RELAZIONE PAESAGGISTICA - Regione Calabria

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Redatta ai sensi del D.lgs. n. 42 del 22/01/2004 e del D.P.C.M. 12 dicembre 2005 . Proponente: Ditta De Medici Vittoria. Relazione Paesaggistica a cura di: ing.
PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO IN LOCALITÀ “PARADISO” DENOMINATO “DE MEDICI” NEL COMUNE DI LAMEZIA TERME PROVINCIA DI CATANZARO

RELAZIONE PAESAGGISTICA Redatta ai sensi del D.lgs. n. 42 del 22/01/2004 e del D.P.C.M. 12 dicembre 2005

Proponente: Ditta De Medici Vittoria

Relazione Paesaggistica a cura di: ing. Mariangela Cristofaro ing. Mariangela Cristofaro

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SOMMARIO Premessa...................................................................................................................................................................................................3 Considerazioni generali sulla tecnologia fotovoltaica ................................................................................................................................3 Il Progetto ..................................................................................................................................................................................................7 Criteri adottati per la redazione della relazione paesaggistica. .................................................................................................................8 Contenuti della relazione paesaggistica: A) Analisi dello stato attuale B) Elaborati di Progetto...............................................8 A) Analisi dello stato attuale ...............................................................................................................................................................................8 Caratteri e contesto paesaggistico dell'area di intervento: ................................................................................................................................9  Configurazioni e caratteri geomorfologici: .........................................................................................................................9  Analisi della connotazione vegetazionale e faunistica: ...................................................................................................12  Analisi dei sistemi insediativi storici, paesaggi agrari, tessiture territoriali storiche nell’area della Piana Lametina .....15  Analisi in ordine alla componente insediativo-produttiva ................................................................................................17  Caratteri e valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo ...................................................................................................19  Indicazione e analisi dei livelli di pianificazione e programmazione nonché di tutela operanti nel contesto paesaggistico e nell'area di intervento considerata, rilevabili dagli strumenti di pianificazione paesaggistica, urbanistica e territoriale e da ogni fonte normativa, regolamentare e provvedimentale; ..............................................................................23  indicazione della presenza di beni culturali tutelati ai sensi della Parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio. .................................................................................................................................................................................32  Rappresentazione dello stato attuale dell'area d'intervento e del contesto paesaggistico, effettuata attraverso ritrazioni fotografiche. ................................................................................................................................................................32 B) Elaborati di progetto: Documentazione tecnica di valutazione ...................................................................................................................35  simulazione dello stato dei luoghi per effetto della realizzazione del progetto, resa mediante foto modellazione realistica (rendering fotorealistico computerizzato), al fine di consentire la valutazione di compatibilità, rispetto all’inserimento nel contesto paesaggistico................................................................................................................................36  valutazione delle pressioni, dei rischi e degli effetti delle trasformazioni dal punto di vista ambientale e paesaggistico, ove significative, dirette e indotte, reversibili e irreversibili, a breve e medio termine, nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico, sia in fase di cantiere che a regime, con particolare riguardo per quegli interventi che sono sottoposti a procedure di valutazione ambientale nei casi previsti dalla legge: ......................................................................37 Criteri progettuali .......................................................................................................................................................................38 Analisi degli impatti significativi .................................................................................................................................................39  Principali tipi di modificazioni e di alterazioni ..................................................................................................................40  Misure di mitigazione e compensazione, sia visive che ambientali previste .................................................................41  Elementi di analisi e di valutazione della congruità e della coerenza progettuale rispetto agli obiettivi di qualità paesaggistica ed ambientale ed ai valori riconosciuti dal vincolo ...........................................................................................43 Considerazioni finali..........................................................................................................................................................................................44

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RELAZIONE PAESAGGISTICA Premessa La presente "Relazione paesaggistica" correda l'istanza di autorizzazione paesaggistica congiuntamente al progetto dell'intervento che si propone di realizzare un Impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica nel comune di Lamezia Terme in località Paradiso, di potenza nominale pari a 3.000 KWp denominato “DEMEDICI”. La presente Relazione, accompagnata dalla relazione tecnica e dalle tavole di progetto, costituisce per l'Amministrazione competente la base di riferimento essenziale per la verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi ai sensi dell'art. 146, comma 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 recante "Codice dei beni culturali e del paesaggio" . La finalità della presente Relazione è quella di motivare ed evidenziare la qualità dell'intervento anche per ciò che attiene al linguaggio architettonico e formale adottato in relazione al contesto d'intervento e contiene tutti gli elementi necessari alla verifica della compatibilità paesaggistica dell'intervento, con riferimento ai contenuti, direttive, prescrizioni e ogni altra indicazione vigente sul territorio interessato. In assenza di un Piano Paesistico Regionale (o Quadro Territoriale Regionale a valenza paesistica) così come di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, entrambi in fase di redazione, sono stati pertanto assunti, a base della documentazione, le analisi paesaggistiche ed ambientali disponibili presso le Amministrazioni pubbliche ed in particolare quanto definito nelle Linee Guida della Pianificazione Regionale in attuazione della Legge urbanistica Regionale n. 19/2002.

Considerazioni generali sulla tecnologia fotovoltaica L’utilizzo delle energie rinnovabili rappresenta una esigenza sia per i Paesi industrializzati che per quelli in via di sviluppo. I primi necessitano, nel breve periodo, di un uso più sostenibile delle risorse, di una riduzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, di una diversificazione del mercato energetico e di una sicurezza di approvvigionamento energetico. Per i Paesi in via di sviluppo, le energie rinnovabili rappresentano una concreta opportunità di sviluppo sostenibile e di accesso all’energia in aree remote. In particolar modo, l’Unione Europea (UE) mira ad aumentare l’uso delle risorse rinnovabili per limitare la dipendenza dalle fonti fossili convenzionali e allo stesso tempo far fronte ai pressanti problemi di carattere ambientale che sono generati dal loro utilizzo. A conferma di ciò nella Direttiva 2001/77/CE “Promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili”, viene posto come traguardo il soddisfacimento, entro il 2010, di una quota pari al 12% del consumo interno lordo di energia e al 22% di quello dell’energia elettrica, attraverso 3

l’utilizzo di fonti rinnovabili. Per ottenere questi risultati nella direttiva sono indicati degli obiettivi differenziati per ogni singolo Stato membro e l’Italia si è prefissa di raggiungere, entro il 2010, una quota pari al 22% della produzione elettrica nazionale. Il Decreto Legislativo del 29 dicembre 2003 n. 387 recepisce la Direttiva 2001/77/CE e introduce una serie di misure volte a superare i problemi connessi al mercato delle diverse fonti di Energia Rinnovabile. Nel 2003 in Italia la produzione lorda di energia elettrica da impianti alimentati da fonti rinnovabili ha raggiunto il valore di 47.971 GWh: il contributo maggiore è venuto dalla produzione idroelettrica, pari a 36.674 GWh, seguito dalla produzione geotermica (5.340 GWh), biomasse (compresi i rifiuti, 4.493 GWh) ed eolica (1.458 GWh). Complessivamente la quota percentuale di energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili ha raggiunto il 16,3%. Il sistema di promozione dell'energia rinnovabile in Italia, inizialmente incentivato con il provvedimento noto come CIP6, è stato profondamente riformato con il decreto legislativo 79/99, che ha introdotto l’obbligo per le imprese che producono o importano elettricità da fonti fossili a immettere in rete una quota prodotta da impianti nuovi o ripotenziati alimentati da fonti di energia rinnovabili. Tale quota era sta fissata inizialmente al 2% dell’energia eccedente i 100 GWh. Successivamente, con il decreto n. 387 si è stabilito di incrementarla annualmente dello 0,35% fino al 2006. Tutti gli operatori soggetti all’obbligo possono provvedere autonomamente alla produzione della quota di energia rinnovabile che devono immettere in rete, o comperare tale quota da terzi attraverso un meccanismo di mercato che prevede la cessione dei cosiddetti ‚Certificati Verdi‛ (CV). Si tratta di titoli attribuibili annualmente dal GRTN (Gestore Rete Trasmissione Nazionale) all’energia prodotta da fonti rinnovabili. Tali titoli hanno una taglia di 100 MWh e possono essere vantaggiosamente negoziati, tramite contratti bilaterali tra detentori di CV e gli operatori soggetti all’obbligo o nella piattaforma di negoziazione nel GME (Gestore Mercato Elettrico).1 Gli impegni assunti dall’Italia in ambito internazionale impongono al nostro paese di attuare degli interventi urgenti al fine di ridurre le emissioni di CO2 e di incentivare al contempo l’uso di fonti energetiche rinnovabili quali ad esempio l’energia solare. Il libro bianco sull’energia in Italia sottolinea in primo luogo l’esigenza di stilare un piano energetico nazionale in armonia con il contesto europeo e presenta inoltre, come proposta percorribile nei prossimi 10 anni, uno scenario articolato in cui trovano spazio un aumento consistente delle fonti energetiche rinnovabili, un utilizzo contenuto delle fonti fossili, intese soprattutto come carbone e gas, e una convinta riapertura all’opzione nucleare. Riguardo alle fonti rinnovabili, si sottolinea come in alcuni ambiti di ricerca e industria italiane si stiano sperimentando soluzioni d’avanguardia, che potrebbero consentire al nostro Paese di occupare saldamente un ruolo di primo piano in ambito internazionale in questo settore. 1

