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29 mar 2012 ... La presente relazione tecnica e di calcolo si riferisce al progetto degli ... Gli impianti elettrici da realizzare ex novo sono quelli all'interno dei ...
STUDIO TECNICO – Impianti- Sicurezza - Ambiente

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Dott. Ing. Fulvio Mannucci

- 53043 Chiusi (SI) Tel. 0578/226633 Fax 0578 225299 e-mail [email protected]

RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI POLO SCOLASTICO DI CHIUSI SISTEMAZIONI ESTERNE TRASFORMAZIONE DI EDIFICIO ESISTENTE A PALESTRA E SALA CONFERENZE REALIZZAZIONE DI PENSILINA DI COLLEGAMENTO IN VIA S.STEFANO-VIA DELLA VILLETTA

COMUNE DI:

CHIUSI (Siena)

LOCALITA':

VIA SANTO STEFANO-VIA DELLA VILLETTA

COMMITTENTE:

Amm.ne Provinciale di Siena

Chiusi, li 02/05/11

Il Tecnico Dott. Ing. Fulvio Mannucci

(N. 415 SIENA)

STUDIO TECNICO Dott. Ing. Fulvio Mannucci - Impianti Sicurezza Ambiente Piazza Brescia, 3 - 53043 Chiusi Scalo (Siena) Telefono 0578/226633 Fax 0578 225299 e-mail [email protected]

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RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI

1. PREMESSA E GENERALITA' La presente relazione tecnica e di calcolo si riferisce al progetto degli impianti elettrici per le SISTEMAZIONI ESTERNE, TRASFORMAZIONE DI EDIFICIO ESISTENTE A PALESTRA E SALA CONFERENZE, REALIZZAZIONE DI PENSILINA DI COLLEGAMENTO IN VIA S.STEFANOVIA DELLA VILLETTA, presso il polo scolastico di Chiusi (SI). Gli impianti elettrici da realizzare ex novo sono quelli all'interno dei locali palestra e sala conferenze, mentre per gli altri ambienti sono previsti adeguamenti agli impianti già esistenti. Anche gli impianti elettrici per l'illuminazione delle sistemazioni esterne, saranno di nuova realizzazione. 2. PREMESSA E RIFERIMENTI NORMATIVI Gli          



impianti dovranno essere realizzati in conformità delle normative vigenti e precisamente: Legge n. 186/68; Norme CEI per tutta la parte elettrica degli impianti; D.M: 22 gennaio 2008 N. 37 - Norme per la sicurezza degli impianti; D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 (T.U.S.) - Attuazione delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro; Prescrizioni e Norme di Enti locali; Prescrizioni, regolamentazioni e raccomandazioni di eventuali altri Enti emanate ed applicabili agli impianti oggetto dei lavori; Disposizioni vincolanti l’Assuntore in quanto appartenente ad un Albo di qualificazione riconosciuto; Prescrizioni relative agli effetti sismici. Normative specifiche dei Vigili del Fuoco Legge quadro 447/95 e successive integrazioni e modifiche D.M. 19/08/1996 - Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di Intrattenimento e di pubblico spettacolo.

Norme tecniche di riferimento per gli impianti e i componenti Nella scelta e nell’installazione dei vari componenti verranno rispettate le seguenti norme tecniche del Comitato Elettrotecnico Italiano CEI: CEI 17-13 per i quadri elettrici; CEI 20-14, CEI 20-20 e CEI 20-22 per i cavi isolati in PVC e non propaganti l’incendio; CEI 64-8 per l’impianto nel suo complesso; CEI 17-5 per gli interruttori automatici di bassa tensione; CEI 23-3 per gli interruttori automatici per impianti domestici e similari; CEI 23-5 per le prese a spina per usi domestici e similari; CEI 23-8 per i tubi rigidi in PVC e accessori; CEI 23-9 per gli apparecchi di comando non automatici per uso domestici e similari; CEI 23-12 per le prese a spina per uso industriale; CEI 23-14 per i tubi protettivi flessibili in PVC e loro accessori; CEI 23-18 per gli interruttori differenziali puri e gli interruttori magnetotermici differenziali per usi domestici e similari;

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CEI 23-31 per i sistemi di canali metallici e loro accessori a uso portacavi e portapparecchi (canaline metalliche); CEI 34-1,CEI 34-12,CEI 34-16 per le lampade a incandescenza; CEI 34-3 per le lampade fluorescenti lineari. 3 GENERALITÀ SUGLI IMPIANTI Gli impianti saranno progettati e realizzati a regola d’arte. Per il complesso è stata prevista una fornitura elettrica in bassa tensione monofase 230/400 volt 50Hz , sistema TT. Sarà presente un quadro di distribuzione BT completo di tutte le apparecchiature di comando, manovra e protezione contro i contatti indiretti, le sovracorrenti e le correnti di corto circuito. 3.1 Potenze Assorbite Presunte Il dimensionamento degli impianti è stato realizzato sulla base delle potenze installate complessive tenendo conto di fattori di utilizzo e dei fattori di contemporaneità opportuni. Nel prospetto seguente sono riportati i dati relativi alle potenze presunte assorbite in condizioni di regime dall’impianto, (potenza installata x coeff. di utilizzo), al coefficiente di contemporaneità dei carichi, ed alla potenza media assorbita presunta che ha dato luogo al valore di corrente di impiego utilizzata per il dimensionamento delle linee. Gli impianti sono stati progettati in funzione delle destinazioni d’uso degli ambienti, in base alle quali è stata scelta la tipologia dei materiali più adatta sia in termini di funzionalità che di sicurezza di esercizio. La classificazione degli ambienti e la tipologia di impianto scelta è indicata nel seguito. Si dovrà comunque fare riferimento alle indicazioni riportate sulle tavole di progetto. 3.2 Dati Generali - Sistema TT - Alimentazione in B.T. - Tensione fra fase e neutro - Tensione circuiti ausiliari - Frequenza

230/400 voltolt 230 v 12 v 50 Hz

Tutti i materiali e le apparecchiature occorrenti per la realizzazione degli impianti elettrici dovranno essere provvisti di marchio di qualità e marchio CE. Non sono state fornite dal Committente particolari prescrizioni, oltre a quelle sopra individuate, sulle caratteristiche che dovranno possedere gli impianti elettrici oggetto del presente progetto in relazione alla presenza di sostanze pericolose, a rischi di esplosione e/o incendio ed a qualunque altro tipo di rischio o condizionamento. Gli impianti avranno caratteristiche tali da risultare idonei per impianti a maggior rischio in caso d'incendio (M.A.R.C.I.) Saranno inoltre dotati di pulsante di sgancio in grado di togliere tensione (dall'esterno) in casi di necessità. 3.3 Caratteristiche degli impianti Gli impianti elettrici dovranno essere realizzati secondo le vigenti norme in materia, in particolare la legge 1° marzo 1968, n. 186, il D.M. 37/2008 e TUS 81/2008. La realizzazione delle linee principali luce e FM verrà effettuata mediante l'adozione di conduttori di rame isolato tipo N1VVK e FG70R. I conduttori da installare nei tubi dovranno essere unipolari, flessibili, di tipo N07VK; I cavi da porre all’esterno saranno di tipo multipolare flessibile, con guaina tipo FG7OR;

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Le cadute di tensione sono state calcolate in modo da risultare inferiori al 4% secondo quanto indicato dalle norme CEI. L'impianto sarà del tipo in vista con canalizzazione in vista a parete e/o a soffitto in tubo in PVC autoestinguente serie extrapesante. Si elencano di seguito le principali prescrizioni e regole installative da rispettare, tratte dalla norma CEI 64-8, rimandando alla stessa per quanto non esplicitamente riportato: - non saranno previsti componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili. I componenti elettrici installati, peraltro, saranno limitati a quelli strettamente necessari per l’utilizzo degli ambienti e per l’esecuzione delle attività previste; - tutti i componenti elettrici dovranno rispettare le prescrizioni contenute nella norma CEI 648/4 sia in funzionamento ordinario dell’impianto, sia in situazione di guasto, tenuto conto dei dispositivi di protezione; - gli apparecchi di illuminazione saranno tenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati; - le condutture saranno: di tipo incassato in strutture non combustibili; Realizzate mediante cavi unipolari o multipolari dotati di conduttore di protezione contenuti in tubi protettivi non metallici; - le protezioni contro sovracorrenti delle linee che alimentano o attraversano eventuali luoghi MA.R.C.I. saranno poste a monte di questi ambienti. Le condutture che hanno origine in tali luoghi saranno protette contro i sovraccarichi e i cortocircuiti mediante dispositivi di protezione contro le sovracorrenti posti all’origine dei relativi circuiti; - i circuiti terminali saranno inoltre tutti protetti con interruttore differenziale con corrente differenziale nominale non superiore a 0,03 A; - i cavi impiegati saranno di tipo “non propagante l’incendio” (CEI 20-22); - negli attraversamenti di pareti o solai che delimitano un compartimento antincendio saranno predisposte barriere tagliafiamma. Queste saranno altresì previste qualora sussistano le condizioni previste dalla norma CEI 11-17, art. 3.7.03. 3.4 Reti Secondarie Le reti secondarie sono realizzate con conduttori in cordicella di rame isolata in PVC autoestinguente tipo N07/VK; i conduttori dovranno essere in rame e contraddistinti dai colori prescritti dalle tabelle CEI . UNEL 00722; I conduttori avranno sezioni minime non sono inferiori a mmq 1,5 per le derivazioni luce, mmq 2,5 per le derivazioni FM e mmq 1,5 per le segnalazioni; La massima densità di corrente dovrà essere quella indicata nelle tabelle CEI-UNEL 35024-70 e la caduta di tensione sulle linee, misurata con l’impianto a pieno carico, non dovrà superare il 4 % della tensione nominale; Le linee saranno provviste di conduttore di terra pertanto tutte le prese sia luce che FM saranno provviste di polo di terra, così pure i corpi illuminanti a meno che non siano di classe II di isolamento; I tubi protettivi dovranno essere in PVC pesante, resistenti alla fiamma, contrassegnato IMQ; Le tubazioni e le cassette di derivazione di tutti gli impianti saranno distinte tra di loro. 3.5 Reti Derivate Le reti derivate sono realizzate con conduttori in cordicella di rame isolata in PVC autoestinguente tipo N07/VK; i conduttori dovranno essere in rame e contraddistinti dai colori prescritti dalle tabelle CEI . UNEL 00722; I conduttori avranno sezioni minime non sono inferiori a mmq 1,5 per le derivazioni luce, mmq 2,5 per le derivazioni FM e mmq 1,5 per le segnalazioni; Le cassette di derivazione dovranno essere completamente in resina, del tipo ad incasso per installazione in ambienti a maggior rischio d'incendio; Le tubazioni e le cassette di derivazione di tutti gli impianti saranno distinte tra di loro.

