Manuale Urbanistico Edilizio - Comune di Sabbioneta

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Comune di Sabbioneta | Provincia di Mantova. PGT 2007 Piano di Governo del Territorio. 2. Premessa: come utilizzare il Manuale urbanistico e edilizio. 3.
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Piano di Governo del Territorio

I PGT 2007 Approvazione

Politecnico di Milano |

DIAP

Manuale Urbanistico Edilizio

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Premessa: come utilizzare il Manuale urbanistico e edilizio Parte prima

PGT 2007 Piano di Governo del Territorio

3 Parte seconda

3. Regole e tecniche edilizie per i nuclei di 1. Materiali e principi insediativi dell’edilizia 26 di matrice storica (descrizione) 5 antica formazione A1 e A2 3.1 Murature e strutture portanti verticali 27 1.1 Riconoscimento dei tipi insediativi 5 3.2 Strutture orizzontali 27 1.2 Principali tipi di matrice storica 6 3.3 Coperture 28 1.3 Materiali ed elementi costitutivi 9 3.4 Facciate e aperture 29 1.4 Principi insediativi 10 3.5 Infissi 30 1.5 Filamenti orizzontali (1 e 1a) 11 3.6 Vetrine 31 1.6 Pettini (2) 12 3.7 Intonaci e tinteggiature 31 1.7 Disposizioni a gradino (3 e 3a) 13 3.8 Elementi architettonici e decorativi: 1.8 Città contemporanea (4) 14 prescrizioni generali 31 1.9 Situazioni ibride 14 3.9 Scale 32 3.10 Pavimenti, decorazioni 2. Regole per la trasformazione della città 15 interne, camini 32 2.1 Norme per i principi insediativi di matrice 3.11 Adeguamento igienico e tecnologico, storica (situazioni 1, 1a, 2, 3 e 3a) 16 ascensori e montacarichi e altri impianti 33 2.2 Regole per l’espansione della città 3.12 Norme particolari per il recupero contemporanea 19 abitativo dei volumi agricoli 33 3.13 Norme particolari per la realizzazione dei nuovi piccoli volumi 33 3.14 Norme per gli spazi aperti 34

4. Zone residenziali consolidate B1 e B3 4.1 Norme generali 4.2 Strutture e murature portanti verticali e orizzontali 4.3 Facciate e aperture 4.4 Coperture 4.5 Recupero abitativo dei sottotetti 4.6 Recupero abitativo dei fienili 5. Altre indicazioni edilizie e costruttive 5.1 Zone produttive consolidate (D1, D2, D3) 5.2 Aree destinate all’agricoltura 5.3 Indicazioni per gli spazi pubblici e la viabilità

36 36 36 37 38 38 38 39 39 39 40

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Premessa: come utilizzare il Manuale urbanistico e edilizio

Il Manuale urbanistico edilizio fa parte integrante del Piano delle regole. Le sue indicazioni sono vincolanti. Esso è costituito da due sezioni. Nella prima vengono messe in evidenza alcune delle regole “morfologiche” della città, ovvero relative al tipo di edifici presenti, alla loro collocazione all’intero dei lotti, al rapporto con le strade e alle modalità con cui tutti questi elementi si aggregano e accostano uno all’altro. La seconda parte del Manuale detta norme di tipo edilizio, ovvero riguardanti la forma, i materiali, le finiture e in alcuni casi le tecniche costruttive, degli edifici, dei loro componenti e degli spazi aperti della città. Queste indicazioni sono più dettagliate per la Città murata e più generiche per le altre parti del territorio. La prima sezione è divisa in due paragrafi. Il primo è descrittivo e contiene una succinta spiegazione dei tipi edilizi, dei materiali che li costituiscono e dei principi insediativi che troviamo a Sabbioneta (esclusa la Città murata). Il secondo capitolo definisce le regole che gli interventi devono rispettare per adattare e interpretare correttamente la “morfologia” della città. Senza la lettura del primo paragrafo è difficile comprendere il senso delle norme contenute nel secondo e assicurare la loro corretta applicazione. Queste regole, come specificheremo meglio in seguito, valgono per le Zone residenziali consolidate B1, B2, B3 e per quegli insediamenti agricoli di tipo tradizionale classificati nel piano delle regole come aree destinate all’agricoltura.

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Sono regole che in larga misura riguardano anche la Città murata, che è però disciplinata da altri, più puntuali e cogenti dispositivi. Per questi motivi le indicazioni contenute nella prima parte del Manuale devono essere considerate per la Città storica unicamente come uno strumento di approfondimento privo di valore cogente. La seconda sezione del Manuale, come dicevamo, è dedicata alle regole più propriamente edilizie e concernenti gli spazi aperti. È divisa in tre capitoli: il primo riguarda la Città storica, e più in generale le parti del territorio classificate come Nuclei di antica formazione A1 e A2 (capitolo 3); il secondo (capitolo 4) riguarda i nuclei urbani residenziali consolidati o agricoli di tipo tradizionale (nelle zone B1, B3 e nelle Aree destinate all’agricoltura); il terzo (capitolo 5) contiene poche indicazioni concernenti gli insediamenti produttivi (Zone produttive consolidate), quelli agricoli, la mobilità e, più in generale, gli spazi aperti della città.

em. aprile 2008

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Sezione prima

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1.1 Riconoscimento dei tipi 1. Materiali e principi insediativi insediativi dell’edilizia di matrice storica (descrizione) Le frazioni e i nuclei sparsi al di fuori della Città murata sono caratterizzate dalla diffusa presenza di edilizia di matrice storica e originariamente destinata all’uso agricolo, che ha mantenuto inalterati i suoi caratteri originari, nonostante i continui adattamenti e trasformazioni. Fra la varietà delle forme che caratterizzano questa edilizia si riconoscono alcune declinazioni e tipi ricorrenti fra cui i principali sono: gli edifici aggregati in linea, le corti agricole di grande dimensione, gli edifici agricoli isolati di medie e limitate dimensioni. A questi si aggiungono le diffuse forme di edificazione unifamiliare e produttiva della città contemporanea, di cui tratteremo in seguito. Prima di passare alla definizione dei principi e delle regole che devono guidare le trasformazioni di Sabbioneta (paragrafo 2) è necessario soffermarsi, seppur brevemente1, sulla descrizione dei tipi insediativi di matrice storica (o anche definiti organismi residenzialirurali), dei relativi elementi costitutivi e delle loro modalità di aggregazione in principi insediativi.

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Questo Manuale non aspira ad essere un trattato delle tipologie e dei caratteri costruttivi di Sabbioneta; la loro descrizione è pertanto ridotta all’osso.

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1.2 Principali tipi di matrice storica Edifici aggregati in linea Gli aggregati lineari si caratterizzano per la giustapposizione di edifici residenziali e/o agricoli di dimensioni variabili che formano filamenti edificati connotati da una fitta sequenza di unità abitative e insediamenti agricoli. Sui retri si estende un lotto di terreno agricolo di forma rettangolare largo quanto la particella fondiaria2. Queste sequenze, che nel tempo sono diventate man mano più dense ed estese, connotano porzioni rilevanti delle frazioni e dei nuclei abitati sparsi nella campagna. Ritroviamo questi filamenti perlopiù a ridosso di argini, canali storici e tracciati viari: non di rado sono collocati sulla parte più alta degli antichi paleoalvei. Nella generalità dei casi questi aggregati sono stati classificati dal piano come zona B1 (insediamenti di matrice storica) o zona B3, quando particolarmente mal messi.

1.

2. 3.

4. 5.

6. 7.

edificio residenziale, disposto in adiacenza al limite nord del lotto, di forma rettangolare allungata e giacitura est - ovest, tetto a capanna e una organizzazione tipologica non dissimile da quella dell’edilizia storica della città murata. Generalmente è alto due piani, ma talora due piani più solaio e solo occasionalmente arriva ai tre; fienile passante di due piani in continuità con l’edificio residenziale; stalla - fienile aggregata all’edificio residenziale e caratterizzata da un porticato architravato o ad archi che eccede in profondità verso l’aia lo spessore della residenza; fienili paralleli all’edificio residenziale e posti sul lato opposto del binario; edifici accessori, generalmente di un piano e di limitato spessore, sono normalmente disposti perpendicolarmente ai corpi principali o addossati ad uno dei due muri divisori aia prospiciente il lato sud dell’edificio residenziale; giardino o frutteto di piccole dimensioni, posto generalmente dalla parte opposta della strada principale.

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Le coagulazioni di edifici di matrice agricola aggregati in linea, fino a formare nuclei edificati anche di ragguardevole dimensione è, secondo Dino Nicolini, una forma tipica della pianura occidentale mantovana della sinistra Oglio, storicamente correlata alle strategie di controllo del territorio delle Signorie minori, che scoraggiavano la formazione di latifondi privati o di natura ecclesiastica. Dino Nicolini, La corte rurale nel Mantovano, Silvana Editoriale, Milano, 1984, pp. 95-101

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Le corti agricole di grandi dimensioni Sono disseminate sul territorio e si distinguono per alcuni elementi specifici: la presenza di un edificio residenziale, talvolta con caratteristiche architettoniche auliche, una torre colombaia, una piccola chiesa o cappella e i molteplici spazi destinati alle attività agricole e alle residenze secondarie. La disposizione di questi edifici è generalmente a corte. Quasi sempre questi organismi, che possono essere distinti dagli altri per la loro maggiore articolazione, hanno passi carrabili distinti da quelli pedonali, e non è raro trovare pilastri in muratura che sottolineano le strade di accesso ai fondi. Fatta eccezione per i casi mal conservati, questi organismi sono stati classificati dal piano come zone A2 (altri edifici di pregio).

