IL SEGNO DELLA STORIA - Scuolabook

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IL SEGNO DELLA STORIA. B. Età guerr ... Capitolo 1 LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA. 10 .... Il laboratorio dello storico La foto simbolo della crisi. 164.
187 mm

1970

1980

1990

2000

IL SEGNO DELLA STORIA SECONDO BIENNIO

Guerra fredda

VOLUME 1

VOLUME 2

VOLUME 3

Dall’XI secolo alla metà del Seicento + Lezioni di Cittadinanza e Costituzione 978 88 395 3384 5

Dalla metà del Seicento alla fine dell’Ottocento 978 88 395 3385 2

Il Novecento e il mondo contemporaneo 978 88 395 3386 9

Giovanni De Luna

Il volume 1 è anche disponibile senza il volumetto Lezioni di Cittadinanza e Costituzione 978 88 395 1540 7

3. Il Novecento e il mondo contemporaneo

È il “sistema aperto” di prodotti e servizi per l’attività didattica, che parte dal libro di testo e ne amplifica le potenzialità formative grazie alla tecnologia digitale.

DIGILIBRO • Il materiale online del libro misto secondo le disposizioni di legge Quest’opera, secondo le disposizioni di legge, ha forma mista cartacea e digitale, è parzialmente disponibile in internet e rimarrà immutata, nella sua parte cartacea, per il periodo di tempo indicato dalle normative. Per la durata di vita dell’edizione saranno periodicamente resi disponibili materiali di aggiornamento.

Crollo dell’URSS e dell’Europa comunista

Le parti dell’opera disponibili online sono: • slideshow • verifiche e mappe interattive • sintesi audio di fine capitolo • ulteriori schede di approfondimento • ulteriore repertorio di fonti e di brani storiografici • sezioni “Passato Presente” • sezioni interdisciplinari di “Storia e letteratura” Per accedere ai materiali, collegarsi al sito www.digilibro.pearson.it

Seconda repubblica italiana

LIMBOOK • Il libro sfogliabile e interattivo con materiali multimediali per fare lezione con la LIM o con PC e videoproiettore

Quest’opera è dotata di materiali digitali per la Lavagna Interattiva Multimediale (LIM) a disposizione del docente. Oltre alla versione sfogliabile del libro, sono proposti ulteriori strumenti per la lezione: • linee del tempo interattive • carte geopolitiche attive • videointerviste agli autori del manuale • audio-video “Lo storico racconta” su eventi cruciali della storia • filmati di vario genere (storici, documentari, spezzoni filmici ecc.) • slideshow • verifiche e mappe interattive • sintesi audio di fine capitolo • lezioni interattive • lezioni in PowerPoint personalizzabili

Globalizzazione

eTEXT • La versione digitale scaricabile da internet Quest’opera è acquistabile anche nella versione digitale, sul sito www.scuolabook.it

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8 97 88 5 39 86

33

G. De Luna M. Meriggi IL SEGNO DELLA STORIA - Vol. 3

9

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato) è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE GRATUITO fuori campo I.V.A. (D.P.R. 26.10.1972, n. 633, art. 2, comma 3, lett. d). Vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 e 4, L.633/1941.

€ 30,50

1920

1930

1940

1950

Belle époque

Età giolittiana

Prima guerra mondiale

Fascismo

Stalinismo

Nazismo

Seconda guerra mondiale Ricostruzione del dopoguerra

© Pearson Italia spa

Pearson Digital System

1910

SECONDO I NUOVI PROGRAMMI

IL SEGNO DELLA STORIA

Movimenti di protesta del Sessantotto

Marco Meriggi

IL SEGNO DELLA STORIA

Lezioni di Cittadinanza e Costituzione è anche vendibile separatamente 978 88 395 1547 6

Boom economico italiano

187 mm

1900

Marco Meriggi

Decolonizzazione

QUINTO ANNO

197 mm

Giovanni De Luna

1960

26 mm

978 88 395 33869

1950

197 mm

Inizio della guerra fredda

9 788839 533869

9788839533869_cop.indd 1

03/02/12 10.09

Giovanni De Luna

Marco Meriggi

IL SEGNO DELLA STORIA

© Pearson Italia spa

3. Il Novecento e il mondo contemporaneo

EAN 9788839533869

86pv-3frz-az8y

978 88 395 33869

Coordinamento editoriale: Chiara Sottile Revisione del testo, redazione e ricerca iconografica: Stefania Bessone Progetto grafico e copertina: Sunrise Advertising, Torino Coordinamento grafico: Cinzia Marchetti Impaginazione elettronica: Essegi, Torino Cartografia: Andrea Mensio Controllo qualità: Cinzia Marchetti Segreteria di redazione: Enza Menel

Giovanni De Luna è autore dell’intero volume. Chiara Colombini ha curato l’aggiornamento scientifico e didattico del testo. Barbara Garofani e Francesco Scalambrino hanno curato la realizzazione delle sezioni Verso l’esame di Stato. Si ringrazia la professoressa Paola Grandis per la consulenza didattica sul testo.

In copertina: radio d’epoca, xx secolo © Fotolia

© Pearson Italia spa

Tutti i diritti riservati © 2012, Pearson Italia, Milano - Torino Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.aidro.org

Stampato per conto della casa editrice presso Ecobook s.r.l., Rho (MI), Italia Ristampa 0 1 2 3 4 5 6 7 8

Anno 12 13 14 15 16 17

INDICE GENERALE

Introduzione alla storia contemporanea

2

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA La società di massa

6

SEZIONE 1

VERSO UN NUOVO SECOLO Capitolo 1 LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA 1.1 La seconda rivoluzione industriale

10

1.2 Colonialismo e imperialismo

14 16

ANALIZZARE LA FONTE

L’Europa alla conquista dell’Africa

1.3 Il mondo delle potenze imperialiste

19

1.4 Le nazioni e il nazionalismo

23 24

ORIENTARSI TRA I CONCETTI

Stato, economia e politica all’inizio del Novecento

1.5 Socialismo e rivoluzione ANALIZZARE LA FONTE

© Pearson Italia spa

10

L’azione politica del proletariato

1.6 Religione e scienza La difesa dei lavoratori nella Rerum novarum Il razzismo

ANALIZZARE LA FONTE APPROFONDIRE

1.7 Il sistema politico internazionale: dalla pace alla guerra Il laboratorio dello storico Immagini del colonialismo

MAPPA SINTESI

26 28 30 32 34 35 38 40 41

III

INDICE GENERALE

Capitolo 2 L’ETÀ GIOLITTIANA 2.1 Le trasformazioni economiche e sociali APPROFONDIRE

Cartelloni e manifesti: nasce la pubblicità

2.2 La guerra di Libia e la crisi politica Gli schieramenti politici italiani in età giolittiana La guerra fa grande l’Italia La guerra fa ricca la borghesia

ORIENTARSI TRA I CONCETTI ANALIZZARE LA FONTE ANALIZZARE LA FONTE

42 42 45 49 51 52 53

Intervista impossibile a Giovanni Giolitti

54

Il laboratorio dello storico Le immagini del lavoro operaio

56

MAPPA SINTESI

58 59

Inclusione Esclusione L’emigrazione transoceanica

60

ESERCIZI IL DIBATTITO DEGLI STORICI La Belle époque, un’età di forti contrasti VERSO L’ESAME DI STATO Leggere e interpretare un saggio

64 67 74

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Il Novecento e la guerra

78

SEZIONE 2 © Pearson Italia spa

LA GRANDE GUERRA E LE SUE CONSEGUENZE Capitolo 3 LA PRIMA GUERRA MONDIALE 3.1 Le cause della Grande guerra Le premesse della guerra