Fonte ISPRAT – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale 4

Gli obiettivi già fissati per il periodo 2008-2012 nel ‚Libro Bianco per l’Energia‛ redatto a cura dell’ENEA (Roma, Aprile 1999) erano ambiziosi. Si indicava, tra l’altro, l’importanza che per il loro conseguimento si devesse operare un grande sforzo per far giocare un ruolo più rilevante alle rinnovabili, in relazione alle esigenze di sicurezza energetica e a una ancora più stringente esigenza di tutela ambientale, avviando quindi un rilevante e contestuale potenziamento della ricerca per lo sviluppo di tecnologie più efficienti e, nel contempo, economicamente più competitive. Le tecnologie, indicate nel libro bianco, che offrono maggiori attrattive e margini di miglioramento, in tal senso, sono il fotovoltaico e le biomasse. In questa ottica, inoltre, appropriate azioni di ricerca anche sui sistemi, l’ingegneria e la gestione delle reti, possono attenuare sensibilmente gli effetti negativi di alcune fonti rinnovabili, come la bassa densità e, in alcuni casi, l’intermittenza della generazione Il progetto di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica ha degli evidenti effetti positivi sull’ambiente e sulla riduzione delle emissioni di CO2 se si suppone che questa sostituisca delle fonti energetiche convenzionali. Sono infatti impianti ‚modulari‛ che sfruttano l’energia solare (fotoni) convertendola direttamente in energia elettrica. L’unità fondamentale è detta cella fotovoltaica, generalmente di forma quadrata e superficie di 100 cm2, funzionante come una batteria. Le celle sono raggruppate in elementi commerciali unitari detti moduli (mediamente hanno una superficie di 0,5 m2), che una volta collegati prima in serie (stringhe) e poi in parallelo danno luogo al generatore fotovoltaico. I moduli montati su strutture di sostegno sono detti pannelli, vengono orientati lungo l’asse Est-Ovest e inseguono il moto apparente del sole ruotando attorno al loro asse. La produzione di energia elettrica sotto forma di corrente continua avviene nella cella fotovoltaica, che può essere descritta come un ‚foglio‛ di spessore molto piccolo, generalmente di silicio, le cui proprietà elettriche vengono modificate tramite l’impiego di sostanze ‚droganti‛, che cioè si inseriscono tra gli atomi di silicio modificandone la struttura chimica e di conseguenza il ‚comportamento elettrico‛. La faccia esposta al raggio solare viene drogata generalmente con piccole quantità di fosforo, mentre la faccia opposta viene drogata con atomi di boro. Questa procedura permette di realizzare in uno spessore piccolissimo (0,25 mm – 0,35 mm) una vasta superficie di contatto (detta ‘giunzione’) tra due strati (le due facce del foglio) aventi potenziale elettrico diverso: permette cioè di generare una differenza di potenziale fra le due facce esterne del foglio. La zona compresa tra le due facce (e quindi la giunzione) diventa 5

sede di un forte campo elettrico. A questo punto, quando la parte esterna (cioè esposta alla radiazione solare) della cella fotovoltaica viene colpita da un fotone si genera un flusso di elettroni, e quando la cella è collegata ad un utilizzatore queste cariche danno luogo ad una circolazione di corrente elettrica. La corrente elettrica aumenta all’aumentare della radiazione incidente e la ricerca scientifica in questo settore sta lavorando molto sia sull’aumento dell’efficienza della conversione (il rendimento di conversione della cella fotovoltaica è circa 12%-17%) sia sulla ricerca di materiali meno costosi e pertanto in un futuro prossimo questi impianti che sfruttano una fonte energetica inesauribile sono estremamente promettenti. I vantaggi dei sistemi fotovoltaici sono la modularità, le esigenze di manutenzione ridotte, la semplicità d'utilizzo, e, soprattutto, un impatto ambientale estremamente basso. l’energia solare è infatti una risorsa pulita e rinnovabile, i vantaggi del suo sfruttamento attraverso impianti fotovoltaici, sono di diversi tipi: ambientali, sociali, economici, ecc. e possono riassumersi in:  assenza di qualsiasi tipo di emissione inquinante;  risparmio di combustibili fossili;  affidabilità degli impianti poiché non esistono parti in movimento;  costi di esercizio e manutenzione ridotti al minimo;  modularità del sistema (per aumentare la potenza dell’impianto è sufficiente aumentare il numero dei moduli). Durante la fase di esercizio, l'unico vero impatto ambientale è rappresentato dalla modesta occupazione di superficie, mentre come già accennato, evidenti sono i benefici ambientali ottenibili dall’adozione di sistemi fotovoltaici. Per le caratteristiche ambientali, produttive ed economiche l’intervento di installazione di un parco fotovoltaico in un’area agricola è ritenuto appropriato, in quanto coniuga una elevata produttività energetica con la minima occupazione netta di terreno agricolo. Il suolo non subisce modifiche di sorta se non possibili, ma comunque limitati, fenomeni di compattamento. Da considerare, sempre, il carattere temporaneo delle opere in questione che non modificano la potenzialità produttiva del terreno in cui insistono; allorché vengono disinstallate, una volta cessata la loro vita produttiva, il terreno torna ad avere le sue caratteristiche precedenti l’intervento con l’esecuzione dei lavori di messa a coltura.

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Il Progetto Lo scopo del presente progetto è quello di fornire le indicazioni per la realizzazione di un impianto fotovoltaico di potenza nominale pari a 3.000 kWp, destinato a operare in parallelo alla rete elettrica di distribuzione ENEL. L’impianto sarà realizzato in località ‚Paradiso‛ del Comune di Lamezia Terme (CZ) su suolo di proprietà della sig.ra De Medici Vittoria. Il progetto proposto si inserisce nell’area della Piana di Lamezia, in particolare il sito in esame è cartograficamente riportato sulla tavoletta sud-ovest (San Pietro a Maida Scalo, scala 1:25000) del I° quadrante del foglio n° 241 (Nicastro, scala 1:100000) della carta ufficiale d'Italia edita a cura dell'Istituto Geografico Militare mentre catastalmente si colloca nel Foglio di mappa n° 23 – Particelle n° 4,5,6,31,139,140,141,142,143,144,145, 156,157, estensione complessiva: mq 229.803,00, superficie utilizzata per il progetto: 126.091,00 mq. Si tratta di un’area con morfologia prettamente pianeggiante, delimitata verso Est da una strada comunale, posta alla quota di circa 4,5 metri sul livello del mare. L’impianto nella sua interezza sarà costituito dai seguenti componenti principali:      

Opere civili Campo fotovoltaico Inverters. Quadri di parallelo. Strutture di supporto moduli. Cabina di trasformazione.