1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

edificio residenziale fienile con accesso stalla – fienile con porticato fienile retrostante accessori aia giardino - frutteto

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Le corti agricole di medie e piccole dimensioni Sono anch’esse disseminate sul territorio o inserite ai margini delle frazioni principali (e non di rado sono state successivamente integrate negli aggregati di edifici in linea). Rispetto alle corti agricole di grandi dimensioni presentano caratteristiche architettoniche meno auliche, dimensioni più contenute, un numero inferiore di immobili e non è distinguibile la differenza fra l’edificio padronale e le residenze dei contadini. Il lotto ha forma rettangolare. La stalla, i fienili e l’edifico residenziale sono i materiali che le compongono. Esistono però anche esempi di corti agricole ancora più semplici, costituite da uno o pochissimi edifici di ridotte dimensioni che richiamano vagamente le forme tipiche del “loghino”3, ancorché poco diffuse nel sabbionetano. Questi immobili sono stati classificati dal PGT come zona B1 o zona B3 o Aree destinate all’agricoltura. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.

edificio residenziale fienile con accesso stalla – fienile con porticato fienile retrostante accessori aia giardino - frutteto

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Si tratta di un tipo edilizio destinato all’agricoltura e caratterizzato da grande semplicità delle forme, diffuso nel Mantovano e nella Bassa padana.

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1.3 Materiali ed elementi costitutivi L’organismo residenziale-rurale, quale che sia la sua caratterizzazione (aggregati in linea, corti agricole di grandi dimensioni, etc.), occupa un lotto di forma rettangolare di dimensioni variabili a seconda del contesto e dell’impianto tipologico di riferimento; le sue dimensioni oscillano fra i 10 e i 60 metri di larghezza e i 30 e i 100 metri di profondità. Fatta eccezione per alcuni casi particolari (soprattutto le corti agricole di grandi dimensioni) il lotto ha forma allungata in direzione nord-sud. Sia il lato nord che quello sud sono delimitati da edifici. All’interno di questo modulo sono riconoscibili, almeno originariamente, alcuni elementi o materiali tipo come i seguenti.

Edificio residenziale principale Disposto in adiacenza al limite nord del lotto, di forma rettangolare e orientato in direzione est ovest. Generalmente è costituito da due piani (edifici aggregati in linea e piccole corti) o da due piani più solaio (medie corti e aggregati in linea) e solo occasionalmente è alto tre piani (grandi corti o edifici a carattere più urbano). Lo spessore del corpo di fabbrica è intorno ai 12 metri, ma non mancano casi isolati di edifici profondi 7 metri (edifici aggregati in linea), o anche decisamente più profondi (16-18 metri), come nel caso di alcuni edifici di matrice rurale di maggiore rilevanza (grandi corti). Il tetto è a

capanna e la distribuzione interna non è dissimile da quella dell’edilizia storica della Città murata (con ingresso centrale a corridoio passante o laterale.

Fienile o stalla posta in continuità con l’edificio residenziale, Generalmente di due piani con passo carraio passante, quando in adiacenza con la strada principale o secondaria (medie, piccole corti e edifici aggregati in linea). Questi volumi possono eccedere in profondità lo spessore della residenza verso l’aia e non è raro che siano dotati di porticato.

Fienile o stalla di grandi dimensioni.

Volumi accessori Disposti perpendicolarmente ai corpi principali e addossati ai muri che dividono i lotti, generalmente non più alti di un piano e con spessore limitato. Non è raro che queste costruzioni abbiano una struttura ad archi e dimensioni maggiori quando ospitano i macchinari agricoli.

Aia Prospiciente il lato sud dell’edificio residenziale (spesso trasformata o persa), di forma quadrata o rettangolare in mattoni spigati, leggermente sopraelevata rispetto ai percorsi carrabili;

Spazio agricolo

Destinato ad assolvere le esigenze familiari Collocato sul lato opposto del lotto e parallelo all’edificio residenziale. Generalmente si tratta di (orto, vigneto, frutteto, etc.), che talvolta ospita la vasca per il letame e i piccoli magazzini per il edifici organizzati su due livelli definiti da pilastri ricovero degli attrezzi. Di norma è collocato nella e arcate e tetto a capanna o a falda unica. I diversi volumi possono formare aggregati in linea porzione del lotto opposto all’accesso dalla strada principale, a diretto contatto con la particolarmente densi e definiti, o cortine più campagna. sfuggenti formate da piccoli volumi e accessori anche precari.

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1.4 Principi insediativi La disposizione all’interno del lotto dei materiali prima evidenziati definisce una struttura edificata caratterizzata da una struttura a binario e dalla presenza di: - uno o più edifici residenziali o al servizio dell’agricoltura, posti a nord del lotto; - uno o più volumi agricoli nella porzione sud (isolati o aggregati); - uno spazio non edificato centrale che può ospitare l’aia, il giardino e, quando presenti, i piccoli volumi al servizio dell’abitare o del produrre e addossati ai muri divisori della pertinenza. Lo schema a binario costituisce l’elemento base dell’edificato ed è perfettamente riconoscibile nelle frazioni e nei nuclei isolati, nonostante le trasformazioni intervenute e la varietà delle declinazioni originali. La struttura a binario costituisce, ovviamente, la forma tipica degli organismi che abbiamo chiamato “edifici aggregati in linea”, ma è anche quella che assumono le altre tipologie quando i singoli organismi sono reiterati (soprattutto le corti agricole di piccole e medie dimensioni). A ben vedere il binario, e la particolare disposizione dei vari materiali che esso implica, risponde almeno originariamente ad un’elementare necessità di soleggiamento e di aereazione dello spazio privato e degli spazi riservati al lavoro agricolo (in particolare dell’aia, della stalla, del fronte privato della casa), nonché ad

una forma di economia nell’utilizzo delle strade di accesso e ad un rapporto intimo e diretto con lo spazio agricolo. Possiamo distinguere tre principi insediativi, più alcune possibili varianti minori, osservando il rapporto esistente fra i vari organismi residenziale-rurali, la loro ripetizione in serie, il loro l’orientamento e il rapporto con le strade: sono i Filamenti orizzontali, i Pettini e le Disposizioni a gradino. Per quanto riguarda le strade bisogna precisare che è necessario distinguere fra le strade principali, dotate di continuità territoriale, e quelle secondarie, di accesso alle singole abitazioni, e non di rado a fondo cieco o che proseguono in percorsi agricoli. Ai tre principi se ne aggiunge un quarto, che è quello tipico della città contemporanea. Come vedremo più dettagliatamente in seguito, quest’ultimo principio è caratterizzato da materiali e regole molto distanti da quelli dell’edilizia tradizionale.

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1.5 Filamenti orizzontali (situazione 1 e 1a) …a sud della strada (situazione 1) Una prima situazione si realizza quando la strada di distribuzione ha curvature limitate e un orientamento prevalentemente est-ovest. In questo caso gli organismi si aggregano uno a fianco all’altro fino a realizzare dei filamenti di notevole lunghezza paralleli alla strada. La reiterazione dell’edificio principale forma una cortina continua costituita dall’alternarsi di edifici residenziali ed agricoli con androne passante a margine. Alle spalle della cortina, sul lato opposto della strada, troviamo lo spazio aperto costituito dalla sequenza delle aie intervallate dai muri divisori perpendicolari all’edificato. Ancora più a sud si allineano i fienili e i corpi accessori agricoli attraverso i quali si accede agli orti e ai frutteti al diretto servizio delle famiglie e posti ancora oltre. La presenza degli orti, e la maggiore permeabilità con la campagna, fa sì che il filamento verso sud sia più irregolare, discontinuo e rado, mentre quello adiacente alla strada è più regolare, omogeneo e denso.

…a nord della strada (situazione 1a) Una particolare variante di questo principio insediativo si verifica quando l’edificazione si sviluppa a nord della strada. In questo caso la sequenza degli edifici rispetto alla strada è inversa, benché la disposizione dei diversi elementi all’interno del lotto e rispetto ai punti cardinali rimanga sostanzialmente la medesima. Il rapporto con la strada si realizza tramite i fienili, di cui una porzione può essere passante, lo spazio aperto creato dalla somma delle aie permane, e a nord si dispone l’edificio residenziale principale, con accesso direttamente dall’aia, e i fienili collocati verso strada quando presenti. Il fronte edificato lungo la strada è decisamente più discontinuo rispetto alla declinazione precedente, i vuoti prevalgono sui pieni e gli episodi di trasformazione in abitazioni dei fienili o il loro abbattimento è più frequente.

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1.6 Pettini (situazione 2)

Nei contesti meno densi è infine presente l’orto per le esigenze della famiglia. Così la Il secondo principio insediativo è caratterizzato sovrapposizione dei diversi binari forma una dalla presenza di una strada con un sequenza ininterrotta di pieni e di vuoti; di questi orientamento prevalente da nord verso sud. I ultimi solo alcuni sono occupati dalle strade di binari conservano l’orientamento est-ovest e si servizio. La sequenza tipo che si legge nei binari dispongono uno dietro all’altro a lato della strada, a pettine è in senso nord-sud: edificio principale, indifferentemente ad est o ad ovest o su spazio centrale del binario, volumi agricoli, orto, entrambi i lati, in modo tale da formare una sorta strada secondaria, edificio principale, spazio di struttura “a pettine”. centrale del binario, etc.). I singoli organismi residenziali-rurali possono formare anche in questo caso dei filamenti, ma assai più corti di quelli orizzontali, ed è allora presente una strada di servizio perpendicolare al percorso nord-sud, generalmente a fondo cieco. Ciò che si affaccia sulle strade principali sono le testate degli edifici (lato corto) quasi sempre a filo, e non le facciate (come nel caso dei filamenti orizzontali), mentre lo spazio aperto centrale (l’aia, il giardino, etc.) è separato dalla strada da un muro di recinzione interrotto dal passo carraio (più spesso disposto in vicinanza dell’edificio agricolo) e da quello pedonale. Non di rado l’ultimo organismo residenziale-rurale posto verso la campagna (ovvero sul lato opposto della strada principale) si caratterizza per una diversa conformazione dello spazio aperto, che spesso si estende verso la campagna, e per la posizione degli accessi, che sono collocati a margine dell’edificio principale (la stessa cosa vale per gli organismi posti fra questo e quello direttamente contiguo con la strada principale).

