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3 mar 2010 ... Alla fondazione Polisolidale è stato attribuito il comodato d'uso gratuito della sala consiliare dell'edificio, con l'accordo che però quel locale ...
RASSEGNA STAMPA del 03/03/2010

Sommario Rassegna Stampa del 03-03-2010 L'Unione Sarda (Nazionale): Piano antincendi per l'arcipelago varato dal Parco.......................................................... 1 L'Unione Sarda (Nazionale): Nuove abitazioni anti-terremoto: Sardegna ultima............................................................ 2 L'Unione Sarda (Nazionale): Un cortocircuito causa dell'incendio ................................................................................. 3 L'Unione Sarda (Nazionale): L'ex Comunità montana in uso ai volontari ....................................................................... 4 L'Unione Sarda (Nazionale): Sopralluoghi a Is Fiascus................................................................................................... 5 L'Unione Sarda (Nazionale): Fuoco nella notte, bruciato un fienile ................................................................................ 6 L'Unione Sarda (Nazionale): Attentato alla casa di un vigile........................................................................................... 7 L'Unione Sarda (Nazionale): Fiumi nuovamente invasi dai rifiuti: ordinata la bonifica ................................................. 8 L'Unione Sarda (Nazionale): Morto per un bottino di pochi centesimi ............................................................................ 9 L'Unione Sarda (Nazionale): Bruciato nella notte il fienile di un'azienda ..................................................................... 10 L'Unione Sarda (Nazionale): Monte Arci, buoni acquisto per gli alberi ........................................................................ 11 L'Unione Sarda (Nazionale): «L'hanno lasciato morire come un cane» ........................................................................ 12 L'Unione Sarda (Nazionale): Bombola in fiamme davanti alla porta, fallisce l'attentato alla casa di un vigile ........... 13 L'Unione Sarda (Nazionale): Coprifuoco e saccheggi nel dramma dopo sisma............................................................. 14 L'Unione Sarda (Nazionale): È morto per pochi spiccioli il ladro entrato in Municipio ............................................... 15

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03-03-2010

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Piano antincendi per l'arcipelago varato dal Parco Gallura la maddalena Protezione civile

È stato presentato nei giorni scorsi alla Protezione Civile il Piano Antincendi boschivi del Parco Nazionale dell'Arcipelago, uno strumento rielaborato dall'Ente Parco nelle ultime settimane, messo a disposizione anche della struttura di missione della Presidenza del Consiglio in vista dell'imminente svolgimento dell'evento 'Louis Vuitton World Series'. Il piano è particolarmente indirizzato alla salvaguardia dell'isola di Caprera. Particolare importanza è stata data alla redazione del piano, frutto di un processo di pianificazione e concertazione condiviso con tutte le istituzioni competenti. Le riunioni hanno visto la partecipazione del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, del Corpo Forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco, dell'Ente Foreste, della Provincia di Olbia-Tempio e del Comune di La Maddalena, nonché ovviamente dalla Protezione Civile. Tutti gli enti che hanno partecipato agli incontri hanno fornito contributi preziosi e fondamentali per «mettere in rete - si legge in una nota - conoscenze, competenze ed esperienze e per fornire risorse strumentali portando finalmente a conclusione, dopo anni, uno strumento importante, mai realizzato in quasi quindici anni di gestione ambientale». Nel comunicato stampa l'Ente dichiara che il piano «rappresenta un'altra pietra miliare per il Parco, per la sicurezza di persone e risorse naturali e, più in generale, per l'Arcipelago di La Maddalena». Per il coordinatore Bruno Paliaga il piano giustifica in sé l'esistenza del Parco, «che dimostra, ogni giorno che passa, di essere sempre più presente e vitale». FRANCESCO NARDINI

