TEMPO DI GRAZIA: SEI NUOVI DIACONI. - Diocesi di Roma

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Auguriamo una buona lettura e riflessione a tutti. Il Comitato di Redazione. TEMPO DI GRAZIA: SEI NUOVI DIACONI. Nina ed io siamo grati, di tutto cuore, al .
DIACONI Foglio Notizie della Comunità del Diaconato della Diocesi di Roma

FORMAZIONE - INFORMAZIONE - CORRESPONSABILITÀ Dicembre 2002

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TEMPO

numero 28

DI GRAZIA: SEI NUOVI DIACONI.

Lo scorso 23 Novembre abbiamo vissuto di nuovo il dono, la gioia e l'emozione di godere assieme nell'Arcibasilica di san Giovanni in Laterano il tempo di grazia dell'ordinazione dei nostri confratelli Armando, Cataldo, Claudio, Paolo, Roberto e Salvatore. Questo numero del nostro "Foglio" sarà ampiamente dedicato a questo gioioso

evento, ed al suo riflesso nella vita dei nostri confratelli ordinati rispettivamente 10 e 15 anni fa. All’interno troveremo anche un interessante articolo sul diaconato al femminile e sul pellegrinaggio “Sulle orme di san Paolo”. Auguriamo una buona lettura e riflessione a tutti. Il Comitato di Redazione

CHI SONO I NUOVI DIACONI?

N

ina ed io siamo grati, di tutto cuore, al nostro Dio per il dono enorme di questa Ordinazione Diaconale, coscienti di e sse r e st a t i sempre guidati da Lui attraverso una storia fatta di momenti di gioia, ma anche di sofferenze, malattie, i n t e r v e n t i c hirurgici e segnata da lla esperienza del quasi fallimento e della ricostruzione del nostro matrimonio. Il Signore è stato generoso con noi curandoci v e r a m e n t e con amore di P ad r e , riportandoci in pienezza nella Chiesa, dopo un periodo di affievolimento della n o st r a f e d e , attraverso l' esperienz a maturata in un cammino di fede e aprendo i nostri cuori al servizio, così come ci era s ta t o i n se gnato da giovani, n e lla Parrocchia dove ci siamo conosciuti. Un grazie particolare va alla nostra Madre celeste alla quale, vicino alla morte, venni affidato da mia madre, nel Santuario del Divino Amore, quando avevo sette mesi, che ci ha sempre protetti e alla quale ci siamo riaffidati in Seminario per vivere questo nuovo mistero di amore che si compie nella nostra vita. Armando e Nina Seghetti

avo nell'innocenza le mie mani e giro “L attorno al tuo altare, Signore, per far risuonare voci di lode e per narrare le tue

meraviglie” (Sal. 25,6-7) E' quello che è risuonato nella mia mente e nel mio cuore dall'inizio del cammino di cinque anni fa. Il Signore è stato veramente fedele al suo patto, cioè di pensarmi diacono da sempre, accompagnandomi a scrivere la mia storia con Lui perché senza di Lui non sarebbe stato possibile. Con me ha cominciato anche la mia famiglia, mia moglie Angela e mio figlio Antonio con i quali ancora oggi ci chiediamo come è potuto succedere. Come famiglia ci sentiamo di ringraziare prima di tutto il Signore per il dono di grazia che ha fatto entrare nella nostra casa. La chiesa, come madre si è presa cura di noi attraverso i suoi ministri e formatori accompagnandoci nel cammino alla sequela di Cristo mediante l'ascolto della parola e la vita sacramentale, e solo oggi possiamo comprendere che l'itinerario percorso costituiva una preparazione perché la nostra famiglia potesse accogliere con me la chiamata al diaconato che il Signore aveva progettato per noi. Cataldo e Angela Vittori segue a pag. 2

aria Elena ed io ci siamo conosciuti M in parrocchia dove abbiamo iniziato un cammino insieme, un cammino di fede

uesti anni di formazione sono stati anni Q di "deserto", che hanno messo a nudo tutti i nostri limiti e le nostre fragilità, dove