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3.6 Apparecchiature di comando e di protezione Le apparecchiature di comando e di utilizzazione nonché di protezione, quali gli interruttori, le prese, i pulsanti, ecc. saranno del tipo serie civile da concordare con la D.L; La posizione dei comandi nei vari ambienti sarà stabilita in base al verso di apertura degli infissi ed alle necessità di accensione, nel rispetto, anche, delle norme sul superamento delle barriere architettoniche; Le prese verranno collocate ad una altezza minima di cm 30 dal pavimento, in punti idonei per il loro utilizzo. Le prese interbloccate saranno posizionate ad un'altezza di circa 150 cm. Dal pavimento. 3.7 Classificazione degli ambienti. Gli impianti sono stati progettati in funzione delle destinazioni d’uso degli ambienti, in base alle quali è stata scelta la tipologia dei materiali più adatta sia in termini di funzionalità che di sicurezza di esercizio. La classificazione degli ambienti e la tipologia di impianto scelta è indicata nel seguito. Si dovrà comunque fare riferimento alle indicazioni riportate sulle tavole di progetto. Interni Norma di applicazione: CEI 64-8. Impianti incassati nelle pareti e sottopavimento, esterni a soffitto. Grado di protezione degli apparecchi: secondo i locali. Gli impianti a servizio della cucina avranno caratteristiche tali da risultare idonei per impianti a maggior rischio in caso d'incendio (M.A.R.C.I.), saranno in vista e con grado di protezione minimo IP 55. Saranno inoltre dotati di pulsante di sgancio in grado di togliere tensione (dall'esterno) in casi di necessità. Bagni Norma di applicazione CEI 64-8 sezioni 701 – 702 – 703. Gli impianti dovranno essere realizzati rispettando rigorosamente le prescrizioni relative alle zone vietate e ai gradi di protezione indicati nelle norme sopra citate. Si raccomandano in particolare le distanze da rispettare nei confronti di vasche e docce, ricordando le zone vietate dove non dovranno essere presenti installazioni elettriche. I locali contenenti bagni o docce devono essere classificati, con riferimento alla sicurezza contro i contatti elettrici (diretti e indiretti), come luoghi a rischio aumentato. E’ noto infatti che l’intensità della corrente che attraversa il corpo umano non dipende solo dalla tensione di contatto ma anche, in modo inversamente proporzionale, dalla resistenza del corpo stesso e quest’ultima diminuisce sensibilmente all’aumentare della presenza di umidità. Nei locali contenenti bagni o docce è opportuno prevedere l’adozione di precauzioni particolari, aventi principalmente lo scopo di evitare condizioni pericolose per le persone.Gli impianti elettrici in questi locali devono, pertanto, essere eseguiti con maggiori prescrizioni tecniche rispetto agli ambienti ordinari, quindi è necessario un maggiore impegno nel comprendere ed applicare le prescrizioni normative. La Norma CEI 64-8/7 alla sezione 701, tratta le prescrizioni particolari alle quali devono soddisfare gli impianti elettrici realizzati nei locali contenenti bagni o docce. In ogni caso dovrà essere presente protezione differenziale ad alta sensibilità Id minore di 30 mA per tutti i circuiti.

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4. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE 4.1 Illuminazione ordinaria L’impianto di illuminazione, in relazione alle finalità cui è destinato, deve fornire un livello di illuminamento non inferiore a quello previsto dalla normativa vigente. Gli apparecchi, in relazione al modo di protezione contro i contatti indiretti, saranno con grado di protezione definito in funzione dell’ambiente di impiego. 4.2 Illuminazione di sicurezza L'illuminazione di emergenza sarà costituita da lampade di emergenza alimentata da batterie interne e in parte da un gruppo soccorritore. Alcune lampade (quelle presso le uscite di sicurezza) saranno del tipo S.A. (Sempre accese). I punti di illuminazione saranno collocati come indicato negli elaborati grafici. Tale sistema di illuminazione d'emergenza permetterà di garantire, in qualsiasi condizione, un livello d'illuminazione sufficiente nelle vie di esodo, in coordo a quanto stabilito dal D.M. 19/08/1996. Il livello di illuminamento minimo sarà non inferiore a 5 lux misurato ad 1metro di altezza. Gli altri apparecchi apparecchi saranno di tipo autonomo, di tipo non permanente (SE), con gruppo batteria-inverter posto all’interno delle plafoniere autonome, in grado di garantire una autonomia di 60 minuti minimo; Gli apparecchi autonomi, in relazione al modo di protezione contro i contatti indiretti, saranno tutti di classe II; il grado di protezione IP è stato definito in funzione dell’ambiente di impiego. 4.3 Impianto di distribuzione F.M. Tutti gli apparecchi di comando e le prese dovranno essere montati su supporti in materiale plastico autoestinguente e tali da realizzare l’isolamento elettrico tra le parti attive e la placca di finitura. La struttura meccanica del supporto dovrà essere particolarmente robusta ed atta a garantire un facile e rapido montaggio (a scatto nella parte posteriore) degli apparecchi. Detti supporti dovranno essere fissati mediante viti imperdibili alle relative scatole di contenimento con caratteristiche adeguate alla tipologia dell’impianto, nel caso di un impianto in esecuzione incassata le scatole dovranno essere in materiale isolante quadrate e/o rettangolari, nella condizione di un impianto in esecuzione a vista dovranno essere dello stesso materiale delle scatole di derivazione utilizzate per la distribuzione generale dell’impianto stesso. Tutte le apparecchiature in generale, dovranno avere portata nominale minima di 10A con tensione di 230V, tensione di prova 2kV alla frequenza di 50Hz applicata per 1 minuto con corrente nominale di 10 A, essere dotate di morsetti atti a consentire il collegamento di conduttori di sezione massima 4 mmq; detti morsetti dovranno essere del tipo a piastrina con viti imperdibili di diversa colorazione per favorire l’identificazione dei collegamenti. Tutti i componenti dovranno essere dotati del marchio IMQ-CE ed essere conformi alle norme CEI 23-9, tutti gli apparecchi elettrici di comando, nonchè le prese, posizionate in locali predisposti alla presenza di persone diversamente abili dovranno soddisfare le prescrizioni del D.M. n° 236 del 14/06/89 e legge n° 13 del 09/01/89. Gli interruttori saranno del tipo civile con portata minima 10A con tensione nominale 230V, dovranno essere adatti a sopportare le extracorrenti di chiusura e di apertura sui carichi induttivi (lampada a fluorescenza). Nella scelta occorrerà tenere conto del declassamento dovuto al tipo di carico alimentato, gli interruttori automatici magnetotermici dovranno avere un potere di interruzione minimo di 1,5kA alla tensione di 250V 50Hz ed essere adatti per l’installazione su telai portafrutti precedentemente descritti, saranno inoltre di tipo unipolare (ovvero ove indicato), unipolare con neutro apribile ed occuperanno un modulo. Tutte le prese di corrente dovranno portare impresso il marchio di qualità IMQ e CE, attestante la costruzione delle medesime secondo le regole dell’arte, l’altezza di installazione (norme CEI

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64-9) sarà indicata dalla D.L. e di massima maggiore di 150cm da piano pavimento (tradizionale). Le prese di corrente saranno del tipo modulare per installazione su telaio portafrutti, conforme alla normativa CEI 23-5 “prese e spine per usi domestici e similari”, dovranno essere dotate di schermo di sicurezza mobile che impedisca l’introduzione, anche volontaria, di corpi filiformi che possano venire a contatto con parti in tensione, in modo da assicurare un grado di protezione meccanico non inferiore a IP40. Per poter effettuare il cablaggio del tipo entra-esci, i morsetti dovranno essere del tipo adatto a tale tipo di cablaggio. I relativi interruttori di protezione e/o di comando, uno per ogni gruppo presa, dovranno essere del tipo unipolare o unipolare con neutro apribile. L’impianto di distribuzione F.M. interno sarà realizzato, ove richiesto, quasi esclusivamente impiegando prese a spina per uso domestico e similare, 2P+T, 230V 10/16A, tipo bipasso e tipo P30 (con terra laterale e centrale per spina UNEL) e prese interbloccate 2x16A e 3x16A con grado di protezione IP 55. Completeranno l’impianto di distribuzione F.M. interno: - gli aspiratori da installare nei servizi igienici, con inserimento contemporaneo all’impianto di illuminazione e temporizzazione allo spegnimento (ove previsti); - i gruppi di segnalazione ottico-acustica per i servizi destinati ai disabili, con relativo pulsante a tirante in prossimità della tazza del WC (ove previsti); 5. IMPIANTI SPECIALI ED AUSILIARI 5.1 Generalità Gli impianti ausiliari, da installare a completamento degli impianti di illuminazione e distribuzione F.M., sono nel seguito descritti; caratteristica comune per tutti questi impianti e che saranno sempre separati dagli impianti di energia, con tubazioni/canalizzazioni distinte e cassette di derivazione esclusive, ovvero comuni agli impianti di energia, ma dotate di setto separatore; ciò al fine di evitare che linee a tensione diversa e non tutte isolate per la tensione più elevata presente, risultino posate nella medesima conduttura, oltre che per evitare possibili interferenze e fenomeni di disturbo. Ove non sia possibile e/o conveniente realizzare la separazione fisica delle linee di energia da quelle di pertinenza degli impianti ausiliari e speciali, le linee di energia saranno realizzate con cavi di classe II, tipo FG7(O)R, in modo da consentire la posa promiscua di linee a tensione diversa nella stessa tubazione/canalizzazione. Le centrali di alimentazione e controllo degli impianti ausiliari preleveranno l’energia elettrica dal quadro servizi, tramite partenze opportunamente predisposte. La consistenza degli impianti ausiliari e riportata nella planimetrie allegate. 5.2 Impianto telefonico – dati L'impianto telefonico e di trasmissione dei dati, dovrà essere realizzato utilizzando tubazioni dedicate posate sottotraccia e scatole di derivazione separate (anche attraverso appositi setti separatori) da quelle per la distribuzione di energia (linee a 230/400V). 6. CONDUTTURE ELETTRICHE 6.1 Dimensionamento Le condutture vengono dimensionate in modo da rispettare le due condizioni seguenti:

Ib ≤ In ≤ I Z Pagina 7

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La portata Iz deve scaturire dal prodotto della portata dei conduttori secondo le tabelle CEIUNEL per il coefficiente riduttivo risultante dalle condizioni di posa. La seconda condizione prevista dalla norma CEI 64.8, ossia :

