in ogni azienda che, con investimenti finanziari contenuti, consentono un mantenimento della sicurezza più che accettabile. Tutti gli ingegneri della filiale dell’IS per la Svizzera Italiana presenteranno temi specifici relativi alle misure organizzative di protezione antincendio: l’organizzazione aziendale dell’allarme, il ruolo dell’incaricato della sicurezza, il controllo autonomo del fuoco, l’istruzione del personale. Relatori esterni, attivi nelle aziende o provenienti dal corpo dei pompieri, interverranno presentando casi pratici legati in particolare agli interventi in caso d’incendio.

Questo seminario è riconosciuto dalla SSSL nell’ambito della formazione continua degli ingegneri ed esperti in sicurezza sul lavoro per il mantenimento dell’iscrizione nel registro MSSL della SSSL, nonché riconosciuto come valido per la formazione continua dei tecnici riconosciuti in materia di polizia del fuoco nel Canton Ticino. Per ulteriori informazioni ed iscrizioni potete rivolgervi a: Istituto Svizzero di Promovimento della Sicurezza (Istituto di Sicurezza) Ingg. Foletti A., Gervasoni A., Della Casa F., Medici A., Piatti R., Puricelli I. Via San Gottardo 77 6900 Massagno Tel. 091 967 11 44 Fax 091 966 87 38 [email protected]

L’IFCAM ha ottenuto il certificato di qualità EDUQUA L’Associazione Svizzera Sistemi di Qualità e di Management ha recentemente rilasciato all’Istituto Svizzero per la Formazione di Capi-azienda nelle arti e mestieri (IFCAM) il certificato svizzero di qualità EDUQUA.

E

DUQUA è il primo certificato di qualità per la formazione continua riconosciuto e accettato da tutti in Svizzera. La sua validità è di tre anni e la procedura di certificazione ha un triplice scopo: • garantire e sviluppare la qualità delle offerte di formazione continua • instaurare la trasparenza favorendo consumatrici e consumatori

• fornire delle basi di decisione per le autorità interessate (ammissione alle domande di offerta per corsi collettivi e individuali, sovvenzioni, ecc.) La procedura di certificazione EDUQUA vuole anche essere un incitamento allo sviluppo della qualità ed è frutto della collaborazione tra Segretariato di stato dell’economia (seco), Ufficio federale

per la formazione professionale e della tecnologia (UFFT), Conferenza svizzero tedesca degli Uffici della formazione professionale (DBK), Conferenza degli uffici cantonali di formazione professionale della Svizzera romanda e del Ticino (CDIP), Associazione degli uffici svizzeri del lavoro (AOST), Federazione svizzera per l’educazione degli adulti (FSEA). www.eduqua.ch

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Formazione

Ticino Business

IVA sulle prestazioni di servizi internazionali Incontro informativo sulla normativa fiscale europea in materia di prestazioni di servizi Hôtel de la Paix, Lugano - 7 novembre 2002

di Jean-Antoine Wild e Rinaldo Gobbi

L’

EICS e la Ccia-Ti hanno il piacere di invitarvi a partecipare all’incontro informativo “IVA sulle prestazioni di servizi internazionali” che si svolgerà giovedì 7 novembre 2002 presso l’Hôtel de la Paix a Lugano dalle 9h00 alle 17h30. L’incontro si propone di affrontare una tematica trattata raramente nelle manifestazioni di questo genere a causa della difficoltà tecnica della materia e si rivolge in modo particolare agli operatori con esperienza in questo campo e con problemi pratici quotidiani. In un primo tempo verranno spiegati i complessi principi che reggono la materia dal punto di vista della definizione di presentazione di servizio, di territorialità e di assunzione dell’onere fiscale. In seguito verranno affrontati i casi e le problematiche particolari, mettendo in evidenza le incongruità e le trappole del sistema e richiamando l’attenzione sugli elementi che l’operatore attivo in campo internazionale deve tener presente per non diventare vittima di questa complessa normativa. Ai partecipanti si cercherà di proporre soluzioni pratiche che possano tenere conto in modo adeguato delle esigenze di tutte le parti interessate all’applicazione della normativa fiscale. Oratori: • Giuseppe Pullino, dr., responsabile del Ministero delle Finanze per i rapporti con l’estero, Roma • Marco Molino, dr.iur., consulente fiscale e legale indipendente, Savosa

Costi di partecipazione: • CHF 550.- per i soci della Ccia-Ti e dell’Osec • CHF 650.- per i membri della Camera Fiduciaria e di altre associazioni affiliate alla Ccia-Ti • CHF 750.- per tutti gli altri interessati Il costo di partecipazione comprende pause caffè, il pranzo e la documentazione.

Per informazioni ed iscrizioni potete contattare: Monica Zurfluh – EICS Lugano Tel. 091 911 51 37 [email protected]

Programma Definizione di prestazione di servizio in materia di IVA • normativa italiana ed europea • normativa svizzera Definizione della territorialità delle prestazioni di servizio: i principi generali • principio del domicilio del prestatore • principio del luogo dell’effettuazione della prestazione • principio del domicilio del destinatario • deroghe ai principi generali: il criterio dell’uso effettivo e altri criteri • la prova dell’extraterritorialità del servizio Soggetto fiscale: chi paga l’IVA sulle prestazioni di servizio internazionali? • la normativa italiana ed europea • la normativa svizzera Casistiche particolari • problematiche di delimitazione e conseguenze pratiche • la presunzione dell’esistenza di una prestazione nel diritto svizzero • importazione o autotassazione? • le prestazioni via Internet • esenzione di servizi internazionali Discussione finale

Formazione

Ticino Business

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Ecco i nuovi capi-azienda! Un pomeriggio di festa alla Mikron di Agno per la cerimonia di consegna dei diplomi ai neo capi-azienda nelle arti e mestieri

di Patrizia Villa e Rinaldo Gobbi

V

enerdì 30 agosto la Mikron SA di Agno ha ospitato la cerimonia di consegna dei diplomi / attestati di frequenza della Scuola per capi-azienda nelle arti e mestieri, corso 2000-2002 organizzato dalla Ccia-Ti. La Mikron, azienda di punta in Ticino nella produzione di macchine Transfert a tavola rotante, ha dato l’opportunità ai presenti di visitare il sistema di controllo della qualità. Alla manifestazione sono intervenuti Hans-Jürg Gerber, direttore dell’IFCAM (Istituto Svizzero per la formazione di capi-azienda nelle arti e mestieri di Berna) e il Direttore della Ccia-Ti Claudio Camponovo che si sono felicitati con i 18 neo di-

plomati. Due di loro si sono distinti per una brillante media (5.5): Marco Musio (Flli Locatelli SA) e Francesco Schenardi (FFS SA). Gli altri neo diplomati sono: Tazio Binaghi (Garage Milton Binaghi), Andrea Boschi (Alberto Stierlin), Roberto Brianza (Flavio Togni SA), Andrea Brocchi (Agustoni Cesare SA), Mauro Canonica (Atel Elettroimpianti SA), Antonio Caruso (Zettler SA), Claudio Colantuono (Garage Royal), Fiorenzo Dadò (Tipografia Stazione SA), Oscar Figini (Chocolat Alprose SA), Luca Koffel (Mikron SA), Fernando Macchi (Macchi Fernando SA), Giorgio Ramelli (Schindler Elettronica SA), Luca Robbiani (Robbiani automobili SA), Paul Rodenhäu-

ser (Odontotecnica Sanodent), Antonio Silvestro (Electronic Studio 84 SA) e Roberto Spanò (Ricambi Scairolo). Hanno ricevuto l’attestato di frequenza: Lionello Canonica (Botta & CO. SA), Luciano Gobbato (Bitiess Microtecnica SA) e Giuseppe Puma (ITM di Nicola Previtali). A settembre è iniziato un nuovo corso per capi-azienda con 18 partecipanti unitamente al corso preparatorio all’esame professionale superiore per il diploma federale di Economista aziendale nelle arti e mestieri e ben 16 neo capi-azienda hanno deciso di parteciparvi. A tutti loro e ai neo diplomati vadano le nostre felicitazioni e un augurio per un futuro pieno di soddisfazioni.

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Contatti d’affari

Ticino Business

A partire da questo numero di Ticino Business, verrà inserita nuovamente la rubrica “contatti d’affari”, in quanto la Ccia-Ti intende essere promotrice delle relazioni d’affari. Le seguenti segnalazioni vengono fatte senza responsabilità alcuna da parte della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino.

CHI

COSA

CONTATTO

Interested in starting prosperous and long business relationship with companies in Switzerland dealing in this kind of branch.

MAS International bv Einsteinweg, 5 2333 CC Leiden Holland Tel. +31-71-5210075 Fax +31-71-5225037 E-mail: [email protected]

Interested in find partners for constant and mutually advantageous cooperation and in find firms interested in purchase of their production.

Head office: C.B.M.I.H.C., 1000 Beck street 368, Reno, State of Nevada 89509,USA Sale office: P.O.BOX- 3084, Dnepropetrovsk-49051, Ukraine Tel/fax +38-0562-453098; +38-0562-355176; +38-0562-271958 E-mail : [email protected]

Biomedical Exchange Ltd.

Interested in contacting companies in Switzerland that distribute/import medical disposables, medical supplies and medical equipment.

Biomedical Exchange Ltd. R.C. Henny 78 York Street London W1H 1DP United Kingdom Tel / Fax +44 (207) 6917199 E-mail : [email protected] www.biomedicalexchange.com

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Seeking importers of underwear and clothing.

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MAS International bv: Trading organization company in the agricultural and horticultural branch

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Leading manufacturers of terry towels and bathrobes from Pakistan.

Philippe Jacques JONIN Cadre Technico-Commercial Senior

Syrian exporter of cotton underwear and clothing for all sexes and ages

Fiere internazionali

Ticino Business

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Esponete su uno stand collettivo svizzero per attirare l’attenzione di clienti potenziali!

Expo dei Sapori 2002 Milano, 14-19 novembre 2002 L’Expo dei Sapori 2002 è un evento unico nel panorama delle manifestazioni fieristiche alimentari per la valorizzazione del patrimonio enogastronomico di qualità e dei prodotti tipici dei piccoli produttori, delle imprese agricole, dei coltivatori diretti e dei consorzi. L’orizzonte della manifestazione è internazionale: una possibilità di riscoperta e promozione delle migliori tradizioni e sapori originali italiani ed esteri. La missione dell’Expo dei Sapori è quella di voler ricreare un rapporto di fiducia tra produttori e consumatori che negli ultimi anni si è logorato a causa di una crescente incertezza sull’origine dei prodotti animali (come testimonia l’ultimo caso della BSE). L’Expo dei Sapori è una grande possibilità di incontro tra produttori di qualità ed operatori professionali (negozianti, ristoratori, piccola distribuzione) che vogliono qualificarsi proponendo al pubblico una produzione agroalimentare autentica. Per ulteriori informazioni potete rivolgervi a: Camera di commercio Italiana per la Svizzera Seestrasse 123, c.p. 8027 Zurigo Tel. +41 1 289 23 23 Fax +41 1 201 53 57 [email protected] www.ccis.ch 4° Forum “Investir en Côte d’Ivoire” Abidjan, 13-15 novembre 2002 Nel corso del Forum ICI 2002 (Investir en Côte d’Ivoire), la Costa d’Avorio si presenta come il mercato emergente più produttivo dell’Africa occidentale. Questa manifestazione, che dura tre giorni, sarà centrata sui temi seguenti: il micro-finanziamento e il finanziamento di PMI, la subfornitura, il trasferimento di tecnologie, investire in

Africa. Per maggiori ragguagli potete contattare: CEPICI Centre de promotion des investissements en Côte d’Ivoire Tel.:+225 20 21 40 70/74 Fax: +225 20 21 01 06/07 [email protected] www.cepici.go.ci Arab Health 2003 Dubai, 26-29 gennaio 2003 L’attuazione di sistemi sanitari efficaci, che dispongono di tecniche innovatrici, costituisce una sfida crescente per le aziende attive in questo settore, soprattutto per quanto concerne la gestione degli ospedali e della TI: Arab Health 2003 si rivolge alle aziende specializzate in strumenti medicali, in attrezzature ospedaliere, in prodotti ed installazioni farmaceutici e d’analisi. Da quest’anno, l’esposizione è aperta anche alle società di servizi attive nel settore della salute. Più in dettaglio, i prodotti e i settori presenti alla fiera sono: tecniche mediche, attrezzature ospedaliere, medicina dentaria, oftalmologia, farmaceutica, riabilitazione, fisioterapia, tecniche di laboratorio, articoli non riutilizzabili, gestione degli ospedali. Sono attesi oltre 16’000 visitatori professionisti provenienti dagli Stati del Golfo e dal Medio Oriente. All’edizione 2001 hanno partecipato 632 espositori provenienti da 42 paesi e gli espositori svizzeri sono stati 10. L’Osec organizza una partecipazione collettiva ufficiale della Svizzera anche all’edizione 2003. Gli interessati possono ottenere maggiori informazioni alla pagina www.osec.ch/internet /top_messen_im_ausland/medizintechnik/arab_health_2003_dubaibr26__29_ janvier_2003 (in francese). In alternativa il prospetto dettagliato e i costi di partecipazione sono a disposizione presso il Segretariato dell’Osec.

ITU TELECOM WORLD 2003 Esposizione mondiale delle telecomunicazioni Ginevra, 12-18 ottobre 2003 L’ITU TELECOM WORLD 2003 è uno dei più importanti saloni internazionali nel settore delle telecomunicazioni, un appuntamento interaziendale che, ogni quattro anni, attira i più grandi nomi sul mercato, nonché una moltitudine di visitatori professionisti. Nel 1999, oltre 1’000 espositori da 25 paesi si sono recati a Ginevra per presentare i nuovi prodotti ad oltre 200’000 visitatori. TELECOM WORLD 2003 è un “must” assoluto in materia di telecomunicazioni: infatti, la manifestazione è l’unica, tra gli appuntamenti delle telecomunicazioni, che riunisce sotto lo stesso tetto i rappresentanti dell’economia privata e quelli dei poteri pubblici. Poiché il forum ITU TELECOM si svolgerà in contemporanea e nello stesso posto, la presenza di tutti i grandi dirigenti è garantita: è qui che i leader dell’industria e della tecnologia, i rappresentanti dei governi e i finanzieri faranno le loro scelte e questa a loro volta determineranno il futuro dell’industria delle telecomunicazioni. Gli espositori sono soprattutto aziende attive nella produzione e nella gestione di reti e di servizi. L’Osec organizza una partecipazione ufficiale della Svizzera, con stand collettivo, a questa fiera. Per maggiori ragguagli su questa partecipazione vi invitiamo a consultare la pagina w w w. o s e c . c h / i n t e r n e t / t o p _ messen_im_ausland/it_telecom.htm/itu _telecomm_world_2003_-_expositon_mondiale_des_tlcommunications_g (in enve_br12_au_18_octobre_2003 francese) oppure a richiedere il prospetto dettagliato e i costi di partecipazione al Segretariato dell’Osec.

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News della Ccia-Ti

Novembre 2002

Sommario

Capitalismo e scandali

Strong opinions

di Franco Ambrosetti

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uesto titolo è volutamente provocatorio. Gli scandali ci sono nel capitalismo ma ci sono anche nell’ormai scomparso mondo del comunismo: è difficile trovare uno scandalo, maggiore del fallimento del sistema stesso. Ma è una provocazione voluta perché il mio scopo è quello di attirare la vostra attenzione sulle cause degli scandali che, come sempre, nascono quando i principi etici più semplici non vengono più rispettati. Quella che stiamo vivendo è una crisi etica. Non perché i valori a cui si fa riferimento non siano più validi. No. Ma perché si sono semplicemente, volutamente dimenticati. Quando incominciai a lavorare negli anni ‘60-70 ricordo che il criterio fondamentale per la concessione di un credito aziendale da parte delle banche era la situazione patrimoniale. L’azienda che aveva un conto economico in pareggio o anche in perdita veniva giudicata in base al suo patrimonio, al suo bilancio e cioè al valore della sostanza

immobiliare (palazzi, terreni) e degli impianti. Essere “ricco” voleva dire avere “sostanza”, poco importava che il conto economico fosse deludente. Allora non era permesso alle aziende con meno di 100 milioni di fatturato di accedere al mercato borsistico. Il credito veniva soltanto dalle banche o istituzioni simili. Negli anni ‘80 cambiano gli schemi. Ricche sono solo le società che producono utili. La sostanza non conta più nulla perché dei conti economici in perdita finiscono, alla lunga, per erodere qualsiasi sostanza, qualsiasi patrimonio. Per avere credito dalle banche bisognava che i conti fossero in utile. E la domanda veniva posta in modo diretto: il suo conto economico è in utile o no? Se era “no”, la risposta alla domanda di credito era: torni quando sarà in utile. Grossi fallimenti hanno fatto seguito a questa rigorosa politica bancaria, ma bene o male tutto ciò in fondo ha un senso. È una scelta di tipo filosofico il preferire un criterio piuttosto che l’altro o la combinazione dei due. Continua a pagina 3

Disoccupazione per posta A di Alberto Bernardoni, membro dell’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti

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a settimana scorsa alle sventure economiche del Ticino, sventure perlopiù esogene accentuate dalla sciagurata politica di isolamento stradale cui il ministro Leuenberger ci sottomette e che la Ccia-Ti non si stanca di stigma-

tizzare, si é aggiunto il dono prenatalizio di 250 disoccupati in ambito postale. Ecco come Berna egemone e ottusa vanifica al 300 per cento l’attribuzione, aimé troppo in fretta lodata, del Tribunale penale a Bellinzona. Continua a pagina 5

Il freno alla spesa pubblica? Una politica di libertà e responsabilità La guerriglia concorrenziale

• Editoriale e Agenda • 85 AGO Ccia-Ti

pag. 11

esima

del 4.10.2002

pag. 12

• Corso di formazione all’autoimprenditorialità

pag. 13

• Giornata Cantonale delle Nuove Imprese

pag. 14

• Una votazione nel momento meno propizio



pag. 15 pag. 17

• L’USI: un crocevia tra formazione, ricerca ed imprese

pag. 22

• Orario invernale Swiss • Edilespo 2002 • The Selection • Deloitte & Touche • 70 anniversario ASMG • Proposte formative Ccia-Ti • Schede IFCAM

pag. 24

• Contatti d’affari • Fiere internazionali

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Strong opinions

Ticino Business

Capitalismo e scandali

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

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a è negli anni ‘90, verso la fine del decennio, che si comincia a non più capire completamente la logica di accesso al mercato del denaro. Nascono centinaia di aziende innovative nei settori tecnologici avanzati, dall’ingegneria genetica alle società Internet: le dot-com. La domanda diviene: hai un prodotto innovativo? Si. Hai patrimonio? No, solo il prodotto. Fai utili? No. Ma li farò. Allora okay. Andiamo in borsa. Sto semplificando, ma questo è il concetto che ha creato una parte della grande bolla speculativa che nel 2000 ha cominciato ad afflosciarsi e ci ha portati dove siamo ora. Cos’era successo? Due cose fondamentali: 1) anche le piccole, anzi piccolissime aziende hanno ottenuto accesso al mercato borsistico. 2) la filosofia del management, come vedremo, viene completamente cambiata perché il dirigente diviene azionista, pensando che così sarebbe diventato anche imprenditore. Un po’ come mandare un vigile urbano al conservatorio e pensare che diventerà Riccardo Muti. Questa breve cornice serve a inquadrare la cultura finanziaria che ha imperversato per tutti gli anni ‘90 negli USA e in Europa. Ma perché è nata questa cultura che scommette sul futuro, abbandonando i tradizionali valori di sicurezza che hanno retto le sorti dell’economia capitalistica nel secolo scorso? Se non capiamo questo, non capiamo Swissair, Enron, WorldCom, Arthur Andersen, 74CO, Zürich Financial Services e così via. Il capitalismo che sicuramente non è perfetto –ma che per ora non ha trovato concorrenti in grado di batterlo– funziona

solo se si rispettano pochi sani principi fondamentali, dei quali il più importante è: il profitto non è un fine. Non è il traguardo ultimo. È un mezzo. Anzi è il mezzo che permette alla società di assicurarne il fine: la sua esistenza nel lungo periodo. La prima volta che andai in Giappone, nel 1980, chiesi ai dirigenti Mazda quali fossero le priorità nella loro filosofia aziendale. La risposta fu: la soddisfazione del cliente; la soddisfazione dei rappresentanti/agenti; la soddisfazione dei nostri dipendenti. E il profitto, chiesi io? Quello viene da solo, se le prime tre condizioni sono rispettate, fu la risposta. Il profitto serve per garantire la crescita dell’azienda grazie al suo impiego nella ricerca di nuovi prodotti e tecnologie, negli investimenti per realizzare meglio i prodotti e le tecnologie esistenti; le aziende devono creare prodotti e valori durevoli, se vogliono attirare clienti e sono quindi costrette al continuo miglioramento. I profitti servono a questo, sono il mezzo per raggiungere questi obiettivi di crescita nel lungo periodo. Sembra logico, semplice, perfino banale. E avete ragione, lo è. Ma negli anni 90 è successo il contrario. Confondendo mezzi con fini questi principi sono stati disattesi. Volendo crescere a tutti i costi in tempi rapidi, mirando a raggiungere alti profitti che in parte finiranno in tasca ai novelli Muti, si è tradito lo spirito del libero mercato. Il libero mercato esige che ci sia concorrenza. Crescere vuol dire portare via clienti alla concorrenza perché si è più bravi, più attenti, tecnologicamente più avanti (sto semplificando). Il rischio è che per farlo, si debbano ridurre i prezzi e quindi i profitti. Allora, per evitare questo fastidioso disturbo, il concorrente lo si

compra. In termini economici, ciò si chiama ricerca di vendite di monopolio. Ma il numero delle aziende in vendita non è infinito. E prima o poi i prezzi per queste società cominciano a salire. Si è pronti a pagare un prezzo alto anche per aziende meno “buone”. Si spendono i soldi degli azionisti per comperare aziende concorrenti a prezzi gonfiati: con esse si acquista anche il mercato e ci si rafforza conquistando potere monopolistico in barba all’antitrust, che spesso è totalmente cieco o guarda dall’altra parte, favorendo la creazione di conglomerati e la concentrazione, a scapito della concorrenza. La borsa applaude, gli analisti (questa categoria è peggio dei critici di jazz!) premiano tali situazioni perché hanno il loro tornaconto. Sono loro che organizzano spesso e volentieri i M+A: mergers and acquisitions, cioè l’acquisto di aziende. Gli stessi che poi vi diranno di comperare il titolo, in barba al conflitto d’interesse, titolo che inevitabilmente salirà. Così tante aziende sono cresciute a dismisura. Non perché fosse una necessità aziendale, bensì perché questa crescita ha permesso di rafforzare il proprio potere, dimenticando che crescere per crescere non fa aumentare il valore dell’azienda! Se il controllo del mercato è lo scopo ultimo, ecco che si scatena una gara al rialzo, come a un’asta, con prezzi che salgono, salgono e presto perdono ogni rapporto con la realtà. A questo punto devo introdurre una breve parentesi: il capitalismo moderno non è più quello del padrone delle ferriere. Non è più nemmeno quello delle famiglie (come Agnelli, Ford) con il pacchetto di controllo (parlo di aziende quotate). Il capitalismo americano, seguito a ruota da quello europeo, inventa nel dopoguerra le public companies, le società il cui capitale

Strong opinions azionario è distribuito tra migliaia di piccoli azionisti risparmiatori. È una democratizzazione dell’azionariato. In sé è una cosa encomiabile. Se le imprese gestite dai proprietari possono essere paragonate a feudi con il proprio principe, le public companies nascono come i comuni italiani del Trecento ma diventano ben presto delle repubbliche presidenziali. I managers sono i capi indiscussi e intoccabili. Alcuni sono bravi, altri solo furbi, altri ancora semplici incapaci che hanno raggiunto la soglia dell’incompetenza. Sono incontrollabili perché il “corpo elettorale” è troppo vasto e non capisce cosa succede. Il passo da manager a dittatore della repubblica delle banane è breve. L’impresa è trattata come un bene personale poiché anche i managers, come abbiamo visto, sono azionisti e posseggono anche tante opzioni. La borsa che li ha premiati, li ha fatti ricchi, molto ricchi. Ma le società si sono impoverite. Basta il nome Swissair per farvi capire di cosa parlo? Ora il problema sta nel nascondere il fattaccio: far sì che gli azionisti non se ne accorgano: se si rendessero conto della sproporzione tra prezzo di acquisto in fase di rialzo e realtà si renderebbero anche conto dell’impoverimento dell’azienda e destituirebbero i responsabili. E quando il rischio di essere scoperti diviene acuto, per evitarlo, c’è solo un modo: l’inganno. Ecco che si inventa un sistema di falsificazione di bilanci. Nel ‘900 si sono visti fallimenti clamorosi, bancarotte fraudolente, si sono visti banchieri avvelenati o appesi sotto un ponte a Londra, ma non si era mai arrivati ad elevare a principio la falsificazione dei conti, con la benevola convivenza dei revisori che allo stesso tempo erano anche consulenti, sempre in barba al conflitto di interessi. La concorrenza che non deriva da processi di creazione o di innovazione, ma di assorbimento, non conduce al progresso bensì all’impoverimento dell’azionariato, proprio quell’azionariato che si era voluto democratizzare. È la solita vecchia storia di abbindolare la gente, promettendo dei sogni per poi derubarli. Senza uscire dal nostro Paese, c’è tutta una serie di nomi, che tutti conosciamo, che sono responsabili in primis per i fallimenti di Swissair, il pessimo andamento di ABB, il quasi fallimento di Ebner, la débâcle di Zürich Financial Services, ecc.. Il vero scandalo non è tanto nel fatto che questa follia collettiva di crescere a qual-

Ticino Business

siasi costo sia fallita, bensì nella constatazione che qui, nel nostro caro, ben organizzato e pulitissimo Paese, nessuno sembra intenzionato a chiedere ai responsabili di saldare il conto. E poi, tutto questo marasma, non favorisce lo sviluppo di un’economia di libero mercato. Al contrario, la condanna al silenzio e la copre di fango, mentre riprende forza lo statalismo, partono lancia in resta coloro che vogliono sostenere queste aziende ormai malate. Pensiamo a Deutsche Telekom, con una ragione più che comprensibile: l’impoverimento delle aziende a questo livello è l’impoverimento della società “civile”. È compito morale dello Stato mettervi riparo! Dopo aver fatto uscire lo Stato dalla porta del palazzo dell’economia, eccolo rientrare dalla finestra: non una finestrella, ma una grande vetrata a suon di trombe, tromboni e fanfare che già preannunciano il prossimo trionfo. Forse questa è una costante del capitalismo: il continuo braccio di ferro tra Stato e Privato. Per concludere, uno sguardo alla storia può come sempre essere di grande utilità. Ci sono molti esempi di bolle speculative, con i relativi scoppi e conseguenze nefaste anche sul piano etico in passato: i tulipani in Olanda nel ‘600, compagnie marittime IOS, junk bonds. Ma c’è una situazione che presenta molte analogie con il 2000. Attorno al 1870 le ferrovie crearono espansione economica e rapido benessere in modo molto simile a quello che fecero le Telecom e Internet qualche anno fa. Le ferrovie collegavano da costa a costa e gli USA erano diventati un mercato unico, i commerci si espandevano fornendo di merce gli immigrati che posavano binari, il valore dei terreni attorno alle vie di comunicazione aumentava, i cargo, che ci mettevano settimane a percorrere per nave i canali, si muovevano ora in giorni. Insomma un aumento dell’attività e della velocità che ricorda molto gli anni 1990 con l’avvento generalizzato del computer e di Internet. Il mondo della ferrovia però era straboccante di corruzione, truffe e dilettantismi. Nel 1872 il primo grande scandalo diede l’allarme: fallisce il Credito Mobiliare creato per raccogliere fondi illegali da versare a politici e managers. Un anno dopo avvenne il collasso. Il più esposto dei finanzieri, Jay Cook, dichiarò bancarotta. Il panico si sparse a Wall Street. La borsa (New Stock Exchange) chiuse per 10 giorni consecutivi. Un quinto delle società ferroviarie fallì. L’economia cadde

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in depressione profonda. Dal 1873 al ‘77 i titoli ferroviari scesero di più di 1/3. Ma già nel 1880 grandi innovazioni tecnologiche tra cui le locomotive più veloci, maggiore sicurezza ed efficienza - ridussero fortemente i costi di trasporto per le merci. Nell’1881 arriva il vagone refrigerante, il poter trasportare la carne fa nascere tra l’altro l’industria nazionale di imballaggio, l’indotto cresce, i titoli risalgono. Torniamo a oggi. I gravi problemi finanziari delle società di fibre ottiche oggi, (troppa capacità) ricordano molto da vicino la rete ferroviaria. Ciò che manca, adesso come allora, è la domanda. Ma, come allora, la domanda nascerà per esempio, con lo sviluppo del commercio elettronico, il trasferimento di immagini per scopi medici, l’informazione genetica, il business dell’intrattenimento, insomma tutti quei settori che necessitano di una comunicazione superrapida a larga banda. La lezione è semplice: lo scoppio di una bolla speculativa tecnologica (attenzione: tecnologica, non finanziaria) può oscurare anche per un lungo periodo il potenziale economico contenuto nella tecnologia stessa. Un attivo che oggi non vale quasi nulla può divenire il motore di una crescita miracolosa nell’economia di domani. E con l’etica, come la mettiamo? Beh, questo è un compito dello Stato: vigilare affinché le regole di un corretto svolgimento delle attività nel libero mercato vengano rispettate. Anche introducendo regole severe e repressive per i trasgressori. Che chi rompe paghi. E qui si deve fermare. Il capitalismo è stato dato per morto molte volte. Siamo sempre qui. Questa è una delle tante crisi nel sistema. Non del sistema. Una volta, alle fiere americane nel far west vendevano le lozioni per far crescere i capelli. Dopo più di un secolo e mezzo si vendono ancora, ma i capelli non sono mai cresciuti a nessuno. Gli imbroglioni ci sono sempre stati. E anche gli ingenui che hanno comperato la lozione, così come i junk bonds e i titoli di certe dot com. Non è il capitalismo il problema: siamo noi. Siamo noi che anche quando abbiamo una buona idea, la usiamo male. Questa relazione, un po’ adattata, è stata tenuta al congresso dell’ASCOPROFI lo scorso 9 ottobre. Desidero ringraziare l’ASCOPROFI di avermi dato l’occasione per esporre queste riflessioni.