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Nuove abitazioni anti-terremoto: Sardegna ultima Economia l'indagine Le case italiane diventano antisismiche. Il 27% degli immobili nuovi corrisponde ai criteri di sicurezza antisismica. L'Abruzzo, dopo il terremoto, si colloca al primo posto della classifica, con il 39% delle abitazioni a norma. La Sardegna è invece ultima con solo l'11%. È quanto emerge da un'analisi di Gruppo Immobiliare.it, leader del settore immobiliare online, attraverso i dati raccolti dal suo sito NuoveCostruzioni.it. «I criteri di sicurezza antisismica dipendono dal rischio stimato che in quella zona si verifichino terremoti», si legge nello studio. «Ciò che sorprenderà è scoprire che fino al 30 giugno scorso, in molte zone d'Italia questo rischio era definito come non classificato». LE NOVITÀ Il primo cambiamento, aggiunge l'indagine, «è che oggi non esistono più zone “non classificate” e tutti gli immobili il cui progetto è stato depositato dopo il 30 giugno 2009 devono rispettare criteri di sicurezza antisismica. Fino ad oggi, le nuove costruzioni che in Italia corrispondono ai criteri stabiliti dalle nuove norme antisismiche sono il 27% del totale, ma data l'obbligatorietà della norma (che non lascia più zone grigie) in futuro la percentuale è destinata a crescere. I COSTI Ma quanto costa la sicurezza? Mediamente, costruire una casa secondo i nuovi criteri antisismici costa appena il 10% in più. Se in un immobile tradizionale, infatti, la struttura incide sul costo totale per circa il 30% del valore, attenendosi alle regole imposte dalla nuova norma si passa a circa il 33%. Tradotto in cifre: se realizzare la struttura di un immobile prima costava 100.000 euro, ora creare un immobile assolutamente identico da un punto di vista estetico ne costa 110.000, ma la sua struttura è antisismica.

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Un cortocircuito causa dell'incendio Prov Ogliastra Azienda distrutta, nessuna traccia di liquido infiammabile

Si fa strada l'ipotesi che a far divampare il rogo che lunedì pomeriggio ha distrutto una falegnameria alla periferia di Tortolì sia stato un corto circuito. I Vigili del fuoco e le forze dell'ordine, intervenute nel capannone che si trova poca distanza dal cimitero della cittadina, dopo lunghi e accurati rilievi non hanno rinvenuto sul posto tracce di liquido infiammabile o di altro combustibile. Nessuna traccia in grado di avvalorare la tesi di un incendio doloso. Rimane la gravità dell'episodio e l'entità dei danni che le fiamme hanno provocato all'attività artigianale condotta da Virgilio Pani e sua moglie Anna Rita Loddo. I danni, non coperti da assicurazione, sono stati quantificati in circa 100mila euro tra legname e attrezzature. GY.FE.

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L'ex Comunità montana in uso ai volontari Provincia di Cagliari sinnai Il Comune di Sinnai ha deciso di concedere l'uso della vecchia sede della Comunità montana Serpeddì in via della Libertà alle associazioni di volontariato di protezione civile del paese: Sub Sinnai, al Masise e Fondazione Polisolidale. L'assegnazione dei locali ha decorrenza immediata e avrà valore per il futuro fino a eventuali nuove disposizioni da parte dell'amministrazione cittadina. Alla fondazione Polisolidale è stato attribuito il comodato d'uso gratuito della sala consiliare dell'edificio, con l'accordo che però quel locale possa essere utilizzato in ogni momento, a semplice richiesta, da parte del Comune per le proprie attività. Il tutto ovviamente senza ulteriori aggravi di spesa a carico della stessa amministrazione: i costi resteranno comunque sulle spalle della fondazione. L'edificio è inutilizzato da quando le Comunità montane sono decadute. (ant. ser.)

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Sopralluoghi a Is Fiascus Iglesias Masainas Sopralluogo della Forestale nella frazione di Is Fiascus bloccata dal rischio idrogeologico. Il Comune, nell'elaborare il piano per eliminare il vincolo (R4: il valore massimo) che blocca l'attività edilizia, ha chiesto lumi anche al Corpo forestale. (m. lo.)