I f ≤ 1,45 ⋅ I Z dove If è la corrente convenzionale di intervento del dispositivo posto a protezione del circuito, risulta soddisfatta utilizzando interruttori conformi alla norme di prodotto. La caduta di tensione dovrà essere minore o uguale al 4%. Il valore del 4% è riferito a tutta la conduttura elettrica, dal punto di consegna e misura da parte dell’ente distributore al punto dell’impianto più distante dalla stessa. Per quanto riguarda l’impianto interno, le linee di distribuzione terminale saranno realizzate in cavo N07V-K o FG7(O)R-0,6/1kV o FROR 450/750V posato entro tubazioni in PVC serie pesante in esecuzione a vista (nella zona vespaio) ed in esecuzione sottogettata per quanto riguarda le dorsali di distribuzione al piano. Le dorsali di alimentazione dei quadri di zona dal quadro generale saranno realizzate in cavo FG7(O)R 0,6/1KV, sempre posato entro tubazioni in pvc serie pesante, esecuzione a vista. Le linee esterne, ad esempio quelle di pertinenza dell’impianto di illuminazione esterna, di alimentazione della centrale termica, ecc., aventi tratti di percorso in tubazione interrata e/o in canalizzazione comunque posata a vista, saranno sempre in cavo di tipo FG7(O)R 0,6/1KV. Le tubazioni impiegate per i percorsi interrati saranno in pvc, serie pesante secondo norma CEI 23-46. Il diametro di ciascuna tubazione sarà non inferiore a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi contenuti nel tubo stesso, CEI 64-8/5, art. 522.8.1.1, per garantire il requisito della sfilabilità dell’impianto. Parimenti, i canali saranno di dimensioni tali da garantire uno riempimento della stessa non superiore al 50%. Le linee relative agli impianti speciali e ausiliari saranno sempre posate in tubazioni e canalizzazioni in PVC, distinte da quelle degli impianti di energia, salvo il caso in cui queste risultino di classe II; le cassette di derivazione pertinenti a questi impianti saranno esclusive e dedicate, ovvero comuni a quelle degli impianti di energia, ma dotate di opportuni setti separatori, secondo quanto specificato al paragrafo 5.2. Le caratteristiche e le modalità di posa delle condutture si evincono dalle planimetrie allegate, oltre che dagli schemi elettrici dei quadri di distribuzione, di cui al successivo paragrafo 7.4. 6.2 Corrente di impiego Ib Il valore della corrente di impiego Ib per ciascun circuito viene determinato analiticamente, essendo nota la potenza impegnata dagli impianti utilizzatori; i valori della potenza impegnata dai vari circuiti sono dedotti da quelli dalla potenza installata (dati di targa delle apparecchiature), pesati con opportuni fattori di utilizzo e contemporaneità. 6.3 Portata IZ delle condutture La portata delle condutture e stata determinata in base alla vigente tabella CEI-UNEL 35024/1, in relazione alla tipologia del cavo stesso e alla modalità di posa. La portata cosi determinata e stata quindi ridotta, con un fattore che considera la riduzione di scambio termico con l’ambiente dovuto alla posa dei cavi stessi in fascio. Non sono state invece applicate riduzioni connesse con la temperatura ambiente, in quanto la stessa non supererà ragionevolmente i 30 °C ipotizzati dalla tabella richiamata. Negli schemi elettrici dei quadri sono riportati i valori della portata iz per ciascuna conduttura nelle effettive condizioni di posa. E inoltre indicato il numero di circuiti o di cavi caricati costituenti la conduttura, parametro fondamentale per la determinazione del fattore di riduzione della portata.

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7. QUADRI ELETTRICI DI DISTRIBUZIONE Per la distribuzione dell’energia elettrica e l’alimentazione di tutte le utenze saranno installati i quadri indicati in progetto. Il quadro di arrivo conterrà il dispositivo di protezione e sezionamento generale dell’alimentazione elettrica dell’intero edificio. Il quadro QBT a valle ENEL sarà installato immediatamente a valle del misuratore di energia entro una distanza massima di 3 m. Il quadro generale BT alimenta quindi il quadro generale QG dell'attività da cui si dipartono le linee di alimentazione delle utenze specifiche e ai sottoquadri. Dagli schemi elettrici dei vari quadri si evincono: - le caratteristiche delle linee in partenza; - le caratteristiche dei dispositivi di protezione, sezionamento e comando; - le principali caratteristiche dimensionali e costruttive del quadro, in relazione alla normativa applicabile. 7. 1 Quadro Generale Il quadro generale sarà installato nella posizione specificata nei grafici di impianto, conforme allo schema allegato e conterrà tutti i dispositivi di protezione e comando. Ogni apparecchiatura sarà dotata di targhetta indicante la funzione svolta. Il quadro di tipo certificato ai sensi delle norme CEI avrà idoneo grado di protezione e sarà in resina autoestinguente epossidica, dotato di sportello trasparente. I quadri saranno realizzati in conformità alla norma CEI 17.13 , secondo gli schemi elettrici e le prescrizioni di progetto, dotati di dichiarazione di conformità e muniti delle certificazioni relative alle prove di tipo. Dovranno inoltre essere forniti i calcoli relativi alle verifiche termiche. Gli apparecchi di protezione saranno conformi alle norme di prodotto ad essi relative in particolare per gli interruttori la norma di riferimento sarà la CEI-EN 60898. Nel quadro verranno installati interruttori automatici magnetotermici a protezione dei circuiti monofase luce e FM, nonché interruttore differenziale ad alta sensibilità (Id=30 mA); La norma di riferimento per i sottoquadri sarà la CEI 23-51. 8. MISURE DI PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI 8.1 Generalità La protezione delle linee contro le sovracorrenti verrà realizzata tramite interruttori di tipo automatico magnetotermico, in modo che lo stesso dispositivo assicuri sia la protezione contro sovraccarico che contro cortocircuito (norma CEI 64-8/4, sez. 433). Quando un unico dispositivo e utilizzato sia per la protezione contro sovraccarico che contro cortocircuito, non e necessario effettuare la verifica della lunghezza massima protetta (o della corrente di cortocircuito minima, che si ha in fondo alla linea), come previsto dalla norma CEI 64-8/4, sez. 433, 434 e 435. 8.2 Protezione contro il sovraccarico In relazione alle portate iz, ed alle condizioni, si determinano i valori di In (o di regolazione termica) degli interruttori posti a protezione delle singole linee, come si evince dagli schemi dei quadri elettrici. 8.3 Protezione contro cortocircuito Il potere di interruzione dei dispositivi di protezione non dovrà inoltre essere inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta in corrispondenza del punto di installazione del quadro considerato, ed e stato determinato in relazione alla corrente di cortocircuito presunta all’origine degli impianti, considerata l’impedenza della linea di alimentazione dei quadri stessi. Negli schemi dei quadri sono indicati i valori del potere di interruzione di targa del dispositivo;

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talora tale valore risulta inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta in corrispondenza del quadro stesso, in quanto, applicando il criterio della filiazione (protezione di backup), occorre fare riferimento al potere di interruzione “rinforzato” assunto dagli stessi dispositivi e riportato nelle tabelle del costruttore. Occorre precisare che tale criterio e applicabile qualora si impieghino dispositivi di protezione contro sovracorrenti della medesima casa costruttrice, secondo quanto in merito indicato dalla stessa in catalogo. La scelta delle protezioni è stata effettuata considerando anche gli opportuni criteri di selettività su cortocircuito. 9. MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI 9.1 Generalità La protezione contro i contatti indiretti verrà realizzata mediante interruzione automatica dell’alimentazione, secondo quanto prescritto dalla norma CEI 64-8, art.413.1, e utilizzando componenti di classe II, norma CEI 64-8, art. 413.2. Protezione tramite doppio isolamento I componenti, per i quali la protezione nei confronti dei contatti indiretti e realizzata tramite doppio isolamento, saranno: - le condutture costituite da cavo N07V-K posato entro tubazioni in PVC, ovvero da cavi FROR 450/750V ed FG7(O)R 0,6/1 KV, CEI 64-8/4, art. 413.2.1.1; - gli apparecchi autonomi per l’illuminazione di sicurezza; - gli involucri degli apparecchi di comando installati a vista; - gli involucri dei quadri elettrici di distribuzione in materiale plastico. 9.2 Protezione per interruzione automatica dell’alimentazione Le linee di alimentazione dei circuiti terminali, in partenza dai quadri elettrici di distribuzione, verranno tutte protette con interruttori differenziali istantaneo, con corrente nominale pari a 30mA. Parimenti, le utenze terminali specifiche alimentate direttamente dal quadro generale saranno anch’esse protette con dispositivo differenziale istantaneo con corrente nominale pari a 30mA. Dato che il sistema sarà di tipo TT, L'impianto di terra dovrà essere coordinato con le protezioni nel modo previsto dalle norme CEI per tale sistema. 10. MISURE DI PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI Per la protezione contro i contatti diretti sarà previsto, per tutti i componenti elettrici, almeno un grado di protezione IPXXB. La protezione delle linee di alimentazione dei circuiti terminali con interruttore differenziale avente Idn = 30 mA, par. 6.3, costituisce, inoltre, una protezione addizionale attiva nei confronti dei contatti diretti, CEI 64-8/4, art. 412.5.1. 11. IMPIANTO DI TERRA L’impianto di terra sarà realizzato secondo le norme CEI 11.8 e 64.8 .Con tale impianto si salvaguardano tutte le parti metalliche degli apparecchi che normalmente non sono in tensione ma che per difetto di isolamento o per altre ragioni accidentali potrebbero trovarsi sotto tensione. L'impianto verrà collegato, previa attenta verifica, a quello generale esistente dell'edificio. I morsetti dovranno essere realizzati in modo da creare superfici di contatto di idonee caratteristiche. Il conduttore di terra sarà infilato nello stesso tubo di quello di fase ed avrà lo stesso grado di isolamento. I collegamenti equipotenziali saranno realizzati con corde di rame di 6 mmq, mentre il collegamento dei nodi equipotenziali al collettore di terra verrà realizzato con corda di rame

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con sezione minima pari a 16 mmq.; La tipologia dell’impianto ed il numero dei dispersori saranno tali da assicurare una resistenza di terra complessiva tale da risultare coordinata con i dispositivi di protezione. Tutto l'impianto dovrà garantire una resistenza di terra coordinata con le protezioni (per questo dovranno essere richiesti all'Ente Erogatore sia la corrente di guasto verso terra che il tempo d'intervento dei dispositivi di protezione). Qualora la Resistenza di terra totale dovesse essere superiore al valore necessario, si dovranno installare altri dispersori fino all'ottenimento del valore necessario. 12. PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE E LE SOVRATENSIONI L'attività, sulla base della verifica effettuata ai sensi delle norme CEI 81-10 risulta AUTOPROTETTA NEI CONFRONTI DELLE SCARICHE ATMOSFERICHE. Verranno installati dispositivi di protezione contro le sovratensioni S.P.D. Sia nel quadro valle ENEL che nel quadro generale nell'appartamento. 13. MARCATURA CE. Tutti i materiali impiegati per la realizzazione degli impianti dovranno essere marcati CE. Il contrassegno deve essere apposto dal fabbricante sul prodotto o qualora ciò non sia possibile deve risultare sull’imballaggio, sulle avvertenze d’uso o sulla garanzia. 12.