82 84

3.2 Le difficoltà degli imperi multinazionali

85

3.3 I protagonisti fuori dall’Europa

89

ORIENTARSI TRA I CONCETTI

IV

82

INDICE GENERALE

3.4 L’inizio della guerra Gli Stati belligeranti La guerra del Giappone

ORIENTARSI TRA I CONCETTI APPROFONDIRE

3.5 Una guerra inedita Gli orrori della guerra ORIENTARSI TRA I CONCETTI Una guerra di tipo nuovo ANALIZZARE LA FONTE

3.6 Il 1917, la rivoluzione in Russia e l’intervento in guerra degli Stati Uniti ANALIZZARE LA FONTE

I Quattordici punti

98 100 104 105 107

3.7 L’Italia in guerra

108

3.8 Dalla guerra alla pace

110

Il laboratorio dello storico Fotografare la guerra

MAPPA SINTESI

114 116 117

Inclusione Esclusione La trincea

118

Capitolo 4 IL PRIMO DOPOGUERRA

122

4.1 I problemi aperti ORIENTARSI TRA I CONCETTI

I problemi del dopoguerra in Europa

122 127

4.2 L’Europa dei vincitori: la Francia e il Regno Unito

127

4.3 L’Europa degli sconfitti: l’Austria e la Germania di Weimar

130

4.4 Gli “anni folli” degli Stati Uniti

134 135 137

Il Ku Klux Klan ANALIZZARE LA FONTE Un mondo luccicante APPROFONDIRE

4.5 Il dopoguerra in Asia e in Medio Oriente ANALIZZARE LA FONTE

La forza della verità

4.6 Il dopoguerra in Africa e in America Latina APPROFONDIRE

La rivoluzione demografica

Il laboratorio dello storico La nascita del jazz

MAPPA SINTESI

© Pearson Italia spa

91 91 97

5.1 1929: l’inizio della crisi La crisi del 1929

5.2 La reazione alla crisi negli Stati Uniti: il New Deal ORIENTARSI TRA I CONCETTI

146 146 148 150 151

Capitolo 5 LA GRANDE CRISI ORIENTARSI TRA I CONCETTI

138 142

Il New Deal

152 152 156 157 160

V

INDICE GENERALE

5.3 La crisi in Gran Bretagna e in Francia La condizione operaia dopo la crisi

160 162

Il laboratorio dello storico La foto simbolo della crisi

164

APPROFONDIRE

MAPPA

166

SINTESI

167

ESERCIZI

168

IL DIBATTITO DEGLI STORICI La Grande guerra e l’esperienza della modernità

174

VERSO L’ESAME DI STATO Scrivere un saggio breve

180

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Il totalitarismo

184

SEZIONE 3

L’ETÀ DEI TOTALITARISMI Capitolo 6 LE ORIGINI DEL FASCISMO 19191926 6.1 Il primo dopoguerra in Italia APPROFONDIRE

Sistema elettorale maggioritario e sistema proporzionale

191

6.3 I partiti e le masse

194

La situazione politica in seguito alle elezioni del 16 novembre 1919

6.4 La nascita del fascismo

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188 189

6.2 Il biennio rosso: 1919-1920 ORIENTARSI TRA I CONCETTI

APPROFONDIRE

Gli arditi del popolo

196 197 199

6.5 La presa del potere

202

6.6 La costruzione dello Stato totalitario

204 205

ANALIZZARE LA FONTE

Il discorso del 3 gennaio 1925

Il laboratorio dello storico Autoritratto di un regime

MAPPA SINTESI VI

188

210 212 213

INDICE GENERALE

Capitolo 7 LA RUSSIA DALLA RIVOLUZIONE ALLO STALINISMO 7.1 Dalla rivoluzione di febbraio alla rivoluzione d’ottobre I menscevichi e i bolscevichi ANALIZZARE LA FONTE Le Tesi di aprile ORIENTARSI TRA I CONCETTI La rivoluzione in Russia APPROFONDIRE

7.2 La costruzione dell’Unione Sovietica ORIENTARSI TRA I CONCETTI ORIENTARSI TRA I CONCETTI

Dal comunismo di guerra alla nep La Russia tra il 1918 e il 1922

7.3 Il totalitarismo sovietico: lo stalinismo APPROFONDIRE

I falsi totalitari

MAPPA SINTESI

Capitolo 8 IL NAZIONALSOCIALISMO IN GERMANIA 8.1 L’ascesa al potere di Hitler Le analogie tra il fascismo e il nazismo ORIENTARSI TRA I CONCETTI Crisi economica e ascesa del nazismo APPROFONDIRE

8.2 Lo Stato totalitario nazista ANALIZZARE LA FONTE

Le leggi di Norimberga

8.3 La politica economica e la spinta verso la guerra Il laboratorio dello storico Radio e propaganda

MAPPA SINTESI

9.1 L’organizzazione del regime ORIENTARSI TRA I CONCETTI

L’organizzazione dello Stato fascista

9.2 Il Partito unico

220 223 225 225 226 230 231

232 232 234 235 236 241 242 244

ANALIZZARE LA FONTE

Un rapporto dell’ovra

9.4 La cultura e la società Le motivazioni del “rifiuto dei dodici”

9.5 La politica economica ORIENTARSI TRA I CONCETTI

La grande crisi e la politica economica italiana

9.6 La politica estera La politica estera del fascismo La Dichiarazione della razza

ORIENTARSI TRA I CONCETTI ANALIZZARE LA FONTE

248 248 253 253

9.3 L’antifascismo

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214 216 217 219

246 247

Capitolo 9 IL REGIME FASCISTA 19261939

APPROFONDIRE

214

255 256 258 258 263 265 266 269 271

VII

INDICE GENERALE

Intervista impossibile a Benito Mussolini

272

Il laboratorio dello storico Vecchia guardia: l’autocelebrazione del regime fascista

274

MAPPA SINTESI

276 277

Inclusione Esclusione Le leggi razziali del 1938

278

Inclusione Esclusione Il ruolo della Chiesa

282

ESERCIZI

286

IL DIBATTITO DEGLI STORICI Totalitarismi a confronto

292

VERSO L’ESAME DI STATO Leggere e scrivere un articolo di giornale

299

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Gli eccessi della guerra novecentesca

304

SEZIONE 4

LA SECONDA GUERRA MONDIALE Capitolo 10 IL MONDO ALLA VIGILIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE 10.1 Gli anni Trenta: il Giappone e la Cina ORIENTARSI TRA I CONCETTI

Le premesse dell’espansione imperialistica giapponese

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10.2 Il mondo coloniale e l’America Latina tra crisi economica e spinte all’indipendenza 10.3 La guerra di Spagna APPROFONDIRE APPROFONDIRE

Terza internazionale e fronti popolari Democrazie e dittature tra le due guerre

10.4 Verso la guerra mondiale Lo spazio vitale APPROFONDIRE La politica dell’appeasement ORIENTARSI TRA I CONCETTI La crisi del sistema politico internazionale (1935-1939) ANALIZZARE LA FONTE

VIII

308 308 310 315 319 320 325 326 327 330 331

INDICE GENERALE

Il laboratorio dello storico Terra e Libertà: la guerra civile spagnola e il crollo del comunismo

MAPPA SINTESI

334 335

Capitolo 11 LA SECONDA GUERRA MONDIALE 19391942 11.1 L’attacco nazista Radio Londra ANALIZZARE LA FONTE L’appello di De Gaulle APPROFONDIRE

11.2 L’Italia in guerra ORIENTARSI TRA I CONCETTI

L’intervento italiano

336 336 337 338 341 342

11.3 La guerra totale

343

11.4 La guerra nel Pacifico

347

Il laboratorio dello storico Propaganda e odio razziale

MAPPA SINTESI

12.1 Lo sterminio degli ebrei APPROFONDIRE

350 352 353

Capitolo 12 LA SECONDA GUERRA MONDIALE 19421945 Soluzione finale, Olocausto, Shoah, genocidio

