IL SEGNO DELLA STORIA. B. Età guerr ... Capitolo 1 LA NASCITA DELLA
SOCIETÀ DI MASSA. 10 .... Il laboratorio dello storico La foto simbolo della crisi.
164.
187 mm
1970
1980
1990
2000
IL SEGNO DELLA STORIA SECONDO BIENNIO
Guerra fredda
VOLUME 1
VOLUME 2
VOLUME 3
Dall’XI secolo alla metà del Seicento + Lezioni di Cittadinanza e Costituzione 978 88 395 3384 5
Dalla metà del Seicento alla fine dell’Ottocento 978 88 395 3385 2
Il Novecento e il mondo contemporaneo 978 88 395 3386 9
Giovanni De Luna
Il volume 1 è anche disponibile senza il volumetto Lezioni di Cittadinanza e Costituzione 978 88 395 1540 7
3. Il Novecento e il mondo contemporaneo
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DIGILIBRO • Il materiale online del libro misto secondo le disposizioni di legge Quest’opera, secondo le disposizioni di legge, ha forma mista cartacea e digitale, è parzialmente disponibile in internet e rimarrà immutata, nella sua parte cartacea, per il periodo di tempo indicato dalle normative. Per la durata di vita dell’edizione saranno periodicamente resi disponibili materiali di aggiornamento.
Crollo dell’URSS e dell’Europa comunista
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Seconda repubblica italiana
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Globalizzazione
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33
G. De Luna M. Meriggi IL SEGNO DELLA STORIA - Vol. 3
9
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1920
1930
1940
1950
Belle époque
Età giolittiana
Prima guerra mondiale
Fascismo
Stalinismo
Nazismo
Seconda guerra mondiale Ricostruzione del dopoguerra
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Pearson Digital System
1910
SECONDO I NUOVI PROGRAMMI
IL SEGNO DELLA STORIA
Movimenti di protesta del Sessantotto
Marco Meriggi
IL SEGNO DELLA STORIA
Lezioni di Cittadinanza e Costituzione è anche vendibile separatamente 978 88 395 1547 6
Boom economico italiano
187 mm
1900
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Decolonizzazione
QUINTO ANNO
197 mm
Giovanni De Luna
1960
26 mm
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Inizio della guerra fredda
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Giovanni De Luna
Marco Meriggi
IL SEGNO DELLA STORIA
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3. Il Novecento e il mondo contemporaneo
EAN 9788839533869
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978 88 395 33869
Coordinamento editoriale: Chiara Sottile Revisione del testo, redazione e ricerca iconografica: Stefania Bessone Progetto grafico e copertina: Sunrise Advertising, Torino Coordinamento grafico: Cinzia Marchetti Impaginazione elettronica: Essegi, Torino Cartografia: Andrea Mensio Controllo qualità: Cinzia Marchetti Segreteria di redazione: Enza Menel
Giovanni De Luna è autore dell’intero volume. Chiara Colombini ha curato l’aggiornamento scientifico e didattico del testo. Barbara Garofani e Francesco Scalambrino hanno curato la realizzazione delle sezioni Verso l’esame di Stato. Si ringrazia la professoressa Paola Grandis per la consulenza didattica sul testo.
In copertina: radio d’epoca, xx secolo © Fotolia
© Pearson Italia spa
Tutti i diritti riservati © 2012, Pearson Italia, Milano - Torino Per i passi antologici, per le citazioni, per le riproduzioni grafiche, cartografiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi, inseriti in quest’opera, l’editore è a disposizione degli aventi diritto non potuti reperire nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti. È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail
[email protected] e sito web www.aidro.org
Stampato per conto della casa editrice presso Ecobook s.r.l., Rho (MI), Italia Ristampa 0 1 2 3 4 5 6 7 8
Anno 12 13 14 15 16 17
INDICE GENERALE
Introduzione alla storia contemporanea
2
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA La società di massa
6
SEZIONE 1
VERSO UN NUOVO SECOLO Capitolo 1 LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA 1.1 La seconda rivoluzione industriale
10
1.2 Colonialismo e imperialismo
14 16
ANALIZZARE LA FONTE
L’Europa alla conquista dell’Africa
1.3 Il mondo delle potenze imperialiste
19
1.4 Le nazioni e il nazionalismo
23 24
ORIENTARSI TRA I CONCETTI
Stato, economia e politica all’inizio del Novecento
1.5 Socialismo e rivoluzione ANALIZZARE LA FONTE
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10
L’azione politica del proletariato
1.6 Religione e scienza La difesa dei lavoratori nella Rerum novarum Il razzismo
ANALIZZARE LA FONTE APPROFONDIRE
1.7 Il sistema politico internazionale: dalla pace alla guerra Il laboratorio dello storico Immagini del colonialismo
MAPPA SINTESI
26 28 30 32 34 35 38 40 41
III
INDICE GENERALE
Capitolo 2 L’ETÀ GIOLITTIANA 2.1 Le trasformazioni economiche e sociali APPROFONDIRE
Cartelloni e manifesti: nasce la pubblicità
2.2 La guerra di Libia e la crisi politica Gli schieramenti politici italiani in età giolittiana La guerra fa grande l’Italia La guerra fa ricca la borghesia
ORIENTARSI TRA I CONCETTI ANALIZZARE LA FONTE ANALIZZARE LA FONTE
42 42 45 49 51 52 53
Intervista impossibile a Giovanni Giolitti
54
Il laboratorio dello storico Le immagini del lavoro operaio
56
MAPPA SINTESI
58 59
Inclusione Esclusione L’emigrazione transoceanica
60
ESERCIZI IL DIBATTITO DEGLI STORICI La Belle époque, un’età di forti contrasti VERSO L’ESAME DI STATO Leggere e interpretare un saggio
64 67 74
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Il Novecento e la guerra
78
SEZIONE 2 © Pearson Italia spa
LA GRANDE GUERRA E LE SUE CONSEGUENZE Capitolo 3 LA PRIMA GUERRA MONDIALE 3.1 Le cause della Grande guerra Le premesse della guerra
82 84
3.2 Le difficoltà degli imperi multinazionali
85
3.3 I protagonisti fuori dall’Europa
89
ORIENTARSI TRA I CONCETTI
IV
82
INDICE GENERALE
3.4 L’inizio della guerra Gli Stati belligeranti La guerra del Giappone
ORIENTARSI TRA I CONCETTI APPROFONDIRE
3.5 Una guerra inedita Gli orrori della guerra ORIENTARSI TRA I CONCETTI Una guerra di tipo nuovo ANALIZZARE LA FONTE
3.6 Il 1917, la rivoluzione in Russia e l’intervento in guerra degli Stati Uniti ANALIZZARE LA FONTE
I Quattordici punti
98 100 104 105 107
3.7 L’Italia in guerra
108
3.8 Dalla guerra alla pace
110
Il laboratorio dello storico Fotografare la guerra
MAPPA SINTESI
114 116 117
Inclusione Esclusione La trincea
118
Capitolo 4 IL PRIMO DOPOGUERRA
122
4.1 I problemi aperti ORIENTARSI TRA I CONCETTI
I problemi del dopoguerra in Europa
122 127
4.2 L’Europa dei vincitori: la Francia e il Regno Unito
127
4.3 L’Europa degli sconfitti: l’Austria e la Germania di Weimar
130
4.4 Gli “anni folli” degli Stati Uniti
134 135 137
Il Ku Klux Klan ANALIZZARE LA FONTE Un mondo luccicante APPROFONDIRE
4.5 Il dopoguerra in Asia e in Medio Oriente ANALIZZARE LA FONTE
La forza della verità
4.6 Il dopoguerra in Africa e in America Latina APPROFONDIRE