14. VERIFICHE

14.1 Verifiche iniziali Gli impianti oggetto del presente progetto, prima dell'entrata in servizio, dovranno essere sottoposti a tutte le verifiche iniziali, previste dalla norma CEI64-8/6 applicabili alla tipologia di impianto considerato. Parimenti le verifiche dovranno essere ripetute in occasione di modifiche sostanziali ed importanti dell’impianto, allo scopo di assicurare che tali modifiche siano state realizzate conformemente alle norme applicabili, in particolare la norma CEI 64-8. 14.2 Verifiche periodiche Al fine di garantire il mantenimento nel tempo delle caratteristiche di sicurezza, affidabilità e funzionalità dell’impianto, sarà opportuno predisporre un piano di verifica periodica dello stesso, che preveda almeno la ripetizione delle verifiche più significative secondo quanto suggerito nel prospetto che segue. Si fa presente che quanto riportato al presente paragrafo e puramente indicativo e da intendersi a livello di raccomandazione in quanto, negli impianti ordinari, non e attualmente richiesta dalla norma l’esecuzione di verifiche periodiche. Sono comunque da osservare eventuali indicazioni fornite in merito dai costruttori dei singoli componenti elettrici. 15. DICHIARAZIONI DI CONFORMITA' Al termine dei lavori, realizzati da impresa iscritta all'albo delle imprese artigiane per il settore di competenza, dovrà essere rilasciata le dichiarazione di conformità ai sensi del D.M. 37/2008. Detta dichiarazione dovrà essere completa degli allegati obbligatori, comprendenti la relazione sui materiali, il piano di manutenzione, la copia dell'attestato di riconoscimento dei requisiti professionali. Dovranno inoltre essere fornite la certificazioni dei quadri elettrici in BT secondo le vigenti norme CEI 17-13 e 23-51, complete degli schemi elettrici come realizzati.

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16. PIANO DI MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI

16.1 Modalità di uso e manutenzione Premesso che le operazioni di manutenzione devono essere eseguite secondo i programmi stabiliti da personale interno o esterno, ma comunque qualificato, questo deve essere dotato di tutta l’attrezzatura di verifica e di controllo necessaria, nonché di quella parte di materiali rientranti nella manutenzione programmata in modo temporale. Tutte le operazioni di manutenzione di tipo straordinario, cioè per quella parte di guasti non prevedibili, dovrà essere prevista una procedura di intervento comunque filtrata da persona interna alla struttura edotta e a perfetta conoscenza della complessità degli impianti oggetto degli interventi. Potrà comunque essere messa a disposizione del manutentore interno o comunque al personale esterno incaricato dalla Committenza per lo scopo, una serie di materiali di possibile utilizzo per le operazioni di pronto intervento in caso di necessità, l’esatta consistenza di detto materiale dovrà comunque essere stabilita previo accordi fra la Committente, e l’eventuale Manutentore incaricato. La Ditta che realizzerà eventuali interventi dovrà fornire a fine dei lavori, tutta la documentazione sui materiali installati nonché i loro manuali d’uso direttamente forniti dalla casa costruttrice. La manovrabilità degli interruttori posti sui rispettivi quadri sarà disponibile anche al personale non esperto, e quindi non a conoscenza di tecniche specialistiche, tutte le altre operazioni di intervento di carattere manutentivo dovranno essere realizzate da personale qualificato secondo il programma di manutenzione. 16.2 Programma di manutenzione Durante le operazioni di manutenzione indipendente al loro livello di complessità, gli operatori avranno l’obbligo di mantenere gli impianti nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia facendo riferimento in particolare a: - le disposizioni vigenti sulla prevenzione degli infortuni - le norme CEI - le norme UNI - le disposizioni del Comando VVF - i regolamenti e le prescrizioni comunali - le disposizioni del D.M. n. 37 del 22 gennaio 2008 - le disposizioni del D.Lgs. 81/2008 e D.Lgs. 106/2009 (Testo Unico della Sicurezza) Si intendono facenti parte del presente piano di manutenzione programmata tutti gli impianti elettrici relativi alle alimentazioni elettriche, ed in particolare: - distribuzione primaria (canalizzazioni e linee di interconnessione fra quadri) - quadri elettrici primari - illuminazione ordinaria e di emergenza - punti di utilizzo - impianti di terra ed equipotenziali Gli interventi saranno effettuati dal manutentore secondo un programma temporale definito nelle tabelle allegate; a seguito di ciascun intervento come normale procedura, verrà redatto relativo verbale.

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17. DOCUMENTAZIONE ALLEGATA Allegati facenti parte inscindibile della presente Relazione Tecnica: •

Tavole Grafiche con schemi unifilari e disposizione topografica apparecchiature.

ALLEGATO: IMPIANTI ELETTRICI NEI LOCALI BAGNO E DOCCIA Vi sono ambienti, di normale impiego negli edifici di civile abitazione e nel terziario, ove il pericolo di elettrocuzione e la gravità dei danni ad essa connessa è particolarmente elevata e, di conseguenza, una cura particolare nell'esecuzione degli impianti elettrici e prescrizioni aggiuntive di sicurezza devono essere adottate. Tra i più noti di questi ambienti vi sono sicuramente i locali da bagno e doccia. Ad essi la norma Cei 64-8 dedica un'intera sezione: la sezione 751 e la nuova edizione della norma, uscita lo scorso anno (vedasi in proposito l'articolo pubblicato sul numero 07/2007 di Cda) ha portato alcune significative modifiche; ma... andiamo per ordine. BAGNI E DOCCE: SUDDIVISIONE PER ZONE Il criterio che sta alla base di quanto prescritto dalla norma Cei 64-8 nella sezione 701, dedicata ai locali con bagni e docce, è la suddivisione degli spazi in zone a partire dalla posizione della vasca da bagno o del piatto doccia. Le zone più prossime alla vasca o alla doccia sono ovviamente quelle a maggior rischio e soggette quindi alle maggiori restrizioni normative per quanto riguarda le installazioni elettriche. Le zone considerate dalla norma per i locali con vasche e docce sono le seguenti: Zona 0: comprende esclusivamente il volume interno della vasca o del piatto doccia; è cioè delimitata da lunghezza, larghezza e altezza interne della vasca o del piatto. In questa zona la norma da sempre ha vietato l'installazione di: condutture, dispositivi di protezione e di sezionamento, di comando, di cassette di derivazione o di giunzione, nonché di apparecchi utilizzatori. Relativamente a questi ultimi, la nuova edizione della norma (la sesta), ne ammette l'installazione a condizione che: - soddisfino le relative norme di prodotto; - siano adatti all'uso in quella zona in accordo con le istruzioni del costruttore; - siano fissati e connessi in modo permanente e siano protetti mediante circuiti Selv (vedasi box) alimentati a tensione non superiore a 12 V in corrente alternata e a 30 V in corrente continua. Sono inoltre ammessi, ma ciò lo era anche in passato, apparecchi appositamente previsti allo scopo quali, ad esempio, quelli per idromassaggio. Zona 1: comprende il volume che si estende al di sopra della vasca o del piatto doccia fino all'altezza di 2,25 metri dal pavimento. Lateralmente è delimitata dalla superficie verticale S1 che viene individuata in corrispondenza dei bordi esterni della vasca o del piatto e che sale dal pavimento ai 2,25 metri. Nel caso in cui il fondo della vasca o del piatto doccia si trovi a più di 0,15 metri dal pavimento, i 2,25 metri in altezza vanno considerati a partire da questo fondo. Nella Zona 1 si possono installare, oltre allo scaldacqua (già previsto nelle precedenti edizioni) anche apparecchi di illuminazione, purché questi siano alimentati da un circuito Selv con tensione non superiore a 25 V c.a. o 60 V c.c. Inoltre è permesso installare nella zona al di sotto della vasca da bagno unità per idromassaggi, purché questa zona sia accessibile solo con l'aiuto di un attrezzo e venga effettuato un collegamento equipotenziale supplementare che colleghi tutte le masse estranee delle zone 1, 2 e 3 con i conduttori di protezione di tutte le masse presenti nelle suddette zone. Pagina 13

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Zona 2: è costituita dallo spazio compreso tra la superficie S1 e la superficie verticale S2, che va dal pavimento ai 2,25 metri di altezza ed è considerata distante 0,6 metri dalla S1 stessa. Nella zona 2 è ammesso ogni tipo di apparecchio utilizzatore purché i relativi circuiti siano protetti mediante sistema Selv; è inoltre richiesto che i circuiti di alimentazione di apparecchi di illuminazione di Classe II, di apparecchi di riscaldamento di Classe II e di unità di Classe II per vasche da bagno per idromassaggi, siano protetti per mezzo di interruzione automatica dell'alimentazione, usando un interruttore differenziale avente corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA. La figura 2, tratta dalla "Guida alle novità" posta in coda alla Norma Cei 64-8, mostra un esempio di locale da bagno con le installazioni elettriche sopra menzionate. Zona 3: è costituita dallo spazio compreso tra la superficie S2 e la superficie verticale S3, che va dal pavimento ai 2,25 metri di altezza ed è considerata distante 2,40 metri dalla S2 stessa. In questa zona possono essere installati prese a spina, interruttori e altri apparecchi di comando, purché la protezione sia ottenuta tramite: - separazione elettrica, individualmente; combinata Selv; - interruzione automatica dell'alimentazione, tramite interruttore differenziale con Id < 30 mA. Se nelle Zone 1, 2 e 3 sono installati elementi riscaldanti annegati nel pavimento, la guaina metallica, l'involucro metallico o la griglia metallica a maglie sottili, devono essere connessi al conduttore di protezione del circuito di alimentazione, a meno che il sistema di riscaldamento elettrico a pavimento non sia alimentato da un circuito Selv. Per la protezione di questi elementi riscaldanti non è ammessa la misura di protezione mediante separazione elettrica. Oltre a quanto sopra, la sesta edizione della Norma Cei 64-8 ha introdotto modifiche relative alla estensione delle zone in casi particolari: 1) nel caso di cabine doccia prefabbricate è stata eliminata la precisazione che la zona 0 si estende a tutto l'interno della cabina, non essendo stato considerato necessario prevedere per queste docce prescrizioni diverse da quelle delle docce ordinarie. 2) In assenza del piatto doccia è stata estesa da 0,6 m ad 1,2 m la distanza della superficie verticale dal punto centrale del soffione agganciato posto sulla parete o sul soffitto per delimitare la zona 1. 3) È stato infine precisato che le prescrizioni riguardanti il grado di protezione IPX4 nella zona 2 non si applicano alle unità di alimentazione dei rasoi installate in questa zona, se sono conformi alla relativa norma di prodotto, purché siano improbabili spruzzi d'acqua. CIRCUITI SELV Un circuito SELV (Safety Extra Low Voltage) è caratterizzato dall'essere un sistema a bassissima tensione (V < 50 V in c.a. e V < 120 V in c.c.) e dal possedere le seguenti caratteristiche: A) essere alimentato da una sorgente autonoma o da una sorgente si sicurezza. Sono sorgenti autonome le pile, gli accumulatori, i gruppi elettrogeni. Sono considerate sorgenti di sicurezza le alimentazioni ottenute attraverso un trasformatore d'isolamento. B) Non avere punti a terra. È vietato collegare a terra sia le masse sia le parti attive del circuito SELV. C) Essere separato da altri sistemi elettrici. La separazione del sistema SELV da altri circuiti deve essere garantita per tutti i componenti; a tal fine i conduttori del circuito SELV o vengono posti in canaline separate o sono muniti di una guaina isolante supplementare. Tutti gli utilizzatori alimentati da circuiti SELV sono chiamati apparecchi di classe III.

