CILS - Provincia di Torino

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La Certificazione di Italiano come Lingua Straniera (CILS) dell'Università per. Stranieri di ... indicazioni relative alla struttura dell'esame CILS e alle procedure di ...
La Certificazione di Italiano come Lingua Straniera (CILS) dell’Università per Stranieri di Siena nei corsi di formazione professionalizzanti della provincia di Torino: i risultati della sperimentazione. Obiettivo della presente relazione è fornire un resoconto dei risultati della collaborazione fra la Provincia di Torino e il Centro CILS dell’Università per Stranieri di Siena in una attività di sperimentazione che ha previsto la somministrazione di prove di certificazione CILS di livello A1, A2, B1 ai partecipanti, cittadini stranieri, ai corsi di formazione professionalizzanti della provincia di Torino. L’obiettivo era verificare se una modalità di misurazione e valutazione certificatoria come quella proposta dal Centro CILS potesse essere consona con tali percorsi ed eventualmente essere utilizzata come prova di ingresso o prova in uscita o come indicatore di livello di competenza linguistica di riferimento per la definizione dei gruppi coinvolti nella formazione. Il primo passo è stato pertanto fornire ai docenti di italiano dei vari enti formatori informazioni e indicazioni relative alla struttura dell’esame CILS e alle procedure di somministrazione dell’esame per poter definire, sulla base della loro esperienza, i livelli di competenza linguistca, incrociati con i profili professionali, per i quali prevedere la sperimentazione. I livelli individividuati sono stati tre: i livelli A1A2-B1. Nel caso dell’esperienza oggetto di analisi ai docenti è stato chiesto di valutare, secondo i criteri di valutazione CILS, le prove svolte, prassi che in un esame di certificazione riguarda esclusivamente i valutatori del centro CILS di Siena. La motivazione di tale scelta, in fase di sperimentazione, si è legata alla volontà di rendere il più possibile partecipi i docenti del valore della sperimentazione, anche come elemento di riflessione sul lavoro che svolgono in classe. Alla fase di individuazione dei livelli (aprile 2008) è seguita quindi la fase di somministrazione delle prove e loro valutazione (maggio 2008), e infine la discussione dei risultati (giugno 2008).

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I partecipanti La sperimentazione CILS ha coinvolto 104 persone suddivise all’interno dei vari enti nel seguente modo e inserite in uno specifico percorso di formazione professionale.

ENTE DI APPARTENENZA

N.

Assocam Scuola Camerana

13

Casa di Carità

10

Ciofs-FP Piemonte

11

CSEA Quazza

7

Egim Torino

8

Enaip Moncalieri

16

Engim Pinerolo

3

IAL S.Luca

10

Salotto e Fiorito

18

Immaginazione e Lavoro Totale

8 104

Tab. 1 – Partecipanti alla sperimentazione

PROFILO

N.

Addetto / operatore ai piani

20

Addetto lavorazione macchine utensili

15

IAPP commerciale

1

Mediatore interculturale

23

OSS + I Modulo – Elementi di assistenza familiare +

45

Tecniche di sostegno alla persona Totale

104 Tab. 2 – Profilo dei partecipanti

La fascia di età coinvolta è compresa tra i 17 e i 56 anni, con un addensamento nella fascia 26-35 anni. Prevalengono le donne (79) rispetto agli uomini (25) e un periodo di permanenza in Italia superiore ai 12 mesi. La maggior parte dei partecipanti infatti, circa l’80%, risiede in Italia da un anno o più. Si rileva quindi per la maggior parte di loro l’inserimento in un percorso formativo professionalizzante dopo un 2

periodo medio-lungo di presenza sul territorio. A tale dato, come vedremo, non corrisponde l’aver sviluppato una competenza linguistico-comunicativa autonoma. ETÀ

N.

17-25

24

26-35

41

36-45

25

> 46

14

Totale

104

Tab. 3 – Età dei partecipanti Per quanto riguarda i paesi di provenienza, si contano 24 diversi paesi di provenienza (Bosnia, Brasile, Camerun, Colombia, Congo, Costa D’Avorio, Cuba, Ecuador, El Salvador, Eritrea, Etiopia, Filippine, Ghana, India, Iran, Marocco, Moldavia, Nigeria, Paraguay, Perù, Romania, Sudan, Tunisia, Ucraina). I gruppi numericamente più presenti (60% di tutto il campione) sono costituiti da persone provenienti da Marocco, Perù, Romania, tre paesi che riflettono le componenti migratorie più incidenti nel territorio della provincia di Torino. Gli esami CILS Come anticipato la sperimentazione è consistita nella simulazione di una somministrazione e valutazione di prove d’esame CILS, così suddivise per profilo professionale e livello. Livello

N.

