27 - Il libro storia - N. Zebri - Comune di Casalecchio di Reno

418 downloads 54 Views 345KB Size Report
IL LIBRO STORIA. Documentare un'esperienza significa riconoscere e valorizzare l'identità dei suoi protagonisti, valersi delle differenze per comprendere la ...
COMUNE DI CASALECCHIO DI RENO

DOCUMENTAZIONE: PROGETTO DI LAVORO DI DI GRUPPO

ASILO NIDO B. ZEBRI ANNO SCOLASTICO 2005/06 A CURA DI : VALERIA CAVICCHIOLI PATRIZIA PEZZOLI ANTONELLA FANTI

CHE COSA DOCUMENTARE E PERCHÉ: IL LIBRO STORIA Documentare un’esperienza significa riconoscere e valorizzare l’identità dei suoi protagonisti, valersi delle differenze per comprendere la profondità dei significati che si possono attribuire al “fare”. Documentare quindi non è una trasmissione di contenuti conoscitivi, ma un modo per qualificare la memoria. La documentazione risponde al bisogno di visibilità e di riconoscimento, essa è profondamente legata al percorso educativo/didattico quindi documentare è dare un supporto metodologico nelle situazioni educative, proiettando all’esterno la memoria del proprio percorso. Il nostro progetto di documentazione riguarda l’album del bambino, in quanto il nostro collettivo ha rilevato che l’attuale raccoglitore è impersonale e generico: esso era nato alcuni anni fa da un’idea di un nostro pedagogista ed era rivolto a tutti i nidi. In base a queste considerazioni abbiamo scelto di cambiare alcune parti ed aggiungerne altre in modo che rappresentasse maggiormente il vissuto personale di ogni bambino, trasmettendo alla famiglia l’identità della struttura educativa, evidenziandone le proprie caratteristiche. Partendo dall’osservazione dell’album precedente abbiamo analizzato i punti di criticità: ad esempio per quanto riguarda la prima pagina era richiesta una foto della famiglia del bambino, a nostro parere in questo modo l’album non è personalizzato, mentre inserendo una foto del bambino all’inizio del librone, i genitori percepiscono subito chi è il fruitore dell’album. Intendiamo realizzare questo nuovo album con una parte iniziale attinente alle caratteristiche della struttura educativa nido e alle sue finalità. Successivamente verranno presi in considerazione gli anni trascorsi dal bambino al nido, visualizzandone i momenti salienti rispetto alle varie fasi d’età. Si privilegiano infatti i temi della relazione adulto/bambino (cambio, pasto, sonno) e la relazione tra i bambini nelle situazioni di gioco e si evidenziano le loro esperienze ludico/didattiche fin dal momento dell’inserimento. Ci proponiamo quindi una rivisitazione del precedente album rispetto ai primi due anni di frequenza al nido, mentre rispetto al terzo anno la costruzione e la gestione divergono, coinvolgendo anche il bambino nella costruzione e gestione di un piccolo album distinto dall’altro, per questa fase di sviluppo, documentandolo nella sua evoluzione. Il nostro nido ritiene che l’album debba essere più personalizzato per ogni bambino,riportando anche le osservazioni verbali e non, foto che possono 2

contraddistinguerlo, rendendo inoltre partecipi i bambini che frequentano il terzo anno alla costruzione del proprio librone, che diviene più fruibile nell’uso quotidiano. La funzione principale di questa documentazione è restituire alla famiglia il significato delle attività svolte al nido, e per il bambino è un sostegno alla memoria, alla costruzione dell’identità rispondendo al suo bisogno di riconoscimento e di visibilità.