354 354 359

12.2 La svolta nel conflitto: le prime sconfitte dell’Asse

360

12.3 Il crollo del fascismo e la Resistenza in Italia

362 363 365

I fronti di guerra dell’Italia (1940-1943) Vivere sotto le bombe

ORIENTARSI TRA I CONCETTI APPROFONDIRE

12.4 Lo scontro finale ANALIZZARE LA FONTE

© Pearson Italia spa

332

Un lampo su Hiroshima

370 374

Intervista impossibile a Adolf Eichmann

376

Il laboratorio dello storico Shoah, le fotografie dell’indicibile

378

MAPPA SINTESI

380 381

Inclusione Esclusione Tempo di guerra

382

ESERCIZI

386

IL DIBATTITO DEGLI STORICI La guerra totale

390

VERSO L’ESAME DI STATO Scrivere un tema di argomento storico e un saggio breve (o un articolo di giornale)

396

IX

INDICE GENERALE

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Il sistema internazionale tra guerra e speranze

400

SEZIONE 5

DALLA GUERRA FREDDA ALLE SVOLTE DI FINE NOVECENTO Capitolo 13 L’INIZIO DELLA GUERRA FREDDA

404

13.1 Il mondo alla fine della guerra

404

13.2 Le origini della guerra fredda

407 408 411

La contrapposizione usa-urss Guerra e tecnologia: la corsa agli armamenti nucleari

ORIENTARSI TRA I CONCETTI APPROFONDIRE

13.3 Gli Stati Uniti, capofila del blocco occidentale 13.4 L’Europa occidentale nella sfera di influenza statunitense L’aiuto economico degli Stati Uniti Il ricatto economico degli Stati Uniti L’eccezionale ripresa economica tedesca e il dibattito storiografico

411 415

ANALIZZARE LA FONTE APPROFONDIRE

13.5 L’URSS e i paesi comunisti APPROFONDIRE

Lo zdanovismo

13.6 La Cina dalla guerra civile alla repubblica popolare ORIENTARSI TRA I CONCETTI

La prima fase della guerra fredda (1945-1955)

13.7 La rinascita del Giappone

416 419 420 422 424 428 428

Il laboratorio dello storico Il matrimonio di Maria Braun: un ritratto della Germania del dopoguerra 430

MAPPA SINTESI

432 433

© Pearson Italia spa

Capitolo 14 I DUE BLOCCHI TRA IL 1950 E IL 1980 14.1 L’Unione Sovietica e l’Est europeo: destalinizzazione e repressione ORIENTARSI TRA I CONCETTI

L’Unione Sovietica tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta

14.2 Gli Stati Uniti: dal bipolarismo al multipolarismo La politica estera degli Stati Uniti ORIENTARSI TRA I CONCETTI Gli Stati Uniti tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta ANALIZZARE LA FONTE

14.3 L’Europa occidentale tra sviluppo e integrazione 14.4 Il Sessantotto APPROFONDIRE

X

Che Guevara: un simbolo del Sessantotto

434 434 440 441 443 447 448 455 456

INDICE GENERALE

Il laboratorio dello storico I movimenti del Sessantotto e i grandi concerti

MAPPA SINTESI

460 461

Capitolo 15 LA FINE DELLA GUERRA FREDDA 15.1 La dissoluzione dell’Unione Sovietica «La guerra fredda è finita» Un bilancio finale dell’esperienza del comunismo

ANALIZZARE LA FONTE APPROFONDIRE

15.2 15.3 15.4 15.5 15.6

458

Il crollo dei regimi comunisti nell’Europa orientale Un caso anomalo: la vicenda della Iugoslavia L’egemonia degli Stati Uniti La nascita dell’Unione europea Il cammino degli Stati dell’Europa occidentale

Intervista impossibile a Michail Gorbacˇ ëv MAPPA SINTESI

ESERCIZI IL DIBATTITO DEGLI STORICI La nascita e il declino della guerra fredda VERSO L’ESAME DI STATO Laboratorio di scrittura storica

462 462 466 468 469 471 474 477 480 482 484 485 486 490 497

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Esiste un’anomalia italiana?

502

© Pearson Italia spa

SEZIONE 6

L’ITALIA DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEGLI ANNI NOVANTA Capitolo 16 DALLA RICOSTRUZIONE AL BOOM ECONOMICO 16.1 L’Italia della ricostruzione: 1945-1948 La Costituzione ANALIZZARE LA FONTE Le elezioni del 1948 APPROFONDIRE

16.2 I partiti di massa

506 506 510 512 513

XI

INDICE GENERALE

16.3 La prima legislatura: gli anni del centrismo

517

16.4 Il miracolo economico La nascita della televisione

521 523

Intervista impossibile a De Gasperi e Togliatti

526

Il laboratorio dello storico Tra sport e storia: Bartali e Coppi

529

APPROFONDIRE

MAPPA SINTESI

532 533

Inclusione Esclusione La fabbrica fordista

534

Capitolo 17 L’ITALIA NEGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA

538

17.1 L’esperienza del centrosinistra ORIENTARSI TRA I CONCETTI

I governi di centrosinistra

17.2 Il Sessantotto italiano ANALIZZARE LA FONTE

Lo Statuto dei lavoratori

547

17.4 Il terrorismo

550

ORIENTARSI TRA I CONCETTI

La società italiana alla fine degli anni Settanta

MAPPA SINTESI

553 555 558 559

Inclusione Esclusione Il benessere diffuso

560

Capitolo 18 LA LUNGA TRANSIZIONE DALLA PRIMA ALLA SECONDA REPUBBLICA

564

18.1 L’economia e la società italiane negli anni Ottanta APPROFONDIRE

Il terziario avanzato in Italia

18.2 Verso la fine della prima Repubblica

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542 546

17.3 Il compromesso storico 17.5 Le trasformazioni nella società e nell’economia

ANALIZZARE LA FONTE

Relazione parlamentare antimafia

18.3 Il difficile passaggio alla seconda Repubblica MAPPA SINTESI

XII

538 540

564 566 567 569 570 574 575

Inclusione Esclusione La televisione

576

Inclusione Esclusione La mafia

580

INDICE GENERALE

ESERCIZI

584

IL DIBATTITO DEGLI STORICI L’Italia repubblicana

588

VERSO L’ESAME DI STATO Prova d’esame

595

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA La fine del colonialismo

598

SEZIONE 7

DECOLONIZZAZIONE, SVILUPPO E GLOBALIZZAZIONE Capitolo 19 UN ALTRO MONDO TRA VECCHI E NUOVI STATI 19.1 Le conseguenze della Seconda guerra mondiale sul sistema coloniale ORIENTARSI TRA I CONCETTI

Il processo di decolonizzazione

19.2 La decolonizzazione in Asia: India, Indonesia e Vietnam ANALIZZARE LA FONTE

La via indiana

19.3 La decolonizzazione in Africa APPROFONDIRE

Le amministrazioni fiduciarie

19.4 In Medio Oriente: la questione palestinese e la crisi di Suez ORIENTARSI TRA I CONCETTI

La questione palestinese (1947-1956)

19.5 L’America Latina tra instabilità e dittature

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Il laboratorio dello storico La battaglia di Algeri: un film racconto e agente di storia

MAPPA SINTESI

Capitolo 20 LA LOTTA PER LO SVILUPPO: ASIA, AFRICA E AMERICA LATINA

602 602 605 606 607 609 612 614 617 618 622 624 625

626

20.1 L’Asia negli anni Sessanta e Settanta

626

20.2 L’Asia dagli anni Ottanta al Duemila

631

XIII

INDICE GENERALE

20.3 Il Medio Oriente dagli anni Sessanta agli anni Ottanta

635

20.4 Il conflitto arabo-israeliano dagli anni Ottanta alla fine del Novecento

640

20.5 L’Africa alla fine del Novecento

642

20.6 L’America Latina alla fine del Novecento

644

Intervista impossibile a Mao Tse-tung

646

Intervista impossibile a Nelson Mandela

648

MAPPA SINTESI

650 651

Capitolo 21 LA FINE DEL NOVECENTO: UN PERIODO DI GRANDI TRASFORMAZIONI 21.1 La crisi del 1973 e la terza rivoluzione industriale ORIENTARSI TRA I CONCETTI ORIENTARSI TRA I CONCETTI