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ALLEGATO: IMPIANTI IN LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D'INCENDIO

1. Definizioni Definizioni tratte dal D.M. del Ministero dell'interno 30-11-83 (G.U. del 12-12-83 n° 339) E 26-0684 (s.o. ALLA g.u. DEL 25-08-84 n° 234) a) Carico d'incendio - Potenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio, ivi compresi i rivestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, dei pavimenti e dei soffitti. Convenzionalmente è espresso in chilogrammi di legna equivalente ( potere calorifico

o

) b)

Carico d'incendio specifico - Carico d'incendio riferito all'unità di superficie lorda.

c) Classe del compartimento antincendio - Numero indicativo che esprime in minuti primi la durata minima di resistenza al fuoco da richiedere alla struttura del compartimento in esame. Sono previste sette classi : 15, 30, 45, 60, 90, 120, 180. Più alta è la classe più pericoloso è il compartimento e quindi le misure di protezione devono essere più restrittive. d) Luogo sicuro - Spazio coperto ovvero compartimento antincendio, separato da altri compartimenti mediante spazio coperto o filtri a prova di fumo, avente caratteristiche idonee a ricevere e contenere un predeterminato numero di persone (luogo sicuro statico), ovvero a consentirne il movimento (luogo sicuro dinamico). e) Materiale combustibile - Il componente o i componenti variamente associati che può/possono partecipare alla combustione in dipendenza della propria natura chimica e delle effettive condizioni di messa in opera per l'utilizzazione. Si considerano combustibili i materiali non appartenenti alla Classe 0 in relazione al fuoco. f) Sistema di vie d'uscita - Percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro. La lunghezza massima del sistema di vie d'uscita è stabilita da apposite Norme. g) Compartimento antincendio - Parte di edificio delimitata da elementi di resistenza al fuoco predeterminata ed organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi. h) Capacità di deflusso o di sfollamento - Numero massimo di persone che, in un sistema di vie di uscita, si assume possano defluire attraverso l'uscita di “modulo uno”. Tale dato, stabilito dalla Norma, tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamento ordinato di un compartimento. i) Volume del materiale combustibile - Volume occupato dal materiale combustibile presente e da quello la cui presenza è prevista, tenendo conto dell'utilizzazione dell'ambiente, delle reali delimitazioni di deposito e di quelle di spandimento sia allo stato liquido sia allo stato solido non compatto (per es. fibre o trucioli) provocate dalle lavorazioni, dal convogliamento e dalle manipolazioni od anche da guasti e rotture del sistema di contenimento dovute ad eventi non catastrofici.

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2. Ambienti a maggior rischio in caso d'incendio Norma CEI 64-8/7sez. 751 Sono definiti a maggior rischio in caso d'incendio tutti quegli ambienti che, a differenza di quelli ordinari, presentano nei confronti dell'incendio un rischio maggiore. Il compito di individuare i luoghi a maggior rischio in caso d'incendio spetta al datore di lavoro nell'ambito delle fasi operative di valutazione dei rischi. Il progettista riceve il risultato di queste valutazioni come dato d'ingresso per la stesura del progetto. Il rischio può essere inteso come il prodotto della probabilità che si verifichi l'incendio per la presunta entità del danno a cose persone o animali. Il rischio può, infatti, essere identico se con probabilità elevate che si sviluppi un incendio i danni sono modesti oppure se con probabilità minime di sviluppo d'incendio i danni possono essere rilevanti. ( ad esempio : un locale di pubblico spettacolo il rischio d'incendio è limitato ma la notevole presenza di persone rende elevata l'entità del danno in perdita di vite umane; un deposito di combustibili senza presenza di persone ma con un elevato carico d'incendio è ugualmente da considerare un luogo a maggior rischio in caso d'incendio). Per questo motivo si parla di luoghi a maggior rischio in caso d'incendio (e non di luoghi a maggior rischio d'incendio) come di un luogo in cui il rischio d'incendio è rilevante indipendentemente dalla più o meno elevata probabilità che un incendio possa svilupparsi. Individuare gli ambienti a maggior rischio in caso d'incendio non è più compito del progettista dell'impianto elettrico, ma del proprietario dell'impianto che nei casi più complessi può avvalersi di esperti (anche lo stesso progettista) e del parere dei Vigili del Fuoco. Indicativamente si possono considerare i seguenti elementi : -

densità di affollamento ;

-

massimo affollamento ipotizzabile ;

-

capacità di deflusso o di sfollamento ;

-

entità del danno per animali e/o cose ;

-

comportamento al fuoco delle strutture dell'edificio ;

-

presenza di materiali combustibili ;

-

tipo di utilizzazione dell'ambiente ;

- situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione antincendio (adeguati mezzi di segnalazione ed estinzione incendi, piano di emergenza e sfollamento, addestramento del personale, distanza dal più vicino distaccamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, esistenza di Vigili del fuoco aziendali ecc...). 3. Identificazione dei luoghi a maggior rischio in caso d'incendio Sostanzialmente quasi tutti gli ambienti del terziario e anche una piccola parte di quelli industriali sono da considerare luoghi a maggior rischio in caso d'incendio. Gli impianti devono possedere particolari requisiti, alcuni comuni a tutti i luoghi a maggior rischio in caso d'incendio, altri specifici per le tre tipologie indicate dalle norme. Le norme descrivono tre tipologie di luoghi rispettivamente agli articoli 751.03.02, 751.03.03, 751.03.04 che per per comodità, riferendoci al numero degli articoli, chiameremo di tipo 02, 03, 04 (ex A, B, C). La nuova norma in appendice indica le 97 Pagina 18

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attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco. Salvo diverse considerazioni tali attività sono normalmente da ritenersi luoghi a maggior rischio in caso d'incendio. Gli altri luoghi dovranno essere valutati caso per caso. Luoghi di tipo 02 - Luoghi con elevata densità di affollamento o con elevato tempo di sfollamento in caso d'incendio o per l'elevato danno ad animali e cose. La probabilità che si sviluppi un incendio è bassa ma elevato potrebbe essere l'entità del danno. Luoghi di tipo 03 - Ambienti con strutture portanti combustibili, come ad esempio edifici con strutture portanti in legno dove la probabilità che si sviluppi un incendio è alta. Luoghi di tipo 04 - Luoghi con presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito, quando la classe del compartimento antincendio è uguale o superiore a 30. Il numero indicativo della classe, secondo l'art. 3 della circolare n. 91 del 14/09/61 del Mistero degli Interni, esprime sia il carico d'incendio virtuale in kg/m 2 di legna standard sia, in minuti primi, la durata minima di resistenza al fuoco da richiedere alla struttura o all'elemento costruttivo in esame. Per semplicità, a favore della sicurezza, si può considerare di classe 30 un comparto che contiene più di 15 kg/m2 di materiale combustibile standard. Se un luogo appartiene a più di una delle tipologie su menzionate l'impianto elettrico deve avere le caratteristiche richieste per ciascun tipo. Ad esempio gli impianti in un luogo a maggior rischio in caso d'incendio per elevata densità di affollamento (tipo 02) che contenesse elevate quantità di combustibile con una classe del compartimento uguale o maggiore di trenta (tipo 04) devono possedere i requisiti relativi sia al tipo 02 sia al tipo 04. 4. L'impianto elettrico causa d'innesco e propagazione dell'incendio La causa più comune dell'innesco di un incendio è senz'altro l'energia termica prodotta dalla corrente elettrica; cariche elettrostatiche, superfici calde di macchine o forni, scintille ecc.. Le principali cause elettriche d'innesco sono: ·

le correnti di guasto a terra ;

·

i corto circuiti;

·

i sovraccarichi non eliminati tempestivamente;

·

gli archi elettrici;

· i surriscaldamenti dovuti al cattivo contatto nei morsetti, nelle prese o negli adattatori delle prese; · le correnti superficiali dovute al deposito di polvere conduttrice o di umidità su superfici isolanti che sorreggono parti in tensione. Le condutture devono pertanto essere costruite e protette in modo da non essere ne causa d'innesco ne di propagazione di incendi, indipendentemente dai fattori che li hanno provocati. 5. Prescrizioni generali per tutti gli impianti elettrici nei luoghi a maggior rischio in caso d'incendio Indipendentemente dalla tipologia di appartenenza (02, 03 o 04) la norma indica una serie di prescrizioni da osservare per i luoghi a maggior rischio in caso d'incendio.

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5.1 Componenti Negli ambienti a maggior rischio in caso d'incendio si possono installare solo i componenti elettrici strettamente necessari, ad eccezione delle condutture che possono anche transitare nell'ambiente; il combustibile costituente gli impianti deve, infatti, essere limitato allo stretto necessario per rendere minima la possibilità di innesco e propagazione dell'incendio e quello presente deve possedere idonee caratteristiche di reazione al fuoco. Tutti i componenti elettrici non devono assumere temperature superiori a quelle indicate nella seguente tabella sia in funzionamento ordinario dell'impianto, sia in situazione di guasto dell'impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione: Parti accessibili

Organi di comando da impugnare

Materiale delle parti accessibili

Temperatura massima (°C)

metallico non metallico

55 65

Parti previste per essere toccate durante il funzionamento ordinario ma che non necessitano di essere impugnate

metallico non metallico

70

Parti che non necessitano di essere toccate durante il funzionamento ordinario

metallico

80

non metallico

90

80

Tab. 5.1

Inoltre tutti i componenti utilizzati, in funzionamento sia ordinario sia durante un guasto dell'impianto, devono aver superato le prove di comportamento relativamente al pericolo d'innesco e propagazione degli incendi, previste dalle specifiche norme CEI ; in mancanza di norme specifiche per i componenti elettrici costruiti con materiali isolanti, i criteri da seguire sono quelli della tabella seguente:

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Componenti elettrici (scatole, cassette, quadretti, placche e coperchi nelle diverse condizioni d'installazione)

Resistenza al Attitudine a riscaldamento in non innescare funzionamento ordinario e incendi in nelle fasi d'installazione caso di riscaldamento eccessivo dovuto a guasti Prova in Termopressione Prova al filo stufa per con biglia incandescente 60 min. (°C) (°C) (°C)

Componenti da incasso sotto intonaco (pareti in muratura tradizionale e prefabbricate

60

---

550

Componenti da incasso per pareti vuote (pareti in truciolato, tramezze di legno, ecc.)