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Fuoco nella notte, bruciato un fienile Provincia di Cagliari Maracalagonis. I carabinieri non hanno ancora accertato l'origine dell'incendio Nelle campagne del paese distrutto anche un autocarro I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare fino all'alba per avere ragione del rogo. L'azienda si trova a pochi chilometri dall'abitato. Un incendio ha gravemente danneggiato un'azienda agro-pastorale nelle campagne di Maracalagonis. Le fiamme, partite verso le tre del mattino di ieri, hanno distrutto un autocarro e alcune migliaia di balle di foraggio e fieno. Il fuoco si è sviluppato nell'azienda di Salvatore Puggioni, 36 anni, di Sinnai, nelle campagne di “Terr'e Cungialis” ad alcuni chilometri di distanza dall'abitato. LE INDAGINI Si ignorano per il momento le cause del rogo: le indagini sono svolte dai carabinieri di Maracalagonis e del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Quartu, coordinati dal maggiore Alfredo Saviano I militari hanno effettuato un accurato sopralluogo e interrogato la vittima, ma ancora non ci sono certezze su cosa veramente abbia scatenato la furia del fuoco. Non si esclude alcuna ipotesi, vengono battute tutte le piste: incidente o atto intimidatorio. Intanto ieri i carabinieri hanno inviato una prima informativa alla Procura della Repubblica di Cagliari, mentre per oggi si attendono i risultati definitivi dei controlli effettuati dai vigili del fuoco. Quello che è certo è che all'interno dell'azienda e nell'area circostante non sono state trovate tracce evidenti che possano far pensare a un atto doloso. IL FUOCO La prima ricostruzione degli investigatori è comunque abbastanza precisa: le fiamme si sono sviluppate improvvisamente verso le tre e in breve tempo hanno raggiunto le balle di fieno e foraggio accumulate all'interno del capannone creando una vera e propria montagna di fuoco. Per fortuna l'allarme è scattato immediatamente e a “Terr'e cungialis” sono arrivate subito le squadre dei vigili del fuoco. I soccorsi hanno dovuto riversare per ore sul fuoco ettolitri d'acqua: tentativi che hanno arginato le fiamme senza però impedire che raggiungessero anche un grosso autocarro parcheggiato poco distante. Il camion è andato distrutto in pochissimo tempo. L'obiettivo a questo punto è stato circoscrivere il più possibile le lingue di fuoco e salvare almeno una parte del foraggio e del fieno. Un lavoro durissimo andato avanti sino all'alba. I DANNI Contemporaneamente i carabinieri avviavano le prime indagini cercando eventuali testimoni. Tentativo inutile, visto che nessuno ha notato lo sprigionarsi delle prime fiamme. Spento il rogo, i vigili urbani hanno iniziato un accurato sopralluogo che però non ha fornito elementi utili per capire cose sia accaduto. Resta da quantificare l'ammontare dei danni, che comunque sono sicuramente ingenti.

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Attentato alla casa di un vigile Quartu S.Elena Raid notturno. Avvertito da un vicino, l'agente Paolo Falqui doma l'incendio prima che il gpl esploda Bombola di gas in fiamme davanti alla porta Il raid è stato compiuto poco dopo l'una del mattino di ieri. Indagini difficili per il Commissariato di polizia: la Scientifica esamina la bombola sequestrata, gli investigatori ipotizzano che il movente sia una vendetta legata all'attività del vigile urbano. Un “serpente” di materiale infiammabile cosparso di carburante ha fatto da miccia, all'estremità più lontana c'era una bombola di gas con il rubinetto aperto, sistemata proprio davanti alla porta di casa. Solo per merito di alcuni vicini, che si sono accorti delle prime fiammate, l'altra notte è fallito un attentato che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. LA VITTIMA Nel mirino c'era Paolo Falqui, cinquant'anni, uno degli agenti della Polizia municipale cittadina più conosciuti in città, che in quel momento - l'una era trascorsa da qualche minuto - riposava assieme a moglie e figli nella loro casa, nella zona di via Fiume. È stato lo stesso vigile urbano, messo in allarme da una famiglia che abita poco distante, a domare l'incendio proprio con l'aiuto di un vicino, prima che la bombola esplodesse con tutto il suo potenziale di devastazione. La zona è stata messa in sicurezza subito dopo dai Vigili del fuoco, accorsi assieme agli agenti del Commissariato di polizia cittadino, che hanno già inviato una prima informativa al sostituto procuratore di turno. LE INDAGINI È avvolto dal mistero il gravissimo atto intimidatorio, fallito solo per circostanze fortuite, contro l'agente della Polizia municipale. Gli investigatori del Commissariato, coordinati dal dirigente Giacinto Mattera, indagano nel silenzio più assoluto: trapela solo che qualche interrogatorio è stato condotto all'alba negli uffici di via Firenze, ma a quanto sembra gli accertamenti non avrebbero dato, almeno per il momento, una risposta certa su autori e movente dell'intimidazione. La bombola è stata sequestrata dagli stessi agenti della Polizia di Stato e consegnata agli esperti della Scientifica, che sono a caccia di impronte digitali e di qualsiasi altra traccia che possa consentire di risalire agli attentatori. LA SOLIDARIETÀ Capire il perché di un atto tanto violento non sembra essere facile. Le prime indagini - a quanto si può capire - si concentrano sull'attività quotidiana che Falqui svolge nelle strade della città, probabilmente a una vendetta per una contravvenzione, ma fino a questo momento non si è andati oltre le semplici ipotesi. Intanto, al vigile urbano sono arrivate parole di solidarietà dal sindaco Gigi Ruggeri e dal comandante Marco Virdis. IL RAID Ciò che è accaduto nella notte di ieri è ancora da definire nei dettagli. Gli investigatori ipotizzano che gli attentatori siano giunti davanti alla casa a bordo di un'auto, poi hanno aspettato un momento di tranquillità per sistemare la bombola e la miccia, composta da una serie di pezzi di carbone che sono stati cosparsi di benzina. Poi hanno dato fuoco al cartone e sono fuggiti in pochi secondi. Intanto il fuoco ha iniziato a consumare la miccia, avvicinandosi alla bombola di gas con il rubinetto aperto. I bagliori provocati dalle fiamme hanno messo in allarme alcuni vicini di casa di Falqui, che hanno fatto suonare a lungo il suo citofono. Quando i vigili del fuoco sono arrivati, la maggior parte del lavoro per evitare una tragedia era già stato compiuto.