Le conseguenze della crisi petrolifera Le trasformazioni del lavoro

21.2 La globalizzazione ANALIZZARE LA FONTE

Imprese multinazionali globali

21.3 Demografia, ambiente ed energia Il laboratorio dello storico Chernobyl: una guerra anomala

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MAPPA SINTESI

XIV

652 652 655 657 658 660 661 666 668 669

Inclusione Esclusione L’immigrazione

670

ESERCIZI

674

IL DIBATTITO DEGLI STORICI Aspetti diversi della decolonizzazione

678

VERSO L’ESAME DI STATO Prova d’esame

684

INDICE GENERALE

NELL’ARENA DELLA STORIA

a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Oltre il Novecento

688

SEZIONE 8

NEL NUOVO MILLENNIO Capitolo 22 DOPO L’11 SETTEMBRE

690

22.1 L’attentato e l’invasione dell’Afghanistan

690

22.2 La guerra in Iraq e la primavera araba

694

22.3 Lo storico di fronte all’11 settembre: il silenzio impossibile

697

22.4 Conclusioni

700

Intervista impossibile a Barack Obama

704

Capitolo 23 ATLANTE GEOPOLITICO DEL MONDO CONTEMPORANEO

706

Flussi di uomini, merci e capitali

707

Indicatori economici

710

Popolazione e ambiente

712

714 721 722

© Pearson Italia spa

Indice dei nomi Indice dei box lessico Indice delle carte

XV

INTRODUZIONE ALLA STORIA CONTEMPORANEA L’utilità della periodizzazione Che cosa intendiamo per storia contemporanea? Come tutte le periodizzazioni, una definizione di questo tipo è utile innanzitutto «a rendere pensabili i fatti storici» (K. Pomian). Nella loro dimensione di puri eventi, questi si presentano infatti collegati uno all’altro da una semplice sequenza cronologica. La periodizzazione implica invece una “concettualizzazione del tempo”: non più il solo collocare dei fatti lungo una linea del tempo, ma la scelta di rendere comprensibili gli eventi, aggregandoli intorno a un elemento subito riconoscibile, per esempio un personaggio (“l’età napoleonica”, “l’età giolittiana”…) o un oggetto materiale (“l’età del ferro” o, riferendosi al Novecento, “il secolo delle ciminiere” evocato da Charles Maier).

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Quando inizia e di che cosa si occupa la storia contemporanea? La storia contemporanea partecipa di questa intrinseca utilità della periodizzazione. I criteri sui quali fondare questa definizione restano però ancora molto incerti e contraddittori. In Francia, per esempio, all’interno di una consolidata tradizione accademica fondata su una struttura cronologica in quattro parti (antichità, età medievale, età moderna ed età contemporanea), si è sempre guardato al 1789 come all’inizio del periodo contemporaneo. Oggi le cose stanno progressivamente cambiando: mentre i “modernisti” si sono spinti oltre il 1789, fino a includere tutta l’età napoleonica, si va consolidando quella che i francesi chiamano “storia

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molto contemporanea”, praticamente identificata con lo studio del Ventesimo secolo e a sua volta distinta in due sottoinsiemi: la storia del tempo presente e la storia dell’immediato. L’ambito cronologico della prima sarebbe racchiuso in quel periodo «per il quale vi sono ancora testimoni viventi», mentre per la seconda ci si dovrebbe riferire agli ultimissimi anni appena trascorsi, a una storia, quindi, «che può essere costruita nel momento in cui accade» (L. Wirth). Bisogna quindi muoversi con molta cautela, tenendo conto anche di tutti i rischi che si corrono quando si azzardano definizioni complesse come questa. Di solito, una definizione fissa la dimensione statica di un fenomeno, lo immobilizza per poterlo efficacemente studiare e analizzare; la brusca accelerazione subita dal tempo storico novecentesco porta invece la contemporaneità a negarsi continuamente, ad autodistruggersi, in un turbine temporale incalzante e asfissiante. Riferendosi alla citata storia del tem-

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po presente, per esempio, René Rémond affermava: «È storia contemporanea in senso proprio ogni sequenza del passato della quale sopravvivono attori o testimoni. Fintanto che vive tra noi un uomo o una donna che ha conosciuto un momento del passato, questo momento fa parte del contemporaneo; il giorno in cui l’ultimo testimone passa a miglior vita, questo passato ricade in un’altra sezione della storia. Non siamo dunque noi che decidiamo più o meno arbitrariamente del punto di partenza di questa divisione; è la vita, o piuttosto la morte. La morte non fa che registrare le conseguenze di ciò che vi è di più oggettivo, la durata dell’esistenza umana». Anche in questa accezione, dunque, la frontiera che separa il periodo detto “contemporaneo” da quello che lo precede è un confine mobile, che non cessa di spostarsi e che attribuisce alla contemporaneità i tratti di un fiume di eventi restio a farsi imbrigliare nell’alveo di una qualsivoglia periodizzazione.

Uso pubblico della storia e “simultaneità” Un’altra difficoltà nella direzione di una definizione convincente della storia contemporanea è legata al disagio vissuto ai giorni nostri dalla disciplina sotto l’urto di quello che chiamiamo l’“uso pubblico della storia”. Oggi a trasmettere la conoscenza storica e a costruire il senso comune con cui la gente guarda alla storia sono soprattutto i media (cinema, televisione, Internet, giornali) e ciò suscita l’impressione di essere precipitati in un presente enormemente dilatato, in grado di ingoiare sia il passato sia il futuro. Questo mutamento delle coordinate spazio-temporali al cui interno viviamo e lavoriamo è la vera radice del disagio degli storici. È cambiato il tempo della storia ed è cambiato anche il suo spazio. Il tempo della storia contemporanea è quello dell’esperienza della simultaneità: prima la telefonia e la radio, poi il fax, il cinema, la televisione e Internet hanno consentito l’accesso a una pluralità di spazi e di tempi tale da disintegrare l’unicità lineare del tempo e dello spazio che aveva definito lo statuto disciplinare della storia nell’Ottocento. E questo tempo si riconfigura sulla scala di una dimensione planetaria. I primi sistemi di comunicazione via satellite, Intelsat e Intersputnik, sono stati messi a punto alla metà degli anni Sessanta del Novecento, dando il via alla creazione di un mondo virtuale che non è più assimilabile al mondo storico-geografico tradizionale.

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Il “gomitolo globale” La definizione attuale di storia contemporanea allude dunque a una storia che è diventata compiutamente globale, alimentandosi di flussi economici e di un sistema di comunicazioni di massa che hanno superato i limiti geografico-territoriali degli Stati nazionali. In questo spazio si muove un’umanità completamente massificata, così che lo studio della contemporaneità coincide con quello dei comportamenti collettivi di miliardi di uomini, che si intrecciano in un mondo enormemente dilatato, di cui occorre penetrare e conoscere gli aspetti politici e istituzionali, ma anche le coordinate dell’esperienza quotidiana; un mondo globalizzato nell’economia e nei sentimenti: «Per la prima volta nella storia umana è data la possibilità, a seguito di profonde trasformazioni politiche e tecnologiche, che nasca lo spazio esperienziale contemporaneo di una civiltà globale caratterizzata da eventi globali quotidiani, dalla cooperazione globale, dall’empatia globale. Il fatto è che assistiamo alla possibilità di un orizzonte di percezione e di esperienza di un solo mondo, nel quale però continuano a esistere diversità delle culture e crescono le interdipendenze» (H. V. Perlmutter). È in questo senso che la definizione di storia contemporanea coincide con l’individuazione dei fenomeni che hanno maggiormente contribuito a caratterizzarla: «La storia contemporanea – ha affermato efficacemente lo storico inglese Geoffrey Barraclough – ha inizio quando i problemi che sono attuali nel mondo odierno assumono per la prima volta una chiara fisionomia» e possono diventare «oggetti di studio». Per noi questo inizio si riferisce essenzialmente al Novecento, a un secolo plasmato nei suoi caratteri più profondi dall’ingresso attivo delle masse nella storia. Se molti eventi novecenteschi appartengono pienamente ed esclusivamente alla fase più drammatica di quel secolo, cioè al