70

---

850

Componenti applicati a parete

70

---

550

Passerelle e canali esterni (non incassati)

60

---

650

Torrette sporgenti dal pavimento o scatole affioranti, anche per uso telefonico

60

---

650

Parti dei componenti di cui sopra che tengono in posizione parti sotto tensione (escluse le parti relative al conduttore di protezione)

100

125

850

Tab. 5.2 Nelle vie d'uscita non si devono installare apparecchi elettrici contenenti liquidi infiammabili (il divieto non riguarda i condensatori ausiliari incorporati negli apparecchi). Devono essere ridotte al minimo le superfici riscaldanti oppure devono essere tenute a debita distanza dagli oggetti illuminati se sono costruiti con materiale combustibile. In particolare le lampade ad alogeni o simili devono essere dotate di schermo di sicurezza onde evitare, in caso di rottura delle lampade, la Pagina 21

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proiezione di materiale incandescente che potrebbe innescare l'incendio. Devono essere installate, secondo le istruzioni del costruttore. I circuiti in corrente alternata installati entro involucri di materiale ferromagnetico (ad esempio tubi di ferro) devono essere disposti in modo che i conduttori di fase e l'eventuale neutro siano tutti contenuti all'interno dello stesso involucro onde evitare pericolosi riscaldamenti dovuti ad effetti induttivi. I dispositivi di manovra controllo e protezione devono essere installati in luoghi inaccessibili al pubblico oppure essere posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo (ad esclusione dei dispositivi destinati a facilitare l'evacuazione del pubblico). E' vietato l'uso dei conduttori PEN (sistema TN-C con unico conduttore con funzioni sia di protezione PE che di neutro N - tale prescrizione non riguarda le condutture che transitano nel luogo) ad evitare che la corrente dovuta ai normali squilibri dei carichi vada ad interessare le masse e le masse estranee collegate al PEN creando in parallelo a tale conduttore dei circuiti di ritorno, col pericolo che tale corrente possa dar luogo a pericolosi riscaldamenti nei punti di maggior resistenza o addirittura scintillii nei punti che presentano discontinuità. 5.2 Cavi - Comportamento e classificazione nei confronti dell'incendio

Nei cavi utilizzati in bassa tensione a causa del cedimento dell'isolante, dovuto a cause meccaniche, chimiche e termiche, si possono stabilire deboli correnti di dispersione tra fase-fase o fase-terra. Questo, evolvendosi nel tempo, può aumentare d'intensità innescando un arco, probabile causa d'innesco d'incendio. L'invecchiamento dell'isolante è strettamente legato ai valori di sovraccarico ai quali è sottoposto e quindi alla temperatura che il cavo assume durante la sua vita (ad esempio nei cavi in PVC una corrente pari a 10 volte la portata del cavo provoca la perdita di un millesimo di vita del cavo se permane per un tempo compreso tra tre e cinquanta secondi). Quando si devono dimensionare i conduttori che alimentano motori con correnti di spunto elevate e con un elevato numero di avviamenti sarà quindi necessario prendere in considerazione un eventuale sovradimensionamento dei conduttori. In relazione al loro comportamento nei confronti del fuoco i cavi possono essere distinti in : ·

Cavi senza particolari requisiti nei confronti del fuoco - (quasi scomparsi dal mercato) ;

· Cavi non propaganti la fiamma - (CEI 20-35) Sono cavi per i quali è stata eseguita una prova di accettabilità su un singolo cavo verticale e quindi non offrono alcuna garanzia contro la propagazione dell'incendio se sono installati in fasci o vicini meno di 250 mm poiché lo scambio di calore con l'ambiente esterno avviene in condizioni più difficili di quelle di prova ; · Cavi non propaganti l'incendio - Hanno superato prove più restrittive in fasci verticali in cunicoli a tiraggio naturale e in quantitativi ben definiti (il fascio non deve essere superiore a quello di prova altrimenti la non propagazione dell'incendio non è più assicurata - CEI 20-22). I cavi che portano il contrassegno CEI 20-22 cat. II hanno superato una prova a maggior severità che simula un incendio allo stadio generalizzato mentre i cavi che riportano la sigla CEI 20-22 cat. III hanno superato una prova che simula un incendio alle fasi iniziali. Un impianto che impiega questo tipo di cavi assicura la non propagazione dell'incendio ma non è affidabile in condizioni d'emergenza; · Cavi resistenti all'incendio (al fuoco) - Sono conformi alle Norme CEI 20-36 e sono stati provati per assicurare il funzionamento per un certo tempo durante e dopo l'incendio. Questi cavi sono adatti per i circuiti d'emergenza, di segnale, comando e di informazioni ( impianto antincendio, luci di sicurezza, ventilazione artificiale, controllo esplosività ecc..) sono ad esempio indispensabili per consentire al pubblico di evacuare con sicurezza da un edificio interessato da un incendio; ·

Cavi a bassa emissione di fumo e di gas - Rispondono alle Norme CEI 20-38 non propagano Pagina 22

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l'incendio e sono a limitato sviluppo di fumi opachi, di gas tossici e gas corrosivi (non sono obbligatori, è una scelta che effettua il progettista seguendo criteri analoghi a quelli stabiliti per le altre sostanze combustibili dalle autorità competenti per lo specifico caso. Sono richiesti per le metropolitane - DM 11/01/88). Negli ambienti a maggior rischio in caso d'incendio, infatti, la principale causa di decessi è proprio la presenza di fumi o gas. In considerazione dei dati piuttosto contrastanti sui materiali che producono gas tossici la norma consiglia generalmente di impiegare cavi conformi alle norme 20-38. Tipo di cavo

Non propagante

Materiale isolamento guaina

Resistente al fuoco

A bassa emissione di fumi

CEI 20-35

---------

H07V-K(1)

Gomma

PVC (antiabrasiva)

HO7 RN-F(1)

PVC

---------

N07V-K(1)

PVC

PVC

N1VV-K (2)

EPR

PVC (speciale)

FG5/RG5/UG5(2)

Gomma reticolata speciale

Gomma reticolata speciale

(2) (3)

CEI 20-36

Isolante minerale

CEI 20-39

Ossido di magnesio

Rame

Gomma G10 reticolata

PVC speciale M1 EPR speciale M2

FG100M1/M2(2)

CEI 20-38

Isolamento minerale

CEI 20-39

Ossido di magnesio

Rame

(1) (2)

Norma di riferimento

PVC

la fiamma Non propaganti l'incendio

Sigla cavo

CEI 20-22

Cavo per energia

Cavo per energia o per segnalazione o comando (3) armonizzate

Non esistono cavi con sigle

Tab. 5.3 - Principali tipi di cavi adatti per luoghi a maggior rischio d’incendio Pagina 23

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5.3 Tipi di condutture

In relazione al tipo di conduttura adottata ( Conduttura - insieme costituito da uno o più conduttori elettrici e dagli elementi che assicurano il loro isolamento, il supporto, il loro fissaggio e la loro eventuale protezione meccanica. Le cassette di derivazione sono parte integrante di una conduttura) e alle caratteristiche presentate da ciascuna di esse la Norma stabilisce opportuni provvedimenti per cui, a seconda della loro pericolosità all'innesco e alla propagazione dell'incendio, le condutture, comprese quelle che transitano, sono state suddivise in tre gruppi : gruppo a - condutture incassate o interrate; per costruzione non possono innescare ne propagare l'incendio. Essendo isolate dall'ambiente esterno non può esserci l'apporto di ossigeno necessario alla propagazione della fiamma. Sono considerate tali ad esempio condutture incassate in strutture non combustibili, cavi ad isolamento minerale con guaina esterna metallica continua, condutture in tubi con grado di protezione almeno IP4X ecc.. (vedi tabella 5.4 e fig. 5.1). Per questo tipo di condutture non sono richiesti particolari requisiti di protezione ;

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Gruppo a Condutture che non costituiscono causa d'innesco e propagazione dell'incendio CONDUTTURA Posa : interrata o incassata in strutture incombustibili (calcestruzzo, intonaco, ecc.) Protezione : tubi protettivi o canali in materiale metallico o isolante

Posa : in vista a parete Posa : in vista a o su mensole parete, su mensole o passerella

Protezione : tubi protettivi o canali in materiale metallico con grado di protezione non inferiore a IP4X Tipo di cavi : unipolari Tipo di cavi : o multipolari (con o unipolari o multipolari senza PE) (con o senza PE)

CONDUTTORE DI PROTEZIONE (PE)

Il PE non è richiesto ai fini della protezione contro l'innesco dell'incendio ; lo è in genere per la protezione contro i contatti indiretti. Può essere un conduttore unipolare o un conduttore di cavo unipolare

REQUISITI Nessuno PARTICOLARI RICHIESTI

La funzione di conduttore PE può essere svolta dalla canalina o dal tubo se idonei allo scopo, altrimenti il PE può essere inserito all'interno della canalizzazione come cavo singolo o come conduttore di cavo multipolare Nessuno

Tab. 5.4

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Protezione :

Tipo di cavi : con isolamento minerale e guaina esterna metallica continua senza saldature La funzione di PE è svolta dalla guaina metallica

Il cavo deve essere sprovvisto di guaina isolante esterna

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Fig. 5.1 - Esempi di condutture del gruppo a gruppo b - (poco usato) condutture che possono essere causa di propagazione ma non d'innesco d'incendio. Sono costituite da cavi multipolari muniti di conduttore di protezione concentrico, oppure da cavi ad isolamento minerale dotati di schermo metallico con funzione di conduttore di protezione metallico connesso a terra tramite il conduttore PE in modo da separare i conduttori attivi dall'ambiente esterno. A questo tipo di cavi, avendo uno schermo metallico tra i conduttori attivi e l'ambiente esterno, è riconosciuta una bassa attitudine ad innescare l'incendio ma, essendo protetti esternamente da una guaina antiabrasioni in materiale combustibile che potrebbe propagare l'incendio sviluppatosi per altre cause, dovranno essere adottate particolari precauzioni. I provvedimenti da prendere sono indicati ai successivi paragrafi 5.5 e 5.6.

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Gruppo b Condutture che possono essere causa di propagazione, ma non d'innesco, dell'incendio CONDUTTURA

Posa : in vista, a parete, Posa : in vista a parete Posa : in vista a su mensola, passerelle, su mensole passerelle, parete su mensole, ecc. ecc. passerelle, ecc. Protezione:

Protezione:

Protezione:

Tipo di cavi : multipolari muniti di conduttore di protezione concentrico e guaina esterna isolante

Tipo di cavi : multipolari muniti di schermo metallico sulle singole anime e guaina esterna isolante

Tipo di cavi : ad isolamento minerale con guaina metallica continua senza saldatura (con funzione di PE) e guaina esterna isolante.

