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Mar 19, 2011 - Abstract. Purpose. This study was undertaken to evaluate the potential of multidetector computed tomography (MDCT) for multiplanar ...
Radiol med (2011) 116:657–666 DOI 10.1007/s11547-011-0663-z

HEAD AND NECK RADIOLOGY RADIOLOGIA DEL CAPO E DEL COLLO

Head and neck radiology: role of multidetector computed tomography in the evaluation of the tympanic canaliculus Ruolo della tomografia computerizzata multidetettore nella valutazione del canalicolo timpanico S. Mazziotti • S. Racchiusa • N. Settineri • S. Vinci • I. Salamone • I. Pandolfo Dipartimento di Scienze Radiologiche, Università degli Studi di Messina, Policlinico “G. Martino”, Via Consolare Valeria 1, 98100 Messina, Italy Correspondence to: S. Mazziotti, Via Consolare Pompea 1871, 98165 Messina, Italy, Tel.: +39-090-3973213, Fax: +39-090-2937427, e-mail: [email protected] Accepted: 26 November 2009 / Accepted: 15 December 2009 / Published online: 19 March 2011 © Springer-Verlag 2011

Abstract Purpose. This study was undertaken to evaluate the potential of multidetector computed tomography (MDCT) for multiplanar visualisation of the tympanic canaliculus both in healthy individuals and in patients affected by chronic inflammatory disease of the middle ear. Materials and methods. A preliminary study was performed on three dried skulls by placing a metal landmark inside the tympanic canal lumen with a view to optimising depiction by multiplanar CT. Subsequently, 50 patients were enrolled in a prospective study. Three of the 100 petrous pyramids studied were excluded owing to the presence of jugulotympanic glomus tumour with severe bone changes. Results. The entire course of the tympanic canaliculus was identified in 80/97 petrous pyramids (82.4%), 57 of which were normal (75.4% detection rate) and 40 pathological (90% detection rate). To assess the tympanic canaliculus in the pathological petrous pyramids and evaluate its possible role in the disease process, some qualitative criteria were introduced: canal enlargement, loss of margin sharpness, focal erosion of canal margins and presence of pathological tissue. Conclusions. MDCT represents the only technique allowing evaluation of the tympanic canal in vivo and with multiplanar images in a large number of cases (82.4%). Keywords Tympanic canaliculus · Middle ear · Multidetector CT

Riassunto Obiettivo. Scopo del nostro lavoro è stato valutare le possibilità della tomografia computerizzata (TC) multidetettore nella visualizzazione multiplanare del canalicolo timpanico, sia in condizioni normali che in corso di patologia infiammatoria cronica dell’orecchio medio. Materiali e metodi. Inizialmente, è stato realizzato uno studio basato sull’impiego di 3 crani secchi utilizzando un repere metallico nel lume del canalicolo timpanico al fine di ottimizzarne la visualizzazione TC multiplanare. Successivamente, sono stati reclutati prospetticamente 50 pazienti. Delle 100 rocche petrose studiate ne sono state escluse 3 per la presenza di tumore glomico timpanogiugulare con gravi alterazioni ossee. Risultati. Il canalicolo timpanico è stato identificato in tutto il suo decorso in 80/97 rocche petrose (82,4%), 57 normali (tasso di individuazione del 75,4%) e 40 patologiche (tasso di individuazione del 90%). La valutazione del canalicolo timpanico nelle rocche sede di patologia e pertanto un giudizio in merito alla sua eventuale compartecipazione al processo morboso, ha posto in essere la necessità di introdurre alcuni criteri qualitativi: slargamento del canalicolo, perdita della nettezza dei contorni, erosioni focali dei contorni del canalicolo, presenza di tessuto patologico. Conclusioni. La TC multidetettore rappresenta l’unica possibilità di valutare in vivo, in maniera multiplanare e con elevata frequenza (82,4%) il canalico timpanico. Parole chiave Canalicolo timpanico · Orecchio medio · TC multidetettore