La rivoluzione demografica
Il laboratorio dello storico La nascita del jazz
MAPPA SINTESI
© Pearson Italia spa
91 91 97
5.1 1929: l’inizio della crisi La crisi del 1929
5.2 La reazione alla crisi negli Stati Uniti: il New Deal ORIENTARSI TRA I CONCETTI
146 146 148 150 151
Capitolo 5 LA GRANDE CRISI ORIENTARSI TRA I CONCETTI
138 142
Il New Deal
152 152 156 157 160
V
INDICE GENERALE
5.3 La crisi in Gran Bretagna e in Francia La condizione operaia dopo la crisi
160 162
Il laboratorio dello storico La foto simbolo della crisi
164
APPROFONDIRE
MAPPA
166
SINTESI
167
ESERCIZI
168
IL DIBATTITO DEGLI STORICI La Grande guerra e l’esperienza della modernità
174
VERSO L’ESAME DI STATO Scrivere un saggio breve
180
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Il totalitarismo
184
SEZIONE 3
L’ETÀ DEI TOTALITARISMI Capitolo 6 LE ORIGINI DEL FASCISMO 19191926 6.1 Il primo dopoguerra in Italia APPROFONDIRE
Sistema elettorale maggioritario e sistema proporzionale
191
6.3 I partiti e le masse
194
La situazione politica in seguito alle elezioni del 16 novembre 1919
6.4 La nascita del fascismo
© Pearson Italia spa
188 189
6.2 Il biennio rosso: 1919-1920 ORIENTARSI TRA I CONCETTI
APPROFONDIRE
Gli arditi del popolo
196 197 199
6.5 La presa del potere
202
6.6 La costruzione dello Stato totalitario
204 205
ANALIZZARE LA FONTE
Il discorso del 3 gennaio 1925
Il laboratorio dello storico Autoritratto di un regime
MAPPA SINTESI VI
188
210 212 213
INDICE GENERALE
Capitolo 7 LA RUSSIA DALLA RIVOLUZIONE ALLO STALINISMO 7.1 Dalla rivoluzione di febbraio alla rivoluzione d’ottobre I menscevichi e i bolscevichi ANALIZZARE LA FONTE Le Tesi di aprile ORIENTARSI TRA I CONCETTI La rivoluzione in Russia APPROFONDIRE
7.2 La costruzione dell’Unione Sovietica ORIENTARSI TRA I CONCETTI ORIENTARSI TRA I CONCETTI
Dal comunismo di guerra alla nep La Russia tra il 1918 e il 1922
7.3 Il totalitarismo sovietico: lo stalinismo APPROFONDIRE
I falsi totalitari
MAPPA SINTESI
Capitolo 8 IL NAZIONALSOCIALISMO IN GERMANIA 8.1 L’ascesa al potere di Hitler Le analogie tra il fascismo e il nazismo ORIENTARSI TRA I CONCETTI Crisi economica e ascesa del nazismo APPROFONDIRE
8.2 Lo Stato totalitario nazista ANALIZZARE LA FONTE
Le leggi di Norimberga
8.3 La politica economica e la spinta verso la guerra Il laboratorio dello storico Radio e propaganda
MAPPA SINTESI
9.1 L’organizzazione del regime ORIENTARSI TRA I CONCETTI
L’organizzazione dello Stato fascista
9.2 Il Partito unico
220 223 225 225 226 230 231
232 232 234 235 236 241 242 244
ANALIZZARE LA FONTE
Un rapporto dell’ovra
9.4 La cultura e la società Le motivazioni del “rifiuto dei dodici”
9.5 La politica economica ORIENTARSI TRA I CONCETTI
La grande crisi e la politica economica italiana
9.6 La politica estera La politica estera del fascismo La Dichiarazione della razza
ORIENTARSI TRA I CONCETTI ANALIZZARE LA FONTE
248 248 253 253
9.3 L’antifascismo
© Pearson Italia spa
214 216 217 219
246 247
Capitolo 9 IL REGIME FASCISTA 19261939
APPROFONDIRE
214
255 256 258 258 263 265 266 269 271
VII
INDICE GENERALE
Intervista impossibile a Benito Mussolini
272
Il laboratorio dello storico Vecchia guardia: l’autocelebrazione del regime fascista
274
MAPPA SINTESI
276 277
Inclusione Esclusione Le leggi razziali del 1938
278
Inclusione Esclusione Il ruolo della Chiesa
282
ESERCIZI
286
IL DIBATTITO DEGLI STORICI Totalitarismi a confronto
292
VERSO L’ESAME DI STATO Leggere e scrivere un articolo di giornale
299
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Gli eccessi della guerra novecentesca
304
SEZIONE 4
LA SECONDA GUERRA MONDIALE Capitolo 10 IL MONDO ALLA VIGILIA DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE 10.1 Gli anni Trenta: il Giappone e la Cina ORIENTARSI TRA I CONCETTI
Le premesse dell’espansione imperialistica giapponese
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10.2 Il mondo coloniale e l’America Latina tra crisi economica e spinte all’indipendenza 10.3 La guerra di Spagna APPROFONDIRE APPROFONDIRE
Terza internazionale e fronti popolari Democrazie e dittature tra le due guerre
10.4 Verso la guerra mondiale Lo spazio vitale APPROFONDIRE La politica dell’appeasement ORIENTARSI TRA I CONCETTI La crisi del sistema politico internazionale (1935-1939) ANALIZZARE LA FONTE
VIII
308 308 310 315 319 320 325 326 327 330 331
INDICE GENERALE
Il laboratorio dello storico Terra e Libertà: la guerra civile spagnola e il crollo del comunismo
MAPPA SINTESI
334 335
Capitolo 11 LA SECONDA GUERRA MONDIALE 19391942 11.1 L’attacco nazista Radio Londra ANALIZZARE LA FONTE L’appello di De Gaulle APPROFONDIRE
11.2 L’Italia in guerra ORIENTARSI TRA I CONCETTI
L’intervento italiano
336 336 337 338 341 342
11.3 La guerra totale
343
11.4 La guerra nel Pacifico
347
Il laboratorio dello storico Propaganda e odio razziale
MAPPA SINTESI
12.1 Lo sterminio degli ebrei APPROFONDIRE
350 352 353
Capitolo 12 LA SECONDA GUERRA MONDIALE 19421945 Soluzione finale, Olocausto, Shoah, genocidio
354 354 359
12.2 La svolta nel conflitto: le prime sconfitte dell’Asse
360
12.3 Il crollo del fascismo e la Resistenza in Italia
362 363 365
I fronti di guerra dell’Italia (1940-1943) Vivere sotto le bombe
ORIENTARSI TRA I CONCETTI APPROFONDIRE
12.4 Lo scontro finale ANALIZZARE LA FONTE
© Pearson Italia spa
332
Un lampo su Hiroshima
370 374
Intervista impossibile a Adolf Eichmann
376
Il laboratorio dello storico Shoah, le fotografie dell’indicibile
378
MAPPA SINTESI
380 381
Inclusione Esclusione Tempo di guerra
382
ESERCIZI
386
IL DIBATTITO DEGLI STORICI La guerra totale
390
VERSO L’ESAME DI STATO Scrivere un tema di argomento storico e un saggio breve (o un articolo di giornale)
396
IX
INDICE GENERALE
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Il sistema internazionale tra guerra e speranze
400
SEZIONE 5
DALLA GUERRA FREDDA ALLE SVOLTE DI FINE NOVECENTO Capitolo 13 L’INIZIO DELLA GUERRA FREDDA
404
13.1 Il mondo alla fine della guerra
404
13.2 Le origini della guerra fredda
407 408 411
La contrapposizione usa-urss Guerra e tecnologia: la corsa agli armamenti nucleari
ORIENTARSI TRA I CONCETTI APPROFONDIRE
13.3 Gli Stati Uniti, capofila del blocco occidentale 13.4 L’Europa occidentale nella sfera di influenza statunitense L’aiuto economico degli Stati Uniti Il ricatto economico degli Stati Uniti L’eccezionale ripresa economica tedesca e il dibattito storiografico
411 415
ANALIZZARE LA FONTE APPROFONDIRE
13.5 L’URSS e i paesi comunisti APPROFONDIRE
Lo zdanovismo
13.6 La Cina dalla guerra civile alla repubblica popolare ORIENTARSI TRA I CONCETTI
La prima fase della guerra fredda (1945-1955)
13.7 La rinascita del Giappone
416 419 420 422 424 428 428
Il laboratorio dello storico Il matrimonio di Maria Braun: un ritratto della Germania del dopoguerra 430
MAPPA SINTESI
432 433
© Pearson Italia spa