3

INDIVIDUARE I DESTINATARI PRIVILEGIATI DEL MATERIALE: I BAMBINI E LA FAMIGLIA FAMIGLIA Poiché documentare è scrivere nello scrivere,( dove c’è un io che racconta e un tu che chiamiamo destinatario), il racconto finisce per prendere diverse forme, perché noi adeguiamo gli stili del nostro scrivere alle caratteristiche del destinatario stesso. Quindi un problema che si pone nella documentazione è quello della soggettività di chi racconta, con la nostra soggettività dobbiamo produrre argomentazioni, idee, dimostrazioni che abbiano significato anche per gli altri (destinatari). Soltanto se il testo è comprensibile, può mettere il lettore in grado di valutare. Ogni documentazione che si realizza è utile per il personale educativo e per la sua qualificazione professionale poiché induce tutti ad un lavoro di ricerca-azione e di autovalutazione, perciò essa è parte integrante dell’agire educativo e didattico e svolge al suo interno una pluralità di funzioni, ciò ci porta a considerare come, proprio attraverso una sapiente architettura delle fasi viste, sia possibile una facilitazione e un miglioramento dalla comunicazione nei confronti dell’esterno e, al tempo stesso anche verso l’interno. Avere in mente la famiglia come interlocutore è dimostrare: 1) di avere assimilato l’idea centrale nel lavoro educativo con i bambini piccoli 2) che accogliere un bambino è anche accogliere la sua famiglia, negli intrecci e nelle relazioni che essa produce e in cui la sfera famigliare gioca tanta parte. La documentazione pensata e indirizzata alla famiglia, diventa occasione non solo per dire ciò che come educatore ritengo utile rimandare, ma anche ciò che come famigliare vorrei sentirmi dire, per capire, conoscere, essere rassicurato rispetto all’esperienza che i bambini stanno vivendo.

Dopo questa premessa possiamo affermare che i fruitori di questa documentazione, realizzata con l’uso del librone, sono: - I bambini e i genitori Il librone deve restituire il significato delle attività svolte, deve diventare uno “strumento ponte” ponte” fra l’istituzione nido e le famiglie. Risulta quindi evidente che esiste l’ esigenza di intrecciare la variabile “destinatari” con quella delle “funzioni” ad essa più coerente. La documentazione deve informare in modo diversificato, a seconda di quali funzioni si intende facilitare e in relazione al destinatario a cui ci si rivolge. Il librone vuole essere una documentazione “della memoria”, dell’esperienza vissuta dal bambino, il quale, essendo così piccolo, ha necessità di essere tenuto per mano in quello che accade e nel suo ricordare. 4

Le famiglie hanno bisogno di mediatori che le sorreggano nello sforzo di intrecciare abilità e competenze che i bambini maturano al nido, con quelle che esprimono a casa, nei momenti di svago e d’impegno. DOCUMENTARE PER I GENITORI/ GENITORI/ FUNZIONI: Conoscenza(cosa si fa) / Comprensione (senso) / Partecipazione/ Ritrovare la singolarità. Il librone attraverso il materiale che contiene offre ai genitori, indicazioni di orientamento fondate sulle risorse, i modi e i tempi dell’apprendimento, gli interessi , le attitudini personali dei bambini .Aiuta a corresponsabilizzare i genitori nei processi educativi, a condividere le proposte educative in base alla qualità-quantità. Le famiglie vi ritrovano in modo più sistematico e organizzato gli elementi del percorso che durante l’attività vedevano raccontati sui cartelloni e nel contesto allestito; i genitori hanno inoltre l’opportunità di scoprire aspetti comportamentali sconosciuti dei loro bambini oltre a seguire le tappe evolutive del proprio figlio. La documentazione deve fare emergere la forza e la potenzialità delle esperienze. Sempre più spesso le famiglie chiedono di essere rassicurate dall’istituzione nido e chiedono di collaborare quando possibile, all’organizzazione delle varie attività, il risultato è che una corretta documentazione è utile anche a questo scopo. Attraverso la documentazione le famiglie possono divenire consapevoli delle esperienze che i loro figli fanno al nido e ciò aiuta loro ad avere un’ immagine più ricca del bambino, in tal senso il nido si costituisce come fonte d’informazione significativa verso i genitori, costruendo un suo “sapere”. Documentare non significa solo informare, ma rendere visibile e trasparente la vita del servizio, quindi comunicare attraverso parole e immagini, ciò che accade dentro al nido. E’ in questo modo che la famiglia viene messa in grado di utilizzare e partecipare meglio alla vita del servizio. Abbiamo scoperto, durante questi anni che il librone diventa uno strumento di relazione e conoscenza reciproca tra il bambino e l’educatore, l’ auspicio è che possa diventarlo anche per voi genitori insieme a vostro figlio.