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Introduction

Introduzione

Jacobson’s nerve (JN) represents the first efferent branch of the glossopharyngeal nerve above the plane of the jugular foramen [1, 2]. In fact, the JN originates from the inferior ganglion of the glossopharyngeal nerve, which lies at the level of the petrosal fossula, located at the level of the anterior border of the petrosal foramen. From that ganglion, the JN penetrates the skull base to reach the hypotympanum through the tympanic canaliculus (TC). Hence, the TC presents a distal inlet located lateral to the petrosal fossula and generally at the level of the caroticojugular spine or crest, a bony septation that separates the JN from the carotid canal (CC) (Fig. 1). The location of the TC inlet is, however, somewhat variable, as it may lie either at the level of border of the caroticojugular spine or anteriorly or posteriorly to it; it frequently has a central location, although it may also be found laterally or medially. From its inlet, the TC courses upwards within the caroticojugular spine towards the tympanic cavity. This course is characterised by significant lateromedial obliquity and less marked and variable anteroposterior obliquity. At the level of the tympanic cavity, the TC opens onto the lowermost portion of the hypotympanum, at the base of the promontory, in a position anteroinferior

Il nervo di Jacobson (NJ) rappresenta il primo dei rami ceduti dal nervo glossofaringeo (NGF) al di sopra del piano che identifica il forame giugulare (FG) [1, 2]. Il NJ origina, infatti, dal ganglio inferiore del NGF che è posto a livello della fossula petrosa, localizzata proprio al livello del contorno anteriore del forame omonimo. Dal suddetto ganglio il NJ penetra nel contesto del basicranio per raggiungere la cavità dell’ipotimpano, attraverso il canalicolo timpanico (CT). Il CT, pertanto, presenta un orifizio distale di ingresso posto lateralmente alla fossula petrosa, localizzato generalmente a livello della spina o lamina carotido-giugulare, sepimento osseo che separa il FG dal canale carotideo (CC) (Fig. 1). La sede dell’orifizio di ingresso del CT è, tuttavia, alquanto variabile, potendo collocarsi sia a livello del margine della spina carotido-giugulare, che anteriormente o posteriormente ad esso; più sovente in sede centrale, ma talvolta anche alquanto laterale o mediale. Dall’orifizio d’ingresso il CT si porta verso la cavità timpanica con decorso ascendente nel contesto dello spessore del setto carotido-giugulare. Tale decorso è caratterizzato da un significativo grado di obliquità latero-mediale e da un assai minore e variabile grado di obliquità in senso antero-posteriore. Al livello della cavità timpanica il CT si apre nella regione più declive dell’ipotimpano, alla base del promontorio, in sede antero-inferiore rispetto alla finestra rotonda. All’interno della cavità timpanica il NJ dà luogo al plesso timpanico caratterizzato da distribuzione sottomucosa, a carico della superficie timpanica del promontorio. Da quanto sopra, appare di tutta evidenza come il decorso complessivo del NJ sia suddividibile in un segmento intratimpanico costituito dal plesso omonimo e da un segmento infra-timpanico contenuto interamente nel CT. Va, infine, ricordato come il CT dia alloggio oltre che al NJ anche alla sottilissima arteria timpanica (AT). Il presente lavoro, eminentemente di tipo morfologico, è finalizzato a valutare le possibilità della tomografia computerizzata (TC) multistrato nella visualizzazione multiplanare del CT, segnatamente alle sue varianti anatomiche ed alle sue caratteristiche morfologiche, sia in condizioni normali che in corso di patologia infi ammatoria cronica dell’orecchio medio. In letteratura esistono solo sporadiche citazioni nelle quali è riportata l’immagine coronale del CT, senza peraltro alcuna indicazione di ordine tecnico e nelle quali si evidenzia l’importanza di distinguere il CT da eventuali rime di frattura [3–5]. Per il resto, nella letteratura, sia precedente alla introduzione della TC multidetettore, sia in quella più recente, il CT o non viene citato o ci si riferisce ad esso solo in termini di identificazione esclusivamente sul piano assiale, nelle immagini acquisite ad alta risoluzione [6–11].