Nel suo complesso l’impianto fotovoltaico sarà costituito da un solo impianto diviso in sei campi ognuno con 139 stringhe con 20 moduli ciascuna, dotato di proprio inverter con uscita in trifase 400 V – 50 Hz. Le strutture su cui verranno insellati i pannelli saranno dotate di inseguitori solari (altezza 2,00 m e inclinazione max 30°), posizionate in maniera tale da evitare ombreggiamento reciproci o dovuto ad ostacoli, a pianta rettangolare con superficie pari a circa 25 mq, realizzate in profili in acciaio zincato a caldo dopo la lavorazione e fissate alla base della vasca a mezzo di plinti in cemento armato opportunamente dimensionati. I lavori in oggetto riguarderanno la realizzazione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete di distribuzione elettrica. La quantità di energia elettrica producibile sarà calcolata sulla base dei dati radiometrici tratti dalle tabelle messe a disposizione dal JRC e assumendo come efficienza operativa media annuale dell’impianto l’84,5% dell’efficienza nominale del generatore fotovoltaico. L’impianto sarà progettato per avere :

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- una potenza lato corrente continua superiore al 95% della potenza nominale del generatore fotovoltaico, riferita alle particolari condizioni di irraggiamento; - una potenza attiva, lato corrente alternata, superiore al 95% della potenza lato corrente continua (efficienza del gruppo di conversione)

Criteri adottati per la redazione della relazione paesaggistica. La relazione paesaggistica, descrive mediante opportuna documentazione, sia lo stato dei luoghi prima dell'esecuzione delle opere previste, sia le caratteristiche progettuali dell'intervento, e delinea nel modo più chiaro ed esaustivo possibile lo stato dei luoghi dopo l'intervento. A tal fine, ai sensi dell'art. 146, commi 4 e 5 del Codice di Beni Culturali e del Paesaggio la documentazione contenuta nella domanda di autorizzazione paesaggistica indica:  lo stato attuale del bene paesaggistico interessato;  gli elementi di valore paesaggistico in esso presenti, nonché le eventuali presenze di beni culturali tutelati dalla parte II del Codice ivi compresi i siti di interesse geologico (geositi);  gli impatti sul paesaggio delle trasformazioni proposte;  gli elementi di mitigazione e compensazione necessari; Contenuti della relazione paesaggistica: A) Analisi dello stato attuale B) Elaborati di Progetto A) Analisi dello stato attuale Al fine di comprendere il metodo adottato per l’analisi degli interventi di modificazione del paesaggio, si ritiene utile evidenziare i diversi approcci attraverso i quali esso è stato letto ed interpretato a partire dall’esame delle sue componenti, che permettono di comprendere in maniera più completa le conseguenti necessità di tutela e salvaguardia. Le analisi e le indagini sono state finalizzate ad approfondire il valore degli elementi caratterizzanti il paesaggio e ad individuarne i punti di debolezza e di forza, presupposto indispensabile per una progettazione maggiormente consapevole e qualificata. Le componenti del paesaggio analizzate possono essere distinte in quattro classi principali: componente naturale, componente antropica-culturale, componente insediativo-produttiva e componente percettiva, che a loro volta comprendono diversi aspetti ognuno afferente alla componente di riferimento, per come riportato nello schema che segue:

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Analisi del Paesaggio componente naturale:

geomorfologica

componente antropico culturale:

componente insediativoproduttiva

idrologica

socio-culturale-testimoniale

infrastrutturazione

vegetazionale e faunistica

·storico-architettonica

attività produttive servizi

componente percettiva:

visuale formale-semiologica estetica

Nei paragrafi che seguono, pertanto, si riportano le analisi effettuate che descrivono i caratteri del paesaggio indagato, relativamente all’area oggetto dell’intervento progettuale e del suo vasto intorno, sulla base delle componenti e degli aspetti innanzi indicati. Caratteri e contesto paesaggistico dell'area di intervento: Il progetto proposto si inserisce nell’area della Piana di Lamezia, in particolare il sito in esame è cartograficamente riportato sulla tavoletta sud-ovest (San Pietro a Maida Scalo, scala 1:25000) del I° quadrante del foglio n° 241 (Nicastro, scala 1:100000) della carta ufficiale d'Italia edita a cura dell'Istituto Geografico Militare mentre catastalmente si colloca nel Foglio di mappa n° 23 – Particelle n° 4,5,6,31,139,140,141,142,143,144,145, 156,157, estensione complessiva: mq 229.803,00, superficie utilizzata per il progetto: 126.091,00 mq. Si tratta di un’area con morfologia prettamente pianeggiante, delimitata verso Est da una strada comunale, posta alla quota di circa 4,5 metri sul livello del mare, servita da rete viaria a scorrimento urbano e risulta facilmente accessibile anche da parte di automezzi pesanti. Le particelle interessate dall’intervento progettuale rientrano nell’intorno dell’area aeroportuale di Lamezia Terme (CZ), completamente libere da ogni tipo di vegetazione per le quali non si registrano presenze significative di beni storici, artistici, archeologici e paleontologici nemmeno nell’immediato intorno. Non si registra inoltre l’appartenenza a sistemi naturalistici quali ad esempio geositi, biotopi, riserve, parchi naturali, boschi o altro.



configurazioni e caratteri geomorfologici:

L’area esaminata, come già detto, si inserisce nella vasta Piana di Lamezia che si estende per circa 48.980 ettari nella parte centro – occidentale della Calabria, nella provincia di Catanzaro. I Comuni che si affacciano e degradano sulla piana sono undici: Cortale, Curinga, Falerna, Feroleto Antico, Gizzeria, Jacurso, Lamezia Terme, Maida, Nocera Terinese, Pianopoli, S. Pietro a Maida. La morfologia territoriale è abbastanza eterogenea, costituita da zone collinari o submontane che degradano prima bruscamente poi dolcemente verso la pianura lametina per arrivare al Mar Tirreno. 9

Il territorio della Piana si sviluppa quindi dal livello del mare, fino ad arrivare a quota 1200 m, in corrispondenza del Monte Mancuso. Quasi metà della superficie è moderatamente acclive, con una pendenza tra 0 e 20%. La matrice geologica è differenziata. Soprattutto nella parte bassa, tra la foce dell’Amato e la foce dell’Angitola, è di origine alluvionale, con prevalenza di conglomerati e sabbie bruno – rossastre. Verso l’interno si intercalano grossi lembi di argille scistose marnose e sabbiose da grigio – chiare a bianche che raggiungono le pendici di Maida e Pianopoli a sud e Figura 1 - carta geolitologica della Piana Lametina di Falerna a nord. In quest’ultima località si inseriscono, scendendo dalla Sila Piccola, scisti e filladi grigi con intercalazioni di quarziti. L’intero territorio costiero ha una costituzione sabbiosa, priva di struttura grumosa ed elevata macroporosità, profonda e permeabile, di scarsa capacità idrica a reazione acida. All’interno, verso est, la natura pedologica dei terreni si presenta generalmente di medio impasto tendente verso il limoso argilloso, con una buona struttura. Verso sud, in prossimità del fiume Angitola, i terreni hanno origine alluvionale, tendente al sabbioso sciolto. I terreni di collina che fanno corona alla piana omonima, hanno una matrice litologica autoctona, con i terreni tendenti all’argilloso o bruno – lisciviati. 10

Nell’area indagata2 e nell'intera zona circostante si rilevano in affioramento terreni appartenenti a diversi tipi litologici annotando la seguente successione litostratigrafica: Le rocce cronologicamente più antiche presenti nella zona (affioranti lungo le colline prospicienti l'area in studio), hanno avuto origine presumibilmente nell'era Paleozoica. Trattasi, nella parte sud, di un complesso metamorfico petrograficamente riconducibile a rocce tipo gneiss e scisti quarzoso-biotitici-granatiferi, che presenta, in tutta la massa, bande e lenti di ortogneiss granitoidi, dioritici ed anfibolitici; nella parte nord di scisti filladici grigi, occasionalmente verdi, composti essenzialmente da clorite, sericite e quarzo. Su tali basamenti, si sono impostati , sugli scisti affioranti a nord, dei depositi di argille sabbiose e siltose con intercalazioni di sabbie, arenarie e localmente conglomerati, (Era Cenozoica, Miocene Medio-Superiore), e depositi di sabbie ed arenarie micacee con granati di quarzo angolari, localmente siltose (Era Cenozoica, Pliocene inferiore) A cavallo tra il Pliocene medio nell'era Cenozoica, si è impostata , nell’area a sud , ovvero sugli gneiss , dai terreni più antichi a quelli più giovani,la seguente stratigrafia: conglomerati poligenici da ciottoli, più o meno arrotondati, di rocce metamorfiche in una matrice sabbiosa bruna; sabbie ed arenarie ben stratificate, da grigio-chiare a brune, con intercalazioni di argille marnose; argille marnose e siltose grigio-chiare, localmente con abbondanti macrofossili. I suddetti terreni pliocenici risultano infine sovrastati da una deposizione continentale (collinette prossime e prospicienti l’area in esame), a testimonianza dell'esistenza passata di una fase regressiva marina, e di una fase di leggero sollevamento del terreno in seguito a deboli sollevamenti tettonici relativi alle fasi tardive dell'orogenesi alpina. Tali depositi continentali del Pleistocene Superiore (era Quaternaria) sono rappresentati da tipiche deposizioni di colore rossastro. Essi sono annoverabili a : depositi di antiche conoidi di deiezione costituiti da sabbie, a grana da media a grossolana, e conglomerati. Si presentano localmente terrazzati. Conglomerati e sabbie a grana da media a grossolana di origine continentale. I conglomerati sono composti da ciottoli, da arrotondati a subangolari, di rocce cristalline, ed infine, all’apice della sequenza stratigrafica, dei conglomerati e sabbie con intercalazioni siltose, localmente di facies deltizia. Interessano infine le zone morfologicamente piu' depresse e quindi direttamente l'area in esame, sedimenti alluvionali fissati naturalmente o artificialmente e di litorale rappresentati da tutte le frazioni 2