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Fiumi nuovamente invasi dai rifiuti: ordinata la bonifica Quartu S.Elena ambiente Un piano della Provincia

La bonifica non ha retto a lungo: a pochi mesi dalla pulizia, i fiumi del territorio quartese sono di nuovi colmi di erbacce e rifiuti. Lontano da occhi indiscreti, c'è chi non ha perso l'occasione per gettare nell'acqua lavatrici e materassi, anziché rivolgersi al servizio gratuito per il ritiro degli ingombranti. Adesso, con la bella stagione alle porte e il rischio di incidenti, è tutto da rifare. Per questo la Provincia ha già predisposto il nuovo piano di pulizie che riguarderà tutti i corsi d'acqua che scorrono nelle campagne. Le squadre entreranno in azione tra un ventina di giorni. Da rimettere in sesto sono il Rio Foxi e il Rio Cuba, ma anche il canale Is Cungiaus, dove le sponde sono già sommerse dalle erbacce. «Siamo in attesa di ricevere le autorizzazioni da parte del Genio civile e dell'assessorato regionale all'Ambiente, com'è previsto in questi casi», spiega l'assessore provinciale all'Ambiente, Ignazio Tolu, «dopo di che inizieremo l'intervento, così come abbiamo già fatto all'inizio dell'inverno». In quell'occasione era stato bonificato soprattutto il rio Is Cungiaus, che durante un forte temporale si era ingrossato pericolosamente, al punto da far temere un'esondazione. Per ora, però, le erbacce non fanno paura «perché», aggiunge Tolu, «non bloccano il deflusso delle acque. Il discorso è diverso per quanto riguarda le canne e gli ingombranti, che fanno da diga, ma il rischio non si porrà perchè le squadre entreranno in azione tempestivamente». L'intervento è urgente anche per evitare il proliferare degli insetti: tra sterpaglie e rifiuti galleggianti, zanzare e moscerini si riproducono con maggiore rapidità. Al Comune spetterà invece il compito di eliminare rifiuti e sterpaglie dalle aree pubbliche. I privati dovranno bonificare i propri terreni, come stabilisce la consueta ordinanza firmata ogni anno dal sindaco. Nei prossimi giorni entreranno in azione anche le squadre provinciali antinsetti, che avranno il compito non semplice di eliminare le larve delle zanzare prima che sia emergenza vera. Ai cittadini il compito di seguire alcune regole fondamentali, come quella di non lasciar ristagnare l'acqua nei vasi per evitare di creare l'habitat ideale per gli insetti. L'anno scorso ad avere la peggio era stato il lungomare Poetto, dove si era assistito a un'invasione di zanzare per colpa di alcune perdite d'acqua nelle aree dell'ex pineta. GIORGIA DAGA