Fig. 1 Anatomical photograph of a dried skull (view from the bottom). 1 jugular foramen; 2 caroticojugular septum; 3 carotid canal; long arrow inlet of the tympanic canal; short arrow petrosal fossula. Fig. 1 Foto anatomica di cranio secco (visione dal basso). 1, forame giugulare; 2, setto carotido-giugulare; 3, canale carotideo; freccia lunga, forame d’ingresso del canalicolo timpanico; freccia corta, fossula petrosa.

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to the round window. Inside the tympanic cavity, the JN forms the tympanic plexus, characterised by submucosal location on the tympanic surface of the promontory. It is clear from this description that the overall course of the JN may be subdivided into an intratympanic segment, represented by the tympanic plexus, and an infratympanic segment, completely enclosed in the TC. Finally, it should be remembered that, along with the JN, the TC also houses the extremely thin tympanic artery. This morphological study was aimed at assessing the potential of multidetector computed tomography (MDCT) for multiplanar imaging of the TC, in particular, as regards its anatomical variations and its morphological features, both in the normal ear and in chronic inflammatory middleear disease. To our knowledge, only few published citations exist on coronal imaging of the TC; they do not, however, provide any technical indications or highlight the importance of differentiating the TC from fracture lines [3–5]. Besides these citations, in papers published before or after the introduction of MDCT, the TC is either not mentioned at all or only referred to in terms of detection in the axial plane in high-resolution images [6–11].

Materials and methods This study consisted of two phases: a preparatory phase and a phase focusing on clinical application. Phase 1 To determine beforehand the most effective technique for multiplanar imaging of the TC in living individuals, we conducted a study on three dried skulls in which a very thin copper wire was placed as a landmark in the TC lumen to facilitate its detection. All examinations were performed with a 16-channel system (Sensation 16, Siemens, Erlangen, Germany) with the following technical parameters: collimation 0.75 mm, pitch 0.55 mm, FOV 300 mm, reconstruction increment 0.5 mm, high-resolution bone filter. Axial acquisitions were obtained without gantry rotation (gantry angle=0°). Postprocessing procedures included the following: para-axial oblique reconstruction in a plane with 15°–20° inclination approximately, oriented along the basal or canthomeatal line. This expedient is essential for correct axial depiction of the jugular foramen, which generally has the same inclination angle. The images allowed ready detection of the caroticojugular spine, an anatomical landmark that is fundamental for locating the TC inlet (Fig. 2). In fact, the reconstruction plane for paracoronal depiction of the TC was oriented in that direction (Fig. 3a,b). On the paracoronal image, a further oblique parasagittal recon-