CONDUTTORE DI Conduttore concentrico Schermi metallici sulle Guaina metallica PROTEZIONE (PE) anime REQUISITI PARTICOLARI RICHIESTI

Deve essere adottato uno dei seguenti provvedimenti : · utilizzare cavi non propaganti la fiamma se installati individualmente o distanziati tra loro di almeno 25 cm, oppure se installati in tubi o canalette con grado di protezione almeno IP4X ; · utilizzare cavi non propaganti l'incendio se installati in quantità tale da non superare il volume unitario di materiale non metallico stabilito dalle prove della Norma CEI 20-22 ; · utilizzare cavi non propaganti l'incendio e adottare barriere tagliafiamma ogni 10 m nei tratti verticali (ad evitare l'effetto camino) se i cavi sono in quantità tale da superare il valore unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma CEI 20-22 . Se i cavi sono installati in luoghi di tipo 02 e risultano ragruppati in quantità significativa in rapporto alle altre sostanze combustibili presenti, potrebbe essere necessario l'impiego di cavi a bassa

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emissione di fumi o gas tossici (Norma CEI 20-38). Tab. 5.5

Fig. 5.2 - Esempi di condutture del gruppo b

gruppo c - condutture che presentano predisposizione all'innesco e alla propagazione dell'incendio. Possono essere realizzate con cavi multipolari provvisti di conduttore di protezione, installati in vista oppure con cavi sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in canalette di metallo aperte o in tubi e canali non di metallo con grado di protezione almeno IP 4X e che offrano specifiche garanzie di comportamento all'incendio ( resistenti alla prova del filo incandescente a 850°C). La funzione di conduttore di protezione può essere svolta dal canale stesso (o tubo) se metallico e dichiarato idoneo dal costruttore mentre nei canali o tubi costruiti con materiale isolante come cautela aggiuntiva può essere impiegato un conduttore di protezione nudo. In tal modo lungo tutto il circuito, affiancato ai conduttori di fase, corre il conduttore di protezione che, nel punto in cui avviene il guasto all'isolante del conduttore di fase, raccoglie e convoglia a terra la corrente di guasto. Si può così rilevare sia un guasto fase-terra sia un guasto fase-fase che, con la presenza del conduttore di protezione nudo, è tramutato in un guasto fase-terra offrendo la possibilità di eliminare il guasto al suo insorgere. Anche per questo gruppo dovranno essere adottate particolari precauzioni contro questo problema. I provvedimenti da prendere sono indicati nei successivi paragrafi.

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Gruppo c Condutture che possono costituire causa d'innesco e propagazione d'incendio CONDUTTURA Posa : in vista a parete Posa : in vista su canale Posa : in vista su o tubo metallico canale o tubo isolante Protezione :

Protezione :

Protezione : canale o tubo protettivo in materiale isolante con grado di protezione minimo IP4X in grado di sopportare le prove di resistenza al calore anormale e al fuoco 850 °C Tipo di cavi : Tipo di cavi : unipolari Tipo di cavi : multipolari provvisti di e multipolari (senza PE) unipolari o conduttore PE multipolari (con o senza PE) CONDUTTORE Incorporato e costituito La funzione di PE può Il conduttore PE non DI da un'anima del cavo essere svolta da è richiesto ai fini PROTEZIONE passerella, se idonee della protezione (PE) allo scopo, altrimenti contro l'incendio, utilizzare un conduttore può essere un nudo o isolato conduttore nudo o isolato inserito nel tubo protettivo o nel canale REQUISITI Utilizzare cavi non PARTICOLARI propaganti la fiamma RICHIESTI se installati singolarmente o distanziati non meno di 25 cm. Diversamente utilizzare cavi non propaganti l'incendio

Utilizzare cavi non Utilizzare cavi non propaganti l'incendio se propaganti la installati in quantità tale fiamma. da non superare il valore unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma CEI 20-22. Altrimenti è necessario

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purché installati in quantità tale da non superare il valore unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma CEI 2022. Altrimenti è necessario adottare uno dei provvedimenti indicati nel successivo paragrafo 1.5.4

adottare uno o più provvedimenti indicati nel successivo paragrafo 1.5.

Se i cavi sono installati Se i cavi sono installati Se i cavi sono in luoghi di tipo 02 e in luoghi di tipo 02 e installati in luoghi di risultano raggruppati in risultano raggruppati in tipo 02 e risultano quantità significativa in quantità significativa in raggruppati in rapporto alle altre rapporto alle altre quantità sostanze combustibili sostanze combustibili significativa in presenti, potrebbe presenti, potrebbe essere rapporto alle altre essere necessario necessario l'impiego di sostanze l'impiego di cavi a cavi a bassa emissione combustibili bassa emissione di fumi di fumi o gas tossici presenti, potrebbe o gas tossici (Norma (Norma CEI 20-38). essere necessario CEI 20-38). l'impiego di cavi a bassa emissione di fumi o gas tossici (Norma CEI 20-38). Tab. 5.6

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Fig. 5.3 - Esempi di condutture del gruppo c

5.4 Condutture mobili Le condutture che devono essere mosse durante l'uso e che come tali possono essere sottoposte a severe sollecitazioni meccaniche con conseguente danneggiamento potrebbero dare luogo a guasti con conseguente pericolo d'innesco d'incendio. Per questo motivo nei luoghi a maggior rischio in caso d'incendio devono essere impiegati cavi idonei come ad esempio quelli utilizzati nei cantieri edili (tipo H07RN-F).

5.5 Protezioni da adottare contro il pericolo d'innesco dell'incendio I provvedimenti che sono stati adottati nei tre gruppi di condutture sono finalizzati ad ottenere una protezione meccanica contro il danneggiamento dei cavi, alla limitazione dell'apporto di comburente e ad evitare che si depositino particelle infiammabili sui cavi (utilizzo del grado di protezione IP4X) e ad assicurare un elevato valore delle correnti di corto circuito anche nel caso di guasto a terra nei sistemi TN-S (configurazione PE). Se si adottano tali misure si possono realizzare le protezioni contro le sovracorrenti secondo i criteri generali indicati dalle norme CEI 64/8. Le condutture che hanno origine nei luoghi a maggior rischio in caso d'incendio devono essere protette contro i sovraccarichi ed i cortocircuiti tramite apparecchi di protezione posti all'origine dei circuiti sia quelli che attraversano i luoghi in oggetto sia quelli che hanno origine nei luoghi stessi (i dispositivi di protezione dei circuiti che hanno inizio all'interno del luogo può essere attuata installando i quadri anche all'interno di questi particolari ambienti). La norma 64/8 per i luoghi ordinari prevede l'installazione del dispositivo di protezione dalle sovracorrenti in un qualsiasi punto della linea se non ci sono derivazioni né prese a spina; il dispositivo interviene in ogni caso Pagina 31

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correttamente anche se si deve accettare il rischio di non intervento per un guasto non franco a monte del dispositivo. Questa soluzione non è però accettabile per gli ambienti maggior rischio in caso d'incendio che, infatti, richiede sempre il dispositivo di protezione dalle sovracorrenti all'inizio della linea. La protezione delle condutture dalle sovracorrenti assume in questo caso un ruolo fondamentale. La conduttura, protetta secondo la Norma CEI 64-8, può essere percorsa da una corrente di valore appena inferiore a 1,45 IZ raggiungendo temperature inferiori a 114 C° per il PVC (riferito ad una temperatura iniziale di cortocircuito pari a quella massima di servizio 70 C°) e a 145 C° per l'EPR (riferito ad una temperatura iniziale di cortocircuito pari a quella massima di servizio 85 C°). Queste temperature, anche se riducono la vita convenzionale del cavo, non sono in genere causa di innesco d'incendio. In ogni caso, per ottenere un margine di sicurezza maggiore, la protezione da sovraccarico può essere ottenuta stabilendo come condizione ed imponendo in tal modo che il cavo non sia mai percorso da una corrente superiore alla sua portata, essendo If la corrente convenzionale di intervento del dispositivo di protezione. Rimane naturalmente valido quanto indicato dalla 64/8 che sconsiglia l'installazione di protezioni contro i sovraccarichi nei casi in cui un'improvvisa interruzione può causare pericolo, ad esempio sull'illuminazione di sicurezza, e che indica i casi in cui si può omettere la protezione contro il corto circuito come ad esempio per il tratto che collega il trasformatore al primo quadro.

5.5.1 Prescrizioni aggiuntive per le condutture del gruppo c Per le condutture del gruppo c devono essere rispettate alcune prescrizioni aggiuntive: 2. i circuiti nei sistemi TT e TN devono essere protetti mediante interruttore differenziale con Idn non superiore 300 mA anche se a intervento ritardato (quando guasti resistivi possano innescare un incendio, per esempio per riscaldamento a soffitto mediante sistema a pellicola riscaldante, la Idn deve essere di 30 mA; 3. protezione nei sistemi IT mediante dispositivo in grado di controllare con continuità le correnti di dispersione verso terra e di aprire automaticamente il circuito al decadere dell'isolamento. Qualora per motivi di continuità del servizio ciò non fosse possibile è sufficiente, anziché aprire automaticamente il circuito, un allarme ottico ed acustico. Il personale deve essere istruito, in caso di allarme per primo guasto, ad intervenire per operare l'apertura manuale del circuito il più preso possibile; le prescrizioni 2 e 3 non si applicano alle condutture facenti parte dei circuiti di sicurezza, alle condutture racchiuse in involucri con grado di protezione almeno IP4X, ad eccezione del tratto finale necessario al collegamento dell'apparecchio utilizzatore.

5.6 Protezioni da adottare contro la propagazione dell'incendio Le condutture del gruppo a non necessitano di cavi con particolari requisiti mentre per il gruppo b e il gruppo c può essere necessario predisporre almeno una delle seguenti misure : · utilizzare cavi non propaganti la fiamma (CEI 20-35), se installati individualmente oppure distanziati tra loro almeno 25 cm nei tratti in cui seguono lo stesso percorso oppure se fanno parte di condutture con grado di protezione almeno IP4X (le canaline se posate orizzontalmente ostacolano la propagazione dell'incendio mentre se sono posate verticalmente possono alimentare le fiamme a causa dell'effetto camino); ·

utilizzare cavi non propaganti l'incendio (CEI 20-22), sempre che non superino il quantitativo Pagina 32

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di materiale non metallico indicato nella norma. La Norma prevede prove a gravosità graduale a seconda del tipo di cavo. Per ogni prova è previsto un quantitativo di materiale non metallico (isolante, riempitivo ecc..) per metro lineare di fascio di cavi. Se il quantitativo di materiale non metallico supera quello previsto dalle Norme bisogna adottare i provvedimenti indicati al punto successivo ; ·

adottare sbarramenti, barriere e/o altri provvedimenti come indicato nella Norma CEI 11-17.