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Strong opinions

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Disoccupazione per posta A di Alberto Bernardoni, membro dell’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti

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atta astrazione della dubbia saggezza aziendale che vuole che una lettera in partenza da Molino Nuovo arrivi in via Nassa transitando da Zurigo, stancano, anzi disgustano, le inette motivazioni di stampo McKinsey – a proposito, questa forma mentis non ha prodotto abbastanza danni nel paese? - con le quali questo taglio inopinato e sconsiderato viene giustificato. Come se non vi fossero più ragioni politiche che contano, come se il destino dell’economia di una regione periferica non meritasse considerazioni che si spingano aldilà delle colonne di Ercole di

quattro tabulati e della logica dei mandati di prestazione… come se la presenza della Posta in Ticino non avesse radici e ragioni storiche particolari, fra l’altro collegate all’italianità, degne di una più attenta ponderazione… come se sopra la direzione della Posta non vi fosse il ministro della Posta, o forse proprio di questo si tratta ? La nostra Camera, come in tutte le questioni di alto e cruciale significato, accantona in questo frangente le divergenze che talora pure legittimamente sussistono in varia prassi con i suoi partner istituzionali, e manifesta senza riserve al

fianco del governo e dei sindacati la sua insofferenza per questa infelice risoluzione. La nostra Camera si augura che il Consiglio di stato intraprenda azioni di resistenza di forte contenuto e soprattutto forte tonalità, affinché il Ticino si accinga, finalmente, a far capire ma ancor più a far risuonare in Consiglio federale e nella nazione che non è più disposto a tollerare soprusi aggiunti a soprusi. Diversamente ci si chiederà – per nulla retoricamente - cosa ci sia da festeggiare l’anno venturo, anno 2003, anniversario del secondo centenario dell’adesione del Ticino alla Confederazione.

Contromano Plrt, un partito poco liberale ma molto radicale di Alessio Del Grande

Sabato 19 ottobre l’assemblea straordinaria dei 150 delegati nazionali del Plrs, riunita a Bellinzona, in una giornata di sole splendente come notava Opinione liberale, ha approvato la revisione della Ladi, la legge sull’Assicurazione contro la disoccupazione. Un sì unanime al progetto legislativo in votazione il prossimo 24 novembre. Tutti convinti con Pascal Couchepin che la nuova legge garantirà una maggiore solidità alle casse dell’Assicurazione disoccupazione, senza nulla togliere alla tutela dei senza lavoro. Che, come ha ricordato il ministro dell’Economia, con la riduzione dal 3 al 2% dei prelievi salariali, a partire dal prossimo gennaio, dipendenti e datori di lavoro pagheranno due miliardi di franchi in meno. Soldi – ha sottolineato Couchepin- che resteranno nelle loro tasche, che potranno spendere come vorranno. Appena quattro giorni dopo, il comitato cantonale del Partito liberale radicale ticinese, riunito a Locarno, ha detto invece no alla modifica della Ladi.Con 50 voti contrari, 35 sì e 3 astenuti, è prevalsa la tesi che non bisogna ragionare solo in termini di risparmi, in un momento in cui aumenta la disoccupazione e la Posta annuncia la chiusura del Centro

smistamento lettere di Bellinzona, con la soppressione di 250 posti di lavoro. Una svolta a 360 gradi rispetto alle indicazioni dei delegati nazionali. Un capovolgimento di posizioni che conferma l’impressione di un Plrt che continua a navigare a vista a pochi mesi dalle elezioni cantonali, cercando di destreggiarsi tra tatticismi elettorali con esiti poco felici. Lo si era già visto in occasione della proposta dell’Udc di ancorare nella Costituzione il segreto bancario. Richiesta osteggiata dai vertici del Plrt, che ha poi dovuto subire un inglorioso smacco col voto del Parlamento. Ricondurre certe decisioni del Plrt al solito discorso della dialettica tra le due anime del partito, la radicale e quella liberale, è ormai fuorviante. Il partitone sembra, invece, impantanato in un pericoloso equivoco ideologico che confonde la difesa dello Stato con la difesa dello statalismo, la giusta solidarietà sociale con l’assistenzialismo. Sino al punto di schierarsi ora con un referendum lanciato dalle ali sindacali più oltranziste. Eppure la nuova Ladi, che offre prestazioni che non hanno pari negli altri paesi europei, non avrebbe dovuto dar troppo da pensare ad un partito autenticamente liberale. Difatti,

la Legge anticipa solo di un anno la riduzione dei prelievi, ma in compenso riserva la possibilità di reintrodurre un contributo di solidarietà dell’1% massimo sugli alti redditi, qualora il debito dell’Ad dovesse superare una certa soglia. Cosa che con l’attuale normativa non sarebbe più possibile. Inoltre, se per le persone al di sotto dei 55 anni si riduce a 400 giorni il limite delle indennità, per le fasce più a rischio di lavoratori si rafforzano le prestazioni, e i Cantoni potranno pure adottare misure supplementari di sostegno. Altro elemento non secondario è che si vuole pure frenare il cosiddetto “turismo della disoccupazione”, che potrebbe essere indotto dalla libera circolazione delle persone riconosciuta dagli Accordi bilaterali. Perciò, si aumenta da 6 a 12 mesi il periodo minimo di contribuzioni per usufruire dei benefici della Ladi. Dunque non c’è nessun attacco ai diritti dei lavoratori, alla socialità e alla tutela dei disoccupati. Anzi, l’obiettivo di un’ Assicurazione disoccupazione con finanze solide, torna soprattutto a loro vantaggio. Purtroppo, la verità è che il Plrt sta diventando sempre più un partito poco liberale, ma molto radicale.

L’ospite

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«Il freno alla spesa pubblica? Una politica di libertà e responsabilità»

Intervista con Marina Masoni, Direttrice del Dipartimento delle Finanze e dell’Economia, di Elisabetta Pisa Consigliera di Stato, Avv. Marina Masoni

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llargare o stringere i cordoni della borsa, in base alla crescita del prodotto interno lordo. Il dipartimento delle finanze e dell’economia, di cui è responsabile Marina Masoni, ha posto in consultazione fino al 30 novembre l’avamprogetto di legge sul freno alla spesa pubblica, per modulare le uscite sulla base dell’andamento del reddito cantonale.. Onorevole Masoni, è proprio necessaria una legge che con una “formula” freni la spesa pubblica? Non sembra quasi un modo per mettersi al riparo da scelte impopolari? «La Confederazione e diversi Cantoni si sono dotati di strumenti per attuare un miglior controllo dell’evoluzione delle finanze pubbliche. Anche all’estero vi sono diversi esempi di leggi che perseguono obiettivi analoghi. L’avamprogetto di legge che abbiamo messo in consultazione presenta una particolarità, una novità rispetto alla maggior parte degli altri esempi: la legge sul freno alla spesa pubblica non persegue l’obiettivo contabile del pareggio dei conti o di un livello massimo di deficit corrente o di debito pubblico, ma quello, più politico, di un’evoluzione della spesa pubblica in linea con le risorse che il Paese, la società, i cittadini e le imprese possono mettere a disposizione

dello Stato per lo svolgimento dei compiti pubblici, stabiliti dalle leggi. Tecnicamente, per conseguire questo obiettivo è necessaria una formula matematica, ma la sostanza della legge non è lo strumento tecnico, bensì l’obiettivo politico. Che lo Stato, cioè il Governo, il Parlamento, l’Amministrazione, non possano aumentare la spesa pubblica più di quanto aumenta la ricchezza prodotta in Ticino, misurata con il Prodotto interno lordo, è una regola politica nell’interesse del cittadino contribuente. Lo Stato non è un’entità astratta. I soldi per finanziare la spesa pubblica, non piovono dal cielo, ma vengono prelevati dalle tasche dei cittadini e delle imprese. Non si può aumentare costantemente questo prelievo. Porre un limite a questo prelievo è un modo per evitare che sia lo Stato - cioè i politici e i funzionari - a decidere come utilizzare una parte crescente dei nostri redditi. È giusto mettere a disposizione dell’ente pubblico risorse sufficienti: ma c’è un limite anche in questo campo. Con la legge si dice che il limite è dato dalla crescita economica del Ticino. Non ritengo che sia un modo per mettersi al riparo da scelte impopolari. Al contrario: la legge imporrà al Governo di governare, cioè di fare delle scelte. Un modo per evitare scelte cosiddette impopolari è invece dire sì a ogni proposta di nuova

spesa, senza limiti. Politicamente è molto più facile aumentare le uscite dello Stato, creare deficit e indebitarsi, che mettere un freno e decidere a cosa dire sì e a cosa dire no. E lo è soprattutto in un sistema consociativo, dove le responsabilità politiche sono ripartire tra più partiti, per cui, alla fine, nessuno è più responsabile di nulla». Come risponde alla critica secondo cui con questa legge viene sottratta al Governo e al Parlamento la prerogativa di stabilire entità e obiettivi prioritari della spesa pubblica? «Direi che è proprio il contrario: un Governo e un Parlamento che possono spendere senza limiti non devono fare scelte politiche, non devono stabilire obiettivi prioritari in base ai quali decidere dove e quanto spendere di più e dove invece spendere meno. Dire sì a tutto non vuol dire governare. La legge sul freno alla spesa, ponendo un limite all’aumento della spesa pubblica, impone invece all’esecutivo e al legislativo di fare scelte politiche di priorità. Proprio perché le risorse pubbliche, cioè le risorse dei cittadini e delle imprese, non sono illimitate, governo e parlamento dovranno decidere come utilizzare al meglio queste risorse. All’interno del limite di spesa, dato dalla crescita economica, l’autorità politica avrà maggiori

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L’ospite

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responsabilità nel definire gli obiettivi prioritari». Si dice anche che con questa legge lo Stato non eserciterebbe più la sua funzione anticiclica. «Chi formula questa critica probabilmente non ha letto o ha letto molto male il progetto di messaggio che accompagna la legge. Il freno alla spesa è concepito proprio in modo da evitare un’evoluzione pro-ciclica della spesa pubblica. Il limite è infatti calcolato in base all’evoluzione media del PIL cantonale sull’arco di 5 anni. Il che produce effetti, di fatto, anticiclici. Prendiamo l’esempio dell’ultima crisi economica, quella della prima metà degli anni Novanta. Dal 1991 al 1996 il PIL nominale è cresciuto poco o ha ristagnato. Se la legge sul freno alla spesa fosse stata in vigore, il Cantone avrebbe potuto aumentare la spesa pubblica nella stessa misura in cui il PIL era cresciuto negli anni precedenti, che erano anni di forte crescita. Ad esempio, il preventivo del 1991, primo anno di crisi, avrebbe potuto prevedere un aumento della spesa pubblica pari all’aumento medio del PIL cantonale degli anni 1987-1991, quinquennio in gran parte di forte crescita. Al contrario, i preventivi del 1999 o del 2000, anni di crescita economica, avrebbero potuto prevedere aumenti molto contenuti della spesa, perché il limite sarebbe stato calcolato sull’evoluzione media del PIL negli anni 1995-1999 o 1996-2000, cioè in periodi in gran parte di crisi economica. Detto questo, non bisogna enfatizzare oltre misura le possibilità per uno Stato piccolo come il Ticino di attuare una politica finanziaria anticiclica». Quali interventi si prevedono in caso di rallentamento economico? «All’inizio di una crisi economica e praticamente per tutta la sua durata, in base alla legge la spesa pubblica potrebbe aumentare secondo i tassi di crescita del PIL degli anni immediatamente precedenti, cioè degli anni di congiuntura positiva. Il freno imporrebbe invece un contenimento consistente all’uscita dalla crisi economica, quando il limite di spesa sarebbe dato dall’evoluzione media del PIL negli anni di crisi. La legge consente insomma allo Stato di intervenire, con nuove spese, nelle fasi di difficoltà e impone di mettere fieno in cascina nelle fasi di alta congiuntura, quando

ci sono più risorse nel Paese. È una politica di libertà e di responsabilità: libertà per i cittadini nel disporre dei loro redditi; responsabilità nei confronti delle generazioni future per non scaricare sulle loro spalle pesanti debiti da rimborsare, limitando la loro libertà di fare scelte politiche». La sinistra è decisamente contraria a tagliare la spesa pubblica. Questa nuova legge non incontrerà degli ostacoli nel confronto politico parlamentare? «Il Partito Socialista è contrario a moderare l’aumento della spesa pubblica. La legge sul freno non prevede affatto di tagliare le uscite dello Stato: impone solo di contenerne l’aumento, in base all’evoluzione nominale del PIL cantonale. La spesa pubblica aumenterà comunque, ma in modo economicamente e socialmente sostenibile e soprattutto evitando impennate fuori misura nei momenti di alta congiuntura e frenate brusche e improvvise nei momenti di bassa congiuntura. Nel quadriennio 1996-1999, per evitare l’autofinanziamento negativo e una pericolosa spirale di indebitamento, il Cantone ha dovuto attuare misure di correzione e di contenimento per 541 milioni di franchi. Se la legge fosse stata già in vigore, avremmo dovuto attuare misure correttive per 351 milioni di franchi ripartite su 15 anni, evitando le difficoltà del quadriennio 1996-1999. In altre parole, la legge consente un’evoluzione molto più lineare della spesa pubblica. Questo facilita l’azione governativa ed evita di dover improvvisare manovre di correzione e di contenimento che generano sempre scontro politico. È una legge che previene le cifre rosse nei conti dello Stato; oggi invece si corre ai ripari quando le cifre rosse arrivano. Che il Partito Socialista sia contrario non è una sorpresa. Dovrebbe però dire chiaro e tondo in che modo è possibile finanziare gli aumenti di spesa pubblica che auspica: aumentando le imposte di quanto e a carico di chi? La legge vuole evitare questo, perché i prelievi fiscali non possono superare il limite dell’accettabile. Al contrario, le imposte vanno ridotte per salvaguardare i redditi dei cittadini e aumentare la competitività economica del Ticino, senza la quale il Paese non potrebbe produrre la ricchezza necessaria anche per finanziare lo Stato».

Il tema

Ticino Business

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La guerriglia concorrenziale

Alcune riflessioni su concorrenza, etica e uso delle nuove tecnologie d’informazione

Riccardo Braglia

di Riccardo Braglia, membro Ufficio presidenziale della Ccia-Ti

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a quando esiste un’economia di mercato o ancora prima, dalla nascita del commercio, si è sviluppata la concorrenza tra produttori, distributori, importatori e commercianti. Intendiamoci bene, la concorrenza è sicuramente un aspetto positivo del mondo economico, in quanto elimina situazioni monopolistiche, spinge a ridurre i prezzi e migliora le condizioni di fornitura e di vendita di beni e servizi. La concorrenza fine a se stessa è quindi un elemento positivo ed indispensabile per ogni economia evoluta e moderna. Tuttavia, la concorrenza nel mercato non sempre viene gestita dai diversi protagonisti in modo etico e trasparente. Come ho già menzionato in un precedente articolo apparso su Ticino Business (“Il buon padre di Famiglia), l’etica nel business così come nei rapporti concorrenziali in questi ultimi decenni è venuta meno. Fin dai secoli scorsi si sono fatte guerre, invasioni, colonizzazioni e conquiste ai fini economici e concorrenziali, allo scopo di accaparrarsi materie prime o altre risorse naturali prima degli avversari. Durante il periodo coloniale diversi Paesi hanno attivato ogni mezzo militare, e non, per avere la meglio sui propri antagonisti. Vi sono state guerre commerciali per il controllo dei mari, via di trasporto per merci di ogni tipo. Successivamente vi sono state guerre ed

invasioni a titolo di difesa della propria democrazia o per controllare i rifornimenti petroliferi. Infine, si sono avute vere e proprie guerre commerciali tramite l’uso di dazi ed imposte all’importazione, limiti alla commercializzazione di beni e veri e propri isolamenti commerciali di intere regioni del mondo. Oggi, nel nuovo millennio, il mercato economico è divenuto globale; le guerre sono diminuite e la gestione degli interessi commerciali si avvale di nuove strategie e nuovi mezzi. Innanzitutto le nuove tecnologie hanno portato un nuovo sistema per controllare, gestire e battere i propri concorrenti. Di fatto, se i sistemi di comunicazione di nuova generazione sono utilissimi per scambiare informazioni in tutto il mondo in tempo reale, è pur vero che si prestano anche a manipolazioni di vario tipo. Prendiamo l’esempio delle comunicazioni con telefoni cellulari: è sicuramente vero che permettono di dialogare liberamente in tutto il mondo ovunque ci si trovi, ma è anche vero che possono essere sfruttate dalla concorrenza, visto che le comunicazioni digitali sono facili da intercettare, registrare ed adulterare. Di conseguenza si può avere in questo modo dal concorrente un’informazione in tempi più rapidi, si può anticiparne le mosse commerciali, e magari intromettersi in una comunicazione.

Anche l’e-mail o i messaggi SMS sono facilmente accessibili e quindi anch’essi potrebbero divenire fonti di informazioni commerciali strategiche ad uso e consumo dei nostri rivali. Le nuove tecnologie ci permettono di comunicare più velocemente, ma ciò non significa che la nostra privacy o il nostro business siano più sicuri o maggiormente difesi! Non bisognerebbe poi dimenticare il nuovo strumento del WEB che permette di consultare facilmente e prontamente migliaia di informazioni e di banche dati, ma che, contemporaneamente, tollera l’inserzione di dati errati o artificialmente modificati nel mondo informatico. In questo modo si creano notizie non corrette e di parte, provocando a volte seri danni ad un concorrente. Oggi è possibile influenzare gruppi di opinione, quali associazioni di consumatori o di cittadini, attraverso informazioni non corrette immesse con intelligenza e malizia sul WEB. Sembrerebbe fantapolitica o un film di James Bond… ma è la realtà! Una realtà che purtroppo supera la fantasia. E’ pertanto all’ordine del giorno trasmettere una notizia modificata riguardo un concorrente presso un sito WEB che riporta informazioni economiche locali o internazionali. Ed è altrettanto elementare influenzare gruppi d’opinione attraverso le chatline del WEB, che possono sem-

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Il tema

Ticino Business

brare imparziali o in buona fede, ma che in realtà celano una strategia comunicazionale ben precisa e focalizzata a creare un danno all’antagonista. Così si possono creare false informazioni o confronti ingannevoli tra prodotti o servizi, e si può mettere in cattiva luce un prodotto o un’azienda. Anche i media sono corresponsabili di queste strategie occulte concorrenziali, in quanto non verificano né le informazioni a loro pervenute, né tantomeno la loro fonte: l’importante è fare notizia, creare lo scandalo o lo scoop. Non importa se poi la notizia sarà smentita o ridimensionata: ormai i giornali si sono venduti, l’audience televisivo è stato ottenuto, in poche parole lo scopo finale di nuocere al concorrente è stata ottenuta !! Siamo sicuri che molti degli scandali avvenuti negli ultimi tempi non siano stati istigati, aiutati o magari anche creati a tavolino dai concorrenti... ? Le grandi multinazionali non si avvalgono più di guerre militari per mettersi in competizione: oggi organizzano, gestiscono e controllano le telecomunicazioni ed i media. Non stupitevi quindi di avere il vostro ufficio sotto controllo, le vostre telefonate registrate, le vostre e-mail intercettate, notizie sulla vostra azienda o sui vostri prodotti in prima pagina sui giornali o in TV!!! I grandi gruppi, in crisi di prodotti e strategie commerciali sicuri, ricorrono oggi a manovre di destabilizzazione della concorrenza, attività che mirano alla crisi economica del concorrente per por-

tarlo al fallimento o alla vendita della propria azienda. Si influenzano quindi i consumatori, parlando male del prodotto o del servizio della concorrenza invece di parlare bene del proprio. Vi sono aziende che raccolgono in modo ufficiale o non ufficiale informazioni sulle attività economiche per poi passarle al concorrente. Attenzione, dunque, alle informazioni che si condividono con banche, assicurazioni, broker, revisori

fiscali e consulenti, soprattutto se provenienti dall’area americana, dove l’attività di destabilizzazione dell’avversario è già in auge da diversi anni. La concorrenza assume quindi vesti inedite ed agisce secondo nuove logiche. Forse il grande fratello di Orwell non era poi così fantascientifico… La concorrenza non fa più le guerre, ma gestisce una guerriglia senza sosta… Una guerriglia di informazione.

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Editoriale

Ticino Business

SI alla revisione della legge sulla disoccupazione (LADI) Rafforziamo il suo finanziamento

Gentili Signore, Egregi Signori, sempre più spesso il cittadino chiamato ad esprimersi in votazione popolare si lascia prendere dalle emozioni senza esaminare il contenuto delle proposte di riforma. Non c’è da sorprendersi più di quel tanto se anche i partiti di Governo decidono raccomandazioni di voto che vanno in senso opposto a quanto predicato dal Consiglio federale e dai nostri massimi esponenti alle Camere federali. Dobbiamo tener presente che, negli anni ‘90, la LADI ha raggiunto un deficit di quasi 9 miliardi di franchi e il Parlamento dovette decidere nel ‘95 misure urgenti per sanare la situazione finanziaria. Il Consiglio agli Stati ed il Consiglio nazionale hanno approvato a grande maggioranza la revisione della legge contro la quale è stato lanciato referendum da parte dei Sindacati dell’estrema sinistra, appoggiati subito dall’Unione sindacale svizzera e dalla Federazione svizzera cristiano sociale. Ora se guardiamo a fondo il contenuto di questa revisione ci accorgiamo che molte sono le modifiche con un riflesso sociale importante. Le prestazioni saranno rafforzate infatti per i gruppi più esposti: le persone oltre i 55 anni di età, i beneficiari di rendite invalidità (AI) e infortuni (AINF), che potranno usufruire di un periodo di indennità di 2 anni (520 giorni). La revisione favorisce inoltre le famiglie, gli ammalati e le donne incinte tramite un allungamento dei periodi di indennità. D’ora in poi, l’assicurazione si farà carico di almeno 1/3 dei premi dell’assicurazio-

ne contro gli infortuni non professionali. È falso quindi quanto affermano i referendisti, che parlano di smantellamento dello Stato sociale e di revisione che non reca alcun miglioramento. La soglia che dà diritto ad un tasso d’indennità dell’80% passerà da 130 a140 franchi e sarà indicizzata al rincaro. Ma l’aspetto importante della revisione della LADI sarà la diminuzione immediata dell’aliquota prelevata sui salari e destinata a finanziare l’assicurazione contro la disoccupazione, dal 3% al 2% per tutti. Sarà così liberato a favore dei cittadini 1 miliardo di franchi, da poter utilizzare per favorire l’accesso alla proprietà della propria casa o comunque per l’acquisto di beni di consumo. Anche gli oneri sul lavoro pagati dalle aziende saranno alleggeriti di 1 miliardo di franchi. Questa diminuzione inciterà le aziende ad investire e a creare posti di lavoro. Il periodo di contribuzione in vigore in Svizzera di soli 6 mesi è troppo corto e va portato a 12 mesi per evitare anche che in seguito alla libera circolazione delle persone tra UE e CH vi sia un eccesso di abusi. Va ricordato che il nostro Paese garantisce prestazioni per le persone disoccupate senza pari in Europa. Gli ambienti economici chiedono da lungo tempo la diminuzione dell’aliquota di contribuzione con lo scopo di ridurre il costo del lavoro, contribuendo all’attrattiva della piazza economica svizzera. Ora se ne presenta l’occasione. Diciamo pertanto SÌ a questa riforma sociale, giustificata ed economicamente ragionevole. Claudio Camponovo

Impressum Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 35, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Fax +41 91 600 20 74 [email protected] Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti, Corso Elvezia 16, CH-6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 [email protected] www.cciati.ch

Agenda • Martedì 12 novembre, riunione dell’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti, incontro con l’ing. Fabio Janner progettista Stazione internazionale Como-Chiasso • Martedì 12 novembre, dalle ore 09.00 alle 17.00, presso la Ccia-Ti, corso “Il reclamo del cliente come opportunità per l’azienda” • Giovedì 14 novembre, Giornata nazionale delle ragazze, Prix AllianceF Rathaus Bern • Venerdì 15 novembre, alle ore 14.00, presso il Palazzo dei Congressi a Lugano, Giornata Cantonale delle Nuove Imprese • Martedì 19 novembre, alle ore 18.30, presso l’Hotel Parco Maraini a Lugano, Gruppo Ticino Donne PMI – Incontro informativo “La legge sull’esecuzione e fallimento” • Mercoledì 27 novembre, alle ore 14.30, presso la Camera di commercio di Parma, Conferenza “La Svizzera: Business Partner affidabile e competente per lo sviluppo sui mercati internazionali” • Giovedì 28 novembre, alle ore 16.30, Comitato AFRA, a Besazio • Venerdì 29 novembre, ore 10.00, presso la Camera di commercio di Friborgo, Riunione Info-Chambres • Lunedì 2 e martedì 3 dicembre, dalle ore 09.00 alle 17.00, presso la Ccia-Ti, corso “Prepararsi a vendere” • Lunedì 9 e martedì 10 dicembre, dalle ore 09.00 alle 17.00, presso la Ccia-Ti, corso “Posizionamento e differenziazione: le tecniche di marketing” • Mercoledì 18 dicembre, dalle ore 09.00 alle 13.00, presso la Ccia-Ti, corso “Preparare, organizzare e gestire una conferenza stampa / un’intervista”.

Attualità

Ticino Business

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85esima Assemblea generale ordinaria della Ccia-Ti del 4 ottobre 2002

Approvata all’unanimità la risoluzione sul completamento della galleria autostradale del San Gottardo

di Claudio Camponovo, Direttore della Ccia-Ti

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l mondo economico ticinese è particolarmente preoccupato dalla mancata sicurezza nel campo dei trasporti, dal limitato accesso al nostro territorio e dalle difficoltà nel raggiungere i nostri maggiori mercati. È per questo motivo che i circa 250 delegati presenti, in rappresentanza di tutti i maggiori rami dell’economia ticinese e di circa 100’000 posti di lavoro hanno adottato, durante i lavori assembleari della

Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino, la risoluzione per la completazione della galleria autostradale del San Gottardo. Questo grido dell’economia ticinese, sostenuto da tutte le maggiori associazioni economiche svizzere: economiesuisse e USAM (Unione Svizzera Arti e Mestieri) è stato indirizzato al Consiglio federale in corpore. Tutti i ticinesi in modo compatto devono

lottare per permettere al Ticino di lavorare: questa azione congiunta deve essere intrapresa non solo per difendere gli interessi dell’economia ticinese, ma per ribadire che il Ticino fa parte della Confederazione e che quindi deve avere collegamenti rapidi e sicuri con il resto del Paese. Tutto ciò è parte integrante del federalismo e Berna non può ignorarlo! Qui di seguito trovate il testo integrale della risoluzione.

“L’Assemblea dei delegati della Ccia-Ti, riunitasi il 4 ottobre 2002, ritiene improrogabile la rapida realizzazione della seconda galleria autostradale del San Gottardo. Considerato l’importante ruolo del Gottardo nella salvaguardia dei collegamenti con la Svizzera interna ed il resto d’Europa, l’industria, il commercio, il turismo e l’artigianato ticinese ribadiscono la necessità, per la loro stessa sopravvivenza, di vie di comunicazione adeguate, rapide e sicure. Tenuto conto delle pericolose strozzature su questo fondamentale asse di transito Nord- Sud, che provocano intasamenti e rallentamenti del traffico, con gravi ricadute anche ambientali, la Ccia-Ti sostiene decisamente: a) l’iniziativa AVANTI ed esprime nel contempo il proprio disappunto verso il controprogetto del Consiglio federale; b) l’iniziativa parlamentare Giezendanner (già accolta dal Consiglio nazionale) che propone di ancorare nella Costituzione federale la realizzazione del secondo tunnel autostradale del San Gottardo. Pur avendo apprezzamento per la misura S, adottata con l’introduzione del sistema “contagocce”, per favorire i trasporti interni da e verso il Ticino, riteniamo che la limitata mobilità penalizza pesantemente l’industria, le attività commerciali e turistiche del cantone Ticino, con conseguenze che potrebbero riflettersi anche sul piano occupazionale. Il Ticino è il cantone che è più immediatamente penalizzato da questa situazione. L’Assemblea dei delegati della Ccia-Ti è altresì preoccupata per la carente sicurezza nel sistema del traffico bidirezionale. Biasima, inoltre, l’atteggiamento di chiusura del Consiglio federale sul raddoppio, che se anche venisse deciso oggi diventerebbe realtà soltanto tra una ventina d’anni. Perciò, l’Assemblea dei delegati della Ccia-Ti, in rappresentanza e per conto dell’intera economia ticinese, chiede al lodevole Consiglio federale di rivedere la sua incomprensibile posizione e di intraprendere i passi necessari per eliminare gli ostacoli legislativi al raddoppio. Solo così è possibile garantire un collegamento rapido e sicuro con il resto del Paese, nello spirito di un rinnovato federalismo che tenga nella dovuta considerazione gli interessi vitali di ogni regione.”