Percorso professionale

CILS A1

13

Addetti ai piani (10) Meccanico/commerciale (3)

A2

60

Mediatori (8) Addetti ai piani (10) Addetti macchine utensili (13) Tecniche di sostegno alla persona (11) Elementi di assistenza familiare (18)

B1

31

Mediatori (15), OSS (16) Tab. 4 – Livello CILS e profilo professionale

La scelta del livello d’esame per ogni profilo e all’interno di ciascun ente è stata concordata con i docenti di italiano. Come già discusso durante il corso, molti dei profili professionali coinvolti mostrano 3

una competenza linguistico-comunicativa posizionabile a un livello A2 e per questo motivo il 60% del campione è composto da esami di livello A2. I risultati Su 104 partecipanti 44 hanno svolto solo parzialmente la prova d’esame e quindi è possibile applicare un’analisi sull’esito finale e sul risultato complessivo solo a 60 partecipanti. Gli esiti relativi a 60 candidati risultano pertanto così suddivisi:

N.

ESITO

1

Non promosso

25

Capitalizzati (superamento solo di alcune abilità)

34

ESAME SUPERATO (nella realtà corrisponderebbe al conseguimento del certificato) Tab. 5 – Esito dell’esame

Il dato relativo al superamento solo di alcune abilità, come vedremo dall’analisi per livello, rileva una disomogeneità nella gestione della competenza linguistico-comunicativa da parte dei candidati, soprattutto ai livelli A1 e A2. Si tratta di due livelli basici, relativi alle fasi iniziali del percorso di apprendimento (anche se con un percorso migratorio molto più lungo) e quindi in alcune abilità, in particolare nell’ascolto e nella produzione orale, il risultato è migliore, è adeguato al livello, mentre nella comprensione della lettura e nella produzione scritta si rilevano più difficoltà. I risultati del livello A1 Di 13 candidati solo 4 superano l’intero esame, con la votazione di 49, 58, 59 su 60 (34 punteggio minimo, 60 punteggio massimo). Gli altri 9 candidati (capitalizzati), risultano ‘deboli’ nella gestione delle prove di comprensione della lettura (6 su 9) e di produzione scritta (9 su 9), ma non mancano anche candidati in difficoltà nell’ascolto (4 su 9) e nella produzione orale (2 su 9). È inoltre significativo che 4 candidati su 9 in una situazione di esame reale, avrebbero superato solo la produzion orale, dovendo ripetere le prove di ascolto, comprensione della lettura e produzione scritta. Il dato risulta ancora più significativo se si sottolinea il fatto che nel livello A1 e A2 il peso, nell’economia dell’intero esame, della comprensione della lettura e della produzione scritta è più basso rispetto all’ascolto e alla produzione orale. Chi ha affrontato le prove di livello A1 si situa quindi in una condizione di limitata capacità di gestione della lingua italiana, anche nelle situazioni basilari della vita quotidiana, il che implica la necessità di un 4

supporto di italiano maggiore durante il corso (numero di ore maggiore o percorso integrativo), di un aiuto nella fase di inserimento professionale (persone, colleghi che diventino in qualche modo docenti di italiano). I risultati del livello A2 Di 29 candidati che hanno svolto l’intero esame solo 17 superano l’intero esame, con una votazione che va da 42 a 58 punti su 60 (34 punteggio minimo, 60 punteggio massimo). Un candidato non supera l’esame, cioè non raggiunge il punteggio di sufficienza in nessuna abilità, mentre 11 candidati (capitalizzati) risultano ‘deboli’ nella gestione delle prove di comprensione della lettura (6 su 11) e di produzione scritta (9 su 11), ma non mancano anche candidati in difficoltà nell’ascolto (1 su 11) e nella produzione orale (2 su 11). Solo 2 candidati su 11, in una situazione di esame reale, avrebbero superato solo una abilità. Proprio per il fatto che su 60 candidati 31 hanno svolto solo una parte dell’esame, l’analisi dei risultati per abilità tiene conto dell’intero gruppo (60 candidati). Per quanto riguarda l’ascolto solo 5 candidati su 60 non raggiungono il punteggio minimo di sufficienza, mentre risultano 12 per la prova di comprensione della lettura, 25 per la prova di produzione scritta. Chi ha affrontato le prove di livello A2 si situa in una condizione ancora di limitata capacità di gestione della lingua italiana, in particolare per quanto riguarda la produzione scritta, ma rientra nel profilo di competenza linguistico-comunicativa delineato dal livello. Rimane la difficoltà, per quasi il 50% dei candidati di questo livello, di scrivere brevi testi e moduli. I risultati discussi rilevano che i gruppi che hanno svolto le prove di livello A2, nonostante delle differenziazioni al proprio interno, rispondono al profilo definito come A2. I risultati del livello B1 Dei 18 candidati che hanno svolto l’intero esame (il B1 comprende 5 abilità perché viene misurata anche la capacità di gestire le strutture della comunicazione), solo 13 superano l’intero esame, con una votazione che va da 76 a 96 punti su 100 (55 punteggio minimo, 100 punteggio massimo). Si tratta di punteggi ben al di sopra del punteggio minimo (55/100), punteggi che quindi rivelano una competenza non solo in sintonia con il profilo linguistico previsto, ma quasi al di sopra. I 5 candidati che capitalizzano le prove potrebbero risultare solo 2 dato che 3 di loro risultano solo per un punto insufficienti in una abilità. Per gli altri 2 si tratta invece di una ‘debolezza’ più grave dato che non risultano in grado di superare rispettivamente 3 e 4 abilità. Sono infatti sufficienti solo nella produzione orale.