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trentennio tra il 1915 e il 1945 (il crollo del sistema economico e monetario internazionale con la ridefinizione degli equilibri geopolitici mondiali e l’ascesa della potenza americana; la disfatta dello Stato liberale in Germania e in Italia e la sua modificazione negli altri paesi; le due guerre mondiali; il confronto tra democrazia e totalitarismo; l’apparizione del nucleare), altri sono in grado di svelarne l’essenza più profonda: l’organizzazione scientifica del lavoro e la razionalizzazione produttiva; lo Stato interventista; la subordinazione delle élite intellettuali alla macchina propagandistica delle comunicazioni di massa; la dissoluzione di tutti i valori sociali, politici e culturali ereditati dall’Ottocento. Questo è il contesto che ci serve a definire il Novecento.

Le fonti della storia contemporanea Il processo di mondializzazione, che ha ridisegnato l’oggetto della storia contemporanea, ha influito direttamente anche sul meccanismo attraverso

INTRODUZIONE ALLA STORIA CONTEMPORANEA

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il quale essa costruisce le proprie fonti, obbligando a ripensare il rapporto tra archivi e territorio e, più specificamente, tra archivi e Stato nazionale. Subito dopo la Rivoluzione francese, furono istituiti gli archivi nazionali sia per tutelare i diritti del cittadino nei confronti dello strapotere dello Stato (la possibilità di accedere liberamente all’informazione fu una tra le conquiste fondamentali della Rivoluzione), sia per la necessità di documentare le vicende dell’ancien régime. Poi, nell’Ottocento, gli Stati nazionali si configurarono come gli unici soggetti di storia capaci di esercitare la propria sovranità fondandola sugli archivi e sui documenti “pesanti”, tali cioè da permettere di consolidare i confini, le appartenenze, le identità nazionali oltre che consentire agli storici di conoscere la storia. Oggi, nel mondo globale, non c’è nessun soggetto politico in grado di esercitare su scala terrestre l’autorità necessaria per recintare gli spazi e perimetrare le città e gli Stati, così che siamo posti di fronte all’impossibilità materiale di un

archivio mondiale: i documenti conservati presso gli Archivi nazionali di Washington (i più ricchi del mondo) custodiscono pezzi importanti di tutte le storie nazionali (anche della nostra), ma non bastano da soli ad alimentare il racconto della storia di tutti. Cercando le sue fonti, la storia contemporanea incontra allora, di nuovo, quei mezzi di comunicazione di massa di cui abbiamo già segnalato l’ingombrante presenza nell’“uso pubblico della storia”. Nati insieme alla storia che raccontano, il cinema, la televisione, Internet e gli altri media racchiudono in sé il mutamento, la trasformazione, la velocità delle innovazioni tecnologiche, tutti i fenomeni a rapido scorrimento che caratterizzano il nostro tempo. L’irruzione dei media lascia affluire nuovi materiali nel laboratorio dello storico: non più solo la carta, il legno, il marmo, la pietra, la tela, ma anche i supporti magnetici e ottici. E proprio «queste fonti sonore e visive sottolineano la necessità per la storia contemporanea di dotarsi di metodi di indagine assolutamente originali, adatti a complessi documentari che non esistevano prima e che non possono quindi giovarsi di metodologie consolidatesi in altri ambiti disciplinari» (P. Sorlin). Nella nuova metodologia della ricerca, i principali media del nostro tempo (la televisione, il cinema, la radio) vengono sradicati dai loro contesti originari che li definiscono come mezzi di comunicazione, prodotti artistici o beni culturali, per diventare strumenti per raccontare la storia, fonti per la conoscenza storica e agenti di storia. Oltrepassata la barriera della loro ammissibilità («Ogni cosa è fonte per lo storico della mentalità» aveva sottolineato Jacques Le Goff ), si è trattato di adattare alla specificità del mondo dei media quegli strumenti metodologici che le grandi sistematizzazioni teoriche ottocentesche avevano approntato per verificare l’autenticità e l’esattezza delle fonti.

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SEZIONE 1

VERSO UN NUOVO SECOLO a tu per tu con

GIOVANNI DE LUNA

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NELL’ARENA DELLA STORIA

LA SOCIETÀ DI MASSA Professore, lei ha detto che lo studio della contemporaneità coincide «con i comportamenti collettivi di miliardi di uomini che si intrecciano in un mondo enormemente dilatato, di cui occorre penetrare e conoscere gli aspetti politici e istituzionali, ma anche le coordinate dell’esperienza quotidiana: un mondo globalizzato nell’economia e nei sentimenti». In questi termini lei si riferisce a una società di massa che sembra attraversare tutti gli ultimi due secoli, a partire dalla metà dell’Ottocento per arrivare fino a oggi. È così?

LE MASSE NEL NOVECENTO SONO DIVENTATE PRODUTTRICI, ELETTRICI E, IN PARTICOLARE, CONSUMATRICI 6

Certamente, anche se di una società di massa compiutamente determinata si può parlare in modo specifico solo riferendosi al Novecento. Basta riflettere sulle definizioni che gli storici hanno proposto per il XX secolo. Usando un indicatore squisitamente economico, c’è chi lo ha chiamato il «secolo delle ciminiere» o, con una variante, il «secolo del fordismo», riferendosi alle grandi produzioni industriali nelle fabbriche che almeno fino al 1970 funzionavano con grandi ciminiere, con il carbone o con altre energie che “fumano”. Un’altra definizione usa un indicatore più complessivo, prevalentemente geopolitico ma anche con forti venature ideologiche e psicologiche, identificando il Novecento come il «secolo delle guerre», con varianti che ribadiscono in termini diversi lo stesso concetto («secolo dell’odio», «della violenza», «della morte») e che trovano le loro motivazioni nell’imponenza delle cifre delle vittime. Tra il 1900 e il 1993 sono state combattute 54 guerre, che hanno provocato 185 milioni di morti (di cui l’80% civili). La stima dei caduti della Prima guerra mondiale varia tra i 10 e i 12 milioni, quella relativa alla Seconda, tra i 30 e i 50 milioni. Altre definizioni insistono, come vedremo, sul totalitarismo o sulla diffusione dei mezzi di comunicazione come elementi specifici per caratterizzare il Novecento.

STIAMO PARLANDO DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI, QUESTE CONSIDERAZIONI VALGONO POCO SE RIFERITE A QUEI TERRITORI DI POVERTÀ E DI EMARGINAZIONE DIFFUSI IN LARGA PARTE DEL PIANETA

Altre ancora privilegiano l’allargamento dei mercati su scala planetaria e l’omologazione indotta dai consumi e dalle mode…

Sì professore, mi sembra di aver capito. Tutte queste definizioni si muovono nella stessa direzione: produzioni di massa, morte di massa, politica di massa, consumi di massa, mezzi di comunicazione di massa. A unificarle è proprio il concetto di Novecento come “secolo delle masse”. Esattamente. Dietro il totalitarismo, il sistema della fabbrica fordista, le guerre e le violenze si agitano sempre e comunque le schiere di un’umanità completamente massificata: di massa è la partecipazione politica su cui si fonda il totalitarismo; di massa è la produzione del sistema industriale fordista; di massa, infine, è la morte, che trionfa nelle grandi guerre e negli altri conflitti minori. Di massa sono gli strumenti della comunicazione, i mass media; ma di massa sono soprattutto i consumi. Le masse nel Novecento sono diventate produttrici, elettrici e, in particolare, consumatrici.