Fonte: ‚Relazione Geologica e parametrazione Geotecnica‛ a cura del dott. Geol. Francesco Pasceri 11

granulometriche commiste tra loro, depositati dall'azione di erosione e deposizione dei numerosi corsi d'acqua che scendono dai rilievi prospicienti, nonche' dall'azione morfogenetica del vicino mare Tirreno. Nella zona strettamente interessata dall'intervento, attualmente, la circolazione idrica superficiale e' regolata dalla presenza di alcune condotte artificiali di raccolta poste ai lati della vicina strada comunale che, a loro volta, immettono il flusso idrico in altre condotte talora sotterranee, le quali presumibilmente trovano sbocco verso il vicino mare. Lungo le colline limitrofe, invece, le acque risultano naturalmente regimate per la presenza di incisioni, compluvi e fossi, espressione di un reticolo idrografico (che si sviluppa sui rilievi prospicienti) riconducibile al tipo dendritico, che solitamente presentano una attività idraulica alquanto rilevante solo in concomitanza con eventi idrometeorici pronunciati e prolungati, altrimenti sono sede di scorrimento irrilevante e/o quasi nullo. Tali ‚ fiumare‛ confluiscono nelle acque principali del fiume Amato e del torrente Bagni, rispettivamente a Sud e ad Est del territorio oggetto del presente intervento progettuale che si trova pertanto inserito tra il prospiciente golfo di Sant’Eufemia, a circa 500 m, circondato dai citati letti fluviali che distano circa 1 Km. Per quel che concerne invece la circolazione idrica sotterranea, anche in relazione al litotipo "alluvionale" affiorante, l'eventuale percorso idrico ed i valori di permeabilità', risultano essere di difficile valutazione, in quanto funzione, soprattutto, della frazione granulometrica predominante in quella determinata porzione di territorio. Nella zona in esame, per la profondità investigata, non e' stata riscontrata nell'immediato sottosuolo la presenza di falde. L’area non è inoltre soggetta alle prescrizioni specifiche previste dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico3 (P.A.I. - D.L.180/98 e successive modificazioni ed integrazioni- approvato dal Consiglio della Regione Calabria con delibera n° 115 del 28/12/2001) in quanto non ricadente nelle zone considerate ad ‚ alto rischio‛ (R3-R4) ), ne tanto meno in aree considerate a rischio medio-basso (R1-R2), sia in ordine al rischio Rischio Idraulico, sia in ordine al Rischio Frane ed Erosione Costiera e pertanto non sono soggette all’art. 16 e succ. delle ‚ Norme tecniche di attuazione e misure di salvaguardia‛.



Analisi della connotazione vegetazionale e faunistica:

Dal punto di vista vegetazionale, l’area in esame si inserisce nel più vasto contesto territoriale della Provincia di Catanzaro, interessato da una superficie boscata di circa 79.700 ettari, pari a circa il 33,4% dell’intero territorio4 Secondo la classificazione del Pavari, che si basano sulla diversificazione delle specie presenti in funzione del livello altimetrico, si distinguono tre fasce fitoclimatiche ciascuna delle quali è caratterizzata da determinati popolamenti 3 4

Vedi tavole allegate fonte dei dati: Corpo Forestale dello Stato 12

forestali. Più precisamente si possono individuare tre fasce altimetriche che si caratterizzano per la presenza di specie vegetali tipiche di quelle quote . 1. Fascia del Lauretum: dal livello del mare fino ad 800 m s.l.m, sulla costa Tirrenica questa fascia si estende fino ai 700 m s.l.m. ed è caratterizzata della tipica macchia mediterranea e dalle foreste del piano basale con predominanza di specie sempre verdi quali l’alloro (Laurus nobilis). Sono associazioni interessanti dal punto di vista floristico cui si accompagnano boschi artificiali di eucalipto e boschi di pini mediterranei. 2. Fascia del Castanetum: che si estende fino a 1.200 m s.l.m.,caratterizzata dalla presenza di consociazioni di querce da sughero (Quercus suber), carpino (Carpinus orientalis), ontano nero (Alnus glutinosa) e castagno (Castanea sativa). Nei versanti più esposti al sole vi sono anche specie resinose sempreverdi come pino domestico (Pinus italica) e gli abeti bianchi (Abies alba). 3. Fascia del Fagetum: dai 1000 m s.l.m. arriva fino alle quote prettamente montane. La fascia si caratterizza per la presenza tipica delle latifoglie quali faggio (Fagus sylvatica) e ontano nero che, malgrado normalmente stia lungo i corsi d’acqua, qui lo si ritrova anche nei boschi misto ad esemplari di acero montano (Acer pseudoplatanus), pioppo tremolo (Populus tremula) e conifere quali pino laricio (Pinus laricio) ed abete bianco (Abies alba). Il faggio, il pino laricio e l’abete bianco si possono trovare, oltre che sole, anche consociate tra di esse o con altre specie tipiche della zona e danno vita ad un suggestivo paesaggio oltre che ad un particolare habitat naturale. La loro presenza è chiaramente determinata dai fattori climatici, edafici e biotici, così che nella Sila Piccola, per esempio, alla quota di 1300/1500 m s.l.m. si può trovare la pineta di pino laricio ed alle quote superiori prevalgono le fustaie di faggio associate al pino, all’ontano ed all’abete bianco. Anche le vette del Monte Mancuso e di Monte Reventino sono ricoperte da fustaie di faggio che si prolungano fino alla fascia costiera che si affaccia tra il corso meridionale del fiume Savuto e la Piana di S. Eufemia. Relativamente alla Fauna selvatica, in generale, sul territorio provinciale di Catanzaro sono presenti numerose specie selvatiche di interesse naturalistico, legate ai diversi tipi di habitat classificabili come habitat costieri, habitat collinari ed habitat montani. Tali ambienti ospitano numerose specie selvatiche di interesse naturalistico tra le quali alcune appartengono alle specie protette di cui all’art. 2 della legge 157/92:  mammiferi: il Lupo (Canis lupus), la Martora (Martes martes), il Gatto selvatico (Felis sylvestris), la Lontra (Lutra lutra) e l'’Istrice (Hystrix cristata);  uccelli: il Picchio nero (Dryocopus martius), il Picchio Verde (Picus virdis), il Picchio rosso maggiore (Picoides major), il Picchio rosso mezzano (Picoides medius) e il Picchio rosso minore (Picoides minor);