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Morto per un bottino di pochi centesimi Cronaca Regionale Oggi l'autopsia sull'uomo asfissiato dall'incendio in Comune I familiari non credono che Manca fosse solo, ma le indagini dei carabinieri sembrano confermarlo. DAL NOSTRO INVIATO ANDREA PIRAS CAPOTERRA Tracce di sangue, minuscole gocce scoperte dagli investigatori nei locali dell'Anagrafe e uscite da una ferita al polso che Dino Manca si era procurato quando, dopo aver spaccato il vetro di una finestra, aveva infilato il braccio per raggiungere la maniglia. Null'altro hanno scoperto i carabinieri della stazione di Capoterra e della Compagnia di Cagliari che possa far pensare, veramente, all'ipotesi che a compiere il raid in Municipio, l'altra sera verso le ventidue, siano state più persone. Per gli investigatori dell'Arma, salvo sviluppi, Dino Manca era solo. Con lui non c'era nessuno, tanto meno un gruppo di balordi (o tutt'al più un complice) come sostengono familiari e amici, convinti che il manovale oggi disoccupato non avesse il coraggio sufficiente per commettere una simile azione. Di sicuro, per ora, c'è la morte di quest'uomo di 39 anni con trascorsi non sempre lineari che l'avevano portato anche, in passato, a trascorrere a Buoncammino un breve periodo della vita. Sulle cause del decesso parlerà l'autopsia affidata al medico legale Francesco Paribello. Saranno gli esami anatomopatologi a confermare se a ucciderlo siano stati i fumi degli incendi appiccati in più punti dell'Ufficio anagrafe di Capoterra, il monossido di carbonio che in pochi minuti avrebbe divorato l'ossigeno facendo stramazzare a terra, svenuto, il manovale. Esami che potranno e dovranno anche verificare se Dino Manca abbia agito in preda all'alcol dopo un pomeriggio trascorso nei bar della cittadina e per questa sua condizione incapace, forse, di reagire alle prime difficoltà. Ieri in Municipio si lavorava di gran lena per cercare di rimettere a posto gli uffici danneggiati dalle fiamme e dalla fuliggine. Il sindaco Giorgio Marongiu ha anche dato incarico perché la palazzina sia, d'ora in avanti, dotata di telecamere. Un sistema di ripresa e registrazione che avrebbe potuto con certezza svelare i contorni di questo raid notturno iniziato male e finito peggio. Con la morte di un balordo che forse avrebbe voluto soltanto mettersi in tasca i pochi denari rubati dalla macchinetta per la distribuzione di bevande o dai cassetti dell'Anagrafe. Improbabili bottini che non l'avrebbero di certo arricchito e neppure gonfiato le sue tasche. Il Municipio di via Cagliari non gli ha concesso tutto questo. Per Dino Manca si è trasformato nella sua tomba. L'allarme è scattato poco dopo le ventidue, quando alcuni passanti hanno notato il fumo uscire dal palazzo. A Capoterra sono piombati i Vigili del fuoco e i carabinieri del paese al comando del maresciallo Carlo Porru. Ma anche i militari della Compagnia di Cagliari coordinati dal capitano Paolo Floris. Nulla faceva pensare a una tragedia, anche se i vetri rotti di una finestra suggerivano che non poteva trattarsi di un corto circuito. Qualcuno si era infilato nel Comune. E non era più riuscito a venirne fuori, si scoprirà poco più tardi, quando i pompieri hanno raggiunto i locali del Municipio aperto dal sindaco Marongiu. Dino Manca era steso sul pavimento. Immobile. Crollato dopo aver acceso il fuoco nella piccola stanza dell'archivio, poi ancora in una seconda camera e infine nella principale sala anagrafe. Solo. Ucciso dalla mancanza d'ossigeno.

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Bruciato nella notte il fienile di un'azienda Provincia di Cagliari maracalagonis Distrutte tutte le balle di foraggio