Capitolo 14 I DUE BLOCCHI TRA IL 1950 E IL 1980 14.1 L’Unione Sovietica e l’Est europeo: destalinizzazione e repressione ORIENTARSI TRA I CONCETTI
L’Unione Sovietica tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta
14.2 Gli Stati Uniti: dal bipolarismo al multipolarismo La politica estera degli Stati Uniti ORIENTARSI TRA I CONCETTI Gli Stati Uniti tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta ANALIZZARE LA FONTE
14.3 L’Europa occidentale tra sviluppo e integrazione 14.4 Il Sessantotto APPROFONDIRE
X
Che Guevara: un simbolo del Sessantotto
434 434 440 441 443 447 448 455 456
INDICE GENERALE
Il laboratorio dello storico I movimenti del Sessantotto e i grandi concerti
MAPPA SINTESI
460 461
Capitolo 15 LA FINE DELLA GUERRA FREDDA 15.1 La dissoluzione dell’Unione Sovietica «La guerra fredda è finita» Un bilancio finale dell’esperienza del comunismo
ANALIZZARE LA FONTE APPROFONDIRE
15.2 15.3 15.4 15.5 15.6
458
Il crollo dei regimi comunisti nell’Europa orientale Un caso anomalo: la vicenda della Iugoslavia L’egemonia degli Stati Uniti La nascita dell’Unione europea Il cammino degli Stati dell’Europa occidentale
Intervista impossibile a Michail Gorbacˇ ëv MAPPA SINTESI
ESERCIZI IL DIBATTITO DEGLI STORICI La nascita e il declino della guerra fredda VERSO L’ESAME DI STATO Laboratorio di scrittura storica
462 462 466 468 469 471 474 477 480 482 484 485 486 490 497
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Esiste un’anomalia italiana?
502
© Pearson Italia spa
SEZIONE 6
L’ITALIA DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEGLI ANNI NOVANTA Capitolo 16 DALLA RICOSTRUZIONE AL BOOM ECONOMICO 16.1 L’Italia della ricostruzione: 1945-1948 La Costituzione ANALIZZARE LA FONTE Le elezioni del 1948 APPROFONDIRE
16.2 I partiti di massa
506 506 510 512 513
XI
INDICE GENERALE
16.3 La prima legislatura: gli anni del centrismo
517
16.4 Il miracolo economico La nascita della televisione
521 523
Intervista impossibile a De Gasperi e Togliatti
526
Il laboratorio dello storico Tra sport e storia: Bartali e Coppi
529
APPROFONDIRE
MAPPA SINTESI
532 533
Inclusione Esclusione La fabbrica fordista
534
Capitolo 17 L’ITALIA NEGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA
538
17.1 L’esperienza del centrosinistra ORIENTARSI TRA I CONCETTI
I governi di centrosinistra
17.2 Il Sessantotto italiano ANALIZZARE LA FONTE
Lo Statuto dei lavoratori
547
17.4 Il terrorismo
550
ORIENTARSI TRA I CONCETTI
La società italiana alla fine degli anni Settanta
MAPPA SINTESI
553 555 558 559
Inclusione Esclusione Il benessere diffuso
560
Capitolo 18 LA LUNGA TRANSIZIONE DALLA PRIMA ALLA SECONDA REPUBBLICA
564
18.1 L’economia e la società italiane negli anni Ottanta APPROFONDIRE
Il terziario avanzato in Italia
18.2 Verso la fine della prima Repubblica
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542 546
17.3 Il compromesso storico 17.5 Le trasformazioni nella società e nell’economia
ANALIZZARE LA FONTE
Relazione parlamentare antimafia
18.3 Il difficile passaggio alla seconda Repubblica MAPPA SINTESI
XII
538 540
564 566 567 569 570 574 575
Inclusione Esclusione La televisione
576
Inclusione Esclusione La mafia
580
INDICE GENERALE
ESERCIZI
584
IL DIBATTITO DEGLI STORICI L’Italia repubblicana
588
VERSO L’ESAME DI STATO Prova d’esame
595
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA La fine del colonialismo
598
SEZIONE 7
DECOLONIZZAZIONE, SVILUPPO E GLOBALIZZAZIONE Capitolo 19 UN ALTRO MONDO TRA VECCHI E NUOVI STATI 19.1 Le conseguenze della Seconda guerra mondiale sul sistema coloniale ORIENTARSI TRA I CONCETTI
Il processo di decolonizzazione
19.2 La decolonizzazione in Asia: India, Indonesia e Vietnam ANALIZZARE LA FONTE
La via indiana
19.3 La decolonizzazione in Africa APPROFONDIRE
Le amministrazioni fiduciarie
19.4 In Medio Oriente: la questione palestinese e la crisi di Suez ORIENTARSI TRA I CONCETTI
La questione palestinese (1947-1956)
19.5 L’America Latina tra instabilità e dittature
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Il laboratorio dello storico La battaglia di Algeri: un film racconto e agente di storia
MAPPA SINTESI
Capitolo 20 LA LOTTA PER LO SVILUPPO: ASIA, AFRICA E AMERICA LATINA
602 602 605 606 607 609 612 614 617 618 622 624 625
626
20.1 L’Asia negli anni Sessanta e Settanta
626
20.2 L’Asia dagli anni Ottanta al Duemila
631
XIII
INDICE GENERALE
20.3 Il Medio Oriente dagli anni Sessanta agli anni Ottanta
635
20.4 Il conflitto arabo-israeliano dagli anni Ottanta alla fine del Novecento
640
20.5 L’Africa alla fine del Novecento
642
20.6 L’America Latina alla fine del Novecento
644
Intervista impossibile a Mao Tse-tung
646
Intervista impossibile a Nelson Mandela
648
MAPPA SINTESI
650 651
Capitolo 21 LA FINE DEL NOVECENTO: UN PERIODO DI GRANDI TRASFORMAZIONI 21.1 La crisi del 1973 e la terza rivoluzione industriale ORIENTARSI TRA I CONCETTI ORIENTARSI TRA I CONCETTI
Le conseguenze della crisi petrolifera Le trasformazioni del lavoro
21.2 La globalizzazione ANALIZZARE LA FONTE
Imprese multinazionali globali
21.3 Demografia, ambiente ed energia Il laboratorio dello storico Chernobyl: una guerra anomala
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MAPPA SINTESI
XIV
652 652 655 657 658 660 661 666 668 669
Inclusione Esclusione L’immigrazione
670
ESERCIZI
674
IL DIBATTITO DEGLI STORICI Aspetti diversi della decolonizzazione
678
VERSO L’ESAME DI STATO Prova d’esame
684
INDICE GENERALE
NELL’ARENA DELLA STORIA
a tu per tu con GIOVANNI DE LUNA Oltre il Novecento
688
SEZIONE 8
NEL NUOVO MILLENNIO Capitolo 22 DOPO L’11 SETTEMBRE
690
22.1 L’attentato e l’invasione dell’Afghanistan
690
22.2 La guerra in Iraq e la primavera araba
694
22.3 Lo storico di fronte all’11 settembre: il silenzio impossibile
697
22.4 Conclusioni
700
Intervista impossibile a Barack Obama
704
Capitolo 23 ATLANTE GEOPOLITICO DEL MONDO CONTEMPORANEO
706
Flussi di uomini, merci e capitali
707
Indicatori economici
710
Popolazione e ambiente
712
714 721 722
© Pearson Italia spa
Indice dei nomi Indice dei box lessico Indice delle carte
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INTRODUZIONE ALLA STORIA CONTEMPORANEA L’utilità della periodizzazione Che cosa intendiamo per storia contemporanea? Come tutte le periodizzazioni, una definizione di questo tipo è utile innanzitutto «a rendere pensabili i fatti storici» (K. Pomian). Nella loro dimensione di puri eventi, questi si presentano infatti collegati uno all’altro da una semplice sequenza cronologica. La periodizzazione implica invece una “concettualizzazione del tempo”: non più il solo collocare dei fatti lungo una linea del tempo, ma la scelta di rendere comprensibili gli eventi, aggregandoli intorno a un elemento subito riconoscibile, per esempio un personaggio (“l’età napoleonica”, “l’età giolittiana”…) o un oggetto materiale (“l’età del ferro” o, riferendosi al Novecento, “il secolo delle ciminiere” evocato da Charles Maier).