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Ma che cosa c’è alla base di questo fenomeno? Perché si è verificato nel Novecento? Alla base c’è il processo che ha portato a far emergere l’industria come il motore fondamentale dello sviluppo economico. L’industria si presta più di qualunque altro sistema produttivo a questo genere di risultati, perché offre una varietà di prodotti continuamente modificabile e aggiornabile (almeno entro certi limiti, che dipendono dalla quantità di investimenti che si fanno e dalla capacità di inventare nuove lavorazioni), mentre i prodotti agricoli – legati al soddisfacimento di bisogni fondamentali come l’alimentazione e l’abbigliamento –, trovano abbastanza presto un limite difficilmente superabile nell’incapacità di assorbire nuove quote di queste produzioni, e quindi non riescono a crescere oltre certi livelli. Non è così per il sistema industriale. Se si rileggono gli inventari di morte notarili ottocenteschi o i racconti letterari (Zola e Balzac, in particolare) di quell’epoca, che riportano i beni disponibili per gli eredi dei defunti, emergono, per persone di livello di reddito medio-basso, degli elenchi nell’ordine delle decine, o al massimo di un centinaio, di oggetti. Oggi le indagini sulla struttura dei consumi nei paesi svilup-

pati mettono in evidenza che gli oggetti disponibili per le singole persone che abbiano un reddito normale o medio-basso sono nell’ordine delle migliaia…

Molte delle caratteristiche della società di massa che lei ha ricordato affiorano già nella società che si lascia alle spalle l’Ottocento e si affaccia sul Novecento. È possibile indicare quelle che, a suo avviso, oggi caratterizzano il nuovo passaggio di secolo e il mondo che si è delineato alle soglie del Duemila? Sì. Prima però le ricordo che stiamo parlando sempre e solo dei paesi industrializzati, dell’Occidente euroamericano compiutamente sviluppato e che queste considerazioni valgono poco se riferite a quei territori di povertà e di emarginazione diffusi in larga parte del pianeta. Con questa precisazione, credo che a definire la società di massa attuale contribuiscano questi fattori: la competizione globale tra i paesi industrializzati; il dilatarsi delle informazioni; lo sviluppo di flussi economici e di un sistema delle comunicazioni di massa che ha completamente superato i limiti geografico-territoriali degli Stati nazionali, disvelando uno scenario i cui confini sono solo il cielo e la terra.

Ma se lei dovesse individuare uno di questi aspetti come caratterizzante gli anni che stiamo vivendo, quale sceglierebbe? Per quanto mi riguarda, tra tutti, richiamerei l’attenzione proprio sui mezzi di comunicazione di massa. Sono nati con la contemporaneità e hanno nel proprio DNA il mutamento, la trasformazione, l’instabilità, tutti i fenomeni “a rapido scorrimento” che caratterizzano la nostra epoca. A questo associano poi la sterminata ampiezza del loro pubblico, che assiste a quelli che gli studiosi Daniel Dayan e Elihu Katz definiscono «eventi storici che vengono trasmessi in diretta e tengono ferma una nazione e il mondo intero»: nessuno degli altri protagonisti che hanno segnato l’età contemporanea (penso allo Stato, alla Chiesa, ai partiti unici dei regimi totalitari) è stato in grado di costruire una “comunità” così tendenzialmente illimitata. I singoli tratti degli Stati nazionali tendono a scomparire, a dissolversi nella nuova dimensione di un mondo ormai compiutamente globalizzato. 7

SEZIONE 1

VERSO UN NUOVO SECOLO Capitolo 1 La nascita della società di massa

p. 10

VERSO LE COMPETENZE

Capitolo 2 L’età giolittiana

p. 42

Intervista impossibile a Giovanni Giolitti

p. 54

• Il laboratorio dello storico Immagini del colonialismo p. 38

inclusione/ESCLUSIONE L’emigrazione transoceanica

p. 61

ESERCIZI

p. 64

1865

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storia mondiale storia italiana arte scienza letteratura 8

• Il laboratorio dello storico Le immagini del lavoro operaio p. 56

1870

IL DIBATTITO DEGLI STORICI

p. 67

VERSO L’ESAME DI STATO

p. 74

1875

1880

1873 - Inizio della grande depressione economica 1870-1871 - Guerra francoprussiana per il possesso di Alsazia e Lorena. Vittoria prussiana

1878 - Conferenza di Berlino: trionfo della politica bismarckiana

1877 - Legge Coppino: estensione dell’istruzione obbligatoria 1874 - Fondazione dell’Opera dei congressi, punto di riferimento per il mondo cattolico 1871 - Darwin pubblica L’origine dell’uomo

1876 - Prototipo del telefono

1873 - Jules Verne pubblica Il giro del mondo in Ottanta giorni

1885

1879 - Prima lampadina

1882 - Triplice alleanza tra Italia, Germania e Impero austro-ungarico

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze • i caratteri degli imperialismi e dei nazionalismi europei • i fattori costitutivi delle dinamiche politiche e sociali della seconda rivoluzione industriale • gli elementi caratteristici della società italiana nell’età giolittiana Abilità • stabilire confronti tra i processi caratteristici della Belle époque • stabilire relazioni di causa-effetto tra fenomeni economici, politici, demografici • utilizzare fonti diverse per la ricostruzione di rilevanti fenomeni politico-culturali

GLI EVENTI E I LUOGHI L’Italia attraversa una fase di grande trasformazione economica e sociale

I paesi dell’Europa occidentale dominano sul resto del mondo grazie alla superiorità tecnologica

Gli Stati Uniti conoscono uno sviluppo eccezionale e diventano meta dell’emigrazione europea Il Giappone si afferma come potenza asiatica emergente

L’intero continente africano diventa terra di conquista per i paesi europei

1890

1895

1889 - Seconda internazionale socialista

1900

1905

1899-1902 - Guerra anglo-boera 1894 - Duplice intesa tra Francia e Russia

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1892 - Fondazione del Partito socialista italiano. Giovanni Giolitti primo ministro

1907 - Triplice intesa tra Inghilterra, Francia e Russia

1901-1903 - Governo Zanardelli. Giolitti ministro dell’Interno

1889 - Giovanni Verga pubblica I Malavoglia

1900 - Sigmund Freud dà alle stampe L’interpretazione dei sogni 1901 - Marconi comunica via radio attraverso l’Atlantico. 1903 - Primo aeroplano

1914 - Inizio della Prima guerra mondiale

1911 - Legge Daneo-Credaro: lo Stato gestisce l’istruzione primaria

1903 - Giolitti torna al governo

1913 - Elezioni politiche: 228 deputati eletti con i voti cattolici del Patto Gentiloni

1899 - Nasce la FIAT 1895 - Prima proiezione cinematografica

1915

1904-1905 - Guerra tra Russia e Giappone per il possesso di Corea e Manciuria. Vittoria giapponese 1904 - Entente cordiale tra Inghilterra e Francia

1891 - Leone XIII pubblica l’enciclica Rerum novarum

1910

1907 - Viene prodotta la prima vettura Ford modello T

1914 - Apertura del canale di Panamá

1909 - Marinetti firma il Manifesto del futurismo

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Capitolo 1

LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA 1.1 La seconda rivoluzione industriale L’incremento demografico e urbano

Approfondire La popolazione mondiale all’inizio del Novecento Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato (particolare), 1901 (Milano, Civica Galleria d’Arte Moderna)

Quest’opera, esposta per la prima volta nel 1902, emarginata dalla critica,, “cancellata” dal fascismo,, è prima diventata un’icona del movimento operaio e sindacale, e poi è stata usata come simbolo universale di emancipazione

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Protagonista di questa tela è il nuovo soggetto politico del Novecento: gli operai, che marciano compatti in avanti, verso il progresso. In questa marcia si riflette una visione “positiva” dell’evoluzione storica

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Alla fine del XIX secolo demograficamente il pianeta aveva una percentuale di europei più alta che al suo inizio. Il loro numero era più che raddoppiato: dai circa 200 milioni del 1800 erano passati ai 430 del 1900. Inoltre, la loro emigrazione massiccia aveva determinato lo spettacoloso incremento della popolazione delle Americhe, dai 30 milioni del 1800 ai quasi 160 del 1900 (il Nord America, in particolare, passò da 7 a oltre 80 milioni). Alla crescita impetuosa del “mondo dell’uomo bianco” corrispondeva il declino dell’Asia e soprattutto dell’Africa. Insieme alla popolazione crescevano le città; l’Europa di fine Ottocento si presentava affollata di grandi e piccoli centri urbani (nel 1800 c’erano 17 città con 100 000 abitanti, nel 1893 erano diventate 103).