5

DOCUMENTARE PER I BAMBINI / FUNZIONI: RESTITUZIONE / RITROVARE / RITROVARSI / VALUTARE / VALUTARSI. Il librone è per il bambino un sostegno per la memoria, un sostegno alla costruzione dell’identità attraverso la raccolta di materiali significativi per lui: foto, conversazioni, elaborati relativi a percorsi individuali e di gruppo, simbolizzazioni. E’ una memoria che evoca vissuti, esperienze, aiuta a fissare e a rileggere i percorsi effettuati e le situazioni condivise in un anno scolastico. Il librone personalizza l’esperienza e storicizza il vissuto L’album sostiene ogni bambino nel rilevare la propria crescita e nella differenziazione rispetto agli altri. Attraverso la verifica del suo percorso,a distanza di tempo, il bambino ha la possibilità di rendersi conto delle proprie conquiste,di raccogliere riferimenti significativi che permettono di rivivere le proprie esperienze, di lasciare e riconoscere l’impronta di sé, di rileggere percorsi storici e ripercorrere esperienze Il riconoscimento dell’identità, il recupero della memoria sono una strada importante anche per l’educazione. Un album facilmente consultabile e di immediata “lettura” rappresenta la concretizzazione delle scelte didattiche degli adulti e dei risultati ottenuti. Il librone deve diventare per il bambino un “formidabile compagno di viaggio” . Una documentazione ben fatta può comunicare ai bambini che i loro spazi, le loro idee, i loro lavori sono valorizzati, quindi che l’educatore prende seriamente in considerazione il loro lavoro. Un bambino, che ha intorno a sé adulti che guardano al suo “fare “ quotidiano con interesse, acquisisce una maggiore fiducia nelle sue capacità. Un altro aspetto importante, che riveste la documentazione è: 1) favorire la socializzazione delle esperienze, in quanto gli album possono essere sfogliati, commentati insieme agli amici e agli educatori; 2) favorire l’espressione verbale (conversazione, dialogo, confronto), 3) favorire lo spunto per raccontare-raccontarsi, permettendo ai bambini di entrare in relazione con la propria storia e di raccontarla agli altri. I bambini hanno bisogno di avere dei riferimenti, dei punti di appoggio che li aiutino a ricordarsi delle cose incontrate e già sperimentate, questo li aiuta a comprendere quanto sia importante lasciare delle tracce a cui poter ritornare. Ogni esperienza, ogni incontro è fonte di conoscenza, ma la capacità di organizzare le conoscenze può essere un lavoro lungo e faticoso e talvolta un bambino può avere l’impressione di smarrire il senso delle cose fatte e non comprendere il filo conduttore che le unisce. 6

E’ importante allora creare dei sostegni alle conoscenze, costruire dei contenitori (libroni ) all’interno dei quali sia possibile inserire tutti quegli elementi significativi ( oggetti, foto, disegni, parole…) che si incontrano lungo la strada e che non si vuole disperdere. Il lavoro sulla memoria aiuta a costruire il percorso dell’identità del bambino. Lui è il protagonista unico del librone e l’essere protagonista gli serve a percepirsi come soggetto dentro a una storia fatta di ricordi, di affetti, di intrecci e di collegarla al presente costruendo un percorso di continuità (passato, presente, futuro) temporale. In questo itinerario la dimensione della memoria permette ritorni, rientri e tuffi in un futuro che possiamo progettare solo se viviamo il tempo come dimensione, dentro alla quale, la nostra identità si costruisce e si riconosce nell’incontro con altre identità.

7

Il progetto del libro storia Noi vorremmo realizzare questo nuovo “album” con una premessa rivolta direttamente alle famiglie e attinente alle caratteristiche della nostra struttura educativa e alle sue finalità. Vorremmo illustrare ai genitori a cosa serve, serve cosa contiene e come utilizzarlo. utilizzarlo La pagina iniziale accoglierà una premessa proprio per illustrare alle famiglie questi interrogativi, poi la pagina successiva conterrà una foto del bambino in modo che i genitori percepiscano immediatamente chi è il protagonista del“librone”e questo stimolerà in loro l’ interesse e la curiosità di sfogliarne ogni pagina. Costruire una documentazione non è semplicemente assemblare assieme cose , si tratta di trovare il percorso, la storia, la trama che tiene insieme quello che è stato fatto, riuscendo a valorizzarne il significato, che talvolta si rivela chiaro per chi l’ha vissuto e per chi l’ha impostato, ma non per chi è fuori da quel contesto. Documentazione dunque non come pratica univoca e indifferenziata, ma come dialogo a più voci, dove le conclusioni degli uni diventano le premesse per gli altri. La documentazione come parte integrante del lavoro, non pensare solo al prodotto ma soprattutto al percorso da intraprendere. Le fasi del percorso presentano alcune caratteristiche di fondo la cui tutela ne salvaguardano l’uscita:  Dare spazio alle informazioni raccolte prima e durante l’attività  Rispondere alla logica dell’imparare facendo, per questo richiede il coinvolgimento di educatori, bambini, genitori.  Richiede la dotazione di strumenti agili da utilizzare in maniera flessibile durante le attività Solo così è possibile storicizzare l’esperienza fatta, collocarla in un quadro temporale definito, renderla confrontabile, fare comparazioni e prendere le distanze. Partendo dal presupposto che sia impossibile ipotizzare una documentazione che copra tutto l’arco delle cose fatte, occorre assegnare delle priorità, compiere scelte a partire dal materiale di base disponibile e, perchè non diventi solo una acritica raccolta di elaborati, è dovere dell’educatrice, assieme ai bambini , individuare i criteri di scelta e ordinamento, attraverso un percorso che valorizzi le pratiche dell’autonomia di ricerca, in questo modo si stimolano i bambini all’autovalutazione e alla conoscenza di sé. 8

