Ccnl Gommap2010.pdf - Lavoro Privato - Cobas

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Ccnl Gomma-Plastica: Filcem, Femca, Uilcem firmano l'ennesimo rinnovo al ribasso: ... Livello dal 1 aprile 2010 dal 1gennaio 2011 dal 1 gennaio 2012.
Ccnl Gomma-Plastica: Filcem, Femca, Uilcem firmano l’ennesimo rinnovo al ribasso:

altri pezzi di salario e diritti che se ne vanno

l’ennesimo regalo ai padroni E’ più forte di loro, non ce la fanno proprio a firmare un contratto senza far perdere altri soldi e diritti ai lavoratori. E così anche il rinnovo del Ccnl Gomma-Plastica del 18 marzo scorso - oltre a prevedere “aumenti” che sono in realtà minimi aggiustamenti in perdita rispetto a una inflazione pur bassa di questi ultimi due anni - contiene una serie di piccole e meno piccole riduzioni di salario, diritti, permessi retribuiti; e, alla fine, prevede anche una gabbia costruita per evitare che con i contratti integrativi aziendali ci si possa in parte riprendere quanto ci viene tolto o non dato nel Ccnl. Vediamo il rinnovo punto per punto:

i favolosi aumenti (tra parentesi i valori al netto, a lato un grafico che rappresenta il recupero sull’inflazione,con la parte scura che emerge dalla chiara ed evidenzia la perdita di potere d’acquisto non coperta dagli aumenti) Livello I H G F E D C B A

dal 1 aprile 2010

dal 1gennaio 2011

dal 1 gennaio 2012

21,59 26,22 28,53 32,00 32,39 33,15 33,92 34,69 35,86

30,36 36,87 40,12 45,00 45,54 46,63 47,71 48,80 50,42

30,36 36,87 40,12 45,00 45,54 46,63 47,71 48,80 50,42

(15,05) (17,32) (18,85) (21,14) (21,40) (21,90) (22,41) (22,92) (23,69)

(21,16) (24,36) (26,51) (29,73) (30,09) (30,81) (31,52) (32,24) (33,31)

(21,16) (24,36) (26,51) (29,73) (30,09) (30,81) (31,52) (32,24) (33,31)

inflazione

aumento salariale

50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 M a ggio 2 00 8

N o v em bre 20 0 8

A prile 20 0 9

O t t o bre 20 0 9

m a rzo 20 10

S e t t e m bre 20 10

F e bbra io 20 11

A go st o 2 0 11

D ic e m bre 2 0 11

G iugno 2 012

D ic e m bre 2 012

Nulla di nuovo, perché è dal 1993 che Cgil-Cisl-Uil hanno accettato che gli aumenti non possano essere superiori all’inflazione; e quindi sempre inferiori, e non di poco: in questo caso, circa 480 euro per il livello F, che si vanno a sommare alle migliaia persi negli anni passati. Una perdita che è comunque sottostimata, sia perché gli indici Istat sono ormai considerati da numerosi studiosi troppo “contenuti”, sia in quanto i calcoli ed i raffronti li abbiamo fatti solo sul minimo contrattuale, mentre ad essere aggrediti dall’inflazione sono anche tutte le altre voci eventualmente presenti in busta paga: superminimi, scatti di anzianità, premi, ecc. Di diverso hanno solo stabilito che i prossimi aumenti saranno non più dopo due, ma dopo tre anni. Se quindi a conti fatti a fine 2012 avremo perso di più, visto anche che l’inflazione oggi prevista è bassa, ma sicuramente crescerà, niente paura: tre anni passano in fretta.

Una tantum di 100 euro, ma non per tutti Dimenticavamo. Ci sono anche i 100 euro lordi di una tantum, a compensazione dei primi tre mesi di quest’anno. Ma non per tutti, solo per quelli presenti più di 15 giorni al mese nel primo trimestre 2010. Chi è stato invece in cassa integrazione li avrà in parte o per niente.

Meno permessi retribuiti Dal 1° aprile 2010 quei permessi retribuiti (ROL =riduzione orario di lavoro) da tempo acquisiti (52 ore ovvero sei giorni e mezzo all’anno per tutti, 64 ore ovvero otto giorni per i turnisti su tre turni, per arrivare fino a 116 ore per i cicli continui) saranno riparametrati (cioè dati in percentuale) sui giorni di presenza od equiparati, cioè ferie, festività, i Rol stessi, i permessi sindacali, la malattia grave superiore ai 150 giorni e con ricovero ospedaliero. Ma tutte le altre assenze, pur retribuite (maternità, malattia, infortunio in itinere, Cig, permessi legge 104, congedi parentali retribuiti, donazione sangue, elettorali, recupero banca ore, ecc.) non faranno maturare i Rol, che saranno ridotti di 12 minuti e 13 secondi per ogni giorno di “non presenza”.