Un incendio ha gravemente danneggiato un'azienda agro-pastorale nelle campagne di Maracalagonis. Le fiamme, partite verso le tre del mattino di ieri, hanno distrutto un autocarro e alcune migliaia di balle di foraggio e fieno. Il fuoco si è sviluppato nell'azienda di Salvatore Puggioni, 36 anni, di Sinnai, nelle campagne di “Terr'e Cungialis” ad alcuni chilometri di distanza dall'abitato. Si ignorano per il momento le cause del rogo: le indagini sono svolte dai carabinieri di Maracalagonis e del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Quartu, coordinati dal maggiore Alfredo Saviano I militari hanno effettuato un accurato sopralluogo e interrogato la vittima, ma ancora non ci sono certezze su cosa veramente abbia scatenato la furia del fuoco. Non si esclude alcuna ipotesi, vengono battute tutte le piste: incidente o atto intimidatorio. Intanto ieri i carabinieri hanno inviato una prima informativa alla Procura della Repubblica di Cagliari, mentre per oggi si attendono i risultati definitivi dei controlli effettuati dai vigili del fuoco. Quello che è certo è che all'interno dell'azienda e nell'area circostante non sono state trovate tracce evidenti che possano far pensare a un atto doloso. La prima ricostruzione degli investigatori è comunque abbastanza precisa: le fiamme si sono sviluppate improvvisamente verso le tre e in breve tempo hanno raggiunto le balle di fieno e foraggio accumulate all'interno del capannone creando una vera e propria montagna di fuoco. Per fortuna l'allarme è scattato immediatamente e a “Terr'e cungialis” sono arrivate subito le squadre dei vigili del fuoco. I soccorsi hanno dovuto riversare per ore sul fuoco ettolitri d'acqua: tentativi che hanno arginato le fiamme senza però impedire che raggiungessero anche un grosso autocarro parcheggiato poco distante. Il camion è andato distrutto in pochissimo tempo.

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Monte Arci, buoni acquisto per gli alberi Provincia di Oristano Villaverde I buoni sono già disponibili in municipio. L'amministrazione di Villaverde è pronta ad assegnare i voucher per l'acquisto di alberi da piantate nel territorio comunale ai cittadini. Sono stati stanziati 10 mila euro per l'acquisto di 2 mila nuove piante. L'intervento rientra nel progetto di ricostituzione del patrimonio alberato del Comune del Monte Arci dopo l'incendio di luglio. ( an.pin. )

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«L'hanno lasciato morire come un cane» Cronaca Regionale Capoterra. «Con lui c'era qualcuno». La madre Teresa Baire e il fratello non credono che il manovale possa aver fatto tutto da solo

DAL NOSTRO INVIATO CAPOTERRA «Me l'hanno lasciato morire. Come un cane, peggio di un cane». Nel piccolo tinello della casa popolare di via Sauro, cento metri dal Municipio-tomba dove Dino Manca è morto asfissiato, l'altra sera verso le dieci, dai fumi di un incendio che lui stesso aveva appiccato, la madre Teresa Baire non riesce a immaginare il futuro senza il suo figliolo. E neppure riesce a pensare a quel suo ragazzo di 39 anni diventato improvvisamente «troppo coraggioso per far cose che mai da solo avrebbe fatto». È forte la voce della donna. «No che non può essere andata così, Dino era con qualcuno, ieri sera. Non poteva, da solo, aver fatto tutto questo. L'hanno abbandonato, non hanno avuto il coraggio di aiutarlo». Un'ipotesi. Una verità raccontata con il cuore. Senza certezze. Difesa anche dal fratello Mariano. «L'ho sentito verso l'ora di pranzo, era allegro. In questo periodo non stava lavorando ma dopo aver fato il manovale fino a poche settimane fa in un'impresa di Cagliari fa era pronto per partire fuori dalla Sardegna. L'ho cercato anche altre volte ma non ha mai risposto al cellulare. Forse era con qualcuno, magari con le stesse persone con cui è entrato in Municipio. Dino non era uno stinco di santo ma era buono, non un delinquente. Eppoi non era coraggioso, ma chi se l'immagina tutto solo a spaccare vetrate e accendere un fuoco». Teresa Baire l'aveva visto per l'ultima volta alle sette del mattino, suo figlio. «Mi ha detto che andava in campagna a cercar asparagi e funghi da vendere, gli ho detto che avevo bisogno di medicine e ha promesso di rientrare per mezzogiorno per andare in farmacia. Non l'ho più visto». Neppure quando nel pomeriggio inoltrato sarebbe stato visto in via Sauro ubriaco fradicio, incapace quasi di reggersi in piedi. Ma in casa Dino Manca non ci ha messo piede. «Non scrivetelo, non è vero. Certo beveva, aveva cominciato a bere e molto, ma non era un tossicodipendente, Dino. Ve lo dice uno che la droga la conosce, che ha avuto un passato burrascoso e ha smesso», racconta Giovanni Atzori «Aveva sempre rifiutato la mia amicizia proprio per colpa della droga, mi diceva di smetterla. Amici lo siamo diventati quando con gli stupefacenti ho chiuso. Era un tipo allegro. Era semplice “ladro di polli”, non un criminale. Mi è difficile pensare che ubriaco com'era ieri sera sia riuscito a sollevare picconi e martelli e far tanto casino». A. PI.