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Materiali e metodi La metodologia di impostazione del lavoro ha previsto due fasi: un primo approccio di ordine preparatorio, propedeutico alla seconda fase focalizzata all’applicazione clinica. Prima fase Al fi ne di determinare preventivamente la tecnica più effi cace per dimostrare in maniera multiplanare il CT nel vivente, è stato realizzato uno studio basato sull’impiego di 3 crani secchi nei quali, al fi ne di facilitarne la individuazione, il CT è stato evidenziato ponendo nel suo lume un repere metallico rappresentato da un sottilissimo fi lo di rame. Tutti gli esami sono stati eseguiti con apparecchiatura con 16 canali di lettura (Sensation 16, Siemens, Erlangen, Germania) con i seguenti parametri tecnici: collimazione: 0,75 mm, pitch: 0,55 mm, campo di vista (FOV): 300 mm, indice di ricostruzione: 0,5 mm, fi ltro ad alta risoluzione per l’osso. L’acquisizione sul piano assiale è stata eseguita senza alcuna angolazione del gantry (inclinazione del gantry=0°). Le procedure di elaborazione post-processing sono state le seguenti: ricostruzione para-assiale obliqua secondo un piano con inclinazione di circa 15°–20°, orientato secondo la linea basale o canto-meatale. Tale accorgimento risulta indispensabile per una corretta rappresentazione assiale del forame giugulare che, come è noto, si dispone generalmente secondo un analogo grado di obliquità. Le immagini così ottenute hanno permesso l’agevole individuazione della spina carotido-giugulare, repere anatomico fondamentale per localizzare l’orifi zio di ingresso del CT (Fig. 2). Su di esso, infatti, è stato orientato il successivo piano di ricostruzione fi nalizzato alla rappresentazione paracoronale del CT (Fig. 3a,b). Sull’immagine para-coronale così ottenuta è stato successivamente realizzato un ulteriore piano di ricostruzione parasagittale obliquo per valutare il decorso e l’orientamento in senso antero-posteriore del canalicolo (Fig. 3c,d). Seconda fase La seconda fase dello studio ha previsto la rigorosa applicazione, sia nel momento della acquisizione che del trattamento post-processing, della metodologia defi nita nella fase preliminare. È stata presa in esame una casistica di 50 pazienti (28 maschi, 22 femmine, di età compresa tra i 20 ed i 74 anni) reclutati prospetticamente, in quanto candidati ad esame tomodensitometrico del temporale per sospetta o accertata patologia cronica dell’orecchio medio. Quindici pazienti erano affetti da otite cronica non colesteatomatosa, 18 da otite colesteatomatosa di cui 4 portatori degli esiti di pregresso intervento di antro-atticotomia con timpanoplastica (tre con fl ogosi della cavità chirurgica ed uno con

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ripresa di malattia colesteatomatosa). Quattordici pazienti all’esame tomodensitometrico sono risultati esenti da alterazioni a carico dell’orecchio medio. Tre pazienti, infi ne, sono venuti alla nostra osservazione con il fondato sospetto clinico-otoscopico di tumore glomico timpano-giugulare, successivamente confermato. Delle 100 rocche petrose studiate, pertanto, ne sono valutate ai fi ni del presente studio solo 97 (57 normali e 40 patologiche) in quanto le tre, nelle quali si è confermata la presenza del tumore glomico timpano-giugulare, sono state escluse, stante le gravi alterazioni ossee presenti nell’area del CT. Analisi statistica

Fig. 2 Oblique axial reconstruction on dried skull. 1 jugular foramen; 2 carotid canal; long arrow tympanic canal inlet; short arrow petrosal fossula. Fig. 2 Ricostruzione assiale obliqua su cranio secco. 1, forame giugulare; 2, canale carotideo; freccia lunga, forame d’ingresso del canalicolo timpanico; freccia corta. fossula petrosa.

struction plane was obtained to evaluate the course and anteroposterior orientation of the TC (Fig. 3c,d). Phase 2 The second phase involved rigorous application of the methodology defined in phase 1, both during image acquisition and post-processing. We prospectively recruited 50 patients (28 men, 22 women; age range 20–74 years) who were candidates for CT studies of the temporal bone due to suspected or proven chronic middle ear disease. Fifteen patients were affected by chronic noncholesteatomatous otitis and 18 by cholesteatomatous otitis, four of whom had previously undergone antroatticotomy followed by tympanoplasty reconstruction (three with inflammation of the surgical cavity and one with recurrent cholesteatomatous disease). Fourteen patients had no evidence of middle ear alteration. Three other patients were studied due to a strong clinical–otoscopic suspicion of jugulotympanic glomus tumour, which was subsequently confirmed. Therefore, of the 100 petrous pyramids examined, only 97 (57 normal and 40 pathological) were included in this study, as the three cases with a confirmation of jugulotympanic glomus tumour were excluded owing to severe bone changes in the TC region. Statistical analysis All statistical analyses were performed using the SPSS 10.0

Tutte le analisi statistiche sono state effettuate utilizzando il pacchetto software Statistical Package for the Social Sciences (SPSS) 10.0 (SPSS, Inc., Chicago, IL). Sono stati considerati statisticamente significativi valori di p0,1). In tutti i pazienti operati (n=4) si è rilevata la alterazione del CT.