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Quando inizia e di che cosa si occupa la storia contemporanea? La storia contemporanea partecipa di questa intrinseca utilità della periodizzazione. I criteri sui quali fondare questa definizione restano però ancora molto incerti e contraddittori. In Francia, per esempio, all’interno di una consolidata tradizione accademica fondata su una struttura cronologica in quattro parti (antichità, età medievale, età moderna ed età contemporanea), si è sempre guardato al 1789 come all’inizio del periodo contemporaneo. Oggi le cose stanno progressivamente cambiando: mentre i “modernisti” si sono spinti oltre il 1789, fino a includere tutta l’età napoleonica, si va consolidando quella che i francesi chiamano “storia
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molto contemporanea”, praticamente identificata con lo studio del Ventesimo secolo e a sua volta distinta in due sottoinsiemi: la storia del tempo presente e la storia dell’immediato. L’ambito cronologico della prima sarebbe racchiuso in quel periodo «per il quale vi sono ancora testimoni viventi», mentre per la seconda ci si dovrebbe riferire agli ultimissimi anni appena trascorsi, a una storia, quindi, «che può essere costruita nel momento in cui accade» (L. Wirth). Bisogna quindi muoversi con molta cautela, tenendo conto anche di tutti i rischi che si corrono quando si azzardano definizioni complesse come questa. Di solito, una definizione fissa la dimensione statica di un fenomeno, lo immobilizza per poterlo efficacemente studiare e analizzare; la brusca accelerazione subita dal tempo storico novecentesco porta invece la contemporaneità a negarsi continuamente, ad autodistruggersi, in un turbine temporale incalzante e asfissiante. Riferendosi alla citata storia del tem-
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po presente, per esempio, René Rémond affermava: «È storia contemporanea in senso proprio ogni sequenza del passato della quale sopravvivono attori o testimoni. Fintanto che vive tra noi un uomo o una donna che ha conosciuto un momento del passato, questo momento fa parte del contemporaneo; il giorno in cui l’ultimo testimone passa a miglior vita, questo passato ricade in un’altra sezione della storia. Non siamo dunque noi che decidiamo più o meno arbitrariamente del punto di partenza di questa divisione; è la vita, o piuttosto la morte. La morte non fa che registrare le conseguenze di ciò che vi è di più oggettivo, la durata dell’esistenza umana». Anche in questa accezione, dunque, la frontiera che separa il periodo detto “contemporaneo” da quello che lo precede è un confine mobile, che non cessa di spostarsi e che attribuisce alla contemporaneità i tratti di un fiume di eventi restio a farsi imbrigliare nell’alveo di una qualsivoglia periodizzazione.
Uso pubblico della storia e “simultaneità” Un’altra difficoltà nella direzione di una definizione convincente della storia contemporanea è legata al disagio vissuto ai giorni nostri dalla disciplina sotto l’urto di quello che chiamiamo l’“uso pubblico della storia”. Oggi a trasmettere la conoscenza storica e a costruire il senso comune con cui la gente guarda alla storia sono soprattutto i media (cinema, televisione, Internet, giornali) e ciò suscita l’impressione di essere precipitati in un presente enormemente dilatato, in grado di ingoiare sia il passato sia il futuro. Questo mutamento delle coordinate spazio-temporali al cui interno viviamo e lavoriamo è la vera radice del disagio degli storici. È cambiato il tempo della storia ed è cambiato anche il suo spazio. Il tempo della storia contemporanea è quello dell’esperienza della simultaneità: prima la telefonia e la radio, poi il fax, il cinema, la televisione e Internet hanno consentito l’accesso a una pluralità di spazi e di tempi tale da disintegrare l’unicità lineare del tempo e dello spazio che aveva definito lo statuto disciplinare della storia nell’Ottocento. E questo tempo si riconfigura sulla scala di una dimensione planetaria. I primi sistemi di comunicazione via satellite, Intelsat e Intersputnik, sono stati messi a punto alla metà degli anni Sessanta del Novecento, dando il via alla creazione di un mondo virtuale che non è più assimilabile al mondo storico-geografico tradizionale.
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Il “gomitolo globale” La definizione attuale di storia contemporanea allude dunque a una storia che è diventata compiutamente globale, alimentandosi di flussi economici e di un sistema di comunicazioni di massa che hanno superato i limiti geografico-territoriali degli Stati nazionali. In questo spazio si muove un’umanità completamente massificata, così che lo studio della contemporaneità coincide con quello dei comportamenti collettivi di miliardi di uomini, che si intrecciano in un mondo enormemente dilatato, di cui occorre penetrare e conoscere gli aspetti politici e istituzionali, ma anche le coordinate dell’esperienza quotidiana; un mondo globalizzato nell’economia e nei sentimenti: «Per la prima volta nella storia umana è data la possibilità, a seguito di profonde trasformazioni politiche e tecnologiche, che nasca lo spazio esperienziale contemporaneo di una civiltà globale caratterizzata da eventi globali quotidiani, dalla cooperazione globale, dall’empatia globale. Il fatto è che assistiamo alla possibilità di un orizzonte di percezione e di esperienza di un solo mondo, nel quale però continuano a esistere diversità delle culture e crescono le interdipendenze» (H. V. Perlmutter). È in questo senso che la definizione di storia contemporanea coincide con l’individuazione dei fenomeni che hanno maggiormente contribuito a caratterizzarla: «La storia contemporanea – ha affermato efficacemente lo storico inglese Geoffrey Barraclough – ha inizio quando i problemi che sono attuali nel mondo odierno assumono per la prima volta una chiara fisionomia» e possono diventare «oggetti di studio». Per noi questo inizio si riferisce essenzialmente al Novecento, a un secolo plasmato nei suoi caratteri più profondi dall’ingresso attivo delle masse nella storia. Se molti eventi novecenteschi appartengono pienamente ed esclusivamente alla fase più drammatica di quel secolo, cioè al
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trentennio tra il 1915 e il 1945 (il crollo del sistema economico e monetario internazionale con la ridefinizione degli equilibri geopolitici mondiali e l’ascesa della potenza americana; la disfatta dello Stato liberale in Germania e in Italia e la sua modificazione negli altri paesi; le due guerre mondiali; il confronto tra democrazia e totalitarismo; l’apparizione del nucleare), altri sono in grado di svelarne l’essenza più profonda: l’organizzazione scientifica del lavoro e la razionalizzazione produttiva; lo Stato interventista; la subordinazione delle élite intellettuali alla macchina propagandistica delle comunicazioni di massa; la dissoluzione di tutti i valori sociali, politici e culturali ereditati dall’Ottocento. Questo è il contesto che ci serve a definire il Novecento.