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Attualità

Ticino Business

Corso di formazione all’autoimprenditorialità sostenuto anche dalla Ccia-Ti Formati 10 nuovi giovani imprenditori

di Riccardo Braglia, membro dell’Ufficio presidenziale della Ccia-Ti Riccardo Braglia

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o scorso 18 settembre 2002 si è tenuta la serata conclusiva del “Corso di formazione all’autoimprenditorialità”. Durante la serata sono stati presentati gli undici progetti imprenditoriali che gli altrettanti giovani iscritti al Corso hanno sviluppato per diventare futuri imprenditori. Il Corso, che si è svolto nel periodo da marzo a giugno, è stato ideato dal Rotary Club Lugano Lago e dall’Istituto di Pedagogia per la Formazione Professionale (ISPFP) e sostenuto dalla Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino, dal Dipartimento della Formazione Professionale del Canton Ticino, dall’Associazione Industrie Ticinesi, dalla ditta Progress 2000 e da tutti i Club Rotary del Cantone. Per alcuni partecipanti si è trattato di un primo approccio al mondo dell’imprenditoria, mentre per altri è stata l’occasione per approfondire le proprie conoscenze su attività già esistenti, così da poter sviluppare su di esse nuove idee. Per tutti l’esperienza è valsa a toccare con mano che trasformare in un business

un’idea vincente risulta essere la cosa più difficile; ne cogliamo la riprova nel fatto che più persone abbiano modificato la propria idea nel corso della formazione, giungendo alla definizione di progetti differenti da quelli scelti al momento dell’iscrizione. Ci permettiamo di interpretare questo comportamento come un indice che conferma la capacità dei corsisti di sfruttare al massimo le nozioni offerte dal corso, analizzando a fondo le problematiche legate ad un possibile futuro professionale imprenditoriale. La commissione preposta alla valutazione del corso ha poi scelto quattro progetti meritevoli, che testimoniano anche fasi diverse dell’avventura verso l’indipendenza professionale: • il primo – già realizzato – riguarda la creazione di un nuovo punto vendita in franchising nel campo dell’abbigliamento: la Signora Flavia Milani ha inaugurato in giugno il suo negozio “7 camicie”; • il secondo – in fase di realizzazione – compete lo sviluppo di applicazioni software per la telefonia mobile di nuova generazione, ed è frutto del-

l’ingegno del Signor Lorenzo Patocchi (Net 4 Business); • il terzo – che sarà realizzato nel prossimo futuro – ha attinenza con il settore delle tecnologie energetiche alternative, ed è volto alla realizzazione di una società di consulenza, progettazione ed installazione di impianti ad energia solare, ad opera del Signor Mario Arcuri. • Il quarto ed ultimo – pure in fase di rifinitura prima della realizzazione – vede lo sviluppo di servizi per il packaging design, ed è stato concepito dal Signor José Lagrana. Questa prima esperienza di Corso – realizzata come prototipo – è da ritenersi senza dubbio positiva, in quanto conferisce ai nostri giovani talenti l’opportunità di destreggiarsi autonomamente nel complesso mondo del lavoro e a sviluppare nuovi progetti. Gli aspetti da migliorare propri di tutte le esperienze sperimentali, non costituiscono altro che uno stimolo per gli enti patrocinatori per riproporre il Corso negli anni futuri anche in collaborazione con altri istituti di formazione professionale del Cantone Ticino.

Nuovi Soci Ccia-Ti Questo mese abbiamo il piacere di porgere il benvenuto a: • BOSSI Giampietro, agente di commercio prodotti metallurgici, Arzo • CURTI Lift Sagl, manutenzione di ascensori, Agno • Treelogix Media SA, consulenza e realizzazione di progetti per Internet, Bioggio

Attualità

Ticino Business

Giornata Cantonale delle Nuove Imprese

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Dipartimento delle finanze e dell’economia

15 novembre 2002 Palazzo dei Congressi Lugano

di Alessia Romano

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proprio il simbolo della barca a vela, o meglio la vela, che ha caratterizzato la seconda edizione della Giornata Cantonale delle nuove imprese tenutasi venerdì 15 novembre 2002 presso il Palazzo dei Congressi a Lugano. Si tratta di un appuntamento dedicato a chi facilita e incentiva le attività imprenditoriali nel nostro cantone, che si profila fertile e pronto ad accogliere nuove brillanti iniziative. Per avviare un’impresa non basta avere un’idea innovativa, è necessario essere capaci di assumersi le proprie responsabilità, di prendere decisioni talvolta rischiose ma importanti per programmare e organizzare l’attività con fatica e

1. l’esistenza di un sistema formativo e di ricerca d’eccellenza; 2. l’interazione del sistema sopraccitato con il mondo della produzione; 3. l’appoggio di una piazza finanziaria competitiva; 4. l’incentivo ed il supporto dell’ente pubblico a chi si avventura in nuove esperienze professionali. La Ccia-Ti sostiene con entusiasmo le nuove idee imprenditoriali, ne è la prova la particolare attenzione che essa dedica alla creazione delle condizioni quadro favorevoli allo sviluppo economico del nostro cantone. In particolare la Ccia-Ti dedica attenzione:

zione, rafforzando la competitività grazie ad un miglior accesso alla ricerca, all’innovazione ed alla formazione. La Ccia-Ti segue con interesse l’insediamento di nuove imprese sul nostro territorio. La Ccia-Ti offre inoltre servizi di vario genere alle nuove imprese, in particolare consulenza di carattere giuridico, economico, nonché la possibilità di instaurare delle relazioni d’affari in Svizzera e all’estero. In un contesto altamente competitivo, complesso e caratterizzato dall’aumento di velocità sia dei processi produttivi che

Un antico detto afferma che “nessun vento potrà essere idoneo per la propria barca a vela se non si sa dove si vuole andare”. impegno. Essere imprenditori significa saper individuare il proprio spazio nel mercato, conoscere i propri punti di forza e di debolezza, costruirsi un’immagine competitiva sul mercato; inoltre bisogna avere capacità professionali e personali. Siamo inoltre tutti concordi nel citare i quattro punti cardine necessari per potersi destreggiare nel mondo economico:

• alla difesa del libero mercato, dell’iniziativa privata e dell’imprenditorialità, • alla richiesta di una politica fiscale più liberale opponendosi all’introduzione di nuove tasse, • alla lotta per l’eliminazione degli ostacoli burocratici, • al costante sostegno delle PMI mediante migliori servizi d’informa-

decisionali, un’azienda di successo deve basare il suo sviluppo su pianificazioni flessibili, riduzione dei costi e capacità di esecuzione adeguate; ma soprattutto sulla soddisfazione del cliente. Le opportunità di mercato sono enormi, alziamo dunque le vele per cogliere al meglio queste opportunità di navigazione!

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Votazioni

Ticino Business

Una votazione nel momento meno propizio L’obiettivo della revisione della LADI è solo quello di garantire il finanziamento a lungo termine dell’assicurazione contro la disoccupazione

di Stefano Modenini, responsabile di economiesuisse Lugano

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a votazione sulla revisione della legge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) non giunge certamente in un momento propizio. La difficile situazione economica e occupazionale, l’annunciata ristrutturazione della Posta, le difficoltà della piazza finanziaria e delle compagnie d’assicurazione, sono tutti elementi che indurranno certamente non pochi cittadini ad opporsi a questa riforma. Anche negli ambienti imprenditoriali v’è chi non ritiene saggio operare cambiamenti nella situazione attuale. Tutte queste critiche hanno naturalmente una loro giustificazione, ma non tengono conto del fatto che l’obiettivo della riforma della LADI è quello di garantire il finanziamento dell’assicurazione contro la disoccupazione (AD) a medio e a lungo termine, ciò che va a beneficio in primo luogo di tutte le persone che devono far ricorso alle prestazioni di questa assicurazione. Oggi infatti l’AD dipende in misura eccessiva dalle oscillazioni congiunturali, poiché il suo modello di finanziamento e di prestazioni è stato pensato per una situazione economica diversa e più favorevole rispetto alla situazione attuale. Il modello di revisione della LADI prende in considerazione in effetti un numero medio di disoccupati in Svizzera di 100’000. Se non interveniamo con dei correttivi di legge, rischiamo di ritrovarci nella situazione avvenuta verso la metà degli anni novanta, quando il Parlamento fu costretto ad adottare in tutta fretta misure urgenti per far fronte al deficit dell’assicurazione contro la disoccupazione, che raggiunse all’inizio del 1999 quasi i 9 miliardi di franchi. Naturalmente non si può nascondere il fatto che la revisione della LADI preveda

anche qualche compensazione alle nuove prestazioni che vengono introdotte. Le persone al di sotto dei 55 anni di età vedranno ridurre il tetto massimo delle indennità da 520 a 400 giorni. E il periodo di contribuzione che dà diritto alle indennità di disoccupazione sale da 6 a 12 mesi. Queste misure vanno giudicate complessivamente, tenendo conto anche del fatto che la durata media della disoccupazione in Svizzera è di 147 giorni. Il legislatore ritiene insomma che le persone più giovani abbiamo maggiori possibilità e dispongano di un tempo sufficiente per ritrovare un posto di lavoro. Anche l’aumento del periodo di contribuzione va visto nell’ottica di prevenire l’indesiderato fenomeno del “turismo della disoccupazione”. Di questo problema si era già discusso in occasione della votazione sugli Accordi bilaterali fra la Svizzera e l’Unione europea nel maggio 2000. E già si sapeva, al momento della votazione, che le assicurazioni sociali elvetiche potevano essere chiamate a pagare oneri supplementari dell’ordine dei 400 milioni di franchi. Ora, dato che il livello delle prestazioni dell’AD in Svizzera è chiaramente più elevato rispetto a quello dei paesi dell’UE, si vuole evitare che l’introduzione della libera circolazione delle persone crei effetti negativi indesiderati per le casse dell’assicurazione contro la disoccupazione. Per i cittadini e le imprese la revisione della LADI è importante. Prima di tutto perché essa prevede una riduzione degli oneri salariali che vanno a finanziare l’AD dal 3 al 2%. Complessivamente si tratta di due miliardi di franchi che verranno restituiti in parti uguali all’economia e alla popolazione. Per un’impresa questa misura comporta una riduzione del costo del lavoro e

la creazione di spazi di manovra per nuovi investimenti e posti di lavoro. Ma come detto inizialmente la revisione della LADI ha soprattutto l’obiettivo di migliorare il finanziamento di questa importante assicurazione creando una solidarietà più precisa ed efficace. I gruppi della società più esposti alla crisi economica, quindi soprattutto le persone oltre i 55 anni di età, le famiglie, gli ammalati e le donne in gravidanza, potranno contare su un’estensione delle indennità di disoccupazione. Oltre i 61 anni il periodo delle indennità sarà aumentato a 640 giorni (2 anni e mezzo). Il contributo di solidarietà dell’1% prelevato sui redditi elevati per finanziare ulteriormente l’AD potrà essere reintrodotto proprio grazie alla revisione della LADI, altrimenti esso è destinato a decadere alla fine del 2003. Anche le persone che escono dalla vita lavorativa per assumere compiti educativi a favore dei propri figli potranno beneficiare delle indennità di disoccupazione quando si metteranno alla ricerca di un posto di lavoro. Nell’attuale situazione economica abbiamo il dovere di pensare a dare solidità alle nostre assicurazioni sociali. E’ impensabile continuare anche in futuro a ricorrere a decreti federali urgenti per tamponare la loro situazione debitoria. La revisione della LADI proposta in votazione il prossimo 24 novembre è equilibrata, sociale e solidale. Essa si assume la responsabilità di trovare risposte certe al futuro finanziamento dell’assicurazione contro la disoccupazione. Saremmo insomma degli irresponsabili se ci occupassimo solo di pensare ad elargire prestazioni senza prima avere pensato a come reperire i finanziamenti necessari.

85esima AGO della Ccia-Ti del 4 ottobre 2002

lic.rer.pol. Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

Pubblico dell’85esima AGO della Ccia-Ti

Avv. Marina Masoni, Direttrice del Dipartimento delle finanze e dell’economia

Dott. Filippo Lombardi, Consigliere agli Stati

Dott. Rudolf Ramsauer, Direttore di economiesuisse

Dott.iur. Pierre Triponez, Direttore USAM e Consigliere nazionale

Charles Juillerat, Presidente Commissione dei trasporti e dell’ambiente TCS

Tavolo Presidenziale alla cena presso l’Hôtel de la Paix a Lugano

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Commercio estero

Ticino Business

Alcuni subfornitori svizzeri si presentano Il panorama completo dell’industria svizzera della subfornitura si presenta in una pubblicazione d’esportazione edita dall’Osec Business Network Switzerland in collaborazione con l’Associazione svizzera dei subfornitori dell’industria metallurgica (SIM) e con l’Associazione svizzera delle materie plastiche (KVS), nonché con l’appoggio di altre associazioni di categoria. “Alcuni subfornitori svizzeri si presentano” è un catalogo rappresentativo dell’industria svizzera della subfornitura e viene pubblicato ogni due anni in occasione della Fiera di Hannover. La nona edizione uscirà nel 2003 e include anche un CD-ROM. Sarà distribuita per i prossimi due anni durante fiere specializzate alle quali vi sarà una partecipazione collettiva della Svizzera, ma anche in occasione di forum di contatti tra subfornitori. Il catalogo sarà inviato anche alle aziende interessate, alle camere di commercio e alle rappresentanze ufficiali della Svizzera all’estero. L’industria svizzera della subfornitura ha un’importanza sempre maggiore sul mercato internazionale dell’approvvigionamento: grazie alla loro tecnologia di punta, flessibilità, affidabilità e orientamento verso i clienti, le PMI svizzere sono piazzate molto bene e possono avere un ruolo maggiore a livello mondiale. Non perdete quest’occasione unica di far conoscere la vostra azienda, i vostri prodotti e servizi a condizioni vantaggiose e in modo strategico, là dove si allacciano i contatti e dove si prendono le decisioni. La parte principale del catalogo include i profili aziendali e le presentazioni dei prodotti.

Il CD-ROM è uno strumento di lavoro pratico che consente di selezionare e stampare le informazioni. Se desiderate che anche la vostra azienda sia presente in questa pubblicazione, non esitate a richiedere il prospetto informativo al nostro Segretariato. Trado – la nuova piattaforma di commercio elettronico B2B Giordania-Svizzera (seco) Ad inizio ottobre, in occasione della visita ufficiale a Berna di Sua Maestà il Re Abdullah II di Giordania, è stata lanciata una piattaforma di commercio elettronico interaziendale Giordania-Svizzera: www.trado.org. Questo strumento consentirà alle PMI dei due paesi di avere dei contatti in tempo reale 24h/24 e di allacciare nuove relazioni commerciali. Tramite questa piattaforma, le aziende svizzere potranno aprirsi nuovi mercati nel Medio Oriente, inizialmente nel settore delle tecnologie dell’informazione e poi, a medio termine, anche in altri settori. Per quanto concerne invece le aziende giordane, avranno nuove opportunità per esportare i loro prodotti e i servizi informatici verso l’Europa e per sviluppare software. Il progetto di sviluppo del Segretariato di Stato dell’economia (seco) si basa sul principio del partenariato pubblico-privato. I primi due anni, il seco si prenderà a carico i costi di sviluppo e di manutenzione della piattaforma. Lo sfruttamento e il proseguimento dello sviluppo saranno finanziati dai contributi di associazioni, organizzazioni e aziende private che ricorreranno a “trado”. Inoltre, il seco mette a disposizione della Giordania un nuovo credito di finanziamento misto di trenta milioni di franchi.

Un primo credito misto di sessanta milioni di franchi era stato accordato nel 1986. Esso è servito a finanziare dei progetti di sviluppo nel settore del catasto, delle infrastrutture agricole e della sanità. Nell’ambito del secondo credito, i progetti finanziati saranno quelli sulla salute, l’acqua e l’ambiente. Il nuovo credito di finanziamento misto si basa su un accordo intergovernativo e un accordo bancario. Inaugurato lo Swiss Business Hub a Madrid Il 24 ottobre 2002 è stato inaugurato, presso l’Ambasciata svizzera a Madrid, il nuovo Swiss Business Hub Spagna. Nel corso degli ultimi anni il mercato spagnolo ha evidenziato uno sviluppo dinamico, superiore alla media europea. Di tale sviluppo hanno beneficiato anche gli scambi commerciali bilaterali tra Svizzera e Spagna. Fra i destinatari dei prodotti svizzeri, la Spagna si situa al sesto posto nella graduatoria dei Paesi dell’UE. Lo Swiss Business Hub Spagna offre alle aziende svizzere interessate - e in modo particolare alle PMI - un aiuto ottimale per avviare la propria attività salvaguardandole da passi avventati e investimenti sbagliati. Sostenuto dall’Osec Business Network Switzerland, esso offre un ampio ventaglio di prestazioni, che vanno dalla semplice comunicazione di indirizzi alla consulenza generica e individuale fino all’approntamento di analisi di mercato. Gli SBH già operativi si elevano quindi a nove e si trovano in Austria, Brasile, Cina, Germania, Giappone, India, Italia, Stati Uniti e, ovviamente, Spagna. Entro fine anno saranno inaugurati SBH in Gran Bretagna, Francia e Russia. Seguiranno nel 2003 Dubai e Polonia.

Commercio estero Nuova prestazione e-business per PMI (seco) Con la banca dati eXperience dedicata all’e-business e accessibile sul sito Internet www.pmiinfo.ch, la Task Force PMI del Segretariato di Stato dell’economia (seco) offre una prestazione esclusiva. La banca dati eXperience propone delle conoscenze specializzate nell’e-business e mira innanzi tutto a facilitare il trasferimento di conoscenze verso le PMI, presentando loro delle soluzioni di e-business tratte dalla pratica. Gli esempi presentati sono strutturati in diversi capitoli: è descritta la situazione iniziale, il prodotto, gli svolgimenti a livello organizzativo, i partenariato e le tecnologie. Inoltre, sono presentati anche i fattori che hanno facilitato o al contrario complicato l’introduzione della nuova soluzione commerciale. La banca dati è ancora in fase di sviluppo e contiene attualmente venti soluzioni d’e-business, entro la fine dell’anno saranno un centinaio. Esse potranno essere selezionate in funzione di criteri quali il settore d’attività, il campo d’applicazione o la tecnologia utilizzata. La banca dati eXperience è stata sviluppata su mandato della Task Force PMI dall’EIAB, la Business School for Foreign Trade di Basilea, che aveva finora utilizzato questi esempi per i suoi programmi d’insegnamento. Il seco ha messo questo know-how a disposizione di un vasto pubblico sul suo sito Internet. Anche la versione italiana di questo portale è finalmente disponibile. Mercati in Messico: le aziende svizzere sono ben piazzate (bns) L’Accordo di libero scambio tra gli Stati dell’AELS e il Messico consente alle aziende svizzere di accedere ai bandi di gara lanciati dallo Stato messicano. Secondo informazioni fornite dall’Ambasciata svizzera in questo paese, gli importi in gioco sono notevoli. Secondo il SECODAM (Secretaría de Contraloría y Desarrollo Administrativo), circa 3’000 servizi pubblici hanno lanciato nel 1999 quasi 20’000 offerte per un totale di 23,8 miliardi di dollari (USD). I bandi di gara sono pubblicati nella Gazzetta ufficiale (Diario Oficial) e su http://dof.terra.com.mx oppure www.compranet.gob.mx; essi figurano anche nelle pubblicazioni settoriali dei ministeri o delle autorità interessate da questi bandi:

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• Ministero dei trasporti e delle comunicazioni www.sct.gob.mx • Ministero dell’educazione www.sep.gob.mx • Ministero dell’agricoltura www.sagarpa.gob.mx • Ministero delle finanze www.shcp.gob.mx • Ministero della sanità www.ssa.gob.mx • Commissione federale dell’elettricità www.cfe.gob.mx • Petroleos Mexicanos (PEMEX) www.pemex.gob.mx. Questi ministeri ed autorità decidono in maniera indipendente l’aggiudicazione degli appalti pubblici, con il rispetto delle disposizioni legali applicabili. Le aggiudicazioni sono regolate dalla legge sulle acquisizioni, sulla locazione e i servizi del settore pubblico (Ley de Adquisiciones, Arrendamientos y Servicios del Sector Público LAASSP) e dalla legge sui lavori pubblici e i servizi collegati al settore pubblico (Ley de Obras Públicas y Servicios Relacionados con las Mismas LOPSRM). Le altre disposizioni figurano nell’Accordo di libero scambio tra l’AELS e il Messico. Il SECODAM controlla l’applicazione di queste disposizioni legali. Informazioni dettagliate (in inglese e spagnolo) sono disponibili sul sito del Segretariato dell’economia www.economia-paasop.gob.mx. La legislazione applicabile può essere scaricata direttamente dal sito del SECODAM www.secodam.gob.mx/unaopspf/unaop1. htm. Gli appalti pubblici sono regolati dagli art. 56-68, allegati XII-XX dell’accordo di libero scambio AELS-Messico. Potete ottenere ulteriori informazioni sull’accordo di libero scambio su www.secoadmin.ch/seco/seco2.nsf/dieSeite/AWP_E uropa_EFTAWeltweit?OpenDocument&l =fr&neu=1&HauptRessort=4. Accordo di protezione degli investimenti con il Guatemala (seco) La Svizzera e il Guatemala hanno firmato a metà settembre un accordo di promozione e di protezione reciproca degli investimenti. Le disposizioni principali dell’accordo riguardano gli investimenti stranieri, il trasferimento di capitali e i ricavi da investimento, l’indennizzo in caso d’espropriazione e le procedure di risoluzione dei litigi. Questo accordo evidenzia la volontà della Svizzera e del Guatemala di garantire ai loro investimenti una maggiore sicurezza

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giuridica e di creare un clima favorevole ad attrarre capitali privati esteri, contribuendo così ad incoraggiare gli investimenti esteri nei due paesi. Cina: uguaglianza di trattamento delle aziende cinesi e straniere davanti ai tribunali Dal 1° ottobre 2002, le società e le organizzazioni straniere hanno anch’esse il diritto di avviare una causa contro le decisioni prese dalle autorità cinesi per quanto riguarda il commercio internazionale. Finora questo diritto era riservato agli organismi e alle aziende autoctone. La Corea del Sud aprirà nuove zone economiche speciali La Corea del Sud intende creare nuove zone economiche speciali: l’isola di Yeongjong, il quartiere di Songdo (vicino alla città portuale di Inch’on) e il polder di Gimpo, una terra conquistata sul mare. Le zone economiche speciali dovrebbero accogliere innanzitutto centri di tecnologia, informatica, logistica, biotecnologia e industria farmaceutica, ma anche impianti di ricerca, edifici adibiti ad uffici, parchi divertimenti e centri commerciali, senza dimenticare gli alberghi, le scuole internazionali e i complessi abitativi. Il governo coreano intende così spostare il baricentro dell’economia del paese dall’industria di produzione verso le industrie basate sulle tecnologie di punta e l’intelligenza artificiale. Una strategia per sviluppare il settore bancario russo La Banca centrale di Russia e il governo russo hanno attuato una strategia per sviluppare ed ottimizzare il settore bancario in Russia e migliorare così le condizioni quadro dell’economia. La strategia per lo sviluppo del settore bancario russo può essere consultata su www.osec.ch/~0xac10400b_0x0006b0b3 /russian_banking_sector. Osec Business Network Switzerland Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] www.osec.ch

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Impresa Europa Il bollettino trimestrale d’informazione della DG Impresa, edizione luglio-settembre 2002, è disponibile online all’indirizzo www.europa.eu.int/comm/enterprise/libr ar y/enterprise-europe/issue8/pdf/ 8_072002_it.pdf. Segnaliamo in particolare gli articoli: • Zoom sulla competitività: i paesi candidati adottano la Carta europea per le piccole imprese • Industria: investire nelle migliori tecniche disponibili – valutare l’impatto economico sull’industria • Mercato interno: una svolta per il settore europeo delle apparecchiature a pressione. Un esemplare in versione cartacea è disponibile gratuitamente presso il nostro Segretariato. Rapporto 2002 sulla competitività europea Questo rapporto annuale analizza il livello di competitività dell’industria europea. Quest’ultima edizione prende in esame i progressi dell’industria manifatturiera nel settore della tutela ambientale. La pubblicazione può essere ordinata presso l’EICS, menzionando il nr. ISBN 92894-3707-3. Il costo è di EUR 14.00 (ca. CHF 20.50) + IVA e spese di spedizione. Stabile l’inflazione in Eurolandia Eurostat ha pubblicato i dati relativi all’inflazione nella zona euro: essa è stabile rispetto ad agosto al 2,1%. Anche l’inflazione nell’UE15 è stabile all’1.9%. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il documento www.europa.eu.int/comm/eurostat/Public

Speciale Unione europea

/datashop/print-product/EN?catalogue=Eurostat&product=2-16102002EN-AP-EN&type=pdf (in inglese). Frenare i costi della sicurezza sul lavoro L’11 settembre, uno studio effettuato dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, ha presentato un nuovo strumento volto ad accrescere la sicurezza e preservare la salute sul luogo di lavoro. Questo strumento dovrebbe permettere alle aziende di definire meglio i costi legati agli incidenti e di calcolare l’efficacia delle misure preventive tramite analisi costo/efficacia. Nell’Unione europea ogni anno sono circa 5’500 persone che periscono a causa di incidenti di lavoro e oltre 5 milioni di lavoratori che soffrono per incidenti con arresto di lavoro di oltre 3 giorni. I costi di questi incidenti sul territorio dell’UE sono enormi: ogni anno, nelle aziende, sono 150 milioni i giorni di lavoro che vanno a finire in scioperi e i costi d’assicurazione sostenuti dalle aziende ammontano a 20 miliardi di euro. Il nuovo programma dell’Agenzia deve consentire alle aziende di aver una migliore idea dei costi dovuti agli incidenti. Grazie a dei modelli di calcolo, vengono date raccomandazioni per investire nella sicurezza sul lavoro e abbassare quindi il tasso di incidenti e i costi per l’azienda a lungo termine. Lo studio “Inventory of socioeconomic costs of work accidents” può essere consultato online su http://agency.osha.eu.int/publications/rep orts/207/en/inventory.pdf Il sito dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro è invece all’indirizzo http://agency.osha.eu.int

Revisione della direttiva “Imballaggi” accettata dal Parlamento europeo La Commissione europea si felicita del voto positivo del Parlamento europeo sulla revisione della direttiva relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggi del 3 settembre 2002. Questa revisione mira soprattutto a elevare sensibilmente gli obiettivi di recupero e riciclaggio e a introdurre degli obiettivi minimi specifici per il riciclaggio dei vari materiali utilizzati per l’imballaggio. Questa revisione deve essere ancora approvata dal Consiglio. Proposta di modifica COM(2001)729 della direttiva “Imballaggi”: www.europa.eu.int/eurlex/it/com/pdf/2001/com2001_0729it01.p df La direttiva 94/62/CE relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio può essere ordinata, dietro pagamento, all’EICS. Per altre informazioni rinviamo al sito http://europa.eu.int/scadplus/leg/it/lvb/l2 1207.htm. Diritto sui brevetti e biotecnologia È stato pubblicato un primo rapporto valutativo della Commissione europea sull’applicazione della direttiva 98/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 luglio 1998 sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche. Il rapporto identifica gli sviluppi e le implicazioni della legge sui brevetti nel campo della biotecnologia e dell’ingegneria genetica. Viene inoltre messo in risalto come la rapida applicazione della direttiva 98/44/CE in tutti gli Stati membri sia una condizione imprescindibile per il progresso dell’Europa nel settore della biotecnologia. Il rapporto può essere visionato su

Speciale Unione europea http://europa.eu.int/eurlex/it/com/rpt/2002/com2002_0545it01.pdf. Giustizia e affari interni: documentazione online www.europa.eu.int/comm/justice_home/ acquis_en.htm è la nuova pagina che la Direzione Giustizia e affari interni dedica all’acquis comunitario nelle materie coperte dal titolo IV del trattato CE (spazio di sicurezza, libertà e giustizia) e dal titolo VI del trattato dell’Unione europea (cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale). Le versioni consolidate sono aggiornate al primo semestre 2002. Norme comuni per le offerte pubbliche d’acquisto La Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva che prevede norme comuni per le offerte pubbliche di acquisto (OPA). Scopo della proposta è offrire alle imprese europee maggiore certezza giuridica per questo tipo di operazioni e proteggere gli azionisti di minoranza in caso di trasferimento del controllo. La Commissione ritiene la direttiva una tappa importante del processo intrapreso in vista di una completa integrazione dei mercati finanziari europei. Altre informazioni sono disponibili su www.europa.eu.int/comm/internal_market/en/company/company/news/2002-10comm-takeovers_en.pdf (in inglese). Nuovo regolamento sui detergenti per proteggere l’ambiente e la salute dei consumatori La Commissione europea ha adottato una proposta di regolamento sui detergenti. Scopo della proposta è garantire elevati livelli di protezione dei sistemi idrici contro gli effetti nocivi di alcune sostanze (agenti di superficie o tensioattivi) destinate a ridurre la tensione superficiale dei liquidi e a favorirne la penetrazione nei solidi. Anche la protezione dei consumatori e della loro salute risulterà rafforzata, in quanto il regolamento propone di modernizzare e ampliare il campo di applicazione delle cinque direttive in vigore sulla biodegradabilità dei tensioattivi nei detergenti e della raccomandazione della Commissione sull’etichettatura dei detergenti e dei prodotti di pulizia. La scelta di sostituire le direttive con un regolamento, utilizzato per la prima volta nel settore dei detergenti, è giustificata dal fatto che l’armonizzazione di norme tecniche dettagliate esige un’applicazione uni-

forme negli Stati membri e, inoltre, questo tipo di atto legislativo rende più facile l’adozione di quelle modifiche che lo sviluppo delle conoscenze scientifiche in materia di tensioattivi renderà necessarie. Le nuova regolamentazione proposta da Bruxelles presenta quindi vari aspetti positivi, tra i quali la copertura di tutti i tensioattivi, un elevato grado di tutela dell’ambiente e delle persone, una migliore informazione per i consumatori e un atto legislativo unico. Il testo della proposta può essere consultato su http://europa.eu.int/comm/enterprise/chemicals/detergents/publicconsult/index.htm. 6° programma quadro di ricerca dell’Unione europea La decisione 1513/2002/CE relativa al sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione volto a contribuire alla realizzazione dello Spazio economico europeo della ricerca e all’innovazione (2002-2006) è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale L232 del 29 agosto 2002.