Tali sbarramenti sono costituiti da barriere in materiale incombustibile disposte sul percorso dei cavi (lana di roccia, sabbia, materiali intumescenti in grado di espandersi se sottoposti all'azione del fuoco ecc.). Le barriere devono avere forma e dimensione adatte ad impedire lo scavalcamento della fiamma e, se necessario, devono poter essere smontate per permettere l'eventuale aggiunta di cavi. Devono avere, in relazione al tipo di cavi installati, alla loro modalità d'installazione, alla disponibilità di mezzi d'intervento ecc., una distanza tale da impedire che l'incendio possa innescarsi e svilupparsi. In generale si ritiene sufficiente l'adozione di sbarramenti disposti in corrispondenza degli attraversamenti senza tuttavia superare i seguenti distanziamenti : 5 m nei percorsi verticali e 10 metri nei percorsi orizzontali. Con cavi non propaganti l'incendio si possono adottare distanziamenti di 10 m per i tratti verticali mentre per quelli orizzontali gli sbarramenti non sono strettamente necessari. Sbarramenti sono consigliati, a prescindere dal tipo di cavi, all'entrata dei quadri o delle altre apparecchiature elettriche possibili sedi di archi. Gli sbarramenti sono inoltre opportuni per cavi in cunicolo o canaletta se questi sono sede di circolazione d'aria. Se è necessario ripristinare la resistenza al fuoco di elementi costruttivi attraversati da condutture bisogna otturare non solo il foro lasciato libero dalla conduttura, ma anche l'interno della conduttura stessa. Entrambe le barriere devono avere un grado REI di resistenza al fuoco almeno uguale, ma non inferiore, a quello richiesto dalla classe del compartimento antincendio originario. Se il tubo però è conforme alle norme CEI 23-25, (autoestinguente alla fiamma) se il diametro interno non supera i 30 mm, se il grado di protezione non è inferiore a IP33 e se le estremità del tubo, se in ambiente chiuso, entrano in custodie con grado di protezione non inferiore a IP33, non è necessario otturarne l'interno.

5.7 Riduzione delle temperature di servizio Per i cavi in PVC privi di guaina la Norma prescrive una riduzione della temperatura di servizio. Nel caso di conduttori in rame la temperatura di esercizio dovrà essere ridotta a 55 C° e, in caso di corto circuito, dai 160 C° in condizioni ambientali normali ai 140 C°. In pratica si rende necessario ridurre il valore K del cavo. Ad esempio, in caso di corto circuito in un cavo in rame isolato in PVC, dovrà essere:

dove: C = costante del conduttore rappresentante il rapporto fra il calore specifico del materiale (riferito al volume) costituente il conduttore e la resistività; Tcc = temperatura massima ammissibile in condizioni di corto circuito in ambiente normale; Ta = temperatura ambiente. In ambiente a maggior rischio in caso d'incendio il nuovo valore KI sarà: Pagina 33

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da cui:

nel nostro caso (per un cavo in rame isolato in PVC, K=115) il nuovo valore di K sarà:

Per finire occorre ricordare che anche per i cavi isolati in gomma G9 e privi di guaina la Norma prescrive una riduzione della temperatura di servizio a 70 C°. 6. Ulteriori prescrizioni per gli ambienti in relazione al tipo di ambiente Nei luoghi del tipo 02 (ex tipo A) non esiste alcuna prescrizione normativa riguardante il grado di protezione IP per cui si applicano le norme generali. A volte occorre limitare il rischio dovuto al formarsi di fumi e gas tossici prodotti dalla combustione dei materiali isolanti per cui potrebbe rendersi necessaria l'adozione di cavi a bassa emissione di fumi e gas corrosivi (CEI 20-38). Se il cavo deve garantire anche in caso d'incendio la sua funzione di conduttore d'energia, di segnale, di comando ecc.. (impianti antincendio, luci di sicurezza ecc..) e garantire l'ordinata evacuazione del pubblico, occorre utilizzare cavi resistenti al fuoco (CEI 20-36). Nei luoghi del tipo 03 (ex tipo B), verso le strutture combustibili, sono necessarie custodie con un grado di protezione almeno IP4X per quei componenti dell'impianto che nel funzionamento ordinario possono provocare archi e scintille. La norma specifica però che "interruttori luce e similari, prese a spina per uso domestico e similare, interruttori automatici magnetotermici fino a 16 A con potere di interruzione Icn inferiore o uguale a 3 kA, in genere non producono nel loro funzionamento archi o scintille tali da far uscire dal microambiente interno agli apparecchi medesimi particelle incandescenti che possono innescare un incendio". Gli apparecchi di illuminazione non possono essere installati direttamente su pareti combustibili se non sono stati dichiarati idonei dal costruttore con l'apposizione della lettera "F" racchiusa in un triangolo (se gli apparecchi illuminanti sono conformi alle norme di prodotto non è necessaria la prova al filo incandescente - Norme CEI 34-21 IV edizione). Sono questi degli apparecchi che contengono un alimentatore o un trasformatore, cioè un dispositivo soggetto a guasto, che però non può essere causa di incendio o di eccessive temperature. Possono essere installati su superfici normalmente infiammabili ma non su superfici facilmente infiammabili. E' ovvio che se gli apparecchi sono sprovvisti di tale simbolo possono essere installati direttamente solo su superfici non combustibili (superfici che non possono alimentare la combustione come ad esempio il metallo, il gesso, il cemento, ecc..). Dalle Norme CEI 34-21, Apparecchi di illuminazione, si definisce normalmente infiammabile il materiale la cui temperatura di accensione è di almeno 200°C e che a tale temperatura non si deforma né si rammollisce, come il legno di spessore superiore a 2 mm. Al contrario è materiale facilmente infiammabile un materiale avente caratteristiche inferiori a quelle precedenti, come ad esempio il legno di spessore inferiore a 2 mm. Tutti i componenti (per esempio scatole, quadri ecc..) incassati in pareti a nido d'ape devono rispondere alle rispettive norme di Pagina 34

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prodotto. Quando queste pareti sono combustibili o contengono isolanti combustibili e i componenti non soddisfano alle prescrizioni di prova di resistenza al calore e al fuoco prescritte dalle relative norme di prodotto, la protezione può essere realizzata in due modi : a) rivestendo i componenti incassati con uno strato di almeno 12 mm di lana di vetro o di altro materiale non infiammabile con caratteristiche equivalenti ; b) immergendo i componenti incassati in un blocco di lana di vetro o altra lacca minerale di almeno 100 mm. Se gli involucri contengono componenti elettrici con dissipazione termica non trascurabile si deve tenere conto dell'aumento di temperatura provocato dai materiali coibenti.

Fig. 6.1 - Simbolo grafico di apparecchio installabile direttamente su superficie combustibile Infine nei luoghi del tipo 04 (ex tipo C) il grado di protezione deve essere almeno IP4X per gli involucri (per gli interruttori e le prese a spina ad uso domestico e similare vale quanto detto per i luoghi del tipo 03) dei componenti dell'impianto (ad esclusione delle condutture), per gli apparecchi d'illuminazione (ad esclusione delle lampade) e per i motori (il grado di protezione IP4X nei motori si riferisce agli involucri delle morsettiere e dei collettori mentre per le altre parti attive il grado di protezione deve essere almeno IP2X). Ovviamente i vari componenti dell'impianto devono essere installati tenendo conto delle condizioni ambientali e in conformità alle prescrizioni di sicurezza e alle rispettive Norme. In particolare devono essere ubicati in modo da non essere soggetti allo stillicidio di combustibili liquidi. Se il volume del combustibile è ben definito, prevedibile e controllabile il luogo a maggior rischio in caso d'incendio si sviluppa nella zona circostante le sostanze combustibili. Si dovranno assumere le distanze non inferiori a : 1,5 metri in orizzontale, in tutte le direzioni e comunque non oltre le pareti che delimitano il locale e relative aperture provviste di serramenti, 1,5 metri in verticale, verso il basso e comunque non al di sotto del pavimento, 3 metri in verticale, verso l'alto e comunque non al di sopra del soffitto. Le prescrizioni comuni e aggiuntive si applicano solo a questa zona mentre il resto del compartimento è da ritenersi luogo ordinario. Si deve però evitare la propagazione verso il volume che delimita la zona contenete le sostanze combustibili, di un eventuale incendio che si origini nel compartimento. Se i cavi sono del tipo ordinario si devono approntare delle barriere tagliafiamma all'ingresso dei cavi nel volume di delimitazione (fig. 6.2).

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Fig. 6.2 - Nei luoghi a maggior rischio in caso d'incendio del tipo 04 (ex tipo C) se all'interno del volume delimitante le sostanze combustibili entrano cavi di tipo ordinario sono necessarie le barriere tagliafiamma. All'interno di tale volume si aplicano le prescrizioni comuni per tutti i luoghi a maggior rischio in caso d'incendio e quelle aggiuntive per i luoghi di tipo 04. In alternativa si possono impiegare cavi non propaganti l'incendio (cavi entranti e cavi passanti) a partire almeno da una distanza di quattro metri dai materiali combustibili (Fig.6.3) .

Fig. 6.3 - Se i cavi che entrano all'interno del volume delimitante le sostanze combustibili sono del tipo non propagante l'incendio possono essere evitate le barriere tagliafiamma. La distanza dai materiali combustibili dei cavi entranti o passanti non deve però essere inferiore a quattro metri Pagina 36

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Se esiste il rischio che del combustibile liquido per rovesciamento, attraversamento, spruzzo, ecc. penetri negli involucri, potrebbe rendersi necessario adottare un grado di protezione adeguato contro i liquidi. Se si prevede che la polvere accumulata sugli involucri possa comportare rischio d'incendio devono essere presi adeguati provvedimenti atti ad evitare temperature eccessive. I motori comandati a distanza che non sono sotto stretta sorveglianza devono essere protetti contro il sovraccarico mediante dispositivi a ripristino manuale ; i motori con avviamento stella/triangolo di tipo manuale devono avere un dispositivo di protezione contro le temperature eccessive anche sulla connessione a stella. Si vuole evitare di riavviare il motore ancora caldo, fenomeno che potrebbe ripetersi diverse volte con un riscaldamento non tollerabile del motore e con il pericolo di innescare le sostanze combustibili presenti in questo tipo di luoghi. Se si temono rischi d'incendio dovuti a polvere o a fibre gli apparecchi illuminanti devono essere tali che la temperatura superficiale, anche in caso di guasto, sia particolarmente limitata e che non si possano verificare accumuli di polvere o fibre combustibili. I nuclei riscaldanti di apparecchi termici non devono provocare l'accensione di polveri o fibre combustibili presenti nel luogo.

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