Le fonti della storia contemporanea Il processo di mondializzazione, che ha ridisegnato l’oggetto della storia contemporanea, ha influito direttamente anche sul meccanismo attraverso
INTRODUZIONE ALLA STORIA CONTEMPORANEA
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il quale essa costruisce le proprie fonti, obbligando a ripensare il rapporto tra archivi e territorio e, più specificamente, tra archivi e Stato nazionale. Subito dopo la Rivoluzione francese, furono istituiti gli archivi nazionali sia per tutelare i diritti del cittadino nei confronti dello strapotere dello Stato (la possibilità di accedere liberamente all’informazione fu una tra le conquiste fondamentali della Rivoluzione), sia per la necessità di documentare le vicende dell’ancien régime. Poi, nell’Ottocento, gli Stati nazionali si configurarono come gli unici soggetti di storia capaci di esercitare la propria sovranità fondandola sugli archivi e sui documenti “pesanti”, tali cioè da permettere di consolidare i confini, le appartenenze, le identità nazionali oltre che consentire agli storici di conoscere la storia. Oggi, nel mondo globale, non c’è nessun soggetto politico in grado di esercitare su scala terrestre l’autorità necessaria per recintare gli spazi e perimetrare le città e gli Stati, così che siamo posti di fronte all’impossibilità materiale di un
archivio mondiale: i documenti conservati presso gli Archivi nazionali di Washington (i più ricchi del mondo) custodiscono pezzi importanti di tutte le storie nazionali (anche della nostra), ma non bastano da soli ad alimentare il racconto della storia di tutti. Cercando le sue fonti, la storia contemporanea incontra allora, di nuovo, quei mezzi di comunicazione di massa di cui abbiamo già segnalato l’ingombrante presenza nell’“uso pubblico della storia”. Nati insieme alla storia che raccontano, il cinema, la televisione, Internet e gli altri media racchiudono in sé il mutamento, la trasformazione, la velocità delle innovazioni tecnologiche, tutti i fenomeni a rapido scorrimento che caratterizzano il nostro tempo. L’irruzione dei media lascia affluire nuovi materiali nel laboratorio dello storico: non più solo la carta, il legno, il marmo, la pietra, la tela, ma anche i supporti magnetici e ottici. E proprio «queste fonti sonore e visive sottolineano la necessità per la storia contemporanea di dotarsi di metodi di indagine assolutamente originali, adatti a complessi documentari che non esistevano prima e che non possono quindi giovarsi di metodologie consolidatesi in altri ambiti disciplinari» (P. Sorlin). Nella nuova metodologia della ricerca, i principali media del nostro tempo (la televisione, il cinema, la radio) vengono sradicati dai loro contesti originari che li definiscono come mezzi di comunicazione, prodotti artistici o beni culturali, per diventare strumenti per raccontare la storia, fonti per la conoscenza storica e agenti di storia. Oltrepassata la barriera della loro ammissibilità («Ogni cosa è fonte per lo storico della mentalità» aveva sottolineato Jacques Le Goff ), si è trattato di adattare alla specificità del mondo dei media quegli strumenti metodologici che le grandi sistematizzazioni teoriche ottocentesche avevano approntato per verificare l’autenticità e l’esattezza delle fonti.
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SEZIONE 1
VERSO UN NUOVO SECOLO a tu per tu con
GIOVANNI DE LUNA
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NELL’ARENA DELLA STORIA
LA SOCIETÀ DI MASSA Professore, lei ha detto che lo studio della contemporaneità coincide «con i comportamenti collettivi di miliardi di uomini che si intrecciano in un mondo enormemente dilatato, di cui occorre penetrare e conoscere gli aspetti politici e istituzionali, ma anche le coordinate dell’esperienza quotidiana: un mondo globalizzato nell’economia e nei sentimenti». In questi termini lei si riferisce a una società di massa che sembra attraversare tutti gli ultimi due secoli, a partire dalla metà dell’Ottocento per arrivare fino a oggi. È così?
LE MASSE NEL NOVECENTO SONO DIVENTATE PRODUTTRICI, ELETTRICI E, IN PARTICOLARE, CONSUMATRICI 6
Certamente, anche se di una società di massa compiutamente determinata si può parlare in modo specifico solo riferendosi al Novecento. Basta riflettere sulle definizioni che gli storici hanno proposto per il XX secolo. Usando un indicatore squisitamente economico, c’è chi lo ha chiamato il «secolo delle ciminiere» o, con una variante, il «secolo del fordismo», riferendosi alle grandi produzioni industriali nelle fabbriche che almeno fino al 1970 funzionavano con grandi ciminiere, con il carbone o con altre energie che “fumano”. Un’altra definizione usa un indicatore più complessivo, prevalentemente geopolitico ma anche con forti venature ideologiche e psicologiche, identificando il Novecento come il «secolo delle guerre», con varianti che ribadiscono in termini diversi lo stesso concetto («secolo dell’odio», «della violenza», «della morte») e che trovano le loro motivazioni nell’imponenza delle cifre delle vittime. Tra il 1900 e il 1993 sono state combattute 54 guerre, che hanno provocato 185 milioni di morti (di cui l’80% civili). La stima dei caduti della Prima guerra mondiale varia tra i 10 e i 12 milioni, quella relativa alla Seconda, tra i 30 e i 50 milioni. Altre definizioni insistono, come vedremo, sul totalitarismo o sulla diffusione dei mezzi di comunicazione come elementi specifici per caratterizzare il Novecento.
STIAMO PARLANDO DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI, QUESTE CONSIDERAZIONI VALGONO POCO SE RIFERITE A QUEI TERRITORI DI POVERTÀ E DI EMARGINAZIONE DIFFUSI IN LARGA PARTE DEL PIANETA
Altre ancora privilegiano l’allargamento dei mercati su scala planetaria e l’omologazione indotta dai consumi e dalle mode…
Sì professore, mi sembra di aver capito. Tutte queste definizioni si muovono nella stessa direzione: produzioni di massa, morte di massa, politica di massa, consumi di massa, mezzi di comunicazione di massa. A unificarle è proprio il concetto di Novecento come “secolo delle masse”. Esattamente. Dietro il totalitarismo, il sistema della fabbrica fordista, le guerre e le violenze si agitano sempre e comunque le schiere di un’umanità completamente massificata: di massa è la partecipazione politica su cui si fonda il totalitarismo; di massa è la produzione del sistema industriale fordista; di massa, infine, è la morte, che trionfa nelle grandi guerre e negli altri conflitti minori. Di massa sono gli strumenti della comunicazione, i mass media; ma di massa sono soprattutto i consumi. Le masse nel Novecento sono diventate produttrici, elettrici e, in particolare, consumatrici.