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zio europeo della ricerca, rafforzando il coordinamento e sostenendo lo sviluppo coerente delle politiche e delle attività di ricerca e di incentivazione dell’innovazione in Europa. L’importo globale massimo della partecipazione finanziaria della Comunità all’insieme del sesto programma quadro ammonta a 16’270 milioni di euro, vedi tabella sottostante. La Commissione europea organizza in data 11, 12 e 13 novembre 2002 a Bruxelles una grande conferenza di lancio del 6° PQR. Per informazioni sulla conferenza rinviamo al sito: http://europa.eu.int/comm/ research/conferences/2002/index_en.html. Il testo della decisione 1513/2002/CE può essere acquistato presso il nostro Segretariato al prezzo di CHF 67.50 + IVA e spese di spedizione. Ulteriori ragguagli sul sesto programma quadro 2002-2006 si possono invece ottenere su http://europa.eu.int/comm/ research/fp6/index_en.html.

AZIONI PREVISTE

IMPORTO (in milioni di EUR)

1. Concentrare e integrare la ricerca della Comunità Priorità tematiche - Scienze della vita, gnomica e biotecnologie per la salute • Genomica avanzata e sue applicazioni per la salute 1’100 • Lotta contro le principali malattie 1’155 - Tecnologie per la società dell’informazione - Nanotecnologie e nanoscienze, materiali multifunzionali basati sulla conoscenza e nuovi processi e dispositivi di produzione - Aeronautica e spazio - Qualità e sicurezza alimentare - Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi • Sistemi energetici sostenibili 810 • Trasporti di superficie sostenibili 610 • Cambiamento globale ed ecosistemi 700 - Cittadini e governance nella società della conoscenza Attività specifiche riguardanti un settore di ricerca più ampio - Sostegno politico e anticipazione delle esigenze scientifiche e tecnologiche - Attività orizzontali di ricerca per le PMI - Misure specifiche a sostegno della cooperazione internazionale Attività non nucleari del Centro comune di ricerca 2. Strutturare lo Spazio europeo della ricerca - Ricerca e innovazione - Risorse umane - Infrastrutture di ricerca - Scienza e società 3. Rafforzare le basi dello Spazio europeo della ricerca - Sostegno al coordinamento delle attività - Sostegno allo sviluppo coerente delle politiche TOTALE

La decisione definisce gli obiettivi scientifici e tecnologici, la struttura e le priorità del programma, nonché il budget. In particolare, il nuovo programma quadro si propone, da un lato di “rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche della Comunità, di favorire lo sviluppo della sua competitività internazionale e di promuovere le azioni di ricerca” e, dall’altro, di contribuire alla realizzazione dello spa-

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13’345 11’285 2’255

3’625 1’300 1’075 685 2’120

225 1’300 555 430 315 760 2’605 290 1’580 655 80 320 270 50 16’270

Euro Info Centro Svizzera Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 37 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] www.osec.ch

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visori e video-lenti per ipovedenti

Chiasso tel. 091 682 50 66 c.so S. Gottardo 32

Attualità

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L’università della Svizzera Italiana: un crocevia tra formazione, ricerca ed imprese a cura del Servizio Stage&Placement

destinato ad aule di insegnamento e un palazzo di acciaio, cemento e vetro con generosi spazi di lavoro per diplomandi e dottorandi. A Mendrisio sono stati raggruppati in un unico edificio i diversi spazi per l’insegnamento e le attività di atelier, oltre ad un grande atrio per incontri ed esposizioni e l’area della mensa. La compresenza di facoltà diverse e complementari permette agli studenti di ricevere una

accoglie oggi, nei campus di Lugano e Mendrisio, 1500 studenti in rappresentanza di 35 nazionalità. L’orientamento cosmopolita caratterizza anche il corpo docente (il 60% proviene dall’estero e il 20% dalla Svizzera interna). Oltre all’italiano, lingua ufficiale, l’inglese è la lingua corrente dei corsi specialistici e dei seminari e non è raro trovare docenti che insegnano in tedesco o francese.

formazione interdisciplinare, che integra insegnamenti di economia, comunicazione e tecnologia. L’ampiezza delle strutture, congiuntamente alle dimensioni contenute (rapporto studenti-docenti: 10-1), sono parte della filosofia dell’USI, che vuole essere non solo un luogo di studio ma anche uno spazio di vita di qualità con condizioni ideali per l’apprendimento e la ricerca.

Le facoltà dell’USI: integrazione tra economia, comunicazione e tecnologia La caratteristica dell’Università della Svizzera Italiana è l’interdisciplinarità. I percorsi formativi di ogni facoltà si avvalgono di una collaborazione reciproca per integrare le diverse aree disciplinari e formare professionisti pronti a rispondere alle esigenze del mondo del lavoro. Nelle facoltà di economia e comunicazione, dal 2001 l’insegnamento è strutturato secondo il nuovo ordinamento di studi europeo che prevede un triennio di base (Bachelor) seguito da un biennio di specializzazione (Master) con apprendimen-

L’

Università della Svizzera Italiana (USI), unica università di lingua italiana al di fuori dell’Italia, è stata fondata nel 1996 e fa parte integrante del sistema universitario svizzero. L’USI si estende su due campus e comprende tre facoltà: Scienze economiche e Scienze della comunicazione con sede a Lugano e l’Accademia di architettura, con sede a Mendrisio. È inoltre in fase progettuale avanzata la realizzazione di una facoltà di Scienze informatiche. Le due sedi sono state recentemente ampliate con un investimento di circa 80 milioni di franchi e possono oggi ospitare più di duemila studenti. A Lugano, attorno allo stabile del vecchio ospedale civico, sono state aggiunte l’aula magna, la biblioteca con una imponente sala di lettura, un edificio interamente

Apertura internazionale La Svizzera italiana, crocevia della comunicazione fra il nord e il sud dell’Europa, ha creato le condizioni ideali per una università come l’USI, plurilingue e aperta al confronto internazionale. L’USI

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Attualità

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ti mirati e l’offerta di programmi congiunti fra le due facoltà.

corsi potrebbero iniziare già nell’autunno del 2003.

La facoltà di Scienze economiche forma economisti in grado di competere su un mercato globale. Il piano di studi offre, oltre alle discipline classiche dell’economia, una formazione fortemente quantitativa, con insegnamenti di matematica, statistica, informatica ed econometria. La facoltà si distingue per l’offerta di un indirizzo finanziario, che riflette la presenza a Lugano di un mercato particolarmente attivo.

Orientamento al mondo del lavoro La scelta di una struttura flessibile e dinamica consente all’USI di avvicinarsi alle esigenze del mercato del lavoro con l’offerta di percorsi formativi che rispondono alla continua e rapida evoluzione delle professioni. I programmi di studio integrano periodi obbligatori di pratica professionale (stages) presso aziende ed istituzioni in Svizzera e all’estero. In accordo con i principi formativi europei, gli stages fanno parte del curriculum e permettono agli studenti di avvicinarsi al mondo del lavoro già durante gli studi.

La facoltà di Scienze della comunicazione è l’unica nel panorama universitario svizzero ad offrire una formazione che integra tutti gli aspetti rilevanti della comunicazione, dalla linguistica fino alla tecnologia. Il piano di studi è orientato a formare specialisti che operano nei principali contesti professionali: media, imprese, istituzioni, formazione, politica e tecnologia. L’Accademia di architettura propone un programma di studi basato sull’integrazione del progetto architettonico con le discipline teoriche, tecniche e culturali pertinenti alla progettazione. Prevede quattro anni di formazione, un anno di pratica in uno studio di architettura per la verifica delle competenze professionali e un intero anno dedicato al lavoro di diploma, che si svolge all’interno della scuola sotto la guida di professori di progettazione coadiuvati da professori di materie tecniche e umanistiche. Una quarta facoltà, dedicata alle Scienze informatiche e orientata verso nuove forme di preparazione scientifica e professionale, è in fase di progettazione e i

Per favorire i rapporti con la realtà professionale, è stato creato il Servizio Stage&Placement, che assicura il flus-

so di informazione fra studenti e aziende, organizza incontri, propone offerte di stage e di lavoro, e assicura agli studenti un servizio di orientamento in linea con le esigenze dei differenti contesti lavorativi. Un’indagine effettuata recentemente sui laureati in Scienze economiche e Scienze

L’USI in breve: • Fondata nel 1996 come ente autonomo di diritto pubblico • Parte del Sistema universitario svizzero • 3 facoltà: Architettura, Scienze della comunicazione, Scienze economiche • Facoltà di Scienze informatiche in fase avanzata di progettazione • 1500 studenti di 35 nazionalità • Oltre 300 docenti e assistenti • 2 campus con ampi spazi a Lugano e a Mendrisio. • 3 scuole dottorali e 5 programmi di Master executive

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della comunicazione dimostra che il Ticino in generale e la piazza finanziaria luganese in particolare, apprezzano le competenze maturate in università e che l’inserimento dei laureati USI nel mondo del lavoro è particolarmente rapido: oltre la metà ottiene un impiego subito dopo la licenza e un altro 30% nel corso dei 3 mesi dalla conclusione. Attraverso programmi di studio, stages e collaborazioni nella ricerca applicata, l’USI intende sviluppare ulteriormente il suo rapporto con le imprese. Contatto: Università della Svizzera Italiana Via Lambertenghi 10 A CH - 6904 Lugano (Svizzera); Tel. +41 91 923 81 62; Fax +41 91 923 81 63; [email protected]; www.unisi.ch Stage&placement: www.unisi.ch/servizi/placement

Servizio Stage & Placement Via G.Buffi 13, ufficio 222 CH - 6900 Lugano (Svizzera) Tel. +41 91 912 46 06 Fax +41 91 912 46 47 [email protected]

12 istituti di ricerca Strutture informatiche e accesso internet per ogni studente. Ponte accademico e culturale con l’Italia Programmi di doppia laurea in economia con l’Università Bocconi e in architettura con il Politecnico di Milano • Adozione del nuovo ordinamento universitario europeo con laurea triennale (Bachelor) seguita da laurea biennale di specializzazione (Master). • Lingue ufficiali d’insegnamento: italiano e inglese • Estesa attività di ricerca di base e applicata in una rete accademica nazionale ed internazionale

Informazione

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Presentazione nuovo orario invernale Swiss in partenza da Lugano

di Alessia Romano

A

umento dei voli, migliore distribuzione dei collegamenti e riduzione dei tempi di attesa negli aeroporti per le coincidenze verso altre destinazioni; sono questi i tre importanti obiettivi che si sono prefissi i responsabili della nuova compagnia aerea svizzera Swiss nell’allestimento dell’orario invernale che sarà valido dal 27 ottobre 2002 al 29 marzo 2003. Le strategie e le novità relative allo scalo di Lugano sono state illustrate dal direttore regionale Luca Bianda, in carica da settembre, e dal responsabile vendite e marketing Sergio Giuliani durante una conferenza stampa tenutasi ad Agno il 24 ottobre scorso. Con i nuovi collegamenti per Zurigo, Swiss si propone di offrire alla clientela ticinese e della zona di confine, ottimali coincidenze per molteplici destinazioni

europee e intercontinentali. Il miglioramento consiste principalmente in una massiccia riduzione dei tempi d’attesa a Zurigo per le coincidenze verso destinazioni in Europa, nel Medio ed Estremo Oriente, nel Nord Atlantico, in Africa e nel Sud America. Con l’inizio dell’orario invernale ci saranno complessivamente 65 collegamenti, rispetto ai 38 dell’orario estivo, in coincidenza da Zurigo, con tempi d’attesa tra i 40 ed i 120 minuti. Ora la compagnia aerea Swiss è in grado di offrire 84 destinazioni in tutto il mondo, di cui 54 europee e 30 a lungo raggio. Il numero dei collegamenti settimanali sulla rotta Lugano-Zurigo aumenterà, con l’entrata in vigore dell’orario invernale e per rapporto all’orario estivo attualmente in vigore, da 33 a 35 collega-

menti. In questo modo saranno garantiti 5 voli giornalieri, anche durante il fine settimana, con l’Hub Swiss di Zurigo. Da rilevare che in partenza da Lugano è stato soppresso il volo mattutino delle 6.40, il primo aereo per Zurigo decollerà alle 8.20. In compenso è stato anticipato alle 7.05 il primo collegamento da Zurigo verso il Ticino. Modifiche sono state introdotte anche sulla tratta Lugano-Ginevra. È stato infatti introdotto un volo settimanale supplementare: i collegamenti per l’orario invernale ammonteranno dunque a 27. A partire dal 1 gennaio 2003 Swiss lancerà il nuovo programma per viaggiatori abituali: lo Swiss TravelClub che sostituirà l’attuale programma Qualiflyer. Per maggiori informazioni potete consultare il sito web www.swiss.com.

Orario

Orario

dal 27 ottobre 2002 al 29 marzo 2003 con aereomobile SAAB 2000

dal 27 ottobre 2002 al 29 marzo 2003 con aereomobile SAAB 2000

Lugano - Zurigo ✈ LX2903 08.20-09.10

Lugano - Ginevra ✈ LX2979 06.45-07.30

LX2905 LX2907 LX2913 LX2919



11.05-11.55 13.25-14.10 18.50-19.40 20.25-21.15

giorni giorni giorni giorni giorni

1-7 1-7 1-7 1-7 1-7

giorni giorni giorni giorni giorni

1-7 1-7 1-7 1-7 1-7

Zurigo - Lugano

LX2900 LX2902 LX2906 LX2912 LX2914

07.05-07.50 09.50-10.35 12.50-13.35 17.30-18.15 21.05-21.50

LX2971 LX2973 LX2975



09.30-10.25 12.40-13.35 18.15-19.10

giorni giorni giorni giorni

1-6 1-7 1-7 1-7

giorni giorni giorni giorni

1-6 1-7 1-7 1-7

Ginevra - Lugano

LX2970 LX2972 LX2974 LX2976

08.05-09.00 11.10-12.05 16.30-17.25 19.00-19.55

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Informazione

Ticino Business

EDILESPO 2002: la centralità della casa

di Fabio Sacchi, titolare della ditta Pubblicità Sacchi a Gravesano

E

dilespo si prepara alacremente alla sua decima edizione, che si terrà al Centro Esposizioni di Lugano dal 19 al 23 novembre, cogliendo un sentimento di rinnovato ottimismo tra gli operatori del settore. Dopo le ultime edizioni contraddistinte dalla crisi che ha colpito il settore dell’edilizia e della costruzione in genere, l’edizione 2002 si profila come una finestra per guardare al futuro con realismo e fiducia. E non solo per i grandi cantieri pubblici che si apriranno nei prossimi anni, ma anche per il ritrovato dinamismo del settore privato che, complice l’interesse per l’investimento finanziario nel mattone, ha rincominciato a creare lavoro. Numerosi gli espositori che si sono già iscritti, mentre molti altri sono interessati a partecipare per la prima volta alla rassegna cantonale dell’edilizia che anche quest’anno sarà patrocinata dalla SSIC (la società svizzera impresari costruttori - sezione Ticino) e dal Dipartimento del Territorio. Proprio in collaborazione con il Dipartimento del Territorio, la Società Svizzera Impresari Costruttori, sezione Ticino, la SUPSI e la HG Commerciale è stato indetto un concorso di idee, al quale sono stati invitati 5 giovani architetti, per

la scelta del progetto del grande stand che si troverà all’entrata di Edilespo. L’obiettivo è quello di promuovere il giusto approccio alla proprietà privata, con particolare riferimento alla casa quale costruzione intelligente, all’insegna della qualità, dell’ambiente e dell’investimento finanziario azzeccato. In effetti nel nostro Paese la percentuale di coloro che vivono in una abitazione di proprietà è di poco superiore al 30% (uno dei dati più bassi in tutta Europa), mentre il 63% di chi vive in

affitto vorrebbe passare da inquilino a proprietario. Ecco perché lo stand sarà improntato sulla casa. Il punto focale sarà il risparmio energetico, le energie rinnovabili e la costruzione Minergie che consente di costruire - utilizzando i materiali tradizionali che garantiscono solidità e durata nel tempo - in modo sostenibile. Il concorso di idee è stato vinto dall’Architetto Alessandro Zara di Chiasso il cui progetto è il risultato della volontà di proporre uno spazio che, in maniera astratta e

filosofica, rievochi l’immagine della casa. Edilespo è una manifestazione veramente cantonale, con una dimensione e una portata che non ha eguali sul nostro territorio. Si tratta di una fiera dedicata esclusivamente all’edilizia e questa è sempre stata una precisa scelta. Certo sarebbe più facile aprirsi anche ad altri settori, ma rischieremmo di diventare una fiera generalista mancando l’obiettivo primario che è quello di coinvolgere gli operatori del settore, i proprietari di case, e tutti coloro che sono direttamente interessati nella costruzione. Come sempre Edilespo occuperà tutti i padiglioni del Centro Esposizioni di Lugano con circa 150 espositori e come per le passate edizioni si darà molta importanza alle conferenze che si terranno giornalmente all’interno dell’esposizione che disporrà di una sala interamente rinnovata e dotata di tutte le più moderne attrezzature. Eventuali interessati ad usufruire degli ultimi spazi a disposizione o per indire una conferenza possono rivolgersi direttamente al segretariato: Edilespo CP 2599 - 6901 Lugano o per Fax al numero 091 994 90 99 o per mail a [email protected].

Informazione

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“The Selection”

Esposizione nazionale della fotografia professionale al Castello di Sasso Corbaro Bellinzona-Artore, 4 ottobre – 1. dicembre 2002

I

l concorso “The Selection vfg.” è la vetrina della fotografia professionale svizzera e ne documenta di anno in anno l’elevato standard qualitativo. Per l’edizione “The Selection vfg 2001”, una giuria internazionale composta da 5 membri ha selezionato i 20 migliori lavori tra gli oltre 400 pervenuti, tenendo conto degli ambiti specifici nei quali operano i fotografi professionisti e valutando i lavori pubblicati nelle categorie pubblicità, fotografia redazionale e fine arts. I lavori non ancora pubblicati della categoria free testimoniano invece le nuove tendenze del mondo della fotografia svizzera. Tutte le opere selezionate e premiate saranno esposte dal 4 ottobre al 1. dicembre 2002 al Castello di Sasso Corbaro a Bellinzona. La giuria internazionale era composta da Bertrand Desprez, fotografo “agence vu”, Parigi; Martin Gasser, conservatore della Fondazione Svizzera per la Fotografia,

Zurigo; Astrid Grosser, fotografa, Londra / Amburgo; Valentina Herrmann, art director “Advico Young & Rubicam AG”, Zurigo e Donald Schneider, art director “Vogue” e “Vogue Hommes”, Parigi. “The Selection vfg. 2001” mostra al pubblico 20 lavori per un totale di 150 immagini. Sotto il profilo formale i lavori selezionati si distanziano nettamente dai progetti presentati in passato, evidenziando un’inversione di tendenza rispetto sia alla fotografia volutamente volgare, al limite del “trash”, riflesso della nostra epoca destrutturata e disorientata, sia alle manipolazioni digitali fine a sé stesse delle ultime edizioni. In particolare, nella selezione esposta per la prima volta a Bellinzona grazie all’iniziativa della sezione cantonale dell’associazione “vfg” sembra infatti prevalere persino nell’ambito delle immagini generate al computer una nuova consapevolezza della storia dei mass-media e dell’arte. Con eccezioni che confermano la regola, come dimostra il lavoro vincitore del premio fotografico del settimanale del Tages Anzeiger “Das Magazin”, dotato di 10’000 franchi, realizzato da Maya Dickerhof. La mostra itinerante “The Selection vfg.” è

stata esposta precedentemente a Zurigo e a Basilea. Il premio fotografico “The Selection vfg.” è ideato e organizzato dalla “vfg- vereinigung fotografischer gestalterInnen”. Presentato dal settimanale del “Tages Anzeiger “, “Das Magazin” e da EWZ, società elettrica della città di Zurigo, è patrocinato dall’Ufficio Federale per la Cultura, dalla Fondazione Svizzera per la Fotografia e dalla Präsidialbteilung della Città di Zurigo. In Ticino l’esposizione è organizzata dalla sezione svizzera italiana dei “Fotografi professionisti Svizzeri” in collaborazione con la Città di Bellinzona, Bellinzona Turismo e il quotidiano laRegione Ticino. Il catalogo “The Selection vfg. 2001”, di 276 pagine, comprende 132 immagini. Pubblicato dalle edizioni Schwabe & Co di Muttenz è in vendita sul posto al prezzo di 27 franchi. Ulteriore documentazione specialistica è visibile sul sito www.vfgonline.ch o da richiedere all’indirizzo e-mail: [email protected]. La mostra al castello di Sasso Corbaro puo’ essere visitata ininterrottamente dal 4 ottobre al 1 dicembre dalle 10.00 alle 18.00. Informazioni e documentazione: Bellinzona Turismo Palazzo La Posta CH-6500 Bellinzona Tel. +41 91 825 21 31 Fax +41 91 821 41 20 [email protected] www.bellinzona.ch

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Vita dei soci

Ticino Business

Deloitte & Touche: Professionalità internazionale vicina alle aziende ticinesi

di Antonella La Rocca

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eloitte & Touche è una delle principali società internazionali di revisione dei conti e di consulenza, presente in più di 140 paesi con circa 100’000 collaboratori. In Svizzera, Deloitte & Touche conta circa 400 professionisti nei cinque principali centri economici: Zurigo, Basilea, Ginevra, Losanna e Lugano. L’ufficio di Lugano è stato aperto nel 1994 e vanta oggi un organico di 35 persone, rappresentando, sulla piazza ticinese, una fra le più importanti realtà nell’ambito dei servizi sopra menzionati. Negli ultimi anni l’ufficio di Lugano ha registrato un’importante crescita ed è tuttora in espansione. Le principali caratteristiche che in parte spiegano il successo di Deloitte & Touche Lugano possono essere così riassunte: • forte radicamento nel territorio locale, nonostante si tratti di un gruppo internazionale • collaborazione e sinergie con gli altri uffici nazionali e internazionali • massima attenzione riservata ai bisogni del cliente • notevoli investimenti nella formazione del personale, ciò che consente di rispondere in maniera tempestiva alle nuove esigenze. Le caratteristiche di gruppo internazionale, che è nel contempo inserito e radicato nella realtà locale, rendono Deloitte & Touche un partner molto attrattivo sia per le piccole e medie aziende attive localmente, sia per gruppi societari numericamente più importanti che operano a livello internazionale, come con-

fermato dai dirigenti dell’ufficio di Lugano: tra la clientela Deloitte & Touche Lugano, infatti, si annoverano dalle piccole aziende con attività locale fino alle multinazionali presenti nei cinque continenti. Il cliente che si rivolge a Deloitte & Touche troverà, dunque, specialisti preparati a soddisfare le proprie richieste, facendo capo, se del caso, anche a risorse derivanti dalla rete mondiale di uffici. Tuttavia, il cliente si avvarrà sempre di un interlocutore unico, grazie all’ampia gamma di servizi che l’ufficio di Lugano stesso offre, ovvero: • revisione dei conti • consulenza aziendale • consulenza legale e fiscale • consulenza in organizzazione e Information Technolog y (IT) Accanto ai clienti, i collaboratori sono le risorse-chiave per Deloitte & Touche. La società investe grandi risorse nella selezione, nella formazione iniziale come pure nella formazione continua dei collaboratori. L’obiettivo è quello di una costante crescita professionale dei collaboratori, per offrire alla clientela prestazioni impeccabili. Tutto questo crea un ambiente di lavoro stimolante e motivante, che si traduce in soddisfazione da parte dei collaboratori e, conseguentemente, dei clienti, entrambi fattori indispensabili per il successo di un’azienda. L’ufficio Deloitte & Touche di Lugano è a Vostra disposizione per eventuali ulteriori informazioni.

Marco Gubler Partner responsabile per Deloitte & Touche Svizzera italiana Responsabile revisione dei conti e consulenza aziendale [email protected]

Oscar Crameri Responsabile consulenza fiscale e legale [email protected]

Roberto Fridel Responsabile consulenza in organizzazione e IT [email protected] Deloitte & Touche SA Via F. Pelli 1 6900-Lugano Tel. +41 91 923 77 77 Fax +41 91 923 78 08 www.deloitte.ch

Vita dei soci

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Manifestazione di successo per il 70esimo anniversario dell’Associazione Svizzera Maestri Giardinieri Sezione Ticino

di Alberto Stierlin, Presidente dell’Associazione Svizzera Maestri Giardinieri Sezione Ticino

L

a manifestazione di tre giornate (dal 20 al 22 settembre 2002), che l’Associazione Svizzera Maestri Giardinieri sezione Ticino ha organizzato in occasione del suo 70esimo anniversario, ha avuto un enorme successo. La popolazione dell’intero Cantone è infatti accorsa numerosa a Bellinzona, dapprima incuriosita, restando poi incredula nell’assistere ad uno spettacolo tanto sorprendente da lasciare senza fiato. Chi ha avuto la possibilità di dare almeno un’occhiata a quanto è stato fatto non ha potuto non notare quanto gli antichi palazzi risaltassero in mezzo a tanto colore. La tre giorni ha permesso agli abitanti di Bellinzona di rimpossessarsi del centro storico della propria città, solitamente percorso dal traffico, riscoprendone così la sua grande bellezza e vivibilità.

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Vita dei soci

Ticino Business

Non pochi sono stati i bambini entusiasti di poter fare capriole sotto i balconi del Municipio, altri invece hanno preferito farvi un pic-nic, o assaporare una semplice passeggiata. C’è poi stato chi ha accettato di buon grado l’invito a portar via il tappeto erboso una volta finita la manifestazione, trovandovi un’ulteriore occasione per divertirsi. Il tappeto precoltivato, 1’700 m2 di erba, ha anche dato lo spunto per indire un concorso nel quale si chiedeva di stimare il suo peso totale, che ora può essere finalmente svelato: 40’337 kg. La manifestazione è stata anche teatro, sabato 21 settembre, della premiazione dei migliori apprendisti giardinieri, alla quale hanno partecipato, oltre al Presidente Alberto Stierlin e al Comitato di ASMG, anche il Consigliere di Stato Marco Borradori, il Presidente del Gran Consiglio ticinese Attilio Bignasca, la Professoressa Anna Biscossa, il sindaco di Bellinzona Paolo Agustoni, l’onorevole Renzo Molina, il direttore della Divisione della formazione professionale Professor Vincenzo Nembrini ed un numeroso pubblico. Domenica 22 settembre è stata inoltre organizzata la vendita di girasoli, iniziativa che ha riscosso un notevole successo: in poco tempo tutte le oltre 1’200 piante sono state acquistate ed il ricavato è stato devoluto a favore di Marche Blanche, un’Associazione che si occupa di portare aiuto ai bambini minacciati e vittime della pedocriminalità. L’assegno, di ben Fr. 6’200.-, è stato consegnato martedì 1. ottobre dal Comitato

di ASMG nelle mani di Alex Pedrazzini, quale responsabile dell’organizzazione di Marche Blanche per il Ticino. Inoltre, durante la tre giorni di festeg-

giamenti, all’Info centro di ASMG sono stati raccolti ulteriori Fr. 820.-, grazie alla vendita degli orsetti e delle magliette di Marche Blanche. I festeggiamenti saranno sicuramente ricordati per lo spettacolo inusuale che hanno saputo offrire, in particolare il nuovo elemento paesaggistico, tanto apprezzato. La popolazione ha inoltre accolto con grande favore la presenza simbolica del noce in Piazza Nosetto, tanto che, probabilmente già il prossimo anno, durante i festeggiamenti per il 200esimo dell’appartenenza del Cantone Ticino alla Confederazione Svizzera, si provvederà alla posa definitiva della pianta nella storica piazza. ASMG, per l’occasione, come segno dell’amicizia e della collaborazione dimostrata dalle autorità e dalla popolazione di Bellinzona nel merito del 70esimo, è disposta fin d’ora ad offrire il noce.

Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

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Proposte formative della Ccia-Ti I nuovi corsi di novembre e dicembre

di Antonella La Rocca e Patrizia Villa

Il reclamo del cliente come opportunità per l’azienda Alcune rilevazioni statistiche evidenziano che solo il 4% dei clienti insoddisfatti trova il coraggio, o la rabbia, di protestare; il che significa che ogni reclamo manifesta l’insoddisfazione di almeno 25 clienti che non se la sentono di lamentarsi ma che, molto probabilmente, parleranno male dell’organizzazione erogante il prodotto a loro parenti, amici, conoscenti. Gli effetti sull’immagine e sulle vendite sono facilmente immaginabili! Invece il cliente che reclama e che riceve una risposta adeguata o superiore alle sue aspettative diventa ancora più fedele di un normale cliente. Perciò chiunque sia a contatto col pubblico, di persona o per telefono, deve padroneggiare la tecnica di gestione del reclamo, per trasformare il reclamo del cliente in un “boomerang” di fidelizzazione. Il corso, della durata di una giornata, si terrà martedì 12 novembre 2002, dalle 09h00 alle 17h00, presso la Ccia-Ti. Prepararsi a vendere Taluni affermano che vendere è facile: basta conoscere un po’ il prodotto e, soprattutto, saper sedurre la gente. Per certi versi è vero. Peccato che di mezzo vi siano gli altri, i concorrenti, e che, quando si tratta di spendere soldi, la percentuale di gente disposta a farsi sedurre scenda drasticamente.