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1.7 Disposizioni a gradino (situazione 3 e 3a) Il terzo principio insediativo è quello che si ha conseguentemente alla presenza di strade con un andamento curvilineo. Si tratta di un caso frequente laddove queste seguono l’andamento di un paleoalveo. Il principio organizzatore di questi insediamenti è molto simile a quello dei filamenti orizzontali: fatta eccezione però per l’allineamento degli edifici su strada, che viene a sfalsarsi così da formare una sorta di “scaletta” che permettere di assicurare la massima vicinanza alla strada e di mantenere il consueto orientamento est-ovest. Anche l’allineamento degli edifici accessori agricoli a sud si perde e solo in rari casi l’edificio verso strada segue la sua inclinazione, pur mantenendo l’usuale orientamento est-ovest sul lato opposto, e assumendo con ciò una pianta a forma trapezoidale. Anche nel caso di edificazione a nord del tracciato si verifica il medesimo sfalsamento ma, ovviamente, speculare. Come nella corrispondente variante dei filamenti orizzontali, la sequenza degli elementi diventa da sud verso nord: strada, accessorio e/o fienile, aia, edificio principale, orto.

disposizioni a gradino, in alto città contemporanea, in basso

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1.8 Città contemporanea (situazione 4) La quarta situazione insediativa è caratterizzata dalla giustapposizione di case unifamiliari, schiere o piccole palazzine poste al centro di lotti con dimensioni variabili e distribuite da fitti reticoli di strade generalmente ortogonali. Questa situazione caratterizza ampie porzioni del territorio edificato di recente costruzione e forma parti di città con caratteri e materiali compositivi distanti dalla tradizione storica locale. In maniera pervasiva si ritrova anche all’interno delle frazioni di antica formazione, ad ampliamento dei nuclei originari, a saturazione dei vuoti e come sostituzione di edifici agricoli o residenziali tradizionali. A seconda del contesto, dei percorsi, dell’epoca di costruzione e del carattere unitario degli interventi, si possono distinguere diverse articolazioni tipo. Ad esempio le sequenze di case disposte linearmente su tracciati di matrice storica, come quelle allineate lungo la strada che collega la Città murata a Mezzana o la strada per Borgofreddo. Ma anche le lottizzazioni formate da edifici omogenei per tipologia e dimensioni e servite da reticoli di strade ortogonali, come la lottizzazione fra Breda Cisoni e Villa Sacca e alcuni degli interventi recentemente realizzati a Ponteterra. O ancora i tessuti meno omogenei, organizzati da strade meno regolari e che seguono giaciture diverse da quella dell’edilizia di matrice storica (ad esempio quella

determinata dalla Sabbionetana)4. Anche la città produttiva segue principi non molto diversi da quella residenziale, fatto salvo che per le maggiori dimensioni dei lotti e dei manufatti, e per il fatto che è più frequente trovare insediamenti isolati.

1.9 Situazioni ibride In contesti particolarmente densi, come ad esempio alcune frazioni maggiori, è possibile riscontrare delle zone di sovrapposizione o accostamento fra le situazioni insediative sopra descritte. Le situazioni ibride sono determinate dalla complessità del reticolo stradale e dalla presenza di percorsi irregolari, che permettono di differenziare i sistemi di accesso, o dalle sostituzioni edilizie e dalla progressiva densificazione dei nuclei urbani più estesi. Si possono quindi verificare casi di adiacenza fra situazioni diverse, ad esempio quando si è in presenza di strade di ugual rango, o al margine dell’edificato, laddove le nuove costruzioni isolate sono generalmente collocate.

In queste situazioni, il primo elemento per distinguere fra un principio insediativo e l’altro è il rapporto fra edificio principale, strada principale e sistema degli accessi. Riportando questi elementi alle situazioni descritte è quasi sempre possibile identificare la situazione di appartenenza del singolo complesso. Solo in pochi rari casi l’intero insediamento è riconducibile ad un unico principio insediativo (ad esempio Mezzana San Remigio, Ca’ d’Amici o Borgo Freddo) ma il più delle volte siamo in presenza di un accostamento fra più principi.

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Altre differenze riguardano la variabile tempo. Si tratta, infatti, di una città cresciuta con velocità e modalità di costituzione diverse, a seconda del contesto: lentamente e per addizioni minimali, nel caso delle piccole espansioni o delle saturazioni, più velocemente, ma comunque con tempi dilatati, per le lottizzazione più estese.

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2. Regole per la trasformazione della città

La descrizione degli organismi residenzialirurali, dei diversi elementi e materiali che li compongono, e dei principi con cui essi si relazionano fra loro e con le strade (i principi insediativi prima individuati) permette di definire alcune regole morfologiche per la trasformazione di Sabbioneta. Si tratta di regole minimali5 che riguardano la forma planimetrica degli edifici, la loro disposizione all’interno del lotto, il rapporto con la strada e gli altri edifici, e che interessano: - gli ampliamenti e le sostituzioni edilizie riguardanti le zone B1 e B3 (insediamenti di matrice storica e gli immobili da recuperare); - i completamenti edilizi previsti nelle zone B2 (piccoli completamenti) per i quali la tavola della zonizzazione indica quale debba essere il principio insediativo da assumere come riferimento e, quando necessario, l’attestamento degli edifici principali; - gli insediamenti ancora agricoli aventi carattere tradizionale (Aree destinate all’agricoltura);

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- gli edifici classificati come zona A2, e le pertinenze classificate come zone B1 o B3 attigue a questi. Il Manuale urbanistico edilizio detta indicazioni per i principi insediativi 1, 1a, 2, 3 e 3a (Filamenti orizzontali, Pettini, Disposizioni a gradino) e in maniera distinta per la città contemporanea (principio insediativo 4), ovvero per i completamenti (zone B2) attigui a parti della Sabbioneta contemporanea. Per questo principio insediativo il Manuale si limita a sottolineare alcune poche indicazioni di corretta progettazione. I disegni allegati sono esplicativi e specificativi delle regole enunciate. Le presenti regole non valgono per la Città murata e la zona A1, ma possono essere considerate un utile ausilio, soprattutto in caso di incertezza e qualora esistano diversi dubbi sul come intervenire in questa zona6.

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Lo scopo di queste regole non è quello di riproporre pedestramente forme e soluzioni architettoniche o urbane del passato, né di impedire le necessarie trasformazioni dei tessuti storici ma, se mai, è quello di indagare quali elementi costitutivi dei tessuti storici siano oggi ancora applicabili, quali modifiche possono essere apportate garantendo una nuova vita alle frazioni, pur nella salvaguardia di un principio di continuità e di coerenza.

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Ricordiamo, infatti, che non vi sono sensibili differenze fra le regole morfologiche riguardanti la Città murata e nuclei abitati esterni che, fatti salvi gli edifici speciali, rispondo ai medesimi principi morfologici e tipologici. Semmai la differenza riguarda le possibilità di trasformazione, che sono decisamente controllate nella città storica, e dunque di riflesso, l’opportunità di specificare norme e regole cui attenersi.

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2.1 Norme per i principi insediativi di matrice storica (situazioni 1, 1a, 2, 3 e 3a)

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Regole generali

Dimensioni del binario

Le nuove costruzioni, le sostituzioni edilizie e gli ampliamenti posti all’interno o in adiacenza a cortine edificate parallele o perpendicolari alla strada devono salvaguardare la continuità morfologica del contesto in cui sono localizzate, evitando fratture o stravolgimenti del modello insediativo esistente.

L’esatta posizione degli edifici e la profondità dello spazio aperto, ovvero la distanza che deve intercorrere fra gli edifici a nord e a sud, dovrà essere determinata avendo come riferimento il sistema a binario in cui il lotto è inserito7. In molti casi la posizione degli edifici attigui è chiaramente determinata (ad esempio per i filamenti prospicienti le strade) e stabilire dove deve essere collocato l’edificio è facile. Laddove invece gli edifici e gli spazi aperti esistenti non hanno un allineamento univoco (come, ad esempio, frequentemente accade nella sequenza di stalle e fienili), la posizione dei nuovi edifici e le dimensioni dello spazio aperto andranno determinati assumendo come riferimento la fascia definita dagli allineamenti degli edifici e degli spazi aperti del sistema a binario in cui il lotto è collocato. Nella determinazione di tale fascia si dovrà aver cura di escludere gli edifici e gli spazi aperti decisamente eccentrici e si dovrà assumere come riferimento privilegiato quelli attigui8. In ogni caso, la profondità del singolo binario non dovrà eccedere quella dei binari esistenti adiacenti (cfr. punto successivo).

Forma planimetrica e orientamento degli edifici Gli edifici dovranno avere, di norma, pianta di forma rettangolare. Il lato lungo deve essere orientato in senso est-ovest con scarti ammessi secondo l’orientamento dell’edificato attiguo. Sia la forma allungata e rettangolare degli edifici, che l’orientamento est-ovest, possono essere assicurati dalla sequenza di più edifici, ovvero attraverso la realizzazione di concatenazioni di spazi costruiti e aperti che complessivamente assumono la forma rettangolare e l’orientamento tipico dell’edilizia di matrice storica.

Binario La disposizione degli edifici all’interno del lotto dovrà rispondere allo schema a binario precedentemente descritto. Lo spazio aperto centrale non dovrà essere edificato, fatta eccezione per i box e i piccoli volumi che dovranno essere addossati agli edifici collocati a nord o a sud e/o ai muri di cinta.

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Va da sé che l’estensione in senso orizzontale del binario, ovvero in senso est-ovest, dipende dalla configurazione del lotto. 8 Detto in altri termini, la fascia dovrà essere definita assumendo come riferimento l’equivalente statistico del valore mediano invece della media aritmetica o della mezzeria geometrica.