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 rapaci notturni Strigiformi: il Barbagianni (Tyto alba), il Gufo Reale (Bubo bubo), la Civetta (Athene noctua), l’Allocco (Strix aluco) e il Gufo Comune (Asio otus);  rapaci diurni Falchiformi: la Poiana (Buteo buteo), il Falco Pecchiaiolo (Pernis apivorus), l’Astore (Accipiter gentilis), lo Sparviero (Accipiter nisus), il Nibbio Reale (Milvus milvus), il Nibbio Bruno (Milvus migrans), il Falco Pescatore (Pandion haliatus), il Falco di palude (Circus aeruinosus), l’Albanella Reale (Circus cyaneus), l’Albanella Minore (Circus pygargus), il Falco Pellegrino (Falco peregrinus), lo Smeriglio (Falco columbarius), il Gheppio (Falco tinnunculus), il Falco Cuculo (Falco vespertinus) e il Lodaiolo (Falco subbuteo). Anche la Faina, (Martes foina) che gode di un normale regime di protezione, è molto diffusa e oltre a queste specie vi sono anche specie stanziali di interesse venatorio, per alcune delle quali sono previsti progetti di miglioramento ambientale e di ripopolamento finalizzati al recupero ed all’aumento della popolazione, in accordo con la legge regionale 17 maggio 1996, n. 9. Queste sono:  lepre comune (Lepus europaeus), cinghiale (Sus scrofa), capriolo (Capreolus capreolus), fagiano (Phasanus colchicus), starna (Perdix perdix), coturnice (Alectoris graeca);  volpe (Vulpes vulpes), specie più comune e più numerosa sul territorio della Provincia per la quale il piano faunistico-venatorio provinciale sta predisponendo appositi piani di abbattimento. Sono periodicamente presenti sul territorio provinciale alcune specie migratorie quali la Quaglia (Coturnix coturnix), la Tortora (Streptopelia turtur turtur), il Tordo bottaccio (Turdus philomelos), il Tordo sassello (Turdus iliacus), il Merlo (Turdus merula), la Cesena (Turdus pilaris), la Beccaccia (Scolopax rusticola) e il Beccaccino (Gallinago gallinago). Il Colombaccio (Columba palumbus), benchè specie migratoria, è presente tutto l’anno sul territorio della Provincia di Catanzaro, tanto da poterlo ritenere stanziale. Tra le principali specie di uccelli acquatici, di interesse sia naturalistico che venatorio, presenti presso le zone umide del territorio provinciale (alcune di queste individuate come Siti di Interesse Comunitario - SIC) quali i laghetti La Vota, la foce del fiume Amato, la Palude dell’Imbutillo e la foce del fiume Crocchio, vi sono:  anatre di superficie: germano reale (Anas platyrhynchos), alzavola (Anas cracca), codone (Anas acuta), fischione (Anas penelope), mestolone (Anas clypeata), marzaiola (Anas querquedula), occasionalmente vi è anche la canapiglia (Anas strepera);  anatre tuffatrici: moriglione (Aythya ferina), moretta (Aythya fuligula);  rallidi: folaga (Fulica atra), gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), porciglione (Rallus acquaticus);  piccoli trampolieri: pavoncella (Vanellus vanellus), combattente (Philomachus pugnax).

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Analisi dei sistemi insediativi storici, paesaggi agrari, tessiture territoriali storiche nell’area della Piana Lametina

L’area oggetto della presente relazione si inserisce nella Piana Lametina (Piana S. Eufemia), un’area che dopo la bonifica ad opera della cassa per il Mezzogiorno ha raggiunto un progressivo processo di miglioramento economicosociale. La sua pianura è di forte carattere alluvionale e si estende per 24 Km circa, fra Capo Suvero e la foce del fiume Angitola internandosi nelle valli del fiume Amato e del torrente S. Ippolito. La ‚Società Anonime Bonifiche Calabresi‛ fu l'ente deputato ai lavori di bonifica nel comprensorio di S.Eufemia, una delle zone calabresi più bisognevole di bonifiche in senso idraulico, agrario ed igienico. La piana di S. Eufemia era infatti una zona in cui la malaria si Foto 1 - La piana di S. Eufemia prima della bonifica. (G. Medici & P. Principi ) diffondeva da un capo all'altro delle sponde e le sue paludi, costituite da detriti che rimanevano durante le "secche" estive dopo grossi alluvioni invernali, erano la cosiddetta Maricello ed alcuni piccoli stagni detti Vota (quella vecchia e quella nuova) che comunicavano col mare permettendo, a volte, alla salsedine di evitare la crescita dell'anofele. La bonifica integrale operata nella piana di S. Eufemia comprese opere finalizzate al riequilibrio dei profili idrodinamici dei torrenti, mediante la realizzazione di briglie ed argini nonché il calettamento del deflusso delle paludi. Nelle aree montane fu realizzato il rimboschimento e nelle valli la lotta antianofelica. Dal 1928 al 1939 furono eseguite alcune opere di bonifica riguardanti la sezione tra la foce dell'Angitola ed il Rio La Grazia; tra il Rio La Grazia ed il fiume Amato; tra il fiume Amato e Capo Suvero. All'interno di queste zone tutti i torrenti o i fiumi, le cui acque non avevano alcun tipo di arginatura, furono nel tempo regimati. La bonifica integrale avvenne intorno agli anni '50 con il completamento di tutte le opere idrauliche, agrarie ed igieniche propedeutiche alla vera e propria opera di bonifica.

Foto 2 - La piana di S. Eufemia bonificata. Ponte sul Bagni della provinciale per S. Eufemia Lamezia . (G. Medici & P. Principi )

Negli anni ’60, dopo il risanamento dell’ambiente dalla malaria e con il miglioramento delle linee di comunicazione e dei trasporti, La Piana Lametina diventa il più importante nodo infrastrutturale della regione: viene infatti potenziata la linea ferroviaria Salerno Reggio Calabria, completata l’autostrada del Sole e aperta la S.S. 280, conosciuta come Strada Provinciale dei due Mari, che realizza il collegamento tra la fascia costiera Jonica a quella Tirrenica. Tutto ciò ha di fatto consentito l’apertura di nuovi scenari di sviluppo nei vari comparti economici ed in particolare in quello 15

agricolo, completandosi, alla fine degli anni ’60, con l’istituzione del comune unificato di Lamezia Terme (la legge n. 6 del 4 gennaio 1968 dettava la fusione di tre territori comunali: Nicastro, Sambiase e S. Eufemia Lamezia) e la scelta dell’ubicazione dell’aeroporto intercontinentale. ‚L’interesse prevalente in quel periodo era quello di creare una città comprensorio, una città regione, una città dei servizi che potesse recepire in maniera funzionale una qualsiasi ipotesi di industrializzazione‛ (cfr. Fantozzi) e la creazione del nucleo di industrializzazione, l’istituzione di un consorzio industriale nella Piana Lametina, rispondeva a questo obiettivo di disegno della ‚città regione‛ con la finalità di creare un’area ‚forte‛ di organizzazione territoriale nella fascia centrale della Calabria. Nei primi anni ’70, infatti, il richiamo di investimenti, nel campo delle attività direttamente produttive (Pacchetto Colombo) accresce il peso di Lamezia Terme nel contesto calabrese. Dal punto di vista economico, lo scalo aeroportuale e il porto sarebbero stati al centro del nucleo industriale, dei più importanti insediamenti turistici, delle aree agricole fortemente modernizzate. La fisionomia storica prettamente agricola dell’economia del comprensorio lametino ha lasciato poco spazio per un adeguato e armonico sviluppo del settore industriale. Il comune di Lamezia e tutta la Piana è, oggi, un’area tra le più ricettive della Calabria programmata e strutturata per favorire il sorgere di iniziative industriali, commerciali e di servizi avanzati e fornita delle principali infrastrutture stradali, ferroviarie e aeroportuali che rappresentano già una buona armatura urbana. Il territorio è inoltre ricco di centri storici derivanti dai tre nuclei urbani che hanno dato origine all’attuale comune di Lamezia: primo fra tutti Nicastro con il borgo antico di S. Teodoro e i resti del castello normanno, i palazzi del ’700 e ’800, vi è poi il centro storico di Sambiase là dove si possono apprezzare chiese e dimore signorili di pregio e per finire ci è l’agglomerato urbano di Sant’Eufemia Vetere che ospita i resti dell’abitato della città antica di Terina e i ruderi dell’Abbazia benedettina. Da questo scenario emerge un territorio con forti potenzialità di sviluppo socioeconomico caratterizzato, Foto 3 - La piana di S. Eufemia bonificata, Visione panoramica del nuovo però, da realtà urbane poco integrate e strutturate a villaggio di S. Eufemia Lamezia. (G. Medici & P. Principi ) sistema. Questa complessa organizzazione urbana necessita pertanto di un riassetto e di una integrazione e raccordo funzionale dell’intera Piana di Lamezia con l’area urbana di Catanzaro, presupposto imprescindibile per il vero decollo di questa vasta area produttiva, al centro della Provincia e della Regione.

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Le considerazioni storiche fin qui riportate offrono la chiave di lettura per l’analisi dell’attuale connotazione paesaggistica dell’area che si origina principalmente dalle operazioni di bonifica, che hanno inciso fortemente sull’assetto del territorio determinandone l’attuale paesaggio, passando poi per l’infrastrutturazione dell’area, attraverso la realizzazione dell’aeroporto, dell’autostrada e delle Strade Statali di collegamento veloce, nonché per lo sviluppo delle attività produttive legate sia all’agricoltura, attività prevalente in tutta l’area della Piana, che alla localizzazione della vasta area industriale, la più grande della regione e del Sud in genere.