E allora vendere con successo, raggiungendo di anno in anno traguardi sempre più importanti, non è poi così facile: occorrono venditori con competenze tecnico-specialistiche e relazionali adeguate alle difficoltà del mercato e alla crescente competizione, occorrono cioè professionisti della vendita. Professionisti preparati ad entrare in sintonia col cliente in pochi minuti, che sappiano conquistare e mantenere la fiducia grazie alla competenza nel comprendere e risolvere i problemi in ogni fase del processo di vendita, sappiano cioè essere, ed essere percepiti, partner del cliente. Per ottenere questo risultato è necessaria una predisposizione naturale, non v’è dubbio, ma occorre integrare le proprie attitudini con la riflessione che la teoria propone, affinando continuamente il proprio stile. Il corso si terrà lunedì 2 e martedì 3 dicembre 2002, dalle 09h00 alle 17h00, presso la Ccia-Ti. Posizionamento e differenziazione: le tecniche di marketing Qual è il vantaggio di essere percepiti leader di un mercato? Innanzitutto quando un potenziale cliente sente il bisogno o il desiderio di comprare un bene o un servizio, il primo pensiero va proprio al leader. Poi, lo vediamo tutti i giorni, il leader è in grado di ottenere dal cliente un prezzo maggiore per le

sue prestazioni o per i suoi macchinari. E potremmo continuare nell’enumerare i vantaggi: basta vedere cosa succede alla banca-leader; alla marca di automobilileader, alla bevanda-leader, al pasticciereleader e via esemplificando. Allora il problema è: come si diventa leader? Lo scoprirete se parteciperete a questo corso, che si terrà lunedì 9 e martedì 10 dicembre, dalle 09h00 alle 17h00, presso la Ccia-Ti. Preparare, organizzare e gestire una conferenza stampa/un’intervista In un contesto professionale sempre più competitivo nessun elemento può ormai essere lasciato all’improvvisazione, ancor meno la nostra immagine: qualunque sia il messaggio che vogliamo trasmettere dobbiamo pianificare ogni fase nei minimi particolari. Di gran rilievo è il ruolo che riveste la comunicazione in tutti i suoi aspetti: scontata è l’importanza del linguaggio verbale, tuttavia, per ottenere una perfetta valorizzazione della nostra immagine, non bisogna assolutamente trascurare la parte non verbale. Ma quali sono le tecniche e, perché no, i trucchi per accattivarci i nostri interlocutori? Questo seminario, che si svolgerà presso la Ccia-Ti mercoledì 18 dicembre 2002, dalle 09h00 alle 13h00, vi permetterà di scoprirlo.

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Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

TOEIC: Test Of English for International Communication Il TOEIC, l’esame d’inglese più conosciuto nel mondo professionale, vi permette di verificare il vostro livello attuale di inglese e delineare chiaramente le vostre capacità pratiche in inglese. Se desiderate farvi attestare il vostro livello d’inglese professionale iscrivetevi al prossimo TOEIC, che si terrà il 20 dicembre 2002, dalle 09h00 alle 11h45, presso la Ccia-Ti.

Informatica Sono ancora aperte le iscrizioni per i seguenti corsi di informatica: Powerpoint 2000, livello 1: 18 novembre Powerpoint 2000, livello 2: 2 dicembre

Per ulteriori informazioni e iscrizioni potete rivolgervi a: Cécile Chiodini e Patrizia Villa Tel. +41 91 911 51 18 Fax +41 91 911 51 12 [email protected]

Access 2000, livello 1: 19 novembre Access 2000, livello 2: 3 dicembre Access 2000, livello 3: 9 e 10 dicembre Word 2000, livello 2:

25 novembre

Excel 2000, livello 2: 26 novembre Excel 2000, livello 3: 16 e 17 dicembre Frontpage:

18 dicembre

Corsi di formazione 2002 PROEFFETICINO Sono ancora numerose le proposte di formazione e approfondimento per professionisti del mondo economico e scolastico organizzate da PROEFFETICINO. Ecco i prossimi appuntamenti: 2 dicembre 16 e 23 ottobre 5 e 12 novembre

• L’imprenditorialità si impara già da apprendisti: il modello di formazione aziendale dell’associazione dei trasporti pubblici • Manuale Svizzero delle Qualifiche (CH-Q) • Promozione della salute sul posto di lavoro: lo sviluppo globale della persona

Informazioni e iscrizioni: PROEFFETICINO, SIC, Società degli impiegati del commercio, Via San Gottardo 25, 6943 Vezia, tel. 091 960 20 30

Cerca lavoro

Cerca lavoro

Mariagrazia Perrotti,

Ing. Andrea Rotilio,

laureata in Economia e Commercio a Milano nel 2001, cerca lavoro nel settore dell’industria farmaceutica, luxury goods o grande distribuzione (food o non food), preferibilmente in ambito commerciale o di marketing.

laureato nel 2001 presso il Politecnico di Milano in ingegneria gestionale con specializzazione economico-finanziaria, cerca lavoro presso società o industrie del cantone Ticino (preferibilmente Chiasso, Lugano e dintorni).

Interessati rivolgersi a: Mariagrazia Perrotti Tel. + 39 335 10 34 01 Tel. + 41 076 513 15 74 [email protected]

Interessati rivolgersi a: Andrea Rotilio Via C. Menotti, n°18 20053 Muggiò (MI) Tel. +39 347 1949607 [email protected]

Servizi della Ccia-Ti

Ticino Business

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SCHEDE IFCAM

Una pubblicazione della Ccia-Ti per gli imprenditori ticinesi

di Raffaella Sartorelli

A

bbiamo pubblicato la Scheda IFCAM n. 1126 dal titolo “Le imposte cambiano: dalla tassazione biennale praenumerando alla tassazione annuale postnumerando” elaborata dal Signor Claudio Allidi, lic.iur., Vicedirettore della Divisione delle contribuzioni di Bellinzona. Il Gran Consiglio ha adottato, il 4 giugno 2002, la modifica della Legge tributaria del 21 giugno 1994 (LT) che introduce - a partire dal 1. gennaio 2003 - gli sgravi del quarto pacchetto fiscale e il nuovo sistema di tassazione annuale postnumerando per le persone fisiche. La prima tassazione annuale postnumerando sarà quindi emessa per l’anno 2003, sulla base della dichiarazione di imposta 2003B da presentare all’inizio del 2004. Attualmente, per quan-

to riguarda la tassazione delle persone fisiche, ci troviamo pertanto ancora nel periodo transitorio (conosciuto anche come “vuoto di tassazione”) degli anni 2001/2002. Nella Scheda IFCAM in questione vengono dapprima messi a confronto i sistemi di tassazione biennale praenumerando e annuale postnumerando ed in seguito viene trattato nel dettaglio il passaggio da un sistema di tassazione all’altro, con particolare attenzione al “vuoto di tassazione” 2001/2002. Rammentiamo agli interessati che l’abbonamento alle Schede IFCAM può essere sottoscritto in ogni momento, con la possibilità di ricevere tutte le schede riferite all’anno in corso (CHF 190.-). Per ulteriori informazioni su questa utile pubblicazione della Ccia-Ti non esitate a contattarci: Rinaldo Gobbi, lic.oec.HSG, Tel. 091 911.51.19, [email protected] Raffaella Sartorelli, avvocato, Tel. 091 911.51.15, [email protected].

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Contatti d’affari

Ticino Business

Molte sono le comunicazioni per richieste di contatti d’affari che giungono quotidianamente alla nostra segreteria. Di seguito ve ne proponiamo alcune.

CHI SUBTEC 03 Rendez-vous d’affaires. Salon Business to Business de Suisse romande.

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Cerca opportunità di lavoro, nel campo della meccanica di precisione, da parte di aziende svizzere. Motivo: diversificazione della produzione.

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CONTATTO

Le segnalazioni vengono fatte senza responsabilità alcuna da parte della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino.

Fiere internazionali

Ticino Business

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Privilegiate la soluzione dello stand collettivo “Business Network Switzerland” – non passerete inosservati!

Trade and Investment Summit 2002 Johannesburg, 12-14 novembre 2002 L’International Trade Group, con sede in Sudafrica, organizza a metà novembre il Trade and Investment Summit presso il Sandton Convention Centre di Johannesburg. Questo summit verterà quest’anno sugli investimenti diretti esteri e sul commercio. La manifestazione, con iscrizione gratuita, si rivolge in particolare alle aziende svizzere e di altri paesi che hanno relazioni d’affari regolari con il Sudafrica o con altre regioni dell’Africa australe e che desiderano ampliare le loro attività in questa zona. Per ulteriori ragguagli potete contattare: Corporate Communications International Trade Group Tel. 0027 21 423 69 01 Fax 0027 21 423 69 36 www.inttg.com/conf/index.html Paperworld 2003 Frankfurt am Main (D) – 25-29 gennaio 2003 Paperworld – Fiera Specializzata Office, Papeterie, School, Art & Graphic – che avrà luogo a gennaio 2003, riconfermerà il proprio ruolo di fiera leader per la cartoleria, gli articoli per la scrittura e la fornitura per l’ufficio. Quale fiera più grande al mondo nel suo genere, Paperworld offre a grossisti e dettaglianti una gamma di prodotti veramente unica. Sono attesi oltre 2’200 espositori – nazionali e internazionali – e più di 60’000 visitatori specializzati da tutto il mondo. Contemporaneamente a Paperworld si svolgeranno, sempre sul quartiere fieristico di Francoforte, anche le fiere specializzate Christmasworld (25-29 gennaio 2003) e Beautyworld (25-28 gennaio 2003). Con lo stesso biglietto il visitatore specializzato di Paperworld potrà accedere anche alle altre due manifestazioni internazionali.

I biglietti d’entrata saranno presto disponibili presso la Ccia-Ti. Persona di contatto: Signora Paola Gnecchi Tel. +41 91 911 51 23 [email protected] BIO EXPO JAPAN 2003 Tokyo, 14-16 maggio 2003 Il salone “BIO EXPO JAPAN” si svolge ogni anno a Tokyo ed è l’evento più importante del settore della biotecnologia in Asia. La partecipazione collettiva ufficiale della Svizzera sarà organizzata nel 2003 dall’Osec Business Network Switzerland e dallo Swiss Business Hub Japan, in collaborazione con l’Associazione delle Aziende Svizzere di Biotecnologia (AESB) e Location: Switzerland. In Giappone, il mercato è in piena espansione grazie alle aziende private e ai fondi pubblici crescenti: il governo giapponese ha infatti manifestamente definito una strategia per sostenere la biotecnologia. L’edizione di luglio 2002 ha ospitato 247 espositori dal Giappone e da oltre oceano e oltre 10’000 visitatori. Alla fiera sono presenti i seguenti settori e prodotti: biotecnologia, prodotti biotecnologici, ricerca e sviluppo, tecniche d’analisi, materie prime, installazioni di produzione farmaceutica. Per ulteriori ragguagli vi invitiamo a consultare la pagina http://www.osec.ch/fachgebiete/biotechnologie/bioexpojapan2003-fr o a contattare il Segretariato dell’Osec. BIO 2003 Washington, 22-25 giugno 2003 BIO - International Biotechnology Convention & Exhibition è l’evento più importante nel Nordamerica per quanto concerne la biotecnologia, settore in piena espansione. Questo salone si svolge ogni anno in una grande città degli Stati Uniti o del Canada.

Settore chiave della tecnologia, la biotecnologia è un vero motore di crescita per gli anni futuri. Anche per questa fiera a Washington D.C., l’Osec Business Network Switzerland, in collaborazione con l’Associazione delle Aziende Svizzere di Biotecnologia (AESB) e Location:Switzerland, organizza la partecipazione collettiva ufficiale della Svizzera. Se desiderate ulteriori informazioni, non esitate a visitare il sito www.osec.ch/fachgebiete/biotechnologie/bio2003international-fr o a mettervi in contatto con il Segretariato dell’Osec. ANUGA 2003 Fiera internazionale dell’alimentazione Colonia, 11-15 ottobre 2003 Anuga si svolge ogni due anni in un parco espositivo non lontano dal centro della città di Colonia ed è di gran lunga l’appuntamento più importante per tutta l’industria degli alimentari e delle bibite. Anuga copre tutta l’offerta internazionale di alimentari, definisce le tendenze e dà l’impulso ai futuri affari in questo settore. Fra i prodotti esposti segnaliamo: alimenti di base, spezie e alimenti dietetici, conserve, carne, prodotti di macelleria e salumeria, latticini, prodotti surgelati, prodotti di panetteria, bibite, frutta e legumi, tecniche commerciali, attrezzature per grandi ristorazioni, “anuga spezial” (specialità e prodotti biologici). All’edizione 2001 hanno partecipato 6’205 espositori (di cui 32 svizzeri) provenienti da 95 paesi, mentre i visitatori sono stati 164’440 da 148 paesi. L’Osec organizza una partecipazione collettiva ufficiale della Svizzera anche all’edizione 2003. Gli interessati possono ottenere maggiori informazioni su www.osec.ch/fachgebiete/food/anuga2003-fr. In alternativa il prospetto dettagliato e i costi di partecipazione sono a disposizione presso il Segretariato dell’Osec.

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News della Ccia-Ti

Dicembre 2002

Da Nottingham a Sherwood

Sommario Strong opinions

di Franco Ambrosetti

Q

uando ero adolescente, come tutti ero un affascinato ammiratore di Robin Hoood. A dire il vero non conosco nessuno che amasse lo sceriffo di Nottingham che impersonificava lo Stato avido e prepotente, iniquo e ladrone. Non ammiravo Robin Hood e compagni perché rubavano ai ricchi per dare ai poveri, ma semplicemente perché con il loro agire contribuivano a lenire la sofferenza della povera gente, costretta a levarsi il pane di bocca per ingrassare i signorotti della corte: era una lotta per i diritti civili, per la libertà, ma anche contro un fisco ingiusto e crudele. Questa contrapposizione tra principi e sudditi è durata per secoli con poche eccezioni in tutti gli Stati e potentati d’Europa. La lotta tra terzo Stato (che è poi la borghesia) da una parte, nobiltà e clero dal-

l’altra, mette in evidenza già prima della rivoluzione francese, l’importanza dello Stato nella ricerca di un’equa redistribuzione dei redditi, con lo scopo di equilibrare le disparità sociali, un po’ come Robin Hood faceva cinquecento anni prima. Da allora si è fatta molta strada e l’avvento della democrazia ha molto migliorato la situazione, peraltro non sempre risolta in modo soddisfacente per tutti. Anche in Ticino questi miglioramenti sono oggi evidenti e possiamo, credo, lasciarci alle spalle il periodo di Nottingham per inaugurare quello di Sherwood. Chi abbia letto qualche mese fa la graduatoria dei cantoni sulla fiscalità, ha avuto certamente modo di rallegrarsi dell’ottima posizione cha ha raggiunto il Ticino, oggi al quarto posto dopo il solito Zugo, seguito da Svitto e Nidwaldo. Continua a pagina 3

La competitività fiscale del Ticino va difesa di Alessio Del Grande

D

a un decennio a questa parte, la Svizzera ha registrato tassi di crescita al di sotto di quelli degli altri paesi europei; nello stesso tempo si è avuto un preoccupante aumento del debito pubblico e dei prelievi fiscali e sociali. Dal 1990 al 2000, tra gli Stati dell’area Ocse la Confederazione è quello che ha subito il più consistente incremento della quota parte fiscale. Questa, tenendo

conto di tutti i prelievi obbligatori, ha raggiunto già tre anni fa la soglia del 41,4% del Prodotto interno lordo. L’impennata è purtroppo avvenuta proprio quando numerosi paesi dell’UE andavano riducendo la pressione del fisco sull’economia, convinti che il tasso di fiscalità sia uno degli indici discriminanti per le imprese nella scelta di dove e come allocare le loro risorse e i progetti di sviluppo. Continua a pagina 7

Intervista con Carlo Pelanda La competitività fiscale del Ticino va difesa

• Editoriale e Agenda

pag. 9

• Per una riduzione dell’IVA

pag. 10

• Diritto assicurazioni sociali

pag. 11

• Protezione delle acque

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• Freno alla spesa pubblica

pag. 13



pag. 15

• Nucleare: un’ energia indispensabile

• Forza idrica

pag. 20

ed energia nucleare

pag. 21

• Pharmaton SA, Bioggio

pag. 22

• Gruppo Donne PMI-Ticino

pag. 23

• Selezione CMP dell’USIC

pag. 24

• Consulenti di vendita UPSA

pag. 25

• Neo diplomati alla SUPSI

pag. 26

• Gheri piastrelle, Lugano

pag. 28

• Contatti d’affari

pag. 29

• Fiere internazionali

pag. 30

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3•

Strong opinions

Ticino Business

Da Nottingham a Sherwood

di Franco Ambrosetti, Presidente della Ccia-Ti

È

vero che tra il quarto ed il primo posto c’é un divario notevole (Zugo ha un indice di 56,2 su 100, noi 84,4), globalmente paghiamo perciò circa il 50% di tasse in più rispetto al primo della classe. Siamo per così dire i più a buon mercato fra i Cantoni cari o se preferite i più cari fra quelli fiscalmente più vantaggiosi. Comunque, considerando dove eravamo solo otto anni fa, devo dire che il progresso è stato sorprendente, facendoci balzare da penultimi a quarti, con una velocità che per la nostra democrazia consociativa è senz’altro da considerarsi strabiliante. Determinante per questo lusinghiero successo è stata la fermezza del Governo, del ministro delle Finanze, Marina Masoni e del suo staff, che hanno saputo superare ostacoli e resistenze difficili anche se scontate, usando argomenti convincenti. I tre pacchetti fiscali introdotti recentemente sono la causa di questo miglioramento della fiscalità per le persone giuridiche e quelle fisiche. Quest’ultime solo di recente, soprattutto con il terzo pacchetto fiscale, hanno cominciato a toccare con mano i vantaggi di un fisco meno esoso, anche se i continui aumenti delle assicurazioni malattia vanificano in parte questi benefici. La buona notizia è che nel 2003, il quarto pacchetto fiscale aumenterà ulteriormente gli sgravi per le persone fisiche il che, sinceramente, non guasta in un momento a dir poco negativo della nostra economia. Uno stimolo al consumo è di grande aiuto in questo contesto tristissimo, che vede la Svizzera crescere di un miserissimo 0,1% su base annua a

fine 2002 (Fonte: The Economist). Tanto per completare il discorso, ricordo che la Svizzera esporta circa un terzo del suo PIL, che questo terzo (un centinaio di miliardi) va per il sessanta per cento nei paesi UE e che tra questi la Germania fa la parte del leone con la metà circa di ciò che esportiamo nell’UE. Detto questo, aggiungo che la Germania è in profonda crisi e vicina ad una deflazione, privata com’è delle sue armi che sono: la politica monetaria da una parte, ora nelle mani di Bruxelles, e la politica fiscale dall’altra, ora inutilizzabile a causa dell’alto deficit e del patto di stabilità. Con un margine di manovra così minimo la situazione è davvero preoccupante.

Il Cantone Ticino ha bisogno di ripensare i compiti dello Stato Francia e Italia non sono neppure loro in una situazione particolarmente florida, cosi come gli altri Stati membri. Quindi, in conclusione una crescita dell’uno e poco più percento nel 2003, per la Svizzera sarebbe già, per dirla con i nostri colleghi confederati, veramente super. Ben venga, dunque, il quarto pacchetto fiscale ad alleviare le pene della nostra economia cantonale toccata in modo pesante in diversi settori chiave. Cominciando dalle banche e dal loro indotto che soffrono per la crisi borsistica che ha colpito ovunque, ma da noi pesa gravemente, per via della forte presenza di private banking, e della partenza di 35-40 miliardi, che hanno seguito i consigli dello zelante ministro Tremonti,

molto attento al benessere del suo paese e poco ai Trattati di doppia imposizione firmati con la Svizzera. Il turismo, poi, risente chiaramente della situazione a dir poco catastrofica della viabilità nord-sud con le sue estenuanti code ai portali del S. Gottardo e/o S. Bernardino. L’industria di esportazione è agganciata al treno europeo e quindi la ripresa dipende da esso e solo da esso. L’edilizia, anche se meno colpita, continua a soffrire anche perché i suoi clienti sono indeboliti ed indecisi. Per quanto attiene ai Trattati bilaterali, per adesso non si sono visti grandi stravolgimenti, come era prevedibile, perché ci vorranno anni per creare una cultura esportatrice presso chi finora si è occupato soltanto del mercato domestico. In questo panorama, piuttosto desolante, eccezioni a parte (e ce ne sono) penso che la politica fiscale, globalmente, sia di grande aiuto, per quanto si possa fare nel nostro piccolissimo paese con i suoi mezzi limitati. Staremmo molto, ma molto peggio se il Cantone non avesse agito così. In fondo anche chi ha sempre sostenuto un certo tipo di dirigismo (i no-neoliberals) possono essere contenti di questa voglia accidentale di keynesianesimo che proprio in funzione anticiclica propone il quarto pacchetto fiscale. Basterà? Non si può dire se basterà, certamente aiuta. Si può fare altro? Forse sì. Si potrebbe, per esempio, pensare alla parziale o totale eliminazione della doppia imposizione degli utili aziendali, quella cioè che tassa gli utili delle aziende una prima volta quando li realizza e

Strong opinions una seconda, quando avviene una distribuzione dei suddetti utili (ritassandoli come reddito privato). Facendo così lievitare l’aliquota del poveraccio che vive questa situazione oltre il 60% (Comuni, Cantone, Confederazione). Sono redditi già tassati. Perché ritassarli? Certo, qualcuno dirà, con ragione, che una volta questo reddito era tassato una terza volta quando il poveraccio in questione moriva. Fortunatamente l’abolizione della tassa di successione e di donazione ha risolto il problema. Non sarebbe il caso di fare un passo in più e detassare la distribuzione come avviene già in altri Cantoni? Legittima è, per concludere, la domanda se le finanze pubbliche, oggi in cattivo stato, permettano di fare del deficit spending, anche se in modo contenuto. La risposta non può essere che una: se è vero che il 2003 sarà un anno di stagnazione, se è vero che di conseguenza per la specificità tipica del nostro Cantone (banche, turismo), gli introiti dello Stato diminuiranno pesantemente, allora bisognerà affrontare con decisione e con fermezza un problema complesso e delicato, anzi “il problema dei proble-

Ticino Business

mi”: ripensare i compiti dello Stato. Chissà, visto che la necessità esiste, e che l’uomo come la donna sanno far di necessità virtù, forse è la volta buona per

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mettere in cantiere la riforma più complessa degli ultimi decenni e portarla a termine nei tempi che ci vorranno, ma con determinazione e volontà.

INDICE GLOBALE DEL CARICO FISCALE Cantoni Zugo Svitto Nidvaldo Ticino Appenzello interno Zurigo Argovia Basilea Campagna Ginevra San Gallo Grigioni Appenzello esterno Glarona Turgovia Sciaffusa Vaud Soletta Uri Berna Basilea Città Lucerna Vallese Neuchâtel Obvaldo Friburgo Giura

Persone Persone fisiche giuridiche 49.6 65.5 75.5 80.9 87.9 82.5 86.5 89.6 90.2 101.8 95.1 108.6 105.9 110.7 114.5 111.7 114.0 116.2 115.7 118.9 123.7 125.1 125.5 126.7 130.0 134.9

49.7 53.5 70.2 95.9 62.0 105.2 105.2 117.4 122.1 90.2 128.8 71.7 106.0 103.8 85.7 106.7 107.1 113.6 91.9 118.5 100.2 109.5 111.8 98.6 105.0 107.9

Circolazione

Globale 2001

Globale 2000

82.8 86.1 81.6 92.8 97.1 96.4 74.7 110.8 68.9 103.9 137.0 116.1 103.2 70.5 64.8 130.5 88.4 80.6 137.8 107.7 96.3 53.6 99.8 89.8 108.0 125.5

50.7 65.1 75.0 84.4 85.4 87.1 88.4 93.6 96.2 100.5 103.2 105.6 105.8 108.6 109.5 111.9 112.2 114.3 115.1 118.6 120.5 121.2 122.6 123.2 127.0 132.0

58.2 75.3 71.2 90.4 89.1 83.3 96.5 91.1 103.8 102.3 92.1 105.8 99.1 106.0 101.4 109.8 100.1 95.0 124.2 111.3 117.0 123.0 126.7 108.2 116.4 126.3

Media Svizzera = 100

Tabella 1 (fonte Corriere del Ticino)

Contromano La Svizzera ha bisogno di un fisco più leggero di Alessio Del Grande

Per una vera riforma federale della fiscalità sulle imprese, stando alle promesse di Berna, bisognerà aspettare l’anno prossimo. E c’è da augurarsi che questa riforma vada davvero in porto. Per intanto, bene ha fatto qualche settimana fa il Consiglio Nazionale a difendere il pacchetto di sgravi a favore delle famiglie e delle aziende, e a non allinearsi sul passo indietro deciso dagli Stati. Da anni famiglie e imprenditori aspettano questi alleggerimenti fiscali, più che mai necessari sia per correggere le diseguaglianze che penalizzano le coppie sposate rispetto ai concubini, sia per sostenere l’economia in una fase congiunturale di certo non facile. Più deduzioni per i figli a carico, e 300 milioni circa di sgravi per le imprese – grazie alla diminuzione dall’8,5 all’8%

del tasso d’imposizione degli utili– queste le misure in discussione. La Svizzera gode ancora della buona immagine di una fiscalità moderata per le imprese. Ma si tratta di una fama che, purtroppo, ha perso parecchio del suo smalto. E’ andato così scemando uno dei principali vantaggi competitivi della Confederazione, rispetto agli altri paesi europei, per attirare i capitali internazionali, che tra i fattori di produzione sono oggi quelli più mobili e alla costante ricerca di nuove opportunità di rendimento. Su questo terreno si fa già sentire prepotentemente la concorrenza di alcuni Stati dell’Ue e di molti altri paesi. Preoccupa, perciò, il forte aumento dei prelievi fiscali e sociali che si è registrato da noi in questi ultimi anni. Per il futuro economico della

Svizzera si è innescata una pericolosa bomba ad orologeria. Se nel breve periodo questa maggiore pressione del fisco può sembrare una boccata d’ossigeno per le casse pubbliche, su lungo periodo essa si traduce, invece, in un indebolimento della capacità produttiva e innovativa delle aziende, con pesanti ricadute per l’occupazione e la forza economica di tutto il paese. Restano ancora dei buoni margini per salvaguardare l’attrattività fiscale della Svizzera. A patto però che si metta subito in cantiere una riforma intelligente e realistica. Vale a dire non viziata da quelle pregiudiziali ideologiche che sempre più spesso hanno fatto ripiegare su misure isolate ed episodiche e che adesso non bastano di certo a tenere testa all’agguerrita competitività degli altri paesi.