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Ma che cosa c’è alla base di questo fenomeno? Perché si è verificato nel Novecento? Alla base c’è il processo che ha portato a far emergere l’industria come il motore fondamentale dello sviluppo economico. L’industria si presta più di qualunque altro sistema produttivo a questo genere di risultati, perché offre una varietà di prodotti continuamente modificabile e aggiornabile (almeno entro certi limiti, che dipendono dalla quantità di investimenti che si fanno e dalla capacità di inventare nuove lavorazioni), mentre i prodotti agricoli – legati al soddisfacimento di bisogni fondamentali come l’alimentazione e l’abbigliamento –, trovano abbastanza presto un limite difficilmente superabile nell’incapacità di assorbire nuove quote di queste produzioni, e quindi non riescono a crescere oltre certi livelli. Non è così per il sistema industriale. Se si rileggono gli inventari di morte notarili ottocenteschi o i racconti letterari (Zola e Balzac, in particolare) di quell’epoca, che riportano i beni disponibili per gli eredi dei defunti, emergono, per persone di livello di reddito medio-basso, degli elenchi nell’ordine delle decine, o al massimo di un centinaio, di oggetti. Oggi le indagini sulla struttura dei consumi nei paesi svilup-
pati mettono in evidenza che gli oggetti disponibili per le singole persone che abbiano un reddito normale o medio-basso sono nell’ordine delle migliaia…
Molte delle caratteristiche della società di massa che lei ha ricordato affiorano già nella società che si lascia alle spalle l’Ottocento e si affaccia sul Novecento. È possibile indicare quelle che, a suo avviso, oggi caratterizzano il nuovo passaggio di secolo e il mondo che si è delineato alle soglie del Duemila? Sì. Prima però le ricordo che stiamo parlando sempre e solo dei paesi industrializzati, dell’Occidente euroamericano compiutamente sviluppato e che queste considerazioni valgono poco se riferite a quei territori di povertà e di emarginazione diffusi in larga parte del pianeta. Con questa precisazione, credo che a definire la società di massa attuale contribuiscano questi fattori: la competizione globale tra i paesi industrializzati; il dilatarsi delle informazioni; lo sviluppo di flussi economici e di un sistema delle comunicazioni di massa che ha completamente superato i limiti geografico-territoriali degli Stati nazionali, disvelando uno scenario i cui confini sono solo il cielo e la terra.
Ma se lei dovesse individuare uno di questi aspetti come caratterizzante gli anni che stiamo vivendo, quale sceglierebbe? Per quanto mi riguarda, tra tutti, richiamerei l’attenzione proprio sui mezzi di comunicazione di massa. Sono nati con la contemporaneità e hanno nel proprio DNA il mutamento, la trasformazione, l’instabilità, tutti i fenomeni “a rapido scorrimento” che caratterizzano la nostra epoca. A questo associano poi la sterminata ampiezza del loro pubblico, che assiste a quelli che gli studiosi Daniel Dayan e Elihu Katz definiscono «eventi storici che vengono trasmessi in diretta e tengono ferma una nazione e il mondo intero»: nessuno degli altri protagonisti che hanno segnato l’età contemporanea (penso allo Stato, alla Chiesa, ai partiti unici dei regimi totalitari) è stato in grado di costruire una “comunità” così tendenzialmente illimitata. I singoli tratti degli Stati nazionali tendono a scomparire, a dissolversi nella nuova dimensione di un mondo ormai compiutamente globalizzato. 7
SEZIONE 1
VERSO UN NUOVO SECOLO Capitolo 1 La nascita della società di massa
p. 10
VERSO LE COMPETENZE
Capitolo 2 L’età giolittiana
p. 42
Intervista impossibile a Giovanni Giolitti
p. 54
• Il laboratorio dello storico Immagini del colonialismo p. 38
inclusione/ESCLUSIONE L’emigrazione transoceanica
p. 61
ESERCIZI
p. 64
1865
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storia mondiale storia italiana arte scienza letteratura 8
• Il laboratorio dello storico Le immagini del lavoro operaio p. 56
1870
IL DIBATTITO DEGLI STORICI
p. 67
VERSO L’ESAME DI STATO
p. 74
1875
1880
1873 - Inizio della grande depressione economica 1870-1871 - Guerra francoprussiana per il possesso di Alsazia e Lorena. Vittoria prussiana
1878 - Conferenza di Berlino: trionfo della politica bismarckiana
1877 - Legge Coppino: estensione dell’istruzione obbligatoria 1874 - Fondazione dell’Opera dei congressi, punto di riferimento per il mondo cattolico 1871 - Darwin pubblica L’origine dell’uomo
1876 - Prototipo del telefono
1873 - Jules Verne pubblica Il giro del mondo in Ottanta giorni
1885
1879 - Prima lampadina
1882 - Triplice alleanza tra Italia, Germania e Impero austro-ungarico
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Conoscenze • i caratteri degli imperialismi e dei nazionalismi europei • i fattori costitutivi delle dinamiche politiche e sociali della seconda rivoluzione industriale • gli elementi caratteristici della società italiana nell’età giolittiana Abilità • stabilire confronti tra i processi caratteristici della Belle époque • stabilire relazioni di causa-effetto tra fenomeni economici, politici, demografici • utilizzare fonti diverse per la ricostruzione di rilevanti fenomeni politico-culturali
GLI EVENTI E I LUOGHI L’Italia attraversa una fase di grande trasformazione economica e sociale
I paesi dell’Europa occidentale dominano sul resto del mondo grazie alla superiorità tecnologica
Gli Stati Uniti conoscono uno sviluppo eccezionale e diventano meta dell’emigrazione europea Il Giappone si afferma come potenza asiatica emergente
L’intero continente africano diventa terra di conquista per i paesi europei
1890
1895
1889 - Seconda internazionale socialista
1900
1905
1899-1902 - Guerra anglo-boera 1894 - Duplice intesa tra Francia e Russia
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1892 - Fondazione del Partito socialista italiano. Giovanni Giolitti primo ministro
1907 - Triplice intesa tra Inghilterra, Francia e Russia
1901-1903 - Governo Zanardelli. Giolitti ministro dell’Interno
1889 - Giovanni Verga pubblica I Malavoglia
1900 - Sigmund Freud dà alle stampe L’interpretazione dei sogni 1901 - Marconi comunica via radio attraverso l’Atlantico. 1903 - Primo aeroplano
1914 - Inizio della Prima guerra mondiale
1911 - Legge Daneo-Credaro: lo Stato gestisce l’istruzione primaria
1903 - Giolitti torna al governo
1913 - Elezioni politiche: 228 deputati eletti con i voti cattolici del Patto Gentiloni
1899 - Nasce la FIAT 1895 - Prima proiezione cinematografica
1915
1904-1905 - Guerra tra Russia e Giappone per il possesso di Corea e Manciuria. Vittoria giapponese 1904 - Entente cordiale tra Inghilterra e Francia
1891 - Leone XIII pubblica l’enciclica Rerum novarum
1910
1907 - Viene prodotta la prima vettura Ford modello T
1914 - Apertura del canale di Panamá
1909 - Marinetti firma il Manifesto del futurismo
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Capitolo 1
LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA 1.1 La seconda rivoluzione industriale L’incremento demografico e urbano
Approfondire La popolazione mondiale all’inizio del Novecento Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato (particolare), 1901 (Milano, Civica Galleria d’Arte Moderna)
Quest’opera, esposta per la prima volta nel 1902, emarginata dalla critica,, “cancellata” dal fascismo,, è prima diventata un’icona del movimento operaio e sindacale, e poi è stata usata come simbolo universale di emancipazione
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Protagonista di questa tela è il nuovo soggetto politico del Novecento: gli operai, che marciano compatti in avanti, verso il progresso. In questa marcia si riflette una visione “positiva” dell’evoluzione storica
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Alla fine del XIX secolo demograficamente il pianeta aveva una percentuale di europei più alta che al suo inizio. Il loro numero era più che raddoppiato: dai circa 200 milioni del 1800 erano passati ai 430 del 1900. Inoltre, la loro emigrazione massiccia aveva determinato lo spettacoloso incremento della popolazione delle Americhe, dai 30 milioni del 1800 ai quasi 160 del 1900 (il Nord America, in particolare, passò da 7 a oltre 80 milioni). Alla crescita impetuosa del “mondo dell’uomo bianco” corrispondeva il declino dell’Asia e soprattutto dell’Africa. Insieme alla popolazione crescevano le città; l’Europa di fine Ottocento si presentava affollata di grandi e piccoli centri urbani (nel 1800 c’erano 17 città con 100 000 abitanti, nel 1893 erano diventate 103).