Quindi un lavoro di raccolta e selezione dei lavori più rappresentativi, di elaborazione al fine di renderli effettivamente leggibili. Il prodotto della documentazione(librone) passa quindi attraverso tre fasi:  PRODUZIONE  RIELABORAZIONE  RESTITUZIONE che segnano il passaggio da un “fare” ad un “fare esperienza”, nella direzione di una crescita e di un cambiamento. E’ il bambino ad essere protagonista. I materiali occorrenti sono prodotti da diverse situazioni educative: manipolazione, gestualità, attività grafico/pittoriche,collage, uscite, osservazioni, interventi sul campo…, o di routine. L’ angolo delle presenze, il gioco, l’ uso degli spazi, il riposo ,il pasto, il bagno, sono tutte situazioni considerate “normali” dagli educatori, ma che dal punto di vista della documentazione possono diventare occasioni di straordinaria importanza, per la ricchezza dei contenuti, delle informazioni e delle immagini, capaci di destare grande interesse agli stessi bambini che in secondo luogo alle famiglie. L’album si andrà costruendo nel tempo, con il lavoro dell’educatrice e la collaborazione dei bambini, diventerà uno strumento organizzatore di attività, occasione di esperienza e di relazione. Sarà un contenitore di materiale: fotografico, elaborati, trascrizione di commenti, stralci di osservazioni, profili sui bambini nei vari momenti , commenti sulle situazioni della giornata . La scelta di corredare ogni elaborato del bambino con una breve spiegazione, su ciò che lui stesso ha verbalizzato mentre descriveva il lavoro fatto, permetterà che, anche semplici tratti di colore, possano essere interpretati da tutti coloro che li vedranno. Insomma un contenitore di qualcosa di prezioso. prezioso La struttura consisterà in un raccoglitore con anelle, di materiale resistente, ( i fogli verranno protetti da buste di plastica trasparenti per favorirne la conservazione), colorato, maneggevole, personalizzato con foto e nome, in modo da essere facilmente fruibile sia: 1) dal bambino da solo, 2) dal bambino con l’ educatrice, 3) dal bambino con gli altri bambini, 4) dal bambino con i genitori Questi libroni verranno collocati in uno spazio, stabilito assieme all’educatrice e facilmente accessibile. Potranno essere usati in momenti della giornata che si

9

concorderanno assieme , quindi rispettando delle regole e spiegando ai bambini che ne dovranno avere la massima cura. Il librone diventerà una documentazione che dà memoria al vissuto del bambino, in un contesto che non è quello famigliare.

10

IL RUOLO DELL’EDUCATRICE NELLA REALIZZAZIONE DEL LIBRO STORIA Essendo la scuola in continua evoluzione, impegnata nella formazione dell’ individuo ed inserita nell’ ambiente socio-culturale, l’ educatrice con sguardo attento e sensibile deve “vedere” il bambino, cogliere la diversità, le apparenti somiglianze e i tratti particolari d’ ognuno, “cogliere” e descrivere i dati comportamentali del bambino in rapporto a obbiettivi fissati a evidenziare il processo evolutivo “leggere” la situazione educativa, le caratteristiche dello sviluppo e progettare interventi formativi mirati. L’ educatrice con l’osservazione occasionale e sistematica dei bambini, e la documentazione delle loro attività valuta le loro esigenze in base alla qualità e alla quantità delle loro risposte e le condivide con le famiglie. L’ osservazione è finalizzata alla comprensione e alla interpretazione dei comportamenti, li contestualizza, li analizza nei loro significati. Una documentazione regolare offre indicazioni sulle risorse, i modi, i tempi d’ apprendimento, gli interessi, le attitudini personali dei bambini. Per l’ educatrice, documentare la storia, narrare esperienze, raccogliere, conservare, archiviare implica una scelta e una selezione. Occorrono idee e creatività, ciò significa mettersi in gioco, e tutto questo comporta un grosso impegno. Osservando i ritmi di crescita dei bambini e l’ evoluzione degli apprendimenti in relazione a identità, autonomia competenze acquisite nell’ ambito comunicativo, motorio, grafico-pittorico-manipolativo, l’ educatrice con la documentazione iconografica evidenzierà vari momenti della giornata, le relazioni con i compagni, gli adulti, gli spai, i materiali e le routines. Inizialmente cercherà il migliore contrasto, la sequenza e le didascalie appropriate. La trascrizione di frasi dei bambini, ricordi, interviste, costituiscono un materiale prezioso; fotografando si rappresentano frammenti di vita quotidiana. Successivamente sarà il bambino stesso a sceglier e commentare le proprie immagini e quelle dei compagni “A scuola si và anche per stare bene, per conoscere compagni, per sviluppare sentimenti e senso di solidarietà”. Per il bambino è importante trovare uno spazio personale dove riporre e ritrovare i propri oggetti. Insieme all’ educatrice e agli amici potrà sfogliare il “librone” rivivendo le proprie esperienze,commentandole favorirà la socializzazione, l’ espressione verbale, evocando esperienze passate, potrà raccontare e raccontarsi. 11