Integrativi aziendali con premi solo variabili e con regole rigide e molti limiti Il premio potrà essere solo “di risultato”, immancabilmente variabile e basato su obiettivi aziendali predeterminati. Guai quindi a chiedere di consolidare in cifra fissa anche solo parte dei premi contrattati e conquistati in precedenza. E inoltre gli integrativi non potranno prevedere migliorìe su parti contrattuali che

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--> sono state stabilite dal Ccnl, perché in azienda si potrà chiedere di discutere solo su materie che vengono espressamente definite e limitate (“rinviate”) dal Contratto nazionale. Quali sono questi limiti non l’hanno scritto, ma si sono dati tempo fino al 30 giugno 2010 per costruire bene queste gabbie e studiarsi a tavolino divieti e porcate varie. Per ora hanno solo stabilito che se l’integrativo scade in prossimità di un rinnovo Ccnl non si può far niente e si rinvia tutto di un anno.

Tutela dell’handicap sotto attacco Anche altri diritti cominciano ad essere messi in discussione. I giorni di permesso mensile (Legge 104) per assistenza ai portatori di handicap dovranno essere richiesti con tre mesi di anticipo, salvo casi particolari e di comprovata urgenza: le esigenze della produzione vengono ben prima delle necessità del disabile!

Nuove modalità per comunicare le assenze (art.51 e 40) Il lavoratore che non può recarsi al lavoro non dovrà più comunicarlo “entro il normale orario di lavoro” ma d’ora in poi “prima dell’inizio” del turno: certo, “sempreché l’azienda sia in grado di ricevere le comunicazioni”. Siamo all’assurdo: un lavoratore del 1° turno dovrà quindi cominciare a telefonare alle 5 e 30 del mattino e continuare a raffica magari per due o tre ore finché un impiegato non arriva e risponde. E non basta: poiché secondo l’art. 51 (assenze generiche) “la relativa giustifica dovrà essere fornita entro il giorno successivo” e poiché viene asserito che la modifica riguarda “di conseguenza” anche le assenze per malattia, a stretto rigore i certificati per malattia dovranno essere consegnati non più entro il 3° ma entro il 2° giorno, con un altro giro di vite. Il testo in effetti non è chiaro, ma a pensar male ci si azzecca.

Previdenza complementare (fondo gomma) Per chi ha avuto la malaugurata idea di aderire alla previdenza complementare (Fondogommaplastica) è stato previsto l’aumento forzato della contribuzione minima, che passa dall’1,06% all’1,26%. Analogo aumento subisce anche il versamento da parte aziendale. Poca cosa, da 3 a 5 euro al mese a seconda dello stipendio, ma comunque un altro pezzettino di salario che il lavoratore è costretto a impegnare – se aderente. E anche un’altra parte di costo contrattuale complessivamente sottratta al salario e dirottata nei fondi e nella speculazione finanziaria. E rimane la segregazione del TFR a vita: chi aderisce al fondo non potrà più decidere di riprenderselo. Al massimo potrà tentare la sorte e cambiare fondo, come alla roulette.

Parte l’assistenza sanitaria integrativa Siccome la destrutturazione e privatizzazione delle pensioni non era sufficiente, hanno pensato di attivare anche l’assistenza sanitaria integrativa, per compiere un altro passo per accollare ai lavoratori altri oneri e per preparare la strada alla privatizzazione della sanità. Qui l’adesione sarà volontaria, a quanto risulta non irreversibile e i versamenti – almeno inizialmente – saranno paritetici, cioè tanto verserà il lavoratore e tanto verserà l’azienda. Ma i termini precisi verranno definiti entro la stipula del prossimo Ccnl triennale 20132015, nel quale si terrà conto “dell’onere aziendale relativo ai costi dell’assistenza sanitaria”: cioè di quanta parte di costo complessivo contrattuale dovrà essere tolto dagli aumenti salariali per essere inserito in questo altro nuovo affare. Un affare questo letteralmente sulla pelle e sulla salute dei lavoratori.

Questo rinnovo - da respingere senza appello - è un assaggio delle “nuove regole” della contrattazione che hanno come unico obiettivo la compressione dei nostri salari e diritti. E se di fronte agli attacchi dei governi e del padronato continueremo ad affidare la rappresentanza delle nostre condizioni di lavoro a quelle ben note sigle che si dimostrano ancora una volta come “sindacati firmatari di contratti in perdita” non potremo che continuare a subirne le conseguenze. .

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