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Bombola in fiamme davanti alla porta, fallisce l'attentato alla casa di un vigile Provincia di Cagliari quartu Attentato - fallito - ieri notte contro Paolo Falqui, 50 anni, agente della polizia municipale: qualcuno ha piazzato davanti alla sua casa una bombola di gas con il rubinetto aperto e un “serpente” di materiale infiammabile cosparso di carburante come miccia. Solo per merito di alcuni vicini, che si sono accorti delle fiammate, non si è assistito a una tragedia. È stato lo stesso vigile urbano, quando l'una era trascorsa da qualche minuto, a domare l'incendio prima che la bombola esplodesse con tutto il suo potenziale di devastazione. La zona è stata messa in sicurezza subito dopo dai vigili del fuoco, accorsi assieme agli agenti del Commissariato di polizia che hanno già inviato una prima informativa al sostituto procuratore di turno. L'atto intimidatorio al momento è avvolto dal mistero. Ieri nel commissariato gli interrogatori si sono susseguiti, ma per ora non c'è certezza su autori e movente. La bombola è stata sequestrata dagli agenti della polizia e consegnata agli esperti della Scientifica, che sono a caccia di impronte digitali e di qualsiasi altra traccia che possa consentire di risalire agli attentatori. Le prime indagini si concentrano sull'attività quotidiana che Falqui svolge nelle strade della città. Magari una vendetta per una contravvenzione, ma al momento non si è andati oltre le semplici ipotesi. Gli investigatori ritengono che gli attentatori siano giunti davanti alla casa, abbiano aspettato un momento di tranquillità per sistemare la bombola e la miccia, abbiano dato fuoco al cartone e siano poi fuggiti.

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Coprifuoco e saccheggi nel dramma dopo sisma Esteri Cile. Partita a fatica la macchina dell'emergenza SANTIAGO DEL CILE La presidente cilena Michelle Bachelet e il segretario di Stato Usa Hillary Clinton non se ne sono accorte, ma proprio mentre ieri parlavano insieme con la stampa, due scosse d'assestamento hanno fatto tremare Santiago: è il Cile del dopo-sisma, che ha fatto quasi 795 morti, cifra destinata inevitabilmente ad aumentare. Forse anche in modo consistente. Nella capitale e nelle zone del centro-sud in tanti punti devastati più dallo tsunami che dal terremoto una delle preoccupazioni maggiori restano gli aiuti, fronte sul quale le cose sembrano finalmente essere migliorate, e la situazione nella Concepcion dei saccheggi, dove la tensione rimane invece alta e confusa. La macchina dell'emergenza cilena è faticosamente partita, via terra ma soprattutto con gli aerei e, sulla costa, con due grosse navi che stanno portando ogni tipo di aiuti. In un modo o in un altro, i viveri e altri beni di prima necessità sono finalmente arrivati anche in gran parte delle località più remote, e isolate, colpite dal cataclisma. Per esempio, a Constitucion, da dove per tutto il giorno la tv ha mostrato l'immagini di due elicotteri che distribuivano 2 tonnellate di pacchi con cibo, acqua, latte. Sembrava una scena delle emergenze che spesso scattano in Africa, con la gente che circondava i due velivoli e chiedeva aiuto ai militari, oltre a protestare contro il governo centrale. L'arrivo dell'assistenza s'intreccia inevitabilmente con quello che è l'atro tema che preoccupa il governo e angoscia i cileni, e cioè la situazione a Concepcion dove è stata ampliata la durata del coprifuoco nella città maggiormente colpita dallo sciacallaggio, misura estesa da sei a 18 ore

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È morto per pochi spiccioli il ladro entrato in Municipio Prima Pagina Capoterra. I carabinieri escludono che avesse un complice Per i familiari Dino Manca aveva un complice. Ma le indagini dei carabinieri sembrano confermare l'ipotesi che il manovale, morto asfissiato dai fumi dell'incendio che aveva appiccato in Municipio dopo aver sfondato una finestra, abbia fatto tutto da solo. Senza complici e soltanto per riuscire a trovare qualche soldo. Oggi l'autopsia. A. PIRAS A PAGINA 7

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