I caratteri della seconda rivoluzione industriale

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Come la popolazione, anche la ricchezza tendeva a concentrarsi nel mondo europeo e americano. Nel 1880 il reddito pro capite dei paesi sviluppati era circa il doppio di quello degli altri; nel 1913 era oltre il triplo, e il divario sarebbe cresciuto anche lungo tutto il Novecento (nel 1950 la differenza sarebbe stata di 1 a 5, nel 1970 di 1 a 7). Il mondo che si affacciava sul nuovo secolo era saldamente strutturato intorno al dominio europeo. L’Europa era il continente più ricco, più potente, più sviluppato. A determinare la crescita europea contribuì certamente la spettacolare rivoluzione tecnologica che, proprio negli ultimi decenni dell’Ottocento, registrò la nascita di una serie di invenzioni che incidono ancora oggi profondamente nella nostra esistenza collettiva: il telefono (1876), la lampadina (1879) e a seguire la telegrafia senza fili, la bicicletta, l’automobile, l’aeroplano, la radio, il cinema, l’industria pubblicitaria. Questa serie imponente di innovazioni si intrecciò con quella che gli storici chiamano seconda rivoluzione industriale. Quando si usa il termine “rivoluzione” ci si riferisce a un fenomeno che segna una netta discontinuità con le età precedenti. In realtà, in quegli anni l’economia mondiale era ancora sotto il segno degli elementi che avevano caratterizzato la prima rivoluzione industriale, ancorata alla tecnologia del vapore e del ferro.

LESSICO Reddito pro capite È un indicatore impiegato per valutare la generale condizione economica di un paese; si calcola dividendo la ricchezza prodotta in un anno da uno Stato per il numero dei suoi abitanti.

In primo piano compare una donna con un bimbo in braccio; si osservi però la gerarchia della rappresentazione: l’uomo è centrale, la donna è al suo fianco ed è rappresentata nelle vesti tradizionali della madre

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SEZIONE 1 - VERSO UN NUOVO SECOLO

America del Sud 1% Asia 1,3%

Africa 0,3% Resto del mondo 4,3%

Europa 26%

USA 67,1%

La diffusione dei telefoni nel mondo nel 1912

Anche per le fonti di energia, il carbone restava quella più importante (alimentava il 95% delle industrie europee, Russia esclusa). Quelle nuove, l’elettricità e il petrolio, non avevano ancora l’importanza odierna. Eppure è proprio dalle fonti di energia che dobbiamo partire per comprendere il carattere compiutamente innovativo assunto dallo sviluppo industriale di quegli anni. Decisiva fu per esempio la realizzazione di un motore piccolo, leggero e potente in grado di sostituirsi con efficacia alle ingombranti macchine a vapore: il motore a scoppio, che utilizzava come carburante la benzina, produsse il “miracolo” prima delle vetture automobili (1880-1890), poi degli aerei (1903), invenzioni destinate a cambiare per sempre la storia dell’umanità. Nacque allora la nuova industria chimica, fondata sulla ricerca scientifica, e vennero utilizzati macchinari più efficienti costruiti in acciaio. Questo metallo (una lega di ferro e di carbone ottenuta in grandi forni verticali, gli altiforni) divenne il materiale più usato: macchine, navi, tutta l’ossatura dei paesi industrializzati fu modellata in acciaio. Nuove fonti di energia (l’elettricità e il petrolio), nuove invenzioni (prima di tutto il motore a scoppio) e nuovi settori produttivi (l’industria chimica e la produzione dell’acciaio) furono quindi gli elementi caratterizzanti della seconda rivoluzione industriale e le novità che avrebbero segnato in profondità il XX secolo. In fabbrica: la produzione di massa

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La fabbrica fu il cuore della seconda rivoluzione industriale. Fino ad allora la macchina a vapore aveva fornito l’energia agli utensili con cui l’operaio costruiva i pezzi, uno per uno. L’operaio era ancora un po’ artigiano, aveva un suo mestiere, una sua abilità professionale e i pezzi prodotti non uscivano dalla fabbrica tutti uguali. Grazie ai motori elettrici, le vecchie macchine a vapore furono gradualmente soppiantate da macchinari molto più precisi e perfezionati, capaci di produrre parti meccaniche identiche una all’altra e in grado di compiere operazioni sofisticate, così da rendere inutili le capacità degli operai di mestiere.

Due manifesti pubblicitari francesi di inizio secolo. Il primo (a sinistra) è dedicato alla luce elettrica, emblema stesso del progresso del “nuovo secolo”; il secondo raffigura i fratelli Pathé, fondatori dell’omonima società cinematografica, che portano un proiettore e un fonografo, due strumenti introdotti dalla seconda rivoluzione industriale

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CAPITOLO 1 - LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA

Nelle grandi fabbriche, a partire dal 1893, queste innovazioni si tradussero in un nuovo sistema di organizzazione del lavoro, il taylorismo, che prese il nome dall’uomo che lo mise a punto, l’ingegnere americano Frederick W. Taylor (18561915). Secondo i suoi principi, la lavorazione di un prodotto fu suddivisa in tante fasi, ognuna da svolgersi nel tempo fissato dalla direzione aziendale. In quel dato tempo, ogni operaio eseguiva solo i compiti relativi a quel segmento di lavorazione: sempre gli stessi e sempre regolati secondo la velocità delle macchine. Il principio del taylorismo fu integralmente applicato nella catena di montaggio, introdotta da Henry Ford per produrre automobili nelle sue fabbriche di Detroit. Nel 1907 dalla catena di montaggio uscì la prima vettura prodotta su larga scala, il famoso modello Ford T e l’automobile cominciò a diventare un bene via via accessibile a un numero sempre maggiore di persone. Era nato un nuovo modo di produrre, in grado di fornire su vasta scala prodotti standardizzati, con caratteristiche sempre identiche, facilmente riconoscibili ovunque: la produzione di massa. Thomas Lipton, per esempio adottò una confezione standard per il suo tè, venduto in bustine da 1,5 g. Tra il 1870 e il 1899 la sua azienda arrivò ad avere cinquecento succursali in tutto il mondo.

Operai alla catena di montaggio Ford di Detroit, nei primi anni del Novecento

Industrie e urbanizzazione (1890-1914) Gli Stati Uniti si pongono come nuova potenza emergente

I maggiori impianti industriali e centri urbani sono concentrati in Europa

Città con un milione e più di abitanti Industrie metallurgiche e siderurgiche

Glasgow ow Liverpool Liv verpoo erpool e

Chicago Boston

M Manchester Mancheste ester este Leeds Amburgo A Amb mb Londra ndra a Berlino Berli e

Parigi

Principali miniere Industrie tessili

Pietroburgo Mosca

Vienna Pechino

Costantinopoli

New York

Tokyo Osaka O

Filadelfia

Calcutta a

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oceano Pacifico

oceano Pacifico

oceano Atlantico

Anche l’India è sede di industrie, in stretto collegamento con il mercato inglese

oceano o Indiano I

In Asia è il Giappone a configurarsi ccome lo Stato più industrializzato e più urban nizzato urbanizzato

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SEZIONE 1 - VERSO UN NUOVO SECOLO

Mercato di massa e concentrazioni capitalistiche

Dalla fabbrica al mercato: questo manifesto pubblicitario del 1907 reclamizza i nuovi prodotti per il benessere personale e per la casa moderna

LESSICO Monopoli È definito monopolio un’impresa o un gruppo di imprese che controlla tutta l’offerta di un bene o di un servizio, dunque un intero settore produttivo.