Discussione Dalla analisi dei risultati ottenuti è possibile affermare che la TC multidetettore rappresenta l’unica possibilità di valutare in vivo, in maniera multiplanare e con elevata frequenza (80,4%), il CT. Fino ad oggi la descrizione del CT era affidata alla letteratura anatomica, che basava le proprie valutazioni sull’impiego di tecniche di dissezione. La suddetta considerazione spiega, verosimilmente, le differenze di lunghezza del CT riscontrate nel nostro lavoro, che appaiono minori (media di 7,3 mm) rispetto a quelle riferite dagli studi anatomici (media 9,5 mm). Tali discrepanze, peraltro trascurabili, sono da ricondursi in prima ipotesi, oltre che alla differente metodologia di misura, anche ai diversi reperi anatomici posti alla base delle due modalità di approccio. Nelle dissezioni anatomiche, infatti, nella misura del CT viene anche inclusa la regione della fossula petrosa. Il nostro studio trova, per converso, perfetta coincidenza con le analisi anatomiche nella documentazione dei due gradi di obliquità del CT (in senso latero-mediale ed antero-posteriore) con una precisa quantifi cazione degli angoli stessi. Bisogna sottolineare, peraltro, che, nella nostra casistica, in un non trascurabile numero di casi, il CT non presentava alcuna inclinazione antero-posteriore, decorrendo pressoché parallelo (a 0°) al piano frontale. Tale variante di decorso non risulta essere descritta in alcun studio anatomico.

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Fig. 5a,b Hyperpneumatisation of the infratympanic cells. a In the paracoronal oblique reconstruction, infratympanic cells extend to the caroticojugular septum (long arrow). b This anatomical feature does not allow visualisation of the tympanic canal in the paracoronal oblique reconstruction. Short arrow indicates the promontory. Fig. 5a,b Iperpneumatizzazione delle cellule infratimpaniche. a Nella ricostruzione paracoronale obliqua le cellule infratimpaniche pneumatizzano il setto carotido-giugulare (freccia lunga). b Tale condizione anatomica nella ricostruzione paracoronale obliqua non consente la visualizzazione del canalicolo timpanico. La freccia corta indica il promontorio.

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pathological pyramids was considered sites of alterations. No significant difference was found in the incidence of altered TC in patients with chronic cholesteatomatous or noncholesteatomatous otitis (p>0.1). Altered TC were identified in all patients undergoing surgery (n=4).

Discussion Analysis of the results shows that MDCT is the only possible technique providing a multiplanar depiction of the TC, with high detection rates (80.4%). Until recently, description of the TC was the remit of anatomical studies that based their evaluation on the use of dissection techniques. Most probably, this accounts for the differences in TC length found in our study, which is less (mean 7.3 mm) than reported in anatomical studies (mean 9.5 mm). These small differences are due to the different measurement techniques and anatomical landmarks used by the two approaches. In fact, the measurement of TC length at anatomical dissection is inclusive of the petrosal fossula. By contrast, our results coincide perfectly with anatomical studies with regard to the finding of the two degrees of TC inclination (lateromedial and anteroposterior), with precise quantification of the angles. On the other hand, in a nonnegligible proportion of individuals, the TC had no anteroposterior inclination and coursed almost parallel (0°) to the frontal plane. This variation in course has not been described in any anatomical study. Another consideration emerging from our study is the difficulty detecting the TC in the presence of extreme pneu-

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Fig. 6 Paracoronal reconstruction. Tympanic canal (arrow) appears enlarged, with ill-defined margins and loss of cortical bone appearance. Fig. 6 Ricostruzione paracoronale. Il canalicolo timpanico (freccia) appare slargato ed a contorni sfumati con perdita della corticalizzazione.