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Sequenza di binari

Binario non completo

Nelle disposizioni a Pettine, servite da una strada secondaria, la reiterazione dei singoli organismi edilizi in senso orizzontale (est-ovest) non può essere illimitata. La stessa cosa vale per i Filamenti orizzontali e le Disposizioni a gradino quando i binari vengono sovrapposti uno all’altro in senso verticale (nord-sud) e sono serviti da una strada di nuova realizzazione con lo stesso orientamento. Sia nel primo, che nel secondo caso, il principio insediativi si trasforma, il pettine diventa un filamento orizzontale e viceversa. Allo scopo di disciplinare la traslazione del principio insediativo, la giustapposizione in sequenza del singolo organismo edilizio deve seguire le seguenti regole: a) lo sviluppo orizzontale (est-ovest) dei Pettini non deve eccedere gli sviluppi massimi esistenti che pressappoco oscillano intorno ai 60-100 m. La stessa cosa vale per lo sviluppo verticale dei Filamenti orizzontali la cui lunghezza è, però, meno determinata9; b) le sequenze più estese delle dimensioni esistenti sono ammesse solo laddove la strada secondaria (orizzontale nei Pettini e verticale nei Filamenti) ha continuità territoriale, cioè si collega ad altra strada carrabile e non è a fondo cieco. In questi casi è ammessa la trasformazione del principio insediativo.

Laddove sia prevista l’edificazione di una sola delle fasce edificate dello schema a binario dovrà essere di norma data la preferenza a quella principale definita dagli edifici residenzialirurali collocati a nord. Per i Filamenti orizzontali e le Disposizioni a gradino questa regola è obbligatoria e pertanto dovrà essere privilegiato il binario più vicino alla strada (principio insediativo 1 e 3) o quello più lontano da essa (principio insediativo 1a e 3a). Per le disposizioni a Pettine la regola deve essere considerata un orientamento generale.

Adiacenza agli altri edifici È ammessa e consigliata l’edificazione in adiacenza agli edifici esistenti, fatti salvi i diritti di terzi.

Allineamenti e attestamenti sulla strada degli edifici Le ristrutturazioni edilizie con demolizione integrale di edifici in adiacenza alla strada dovranno obbligatoriamente mantenere l’allineamento rispetto a questa degli edifici preesistenti, tranne quando esso è decisamente difforme rispetto a quelli attigui esistenti (ad esempio nel caso degli edifici a pianta trapezoidale nelle disposizioni a gradino).

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Il modulo più frequente oscilla fra i 35-40 m, ma vi sono anche moduli più lunghi che raggiungono fino a 50-60 m e binari ancora più profondi.

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L’allineamento o l’attestamento10 sulla strada degli edifici di nuova edificazione dovrà essere lo stesso degli edifici attigui esistenti. Se questi sono fra loro diversi si avrà cura di scegliere l’allineamento mediano, ovvero quello più vicino a quello prevalente del sistema binario in cui il lotto è inserito. A tal fine, è ammessa la deroga alle distanze minime dal ciglio della strada. Laddove la distanza minima fra edifici prospicienti non permetta la riproposizione degli allineamenti e degli attestamenti del sistema a binario in cui il lotto è posizionato, gli edifici dovranno essere posizionati comunque il più possibile vicino ad essi. I due o più filamenti facenti parte del medesimo binario che seguono il principio insediativo 2 (Pettini) dovranno sempre avere il medesimo attestamento. Per quanto invece riguarda le Disposizioni a gradino (principio insediativo 3 e 3a), gli edifici dovranno essere posizionati in modo tale da assecondare la curvatura, pur mantenendo l’orientamento est-ovest, ovvero posizionandosi sulla mezzaria della fascia determinata dagli edifici direttamente attigui.

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all’accesso carrabile del lotto contiguo; per gli edifici di testa, posti alle estremità della sequenza dei lotti è ammesso posizionare l’accesso carrabile lateralmente, verso la campagna e/o la strada per gli organismi che si attestano su di essa nelle disposizioni a Pettine.

Accessi carrabili Gli accessi carrabili dovranno essere posti a confine del lotto e possibilmente in adiacenza 10

L’allineamento concerne la posizione rispetto alla strada della facciata dell’edificio, ovvero del lato più lungo della pianta, e interessa i Filamenti orizzontali (principio insediativo 1 e 1a). L’attestamento riguarda la posizione della “testa” dell’edificio ovvero del lato più corto della pianta e interessa i Pettini (principio insediativo 2).

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2.2 Regole per l’espansione della città contemporanea

Regole generali

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Giardini e spazi aperti

La collocazione degli edifici principali ed Laddove esistenti, i giardini e gli spazi aperti di accessori nel lotto deve rispondere a un principio pertinenza degli edifici devono godere di una di regolarità compositiva anche con i lotti idonea esposizione solare (posizionamento a contigui. sud) e avere forma compatta. Per queste ragioni si consigliata una disposizione dell’edificio principale non centrale rispetto al lotto, al fine di Modalità di occupazione dei lotti e permettere un maggiore sfruttamento del allineamenti terreno, in particolare per i compendi di piccole Gli edifici principali devono avere, di norma, un dimensioni, ma fatti salvi gli obblighi relativi al allineamento unitario rispetto alla strada e rispetto degli allineamenti comunque adeguarsi agli allineamenti degli edifici adiacenti. È consigliata una composizione Ampliamenti di edifici esistenti planimetrica che prediliga la simmetria dei lotti Gli interventi di ampliamento devono contigui. rispondere al massimo livello di integrazione con Nel caso di lotti adiacenti o vicini ad elementi di l’edificio esistente (integrazione del volume, delle disturbo quali le strade ad alto scorrimento o i coperture, dei materiali). Gli ampliamenti complessi produttivi, gli edifici principali devono prioritariamente collocarsi alla massima distanza insistenti sul lato prospiciente la strada di accesso sono subordinati al rispetto dei principi consentita da questi, anche se ciò significa di allineamento sopra descritti. disattendere l’allineamento con gli edifici attigui.

Accessori La disposizione degli accessori (box, magazzini, tettoie, etc) deve essere in adiacenza ai muri di confine e/o in adiacenza all’edificio principale. È consigliabile che gli accessori costruiti a confine del lotto siano aderenti agli accessori dei compendi confinanti. Il percorso carrabile all’interno del lotto deve essere il più possibile limitato.

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Sezione seconda

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3. Regole e tecniche edilizie per i nuclei di antica formazione A1 e A2

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Le norme contenute in questo paragrafo riguardano gli edifici e gli spazi aperti classificati dal Piano delle regole come nuclei di antica formazione A1 e A2 e devono essere considerate sempre vincolanti. Laddove il testo ricorre a specificativi come: “di norma”, “generalmente”, “si consiglia”, “è preferibile”, etc. il Manuale definisce delle regole non stringenti, la cui applicazione andrà verificata caso per caso, e lo scostamento dalle regole suggerite dovrà sempre essere adeguatamente motivato. Il Manuale fornisce indicazioni per ogni elemento edilizio o riguardante lo spazio aperto, i materiali da impiegare (e in taluni casi le tecniche costruttive) senza distinguere fra il valore e il relativo grado di protezione a cui sono soggetti i diversi edifici che costituiscono la città storica e la zona A2. È il Piano delle regole che fissa le categorie operative per i vari edifici, ed è questo strumento che deve essere utilizzato per stabilire quali interventi sono di volta in volta ammessi. Il Manuale si limita a definire come gli interventi resi possibili dal Piano delle regole andranno realizzati: con quali materiali, forme, tecniche costruttive, etc. Qualora vi fossero dei dubbi interpretativi, il Piano delle regole deve essere considerato prevalente sul Manuale11. 11

Detto in altre parole, se il Manuale fornisce delle indicazioni riguardanti alcune opere, ad esempio concernenti la possibilità di aprire delle finestre nel sottotetto, queste non sono per forza di cose ammesse se il Piano delle regole le vieta esplicitamente, come ad esempio accade per il recupero abitativo dei sottotetti all’interno della zona omogenea A1. Un Manuale che tenesse conto di queste differenze avrebbe comportato un testo troppo lungo e di

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3.1 Murature e strutture portanti verticali In presenza di strutture portanti fatiscenti, le murature pregevoli sia tipologicamente che costruttivamente vanno restaurate e consolidate mediante l’utilizzo, di norma, di appropriate tecniche costruttive e, ove possibile, riutilizzando i materiali originari. Negli interventi di rifacimento delle murature vanno eseguite le seguenti opere, previa verifica caso per caso attraverso opportune indagini: - stilatura profonda; - ricostituzioni, ricuciture, ammorsamenti con il tradizionale metodo "cuci-scuci”; - consolidamento con la realizzazione di sottofondazioni (conglomerato cementizio, micropali, microresine, etc.), nel caso di cedimento di fondazioni e senza demolizione delle murature; - catene di ferro e cavi di precompressione in presenza di fessurazioni strutturali;

difficile comprensione. Si confida poi nel fatto che sarà il buon senso dei progettisti, dei funzionari, dei pubblici amministratori e dei proprietari - e la loro determinazione nel valorizzare al meglio la Città murata - a garantire il modo più corretto di utilizzare questo Manuale. È evidente, infatti, che se nella demolizione di un piccolo volume secondo quanto ammesso dal Piano delle regole venisse alla luce un muro che come, recita il Manuale è “pregevole sia tipologicamente che costruttivamente”, si dovrà aver cura di seguire le indicazioni contenute nel Manuale evitando la soppressione dell’oggetto in questione.