Analisi in ordine alla componente insediativo-produttiva

Come già anticipato nelle precedenti sezioni, il territorio della Piana, per la sua posizione strategica, è attraversato da importantissime vie di comunicazione e dotato di importanti infrastrutture:     

l’autostrada A3 ‚Salerno - Reggio Calabria‛, la principale arteria di collegamento nord - sud; la direttrice costiera SS 18; la cosiddetta trasversale dei Due Mari (SS 280) che collega l’area al capoluogo di provincia; la linea ferroviaria Reggio Calabria - Villa S. Giovanni - Lamezia Terme - Salerno; l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, con voli giornalieri per le maggiori città italiane.

Inoltre una buona rete di strade statali collega tutti i comuni del territorio. Questi in larga misura gravitano direttamente e in forma quasi esclusiva sulla città di Lamezia Terme, il cui territorio comunale è di 16.024 ha, dei quali 1.070 sono occupati dagli agglomerati urbani. L’impianto fotovoltaico proposto, per la sua localizzazione, è servito da rete viaria a scorrimento urbano e risulta facilmente accessibile anche da parte di automezzi pesanti. Grandi porzioni del territorio della Piana Lametina sono occupate da servizi e da zone produttive di carattere sovracomunale, rappresentati dall’aeroporto di Lamezia che occupa 220 ha (adiacente all’area interessata dal presente intervento progettuale) e dall’Area Industriale, che occupa 661 ha nell’attuale assetto programmatico. Da un punto di vista demografico la popolazione del Comune di Lamezia al 1994 supera i settantamila abitanti (71.098) raggiunti con una costante crescita che dai circa cinquantamila abitanti del 1951 ha portato ai circa cinquantaseimila abitanti del 1971, ai circa sessantatremila del 1981. Il saldo di crescita si è affievolito negli ultimi anni, ma è sempre attivo, oscillando attorno ad una media di trecento nuovi abitanti per anno, dovuti soprattutto al saldo naturale sostenuto tuttavia, anche dal saldo migratorio che, pur variando di anno in anno, complessivamente, in ogni decennio censuario, è risultato attivo. L’area direttamente interessata dall’impianto fotovoltaico si presenta completamente libera da ogni tipo di vegetazione e non si registrano presenze significative di beni storici, artistici, archeologici e paleontologici. 17

La geografia agraria del territorio in esame ha subito nel corso di questi ultimi decenni delle profonde trasformazioni in stretta connessione con le attività di bonifica, la domanda di mercato, e gli indirizzi di politica agraria. La fascia litoranea ha visto una continua affermazione delle colture irrigue e recentemente del frutteto specializzato e delle primizie coltivate in serra. In generale si possono rilevare due fenomeni salienti: la progressiva diminuzione delle aree coltivabili e l’accelerato processo di suddivisione della proprietà fondiaria; la proprietà viene considerata come un bene di rifugio, privo di significati economici. Certamente tale visione ha posto grossi limiti al processo di ammodernamento delle strutture aziendali ed alla formazione di una realtà imprenditoriale vivace. La maglia poderale di una certa consistenza in termini di superficie si localizza nella piana di S. Eufemia che è stata interessata da un processo di evoluzione strutturale fatto di notevoli investimenti fondiari. Dunque l’agricoltura del territorio della piana se da una parte soffre di una estrema o comunque negativa frantumazione delle proprietà che porta molta parte delle attività agricole ad essere condotta in forma familiare senza reale rilevanza dal punto di vista del mercato e dello sviluppo del settore, dall’altra ben noto è il pregio delle numerose colture specializzate in serra, ad alto reddito, con notevole incidenza di mano d’opera e netta propensione per un mercato di amplissima dimensione. Nell’area è inoltre presente una realtà vivaistica di valenza internazionale, rappresentata da una decina di aziende per una superficie complessiva di circa 200 Ha specializzate nella produzione allevamento e vendita di piante, agrumi, olivo fruttiferi e ornamentali. Per quel che riguarda l’allevamento due sono le tipologie principali di allevamento: una, specializzata, diffusa in poche aziende che allevano un alto numero di capi (bovini, ovini) e l’altra, non specializzata, tipica della maggioranza delle aziende, ad ordinamento misto. Le aziende del primo tipo sono per lo più localizzate nella piana lametina. Numerosi sono i caseifici operanti ad un buon livello tecnologico, che lavorano prevalentemente il latte bovino e ovicaprino prodotto nell’area. L’allevamento suino è scarsamente rappresentato, prevalendo una produzione che mira all’integrazione del reddito o all’autoconsumo di carne fresca ed insaccati. Gli allevamenti avicoli soprattutto in quest’ultimo decennio hanno avuto una diffusione in relazione all’aumento della domanda di carne bianca, mentre per il settore apistico si registra una contrazione dell’esistente. Nel territorio non urbanizzato possono distinguersi due aree con spiccate caratteristiche morfologiche: la collina, che consideriamo tale dalle curva altimetrica di m. 250 e che si estende su ha 3120 sino alla quota di m. 1.300, e la pianura, che occupa la restante parte di territorio e che termina con un litorale che si sviluppa per circa Km. 8,700. L’area litoranea vera e propria, includendo in essa la spiaggia, gli estuari torrentizi, il bosco frangivento retrostante e la corrispondente fascia litoranea inclusa nella zona industriale misura circa ha 300. 18

Figura 2 - stralcio Carta Uso del Suolo (Fonte ARSSA)



Caratteri e valori paesaggistici riconosciuti dal vincolo

Si riporta di seguito la scheda estratta dal Sistema Informativo del Ministero per i Beni Culturali e le Attività Culturali, Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici, contenente in particolare gli estremi dell’atto istitutivo del vincolo e le informazioni relative alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, nonché la motivazione dell’istituzione del vincolo stesso.

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180006

Oggetto del Vincolo Pubblicato su N° Pubblicazione Data pubblicazione Data decreto Data notifica Data trascrizione Legge istitutiva Stato del Vincolo Uso dell'area vincolata Testo del Decreto

AREA COSTIERA TIRRENICA SITA NEL COMUNE DI LAMEZIA TERME (EX SANTA EUFEMIA LAMEZIA) COMPRENDENTE LA LOCALITA FIORE GAZZETTA UFFICIALE 185 25/07/1967 07/07/1967