L’ educatrice utilizzerà il “libro storia” come uno strumento che aiuta a non perdere la memoria, stimolerà le riflessioni, percorrerà e ricostruirà mentalmente i fatti e le attività del giorno. All’ esterno del nido anche i genitori potranno rilevare la crescita del proprio bambino, verificare il percorso, condividendo i vissuti; leggendo commenti, spiegazioni, interviste, esperienze, testimonianze fotografiche di un anno scolastico. Può in fine essere trasmesso come documento di continuità nido – scuola dell’ infanzia.

12

Premessa Si sceglie di inserire il fascicoletto, con le pagine del Libro storia, direttamente nel materiale della documentazione e non come allegato, questo perché sia nella condizione di essere esaminato, come traccia, per la costruzione del librone. Riteniamo pertanto che tale struttura possa rappresentare un elemento d’interesse e di utilizzo per chi lavora nei servizi educativi.

13

PRESENTAZIONE QUESTO ALBUM E’ UN TENTATIVO DI RACCOGLIERE ALCUNE TRACCE DELL’ESPERIENZA INDIVIDUALE E DI GRUPPO VISSUTA DAI BAMBINI INSIEME A NOI EDUCATRICI. NON E’ TUTTA L’ESPERIENZA DEL VOSTRO BAMBINO AL NIDO, MA E’ QUELLA PARTE CHE NOI ADULTI ABBIAMO COLTO E SOSTENUTO VIVENDO CON I BAMBINI. L’ALBUM VUOLE ESSERE UNA DOCUMENTAZIONE “DELLA MEMORIA” DELL’ESPERIENZA VISSUTA DAL BAMBINO, IL QUALE, ESSENDO COSI’ PICCOLO, HA NECESSITA’ DI ESSERE TENUTO PER MANO IN QUELLO CHE ACCADE E NEL SUO RICORDARE. LE PAGINE COLGONO ALCUNI MOMENTI DELL’ESPERIENZA DAL VIVO E HANNO LA FUNZIONE DI SUSCITARE NEL BAMBINO LA MEMORIA DEL SUO VISSUTO. LA MODALITA’ E LA VESTE DELLA RACCOLTA DI QUESTO MATERIALE NASCONO DALLA NECESSITA’ CHE L’ALBUM VENGA UTILIZZATO INNANZITUTTO DAL BAMBINO. ABBIAMO SCOPERTO CHE L’ALBUM PUO’ ESSERE UNO STRUMENTO DI RELAZIONE E CONOSCENZA RECIPROCA TRA IL BAMBINO E L’EDUCATRICE. L’AUGURIO E’ CHE POSSA DIVENTARLO ANCHE PER VOI GENITORI INSIEME A VOSTRO FIGLIO.