- iniezioni armate, per migliorare la resistenza a schiacciamento. L’inserimento di eventuali cordoli di coronamento in c.a. può essere realizzato solo nella parte interna del muro, preservando la muratura o il cornicione di coronamento sulla parte esterna a vista. La demolizione della struttura muraria, quando ammessa, deve essere accompagnata dal rilievo della sua tessitura. Le nuove murature vanno realizzate riutilizzando prioritariamente il materiale recuperato dalla demolizione e secondo le modalità costruttive originarie. In presenza di umidità in risalita vanno evitati i tagli orizzontali delle murature preferendo modalità non distruttive, quali ad esempio i vespai di drenaggio a fianco delle fondazioni del fabbricato Quando la muratura si presenta a faccia a vista se ne prescrive la pulitura e il rifacimento dei giunti con malta di calce, con sigillatura a cazzuola e spazzolatura, escludendo ed evitando, nella ribaditura dei giunti, l'uso del tondino metallico. Il mantenimento o meno di muri a vista deve essere valutato attraverso un’indagine sull’evoluzione materiale del fabbricato e in ragione dei caratteri del contesto. In ogni caso l’occultamento della muratura a vista deve avvenire con malta di calce e non di cemento.

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3.2 Strutture orizzontali I solai esistenti, le travi e gli altri elementi costituenti le strutture orizzontali, comprese le decorazioni e gli elementi di mascheramento sull’intradosso, vanno conservati, limitando al minimo la sostituzione degli elementi originari e privilegiando l’uso di elementi collaboranti con la struttura esistente quando sono indispensabili dei consolidamenti. Il rifacimento parziale o totale dei solai lignei, se necessario, deve di norma impiegare gli stessi materiali e le medesime tecniche costruttive. L’orditura lignea va collocata alla medesima altezza. I solai in latero – cemento presenti all’interno di unità edilizie storiche (monumenti e edifici di particolare pregio) sono da considerarsi di carattere superfetativo. Pertanto, in occasione di interventi strutturali sull’unità edilizia se ne auspica la sostituzione con solai a struttura lignea. Altri materiali potranno essere utilizzati solo laddove è previsto un uso pubblico degli edifici. Le volte in laterizio non possono essere demolite o modificate parzialmente, ma vanno recuperate integralmente. In presenza di decorazioni plastiche o pittoriche sugli intradossi dei solai, questi vanno conservati evitando interventi sulle strutture che possano danneggiarli.

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3.3 Coperture Strutture Non è ammessa la modifica delle linee di gronda, del colmo e della pendenza delle falde esistenti. Le strutture di legno delle coperture di tipo tradizionale devono essere conservate, mentre quelle rimaneggiate con l’inserimento di parti in metallo o latero – cemento vanno restaurate, utilizzando materiali e modalità costruttive analoghe alle parti originali ancora conservate. Non sono comunque ammessi i tetti piani e quelli con falde a profilo spezzato o inverso. Gli elementi lignei esistenti vanno, di norma, mantenuti o riutilizzati. In presenza di strutture lignee non recuperabili il rifacimento della copertura deve avvenire riprendendo le modalità costruttive originarie e le linee di gronda esistenti, le forme e le dimensioni del relativo sporto. È vietato l’utilizzo di travetti prefabbricati in c.a. o di profili metallici, mentre è consentita la sostituzione dell’orditura a cantinelle (listelli di legno) con pianelle in laterizio o tavolati in legno. Le capriate lignee, in ragione del loro pregio architettonico e documentario della tradizione edilizia locale, non possono essere demolite e sostituite con altro tipo di copertura.

Manti

Comignoli

Negli interventi di sostituzione del manto di copertura e nella realizzazione di nuove coperture si dovranno impiegare esclusivamente coppi in laterizio. Il reimpiego dei coppi non deteriorati e la sostituzione dei pezzi mancanti con elementi dello stesso tipo e colore è da ritenersi sempre prioritario. I manti di copertura realizzati con materiali incongrui dovranno essere sostituiti con manti di tipo tradizionale in coppi.

I comignoli esistenti di tipo tradizionale (mattone pieno disposto in foglio e intonacato) vanno conservati, restaurati, ripristinati utilizzando materiali e tecniche tradizionali. In caso di sostituzione il comignolo deve essere ricostruito con l’impiego di materiali e tecniche tradizionali, collocandovi sopra un cappello in coppi di laterizio quale elemento terminale. I camini e gli sfiati di tipo prefabbricato, in alluminio o altri metalli a vista, e quelli in materiale plastico, sono da considerarsi di Cornicioni, sporti, gronde e pluviali I cornicioni esistenti devono essere conservati. carattere superfetativo e vanno sostituiti con Il recupero degli elementi in condizioni precarie elementi di foggia e materiali tradizionali. è prioritario, mentre le sostituzioni devono essere realizzate con le caratteristiche geometriche, strutturali e materiche identiche o le più vicine possibili a quelle preesistenti. Gli sporti non possono eccedere i 50 cm dal piano del muro perimetrale. I canali di gronda e i pluviali vanno realizzati in rame e secondo le sagome tradizionali, rispettivamente di sezione semicircolare e circolare.

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3.4 Facciate e aperture Geometrie, partiture, dimensioni Tutte le aperture devono, di norma, essere conservate nella configurazione esistente, ad esclusione dei casi di ripristino di aperture originarie o per eliminare interventi in netto contrasto con la conformazione originale dell’edificio e/o con la tradizione edilizia della Città murata. Le nuove aperture, quando ammesse, o le trasformazioni di quelle esistenti non consone, vanno sempre realizzate conservando le proporzioni e i rapporti che caratterizzano il fronte dell’edificio e la partitura delle aperture originarie esistenti. Se l’edificio non presenta alcuna geometria riconoscibile o questa è totalmente incongrua rispetto ai caratteri dell’abitato storico (piccoli volumi recuperabili mediante sostituzione edilizia, edifici inadeguati, etc.), si deve intervenire assumendo a riferimento le seguenti regole, oltre a quanto specificato nei successivi punti (dimensioni, finiture, colorazione, etc.): - deve essere assicurato l’allineamento verticale e orizzontale delle bucature presenti sulla medesima facciata e l’allineamento di queste con quelle dei fronti attigui; - deve essere assicurata la prevalenza dei pieni sui vuoti.

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Ingressi pedonali Le porte d’ingresso dalla strada devono di norma essere di forma rettangolare e terminare con architrave o arco a tutto sesto. Gli ingressi di nuova realizzazione nei prospetti su strada, quando ammessi, devono avere come riferimento gli altri ingressi pedonali presenti nella medesima facciata.

Ingressi carrai Le aperture devono essere di forma rettangolare, con architrave rettilineo o con un arco a 3 o 5 centri, mentre sono da considerarsi trasformazioni recenti poco in sintonia con le modalità costruttive locali gli ingressi carrai ad arco ribassato. I nuovi ingressi carrai, se ammessi, dovranno essere realizzati utilizzando le tecniche costruttive tradizionali. Come elementi di chiusura superiore vanno impiegate travi in legno a vista, come architravi, o in laterizio per gli archi a più fuochi. È consentita la deroga all’arretramento degli elementi di chiusura dei passi carrabili.

Finestre Le finestre devono essere rettangolari con un rapporto tra base ed altezza che varia da 1:1,5 a 1:2. e una larghezza generalmente compresa tra gli 80 e i 110 cm. Il rapporto massimo di 1:2 è da utilizzarsi con larghezze inferiori al metro.

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I finestrelli dei sottotetti hanno la stessa larghezza delle finestre sottostanti e un’altezza che varia tra i 30 e i 60 centimetri. Le aperture potranno avere rapporti e misure differenti per le aperture degli spazi originariamente destinati ad uso agricolo e quelli non residenziali (opifici dismessi). Nei casi in cui si rende necessaria la collocazione di inferriate e parapetti di protezione il loro posizionamento dovrà sempre avvenire all’interno del foro.

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orizzontalmente fra loro e verticalmente rispetto alle aperture presenti in facciata.

- scuri di legno, costituiti da una o più tavole disposte verticalmente e immaschiettate fra loro; - scuri suddivisi a libro e ripiegabili entro lo 3.5 Infissi spessore della muratura (soprattutto al piano Porte e portoni terreno). Le persiane di legno a doghe orizzontali, I serramenti tipici in legno esistenti devono poiché più recenti, anche se largamente diffuse, essere conservati, mentre i nuovi serramenti sono da sconsigliarsi. Allo stesso modo gli scuri vanno realizzati con lo stesso materiale e con il medesimo disegno di quelli esistenti nello stesso montati su guide scorrevoli poste sulla facciata. Gli infissi vanno protetti con vernici opache e le fronte del fabbricato, quando compatibili con i materiali e le forme della tradizione edilizia della tinteggiature della tradizione locale (il verde e i marroni scuri o il grigio), curando l’accostamento Città murata. Inferriate e altri manufatti in metallo con le tinte della facciata. Le serrande avvolgibili, Dove non esistono serramenti tipici, le porte ed I manufatti tradizionali in metallo lavorato, quali i serramenti in alluminio o in plastica e i doppi i portoni di accesso devono essere realizzate in cancelli e inferriate, vanno conservati e in caso di telai esterni sono vietati. In caso di intervento su legno con tavole disposte orizzontalmente, sostituzione riprodotti con le forme e le tecniche unità edilizie dove sono presenti è obbligatoria la immaschiettate fra loro e rinforzate con cornici originarie. loro sostituzione con infissi in legno conformi a orizzontali, oppure a doppio tavolato inchiodato. Le griglie delle finestre e i sovraluce di ferro di quelli qui descritti. Le porte e i portoni devono essere mantenuti in porte e portoni di nuova posa dovranno sempre legno a vista o colorati con vernici opache e adottare le forme e le geometrie desumibili dalla tinteggiature della tradizione locale (il verde e i Soglie e davanzali tradizione costruttiva locale. marroni scuri o il grigio), curando l’accostamento Le soglie e i davanzali in laterizio intonacato con le tinte della facciata. devono essere sempre conservati nella loro