Un’altra considerazione derivata dal presente lavoro è rappresentata dalla diffi coltà di individuare il CT in presenza di eccessiva pneumatizzazione delle cellule infratimpaniche. Tale problematica trova riscontro anche nella letteratura non radiologica, poiché la suddetta condizione rappresenta un ostacolo anche in corso di dissezione anatomica, oltre che durante le manovre chirurgiche fi nalizzate alla resezione del NJ così che, sovente, in presenza di iperpneumatizzazione infra-timpanica la procedura debba essere abbandonata. Interessanti risultano anche le considerazioni

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Fig. 7a Coronal oblique reconstruction showing irregular enlargement of the tympanic canal, appearing with undefined margins and hardly appreciable erosions (arrow). b These findings are also evident in the parasagittal reconstruction (arrow). Fig. 7a Ricostruzione paracoronale che dimostra irregolare slargamento del canalicolo timpanico che presenta contorni sfumati con fi nissimi fenomeni erosivi (freccia). b Il suddetto reperto è bene evidente anche nella ricostruzione parasagittale (freccia).

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Fig. 8a Patient with granulomatous chronic otitis. A moderate amount of pathological tissue can be seen at the inlet of the tympanic canal in the coronal oblique reconstruction (short arrow). The tympanic canal appears significantly enlarged (long arrow). b Postsurgery patient: Coronal oblique reconstruction showing an enlarged tympanic canal with marginal erosions (long arrow) and presence of pathological tissue (short arrow). Fig. 8a Paziente portatore di otite cronica granulomatosa. Si rileva nella ricostruzione paracoronale obliqua una modesta quantità di tessuto patologico a livello dell’orifi zio prossimale del canalicolo timpanico (freccia corta), quest’ultimo appare signifi cativamente slargato (freccia lunga). b Paziente operato. Ricostruzione paracoronale. Il canalicolo timpanico risulta slargato, con erosioni marginali (freccia lunga) e presenza di tessuto patologico (freccia corta).

matisation of the infratympanic cells. This problem has also been highlighted in nonradiological studies, as the condition hampers anatomical dissection as well as surgical manoeuvres aimed at JN resection, leading to interruption of the procedure in the presence of infratympanic hyperpneumatisation. Our findings regarding pathological TC are also interesting. TC involvement is very frequent (61.1%) in the presence of inflammation, without significant differences between chronic cholesteatomatous and noncholesteatomatous otitis. This is probably due to the very low position of the TC, which facilitates and prolongs the contact of the products of inflammation and inflamed tissues with the tympanic opening of the canaliculus. Canal enlargement, wall erosion, sclerosis etc. are the morphological manifestations of this condition, and they explain why TC detection and depiction are easier in pathological compared with normal conditions (90% vs. 74.7%). It is clear that TC involvement is correlated with JN and/ or tympanic artery involvement. In fact, TC changes in the presence of glomus tumours and congenital vascular abnormalities are well known. The former are caused by a proliferation of cells of the nonchromaffin paraganglial system, which are present in a quantitatively significant amount (almost one fifth of the total) along the intracanalicular course of the JN. In the presence of congenital vascular abnormalities (persistent stapedial artery, etc.), alteration of the canaliculus is secondary to the abnormal dilatation of the tympanic artery. Conversely, TC alterations and JN involvement in the presence of inflammatory changes are

in merito alla analisi del CT in condizioni patologiche. Il coinvolgimento del CT risulta assai frequente (61,1%) in presenza di patologia flogistica, senza alcuna differenza significativa tra otite cronica colesteatomatosa e non colesteatomatosa. Ciò verosimilmente in ragione della sua sede estremamente declive che facilita e prolunga il contatto dei prodotti della infiammazione e del tessuto flogistico con lo sbocco timpanico del canalicolo. Lo slargamento del canale, la erosione delle sue pareti, i fenomeni di sclerosi, ecc., rappresentano la esemplificazione morfologica consequenziale di tale situazione e spiegano anche i motivi per cui, in condizioni patologiche, la individuazione e la rappresentazione del CT risultino più agevoli e con un tasso di visibilità maggiore rispetto al normale (90% vs. 74,7%). Appare di tutta evidenza come l’interessamento del CT sia correlata al coinvolgimento del NJ e/o della AT. Le alterazioni del CT in presenza di tumori glomici e di anomalie vascolari congenite sono, infatti, ben note. Le prime sono secondarie alla proliferazione delle cellule dell’apparato non cromaffi ne paragangliare, che si localizzano in maniera quantitativamente non trascurabile (circa un quinto del totale) lungo il decorso intra-canalicolare del NJ. In presenza di alterazioni vascolari congenite (persistenza dell’arteria stapediale, ecc.) la alterazione del canalicolo risulta secondaria alla abnorme ectasia dell’arteria timpanica. Per converso le alterazioni del CT e quindi il coinvolgimento del NJ in presenza di alterazioni flogistiche sono meno conosciute e comunque del tutto assenti nella letteratura radiologica. Il NJ rappresenta uno dei rami terminali del NGF ed è pertanto deputato a diverse funzioni nell’ambito delle atti-