L.1497/39 A1 P3-4 VINCOLO OPERANTE MODIFICABILITA' PREVIA AUTORIZZAZIONE DECRETO MINISTERIALE 7 LUGLIO 1967. DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DELLA ZONA COSTIERA TIRRENICA NEL COMUNE DI S. EUFEMIA LAMEZIA. IL MINISTRO PER LA PUBBLICA ISTRUZIONE DI CONCERTO CON IL MINISTRO PER LA MARINA MERCANTILE VISTA LA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497, SULLA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI; VISTO IL REGOLAMENTO APPROVATO CON REGIO DECRETO 3 GIUGNO 1940, N. 1357, PER L'APPLICAZIONE DELLA LEGGE PREDETTA; ESAMINATI GLI ATTI; CONSIDERATO CHE LA COMMISSIONE PROVINCIALE DI CATANZARO PER LA PROTEZIONE DELLE BELLEZZE NATURALI, NELLA ADUNANZA DEL 5 FEBBRAIO 1966, HA INCLUSO NELL'ELENCO DELLE COSE DA SOTTOPORRE ALLA TUTELA PAESISTICA COMPILATO AI SENSI DELL'ART. 2 DELLA LEGGE SOPRACITATA, LA COSTA TIRRENICA COMPRESA NEL COMUNE DI S. EUFEMIA LAMEZIA (CATANZARO); CONSIDERATO CHE IL VERBALE DELLA SUDDETTA COMMISSIONE E' STATO PUBBLICATO, MEI MODI PRESCRITTI DALL'ART. 2 DELLA PRECITATA LEGGE ALL'ALBO DEL COMUNE DI S. EUFEMIA LAMEZIA (CATANZARO); VISTO CHE NESSUNA OPPOSIZIONE E' STATA PRESENTATA, A TERMINI DI LEGGE, AVVERSO LA PREDETTA PROPOSTA DI VINCOLO; CONSIDERATO CHE IL VINCOLO COMPORTA, IN PARTICOLARE, L'OBBLIGO DA PARTE DEL PROPRIETARIO, POSSESSORE O DETENTORE A QUALSIASI TITOLO, DELL'IMMOBILE RICADENTE NELLA LOCALITA' VINCOLATA, DI PRESENTARE ALLA COMPETENTE SOPRINTENDENZA, PER LA PREVENTIVA APPROVAZIONE, QUALUNQUE PROGETTO DI OPERE CHE POSSANO MODIFICARE L'ASPETTO ESTERIORE DELLA LOCALITA' STESSA; RICONOSCIUTO CHE LA ZONA PREDETTA HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO PERCHE' AFFACCIANTESI SUL MARE PER TUTTA L'ESTENSIONE DEL SUO AMPIO GOLFO, COSTITUISCE ANCORA OGGI, CON IL PROPRIO AMBIENTE PERFETTAMENTE CONSERVATO, UN QUADRO NATURALE DI RARA BELLEZZA, PRESENTANDO INOLTRE VALORI ESTETICI, CONNESSI CON GLI ASPETTI ECONOLOGICI, QUANTO MAI DEGNI DI RILIEVO; DECRETA: LA COSTA TIRRENICA SITA NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI S. EUFEMIA LAMEZIA (CATANZARO) HA NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO AI SENSI DELLA LEGGE 29 GIUGNO 1939, N. 1497, ED E' QUINDI SOTTOPOSTA A TUTTE LE DISPOSIZIONI CONTENUTE NELLA LEGGE STESSA. TALE ZONA E' COMPRESA NEI SEGUENTI LIMITI: IL BATTENTE DEL MARE TIRRENO A PONENTE; LA RIVA SINISTRA DEL TORRENTE SPILINGA, DALLA FOCE LUNGO TUTTO IL SUO PERCORSO, FINO ALL'INCROCIO CON LA STRADA COMUNALE _PISCIRO_ E PARTENDO DA QUESTA LUNGO IL CONFINE COMUNALE PASSANDO PER L'INCROCIO CON LA STRADA PROVINCIALE S. EUFEMIA MARINA-BIVIO CIMITERO DI SAMBIASE, SEGUENDO, QUINDI, IL CONFINE LUNGO LA STRADA COMUNALE FINO AL TORRENTE CANTAGALLI A NORD, DAL TORRENTE CANTAGALLI FINO AL PONTE DELLA FERROVIA E DA QUESTO SEGUENDO TUTTO IL TRACCIATO FERROVIARIO FINO AL TORRENTE TURRINA A LEVANTE; DAL PONTE FERROVIARIO AL MARE E A SUD LUNGO IL CONFINE DI COMUNE COMPRESO LA LOCALITA' FIORE. IL PRESENTE DECRETO SARA' PUBBLICATO, AI SENSI E PER GLI EFFETTI DELL'ART. 12 DEL REGOLAMENTO 3 GIUGNO 1940, N. 1357, NELLA GAZZETTA UFFICIALE INSIEME CON IL VERBALE DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE PER LA TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI DI CATANZARO. LA SOPRINTENDENZA AI MONUMENTI E GALLERIE DI COSENZA CURERA' CHE IL COMUNE DI S. EUFEMIA LAMEZIA PROVVEDA ALL'AFFISSIONE DELLA GAZZETTA UFFICIALE CONTENENTE IL PRESENTE DECRETO ALL'ALBO COMUNALE ENTRO UN MESE DALLA DATA DELLA SUA PUBBLICAZIONE, E CHE IL COMUNE STESSO TENGA A DISPOSIZIONE DEGLI INTERESSATI, ALTRA COPIA DELLA GAZZETTA UFFICIALE, CON LA PLANIMETRIA DELLA ZONA VINCOLATA, GIUSTA L'ART. 4 DELLA LEGGE PRECITATA. LA SOPRINTENDENZA COMUNICHERA' AL MINISTERO LA DATA DELLA EFFETTIVA AFFISSIONE DELLA GAZZETTA UFFICIALE STESSA. ROMA, ADDI' 7 LUGLIO 1967.

Tabella 1 - Fonte Ministero Beni Culturali e le Attività Culturali – Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici

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Figura 3 - Fonte Ministero Beni Culturali e le Attività Culturali – Direzione Generale per i Beni Architettonici e Paesaggistici

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Indicazione e analisi dei livelli di pianificazione e programmazione nonché di tutela operanti nel contesto paesaggistico e nell'area di intervento considerata, rilevabili dagli strumenti di pianificazione paesaggistica, urbanistica e territoriale e da ogni fonte normativa, regolamentare e provvedimentale;

La progettazione dell’impianto, in linea con i principi sanciti nella convenzione europea sul paesaggio, si fonda su presupposti che rendono possibile la coniugazione dello sviluppo sostenibile con i bisogni sociali, le attività economiche e l'ambiente, desiderando pertanto soddisfare gli auspici delle popolazioni di godere di un paesaggio di qualità in quanto elemento chiave del benessere individuale e sociale. Non si può infatti prescindere dalla consapevolezza che il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana. Il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all'attività economica, che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro. Gli indirizzi e le norme d’uso del territorio sancite negli strumenti di pianificazione a varia scala devono, in tal senso, essere la guida per una ‚trasformazione sostenibile del territorio‛. Le scelte pianificatorie, opportunamente validate, si pongono a monte delle trasformazioni territoriali e tracciano i binari sui quali indirizzare le successive azioni progettuali. La rispondenza dei progetti alle regole ed agli indirizzi dettati dagli strumenti di pianificazione sovraordinati sono quindi il presupposto di base per uno sviluppo armonico del territorio. Per ciò che attiene la coerenza del progetto proposto con gli strumenti di pianificazione territoriale si evidenzia che solo il Piano Regolatore Generale è attualmente vigente mentre per gli altri strumenti sovraordinati di area vasta risulta quanto segue: il Quadro Terrioriale di Coordinamento Regionale è in corso di redazione da parte della Regione Calabria così come per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, da parte dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro. Rispetto alla pianificazione di settore invece, si evidenzia che la Regione Calabria ha approvato ed è pertanto vigente Il Piano Energetico Ambientale Regionale, di cui alla Deliberazione del Consiglio Regionale della Calabria n. 315 del 14 febbraio 2005, così come l’Amministrazione Provinciale di Catanzaro ha approvato il Piano Energetico Ambientale Provinciale, redatto in conformità del citato Piano Regionale. Di seguito si evidenzia sinteticamente la coerenza del presente intervento progettuale rispetto agli obiettivi individuati dai citati piani di settore.

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Il Piano Energetico Ambientale Regionale5 , approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale della Calabria n. 315 del 14 febbraio 2005. è stato predisposto in un contesto nazionale ed internazionale che, negli ultimi anni, è stato caratterizzato da un forte dinamismo per quanto riguarda i temi energetico-ambientali anche in considerazione che a livello internazionale il tema energetico viene sempre più identificato con il problema dei cambiamenti climatici ed i tentativi di limitarne la loro portata. Il protocollo di Kyoto è a tale proposito un documento di impegno per i paesi aderenti finalizzato a rendere concreto il il concetto di sostenibilità anche per nelle politiche energetiche con un conseguenziale impegno nella promozione e diffusione delle fonti energetiche rinnovabili. Il Piano individua azioni e strumenti idonei allo scopo di valorizzare le risorse energetiche presenti sul territorio regionale e di razionalizzare i consumi coinvolgendo, nello stesso tempo, sia soggetti pubblici che privati e fornisce elementi decisionali a supporto dell'assunzione delle determinazioni di competenza della Regione Calabria in merito a autorizzazioni, pareri e approvazioni previste dalla vigente normativa in materia di procedimenti per la localizzazione di nuovi insediamenti energetici. Nel nuovo contesto di mercato ‚liberalizzato‛, infatti, esistono le condizioni affinché gli operatori energetici investano in operazioni di recupero delle fonti rinnovabili piuttosto che di controllo della domanda, lasciando alla Regione il compito di diventare soggetto di pianificazione, decisione, promozione ed incentivazione e di mettere a punto tutti gli strumenti di semplificazione amministrativa atti a facilitare lo sviluppo degli interventi. Il Piano si pone l’obiettivo di definire le condizioni idonee allo sviluppo di un sistema energetico che dia priorità alle fonti rinnovabili ed al risparmio energetico come mezzi per una maggior tutela ambientale, al fine di ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera senza alterare significativamente il patrimonio naturale della Regione. Concettualmente si basa sullo studio delle caratteristiche del sistema energetico attuale, sulla definizione degli obiettivi di sostenibilità al 2010 e delle corrispondenti azioni per il loro raggiungimento e sull’analisi degli strumenti da utilizzare per la realizzazione delle azioni stesse. Dall’analisi del sistema energetico regionale relativo al periodo 1990 – 1999 e dagli scenari previsti al 2010, riportati nella documentazione del Piano6, si evidenzia in particolare che:  le indicazioni che emergono dall’analisi effettuata in relazione al potenziale endogeno delle fonti rinnovabili ed assimilate mostrano, infatti, una situazione decisamente favorevole per il loro sfruttamento, in quanto il potenziale individuato rappresenta, conservativamente, il 18% circa del consumo interno lordo della Regione ed oltre il 26% della sua produzione di energia primaria complessiva al 1999. In particolare la produzione di energia elettrica da fonte idrica, eolica e da rifiuti urbani, potrebbe consentire in linea teorica, al 2010, la copertura con fonti rinnovabili di una quota pari almeno al 15% della produzione lorda di energia termoelettrica della Regione nel 2000. La valorizzazione di questo potenziale rientra tra gli obiettivi del Piano ed è, anzi, già richiesta dalla deliberazione della Giunta Regionale del 06 agosto 2002 tra i requisiti per la valutazione di nuove proposte di insediamento di centrali tradizionali. 5 6