Aperture in falda

Laddove ammesso dalle Norme tecniche (solo la zona A2), è possibile realizzare delle aperture in falda allo scopo di assicurare i necessari rapporti aero-illuminanti per il recupero a fini abitativi dei sottotetti. Sono ammessi solamente abbaini, purché di dimensioni contenute (ovvero lo stretto necessario per assicurare i rapporti aero-illuminanti), quando congruenti con il contesto quando poco visibili dalla pubblica via. Gli abbaini devono essere allineati

consistenza originaria. In presenza di soglie e davanzali in pietra di valore testimoniale si procederà al loro recupero. I davanzali delle Il restauro e la conservazione di serramenti tipici è da privilegiare. Quando ciò sia impossibile aperture di nuova realizzazione, quando ammesse, devono essere uguali a quelli presenti dovranno essere sostituiti da serramenti di sul fronte di intervento. In assenza di riferimenti uguale fattura e materiale. I telai delle finestre devono essere in legno. La in loco, possono essere realizzate soglie e parte mobile è a due partite, le ante suddivise in davanzali in mattoni pieni o in pietra di Lessinia opportunamente sagomati. 1, 2, 3 o 4 vetri, il profilo privo di elementi decorativi. I sistemi di oscuramento devono essere:

Serramenti

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3.6 Vetrine Le vetrine esistenti e quelle nuove, quando ammesse, vanno sempre realizzate in arretramento rispetto al piano esterno delle facciate, privilegiando la suddivisione della parte vetrata in 2 o più riquadri di forma rettangolare. Per la loro realizzazione si possono utilizzare profilati in legno di colore verde scuro o marrone scuro, o profilati in ferro di sezione quadrata o rettangolare di colore nero o grigio. Il profilo delle aperture esistenti (in special modo quelle ad arco) non può essere modificato quando è ammessa la loro trasformazione in vetrine. Non sono consentite le saracinesche metalliche poste anteriormente alle vetrine, mentre quale elemento di chiusura si prescrive l’utilizzo di portoni di legno. In presenza di più vetrine e chiusure esterne nello stesso fronte, queste vanno coordinate fra loro relativamente ai materiali, alle proporzioni, alle misure e alle forme utilizzate. È sempre possibile la chiusura parziale o completa delle stesse per ricavarvi una porta od una finestra. In presenza di tali possibilità sono vincolanti le prescrizioni relative alle geometrie e modalità costruttive contenute nella presente guida. L’impiego di elementi illuminanti esterni a integrazione di quelli pubblici è vietata (bar, ristoranti, alberghi, farmacie, uffici pubblici).

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Tutte le facciate rivestite con intonaco vanno tinteggiate. Nelle unità edilizie diverse fra loro per funzione Negli interventi sulle facciate si deve, di norma, o proprietà, ma con un prospetto comune, sì privilegiare il recupero degli intonaci di malta di deve prevedere un’unica modalità di colorazione, calce esistenti, procedendo alla loro pulitura e al sia nelle tinte utilizzate che nella diversificazione loro consolidamento. Laddove ciò non sia pittorica fra le parti. possibile, o laddove gli intonaci esistenti non siano compatibili con la tradizione costruttiva locale, andrà utilizzato uno dei sistemi 3.8 Elementi architettonici e tradizionali a calce. decorativi: prescrizioni generali In caso di intervento, non è comunque possibile: Gli elementi architettonici e decorativi devono - utilizzare intonaci plastici e rivestimenti essere conservati e salvaguardati, favorendone il ceramici o di altro tipo; mantenimento nel contesto originale ed - portare in muratura a faccia a vista edifici evitandone lo spostamento o la manomissione. Il intonacati, salvo i casi di ripristino del loro recupero deve essere assicurato con paramento originario; l’impiego di lavorazioni e materiali adeguati. - lasciare senza intonaco anche singole Si raccomanda di prestare particolare facciate dell’edificio o parte, comprese le attenzione alla presenza di elementi nascosti pareti che risultano più alte dei tetti dei sotto lo strato più superficiale, quale patrimonio fabbricati adiacenti e le testate cieche; testimoniale del manufatto fisico (decorazioni, - coprire con l’intonaco gli elementi affreschi, dettagli costruttivi, tessiture particolari architettonici e decorativi quali paraste, nelle murature, reperti di precedenti aperture, portali, cornici. etc), che non vanno rimossi ma conservati in Devono essere privilegiati le colorazioni loco. filologicamente accertate e si deve prestare Le cornici di porte, portali e finestre e altri tipi di attenzione alla valorizzazione delle diversità aperture sono da ritenersi elementi cromatiche esistenti nell’edificio originario fra caratterizzanti l’abitato storico e se ne prescrive infissi, elementi decorativi e superfici murarie. la conservazione integrale o il ripristino nel caso In presenza di decorazioni pittoriche, si deve siano degradate. aver cura di preservare le parti dipinte o di Si raccomanda la conservazione dei riprenderle se in un cattivo stato di marcapiani e l’eventuale ricostituzione delle parti conservazione. mancanti o deteriorate, avendo cura di

3.7 Intonaci e tinteggiature

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coordinare tali interventi con quelle sulle altre componenti della facciate. Si prescrive la conservazione assoluta delle lesene e la rimozione di eventuali elementi che ne deturpino l’integrità, quali intonaci successivi, cavi, insegne. Si prescrive la rimozione di tutte le zoccolature in cemento a superficie granulare e la loro eventuale sostituzione con fasce protettive in intonaco liscio in malta di calce, sporgenti un massimo di 1 cm dal restante intonaco della facciata. Sono vietate l’asportazione e la modificazione dei manufatti decorativi in pietra. Ogni intervento sui fronti dove sono presenti elementi decorativi in pietra deve prestare particolare attenzione alla loro conservazione. Non è possibile ricoprirli con intonaco, tinteggio o altri materiali di finitura, che vanno invece rimossi quando presenti, così da mantenere i cantonali nettamente distinguibili rispetto al piano dell’intonaco. Gli interventi di pulitura non devono essere distruttivi, evitando in ogni modo l’abrasione del materiale.

3.9 Scale

PPIS ‘98: rilievo della città murata

Negli interventi sulle scale ad archi rampanti si deve evitare la distruzione sia delle parti strutturali che degli elementi di finitura originali, mentre se ne consente lo smontaggio provvisorio finalizzato al consolidamento della struttura portante.

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Il rifacimento dei corpi scala all’interno dell’edilizia storica, può avvenire solo nei vani privi di apparati decorativi di pregio e senza adottare strutture in cemento armato a vista.

3.10 Pavimenti, decorazioni interne, camini I pavimenti interni in pietra naturale, in battuto alla veneziana, in piane di cotto disposte a decoro vanno conservati, evitandone la sostituzione o l’alterazione con interventi distruttivi. Anche gli ammattonati in laterizio presenti nei cortili, negli androni, nei porticati e nelle logge dei fabbricati devono essere oggetto di conservazione e di ripristino. Negli interventi di ristrutturazione degli edifici che sono privi di questi elementi è opportuno adottarli. La presenza di pitture murali (anche sottostanti le diverse tinteggiature), i camini e gli altri elementi decorativi vanno opportunamente documentati e segnalati all’Amministrazione Comunale, la quale fisserà le modalità d’intervento in relazione all’importanza storica ed artistica dei manufatti in questione fatto salvo quanto stabilito dal DL. 42/2004 in materia.

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porzioni deteriorate (solai, travi, porzioni di 3.13 Norme particolari per la murature portanti) che devono essere ricostruite come indicato per le murature portanti verticali in realizzazione dei nuovi piccoli questo Manuale. volumi Le tamponature delle parti aperte devono L’adeguamento igienico dei locali e delle unità essere, di norma, leggermente arretrate rispetto La costruzione di nuovi volumi in sostituzione immobiliari e l'inserimento di impianti tecnologici al filo interno della struttura portante, altrimenti di quelli esistenti, quando ammessa dal Piano possono essere arretrate più decisamente solo deve avvenire riducendo al minimo le delle regole, è rigidamente subordinata al trasformazioni dell’edificio originale, in particolare però al fine di creare logge coperte e ballatoi di rispetto delle seguenti norme: distribuzione. Le tamponature devono essere sui prospetti verso strada e sulle coperture. - i nuovi volumi non devono essere prossimi, Particolare attenzione va posta alla collocazione realizzate in muratura (di norma intonacata) o in addossati o recare pregiudizio alla vista dei vetro, purché ben si armonizzino con il contesto di cavi elettrici, telefonici, degli impianti di monumenti e degli altri edifici di particolare e con i materiali della costruzione. raffreddamento, delle tubature di distribuzione pregio; È ammessa la realizzazione di nuove aperture del gas e degli impianti per la ricezione dei - devono garantire, qualora non fosse già sul fronte opposto alla facciata pilastrata, purché segnali televisivi (compresi quelli satellitari) che presente, la continuità della cortina edilizia su di forma e dimensioni contenute, di geometria non possono essere disposti a vista sulla fronte strada12. In questi casi l’allineamento regolare e purché siano fatte salve le regole facciata, ma vanno inseriti in appositi condotti o planimetrico sul fronte strada al filo di quelli definite dal presente Manuale per le aperture. La collocati in posizione tale da non essere visibili esistenti è obbligatorio e, ovviamente, non è realizzazione di nuove aperture e la dalla pubblica via. ammessa la realizzazione di pilotis, portici, e modificazione di quelle esistenti è limitata al La realizzazione di ascensori e montacarichi altri manufatti similari. Quando sono posti sul rispetto dei rapporti aereo-illuminanti e a non può alterare la forma e l’altezza delle fronte strada, questi volumi devono altresì comprovate necessità funzionali. coperture, e il vano corsa va mantenuto avere la medesima altezza degli edifici Non è ammessa la realizzazione di elementi all’interno dei volumi esistenti. esistenti, e cioè riprendere l’altezza di quelli esterni al volume edificato (scale, elementi di attigui, quando questi non sono decisamente distribuzione, verande, balconi, tettoie, etc.) discordanti con le caratteristiche tipiche della 3.12 Norme particolari per il Al fine di garantire l’unitarietà degli interventi edilizia della città. In questi casi, o nei casi in quelli concernenti singole porzioni del medesimo cui il filo di gronda degli edifici attigui siano recupero abitativo dei volumi organismo edilizio devono essere corredati da un fra loro differenti, si avrà cura di valutare agricoli progetto unitario esteso all’intero edificio l’intero fronte edilizio sul quale è collocato (caratterizzato da unitarietà architettonica e La trasformazione dei fienili a residenza, funzionale), che sarà assunto a riferimento per le 12 Questo caso potrebbe interessare, almeno potenzialmente, quando ammessa dal Piano delle regole, è trasformazioni successive. alcuni pochi edifici recenti classificati dal Piano delle regole subordinata al mantenimento integrale della come Edifici scadenti e da riqualificare di cui si auspica una riqualificazione radicale e si ammette la ristrutturazione struttura e dei muri esistenti, fatto salvo per le

3.11 Adeguamento igienico e tecnologico - ascensori e montacarichi e altri impianti

anche integrale.