I caratteri della seconda rivoluzione industriale
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Come la popolazione, anche la ricchezza tendeva a concentrarsi nel mondo europeo e americano. Nel 1880 il reddito pro capite dei paesi sviluppati era circa il doppio di quello degli altri; nel 1913 era oltre il triplo, e il divario sarebbe cresciuto anche lungo tutto il Novecento (nel 1950 la differenza sarebbe stata di 1 a 5, nel 1970 di 1 a 7). Il mondo che si affacciava sul nuovo secolo era saldamente strutturato intorno al dominio europeo. L’Europa era il continente più ricco, più potente, più sviluppato. A determinare la crescita europea contribuì certamente la spettacolare rivoluzione tecnologica che, proprio negli ultimi decenni dell’Ottocento, registrò la nascita di una serie di invenzioni che incidono ancora oggi profondamente nella nostra esistenza collettiva: il telefono (1876), la lampadina (1879) e a seguire la telegrafia senza fili, la bicicletta, l’automobile, l’aeroplano, la radio, il cinema, l’industria pubblicitaria. Questa serie imponente di innovazioni si intrecciò con quella che gli storici chiamano seconda rivoluzione industriale. Quando si usa il termine “rivoluzione” ci si riferisce a un fenomeno che segna una netta discontinuità con le età precedenti. In realtà, in quegli anni l’economia mondiale era ancora sotto il segno degli elementi che avevano caratterizzato la prima rivoluzione industriale, ancorata alla tecnologia del vapore e del ferro.
LESSICO Reddito pro capite È un indicatore impiegato per valutare la generale condizione economica di un paese; si calcola dividendo la ricchezza prodotta in un anno da uno Stato per il numero dei suoi abitanti.
In primo piano compare una donna con un bimbo in braccio; si osservi però la gerarchia della rappresentazione: l’uomo è centrale, la donna è al suo fianco ed è rappresentata nelle vesti tradizionali della madre
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SEZIONE 1 - VERSO UN NUOVO SECOLO
America del Sud 1% Asia 1,3%
Africa 0,3% Resto del mondo 4,3%
Europa 26%
USA 67,1%
La diffusione dei telefoni nel mondo nel 1912
Anche per le fonti di energia, il carbone restava quella più importante (alimentava il 95% delle industrie europee, Russia esclusa). Quelle nuove, l’elettricità e il petrolio, non avevano ancora l’importanza odierna. Eppure è proprio dalle fonti di energia che dobbiamo partire per comprendere il carattere compiutamente innovativo assunto dallo sviluppo industriale di quegli anni. Decisiva fu per esempio la realizzazione di un motore piccolo, leggero e potente in grado di sostituirsi con efficacia alle ingombranti macchine a vapore: il motore a scoppio, che utilizzava come carburante la benzina, produsse il “miracolo” prima delle vetture automobili (1880-1890), poi degli aerei (1903), invenzioni destinate a cambiare per sempre la storia dell’umanità. Nacque allora la nuova industria chimica, fondata sulla ricerca scientifica, e vennero utilizzati macchinari più efficienti costruiti in acciaio. Questo metallo (una lega di ferro e di carbone ottenuta in grandi forni verticali, gli altiforni) divenne il materiale più usato: macchine, navi, tutta l’ossatura dei paesi industrializzati fu modellata in acciaio. Nuove fonti di energia (l’elettricità e il petrolio), nuove invenzioni (prima di tutto il motore a scoppio) e nuovi settori produttivi (l’industria chimica e la produzione dell’acciaio) furono quindi gli elementi caratterizzanti della seconda rivoluzione industriale e le novità che avrebbero segnato in profondità il XX secolo. In fabbrica: la produzione di massa
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La fabbrica fu il cuore della seconda rivoluzione industriale. Fino ad allora la macchina a vapore aveva fornito l’energia agli utensili con cui l’operaio costruiva i pezzi, uno per uno. L’operaio era ancora un po’ artigiano, aveva un suo mestiere, una sua abilità professionale e i pezzi prodotti non uscivano dalla fabbrica tutti uguali. Grazie ai motori elettrici, le vecchie macchine a vapore furono gradualmente soppiantate da macchinari molto più precisi e perfezionati, capaci di produrre parti meccaniche identiche una all’altra e in grado di compiere operazioni sofisticate, così da rendere inutili le capacità degli operai di mestiere.
Due manifesti pubblicitari francesi di inizio secolo. Il primo (a sinistra) è dedicato alla luce elettrica, emblema stesso del progresso del “nuovo secolo”; il secondo raffigura i fratelli Pathé, fondatori dell’omonima società cinematografica, che portano un proiettore e un fonografo, due strumenti introdotti dalla seconda rivoluzione industriale
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CAPITOLO 1 - LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA
Nelle grandi fabbriche, a partire dal 1893, queste innovazioni si tradussero in un nuovo sistema di organizzazione del lavoro, il taylorismo, che prese il nome dall’uomo che lo mise a punto, l’ingegnere americano Frederick W. Taylor (18561915). Secondo i suoi principi, la lavorazione di un prodotto fu suddivisa in tante fasi, ognuna da svolgersi nel tempo fissato dalla direzione aziendale. In quel dato tempo, ogni operaio eseguiva solo i compiti relativi a quel segmento di lavorazione: sempre gli stessi e sempre regolati secondo la velocità delle macchine. Il principio del taylorismo fu integralmente applicato nella catena di montaggio, introdotta da Henry Ford per produrre automobili nelle sue fabbriche di Detroit. Nel 1907 dalla catena di montaggio uscì la prima vettura prodotta su larga scala, il famoso modello Ford T e l’automobile cominciò a diventare un bene via via accessibile a un numero sempre maggiore di persone. Era nato un nuovo modo di produrre, in grado di fornire su vasta scala prodotti standardizzati, con caratteristiche sempre identiche, facilmente riconoscibili ovunque: la produzione di massa. Thomas Lipton, per esempio adottò una confezione standard per il suo tè, venduto in bustine da 1,5 g. Tra il 1870 e il 1899 la sua azienda arrivò ad avere cinquecento succursali in tutto il mondo.
Operai alla catena di montaggio Ford di Detroit, nei primi anni del Novecento
Industrie e urbanizzazione (1890-1914) Gli Stati Uniti si pongono come nuova potenza emergente
I maggiori impianti industriali e centri urbani sono concentrati in Europa
Città con un milione e più di abitanti Industrie metallurgiche e siderurgiche
Glasgow ow Liverpool Liv verpoo erpool e
Chicago Boston
M Manchester Mancheste ester este Leeds Amburgo A Amb mb Londra ndra a Berlino Berli e
Parigi
Principali miniere Industrie tessili
Pietroburgo Mosca
Vienna Pechino
Costantinopoli
New York
Tokyo Osaka O
Filadelfia
Calcutta a
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oceano Pacifico
oceano Pacifico
oceano Atlantico
Anche l’India è sede di industrie, in stretto collegamento con il mercato inglese
oceano o Indiano I
In Asia è il Giappone a configurarsi ccome lo Stato più industrializzato e più urban nizzato urbanizzato
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SEZIONE 1 - VERSO UN NUOVO SECOLO
Mercato di massa e concentrazioni capitalistiche
Dalla fabbrica al mercato: questo manifesto pubblicitario del 1907 reclamizza i nuovi prodotti per il benessere personale e per la casa moderna
LESSICO Monopoli È definito monopolio un’impresa o un gruppo di imprese che controlla tutta l’offerta di un bene o di un servizio, dunque un intero settore produttivo.