Il nuovo modo di produrre rimbalzò dalla fabbrica al mercato, rendendo possibile, per la prima volta nella storia dell’umanità, i consumi di massa. In Europa e negli Stati Uniti, l’aumento della popolazione, l’urbanizzazione, la crescita dei redditi reali dischiusero le porte a un mercato di vaste dimensioni, non più limitato agli alimentari e al vestiario, cioè ai bisogni elementari di sussistenza. I ceti più ricchi potevano ora accedere anche al consumo di beni durevoli (biciclette, macchine per scrivere e per cucire, cucine a gas, poi automobili ed elettrodomestici). Contemporaneamente cominciarono ad affermarsi vaste catene commerciali e grandi magazzini (il primo dei quali, chiamato Bon Marché, fu aperto a Parigi nel 1852). La produzione di massa e i nuovi consumi provocarono significativi cambiamenti nella struttura e nella concreta attività dell’impresa capitalistica. La produzione industriale, dovendo soddisfare le esigenze di un mercato di vaste dimensioni, fu affidata a fabbriche e ad aziende sempre più grandi. Quelle più forti cominciarono ad assorbire le più deboli all’interno di vaste concentrazioni industriali (i trust); inoltre, imprese che operavano nello stesso ramo produttivo strinsero accordi (i cartelli) per eliminare gli effetti negativi della concorrenza, stabilendo i prezzi delle merci o spartendosi quote di mercato. Le industrie maggiori, che tendevano a controllare in esclusiva interi settori dell’attività produttiva, furono dette monopoli. Nel 1880, negli Stati Uniti, il 90-95% del petrolio veniva raffinato dalla Standard Oil Company, il 63% dell’acciaio era prodotto dalla United States Steel. Monopoli potentissimi sorsero nei settori più disparati, dal tabacco al sapone, dagli armamenti ai trasporti, fino all’industria pesante.

1.2 Colonialismo e imperialismo

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La spartizione dell’Africa e dell’Asia

Storiografia G. Barone, L’imperialismo

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Gli effetti della seconda rivoluzione industriale si fecero sentire anche nell’organizzazione del sistema politico internazionale. Al vecchio gruppo di paesi che avevano costituito il nucleo della prima rivoluzione (Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Francia, Belgio, Svizzera), si aggiunsero nuove potenze economiche come i paesi scandinavi (Svezia e Norvegia, in parte anche la Finlandia), l’Italia, il Giappone, la Russia, l’Olanda, l’Ungheria. Insieme controllavano l’80% del mercato mondiale. Come si vede, con la sola eccezione del Giappone, anche da questo punto di vista erano gli Stati dell’Occidente euro-americano a dominare il mondo. Forti di una schiacciante supremazia militare e grazie inoltre alle loro risorse scientifiche e tecnologiche, tra il 1870 e il 1900 questi Stati conquistarono immensi territori in Asia e in Africa, in quella grande parte del pianeta che sino ad allora era rimasta al di fuori del loro diretto controllo. In particolare, l’Olanda completò l’occupazione dell’Indonesia. E lo stesso fece il Portogallo, che estese il proprio controllo all’intera Angola e al Mozambico. L’Inghilterra si impadronì dell’Egitto, del Sudan, del Kenya, della Rhodesia, del Sudafrica, oltre che della Nigeria. La Francia occupò quasi tutta l’Africa occidentale e l’isola di Madagascar. In Asia i francesi dominavano su tutta la penisola indocinese. Il Belgio si impadronì del Congo, e la Germania del Camerun e del Tanganica. La Russia estese il suo dominio in Asia centrale. Perfino l’Italia e il Giappone si affrettarono a costruire un impero coloniale: l’Italia occupò l’Eritrea, la Somalia (alla fine dell’Ottocento) e più tardi la Libia (1911-1912; v. cap. 2, par. 2.1); il Giappone estese la sua influenza alla Cina settentrionale e alla Corea, e per questo si scontrò con la Russia.

CAPITOLO 1 - LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA

I possedimenti coloniali europei in Africa e in Asia all’inizio del Novecento MAROCCO SPAGNOLO MAROCCO

TUNISIA

Belgio

mar Mediterraneo

Francia Germania

LIBIA

ALGERIA

Gran Bretagna

Ma

RIO DE ORO

EGITTO

Italia

rR os

Portogallo Spagna

so

ANC ESE

MAURITANIA

AF RIC A

TOGO

EQ UA TOR IAL E FR

SENEGAL AFRICA OCCIDENTALE FRANCESE CIAD ERITREA GAMBIA ITALIANA SOMALIA ALTO SENEGAL SUDAN GUINEA PORT. E NIGER FRANCESE GUINEA FR. NIGERIA SOMALIA ALTO VOLTA ETIOPIA BRITANNICA SIERRA LEONE COSTA indipendente D’AVORIO UBANGI LIBERIA COSTA DAHOMEY CAMERUN SCIARI SOMALIA indipendente INIZI DEL XIX SECOLO D’ORO RIO MUNI UGANDA AFRICA ITALIANA CONGO RUANDA ORIENTALE ALGERIA GABON BELGA BURUNDI BRITANNICA CONGO FRANCESE (Kenya)

(Zaire)

SENEGAL GAMBIA

AFRICA ORIENTALE TEDESCA

oceano Atlantico

(Tanganica)

ANGOLA

DAHOMEY LAGOS

SIERRA LEONE COSTA COSTA RIO MUNI D’AVORIO D’ORO GABON

RHODESIA DEL NORD

COLONIA oceano DEL CAPO Indiano

IMPERO RUSSO

IMPERO GIAPPONESE MANCIURIA

MONGOLIA

© Pearson Italia spa

BELUCISTAN

ARABIA

o

Ind

OMAN HADRAMAUT

IMPERO CINESE

TIBET

NE BHUTAN an PA L ge ASSAM

G

INDIA BRITANNICA

mare Arabico

Osservando anche la carta precedente e tenendo conto dei Ceylon possedimenti in Canada e Australia, si può facilmente constatare che oce oceano e ano a In Indiano l’Impero britannico era immenso e superava di gran lunga tutti gli altri

Ya n

AFGHANISTAN KASHMIR PERSIA

COREA

o Huang H

te

fra

Eu

Mar Rosso

KUWAIT

PAMIR

MADAGASCAR

Giappone

gt

ze

Olanda Portogallo

oceano Pacifico

Kiang

USA

Formosa

LAOS BIRMANIA TONCHINO SIAM ANNAM golfo del Bengala

Francia Gran Bretagna

Tigri

TURKESTAN

CO

BI

AM

Nel giro di un secolo l’intero SWAZILAND continente africano TRANSVAAL fu spartito tra UNIONE ORANGE le grandi potenze SUDAFRICANA europee

AFRICA ORIENTALE PORTOGHESE

IMPERO OTTOMANO

NIASSA

AFRICA OZ M OCCIDENTALE RHODESIA TEDESCA DEL SUD (Namibia) BECIUANIA

ANGOLA oceano Atlantico

oceano Indiano

mar

Filippine

INDOCINA Cinese FRANCESE

CAMBOGIA COCINCINA MALESIA BRITANNICA Su

Borneo

ma

Celebes

tra

INDONESIA

Timor

Giava

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