L’ospite

Ticino Business

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«In un mercato concorrenziale si resiste solo abbassando le tasse» Intervista con l’economista italiano, Carlo Pelanda, di Elisabetta Pisa Carlo Pelanda

“I

l Ticino sta perdendo terreno, non solo a causa del rallentamento dell’economia mondiale. Il Cantone è proiettato verso una piccola recessione, dovuta a una progressiva perdita di competitività. Meno tasse, e più qualificazione, questa è la formula da adottare per uscirne”. Non ha dubbi Carlo Pelanda, il noto economista triestino, autore del Libro Bianco, pubblicato nel 1998 per il rilancio economico del Cantone, cui ne seguirà probabilmente un secondo, per definire la strategia del Ticino che sta rallentando la sua corsa, intrappolato nelle secche della crisi. Professor Pelanda, il Ticino continua sulla strada degli sgravi fiscali per le famiglie e le imprese. Di recente, però, Berna ha in qualche modo bacchettato il Cantone. Secondo Alfred Rey, vice direttore dell’Amministrazione federale delle finanze, i cantoni "ribassisti" della Svizzera tedesca poggiano su basi finanziarie solide e vantano un grado di autofinanziamento che non dà preoccupazione. Ben diversa è la situazione dei cantoni latini: Rey definisce "rompicollo" la politica di Ginevra e del Ticino, che vogliono favorire le famiglie. Insomma, una politica fiscale considerata in qualche modo avventata, dato che i conti sono in rosso. “È il contrario. I cantoni dovrebbero bacchettare il governo federale, perché tagli le tasse imposte dalla Confederazione. Il modello federale è troppo oppressivo con il suo Stato sociale. L’unico strumento di cui dispongono i cantoni è l’abbassamento delle tasse. Berna non può chiedere ai cantoni di sacrificare la loro competitività. Le amministrazioni cantonali devono riallocare le risorse perché ci possa essere una più generale riduzione della spesa. O si segue questa via, oppure il modello svizzero, che sta vivendo una crisi compe-

titiva paurosa, non andrà da nessuna parte”. E per far quadrare i conti? “Si dimensionano gli organici dello Stato sulle giuste necessità e si riducono i privilegi. Altrimenti gli imprenditori vanno altrove, nessuno investe più, nessuno viene più a fare affari sul territorio e il territorio s’impoverisce. Delle due l’una: o si taglia la spesa pubblica, o si avrà povertà. La Svizzera dispone di questo meraviglioso sistema di autonomie locali, che permette di variare le strategie competitive del territorio. Se la Confederazione non capisce questo concetto, si avrà solo un impoverimento”. Ma una politica di questo genere è nel mirino della sinistra e dei sindacati. “È un problema loro. Se non si contiene la spesa pubblica, se non si abbassano le tasse e se non si riduce il protezionismo sociale, quel po’ di impresa che resta - e ce n’è pochissima - se ne andrà via. Il problema è, ad esempio, che le segherie della parte settentrionale del Ticino, lavorano col 30% dei costi in più. Sono le uniche al mondo che soffrono la competizione dei tedeschi, che notoriamente producono con i costi più alti. La Svizzera mediamente lavora a costi territoriali, che sono superiori a quelli dei suoi competitori. E ciò, nella delicata fascia di mercato delle piccole imprese, del commercio e dell’artigianato. Se vogliono continuare con il protezionismo sociale, manderanno via il lavoro. Non resta, quindi, che abbassare i costi territoriali” Ma la sinistra denuncia la riduzione dei servizi. “In tutta l’Europa si assiste al braccio di ferro tra il realismo del mercato e il realismo dei vecchi modelli di garanzia. Ma il problema è semplice: se restano le rigidità sociali per un eccesso di protezionismo dei costi, allora si avrà solo povertà”. Dunque, la leva fiscale è lo strumen-

to giusto per rendere attrattivo il Ticino? “La leva fiscale da sola non basta: la riduzione delle tasse deve essere bilanciata dal contenimento della spesa pubblica. È questo l’elemento essenziale per accedere dalla stanza dell’impoverimento al giardino della competitività territoriale. La leva fiscale è l’elemento essenziale, poi ci sono elementi di qualificazione, che definiscono come un territorio può essere molto competitivo: quale tipo di impresa, quale organizzazione del territorio, la politica delle infrastrutture, e gli investimenti sulla formazione locale e sulle università. In un mercato internazionale, la leva fiscale è un fattore da cui non si può prescindere. Altrimenti le opportunità di lavoro non arrivano. Certamente si riesce a sopravvivere se si crea un circuito locale chiuso: se il ciclo economico è buono si cresce, se va male, si va un po’ peggio. Questo è il modello di decadenza lenta che caratterizza la Confederazione da almeno 15 anni. È un modello che produce a costi elevati.” Allora non è solo una questione di tasse. “È un problema di costi, ma per semplificare, l’elemento fiscale è quello più importante. I Cantoni hanno questa meravigliosa autonomia, per cui possono rielaborare il carico fiscale locale, ma ci sono dei vincoli di socialità, delle garanzie che sono confederali, sui quali i Cantoni possono fare ben poco. Fra i ricercatori si dice che il modello confederale è paradossale, perché da una parte ha un massimo, addirittura eccessivo, di autonomia territoriale, che rasenta l’indipendenza: dall’altra, per quanto riguarda l’elemento economico dello Stato, il modello è centralista. E questo secondo aspetto deprime il primo. La formula da adottare, in sintesi, è meno tasse e più qualificazione”. Ma Berna sostiene che in alcuni casi gli sgravi fiscali non andrebbero fatti, alla luce soprattutto della situazione

L’ospite non proprio brillante delle finanze. “La risposta è una grande risata. Sono dei dilettanti, lo scriva pure, tanto gliel’ho già detto. Questi ministri socialisti si scandalizzano: Il modello sociale…, le garanzie… Ma è un modello lento, è un sistema incrostato. Poi vengono travolti dai crac come quello della Swissair: manca il mercato, i dirigenti si aumentano gli stipendi, non badano al rapporto tra costi e profitto e poi falliscono. Fortunatamente hanno il segreto bancario, che è intoccabile, altrimenti la Svizzera economicamente non avrebbe più motivo di esistere. I cantoni, comunque, stanno perdendo la varietà con cui si produce ricchezza. Con l’apertura delle frontiere, saranno sotto pressione le parti più deboli dell’economia.

Ticino Business

Finora quello elvetico era un mercato protetto, tutto avveniva nelle stesse dimensioni di costo. Se si apre alla concorrenza, i costi devono diventare inferiori”. Dunque sgravi fiscali per tutti? “Più si riesce a tagliare le tasse, meglio è, eliminando i privilegi. La politica deve allocare le risorse: i governi devono decidere se finanziare la pigrizia e il passato, o il futuro. Non si mette in discussione che sia una scelta difficile. Ma in un mercato concorrenziale, o si sceglie questa strada, oppure al 95% delle probabilità si avrà la povertà”. Marina Masoni, direttrice del dipartimento delle finanze, ha presentato l’avamprogetto di legge sul freno alla spesa pubblica: le uscite dovranno

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essere modulate sulla base dell’andamento del reddito cantonale. Come giudica questa proposta? “Ottima, direi. Aggiungerei il pareggio di bilancio come vincolo assoluto. In pratica si spende solo quello che si ha. In altre parole occorre tagliare le tasse, qualificare l’azione generale di competitività territoriale e tenere i conti in ordine. Qualcuno riceverà meno soldi e godrà di meno privilegi. Bisogna solo decidere chi, e questo spetta alla politica. La politica ha problemi a decidere, poiché gli elettori che godono di privilegi, voteranno per chi dice che non si cambia nulla. Ma se non si cambia, ci sarà la povertà. In tutto il mondo è così. Questo è il modello che noiosamente si ripete in tutti i luoghi che fanno fatica a cambiare.”

Una “lista nera” molto pericolosa per la Confederazione di Elisabetta Pisa

Dopo la fuga dei capitali, adesso il governo italiano è riuscito a bloccare anche il trasferimento in Svizzera delle imprese. Aprire un’azienda nella Confederazione è diventato più difficile, perché si rischia di finire nel mirino del fisco italiano, che può bloccare le agevolazioni garantite dalle autorità elvetiche. La Svizzera è, difatti, stata inserita nella “lista nera” dei paradisi fiscali per certe tipologie di società. Nel caso in cui l’azienda, controllata da una società italiana, desti un qualche sospetto nell’erario, scattano immediatamente i controlli. Una procedura che non ha mancato di dare i suoi frutti: già una decina di imprese hanno deciso di chiudere i battenti e tornare in Italia. Con il decreto ministeriale del 21 novembre del 2001, è stata data attuazione alla disciplina delle “Controlled foreign companies”, le imprese estere partecipate, cui è seguita il 12 febbraio scorso la circolare esplicativa dell’Agenzia delle entrate. Un provvedimento, che è una vera e propria tegola per il Canton Ticino, che negli anni Novanta, il periodo della crisi, aveva avviato il progetto Copernico. Un piano di marketing territoriale per attirare nuove aziende sul suolo elvetico, che faceva leva sul regime fiscale agevolato, sulla stabilità politica del Paese e sui servizi del terziario avanzato. Ma il ministro Giulio Tremonti ha dichiarato guerra all’evasione fiscale. E sta utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione per far rigare dritto gli italiani. Prima il provvedimento per far rientrare i

capitali in Italia, cui seguirà uno scudo fiscale-bis. Poi il decreto per trattenere attività imprenditoriali, in cerca di Paesi in cui il fisco è meno vorace. Lo Stato italiano avvia così controlli a tappeto. «Certe tipologie di società, con sede in Svizzera – precisa l’avvocato milanese Andrea Moja, esperto di fiscalità internazionale –, rischiano di essere considerate fiscalmente residenti in Italia in via presuntiva, con l’annullamento dei vantaggi fiscali, di cui potrebbero beneficiare». In pratica l’impresa viene tassata come se operasse in Italia, pagando eventualmente anche multe salate per il pregresso. «Occorre dimostrare che la struttura non è fittizia – continua Moja –. Anche se è tutto in regola, si va comunque incontro a un contenzioso. Chiarita la situazione, si può beneficiare dei vantaggi fiscali, ma possono passare anche degli anni. Al momento c’è un clima difficile tra Italia e Svizzera – aggiunge l’esperto –. Gli imprenditori preferiscono scegliere per gli investimenti all’estero Paesi dell’Unione europea». Il cambiamento della normativa sta, dunque, creando parecchia preoccupazione in Ticino, dove dal 1998 ad oggi 2001 si sono insediate un centinaio di imprese più della metà italiane - che hanno creato oltre 3.600 posti di lavoro soprattutto nei settori farmaceutico, della tecnologia avanzata e della logistica. Intanto il governo ticinese continua con la sua politica di marketing territoriale, supportata dalla strategia degli sgravi fiscali.

Avv. Andrea Moja

Alla luce della situazione, non si può escludere che vengano studiate nuove manovre per contrastare la politica di Tremonti. Il ministro è deciso a rilanciare l’Italia, che sta riguadagnando competitività anche agli occhi degli investitori stranieri. Secondo uno studio internazionale sui costi di impresa, l’Italia si è piazzata in pole position nella classifica dei Paesi più attrattivi. La Kpmg Management consulting ha condotto un’indagine su un campione di 86 città in Italia, Austria, Canada, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. Il Belpaese ha conquistato il terzo posto dopo il Canada, e il primo nell’area euro. All’origine di questo risultato la riduzione dei contributi, imposti al datore di lavoro per i dipendenti. La burocrazia, comunque, continua ad essere il tallone d’Achille del sistema Italia.

7•

Il tema

Ticino Business

La competitività fiscale del Ticino va difesa di Alessio Del Grande

A

(continuazione da pagina1)

dere questo vantaggio. E indubbiamente il tema della competitività fiscale domina d avvertire immediatamente i conin Ticino esistono ancora dei margini per l’agenda politica nel confronto tra i partiti. traccolpi di una lunga fase di staaumentare l’attrattività fiscale per le perGrazie all’accorta strategia perseguita gnazione, sono stati soprattutto i sone giuridiche riducendo la distanza che dalla Direttrice del Dipartimento finanze cantoni che hanno cercato di correre ai ci separa da Zugo, Svitto e Nidvaldo. ed economia, Marina Masoni, nel 2001 il ripari: chi, e sono pochi, inasprendo il Ma nel nostro cantone parlare di nuovi Ticino ha guadagnato posizioni nella clascarico fiscale, chi, invece, alleggerendolo sgravi per cittadini e per le imprese, sifica nazionale del carico fiscale globale, o quantomeno non aumentandolo. Due diventa sempre più difficile, visto che risalendo dal sesto al quarto posto. diverse strategie che corrispondono a due ormai a questa politica fiscale si oppongoTenendo conto di questo indice globale opposte visioni dell’uso del fisco e dei no solo slogan e luoghi comuni senza (come si vede nella tabella 1 a pagina 4), meccanismi che possono contribuire a ragionare, invece, sulla base dei risultati soltanto a Zugo, Svitto e Nidvaldo si pagarilanciare l’economia. positivi sinora conseguiti che sono sotto no meno tasse. Dunque, il Ticino è riusciNel 2003 soltanto quattro cantoni, gli occhi di tutti. to a potenziare notevolmente la sua attratObwaldo, Zugo, Vallese e Berna, dovrebRisultati raggiunti, checché se ne dica, tività fiscale, e nel 2003 con l’entrata in bero chiudere i loro conti in attivo; per gli senza smantellare lo Stato, senza sottrarre vigore del quarto pacchetto di sgravi, altri si prospetta un deficit che complessirisorse alla giusta solidarietà sociale o ai votato recentemente dal Parlamento, si vamente toccherà gli 800 milioni di franservizi di pubblico interesse. Ma facendo potrà migliorare ancora. Sempre che gli chi. Per compensare il disavanzo, San del fisco uno degli strumenti per il rilancio altri cantoni non decidano nuovi tagli alle Gallo e i Grigioni hanno deciso di aumencompetitivo: sostegno al reddito dei cittatasse. Ecco perché, come ha ricordato in tare le imposte, rispettivamente del 5% e dini e miglioramento delle condizioni più occasioni Marina Masoni, non bisogna del 10%, quasi tutti gli altri, anche se con quadro in cui operano le imprese. dormire sugli allori, se non si vuole permodalità e tempi diversi, intendono al contrario proseguire sulla strada degli sgravi per le perIndice totale dell’onere fiscale gravante l’utile netto e il capitale nel 2001 (svizzera=100) sone giuridiche e per cittadiZG 49.7 ni. Così, tanto per fare qualSZ 53.5 AI 62.6 che esempio, a Ginevra nelNW 70.2 l’ottobre scorso, sono state AR 71.7 diminuite le tasse per le SH 85.7 famiglie, ed è il terzo allegSG 90.2 BE 94.9 gerimento fiscale negli ultiTI 95.9 mi quattro anni; a giugno il OW 98.6 Gran Consiglio zurighese ha CH 100 detto sì alla nuova legge triLU 100.2 TG 103.8 butaria che tra le altre cose FR 105.0 abbassa il tasso d’imposizioZH 105.2 ne dal 13 al 12% per i redditi AG 105.2 GL 106.0 superiori ai 173.900 franchi VD 106.7 annui; a Basilea Città dove SO 107.1 per il prossimo anno si profiJU 107.9 la un deficit di 50 milioni di VS 109.6 NE 111.8 franchi, si è pianificata entro UR 113.6 il 2004 una riduzione del BL 117.4 5,5% delle imposte sul reddiBS 118.5 to e del 10% sulla sostanza GE 122.1 GR 128.8 patrimoniale. Tagli alle tasse sono pure previsti in 0 20 40 60 80 100 120 140 Turgovia, a Lucerna e nell’ Appenzello esterno. Altrove Tabella 2 (fonte economiesuisse)

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LA

DIFESA C. SA

Ufficio fiduciario - contenzioso attivo dal 1915

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Editoriale

Ticino Business

Come far vivere il partenariato sociale La pace del lavoro vivrà anche nel terzo millennio

Impressum Comitato redazionale: Alberto Bernardoni - Claudio Camponovo Alessia Romano - Aldo Stoffel Editore: Ccia-Ti Impaginazione e stampa: La Buona Stampa, via Fola, 6963 Pregassona Responsabile pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 35, 6929 Gravesano Tel. +41 91 600 20 70 Fax +41 91 600 20 74 [email protected] Diffusione: Abbonamento gratuito per i soci Ccia-Ti Abbonamento supplementare CHF 50.- annuo per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) Indirizzo redazione: Ccia-Ti, Corso Elvezia 16, CH-6900 Lugano Tel. +41 91 911 51 11 Fax +41 91 911 51 12 [email protected] www.cciati.ch

Agenda

Gentili Signore, Egregi Signori, la buona collaborazione tra i partner sociali è una delle conquiste della vita economica elvetica che trova il suo corollario naturale nella pace sul lavoro. Per mantenere questa buona base di collaborazione tra organizzazioni padronali e ambienti sindacali, occorre sviluppare tre elementi fondamentali: la lealtà, la coerenza ed il dialogo continuo. La lealtà: si basa sulla riconoscenza della legittimità dei partner e delle loro funzioni. Da parte sindacale, la riconoscenza della funzione degli imprenditori esige la rinuncia radicale ad ogni lotta di classe e la rinuncia alla volontà di annientare la libera economia e il patrimonio privato. Da parte dei datori di lavoro, la riconoscenza reale dell’apporto del sindacato comincia con la collaborazione basata sulla fiducia. La coerenza: Il partenariato sociale suppone la volontà reale di discutere con la controparte rispettandola. Da parte del datore di lavoro, questo implica la dispo-

nibilità al colloquio e una politica gestionale aperte. Da parte del sindacato, questo esclude le rivendicazioni eccessive, le minacce di sciopero o altri atti di forza. In caso di difficoltà, di disaccordo o di crisi, le vie della conciliazione, eventualmente dell’arbitrato, sono sempre aperte: esse offrono vantaggi chiari per ambedue le parti. Il dialogo duraturo: non è possibile mantenere un valido sistema di partenariato sociale senza praticarlo in continuazione con la dovuta costanza. Questo scambio di idee continuo deve avvenire e deve essere alimentato sia da parte sindacale che da parte delle associazioni dei datori di lavoro, e questo serve soprattutto per evitare i conflitti. In Svizzera sono operative oltre 1000 comunità contrattuali che lavorano con impegno sostenendo il progresso economico-sociale. Con le premesse sopramenzionate questo varrà anche per il terzo millennio perchè la libera contrattazione fra i partner sociali è la sede ideale per creare le condizioni per un prospero avvenire. Claudio Camponovo

• Mercoledì 18 dicembre, dalle ore 09.00 alle 13.00, presso la Ccia-Ti, corso “Preparare, organizzare e gestire una conferenza stampa / un’intervista” • Mercoledì 18 dicembre, dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.00, presso la Ccia-Ti, è previsto il corso di FRONTPAGE 2000 • Giovedì 19 dicembre, Comitato Conferenza delle CCI svizzere a Zurigo • Venerdì 20 dicembre, dalle ore 9.00 alle 11.45, presso la Ccia-Ti, è previsto il TOEIC - Test Of English for International Communication • Martedì 14 gennaio, ore 10.00 Assemblea Soccorso d’inverno a Comano • Mercoledì 15 gennaio, ore 16.00 Assemblea IFCAM a Klosters • Da mercoledì 15 gennaio a venerdì 17 gennaio, Conferenza USAM a Klosters • Lunedì 27 gennaio, Giornata di consulenze Osec sugli USA • Martedì 28 gennaio, ore 10.00 Comitato CCI svizzere a Berna • Giovedì 30 e venerdì 31 gennaio, Forum PMI Planet a Ginevra • Giovedì 6 febbraio, SWISS TEXTILE ai campionati mondiali di sci a St. Moritz • Martedì 25 febbraio, Assemblea Swissfirms SA a Berna • Giovedì 27 e venerdì 28 febbraio, riunione di comitato dell’Unione delle CCI del Reno, Rodano, Danubio e Alpi a Lugano

Attualità

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Per una riduzione dell’imposta sul valore aggiunto Nuova mozione di Pierre Triponez Depositata lo scorso 3 ottobre 2002 la mozione per un tasso ridotto dell’IVA

di Raffaella Sartorelli

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USAM persegue i suoi sforzi al fine di ottenere una politica fiscale favorevole alle piccole medie imprese (PMI). Il Consigliere nazionale Dr.iur. Pierre Triponez, Direttore dell’USAM, ha depositato una mozione con cui ha chiesto una diminuzione dell’IVA a beneficio dei servizi con forte impiego di manodopera. Lo scopo di questa mozione, sottoscritta da una quarantina di parlamentari, può essere riassunta in una frase: “nella prospettiva di nuovi aumenti dell’IVA, è necessario prevedere un tasso ridotto per determinati servizi con un forte impiego di manodopera, a cui la maggior parte dei nostri cittadini ricorrono regolarmente.” Il Direttore dell’USAM chiede che il tasso ridotto sia applicato a determinati settori “con una funzione sociale”, come ad esempio quello della ristorazione, i parrucchieri, le lavanderie e le tintorie. Il CN Triponez giudica la situazione problematica: “I servizi offerti da queste professioni e da altri settori simili sono attualmente tassati al 7,6%; ciò comporta un pesante carico finanziario.” Più alta è l’IVA, più gravoso è il carico che grava sulle tasche della popolazione dipendente da questi servizi. “È essenziale mante-

nere ad un livello basso l’aliquota applicata a questi settori nell’interesse della collettività”, indica il Direttore dell’USAM Triponez. La Commissione europea è favorevole alla riduzione dei tassi per i servizi con un forte coefficiente di manodopera. Molti tassi hanno già subito importanti riduzioni. Un esempio tratto dal ramo parrucchieri illustra molto bene l’effetto positivo di questa riduzione: nei Paesi Bassi, dove il tasso dell’IVA è stato portato dal 19 al 5%, le cifre d’affari sono cresciute in maniera significativa e sono stati creati nuovi impieghi. D’altronde, è evidente che le aziende svizzere devono potersi battere ad armi pari. “Non basta lodare continuamente il ravvicinamento con l’Europa, ma bisogna anche stare molto attenti a non svantaggiare la nostra economia” osserva ancora Triponez. Il Direttore dell’USAM è perfettamente consapevole del fatto che la sua mozione è stata presentata in un periodo non molto roseo dal punto di vista finanziario, periodo in cui i deficit sono in crescita e imperversa la volontà al risparmio, ma osserva: “Nell’ambito dell’aumento del tasso dell’IVA, previsto al più tardi nel 2007, il Parlamento dovrebbe occuparsi seriamente anche della situazione in cui si trova ad operare l’artigianato e non

Pierre Triponez, Dir. USAM e Consigliere Nazionale

solamente del problema del risanamento delle assicurazioni sociali”. In conclusione, la mozione del CN Triponez non costituisce un’iniziativa isolata, ma si inscrive nel quadro di una strategia globale dell’USAM. Essa si fonda infatti sul Rapporto sulla fiscalità adottato nel febbraio 2002 dalla Camera svizzera delle arti e mestieri, il “Parlamento dell’USAM”. Coautore della mozione, il Signor Marco Taddei, Vicedirettore dell’USAM, aggiunge a proposito di questa strategia: “Visto il vicolo cieco in cui si trovano le riforme, non possiamo far altro che indirizzare le nostre richieste direttamente alle Camere federali!”.

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Attualità

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La parte generale del diritto delle assicurazioni sociali entra in vigore il 1° gennaio 2003 Bundesamt für Sozialversicherung Office fédéral des assicurances sociales Ufficio federale delle assicurazioni sociali Uffizi federal da las assicuranzas socialas Comunicato stampa del Dipartimento federale dell’interno

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l Consiglio federale ha fissato al 1° gennaio 2003 l’entrata in vigore della legge federale sulla parte generale del diritto delle assicurazioni sociali LPGA. Al contempo ne ha emanato la relativa ordinanza ed ha adeguato al nuovo sistema numerose disposizioni esecutive delle singole assicurazioni sociali. Con l’entrata in vigore della LPGA le singole leggi che compongono il diritto delle assicurazioni sociali della Confederazione avranno un riferimento comune. Unica tra le assicurazioni sociali disciplinate dal diritto federale, la previdenza professionale non rientra tuttavia nel campo d’applicazione della LPGA. La nuova legge di riferimento contiene norme di coordinamento ed uniforma le procedure dei diversi rami delle assicurazioni sociali. Approvata dal Parlamento il 6 ottobre del 2000, si deve ad un’iniziativa parlamentare presentata nel 1985 dall’allora consigliera agli Stati Josi Meier. L’emanazione dell’ordinanza concernente la parte generale del diritto delle assicurazioni sociali, anch’essa valida a partire dal 1° gennaio 2003, e l’adeguamento delle ordinanze vigenti alla nuova normativa garantiscono l’attuazione pressoché uniforme degli intenti principali sottesi alle disposizioni della LPGA. Gli organi esecutivi dell’AVS/AI/IPG, delle prestazioni complementari, dell’assicurazione contro la disoccupazione, dell’assicurazione malattie, dell’assicurazione contro gli infortuni, dell’assicurazione militare e degli assegni familiari nell’agricoltura valuteranno opposizioni, richieste di consultazione degli atti e richieste di condono di restituzioni secondo gli stessi criteri. A partire

dall’entrata in vigore della LPGA comincia a decorrere un termine di 5 anni entro il quale i Cantoni dovranno istituire un tribunale cantonale delle assicurazioni quale unica istanza competente per il giudizio dei ricorsi nell’ambito delle assicurazioni sociali. I Cantoni che non dispongono ancora di un’organizzazione analoga dovranno centralizzare il potere giurisdizionale oggi esercitato da diverse autorità di ricorso semplificando le procedure di ricorso a più istanze. Informazioni: Tel. 031 322 42 37 Regina Berger Hadorn, Stato maggiore Assicurazione Vecchiaia e superstiti, Ufficio federale delle assicurazioni sociali I comunicati stampa dell'UFAS ed ulteriori informazioni sono disponibili all'indirizzo Internet www.ufas.admin.ch, la documentazione relativa alla LPGA all’indirizzo Internet www.bsv.admin.ch/sv/grundlag/i/atsg

Cerca lavoro Avv. Marco Ghizzini desidera lavorare per conto di Società o altri professionisti in Svizzera, anche come corrispondente per Milano/Lombardia. Interessati rivolgersi a: Marco Ghizzini Via Breno 7 - 20139 Milano Tel/Fax +39 02 55 20 721

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Protezione delle acque nei settori industriali e commerciali

Dipartimento del Dipartimento delle territorio finanze e dell’economia

di Marco Borradori, Direttore del Dipartimento del Territorio

L'

acqua - alla quale a livello mondiale viene dedicato nel 2003 un intero anno all'insegna della riflessione e della sensibilizzazione - è una delle risorse naturali più pregiate e assume, anche alle nostre latitudini, un valore fondamentale. In Ticino, grazie agli ingenti investimenti effettuati sull'arco degli ultimi trent'anni a favore della costruzione di canalizzazioni e impianti di depurazione, l’acqua potabile è abbondante, di buona qualità e poco costosa. Con la costruzione dei primi impianti di depurazione all'inizio degli anni Settanta, la rete delle canalizzazioni si è sempre più ampliata: gli interventi sono stati organizzati in modo da dare la priorità al bacino imbrifero del Lago Ceresio, dove sono state riscontrate le condizioni ecologiche più problematiche. In seconda battuta, sono stati coperti i comprensori con intenso insediamento urbano: il Locarnese, il Bellinzonese, Biasca e Chiasso, regioni in cui il programma dei lavori è stato ultimato. Nei Comuni più periferici non ancora allacciati a un impianto di depurazione – e dove le aree di dispersione delle acque luride non interferiscono a corto termine con l'equilibro ecologico – si prevede invece di rendere operative nei prossimi anni infrastrutture individuali semplificate, in modo da contenere i costi entro limiti ragionevoli. Il bilancio delle attività finora eseguite è più che positivo: le acque di scarico prodotte dal 90% della popolazione ticinese sono infatti depurate. Per quanto riguarda il settore dell’industria, dell’artigianato e in generale di

tutte quelle attività produttive che consumano notevoli quantità d’acqua, nel nostro Cantone è stata applicata una doppia strategia di prevenzione, che parte dall'interno. Al termine dei processi di lavorazione, lo smaltimento dei liquidi risultava talvolta difficoltoso a causa dell'elevato tasso inquinante dovuto alle sostanze residue. Da qui, la scelta di intervenire con un’azione di pretrattamento. Oggi, le acque subiscono un primo trattamento già all'interno dei circuiti produttivi. Questo filtro permettere di ottenere un grado di abbattimento del potenziale inquinante fino al 99%. Il modello di prevenzione a "doppio filtro" garantisce il buon funzionamento degli impianti di depurazione e contribuisce in maniera significativa a contenere l’impatto ambientale. Vanno sottolineati a questo proposito gli sforzi intrapresi dal settore industriale e artigianale, che ha effettuato ingenti investimenti, collaborando in modo propositivo e attivo con il Cantone per preservare la purezza delle nostre acque. L’alta qualità dei processi produttivi e dei trattamenti effettuati negli impianti delle aziende hanno permesso di ottenere in Ticino ottime prestazioni da parte delle infrastrutture di depurazione, e quindi di raggiungere dal profilo della protezione delle acque risultati molto incoraggianti. L’Ufficio delle industrie, della sicurezza e della protezione del suolo, con le pubblicazioni dedicate ai temi “Acque di scarico industriali in Ticino 1993-2000”, “Acque di scarico provenienti dal settore dell’automobile in Ticino” ha voluto rendere noto quanto è già stato fatto finora a favore della protezione delle

acque in due importanti settori industriali, artigianali e commerciali ticinesi, ai quali va il sentito ringraziamento del Dipartimento del territorio. Ringraziamento da estendere ai collaboratori della Sezione protezione aria, acqua e suolo per l’importante ruolo svolto nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia. La Divisione dell’ambiente dovrà continuare anche in futuro a migliorare e modernizzare il sistema di protezione di questa preziosa risorsa naturale. Il nostro augurio è che il clima di collaborazione e la sensibilità dimostrata a favore della salvaguardia delle acque possano continuare nel tempo, in modo da permettere alle generazioni future di usufruire delle risorse idriche cantonali almeno alle nostre stesse condizioni.

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Informazione

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Avamprogetto di Legge sul freno alla spesa pubblica: un progetto da sostenere

di Claudio Camponovo e Rinaldo Gobbi

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o scorso 8 novembre è stata convocata la Commissione permanente della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino (Ccia-Ti) per le “Questioni fiscali, doganali e finanziarie” per esaminare nel dettaglio i contenuti dell’avamprogetto di Legge sul freno alla spesa pubblica. Durante la riunione abbiamo avuto il piacere di avere quale ospite il capo della Divisione risorse Sergio Morisoli che ci ha fornito importanti ragguagli sulla materia. La Commissione approva pienamente gli intendimenti del Consiglio di Stato e l’Ufficio presidenziale, nella seduta del 12 novembre 2002, conferma il proprio appoggio unanime. La Ccia-Ti negli anni passati e soprattutto nella seconda metà degli anni Novanta, tramite il suo Direttore Claudio Camponovo, allora deputato in Gran Consiglio, aveva chiesto a più riprese, in occasione dei dibattiti sui preventivi e sui consuntivi, di vincolare le spese dello Stato alla ricchezza effettiva a disposizione del Paese. Infatti la quota statale è cresciuta di parecchio negli ultimi decenni ed è giusto pertanto porre un limite alle spese con criteri che garantiscano la necessaria elasticità politica pur mantenendo il suo carattere imperativo. Esprimiamo pertanto soddisfazione e attestiamo tutto il nostro sostegno al Governo per questa sua intenzione di dare al Cantone una risposta politica al fine di evitare che crescenti oneri attribuiti allo Stato si ripercuotano negativamente sull’economia sottoforma di ulteriori pressioni fiscali.