enedico il Signore per il cammino di B formazione che tanto ha dato a me ed a Simonetta, e lo benedico ancora di più per

enedico il Signore che ha voluto fare B con me una storia di salvezza, nella quale ha posto dei segni dei lumi,

nel quale abbiamo ascoltato la chiamata del Signore al matrimonio prima ed alla diaconia poi. Cinque anni fa, nel battistero della basilica di S. Giovanni in Laterano, ci siamo presentati alla comunità del d i a c o n a t o p e r iniziare il cammino di formazione. In questi anni molto intensi e faticosi, non senza crisi e dubbi, il Signore ci ha sempre confermato con fatti concreti, aiutandoci a crescere nella comunione tra noi, con figli, n e l l a p r e g h iera in fam iglia e ci ha a c c o m p a g n ato con il suo amor e e sostenuto con la sua provvidenza. Quante difficoltà lungo il cammino, prima fra tutte n o i st e ssi r esistenti alla chiama ta , maldisposti a farsi stravolgere la vita, ma da tutte il Signore ci ha liberato. Tutto questo ci sarebbe bastato, ma non al Signore che, così come siamo con i nostri l i m i t i e l e nostre povertà, ha voluto re n d e r c i d e gni di partecipare al suo servizio come famiglia diaconale. Claudio e Maria Elena Palmieri

tutto è stato messo in discussione e dove le nostre antiche certezze sono state annullate per essere sostituite da un'unica certezza: tutto è nelle mani di Dio e senza di Lui non possiamo nulla! Tutto è stato operato per il nostro bene, per renderci più responsabili della nostra vocazione; perché, come il Signore ha lavato i nostri piedi, anche noi possiamo lavare i piedi ai nostri fratelli. Aver compreso di essere solo un "nulla", ma che questo "nulla" è stato voluto e amato da Dio dall'eternità e che solo in Lui può tutto, anche oltre l'umana ragione, è il più grande dono che, fino ad oggi, il cammino del diaconato ci ha fatto scoprire. Attraverso la tappa importante dell'ordinazione, giorno che rimarrà indelebile nei nostri cuori, il Signore ha trasformato questo "nulla" in "se stesso servo"; ne deriva una semplice ma tremenda esigenza di vita cristiana: fare solo ed esclusivamente la volontà del Padre, nel figlio e con la forza dello Spirito Santo, e non più la nostra! Roberto e Angela Parisi

il dono dell'ordinazione, anche se oggi v e d i a m o a n cora più chiara la no str a incapacità: solo resta di credere vera la Parola di S. Paolo sui vasi di creta. Riandando alla celebrazione dell'ordinazione, resta forte l'emozione per la consegna del Vangelo, gli impegni assunti, la promessa di obbedienza al Vescovo, che per noi poi è il Papa, la c o m m o z i o n e dell' abbraccio con la C o m u n i t à , la partecipazione tesa e p a l p a b i l e d ell' assemblea, così tante persone e pur così tanto silenzio, l'affetto e la gioia di così tanti amici che si sono stretti intorno alla fine, nell'esplosione di un abbraccio caldo e commovente. R e st a o r a d a ricominciare un lav or o v e c c h i o m a nuovo per la m u ta ta condizione che sicuramente spaventa con la responsabilità che si porta appresso. Resta però la certezza di non essere soli, p e r c h é g u a r dando la nostra storia vi leggiamo chiaramente un disegno che si è sviluppato impercettibilmente negli anni e che ci rende curiosi di vedere dove ci condurrà. Paolo e Simonetta Cinguino

attraverso i quali ho potuto intravedere la strada che Lui aveva tracciato per me. Prima di tutto i miei genitori che mi hanno educato alla fede, nell'amore per il prossimo, per i deboli e i sofferenti. Lui si è reso presente nelle difficoltà che abbiamo incontrato sulla nostra strada in tutto questo tempo, difficoltà che sono state strumento pedagogico per educarmi a vivere nell'abbandono totale e per comprendere che Lui era l'ideatore ed il realizzatore della chiamata al diaconato. Benedico suo figlio Gesù Cristo con il quale mi ha manifestato totalmente il suo amore per me, non permettendo che rimanessi schiacciato dalle mie miserie, ma, sostenuto, potessi intraprendere il cammino di conversione. Oggi, consapevole delle difficoltà di questo cammino ma fiducioso nel Signore e nella sua Chiesa, rinnovo insieme con la mia famiglia la disponibilità di servirlo. Salvatore e Linda Bolla -2-