14

ASILO NIDO ZEBRI

PER…..CORRENDO…..IL NIDO

(Foto bimbo con il suo nome)

Anno Scolastico……. 15

IO , I MIEI AMICI e le MIE DADE

(Foto di gruppo)

16

LA MIA SEZIONE

(FOTO)

Le 3 ESSE dello spazio “sezione”: Sicuro,Stimolante, Sereno. Sereno La sezione dei grandi è pensata e organizzata come luogo ricco di stimoli, suddivisa in angoli caratterizzati adatti a promuovere le potenzialità dei bambini e offrirgli nuove opportunità di conoscenza. Viene quindi strutturata la zona del”far finta” dove i bambini possono giocare ad assumere ruoli diversi, la zona della lettura dotata di libreria per il primo approccio al libro, la zona del tappeto con cassettiere contenenti vari tipi di costruzioni, macchinine, animali, ecc. Questi spazi sezione possono essere soggetti a modifiche durante l’anno scolastico, a seconda delle risposte e degli interessi dei bambini. Osservandoli nel loro utilizzo dello spazio, spesso ci forniscono suggerimenti che ci portano ad effettuare sostanziali variazioni all’idea originale. La sezione è un ambiente dove per bambino è possibile ritrovarsi attraverso l’identificazione di uno spazio individuale come l’armadietto, il lettino ed altro, riconoscibili dal bambino stesso attraverso simboli e/o foto. Ma anche luogo dove riconoscersi all’interno di un gruppo amicale, sviluppando il senso di appartenenza e di cooperazione al gruppo “sezione”, con i suoi oggetti e i suoi angoli attrezzati.

17

UN’ALTRO SPAZIO DI GIOCO, GIOCO, RELAZIONI,ESPERIENZE Come supporto alla sezione è stato strutturato un altro ambiente di vita quotidiana: il salone, questo consente la suddivisione dei bambini in piccoli gruppi, durante le attività giornaliere, ciò vuol dire porre maggiore attenzione ai loro comportamenti per rispondere più adeguatamente ai loro bisogni. Questo luogo, adiacente alla sezione, è caratterizzato da spazi diversificati e attrezzati come: lo spazio psicomotorio che favorisce la motricità e la relazione con i coetanei, piccoli spazi dedicati alla lettura e la musica. La gestione di questo spazio è quasi sempre condiviso con l’appoggio delle dade.

(foto salone)

18

NIDO……. NIDO……. Un’emozione, una realtà, un progetto. Il nido è una collettività di piccoli e adulti, costituisce un’occasione per il bambino di tessere precocemente rapporti e di avviare legami di affetto, di amicizia e di scambio, presentandosi non solo come un ambiente ricco dal punto di vista sociale ma anche come un luogo di gioco e di attività mirate. Il nido offre ai bambini preziose opportunità di scambio comunicativo e di conoscenza. La valenza pedagogica del nido e dunque la sua qualità si gioca sulla sua capacità di proporsi come ambiente sicuro, generoso dal punto di vista affettivo, ricco di situazioni sociali e di situazioni di apprendimento.Alcuni principi vanno rispettati per fare del nido “un buon nido” secondo queste prospettive. 1) personalizzazione di rapporti, delle attività, dei tempi dell’istituzione. 2) Il rispetto dell’individualità del bambino, della sua pur breve storia e della sua cultura. 3) Il rispetto e la promozione dei ritmi di crescita. Questi fondamenti pedagogici hanno un riscontro positivo in quanto condivisi pienamente da tutto lo staff e sono finalizzati alla trasparenza sia nei rapporti interni tra le educatrici che esterni tra educatrici e famiglia. Inoltre il personale del nido ha come impegno comune ed obiettivo comune la volontà fornire alle famiglie e ai bambini un servizio di qualità, cioè capace di tenere “il passo” , di evolvere con il mutare delle esigenze sociali e culturali. Un altro obiettivo in cui crediamo molto è la collaborazione indispensabile e insostituibile dei genitori in un quadro di relazione stabile e costruttiva. Un atteggiamento rispettoso ed attento, sensibilità ed empatia permetteranno alle educatrici di rispecchiare le proposte dei bambini e di utilizzare le proprie competenze di adulto per proporre e fare a misura di bambino.

19

IL NIDO PER NOI E’….. “Dire cosa si fa e fare cosa si dice”

(FOTO STAFF)

Lo “staff” del nido

20

AMBIENTI di VITA……

(collage di foto del nido: camera, bagno, cucina, accettazione,giardino,sezione)

21

ATTIVITA’ ALL’ASILO NIDO

Le attività rispondono al bisogno di ogni bambino di fare delle esperienze in cui possa apprendere ,conoscere ed acquisire abilità in un ambiente stimolante ma anche rassicurante dove l’adulto instaura con lui un rapporto empatico,Nella programmazione del nido non viene data importanza solo all’attività , ma anche alla qualità della relazione, tanto migliore sarà , tanto più sarà in grado di generare benessere , autonomia, competenza, apprendimento, capacità di porsi positivamente nei confronti degli altri .L’inventiva sarà una risorsa importante e una ricchezza nel proporre sia le attività comuni che nell’osservazione rispettosa e nella realizzazione delle preferenze personali.