Ovviamente i deficit pubblici preoccupano la Ccia-Ti perché siamo coscienti che ciò non significa altro se non imposte spostate nel tempo. Le previsioni indicano per il 2003 un debito pubblico di 1,1 miliardi e un autofinanziamento negativo e sapendo come sia difficile definire delle priorità, riteniamo indispensabile dotarsi di una legge sul freno della spesa pubblica. La Ccia-Ti condivide pienamente la filosofia elaborata dall’attuale Governo consistente nell’evitare una maggiore pressione fiscale a vantaggio della continua ricerca di una migliore ripartizione delle risorse dello Stato e di una costante verifica dei compiti assunti dallo stesso. Tra le varie soluzioni adottate dai diversi Cantoni e ben esplicitate nel documento del DFE, riteniamo che il modello scelto dal Consiglio di Stato sia il più idoneo a garantire nel tempo una quota statale moderata e a tener sotto controllo le spese. Dall’esame di dettaglio della legge valutiamo positivamente, all’articolo 3, il fatto che sia stato precisato che sottostanno al vincolo solamente le spese correnti, mentre gli investimenti sono esclusi dal campo di applicazione della regola. Ci sembra doveroso elogiare l’avamprogetto di legge per il fatto di essere stato elaborato in modo trasparente, comprensibile e applicabile in modo da evitare misure drastiche con ripercussioni dolorose per il Paese. Questo è raggiunto grazie al principio che la spesa non può superare l’aumento nominale tendenziale del PIL, calcolato sulla variazione media sull’arco di 5 anni.

Si tratta pertanto di uno strumento finanziario che torna a vantaggio della collettività e del cittadino, chiamati a finanziare lo Stato mediante le imposte. Le limitazioni imposte dal progetto toccano in ugual misura sia l’esecutivo che il legislativo senza modificare i rapporti di forza. La Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino condivide appieno sia i propositi generali, sia gli obiettivi puntuali, sia le proposte tecniche contenute nell’avamprogetto del DFE, che è da sostenere pienamente. La Ccia-Ti auspica pertanto che anche il Parlamento lo approvi nei tempi più brevi possibili perché convinta che ciò permette di realizzare uno Stato sano, efficiente, efficace e garante delle libertà fondamentali e di un quadro favorevole alle attività dell’imprenditoria privata.

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Commercio estero

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Consulenze individuali sugli Stati Uniti Lugano, 27 gennaio 2003 Per molte aziende, lanciarsi su un mercato estero è un vero e proprio percorso di guerra. Per evitare di fallire in quest’impresa, bisogna essere ben preparati. L’Osec, intermediario privilegiato tra le aziende svizzere e i mercati esteri, ha pertanto impiantato degli “Swiss Business Hubs” presso ambasciate, consolati o camere di commercio bilaterali nei principali mercati d’esportazione: negli SBH gli specialisti di questi mercati di sbocco s’incaricano così direttamente sul posto di risolvere le questioni delle aziende con sede in Svizzera e nel Liechtenstein che desiderano prendere piede all’estero. Il 27 gennaio 2003 il nostro specialista degli Stati Uniti verrà in Ticino per animare una giornata di colloqui individuali. Questa sarà per voi l’occasione di intrattenervi personalmente con lui e con i consulenti dell’Osec e discutere con loro dei rischi e delle opportunità che si

presentano alla vostra impresa sul mercato statunitense. Potrete parlare concretamente dei vostri obiettivi, porre le domande che più vi stanno a cuore e ottenere delle soluzioni concrete ai vostri bisogni. A seconda delle esigenze, verranno trattati i punti seguenti: • l’internazionalizzazione della vostra azienda • la struttura e le caratteristiche del mercato mirato • la ricerca d’informazioni sul mercato e i criteri di decisione • la ricerca di partner/distributori, l’intermediazione di contatti d’affari • le questioni interculturali. Approfittate di questa giornata di consulenze individuali del Business Network Switzerland per ottenere preziose informazioni ad un prezzo vantaggioso. Il colloquio individuale della durata di un’ora costa solo CHF 210.- + IVA per i soci Osec e CHF 250.- + IVA per i non soci. Non esitate a contattarci per ottenere maggiori informazioni e per conoscere le modalità di partecipazione.

Aperti gli Swiss Business Hub in Gran Bretagna e Francia Il 10° e l’11° Swiss Business Hub della rete svizzera di promozione del commercio estero sono stati inaugurati a Londra e a Parigi ad inizio novembre. Frutto della collaborazione tra l’Osec, il

DFAE e il seco, questi hub fungono da sostegno alle PMI con sede in Svizzera o nel Liechtenstein che desiderano sviluppare le loro attività sui mercati esteri. Le coordinate complete dei due nuovi hub sono:

Swiss Business Hub United Kingdom: c/o Embassy of Switzerland 16-18 Montagu Place GB-London W1H 2BQ Tel.: +44 20 7616 6000 Fax: +44 20 7724 7001 [email protected] Responsabile: Claudio Mazzucchelli Swiss Business Hub France: c/o Ambassade de Suisse 142, rue de Grenelle F-75007 Paris Tel.: +33 1 49 55 67 00 Fax: +33 1 49 55 67 67 [email protected] Responsabile: André Brohy Forniamo qui di seguito anche le coordinate dello SBH Spain, aperto a fine ottobre a Madrid: c/o Embajada de Suiza Calle Nuñez de Balboa 35-7 Edificio Goya ES-27001 Madrid Tel +34 91 432 04 66 Fax +34 91 432 04 67 [email protected] Responsabile: Line Leon-Pernet La Svizzera è competitiva (pd) La Svizzera occupa ora il 6° posto tra i paesi più competitivi, in pratica ha guadagnato nove posizioni in un anno! Secondo l’edizione 2002 dell’inchiesta

Commercio estero “Global Competitiveness” emanata dal World Economic Forum, il prodotto interno lordo (PIL) della Svizzera è aumentato più rapidamente di quello dei suoi vicini. Da notare inoltre che tra i paesi limitrofi, nessuno si è classificato tra i primi dieci: infatti, la Germania è al 14° posto, l’Austria al 18°, la Francia al 30° e l’Italia al 39°. Il WEF ritiene che se la Svizzera ha il vento in poppa è grazie alla qualità eccezionale delle sue infrastrutture, alla grande percentuale di investimenti nella ricerca e nello sviluppo e al gran numero di innovazioni. Ricordiamo infine che davanti alla Svizzera vi sono solo: Stati Uniti, Finlandia, Taiwan, Singapore e Svezia. Il rapporto può essere consultato su www.weforum.org/site/homepublic.nsf/ Content/Global+Competitiveness+Pro gramme%5CReports%5CGlobal+Comp etitiveness+Report+2002-2003 L’Amministrazione federale delle dogane ha un nuovo sito Internet (afd) Il sito dell’Amministrazione federale delle dogane ha un nuovo layout. Accessibile all’indirizzo www.zoll.admin.ch/ il sito è stato “ringiovanito” e dovrebbe facilitare il compito agli utilizzatori alla ricerca di informazioni sulle dogane svizzere. Le rubriche in breve: • Chi siamo? - Presenta l’amministrazione doganale; • Media - Contiene i link ai comunicati stampa della dogana e del commercio esterno nonché a Cifre + fatti e alla Rivista delle dogane; • Privati - Qui i “profani della dogana” trovano le informazioni inerenti il passaggio del confine; • Ditte - Si rivolge a tutti coloro che hanno a che fare professionalmente con l’amministrazione doganale. Vengono trattati temi come l’importazione, l’esportazione, il transito, le imposte e i tributi nonché il controllo dei metalli preziosi; • Commercio esterno - In tale rubrica trovate comunicati stampa, cifre, indici del commercio esterno, spiegazioni generali concernenti la diffusione dei dati della sezione Commercio esterno; • Leggi - Contiene informazioni interessanti concernenti lo stato della revisione totale delle legge federale sulle dogane, la Raccolta sistematica del diritto federale, i trattati internazionali,

Ticino Business

le circolari pubbliche nonché le prescrizioni importanti; • Moduli - Qui potete ordinare direttamente moduli e stampati; • Link - Importanti link a livello nazionale e internazionale; • News - Presenta le ultimissime novità della dogana. Rendiamo infine attenti che la Tariffa generale (allegata nella legge sulla tariffa delle dogane) valida a partire dal 1.1.2003 è disponibile online alla pagina www.zoll.admin.ch/i/firmen/import/zolltarif.php Ultime novità sulla Garanzia contro i rischi d’esportazione GRE (gre) L’Ufficio svizzero per la garanzia contro i rischi d’esportazione (GRE) informa che, per adattarli ai nuovi principi dell’OCSE relativi all’ambiente e alla trasparenza, i formulari “Domanda di principio” e “Domanda di garanzia” sono stati completati. Se le pagine 1 e 2 restano invariate, delle informazioni supplementari sui settori sensibili dal punto di vista dell’ambiente e del luogo del progetto sono necessarie. Inoltre, è stata aggiunta la rubrica “trasparenza”. Questi nuovi formulari sono da utilizzare con effetto immediato e possono essere inviati, debitamente firmati, per fax (l’invio per posta non è necessario). I formulari inviati via e-mail non sono invece validi. La GRE ha inoltre riclassato i seguenti paesi: • Algeria 4 (prima 5) • Capo Verde 7 (prima 6) • Libano 7 (prima 6) • Uruguay 6 (prima 5) • Venezuela 6 (prima 5) Ulteriori informazioni sulla GRE sono disponibili su www.swiss-erg.ch La Lituania adotta l’euro come “seconda moneta” Il Parlamento di Vilnius ha deciso di introdurre l’euro dal 2003 come moneta parallela alla moneta nazionale, il lita. I pagamenti effettuati in altre monete straniere restano limitate alle transazioni fatte a contanti e sono ovviamente sottoposte all’accordo delle parti. Al contrario della Lituania, la Banca centrale estone ha fatto sapere che l’Estonia non ha invece l’intenzione di introdurre una seconda moneta e che l’euro diventerà mezzo di pagamento legale solo

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dopo l’adesione di questo paese all’UE (prevista nel 2006). Guangdong si dota di un sito Internet per gli investitori stranieri La provincia di Guangdong (nel sud della Cina) ha aperto un sito Internet destinato agli investitori stranieri. All’indirizzo www.gdccfi.gov.cn si possono trovare informazioni complete sull’attualità delle prospettive d'investimento. Esso permette inoltre agli investitori di comunicare i loro bisogni alle autorità competenti e d’entrare così in dialogo con gli uffici ufficiali e i servizi del governo. Il China Business Briefing pubblicato dall’Ambasciata di Svizzera e Beijing consente di essere sempre informati sull’evoluzione dell’economia cinese: www.sinoptic.ch/cbb La Cina migliora la protezione della proprietà intellettuale Nel corso degli ultimi anni, la Cina non ha smesso di migliorare la protezione della proprietà intellettuale. Dall’adesione della Cina all’OMC in dicembre 2001, sono stati raddoppiati gli sforzi in questo senso. Nel suo “Shanghai Flash n.7”, il Consolato di Svizzera informa sullo stato attuale di questa materia. Il documento può essere consultato alla pagina www.osec.ch/~0xc1878d1b_0x0001b99 4/BusinessLaw_Contracts/shanghais_flas h_no._7_november_2002_the_intellectual_property_protection_in_china Accordo di libero scambio tra Singapore e Australia Ad inizio novembre, Singapore ed Australia hanno firmato un accordo di libero scambio di vasta portata che prevede non soltanto degli sgravi doganali, ma anche l’estensione delle relazioni commerciali ed economiche, senza dimenticare dei miglioramenti sul mercato dei capitali. Osec Business Network Switzerland Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 35 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] www.osec.ch

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Dossier seminario “IVA sulle prestazioni di servizi internazionali” A seguito del gran successo riscontrato dalla manifestazione, informiamo che il dossier completo del seminario “IVA sulle prestazioni di servizi internazionali” svoltosi il 7 novembre scorso è a disposizione delle persone interessate al prezzo di CHF 275.- + 7,6% IVA. La documentazione comprende: • Introduzione e Capitolo 1 Definizione di prestazione di servizio in materia di IVA • Capitolo 2 - Definizione della territorialità delle prestazioni di servizio: i principi generali Allegati: 610.540-14-Finanza soc dom • Capitolo 3 - Soggetto fiscale: chi paga l’IVA sulle prestazioni di servizio internazionali • Allegati: Onorari CDA 1; 610.545-19Rimborso IVA a non residenti • Capitolo 4 - Casistiche particolari Allegati: 610.540-09-Trasporti, 610.54014-Finanza, 610.545-16-Campione d’Italia 3 (cifra3.3), 610.545-16Campione d’Italia 2 (cifra3.2.1), 610.545-16-Campione d’Italia 1, Prassi 50-50, 610.545-06-Pds transfrontaliere delimitazione fornitura-pds, Promemoria AFD n. 3 Software. Le ordinazioni possono essere effettuate per fax (091 911 51 39) o via e-mail ([email protected]). Negoziati bilaterali bis – 10° incontro negoziale nel settore dei prodotti agricoli trasformati (seco) -Le delegazioni della Svizzera e dell’Unione europea (UE) si sono incontrate il 25 novembre a Bruxelles per il 10° incontro negoziale relativo ai prodotti

Speciale Unione europea

agricoli trasformati. I negoziati sono conclusi nella sostanza. Oggetto dei negoziati nell’ambito dei prodotti agricoli trasformati è il protocollo n. 2 dell’Accordo di libero scambio Svizzera-CE del 1972. Secondo il protocollo n. 2, completamente rielaborato, l’UE abolirà integralmente i dazi doganali per tutti i prodotti agricoli trasformati provenienti dalla Svizzera, previsti dall’accordo, e nel contempo non accorderà più contributi all’esportazione per tali prodotti esportati in Svizzera. La Svizzera ridurrà i dazi doganali per i prodotti agricoli trasformati provenienti dall’UE che contengono prodotti agricoli di base nel senso contemplato dalla cosiddetta “legge cioccolato” (legge federale del 13 dicembre 1974 sull’importazione e l’esportazione dei prodotti agricoli trasformati), come farina, latte in polvere, burro e grassi vegetali. Si tratta di prodotti quali cioccolato, paste alimentari, biscotti, prodotti di panetteria, gelati e altri prodotti alimentari. Inoltre, i contributi svizzeri all’esportazione verso l’UE saranno ridotti in modo da corrispondere alla differenza tra i prezzi svizzeri e quelli dell’UE dei prodotti agricoli di base. Per i prodotti agricoli trasformati che non contengono prodotti agricoli di base nel senso contemplato dalla “legge cioccolato” oppure che contengono unicamente zucchero (per lo zucchero il livello del prezzo in Svizzera e nell’UE è praticamente lo stesso), la Svizzera abolirà i dazi doganali nell’ambito degli scambi commerciali con l’UE (p. es. caffè ed estratti di caffè, cacao, marmellata, acque

minerali e limonate, birra ed acquaviti). Ulteriori informazioni sui negoziati bilaterali bis sono disponibili su www.europa.admin.ch Impresa Europa Il bollettino trimestrale d’informazione della DG Impresa, edizione ottobredicembre 2002, è ora disponibile online all’indirizzo http://europa.eu.int/comm /enterprise/librar y/enterpriseeurope/issue9/pdf/9_102002_it.pdf. Segnaliamo in particolare gli articoli: • Zoom sulla competitività: la procedura Best in azione • Innovazione: promuovere la ricerca europea • Mercato unico: verso una migliore regolamentazione. • Mercato unico: si estende la marcatura CE per i prodotti edili. Indicatori chiave per Eurolandia L’UE ha pubblicato l’aggiornamento dei dati statistici più rilevanti nella zona euro. Il documento può essere consultato online in inglese alla pagina http://europa.eu.int/comm/economy_fi nance/indicators/key_euro_area/keyeuroarea_en.htm Bilancia dei pagamenti nell’UE La Banca Centrale europea ha pubblicato l’edizione aggiornata 2002 dell’annuale “European Union balance of payments/international investment position statistical methods” destinata in primo luogo alle banche centrali, agli istituti di statistica e alle organizzazioni internazionali. Il documento è disponibile in inglese su www.ecb.int/pub/pdf/bop02.pdf

Speciale Unione europea Nuovo opuscolo sugli accordi verticali La Commissione europea ha pubblicato un nuovo opuscolo su “La politica di concorrenza in Europa – le norme comunitarie in materia di accordi di fornitura e di distribuzione”. Questa guida spiega le nuove regole europee di concorrenza applicabili agli accordi di distribuzione e di fornitura – più comunemente definiti “accordi verticali” – entrate in vigore il 1° giugno 2000. Queste nuove regole lasciano alle aziende un margine di manovra importante nella scelta di un tipo di distribuzione, ma precisano anche che le pratiche che ostacolano l’accesso al mercato o restringono la concorrenza non saranno tollerate. Questa guida dovrebbe consentire agli operatori, ai giuristi e ai consumatori di comprendere come il diritto europeo della concorrenza si applica a questo importante settore. L’opuscolo sarà disponibile nelle undici lingue ufficiali dell’UE. La versione cartacea in italiano sarà pubblicata presto (nr. ISBN 92-8943907-6). La versione elettronica può invece già essere scaricata dalla pagina http://europa.eu.int/comm/competition/publications/rules_it.pdf Verso un approccio comunitario della sicurezza nucleare nell’UE La Commissione europea ha proposto il 6 novembre 2002 un pacchetto inedito di misure per dotare infine l’UE di un vero approccio comunitario in materia di sicurezza nucleare e di sicurezza dell’approvvigionamento. Queste proposte riguardano la sicurezza delle istallazioni nucleari attive e in via di smantellamento, la gestione dei rifiuti radioattivi e il commercio di materie nucleari con la Russia. Esse sono volte ad attuare norme comuni e meccanismi di controllo che garantiranno l’applicazione uniforme degli stessi criteri su tutto il territorio dell’UE. Informazioni sull’energia nucleare e sul pacchetto di misure proposte dalla Commissione europea sono disponibili in inglese su http://europa.eu.int/comm/energy/nucl ear/index_en.html Firma del 6° programma quadro di ricerca dell’UE da parte dei paesi candidati Il 29 ottobre 2002 a Bruxelles, la Commissione europea e i paesi candida-

ti hanno firmato gli accordi di associazione al Sesto programma quadro di ricerca dell’UE (2003-2006). I partecipanti hanno discusso anche il ruolo e le opportunità per i paesi candidati nel 6°PQ, all’interno del quale avranno gli stessi diritti e obblighi degli Stati membri dell’UE. La ricerca sarà quindi il primo settore in cui l’allargamento dell’UE diventa una realtà. Per maggiori informazioni: http://europa.eu.int/rapid/start/cgi/guesten.ksh?p_action.gettxt=gt&doc=IP/0 2/1559|0|RAPID&lg=IT&display=. Database sulle tasse ambientali L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), in collaborazione con la Commissione europea e l’Agenzia europea per l’ambiente, ha elaborato una banca dati sull’uso delle tasse ambientali in 42 Paesi, tra cui tutti gli stati dell’Unione europea e la Svizzera. La banca dati può essere consultata su www.oecd.org/EN/document/0,,ENdocument-8-nodirectorate-no-1-30168,00.html Sistema di preferenze generalizzato: applicazione delle regole d’origine La Comunità europea ha attuato un sistema di preferenze generalizzato (SPG) a favore dei paesi in via di sviluppo. Questo sistema prevede dei dazi ridotti e nulli all’introduzione sul territorio della Comunità di prodotti provenienti da paesi in via di sviluppo. La Commissione ha preparato una guida sull’interpretazione e l’applicazione delle regole d’origine che determinano se i prodotti dei paesi beneficiari possono godere o meno delle preferenze tariffarie previste dal SPG dell’UE per i paesi in via di sviluppo. Questa guida è destinata non soltanto agli esportatori e ai doganieri dei paesi beneficiari, ma anche agli importatori nell’UE. Gli importatori hanno bisogno di sapere se i prodotti dichiarati per ottenere un tasso dazio ridotto o nullo possono effettivamente beneficiare del trattamento preferenziale previsto dal SPG. La guida esiste per il momento solo in inglese, francese e spagnolo e può essere consultata online su http://europa.eu.int/comm/taxation_cus toms/customs/origin/gsp/index_en.htm

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L’UE prosegue la sua battaglia per estendere l’accesso ai medicinali per i paesi in via di sviluppo La Commissione europea ha elaborato un piano per migliorare l’accesso ai medicinali essenziali per i paesi in via di sviluppo. Essa ha elaborato un regolamento che permette agli esportatori di fornire dei medicinali essenziali a prezzi ridotti per i paesi poveri, pur assicurandosi che questi medicamenti non siano poi dirottati verso l’Unione europea. 72 paesi poveri dipendono fortemente dalle importazioni di medicamenti che possono dar loro la possibilità di lottare contro le tre principali malattie trasmissibili: l’AIDS, la tubercolosi e la malaria. La maggior parte di questi paesi non può produrre a livello locale ciò di cui ha bisogno. Proposta di regolamento e comunicati stampa sull’argomento possono essere consultati su http://europa.eu.int/comm/trade/csc/m ed.htm Designazione dei prodotti medicinali orfani L’Agenzia europea di valutazione dei medicinali ha pubblicato le nuove linee guida relative ai formulari per la designazione dei prodotti medicinali cosiddetti orfani, destinati alla diagnosi, profilassi o terapia delle malattie rare. Esse sono disponibili in inglese su www.emea.eu.int/pdfs/human/comp/62 8300en.pdf Proteine animali nell’alimentazione degli animali d’allevamento La Direzione generale Salute e consumatori ha creato una nuova pagina dedicata alla legislazione comunitaria in vigore relativa all’uso delle proteine animali nell’alimentazione degli animali e ai futuri sviluppi in materia. Maggiori informazioni in inglese su www.europa.eu.int/comm/food/fs/bse/b se47_en.pdf Euro Info Centro Svizzera Corso Elvezia 16 Casella postale 2378 CH-6901 Lugano Tel. +41 91 911 51 37 Fax +41 91 911 51 39 [email protected] www.osec.ch

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Luogo d’incontro internazionale Piattaforma di comunicazione Panoramica dei trend più attuali

Frankfurt am Main, 8. 1. – 11. 1. 2003

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Nucleare, un’energia indispensabile Il popolo svizzero si esprimerà nel maggio 2003 su due iniziative “anti-nucleari”

di Stefano Modenini, responsabile economiesuisse, Lugano

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robabilmente il 18 maggio 2003 popolo e cantoni svizzeri saranno nuovamente chiamati ad esprimersi su importanti temi energetici. Saranno infatti sottoposte a votazione due iniziative popolari, “moratoria plus” e “corrente senza nucleare”, con le quali si chiede il sostanziale e progressivo abbandono dell’energia nucleare nel nostro paese. Parliamo con un certo anticipo di questa votazione popolare perché il tema è solo apparentemente conosciuto nei suoi dettagli. Quasi sconosciuto ad esempio è il fatto che l’energia nucleare, attraverso le cinque centrali attualmente in funzione, contribuisce nella misura del 40 % al fabbisogno di energia elettrica nel nostro paese, dove il restante 60 % è coperto dall’elettricità di origine idroelettrica. In questo ambito la Svizzera è del tutto autosufficiente. L’energia nucleare è inoltre un’energia pulita perché non rilascia nell’atmosfera né emissioni di CO2 (gas ad effetto serra) né emissioni di ossido di azoto. Le due iniziative popolari “anti-nucleari” in realtà perseguono il medesimo obietti-

vo: l’uscita progressiva ma totale della Svizzera dal nucleare. L’iniziativa “moratoria plus” infatti solo apparentemente intende proseguire la moratoria nella costruzione di nuove centrali nucleari attualmente in vigore nel nostro paese. In realtà questa iniziativa persegue un abbandono dell’energia nucleare in forma mascherata. Abbandonare il nucleare in Svizzera porrebbe immediatamente due questioni fondamentali: come sostituire un’energia che contribuisce in maniera determinante al fabbisogno di elettricità e a quali costi? Un recente studio dell’Istituto dell’energia di Brema, in Germania, analizza questa prospettiva, arrivando alla conclusione che un’accettazione delle due iniziative popolari avrebbe conseguenze enormi in termini di costi e causerebbe pure un peggioramento del bilancio ambientale del nostro paese. Il prezzo dell’elettricità potrebbe inoltre subire un aumento considerevole, oppure il nostro paese sarebbe costretto ad introdurre misure draconiane di risparmio energetico. Il costo dell’iniziativa “corrente senza

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nucleare” è stato quantificato in 40 miliardi di franchi; quello dell’iniziativa “moratoria plus” in 29 miliardi di franchi. A questi costi bisognerebbe poi aggiungere i massicci investimenti necessari per sostituire il nucleare attraverso il ricorso ad altre fonti energetiche. Lo studio germanico ha analizzato diversi scenari di sostituzione del nucleare. In tutti questi scenari, compreso quello di una sostituzione del nucleare attraverso un massiccio ricorso all’energia solare ed eolica, il bilancio ecologico in termini di emissioni inquinanti sarebbe decisamente peggiore rispetto all’utilizzo dell’energia nucleare per produrre elettricità. D’altra parte un massiccio ricorso alle energie rinnovabili per sostituire la produzione elettrica di origine nucleare appare poco realistico, poiché l’energia solare e quella eolica dipendono fortemente dalle condizioni atmosferiche e non possono garantire un approvvigionamento sicuro su così grande scala. In altre parole, il ricorso ad esempio a centrali a gas o addirittura a carbone risulterebbe indispensabile par garantire in Svizzera la produzione di energia elettrica.

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FORZA IDRICA

ENERGIA NUCLEARE

L’APPROVVIGIONAMENTO SICURO IN ELETTRICITÀ. L’elettricità è un bene pubblico indispensabile Costituzione di un Forum per un approvvigionamento in elettricità garantito dalle centrali situate in Svizzera

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a Svizzera è autosufficiente per il proprio approvvigionamento in elettricità. Le nostre centrali idroelettriche assicurano il 60% della produzione svizzera di elettricità, le nostre centrali nucleari il 40%. Insieme, esse garantiscono il nostro approvvigionamento in elettricità e riducono la nostra dipendenza dall’estero. Inoltre, esse non producono CO2. L’energia idroelettrica e quella nucleare sono entrambe indispensabili per la nostra società. La Svizzera è autosufficiente per il proprio approvvigionamento in elettricità. Nel 2001, la produzione svizzera di elettricità era assicurata per il 60% dalle centrali idroelettriche, per oltre il 36% dalle 5 centrali nucleari svizzere, per il 3% dalle centrali termiche classiche e per meno dell’1% dagli impianti fotovoltaici ed eolici. La produzione di elettricità in Svizzera è dunque garantita dalle centrali idroelettriche e dalle centrali nucleari, che non sono certo prive di rischi ma che riman-

gono per il momento indispensabili. In effetti, le esigenze attuali in materia di protezione della natura e del paesaggio impediscono qualsiasi crescita sensibile della produzione di elettricità per mezzo di nuove centrali a filo d’acqua e/o di centrali ad accumulazione (dighe). Inoltre, le energie rinnovabili, come il sole e il vento (impianti fotovoltaici ed eolici) necessitano di enormi superfici e non possono garantire una produzione continua di elettricità, poiché dipendono per definizione dalle condizioni meteorologiche. Nel contempo, il ricorso alle energie fossili (gas) per compensare la produzione di elettricità delle 5 centrali nucleari svizzere sarebbe contrario agli obiettivi che la Svizzera si è fissata in materia di politica climatica (riduzione significativa delle emissioni di CO2). Infine, i programmi di risparmio energetico adottati fra il 1990 e il 2000 hanno semplicemente permesso di frenare la crescita del consumo di elettricità, ma non di ridurlo.

Tenuto conto di questi fatti, la chiusura in uno spazio di tempo inferiore ad una generazione delle 5 centrali nucleari svizzere, come chiedono le ultime due iniziative antinucleari che saranno probabilmente sottoposte al voto del popolo e dei cantoni il 18 maggio 2003, sarebbe economicamente catastrofica. E’ quindi stato costituito un Forum per un approvvigionamento in elettricità garantito allo scopo di informare la popolazione in previsione di questa votazione. Questo Forum, composto da famose personalità, rappresentanti del mondo politico, economico e scientifico (vedi lista dei membri), è convinto che la Svizzera debba rimanere autosufficiente circa l’approvvigionamento in elettricità, senza aumentare le emissioni di CO2. Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Stefano Modenini, resp. economiesuisse Tel 091 922 82 12

Ordinanza 5 relativa alla Legge federale sul lavoro: inutile e controproducente Nella sua risposta del 28 novembre 2002 alla procedura di consultazione concernente l’introduzione di un’Ordinanza relativa alla Legge federale sul lavoro e, più precisamente, di disposizioni speciali per la protezione di giovani lavoratori, l’Unione Svizzera delle Arti e Mestieri (USAM) respinge il progetto, che giudica inutile e controproducente. Inutile: la legge federale sul lavoro e le relative ordinanze 1 e 2 contengono già tutte le disposizioni di dettaglio necessarie; eventuali adattamenti si possono effettuare senza una nuova ordinanza. L’USAM è contraria alla crescente mania di perfezionismo che si verifica nella

nostra legislazione, perfezionismo che genera sempre più costi inutili per la nostra economia e soprattutto per le nostre piccole e medie imprese (PMI), alle quali si promette regolarmente il contrario. Quattro ordinanze di esecuzione per la legge sul lavoro sono largamente sufficienti! Controproducente: le disposizioni speciali per la protezione dei giovani lavoratori vanno, per un certo numero di punti, ben al di là di una protezione ragionevole della gioventù e non tengono conto della pratica: esse comporterebbero un rinforzamento massiccio delle condizioni di lavoro e una discri-

minazione dei giovani sul mercato del lavoro, di cui soffrirebbe soprattutto la manodopera meno formata. Inoltre l’attività remunerata dei giovani durante le vacanze e il tempo libero sarebbe fortemente limitata, addirittura impossibile, anche se si trattasse di una forma di lavoro ricca di insegnamenti e importante a livello educativo. La protezione dei bambini e dei giovani sul lavoro è essenziale e non è affatto messa in discussione dall’USAM. Il progetto suddetto va tuttavia troppo lontano e si rivela controproducente anche per gli interessati. L’USAM non può accettarlo e non ha altra scelta che rinviarlo al mittente.