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Proprio per il fatto che su 31 candidati 13 hanno svolto solo una parte dell’esame, l’analisi dei risultati per abilità tiene conto dell’intero gruppo (31 candidati). Per quanto riguarda l’ascolto solo 7 candidati su 31 non raggiungono il punteggio minimo di sufficienza, mentre risultano 4 per la prova di comprensione della lettura, 8 per l’analisi delle strutture di comunicazione, 13 per la prova di produzione scritta. Il B1 rappresenta il caso di un livello in cui se avessimo avuto i risultati di tutti i 31 candidati si sarebbero evidenziati i risultati migliori. Chi affronta il livello B1 infatti possiede un livello di autonomia comunicativa che gli permette di gestire le differenti parti dell’esame e ha sviluppato una padronanza della lingua che consente di superare anche le prove di analisi delle strutture di comunicazione meglio delle prove di produzione scritta. I risultati discussi rilevano che i gruppi che hanno svolto le prove di livello B1, nonostante delle differenziazioni al proprio interno, rispondono al profilo definito come B1. In sintesi Il campione di apprendenti utilizzato durante la sperimentazione e i risultati raggiunti ci permettono di avere un quadro d’insieme incoraggiante soprattutto per quanto riguarda i livelli A2 – B1. La tabella con i risultati complessivi rileva infatti che il numero degli apprendenti che ha superato l’esame è superiore ha chi lo ha superato parzialmente, e che risulta capitalizzato. Anche se i dati per singola abilità possono rilevare difficoltà nella produzione scritta è chiaro che i livelli A2 e B1 fotografano un livello di competenza linguistica degli apprendenti che rientra nel profilo indicato. Per quanto riguarda il livello A1, invece, i risultati raggiunti (anche con un gruppo di soli 13 apprendenti) ci fanno ipotizzare la necessità di verificare un livello A1 pieno per poter gestire anche le più semplici mansioni lavorative. I risultati degli apprendenti infatti evidenziano difficoltà linguistiche che possono avere rilevanti ripercussioni nella gestione della comunicazione in ambito lavorativo.

A1 A2 B1 TOT.

SUPERATO 4 17 13

CAPITALIZZATO 9 11 5

ESAME SVOLTO PARZIALMENTE

NON SUPERATO

(manca produzione orale)

0 1 0

0 31 13

TOT. 13 60 31 104

Tab. 6. Tabella di sintesi Considerazioni conclusive La sperimentazione ha permesso di apportare elementi di analisi aggiuntivi utili alla riflessione relativa al livello di competenza linguistico-comunicativa che deve possedere chi affronta / chi esce da un percorso finalizzato alla qualifica professionale. Come evidenziato durante la discussione finale un 6

esame di certificazione puà risultare un obiettivo del modulo di italiano all’interno del corso, garanzia prima di tutto delle competenze linguistico-comunicative e del saper fare linguistico di ciascun cittadino straniero impegnato in un dato ruolo professionale. La conoscenza di tale competenza e del profilo di riferimento è necessaria non solo per chi ha usufruito del corso, ma anche per l’ente che eroga la qualifica e per l’ambiente lavorativo nel quale sarà inserito. La sperimentazione ha permesso quindi di individuare e rendere più trasparenti, dal punto di vista delle competenze distinte per abilità, i profili linguistici di chi segue i corsi per l’ottenimento di un attestato o di una qualifica professionale. Carla Bagna Università per Stranieri di Siena

Siena, 27 giugno 2008

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