22

MATERIALI MATERIALI DIVERSI PER STIMOLARE LA CREATIVITA’

(alcune foto di varie attività)

23

LA LETTURA DELLE IMMAGINI STIMOLA IL LINGUAGGIO E LA FANTASIA

(foto)

24

DIPINGERE E’ UN PROCESSO CREATIVO , UN MODO PER ESPRIMERSI ESPRIMERSI

(foto)

25

LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA

La programmazione è secondo noi, la base di qualsiasi progetto educativoe riteniamo che essa debba coinvolgere sia la sfera cognitiva del bambino, sia quella relazionale. Quindi “programmare” serve a stabilire in anticipo l’ordine, le modalità e gli strumenti adatti ad ottenere un risultato prefissato. Pensiamo inoltre che si debba programmare in modo dinamico partendo dalle nostre conoscenze e dallo stile educativo che ci caratterizza che a loro volta debbono rapportarsi con la situazione educativa , cioè con i bambini con qui instauriamo un rapporto relazionale. Crediamo che l’autonomia del bambino, la sua curiosità e la sua esplorazione siano legati alla sua sicurezza emotiva rispetto al nido e alla qualità del rapporto con gli adulti di riferimento. In questo sfondo è importante il lavoro collegiale degli educatori, di confronto e di riflessione per un piano annuale di lavoro elaborato dall’intero collettivo, se pur differenziato per ogni singola sezione. Per esplicare al meglio questo non sempre facile compito, tutto il personale del nido è soggetto ad una formazione permanente costituita da corsi di aggiornamento annuali e da autoformazione attraverso periodici , ma sistematici momenti di confronto.

Costruzione del SE’ e Autonomia In sede di collettivo si è resa necessaria una riflessione teorica tra le educatrici per individuare,affrontare ,condividere alcuni aspetti pensati come essenziali, per favorire una formazione positiva e costruttiva del bambino nel corso del suo terzo anno di vita. L’aspetto più universale dell’esperienza umana è il fenomeno del sé e sappiamo che l’educazione è essenziale per l a sua formazione.. “ Sé come senso di identità di un individuo in relazione ad altri individui significativi del suo passato, presente e futuro”; “Per creare il Se’il bambino dovrà imparare a confrontarsi con il resto del mondo”. Siamo così giunte ad individuare il Sé come :, 26

1) 2)

Consapevolezza dal punto di vista dell’individualità, autonomia.(io) Relazione con gli altri: genitori,educatrici,coetanei.

libertà

L’altro aspetto individuato dalle educatrici riguarda il progressivo raggiungimento dell’autonomia da parte del bambino. Nei suoi primi due anni di vita il bambino si relaziona con l’adulto in modo più individualizzato, ricevendo dall’educatore cure e attenzioni personalizzate, gesti quotidiani di accoglienza , proposte di gioco in modo uguale e diverso, in modo che il bambino riceva e risponda in modo proprio ai gesti e alle attenzioni in situazioni uguali , ripetitive ma diverse. E’all’interno di questa cornice di stabilità che si garantisce al bambino la buona prosecuzione e la sicurezza delle risposte. Compito dell’adulto è quello di favorire l’autonomia e attendere senza forzare, tollerare l’indipendenza,sopportare gli insuccessi e l’opposizione in un clima di pazienza. Tutto ciò porta il bambino ad acquisire schemi di comportamento nuovi, arricchire le proprie scoperte e la capacità di risolvere i propri problemi relativi alla funzione e all’uso degli oggetti, al gioco motorio, ai turni. In base a questi presupposti ogni educatrice individuerà , ogni anno scolastico, le modalità educative e i progetti da attuare rispetto al gruppo di bambini con cui si trova ad operare in quel determinato contesto educativo. L’’ambiente di vita al nido offre opportunità di relazioni affettive e rassicurazione, organizza un clima d’interazione sociale , i tempi e gli spazi per la graduale conquista dell’identità dei bambini.