TESTIMONIANZA

DELLE

MOGLI

Eminenza reverendissima, sono Maria Elena moglie di Claudio Palmieri. Insieme a Linda, Simonetta, Angela, Nina e Angela siamo qui a testimoniare quanto è stato grande l'amore di Dio nella nostra vita. Abbiamo iniziato questo cammino cinque anni fa con molta titubanza e senso di inadeguatezza. Sentivamo che il Signore chiamava i nostri mariti e noi, ma non avevamo ancora ben chiaro in che modo. Sono stati anni intensi di formazione in cui siamo cresciuti anche nella conoscenza di Dio. Per quanto mi riguarda questi anni di formazione sono coincisi con la nascita di tre dei nostri cinque figli. Quindi un periodo intenso di grandi fatiche e prove. Ma pieno di amore! Sempre io e Claudio abbiamo sentito la presenza di Dio che ci accompagnava, e ci incoraggiava con la sua Provvidenza. Siamo stati seguiti da formatori premurosi e pazienti che ci hanno trasmesso un grande amore per la Chiesa,. Noi mogli abbiamo assistito alla ripresa agli studi dei nostri mariti, cosa non facile, e siamo state spettatrici del fatto che il Signore spiana tutte le vie, e porta a compimento l'opera iniziata. Abbiamo riscoperto la preghiera in famiglia che unisce, placa gli animi e dona la pace. Questa intimità con Dio ci porta a condividere lo spirito di servizio pur nella fragilità della nostra esistenza. Con l'animo colmo di riconoscenza vogliamo essere a fianco dei nostri sposi in questa nuova via che il Signore ci apre, pronte a renderci totalmente disponibili alla volontà di Dio nella nostra vita. Le Chiediamo per tutte queste ragioni con piena consapevolezza e con desiderio vivissimo che Claudio, Salvatore, Paolo, Roberto, Armando e Cataldo siano ammessi all'ordine del Diaconato.

TESTIMONIANZA

DEI

FORMATORI

Eminenza Reverendissima, sono il diacono Armando e parlo anche a nome dei confratelli diaconi formatori Gabriele, Giovanni, Umberto, Giuseppe, Franco, Francesco, Eugenio, nonché a nome di tutta la Comunità diaconale di Roma. Cinque anni fa, Vostra Eminenza, con paterna sollecitudine ci ha affidato questi nostri fratelli per un accompagnamento spirituale ed un cammino di discernimento vocazionale. Insieme alle nostre spose li abbiamo seguiti nella loro crescita umana, intellettuale e spirituale. Siamo andati nelle loro case e nelle loro comunità parrocchiali, rimanendo edificati per la loro adesione al Vangelo e al Magistero Ecclesiale, condividendo le loro apprensioni e speranza unitamente a quelle delle loro spose, dei figli e dei loro pastori. Oggi possiamo attestare che lo Spirito del Signore li ha provati e li ha resi pronti per il servizio ai fratelli. Chiediamo pertanto a Vostra Eminenza che Armando, Cataldo, Claudio, Paolo, Roberto e Salvatore vengano ordinati diaconi. -3-