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l’intervento e le altezze caratteristiche delle varie tipologie presenti nella Città murata (piccoli edifici di due piani, edifici di due piani con finestrelle, palazzi con interpiano più alto, etc.). - quando è garantita la continuità della cortina edilizia (piccoli volumi recuperabili attraverso sostituzione edilizia) e i nuovi volumi interessano le pertinenze interne, questi devono essere addossati all’edificio principale e/o ai muri di cinta. In quest’ultimo caso è preferibile che gli accessori e i piccoli volumi siano in corrispondenza dei volumi presenti nei compendi attigui, fatti salvi i diritti di terzi. Indicazioni utili per il collocamento dei piccoli volumi sono contenute nella parte prima del presente Manuale. - la ricostruzione di due o più volumi dovrà, di norma, prevedere un unico nuovo corpo di fabbrica (accorpamento dei piccoli volumi e accessori).

3.14 Norme per gli spazi aperti Pavimentazioni Negli interventi di recupero degli spazi aperti si raccomanda la conservazione dei materiali di pavimentazione tradizionalmente usati (pietra e cotto) e la liberazione degli acciottolati e degli ammattonati dalla presenza di calcestruzzo e asfalto. Eventuali corsie rotabili e pedonali, tombini, griglie di protezione in pietra vanno conservati e, quando non recuperabili, sostituiti con elementi simili. È vietato l’impiego di pavimentazioni in calcestruzzo, asfalto e ceramica, mentre quelle realizzate con masselli autobloccanti sono consentite solamente nei parcheggi pubblici. L’asfalto potrà essere impiegato solo per le carreggiate, i marciapiedi delle strade pubbliche e gli spazi per i parcheggi degli autoveicoli.

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deve essere realizzato in coppi di cotto o in mattoni pieni di recupero posti di costa.

Verde Gli spazi aperti trattati a verde devono essere curati e mantenuti con l’obbligo della pulizia del terreno e della potatura delle piante. Gli alberi presenti negli spazi ad orto o giardino devono essere conservati e il loro abbattimento non può avvenire senza la preventiva autorizzazione dell’Amministrazione Comunale. Negli interventi che riguardano gli spazi aperti o gli spazi di pertinenza degli edifici si dovranno prevedere sistemazioni a verde che privilegino le piante autoctone quali tasso, acero campestre, carpino, frassino, ippocastano, pruno, pioppo. L’impianto di nuovi alberi va sempre valutato in relazione ai caratteri storici – architettonici del contesto.

Antenne televisive, satellitari e radio Muri e recinzioni I muri di recinzione in cotto o sasso esistenti devono essere conservati e restaurati. L’eventuale apertura di nuove porte e finestre dovrà attenersi alle norme prima definite (cfr. paragrafo 3.4). I muri di confine devono essere realizzati con muratura in mattoni pieni intonacati (non intonacati se in mattoni di recupero) di altezza massima pari a m 2,20 e con uno spessore a due o tre teste. L’elemento di copertura del muro

È ammessa una sola antenna televisiva, satellitare e radio per edificio e si dovranno unificare gli impianti di ricezione, ove se ne abbiano più di una (cfr. anche quanto già definito nel precedente paragrafo 1.11) Le antenne televisive, satellitari e radio devono essere poste in posizione non visibile dalla pubblica via. Non è ammessa l’istallazione di qualsiasi tipo di antenne su balconi, logge, ballatoi, finestre o sulla facciata prospiciente la pubblica via.

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Insegne, targhe e tende per esterni Le insegne delle attività commerciali devono essere realizzate in modo da ridurre al minimo il loro impatto visivo sull’ambiente urbano, evitando l’utilizzo di materiali, colori e forme geometriche in contrasto con i caratteri del contesto storico-monumentale e civile circostante. Per ridurre l’intrusione percettiva delle insegne si prescrive l’utilizzo di una delle seguenti modalità di realizzazione: - insegne dipinte sul muro, sopra la vetrina o l’ingresso, con la scritta contenuta in un rettangolo alto al massimo cm 50 e lato come l’apertura della vetrina o della porta sottostante; - insegna serigrafata o realizzata con tecniche similari poste sulle vetrine; - insegna su supporto di legno o metallo, collocato sopra le vetrine; - insegna nel sovraluce di porte e vetrine, a filo con il serramento della vetrina, dello stesso materiale con cui è formato il telaio della vetrina. I cartelli pubblicitari sono vietati, fatta eccezione per quelli stradali e le targhe e i cartelli didattici e per i visitatori 13. In ogni caso le insegne e le targhe non possono ostruire visivamente, modificare o danneggiare eventuali elementi di pregio architettonico e decorativo,

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quali ad esempio cornici di porte e finestre, inferriate, davanzali, decorazioni pittoriche, etc. Le tende esterne a protezione delle vetrine di attività commerciali sono consentite solo al piano terra, di foggia e colore uguale fra loro quando collocate nel medesimo fronte. I parametri dimensionali ai quali attenersi sono i seguenti: - sviluppo frontale uguale a quella della vetrina; - aggetto su strada non superiore alla larghezza del marciapiede; - altezza minima da terra pari a m 2,20.

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PPIS ‘98: pianta dei piani terra

Esclusi, ovviamente, quelli che pur diretti ai turisti hanno uno scopo meramente commerciale.

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4. Zone residenziali consolidate B1 e B3

In questo paragrafo sono definite le regole edilizie che dovranno rispettare gli interventi di sostituzione integrale degli immobili e gli ampliamenti ammessi per gli edifici nelle zone B1, B3 e E (ma, in quest’ultimo caso, solo limitatamente ai complessi e agli edifici riconducibili alle forme tradizionali della cultura costruttiva locale). Si tratta di regole edilizie e compositive prevalentemente riguardanti la facciata, le aperture e le coperture degli edifici ricadenti nelle medesime zone.

4.1 Norme generali Ogni intervento su edifici esistenti deve tendere al miglioramento della qualità architettonica e dell’inserimento armonico nel contesto. Particolare attenzione andrà posta nel caso di intervento conservativo all’eliminazione delle superfetazioni e degli elementi incongrui. Per superfetazioni ed elementi incongrui si intendono quelle alterazioni riconoscibili che mal si armonizzano con il disegno, i materiali, i colori, la struttura, la composizione dell’edificio e la tradizione costruttiva locale (come ad esempio: volumi accessori, sopralzi, sporgenze, baracche, verande, serramenti, forma e proporzioni delle aperture, materiali e rivestimenti, pavimentazioni, etc.). Per le diverse porzioni di edificio connotate da un prospetto comune in termini di caratteri stilistici, formali o compositivi, così da configurarsi come un unico organismo dal punto

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di vista architettonico, si deve prevedere un’unica modalità di trattamento delle facciate e delle coperture (anche quando riferite a particelle catastali diverse). Gli elementi architettonici e decorativi che testimoniano la storia e le tradizioni costruttive locali (edicole votive, iscrizioni, lapidi, pietre miliari, strutture di regolazione e distribuzione delle acque, ornamenti, eventuali affreschi, dettagli costruttivi, portali di pietra, tessiture particolari nelle murature, reperti di precedenti aperture, etc.) devono essere mantenute e adeguatamente tutelate, così come indicato nel precedente paragrafo 3.8.

4.2 Strutture e murature portanti verticali e orizzontali Qualora le opere mettano in evidenza la presenza di strutture e murature di particolare interesse storico e pregio, sia tipologico, che costruttivo, si dovrà aver cura di adottare le indicazioni di cui al precedente paragrafo 3.1 e 3.2. In tutti gli altri casi è ammessa la demolizione con ricostruzione e il consolidamento con tecniche e materiali adeguati e coerenti. Lo spostamento delle strutture orizzontali per modificare l’altezza degli interpiani è ammesso laddove non stravolge le geometrie della facciata e gli allineamenti verticali e orizzontali delle bucature, qualora queste rispondano ai canoni dell’edilizia tradizionale di Sabbioneta.