27

PROGETTO PROGETTO ANNUALE DI SEZIONE

28

LA PARTECIPAZIONE DELLE DELLE FAMIGLIE “UN NIDO PER INCONTRARSI INCONTRARSI….E UN NIDO PER CRESCERE CRESCERE” il tema del rapporto tra famiglia ed educatori rappresenta uno degli elementi che maggiormente qualificano l’esperienza educativa dentro al nido. un rapporto positivo tra nido e famiglia incide favorevolmente sulla qualità dell’esperienza educativa del bambino sia nel contesto famigliare, sia in quello del nido. un rapporto di reciproco riconoscimento, sostegno, corresponsabilità e cooperazione educativa tra genitori ed operatori del nido, favorendo il confronto e il dialogo, non solo con le educatrici, ma anche e soprattutto fra adulti che vivono la stessa esperienza genitoriale. quindi il nido come promotore di esperienze di partecipazione dei genitori alla vita, del sevizio, di aggregazione sociale e scambio culturale attorno ai temi dell’educazione dei bambini, coinvolgendoli nelle proposte e nelle attività (serate di lavoro, feste, incontri a tema, ecc.). non dimentichiamo che genitori ed educatori sono legati insieme dalla possibilità di rileggere il percorso compiuto e di proiettarsi verso nuove mete.

(FOTO)

29

CONDIVIDERE CON GLI ALTRI IL COMPLEANNO SIGNIFICA INIZIARE A SOCIALIZZARE

(FOTO)

30

IL GIOCO: APPRENDIMENTO E SOCIALIZZAZIONE. GIOCARE SIGNIFICA SPERIMENTARE ED IMPARARE

(foto)

31

GIOCANDO… CON IL VASINO Un passo importante verso l’autonomia è rappresentato dal controllo degli sfinteri, che generalmente avviene verso i due anni. Molti bambini però, maturano questa capacità anche svariati mesi dopo, senza che questo debba essere ritenuto un problema. E’ consigliabile non forzare mai questo momento, per evitare che il piccolo, in caso di “insuccesso” possa sentirsi frustrato. Quando inizia a sentirsi infastidito dal pannolino oppure, quando gli intervalli tra una “pipi” e l’altra aumentano anche di qualche ora, si propone l’uso del vasino, ovviamente succederanno molti “incidenti”, il pannolino sarà ancora utile di notte e durante il riposino pomeridiano. La crescita di ogni bambino e i suoi progressi, avvengono in modo graduale e naturale. Egli necessita di quel dialogo che favorisce la conoscenza del proprio corpo e verso quelle azioni (lavarsi, asciugarsi, vestirsi e svestirsi, togliersi e mettersi le scarpine) che sono fonti d’acquisizioni cognitive d’autonomia e rappresentano un grande traguardo.

(foto)

32

IL GIOCO DEL CAMERIERE: ESEGUIRE UNA CONSEGNA RISPETTANDO IL PROPRIO TURNO

(foto)

33

CONTINUITA’ NIDO/SCUOLA DELL’INFANZIA Il passaggio alla scuola materna rappresenta un “..salto..” importante sia per i bambini, che per i genitori. Le educatrici del nido e le insegnanti della scuola materna, ogni anno si incontrano per definire strategie e modalità che possano aiutare i bambini, a vivere serenamente questa esperienza, diminuendo il disagio relativo al cambio di scuola, riducendo le eventuali difficoltà emotive. La scuola contribuisce a favorire la continuità del processo educativo, come percorso coerente, che valorizzi le competenze già acquisite del bambino e riconosca le specificità di ciascuno nel rispetto delle esperienze e delle conquiste già maturate nei primi due anni. Si prevedono giornate attive dei bambini del nido alla futura struttura accompagnati dalle educatrici di riferimento con l’obbiettivo d’iniziare una graduale conoscenza degli spazi della nuova realtà, dei nuovi compagni e delle future insegnanti. Seguiranno momenti d’attività: gioco libero e pranzo, poi rientro al nido.

(foto)

34

Bibliografia  cura di Paolo Zanelli Autovalutazione e identità - Ed. Junior  La documentazione documentazione scolastica Ed. Anicia  M. Maselli- G. di Pasquale L’arte di documentare nella scuola dell’infanzia Ed. Marius  http :// WWW. Vivoscuola. It  Mauro Cervellati- A.l.i.c.e. Seminario 55- Pescara Febbraio 2001  Riviste : “Bambini” (ottobre 95, dicembre 96, marzo 04, aprile 04) Ed. Junior

35

INDICE



Che cosa documentare e perché

pag. 2



Individuare i destinatari : bambini e famiglie pag. 4



Documentare per i genitori: funzioni pag.5



Documentare per i bambini: funzioni pag.6



Il progetto del libro storia pag.8



Il ruolo dell’educatrice pag.11



“ Il libro Storia” pag. 13



Premessa pag.14



Bibliografia pag. 36

36