Articolo sul Trentino

5 downloads 118019 Views 335KB Size Report
28 nov 2013 ... pubblicati: «Lo scudo di Talos»,. «Le paludi di Hesperia» e. «L'armata perduta». Nel 2011 e 2012 ha partecipato come collaboratore e "inviato.
TRENTINO GIOVEDÌ 28 NOVEMBRE 2013

Costume & SOCIETÀ ■

12

e-mail: [email protected]

di Katja Casagranda

A

rriva oggi a Trento sull’onda del vento di successo che soffia sulle vele di Ulisse de “Il mio nome è Nessuno. Il ritorno”, libro già un successo di vendite come tutta la sua produzione, Valerio Massimo Manfredi. L’autore, studioso, ricercatore e giornalista incontra il pubblico in due momenti dedicati. Oggi alla Sala della Filarmonica in via Verdi alle ore 18 disserta con Alberto Faustini, direttore dei quotidiani Trentino e Alto Adige, su “Liberi di scegliere: dove ci portano studio, impegno e conoscenza”. Rispondendo a domande sull’attualità, analizzata con un punto di vista storico e scientifico, Manfredi cercherà di dare risposta al quesito se ci sia ancora la possibilità di scegliere una strada e inseguire un sogno e un talento, o se invece è necessario adattarsi alla contingenza e vivere con il freno a mano tirato pur di sopravvivere. Il giorno dopo invece Manfredi scende nello specifico della sua attività letteraria parlando sul suo ultimo romanzo con i ragazzi del Liceo Classico Prati con cui si soffermerà ad analizzare temi storici e letterari nonché fonti di ispirazione dei suoi romanzi. Titolo impegnativo “Liberi di scegliere”, quanto conta quindi la conoscenza e lo studio per la costruzione di un futuro e quanto invece il “quid” è nel talento? Il talento è fondamentale, tuttavia esso non trova i mezzi per esprimersi se non poggia saldamente su preparazione e studio. Faccio l’esempio concreto di Cimabue che vide Giotto, ne riconobbe il talento e lo portò a bottega. Se non fosse stato forgiato e riconosciuto Giotto sarebbe rimasto a tracciare scarabocchi con il carbone sulle pietre. Molto probabilmente. Quindi talento e situazione hanno reso Giotto un genio universalmente riconosciuto. Ma il talento da solo non sarebbe bastato. Lei esercita la professione di docente universitario. Com’è la situazione universitaria italiana e qual è il raffronto con quella estera? Ora sono solo Visiting Professor, in quanto non posso più dedicarmi con il tempo necessario alla professione di professore universitario con tutti gli impegni che comporta. Ritengo che dipenda molto dall’Università che si frequenta c’è eccellenza e c’è sufficienza, alcune sono modeste nel livello. Tuttavia il problema in Italia maggiore è l’organizzazione e il sistema. La differenza non la fa la Facoltà, ma la persona che si incontra che sappia riconoscere le doti e le sappia accompagnare e stimolare. Cosa che nelle Università straniere è più facile nel momento in cui non i si considera una nullità e interessa ciò che hai da dire. L’ emergere dipende dal tipo di studi intrapreso Se devi sgomitare con meno persone è ovvio che puoi metterti in luce con più facilità, altrimenti devi eccellere con determinazione. Quali sono le eredità più pesanti che incombono? Uno scellerato modo di amministrare in cui il governo ha intrapreso spese folli ed incoscienti oltre ogni limite. Con facce di bronzo vanno in televisione politici degli anni 80 che dichiarano di aver creato, il de-

L’intervista » VALERIO MASSIMO MANFREDI

«Il solo talento non garantisce un solido futuro» ‘‘ L’autore e conduttore oggi alla Filarmonica Parla di dove portano impegno e conoscenza

Se non fosse stato forgiato e riconosciuto Giotto sarebbe rimasto a tracciare scarabocchi con il carbone sulle pietre. Molto probabilmente

‘‘

Se droghi l’economia gettando palate di soldi non fai che rendere la crescita falsa Hanno impiccato l’Italia ad un debito pubblico inverosimile

‘‘

Per i ragazzi una strada in salita Dico di stare attenti alle scelte che si fanno e di non demandare ad altri le decisioni Non ci si può tirar fuori dalle responsabilità

il personaggio

Archeologo, scrittore e protagonista anche in televisione Valerio Massimo Manfredi (Piumazzo di Castelfranco Emilia, 8 marzo 1943) è un archeologo, scrittore e conduttore televisivo. Nel 2011, esce per la Mondadori l'applicazione iPad per leggere il romanzo Aléxandros, con simulazioni delle battaglie, audio e altro. Nello stesso anno pubblica