Fonte: Piano Energetico Ambientale Regionale – Regione Calabria Fonte: Rapporto di sintesi del Piano Energetico Ambientale Regionale - Regione Calabria 24

 In relazione alla produzione di energia con tecnologia fotovoltaica, in particolare, il piano evidenzia come: … l‘Italia e, in particolare, la Regione Calabria, offre condizioni meteoclimatiche molto buone per l‘uso dell‘energia solare. Se riportiamo al livello della Regione Calabria le ipotesi di diffusione espresse nel Libro Bianco possiamo ottenere uno sviluppo al 2010 delle installazioni fotovoltaiche corrispondenti ad una potenza di circa 1,5 MW. L’energia prodotta da tali installazioni sarebbe di circa 2.200-2.300 MWh/anno. Tale potenziale può essere ripartito prima di tutto per l'installazione di tetti fotovoltaici e, in misura assai più ridotta, per la alimentazione di utenze isolate o in aree ad elevatissimo pregio ambientale, per le quali può già esistere una convenienza economica del fotovoltaico, in quanto i costi di allacciamento alla rete elettrica uguagliano o sono superiori ai costi dell’impianto fotovoltaico stesso. Si possono infine considerare interventi più consistenti a livello di edifici commerciali, pubblici, sportivi, ecc.. In questo caso una opportuna integrazione nelle facciate può determinare una riduzione di costi. Per il biennio 2001-2002 la Regione Calabria, in attuazione della misura 1.11- Azione 1.11.a del POR 2000-2006 relativa alla produzione di energia da fonti rinnovabili e risparmio energetico, ha già cofinanziato - con le risorse di competenza derivanti dalla legge 488 del 23.12.1988 - l'installazione di 300 kWp,di pannelli fotovoltaici prevedendo un contributo del 75% ai costi d'impianto, delegando le Amministrazioni Provinciali all'emissione del relativo bando ed alla gestione amministrativa degli incentivi. Nell'ipotesi di realizzazione dell'obiettivo di 1,5 MW, al 2010 il risparmio energetico ammonterebbe a 2.250 MWh/a, con i seguenti effetti in termini di risparmio di energia primaria e di riduzione delle emissioni. Effetti conseguenti alla realizzazione degli impianti Combustibili fossili risparmiati (tep/a)

520

Emissioni di CO2 evitate (t/a)

1260

Alla luce di quanto argomentato, pertanto, risulta evidente la coerenza del presente progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico finalizzato alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto alle linee di indirizzo in materia energetica emanate della Regione Calabria, contenute all’interno del vigente Piano Energetico Ambientale Regionale.

Il Piano Energetico Ambientale Provinciale7 : Le linee Guida del Piano Provinciale evidenziano che non vi sono dei limiti tecnici alla quantità di superficie di collettori solari (termici o fotovoltaici) che è possibile installare. Le limitazioni derivano, piuttosto, dalla convenienza economica. Le stime riportate nel Quadro Conoscitivo indicano che 7

Fonte: Piano Energetico Ambientale Provinciale – Amministrazione Provinciale di Catanzaro 25

per il solare termico si può ipotizzare uno sviluppo, al 2010, compreso tra 7000 e 20000 mq, in dipendenza degli incentivi che verranno sviluppati. Il risparmio energetico prodotto è compreso tra i 5.500 MWh/a ed i 15.150 MWh/a. Per quanto riguarda il solare fotovoltaico si può prevedere uno sviluppo delle installazioni, al 2010, corrispondente ad una potenza di circa 2 MW. L’energia prodotta da tali installazioni sarebbe pari a poco più di 3.400 MWh. Lo sfruttamento della tecnologia solare deve essere favorito approfittando del fatto che, al momento, il mercato italiano mostra vendite in crescita e le prospettive future sono positive. Si ritiene che il mercato italiano seguirà l’andamento di altri paesi, ma più velocemente, perché potrà beneficiare dell’affidabilità degli attuali prodotti e dall’esperienza di altri mercati. D’altra parte, per la creazione di un mercato sostenibile per gli impianti solari sono necessarie le seguenti condizioni:  interesse pubblico verso il solare;  disponibilità di prodotti affidabili ed economici;  disponibilità di installatori, pianificatori, ingegneri ed architetti qualificati;  nessuna procedura o solo procedure non burocratiche per i permessi di costruzione;  incentivi non burocratici per gli investitori pubblici e privati. Il fatto che nella maggior parte d’Italia, nonostante la disponibilità di prodotti affidabili ed economici e la concreta disponibilità di fonte primaria, nessuno degli altri fattori di cui sopra sia soddisfatto, può essere considerato come la maggior causa del debole mercato attuale. In generale, di fondamentale importanza in questo contesto risulteranno i seguenti fattori: - volontà reale delle autorità pubbliche a sviluppare il settore attraverso specifici programmi d’incentivazione; - capacità di organizzare e gestire efficacemente i programmi di sviluppo. E’ necessario semplificare al massimo le operazioni che gli utenti devono eseguire per poter realizzare gli impianti. Inoltre è indispensabile prevedere una massiccia campagna informativa, prima di tutto per far sì che le agevolazioni siano compiutamente sfruttate e, in secondo luogo (ma per questo non meno importante), affinché sia sempre più diffusa la conoscenza delle tecnologie solari; - ampia disponibilità di collaborazione da parte delle società elettriche e del gas locali e nazionali, affinché forniscano un valido supporto agli utenti interessati ad installare un sistema fotovoltaico. In tal senso vale la pena ricordare le indicazioni contenute nei due decreti ministeriali del 24 Aprile 2001; - sostegno dei Comuni e degli Enti locali, che garantiscano tempi brevi nel rilascio di eventuali permessi di costruzione. I vincoli paesaggistici e architettonici creano spesso problemi all’installazione di sistemi solari. L’attenzione all’ambiente e al paesaggio deve necessariamente essere accompagnata da maggiore buon senso. 26

Il Piano evidenzia che per ciò che riguarda il potenziale disponibile l‘Italia offre condizioni meteorologiche molto buone per l‘uso dell‘energia solare. Da nord a sud l‘insolazione differisce di circa il 40% e sta tra 1200 e 1750 kWh/mq all‘anno. La Provincia di Catanzaro, in particolare, dispone di un irraggiamento solare intorno a 1694 kWh/(m² a) misurato su superficie orizzontale. Nel grafico sotto riportato si rappresenta la disponibilità della radiazione solare globale nella Provincia durante i mesi e le temperature medie mensile dell’ambiente.

Tabella 2 - Fonte: Piano Energetico Ambientale Provinciale - Provincia CZ

La domanda di riscaldamento ambienti nella Provincia può essere derivata dagli standard ufficiali per le installazioni di riscaldamento ambienti, dove si riportano i gradi giorno per i vari comuni. Il 56% circa dei comuni della Provincia di Catanzaro appartiene alla zona D (1400