TESTIMONIANZA

DEI

FIGLI

Eminenza reverendissima Sono Simone Bolla, figlio di salvatore, e a nome dei figli degli ordinandi, sono qui a testimoniare che in questi cinque anni abbiamo condiviso con i nostri genitori questo cammino, con le paure dei ragazzi della nostra età che partecipano, in modo diretto, al cammino di fede della famiglia, con un cambiamento del modo di vivere. Durante questo tempo abbiamo constatato una grande forza di volontà dei nostri papà, per quanto riguarda lo studio, una grande disponibilità per gli impegni in parrocchia ed i servizi alla Basilica, ma anche altrettanta collaborazione da parte delle nostre mamme che al momento opportuno hanno avuto e tuttora hanno sempre pronta una parola d'incoraggiamento. Tutto questo ha portato ad una maggiore disponibilità verso i più bisognosi, nonostante ciò togliesse anche del tempo alla famiglia. Oggi ci rendiamo conto che tutto questo ha contribuito, con l'aiuto di Dio, ad una significativa crescita spirituale che ci ha fatto affrontare le esperienze di ogni giorno, con maggiore serenità, trovandoci uniti nei momenti della preghiera. Grazie a nome di tutti noi, con la speranza che tale esperienza possano viverla altri ragazzi per avere una famiglia più serena e soprattutto nel nome del Signore. Per questo, le chiediamo Eminenza, di voler ordinare i nostri padri.

TESTIMONIANZA

DEI

PARROCI

Eminenza Reverendissima, questi nostri sei fratelli sono stati chiamati, in un lungo percorso di discernimento, ad essere diaconi nella Chiesa. Pur nella convinzione che essi sono chiamati a testimoniare l'amore del Padre misericordioso con un atteggiamento di fede, speranza e carità, dietro c'è un loro cammino di riscoperta del dono del battesimo, un cammino iniziato in seguito a varie esperienze e maturato nei gruppi parrocchiali, nelle associazioni, nei movimenti, ma soprattutto dando spazio alla realizzazione piena del loro matrimonio. Tutti hanno sentito il bisogno, in forza dell'amore di Dio in loro, di aprirsi come famiglia per testimoniare le grandi meraviglie operate in loro dal sacramento nuziale. Ci hanno testimoniato la forza della loro unione e la voglia di una partecipazione più corresponsabile alla vita della Chiesa, in un coinvolgimento di mogli, figli e famigliari. Le nostre comunità parrocchiali li hanno incoraggiati e accompagnati fino a questo momento, ora li desiderano nell'esercizio del loro ministero diaconale Noi parroci siamo grati al signore e in sintonia con il parere espresso dai formatori. Attestiamo che questi candidati sono degni di essere ordinati. Don Vito (parroco di San Leone Magno)

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Dal ritiro delle mogli: LA PRIMA VOLTA DI SIMONETTA

S

iamo finalmente giunti a tre giorni dall'ordinazione! Sono passati cinque lunghi anni di attesa , di formazione, densi di avvenimenti desiderati o inaspettati, lieti o angosciosi, che voltando lo sguardo al passato sembrano riassumersi in un attimo. Ma attraverso tutti siamo passati sempre accompagnati dal Signore che, come dice il salmo, ci ha portato "su ali di aquila". Nonostante tutto questo, però, l'ordinazione di Paolo mi si è materializzata davanti all'improvviso, come se non me l'aspettassi, lasciandomi frastornata. E' proprio vero che più grande è la Grazia che si riceve, più grandi sono le tentazioni che vorrebbero strappartela! Poiché, sin dal primo incontro coi formatori, ho sentito che la mia personale chiamata del Signore a lavorare nella sua vigna era, anche se con modalità diverse, innestata sulla vocazione di mio marito, ho capito che la mia ansia, di fronte alla sua ordinazione, nasceva dalla paura di dire il mio Sì. In questi casi, come tutti sappiamo, si può solo pregare: allora ho deciso che la cosa migliore che potessi fare, per me e per Paolo, fosse quella di lasciare tutto e di partecipare al ritiro per le mogli dei diaconi guidato da