«Eroi» un volume contenente i tre suoi romanzi precedentemente pubblicati: «Lo scudo di Talos», «Le paludi di Hesperia» e «L'armata perduta». Nel 2011 e 2012 ha partecipato come collaboratore e "inviato speciale" alla trasmissione di Rai 3 «E se domani», condotta in studio

da Alex Zanardi. Il 6 novembre 2012 esce il primo di due volumi sull'eroe Ulisse intitolato «Il mio nome è Nessuno» , Il giuramento, che narra della nascita e della vita dell'eroe fino alla fine della guerra di Troia. Dal 2 marzo 2013 conduce, in prima serata su Rai 3, «Metropoli».

bito sebbene per lo meno ci fosse una crescita economica. Ma se droghi l’economia gettando palate di soldi non fai che rendere la crescita falsa. Invece di investire e creare infrastrutture è stato speso in modo criminale così da impiccare l’Italia con un debito pubblico inverosimile con cui qualsiasi azienda sarebbe già fallita, e invece si continua a foraggiare le banche e creare ulteriore debito. Una visione drammatica per il futuro dei giovani? Per i ragazzi è una strada in salita. A loro dico di stare attenti alle scelte che si fanno e non pensare di demandare ad altri decisioni. Non ci si può tirar

fuori dalla responsabilità di votare, decidere della sorte del proprio paese o far sentire la propria voce. Questo è un paese che per assurdo ha una ricchezza da farci stare nei primi dieci posti al mondo, perché sa “fare”, sa costruire e produrre che vada dalla moda alle strade, alla tecnologia alla meccanica all’arte. Questa è una risorsa che non va svenduta o messa da parte ma valorizzata e su cui puntare. Si deve fare questo passo indietro e togliere potere ad una strisciata virtuale che fa la ricchezza di investitori a discapito di Stati, o viceversa. Quel valore lì non esiste è solo una convenzione e una finzione. In veste di storico come legge questo particolare momento che stiamo vivendo? Per certi versi simile alle emigrazioni di massa. In passato le invasioni barbariche hanno destabilizzato gli equilibri, sebbene non è che spesso fossero di distruttivee o violente, ma come ora, chiedessero solo annessione e condivisione. Tuttavia hanno portato al collasso, così come oggi è un problema che va gestito. Come non mai i ragazzi devono non demandare ma scegliere bene chi deve gestire questi problemi. Una Roma Imperiale che collassa? Siamo preda dell’eredità di trilioni di Asset tossici che portano tempeste finanziarie mostruose. Tuttavia l’Italia è uno di quegli unici posti al mondo dove la cultura e la produzione artistica ed economica non hanno mai visto un vuoto generazionale. Una soluzione di continuità che la rende unica. Dopo le Piramidi o il Partenone c’è stato un vuoto. In Italia no. E’ quindi per questo che ci si deve guardare indietro per ricordarsi chi si è? La storia ha il compito di creare una memoria collettiva che poi genera un senso di identità. Con l’aumentare delle competenze scientifiche e dei mezzi a disposizione ogni indagine diventa più approfondita. I suoi libri I miei libri poggiano la costruzione emotiva che ricrea colori, atmosfere ed emozioni con cui far viaggiare la fantasia. Non solo reali i dialoghi o i particolari, nemmeno le vicende: sono un flusso creativo emotivo che metto sulla carta per regalare emozioni. In una vita grigia dove la ripetitività o il contesto non ti fa viaggiare ciò che trovi in un libro è proprio la fuga dalla realtà per vivere un’altra vita, un’altra avventura che nella realtà non potresti incontrare. Il complimento più bello è quello che mi arriva da chi ha letto i miei libri sentendosi rapito di pagina in pagina, colui a cui ho regalato emozioni. Mi sento chiedere dai giornalisti perché scrivere di Ulisse di cui è già stato scritto. Ebbene il consiglio è leggere il libro perché Ulisse è un pretesto per indagare le pieghe, i ricami, quelle storie lasciate a metà e magari scoprire che fine ha fatto la tela di Penelope e dirsi soddisfatti di una storia e un’emozione in più con cui ci si è arricchiti di un’emozione che ci toglie dal torpore e faccia viaggiare la fantasia.