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less well known and completely lacking from the radiological literature. The JN represents one of the terminal branches of the glossopharyngeal nerve and has therefore several parasympathetic neurovegetative functions [2, 9]. It contributes to the regulation of parotid secretion, and this is why in the past it was frequently resected to control all pathological conditions caused by salivary dysfunction (Frey’s syndrome, chronic sialoadenitis, etc.). In addition, there seems to be a (not completely clear) correlation between JN dysfunction and tinnitus, another disorder that was often successfully treated with JN resection. Finally, the role played by the JN in endotympanic pressure regulation is also interesting from an anatomical–functional viewpoint. Anatomical studies, supported by electromyographic findings, have shown that fibres from the JN and the tympanic plexus participate in this function by way of synapses at the level of the pons, from which other efferent fibres regulate the tone and function of the elevator and constrictor muscles of the auditory tube. Given that our study focused mainly on morphological aspects of the TC, no correlation emerged between the alterations identified and the above functional aspects. Analysis of our results did not take into consideration possible correlations with those clinical aspects (tinnitus, salivary function alterations, disease duration, etc.) that could have confirmed or denied the role of JN alterations in the origin and natural history of inflammatory diseases of the middle ear. In this perspective, our study was preliminary and preparatory to another study aimed at analysing JN alterations and their correlation with such clinical aspects.

vità neuro-vegetative ad impronta parasimpatica [2, 9]. Esso risulta, infatti, attivo nella regolazione dell’attività secretoria della ghiandola parotide così che la sua resezione, nel passato, è stata largamente praticata per controllare tutte quelle condizioni patologiche correlate a disfunzioni della funzione salivare (sindrome di Frey, scialoadeniti croniche, ecc.). Sembra, inoltre, esservi una correlazione (peraltro non chiara) tra la disfunzione del NJ e l’insorgenza di tinnito. Anche tale disturbo nel passato è stato, infatti, trattato, sovente con successo, mediante la resezione del NJ. Molto interessante dal punto di vista anatomo-funzionale risulta, infine, il ruolo svolto dal NJ nella regolazione della pressione endotimpanica. Studi anatomici, confortati dal riscontro elettromiografico, hanno dimostrato, infatti, come contingenti di fi bre del NJ e dal plesso timpanico intervengano in tale funzione mediante collegamenti sinaptici a livello del ponte, dal quale altre fibre efferenti sono in grado di regolare il tono e la funzionalità dei muscoli elevatore e costrittore della tuba. Poiché il presente lavoro ha inteso focalizzare principalmente gli aspetti morfologici relativi al CT, da esso non sono emerse correlazioni tra le alterazioni documentate ed i suddetti aspetti funzionali. Nell’analisi dei risultati, infatti, non sono state prese in considerazione le possibili correlazioni con quegli aspetti clinici (presenza di tinnito, alterazioni della funzione salivare, durata della malattia, ecc.), che avrebbero potuto confermare o smentire il ruolo della alterazione del NJ nella confi gurazione e nella storia naturale della patologia fl ogistica dell’orecchio medio. In questa ottica il lavoro riveste un signifi cato propedeutico e del tutto preliminare ad un ulteriore studio focalizzato ad analizzare le alterazioni del NJ in stretta correlazione con gli aspetti clinici di cui sopra.

Conflict of interest None

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