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Pharmaton SA a Bioggio: 60 anni di competenza farmaceutica Quest’anno, la Pharmaton di Bioggio, considerata il centro di competenza per la fitomedicina del Gruppo Boehringer Ingelheim, celebra 60 anni di successo e attività nel settore farmaceutico. di Antonella La Rocca

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ondata nel lontano 1942 a Lugano dal medico dentista Dr. Paul Kradolfer, la Pharmaton si specializzò dapprima nello sviluppo e nella produzione di anestetici locali per l’odontoiatria, diventando il leader del mercato svizzero ed ottenendo vari brevetti per i suoi prodotti d’avanguardia. Già allora iniziò a registrare ed esportare i suoi prodotti in vari paesi del mondo, ma fu soltanto negli anni sessanta, con il trasferimento della sede in Via Mulini a Bioggio e con la concentrazione delle sue attività sulla ricerca scientifica delle piante medicinali, che l’azienda creò delle solidissime fondamenta per il futuro: l’automedicazione con fitofarmaci e prodotti naturali. Prevedendo ed anticipando già 40 anni fa un trend globale verso l’automedicazione e una consapevolezza più naturale e cosciente dell’uomo verso la propria salute, Pharmaton ha saputo sviluppare e produrre una gamma di fitofarmaci di altissima qualità ed affidabilità, testati clinicamente e venduti attualmente in 80 paesi del mondo. Conosciuti con il marchio di Pharmaton Natural Health Products, questi prodotti innovativi soddisfano le aspettative di milioni di consumatori e vengono raccomandati da farmacisti e medici in tutto il mondo. Spaziano da prodotti a base di ginseng, per combattere gli stadi di affaticamento e migliorare il rendimento fisico ed intellettuale, a prodotti a base di ginkgo biloba (per combattere il calo del rendimento mentale e della concentrazione) a prodotti contenenti estratti di ortica, pygeum africanum, ippocastano, agnocasto, cimicifuga racemosa, valeriana, melissa, pomodoro o vite rossa. Piante medicinali esotiche ed “erbe nostrane” dunque, le cui proprietà farmacologiche erano conosciute e sfruttate in

parte già migliaia di anni fa in paesi lontani come, per esempio, la Cina. Un ulteriore passo decisivo per la Pharmaton è stato effettuato nel 1991, con l’integrazione dell’azienda nel Gruppo internazionale Boehringer Ingelheim (con sede a Ingelheim, in Germania). La vocazione internazionale dell’azienda si è così ulteriormente accentuata. Grazie ai nuovi canali di distribuzione e al nuovo potenziale di risorse disponibili a partire dagli anni novanta, la Pharmaton ha saputo svilupparsi ulteriormente, affermandosi come uno dei leader del mercato mondiale dei fitofarmaci e prodotti naturali. Nel 2001, l’azienda ha “sfornato” 21,4 milioni di unità di prodotti (la quantità è stata quintuplicata negli ultimi 10 anni). Nello stesso anno, i prodotti Pharmaton Natural Health hanno registrato delle vendite nel mercato mondiale di Euro 271,4 milioni. Attualmente, la Pharmaton impiega 220 collaboratori e offre opportu-

nità che solo un’azienda operante su scala mondiale è in grado di dare. A Bioggio sono ubicati anche la Ricerca e lo Sviluppo, la Medicina, le Relazioni Pubbliche, Drug Regulatory Affairs & Project Management, l’Assicurazione Qualità (con laboratori propri) e molti altri reparti di servizi. Grazie allo sviluppo di prodotti nuovi e nuove forme galeniche per prodotti esistenti, l’azienda continuerà a finalizzare la sua competenza tecnico-farmaceutica e le sue possibilità nel mercato internazionale per migliorare il benessere e la qualità di vita dell’uomo consapevole della propria salute e responsabilità. Per ulteriori informazioni: PHARMATON SA Relazioni Pubbliche Internazionali Gilbert Mast / Christine Koethe Casella postale 6903 Lugano Tel. +41 91 610 36 15 Fax +41 91 610 37 37

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Continuano gli appuntamenti informativi del gruppo DONNE PMI-Ti GRUPPO TICINO donne PMI Svizzera Frauen KMU Schweiz Femmes PME Suisse di Antonella La Rocca

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l Gruppo Donne PMI Ticino riunisce donne imprenditrici e quadri dirigenziali con poteri decisionali, con lo scopo di lavorare a favore delle donne attive nelle PMI. L’attività principale è sicuramente quella di offrire una formazione costante attraverso aggiornamenti ed informazioni ricevuti in occasione di conferenze tenute da specialisti. Nel corso dell’autunno il Gruppo Donne PMI, il cui segretariato si trova presso la Ccia-Ti, ha organizzato due incontri, riuscendo a coinvolgere numerose imprenditrici. Il primo appuntamento si è tenuto lo scorso 8 ottobre con la presenza, in qualità di relatrice, della Signora Gabriela Cotti Musio, Presidente della Società Ticinese di Relazioni Pubbliche, la quale ha parlato dell’importanza delle relazioni pubbliche per le PMI. L’appuntamento del Gruppo Donne PMI del 19 novembre 2002 è stato dedicato ad un tema di carattere giuridico e più precisamente alla legge sull’esecuzione e il fallimento. L’avvocato Raffaella Sartorelli, assistente del Direttore della Ccia-Ti, dopo aver fatto una panoramica sulle principali forme d’esecuzione e sull’organizzazione degli uffici di esecuzione e fallimento a livello cantonale, ha trattato diversi temi di carattere pratico, in particolare come si allestisce in modo corretto e completo una domanda di esecuzione e quali sono le possibilità per togliere l’opposizione interposta dal debitore al precetto esecutivo (rigetto provvisorio, definitivo e via ordinaria). Nell’ultima parte della relazione è stato infine approfondito il tema del pignoramento del salario, che spesso nella pratica rappresenta l’unico mezzo per riuscire a recuperare il proprio credito. Nell’insieme, l’intervento è stato particolarmente apprezzato ed ha generato un proficuo scambio di idee e impressioni. Anche nel corso del 2003 verranno organizzati diversi incontri informativi di diversa natura e siamo lieti di potervi annunciare che il primo è già previsto per:

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giovedì 16 gennaio 2003 “Agopuntura: leggenda metropolitana o medicina reale” Bruna Macario, Fisioterapista ed esperta di agopuntura Invitiamo tutte le interessate a contattare: Sig.ra Cécile Chiodini Polloni, Tel. +41 91 911 51 18, [email protected]

Frankfurt am Main 25. – 29. 1. 2003

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Campionato professionale svizzero dei verniciatori e lattonieri di carrozzeria 2002 Sabato 23 novembre si è concluso il campionato professionale svizzero per verniciatori e lattonieri di carrozzeria 2002. La manifestazione è stata pubblica ed avuto luogo da martedì 19 a sabato 23 novembre 2002, presso il Centro formazione professionale di Giubiasco.

di Federica Borsetti

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candidati in gara erano sedici, otto i verniciatori ed altrettanti i lattonieri di carrozzeria, qualificatisi durante le eliminatorie regionali e provenienti dai diversi Cantoni della Confederazione. Per superare le prove i candidati hanno dovuto dimostrare abilità sia tecnicoprofessionale sia mentale. I lavori sono stati eseguiti in un tempo prestabilito e le valutazioni dei candidati, ragazzi e ragazze giovani professionisti, sono state effettuate sulla base dei criteri in vigore durante le olimpiadi dei mestieri. L’avvenimento è stato organizzato dall’Unione Svizzera dei Carrozzieri USIC (con sede a Zofingen) in collaborazione con la sezione Gruppo Carrozzieri Ticinesi e dalla Federazione dei Carrozzieri Romandi FCR (con sede a Prilly). Tra i partecipanti v’erano anche due ticinesi, che hanno conseguito un buon risultato: Misa Stojicevic di Personico (Carrozzeria Torpedo 2000 SA di Bodio) ha ottenuto la medaglia di bronzo nella sezione verniciatori, mentre Mattia Sargenti di Magadino (Carrozzeria Rollini SA di Contone) si è attestato al sesto posto nella sezione lattonieri. L’associazione USIC racchiude 800 carrozzerie affiliate che formano ben 1'000 apprendisti nelle professioni di verniciatore, lattoniere, sellaio e fabbro di carrozzeria. Tra le varie attività dell’associazione viene data particolare importanza alla

formazione e perfezionamento professionale. Difatti il campionato professionale svizzero vuole essere il momento culminante di questo processo di formazione ed insegnamento. WoldSkills Il risultato ottenuto al campionato professionale svizzero si dimostra inoltre molto importate nella prospettiva di una possibile partecipazione alle olimpiadi dei mestieri WorldSkills, che si svolgeranno dal 19 al 22 giugno a 2003 San Gallo, città già ospitante con grande successo la manifestazione nel 1997. Le olimpiadi dei mestieri sono state organizzate per la prima volta nel 1950 da Spania e Portogallo, da allora il numero delle nazioni mondiali partecipanti è cresciuto sempre piú fino ad Paolo Flückiger di Locarno, Vice-presidente dell’USIC Nazionale attestarsi all’attuale quota ed organizzatore della selezione nazionale per il CPS di 37 Paesi. Nella prossima avere carattere competitivo (saranno edizione 2003, che avrà luogo a San difatti attribuite medaglie d’oro, bronzo Gallo, le categorie professionali rappree d’argento ai primi tre vincitori di ogni sentate saranno circa 44, dal pittore e gara), ma anche essere un momento di muratore al webdesigner, ed i ragazzi grande ritrovo per i giovani professionipartecipanti circa 700. sti di tutto il mondo. Tale manifestazione vuole non solo

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22 nuovi Consulenti di vendita d’automobili in Ticino Dopo 10 anni d’interruzione, l’UPSA ha tenuto il suo 5° seminario di base per venditori d’automobili in lingua italiana presso il Centro di formazione professionale di Biasca. Il seminario, durato 13 giorni a tempo pieno dal 12 al 28 novembre, comportava 9 materie d’insegnamento impartite da altrettanti specialisti per un totale di 104 lezioni, ed era rivolto a venditori d’automobili principianti, che lavorano presso garage affiliati all’UPSA-Ticino di Aldo Stoffel

I

l responsabile della Commissione formazione professionale dell’UPSA-Ticino nonché Vice-presidente del Comitato cantonale dell’UPSA-Ticino, signor Pierluigi Vizzardi, ha avuto ragione di voler a tutti i costi organizzare un nuovo corso dopo un’interruzione di 10 anni. La difficoltà nell’organizzare di nuovo un corso in italiano era dovuta al fatto che i responsabili della formazione professionale dell’UPSA centrale, cinque anni orsono, hanno elaborato, in collaborazione con l’Associazione Importatori svizzeri d’automobili (AISA), un nuovo progetto per definire i contenuti dei corsi di formazione e relativi esami per conseguire il diploma di consulente d’automobili con riconoscimento e approvazione da parte dell’Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia (OFFT). Un giovane, purchè abbia terminato almeno un tirocinio, ha oggi la possibilità di indirizzarsi alla professione di venditore di automobili. Durante il primo anno di attività il venditore principiante ha la possibilità di frequentare un seminario di base per acquisire le nozioni fondamentali per iniziarsi con successo alla nuova professione. L’anno successivo, grazie ai corsi concepiti e organizzati dall’UPSA in collaborazione con l’AISA, il venditore si può iscrivere al corso annuale di preparazione all’esame per conseguire il diploma federale quale consulente di vendita. Mentre il seminario di base dura solo 13 giorni, il corso annuale di preparazione all’esame dura in pratica quasi 18 mesi, inclusa la sessione d’esame finale. Le oltre 300 lezioni sono strutturate

in moduli della durata d’un semestre con una sessione d’esame al termine di ogni semestre. Quando il candidato ha superato gli esami teorici nelle 8 materie d’insegnamento, egli potrà annunciarsi alla sessione d’esame finale della durata di 2-3 giorni. Oggi il progetto della nuova formazione professionale di consulente di vendita è divenuto realtà e, grazie all’esperienza acquisita dai responsabili della formazione professionale dell’UPSA centrale, il cui responsabile è il signor Jürg Fluri, si sono già corretti e perfezionati i moduli per un’ottimale riuscita dei corsi. Organizzare un simile corso in italiano con tutta la documentazione e gli istruttori competenti e disponibili ad impartire le lezioni in questa lingua non era evidente. Ecco perché l’UPSA-Ticino è partita in quarta a settembre per promuovere ed offrire questo corso alle nuove leve in forza ai garage del cantone. L’impatto è stato molto positivo a conferma quindi del reale bisogno d’un corso simile. Sulla spinta del successo raggiunto con il seminario di base, il signor Vizzardi pensa che si possa ripetere l’anno prossimo un nuovo seminario di base e la Commissione di formazione professionale dell’UPSATicino deciderà se possibile organizzare già nel 2003 il 1° corso annuale di preparazio-

ne all’esame per consulenti di vendita, grazie all’interesse di coloro che hanno appena terminato il seminario di base. Di seguito i nominativi dei 22 partecipanti al 5° seminario di base per venditori d’automobili: Barberis Alessio (Autotris SA), Barloggio Franco (Autodayla), Benvenga Paolo (Pellandini SA), Bianda Nicola (Cristallina SA), Bielli Diamila (Greco SA), Bozic Blaz (Buzzini SA), Diforte Salvatore (Camenisch SA), Ferrara Christian (Cassarate SA), Fochetti Luca (Fochetti SA), Josipovic Ljubo (Rivapiana SA), Manco Mario, Mannino Pier Giuseppe (Sant’Antonio Car), Mariotti Raffaele (Karpf & Co.), Marletta Alessandro (Amag), Mumenthaler Marion (Sant’Antonio Car), Pettignano Luca (Pemocar SA), Ponzetta Stefano (Cencini SA), Rivera Simona (Biauto SA), Sagliocco Simone (Rivapiana SA), Scerpella Mario (Bretoni Automobili SA), Testini Stefano, Torti Alessio (Garage Crotta Nedy).

Formazione

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Neo diplomati in ingegneria elettronica ed informatica alla SUPSI: ruolo e prospettive di impiego

di Rinaldo Gobbi

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esideriamo portare a vostra conoscenza che 26 studenti hanno conseguito il diploma di ingegnere in informatica SUP e 18 quello di ingegnere in elettronica SUP. Ci complimentiamo con i neo diplomati e auguriamo loro di trovare al più presto un posto di lavoro consono alle loro capacità. L’ingegnere elettronico

Il ruolo dell’ingegnere elettronico è fondamentale nell’industria, nel campo dell’automazione, dei sistemi di misura e controllo della qualità, nel settore della produzione e distribuzione dell’energia e nel campo della telecomunicazione. La sua attività è legata all’offerta di prodotti innovativi o alla fornitura di servizi specializzati. Questa formazione offre un ventaglio di possibili funzioni che vanno dallo sviluppo alla produzione, dal marketing/vendita alla direzione di un’azienda.

Lavorare nel campo dell’ingegneria elettronica significa sviluppare sistemi elettronici con il microcomputer più adatti in termini di capacità, rapidità e dimensione per soddisfare i clienti che desiderano una maggiore automazione dei processi, una più facile e sicura comunicazione e prodotti tecnologicamente all’avanguardia. Tra i compiti di un ingegnere elettronico troviamo: • dotare di intelligenza le macchine utensili • concepire e sviluppare gruppi di continuità statici (UPS, Uninterrupted Supply System) in grado di mantenere l’alimentazione di ospedali e computer in caso di interruzioni della rete di distribuzione • sviluppare, pianificare e gestire sistemi di comunicazione sicuri e affidabili così da permettere a tutti noi di comunicare via telefono fisso o mobile. L’ingegnere informatico Un ingegnere in informatica può trovare lavoro in un’azienda, dove l’informatica gioca un ruolo di supporto, cioè dove essa non costituisce il prodotto di vendita dell’impresa. Oppure può trovare impiego in una ditta che offre soluzioni informatizzate, produce software (programmi) o integra software e hardware (macchine e strumenti). Lavorare nel campo dell’ingegneria informatica significa proporre, progettare, realizzare o adattare software per risolvere problemi che si pongono nelle più disparate attività dell’uomo, ad esempio: • individuare quale soluzione informatica sia più adatta a far funzionare una complessa macchina

• realizzare e controllare la produzione di una sostanza farmaceutica • trasmettere informazioni aziendali da una sede all’altra della medesima impresa salvaguardando la riservatezza dei dati • progettare una banca dati voluminosa garantendo affidabilità e confidenzialità. L’ingegnere in informatica è la persona che deve capire i bisogni del cliente e proporre soluzioni adeguate, sovrintendere la gestione dei sistemi informatici, dove è richiesto un apporto continuo di idee innovative e assumere funzione di istruttore nel settore.

La Ccia-Ti vi informa di essere in possesso dell’elenco degli studenti che hanno conseguito il diploma di ingegnere SUP in informatica e di ingegnere SUP in elettronica ed è a vostra disposizione per ogni ulteriore informazione in merito: Rinaldo Gobbi, lic.oec.HSG, Tel. 091 911 51 19, [email protected]

Vita dei soci

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Una realtà imprenditoriale della Svizzera italiana

di Fabio Sacchi

È

una delle realtà imprenditoriali più fiorenti e dinamiche della Svizzera italiana. La sua sede sorge a pochi metri dalla pista Resega tra Lugano e Porza. La Gehri Piastrelle SA è stata fondata più di 30 anni fa da Gerhard Gehri. Dal 1984 le redini sono saldamente nelle mani del figlio Andrea il quale dirige l’azienda con grande impegno e appassionata dedizione. Scelte mirate e rigore gestionale hanno consentito alla Gehri Piastrelle SA di superare indenne la bassa congiuntura degli anni novanta. Il management non ha del resto mai rinunciato a compiere importanti e lungimiranti investimenti nel personale, nelle strutture e nei servizi al fine di migliorarne la qualità e di ampliare il già ricco ventaglio d’offerte e prestazioni. La diffusione della pietra naturale, ad esempio, ha indotto i vertici dell’azienda a creare un laboratorio per la lavorazione di questa importante materia prima. Nell’organico, composto da circa sessanta persone, sono, infatti, compresi i marmisti da laboratorio e marmisti posatori, piastrellisti e mosaicisti qualificati i quali garantiscono un servizio sempre all’avanguardia, mantenendo nel contempo una connotazione artigianale improntata alla flessibilità e alla prontezza d’intervento. L’impiego di moderni macchinari permette di trasformare lastroni di pietra na-

turale grezza in lavorati di qualsiasi sagomatura e per ogni utilizzo. Prima della consegna e della posa i prodotti finiti e lavorati sono sottoposti a severi controlli di qualità, un’ulteriore garanzia per il cliente. In laboratorio si realizzano pure piani di lavoro per cucine in granito nonché articoli d’arte funeraria. Particolarmente degno di nota - lo showroom. La superficie espositiva supera i 450 metri quadri ed ospita svariati campionari di piastrelle, cotto e pietra naturale, pietra artificiale nonché mosaici ceramici e di vetro. L’e-

sposizione è aperta anche il sabato mattina. I maestri artigiani della Gehri Piastrelle SA sono in grado di rivestire a regola d’arte tanto gli ambienti nuovi quanto quelli ristrutturati riportando allo splendore originario pietre e manufatti antichi. Affidandosi alla Gehri Piastrelle SA il cliente può valersi di un servizio completo e professionale, dalla consulenza sul prodotto finito alla messa in opera del medesimo da parte di personale altamente qualificato diretto da professionisti del settore. Un aspetto da non sottovaluta-

re, se si pensa che un piastrellista-mosaicista diplomato deve possedere nozioni di disegno geometrico, di tecnologia dei materiali e di chimica applicata senza dimenticare la capacità immaginativa e buon gusto nell’abbinamento dei colori, doti che gli consentono di consigliare in modo competente e convincente architetti e committenti. E veniamo al magazzino. Fornito di tutto quanto occorre a soddisfare anche le esigenze più ricercate è aperto quotidianamente per la vendita diretta. A disposizione del pubblico vi sono più di venticinquemila metri quadri di piastrelle e pietre naturali oltre a vari materiali d’uso. La Gehri Piastrelle SA esegue mediamente dalle 800 alle 900 commesse annue sopratutto sul territorio Ticinese ma non solo. Vanta, infatti, numerosi clienti anche in altri cantoni e oltre confine, clienti che hanno dimostrato a più riprese di apprezzare la peculiarità di questa azienda fuori dal comune. Gehri Piastrelle SA per rivestire la vostra fantasia. La certificazione ISO 9001/2000, avvenuta in luglio 2002, risulta essere un’ulteriore dimostrazione della serietà e impostazione aziendale improntata sulla qualità dei servizi alla ricerca del continuo e costante miglioramento delle prestazioni. Unica azienda in Svizzera nel settore con certificazione ISO 9001/2000.

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Contatti d’affari

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Molte sono le comunicazioni per richieste di contatti d’affari che giungono alla nostra segreteria. Di seguito ve ne proponiamo alcune.

CHI EGRAF S.A.

COSA Offering their products to European companies.

EGRAF S.A. Da. Lucia Quinoñes Garcia C/Luis I, 3-5-7 28031 – Madrid Tel. 34-91-3807050; Fax 34-91-7781604 [email protected] www.egraf.es

Seeking people/companies in Switzerland who intend to invest in Ukraine.

Capital Strategy Ltd. Andriy Boyechko, CFA 42/4, Pushkinska St., Business center “Kyiv-Donbass” Kyiv, 01004, Ucraine Tel. + 38 (044) 246-5253 [email protected]

Offering their products to European companies.

C & CG UN PASO MAS, S.L. D. Emmanuel Dupont-Machet C/ Joaquin Arroyo 9, 28033 Madrid Tel. 34-91-3832929 Fax 34-91-3832051 [email protected] www.c-ch.com

The company is looking for receivers and distributors of goods in Poland and abroad.

PINUS Malgorzata Nagier Mr Gustaw Szuba, marketing director ul. 3 maja 75 - 37-410 Ulanów, province: podkarpackie - Poland Tel. (+48 15) 87 63 800, 87 63 350 Fax (+48 15) 87 63 414 [email protected] www.pinus-ulanow.com.pl

Interested in co-operation on field of productive orders, export of our goods and orders in sphere of products of knitting.

DZIEWIARSTWO MASZYNOWE KRAWIECTWO LEKKIE Joanna Uran Address: Bukowina Sycowska 28, 56-513 Miedzybórz – province: dolnosl askie, Poland Tel. (062) 785 65 63, 785 65 65 [email protected], www.uran.net.pl

Recherche des partenaires commerciaux a l’étranger. Il cherche aussi les producteurs des grains d’herbes et de mais (de fourrage) et des insecticides contre les mouches.

AVITA s.c. Andrzej Malinowski Stanislaw Pawlik, Slawomir Rutz Address: ul. Lesna 8, 86-031 Osielsko province: kujawsko-pomorskie, Poland Tel. (+48 52) 32 03 110 Fax (+48 52) 32 03 112 [email protected], www.avita.pl

Graphic production of catalogues, brochures, books, magazines, and other graphic products. Pre-printing, printing and binding services. Capital strategy Ltd Indipendent strategy advisory and investment banking firm.

C & CH UN PASO MAS Publicity sweets and chocolate.

PINUS Malgorzata Nagier The company is one of the greatest Polish producers of fancy goods for using on the basis of pinewood and plywood. DZIEWIARSTWO MASZYNOWE KRAWIECTWO LEKKIE The firm is a manufacturer of clothes for functionaries of police, army, bodyguards and forestry. AVITA s.c. Producteur des substituts du lait, des premixes- des compléments des fourrages, des filtres pour le lait et des produits d’hygiène de la traite et du film protecteur pour les ensilages.

CONTATTO

Le seguenti segnalazioni vengono fatte senza responsabilità alcuna da parte della Camera di commercio, dell’industria e dell’artigianato del cantone Ticino.

Fiere internazionali

Ticino Business

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Partecipate ad una fiera internazionale… vi farete notare!

Paperworld 2003 Frankfurt am Main (D) 25-29 gennaio 2003 Paperworld – Fiera Specializzata Office, Papeterie, School, Art & Graphic – che avrà luogo a gennaio 2003, riconfermerà il proprio ruolo di fiera leader per la cartoleria, gli articoli per la scrittura e la fornitura per l’ufficio. Quale fiera più grande al mondo nel suo genere, Paperworld offre a grossisti e dettaglianti una gamma di prodotti veramente unica con oltre 2’200 espositori internazionali. Paperworld è suddivisa nelle due principali tematiche del comparto: “stationery” dove i compratori trovano gli articoli di cartoleria per uso privato come biglietti augurali, calendari illustrati, idee regalo, album e nel settore espositivo “scriptum” anche articoli per la scrittura di alta qualità; “office” che unisce l’offerta di articoli per l’ufficio e accessori per il computer con strumenti da disegno, tipi di carta speciale, lucidi, come anche con accessori e materiale di consumo per stampanti. Un ponte fra la sfera privata e quella professionale offrono anche gli espositori di Creativeworld con prodotti per l‘hobbistica e il bricolage, per la scuola e il packaging. La varietà di prodotti e proposte di Paperworld è completata da mostre speciali ed eventi collaterali che anche per il 2003 prevedono un ricco programma. Sono attesi oltre 2’200 espositori – nazionali e internazionali – e più di 60’000 visitatori specializzati da tutto il mondo. Contemporaneamente a Paperworld si svolgeranno, sempre sul quartiere fieristico di Francoforte, anche le fiere specializzate Christmasworld (2529 gennaio 2003) e Beautyworld (25-28 gennaio 2003). Con lo stesso biglietto il

visitatore specializzato di Paperworld potrà accedere anche alle altre due manifestazioni internazionali. I biglietti d’entrata sono disponibili presso la Ccia-ti. Costo: giornaliera CHF 31.00, carta permanente CHF 77.00, carta annuale (include anche Christmasworld e Beautyworld) CHF 135.00 Persona di contatto: Paola Gnecchi Tel. +41 91 911 51 23 [email protected] Beautyworld Frankfurt am Main (D) 25-28 gennaio 2003 Beautyworld, la rassegna leader europea della profumeria, della cosmetica, delle drogherie e degli acconciatori, invita il settore internazionale della profumeria e dei cosmetici a venire per quattro giorni, dal 25 al 28 gennaio 2003, a Francoforte. Con un forte Forum of Excellence, nuove presentazioni delle tendenze e con un concetto globale ancor più orientato alle specifiche necessità dei fabbricanti e del commercio, questo evento Numero Uno è mirato al futuro. Vi vengono attesi all’incirca 580 espositori originari di 30 paesi. Il settore è unanime: il Salone Beautyworld è saldamente ancorato nel calendario fieristico internazionale quale ottimale piattaforma di marketing per i fabbricanti e meeting-point irrinunciabile per il commercio. I visitatori professionali internazionali espletano una ricca gamma di attività: da proprietari di negozi e compratori di punta fino a personale specializzato in consulenza ed a commessi specializzati nel commercio al dettaglio. Beautyworld si è fin da ora posizionato quale piattaforma d’informazione e d’acquisto senza pari in Europa. Con il suo

ben ponderato miscuglio di prodotti e con il “Forum of Excellence”, l’importante area per prodotti d’alto pregio, Beautyworld offre al settore un’inconfondibile piattaforma di presentazione. Lo dimostra anche il livello attuale delle iscrizioni: la maggior parte delle case che si servono di selezionati distributori, sarà nel 2003 nuovamente della partita, tra cui leader del settore, ad esempio Albrecht & Dill, Artdeco Cosmetic, Clarins, Kanebo, Lancaster, il gruppo LVMH, Nobilis, PDH, P&C Prestige Beauté e Sisley. I biglietti d’entrata sono disponibili presso la Ccia-ti. Costo: giornaliera CHF 31.00, carta permanente CHF 77.00, carta annuale (include anche Christmasworld e Paperworld) CHF 135.00 Persona di contatto: Paola Gnecchi Tel. +41 91 911 51 23 [email protected] Conferenza per la cooperazione e lo sviluppo in Libia Tripoli, 16-18 marzo 2003 Sotto l’insegna di “Cooperation for Development”, la Libia organizzerà in marzo 2003 a Tripoli, una conferenza internazionale che tratterà soprattutto i settori del petrolio, del gas e dell’elettrificazione, come pure degli investimenti nel settore dei servizi. Parallelamente alla conferenza si terranno anche degli incontri di lavoro e delle visite ad aziende locali. Per informazioni ed iscrizioni: Sahara Libya (organizzatore della manifestazione) Al Madina Building Khalifa Al Zaidi street Tripoli Tel. +218 21 333 46 57 / 334 43 96 Fax +218 21 444 70 68 / 444 28 62

Con tutte le energie

elettricità Beatrice Lundmark, campionessa svizzera under 23 di salto in alto. © 2002 Aziende Industriali di Lugano (AIL) SA.

nella vita esser e sulla cr esta dell’onda.

Lugano, Via Nassa 56.

www.bucherer.com

Almeno una volta