Il nuovo modo di produrre rimbalzò dalla fabbrica al mercato, rendendo possibile, per la prima volta nella storia dell’umanità, i consumi di massa. In Europa e negli Stati Uniti, l’aumento della popolazione, l’urbanizzazione, la crescita dei redditi reali dischiusero le porte a un mercato di vaste dimensioni, non più limitato agli alimentari e al vestiario, cioè ai bisogni elementari di sussistenza. I ceti più ricchi potevano ora accedere anche al consumo di beni durevoli (biciclette, macchine per scrivere e per cucire, cucine a gas, poi automobili ed elettrodomestici). Contemporaneamente cominciarono ad affermarsi vaste catene commerciali e grandi magazzini (il primo dei quali, chiamato Bon Marché, fu aperto a Parigi nel 1852). La produzione di massa e i nuovi consumi provocarono significativi cambiamenti nella struttura e nella concreta attività dell’impresa capitalistica. La produzione industriale, dovendo soddisfare le esigenze di un mercato di vaste dimensioni, fu affidata a fabbriche e ad aziende sempre più grandi. Quelle più forti cominciarono ad assorbire le più deboli all’interno di vaste concentrazioni industriali (i trust); inoltre, imprese che operavano nello stesso ramo produttivo strinsero accordi (i cartelli) per eliminare gli effetti negativi della concorrenza, stabilendo i prezzi delle merci o spartendosi quote di mercato. Le industrie maggiori, che tendevano a controllare in esclusiva interi settori dell’attività produttiva, furono dette monopoli. Nel 1880, negli Stati Uniti, il 90-95% del petrolio veniva raffinato dalla Standard Oil Company, il 63% dell’acciaio era prodotto dalla United States Steel. Monopoli potentissimi sorsero nei settori più disparati, dal tabacco al sapone, dagli armamenti ai trasporti, fino all’industria pesante.
1.2 Colonialismo e imperialismo
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La spartizione dell’Africa e dell’Asia
Storiografia G. Barone, L’imperialismo
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Gli effetti della seconda rivoluzione industriale si fecero sentire anche nell’organizzazione del sistema politico internazionale. Al vecchio gruppo di paesi che avevano costituito il nucleo della prima rivoluzione (Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Francia, Belgio, Svizzera), si aggiunsero nuove potenze economiche come i paesi scandinavi (Svezia e Norvegia, in parte anche la Finlandia), l’Italia, il Giappone, la Russia, l’Olanda, l’Ungheria. Insieme controllavano l’80% del mercato mondiale. Come si vede, con la sola eccezione del Giappone, anche da questo punto di vista erano gli Stati dell’Occidente euro-americano a dominare il mondo. Forti di una schiacciante supremazia militare e grazie inoltre alle loro risorse scientifiche e tecnologiche, tra il 1870 e il 1900 questi Stati conquistarono immensi territori in Asia e in Africa, in quella grande parte del pianeta che sino ad allora era rimasta al di fuori del loro diretto controllo. In particolare, l’Olanda completò l’occupazione dell’Indonesia. E lo stesso fece il Portogallo, che estese il proprio controllo all’intera Angola e al Mozambico. L’Inghilterra si impadronì dell’Egitto, del Sudan, del Kenya, della Rhodesia, del Sudafrica, oltre che della Nigeria. La Francia occupò quasi tutta l’Africa occidentale e l’isola di Madagascar. In Asia i francesi dominavano su tutta la penisola indocinese. Il Belgio si impadronì del Congo, e la Germania del Camerun e del Tanganica. La Russia estese il suo dominio in Asia centrale. Perfino l’Italia e il Giappone si affrettarono a costruire un impero coloniale: l’Italia occupò l’Eritrea, la Somalia (alla fine dell’Ottocento) e più tardi la Libia (1911-1912; v. cap. 2, par. 2.1); il Giappone estese la sua influenza alla Cina settentrionale e alla Corea, e per questo si scontrò con la Russia.
CAPITOLO 1 - LA NASCITA DELLA SOCIETÀ DI MASSA
I possedimenti coloniali europei in Africa e in Asia all’inizio del Novecento MAROCCO SPAGNOLO MAROCCO
TUNISIA
Belgio
mar Mediterraneo
Francia Germania
LIBIA
ALGERIA
Gran Bretagna
Ma
RIO DE ORO
EGITTO
Italia
rR os
Portogallo Spagna
so
ANC ESE
MAURITANIA
AF RIC A
TOGO
EQ UA TOR IAL E FR
SENEGAL AFRICA OCCIDENTALE FRANCESE CIAD ERITREA GAMBIA ITALIANA SOMALIA ALTO SENEGAL SUDAN GUINEA PORT. E NIGER FRANCESE GUINEA FR. NIGERIA SOMALIA ALTO VOLTA ETIOPIA BRITANNICA SIERRA LEONE COSTA indipendente D’AVORIO UBANGI LIBERIA COSTA DAHOMEY CAMERUN SCIARI SOMALIA indipendente INIZI DEL XIX SECOLO D’ORO RIO MUNI UGANDA AFRICA ITALIANA CONGO RUANDA ORIENTALE ALGERIA GABON BELGA BURUNDI BRITANNICA CONGO FRANCESE (Kenya)
(Zaire)
SENEGAL GAMBIA
AFRICA ORIENTALE TEDESCA
oceano Atlantico
(Tanganica)
ANGOLA
DAHOMEY LAGOS
SIERRA LEONE COSTA COSTA RIO MUNI D’AVORIO D’ORO GABON
RHODESIA DEL NORD
COLONIA oceano DEL CAPO Indiano
IMPERO RUSSO
IMPERO GIAPPONESE MANCIURIA
MONGOLIA
© Pearson Italia spa
BELUCISTAN
ARABIA
o
Ind
OMAN HADRAMAUT
IMPERO CINESE
TIBET
NE BHUTAN an PA L ge ASSAM
G
INDIA BRITANNICA
mare Arabico
Osservando anche la carta precedente e tenendo conto dei Ceylon possedimenti in Canada e Australia, si può facilmente constatare che oce oceano e ano a In Indiano l’Impero britannico era immenso e superava di gran lunga tutti gli altri
Ya n
AFGHANISTAN KASHMIR PERSIA
COREA
o Huang H
te
fra
Eu
Mar Rosso
KUWAIT
PAMIR
MADAGASCAR
Giappone
gt
ze
Olanda Portogallo
oceano Pacifico
Kiang
USA
Formosa
LAOS BIRMANIA TONCHINO SIAM ANNAM golfo del Bengala
Francia Gran Bretagna
Tigri
TURKESTAN
CO
BI
AM
Nel giro di un secolo l’intero SWAZILAND continente africano TRANSVAAL fu spartito tra UNIONE ORANGE le grandi potenze SUDAFRICANA europee
AFRICA ORIENTALE PORTOGHESE
IMPERO OTTOMANO
NIASSA
AFRICA OZ M OCCIDENTALE RHODESIA TEDESCA DEL SUD (Namibia) BECIUANIA
ANGOLA oceano Atlantico
oceano Indiano
mar
Filippine
INDOCINA Cinese FRANCESE
CAMBOGIA COCINCINA MALESIA BRITANNICA Su
Borneo
ma
Celebes
tra
INDONESIA
Timor
Giava
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