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in alluminio o in plastica e i doppi telai esterni sono vietati, come pure le colorazioni in Geometrie, partiture, dimensioni contrasto con il contesto e le caratteristiche cromatiche dell’edificio. Il disegno delle facciate dovrà rispondere ad un Gli ingressi carrabili dovranno avere forma principio generale di unitarietà e coordinamento rettangolare. È consentita la deroga e raccordarsi alle partiture (finestre, fasce all’arretramento degli elementi di chiusura dei marcapiani, zoccolatura, etc.) degli edifici passi carrabili, per gli accessi non direttamente esistenti adiacenti, rispettandone le geometrie prospicienti strade statali o provinciali. Per le sia verticali che orizzontali. Sono indicate le chiusure sono ammessi i portoni in legno, i soluzioni che privilegiano le superfici continue e cancelli e i portoni in ferro. quelle nelle quali il rapporto fra i pieni e i vuoti è favorevole ai primi. Balconi, ballatoi, elementi aggettanti e Finestre, porte e vetrine possono essere scale singolarmente chiuse, aperte o modificate per comprovate necessità se sono rispettati il ritmo e È vietata la realizzazione di balconi, verande, la geometria della facciata, se non è bow windows, pensiline od altri elementi sui compromesso il disegno architettonico fronti edilizi che si affacciano sulla pubblica via, dell’edificio, e se viene mantenuto l’allineamento fatta eccezione per la copertura degli ingressi orizzontale e verticale delle aperture presenti nel pedonali, purché di limitate dimensioni, e quando medesimo edificio. non in contrasto con il disegno della facciata. Non è ammessa la realizzazione di portici e Non è ammessa la realizzazione di corpi scala pilotis. esterni, canne fumarie, impianti e condutture (gas, aria condizionata, acqua, etc.) sulle facciate antistanti la strada. Forme e materiali delle aperture Le misure e le proporzioni delle finestre e degli ingressi pedonali devono essere le medesime Intonaci e tinteggiature indicate per i Nuclei di antica formazione A1 e A2 Sono ammesse esclusivamente finiture a (cfr. paragrafo 3.4). intonaco e a mattone faccia a vista. Non sono Anche le porte e i portoni, come i telai delle ammessi intonaci plastici e rivestimenti ceramici finestre e i serramenti esterni, devono essere di o di altro tipo, non è ammesso lasciare senza preferenza gli stessi indicati per i Nuclei di antica intonaco le facciate dell’edificio (neppure in formazione A1 e A2 (paragrafo 3.5), fermo parte), comprese le pareti che risultano più alte restando che le serrande avvolgibili, i serramenti dei tetti dei fabbricati adiacenti e le testate

4.3 Facciate e aperture

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cieche. Non sono ammesse le zoccolature in cemento a superficie granulare. Le tinteggiature devono essere comprese entro la gamma delle terre chiare e delle terre scure comprese le gradazioni marroni, del giallo, del rosa, del verde e del grigio. Sono da escludere le colorazioni pure o intense e i toni del blu e del viola. Le diversità cromatiche fra elementi decorativi, infissi e superfici murarie devono essere valorizzate.

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4.4 Coperture Forme e manti Le coperture devono essere di elementi in laterizio, coppi o portoghesi. Sono altresì ammesse le coperture di materiali differenti purché riprendano la colorazione e la forma degli elementi sopracitati. Le falde dei tetti devono mantenere un’inclinazione compresa fra il 35 e 45%, fatta eccezione per i corpi accessori, che possono avere pendenze diverse. Di norma devono essere a doppia falda (soprattutto edifici residenziali) o a falda unica (edifici ex agricoli, accessori, etc.). Non sono permessi i tetti piani e quelli con falde a profilo spezzato o inverso.

4.5 Recupero abitativo dei sottotetti La modifica del filo di gronda e del colmo è ammesso solo per assicurare le altezze medie dei locali sottotetto e quando non stravolge la composizione e la geometria della facciata. A tal fine, qualora l’edificio ne sia privo, si consiglia di realizzare sopraelevazioni tali da permettere la realizzazione delle finestrelle che caratterizzano molti edifici della città14. Le dimensioni e

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l’allineamento delle finestrelle deve rispettare le relative norme. Gli abbaini sono da preferirsi alle finestre in falda (tipo velux), alla realizzazione di terrazze e di logge rientranti. In ogni caso le aperture devono comunque essere allineate orizzontalmente fra loro e verticalmente rispetto alle aperture presenti in facciata.

4.6 Recupero abitativo dei fienili La trasformazione residenziale dei fienili deve prevedere il mantenimento delle strutture esistenti, nel caso di edifici accessori agricoli di matrice tradizionale che presentino caratteristiche di interesse architettonico (arcate, iscrizioni, raffigurazioni sacre, etc). Il recupero di questi volumi deve aver cura di valorizzare le caratteristiche costruttive originarie (si veda quanto indicato nel paragrafo 3.12) Negli altri casi è ammessa la demolizione ed il recupero del volume.

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Per “finestrelle” si intendono le aperture funzionali all’areazione del sottotetto poste sulla facciata che caratterizzano molta dell’edilizia collocata sia all’interno che all’esterno della Città murata.

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5. Altre indicazioni edilizie e costruttive

In questo paragrafo sono definite le regole edilizie che dovranno rispettare gli interventi riguardanti alcune specifiche zone (Zone produttive consolidate D1, D2 e D3 insediamenti produttivi e commerciali) e alcuni particolari materiali della città come gli spazi pubblici e gli edifici di nuova costruzione destinati all’attività agricola.

5.1 Zone produttive consolidate (D1, D2, D3) La collocazione degli edifici principali ed accessori nel lotto deve rispondere ad un principio di regolarità compositiva e di allineamento con gli edifici attigui e con la strada di accesso. Gli spazi aperti dedicati all’attività produttiva, al deposito dei materiali e alla sosta devono essere pavimentati con materiali impermeabili. È consigliato mantenere a verde gli spazi aperti non dedicati alla viabilità, alla sosta e al lavoro, per permettere una maggiore permeabilità del suolo, fatte salve norme più prescrittive o diverse delle autorità competenti. L’area di deposito e scarico deve essere posizionata in modo da essere poco visibile dalla pubblica via. Gli edifici devono essere tinteggiati evitando i colori intensi e in contrasto con il contesto, così come l’utilizzo di superfici riflettenti. È consigliato un trattamento monocromatico dell’involucro esterno. Sono vietati trattamenti che utilizzino

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accostamenti cromatici e geometrici quali, ad esempio, bande orizzontali o verticali, disegni di grandi dimensioni, etc. Le insegne e i cartelloni pubblicitari non possono ostacolare la vista di edifici e ambienti di pregio (Nuclei di antica formazione A1 e A2). L’altezza massima delle recinzioni è di 1,8 metri. Sono da preferire le recinzioni realizzate in metallo e trattate a verde con elementi rampicanti, siepi o alberature. I confini dei lotti adiacenti ai fondi agricoli e agli insediamenti residenziali devono essere provvisti di filari e altri elementi verdi in grado di assicurare una sufficiente schermatura. È consigliato l’uso contestuale di alberi ad alto fusto (preferibilmente a crescita veloce) e di siepi per meglio isolare gli insediamenti produttivi. I parcheggi sia pubblici che di pertinenza dovranno essere opportunamente piantumati.

5.2 Aree destinate all’agricoltura Per gli insediamenti agricoli di impianto tradizionale, quando non classificati come zona A2, valgono le medesime regole edilizie delle zone B1 e B3 e quelle della parte prima del presente Manuale. I nuovi volumi funzionali alle attività agricole (come, ad esempio, capannoni, silos, magazzini, tettoie, stalle) devono essere localizzati di preferenza a diretto contatto con il territorio agricolo e sulla porzione di lotto più distante dalla pubblica via. Anche quando sono localizzati a

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diretto contatto con lo spazio agricolo, si dovrà aver cura di realizzare idonee schermature verdi costituite da filari di alberi a crescita veloce, selezionati fra le essenze autoctone o naturalizzate eventualmente accompagnate da siepi. Non è comunque ammessa in alcun modo l’edificazione di volumi funzionali alle attività agricole e degli accessori in adiacenza, in vicinanza o in posizione tale da compromettere la visione o la fruibilità della Città murata e gli elementi di pregio storico-architettonico (zona A2) Le coperture degli edifici destinati all’attività agricola devono essere di elementi in laterizio, coppi o portoghesi. Sono altresì ammesse le coperture di materiali differenti purché riprendano la colorazione e la forma degli elementi sopracitati. Gli edifici devono essere tinteggiati nelle colorazioni comprese nella gamma del rosa, delle terre chiare e delle terre scure comprese le gradazioni marroni, del giallo, del verde e del grigio. Le aie in mattoni, le pavimentazioni in pietra, le lastre carrabili in pietra, i lavatoi, le pompe dell’acqua, i pozzi, le raffigurazioni sacre e, più in generale, gli elementi dello spazio aperto che contribuiscono a costruire la memoria storica del lavoro agricolo devono essere mantenuti e curati. Per la costruzione degli edifici accessori è vietato l’utilizzo di materiali di recupero, o riflettenti (quali ad esempio la lamiera zincata o l’acciaio inox), o di materiali disomogenei.

5.3 Indicazioni per gli spazi pubblici e la viabilità La pavimentazione di aree pubbliche pedonali in ambito storico tradizionale (zone B1 e B3) deve essere realizzata impiegando di norma materiali lapidei (come ad esempio lastre di granito o serizzo, porfido, ciottoli, etc.) o mattoni o formelle in cotto. I percorsi ciclopedonali in sede propria devono avere una larghezza minima di 1,5 metri se a senso unico e 2,5 metri se a doppio senso. Se inseriti in un contesto agricolo devono essere realizzati in terra battuta, glorit o cemento tinto dei colori della terra. Le nuove strade di distribuzione devono essere obbligatoriamente dotate di marciapiedi e, qualora la sezione lo permetta, di percorsi protetti ciclopedonali e alberature. Le alberature devono essere comprese entro le essenze autoctone o naturalizzate con una preferenza per le essenze tipiche della pianura irrigua quali tasso, acero campestre, carpino, frassino, ippocastano, pruno, pioppo. Le recinzioni devono rispondere ai principi di linearità (sono da evitare recinzioni curvilinee o eccessivamente segmentate), devono essere coordinate in altezza con le recinzioni adiacenti, essere trasparenti (assicurare le visibilità anche parziale) o trattate a verde o in muratura. L’altezza massima non può superare 1,8 metri, fatte salve le indicazioni contenute nel presente Manuale eventualmente discordanti.

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I gazzebi, i pergolati e i casotti per il ricovero degli attrezzi agricoli sono considerati arredi da giardino quando hanno le seguenti caratteristiche: - casotti: altezza netta inferiore a 2,5 ml. e superficie non superiore a 6 mq.; - gazzebi, pergolati e altri manufatti similari: altezza netta inferiore a 2,7 ml. I casotti debbono essere preferibilmente realizzati in legno, la copertura deve essere in coppi di laterizio. L’utilizzo di materiali plastici, lamierati o di fortuna non è ammessa.

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