don Franco. E' stata una bellissima esperienza che mi ha dato pace e mi ha arricchita sul piano spirituale e umano. Avevo proprio bisogno che il Signore mi portasse sul Monte, lontano dalle "solite" urgenze e servizi di cui è costellata la nostra giornata e spesso anche la nostra serata, per stare in ascolto. Insomma, che una volta tanto mi trasformassi da Marta in Maria. Non abbiamo fatto nulla di particolarmente diverso da quello che si fa in tutti i ritiri; di diverso ho sentito lo spirito, perché tutto si è svolto nella semplicità, nella sincerità della condivisione, nella comunione fra di noi Mi sono chiesta come mai fossimo così poche a partecipare, solo una decina, e sono rimasta col desiderio di conoscere anche le altre, perché sono convinta che abbiamo molto da dirci e tanta ricchezza di esperienza e di fede da scambiarci. Vorrei terminare con un grazie a don Franco, proprio per la sua sensibilità, impegno e pazienza per la crescita spirituale di noi mogli e con un saluto a tutte, in particolare a quelle che ancora non conosco. Simonetta Cinguino

QUINDICI ANNI DI “GRAZIA” Quando alle ore 17 del Sabato 21 Novembre 1987 il gruppo di otto di cui io facevo parte, venne ordinato dal Cardinale Ugo Poletti, nostro padre di venerata memoria, la comunità del diaconato di Roma veniva a contare circa una ventina di diaconi ordinati che con una quindicina di aspiranti formavano il gruppetto di trentacinquequaranta persone che una volta a settimana, il Venerdì, si ritrovavano ad animare il cortiletto e soprattutto il muretto dell'antica diaconia di San Teodoro al Palatino sede allora del Centro Diocesano per il Diaconato Permanente e per i Ministeri Istituiti. Erano quelli anni eroici che io chiamo del "laboratorio" in quanto, visti i numeri e l'assoluta mancanza di modelli a cui riferirci, guidati dalla saggia e discreta presenza del

Delegato episcopale per il diaconato Don Francesco Peracchi e l'altrettanta saggia ma irruenta azione dell'allora Padre oggi Vescovo Luca Brandolini, andavamo sperimentando il cammino di formazione per gli aspiranti e candidati oscillando tra: lezioni magistrali impartite dal P. Brandolini; interventi su specifici argomenti richiesti a vari responsabili degli Uffici del Vicariato (come non ricordare gli interventi/lezioni/sollecitazioni dell'allora direttore della Caritas diocesana don Luigi Di Liegro!); le forme seminariali di approfondimento sia guidate (ricordo per tutte il seminario sul Servo di Jahwé guidato dalla Prof. Bruna Costacurta) che autogestite dividendoci in piccoli gruppi nei pochi ambienti disponibili e guidati da diaconi già -5-

segue a pag. 6

ordinati; e l'esperienza preziosissima dei miniritiri del Sabato pomeriggio centrati su Adorazione Eucaristica, Meditazione e Celebrazione esemplare di una parte della Liturgia delle Ore (Vespro, Ufficio delle Letture); non ultime le "verifiche a caldo" delle celebrazioni appena concluse con l'evidenziazione dei punti problematici e delle possibili soluzioni. Tempi eroici dicevo che piano piano si sono evoluti verso la forma attuale di cammino formativo strutturato, sistematizzato per venire incontro alle esigenze di crescita del numero e dei documenti della Chiesa. E' in questo iter formativo della comunità che molti di noi della classe '87 (la metà del gruppo) sono inseriti come Formatori mentre gli altri sono inseriti in servizi diretti al Vescovo o alla Diocesi. Credo che nessuno di noi otto avrebbe mai immaginato dove il Signore lo avrebbe portato, il massimo delle nostre aspirazioni era poter esercitare il ministero in Parrocchia. Per la maggioranza di noi così non è stato perché presto siamo stati chiamati a ricoprire incarichi sia all'interno della comunità del diaconato sia a livello diocesano. Era inimmaginabile che due di noi avrebbero dovuto servire la Chiesa attraverso la esperienza della "plantatio ecclesiae" cioè garantire una presenza ordinata in comunità o in via di costituzione (è la mia esperienza a Colle Salario oggi Parrocchia di S.Giovanni della Croce, ove sono andato in assenza totale di presbitero mandato dal Cardinale per la cura pastorale in attesa del Parroco) o in comunità prive attualmente del Parroco (è l'esperienza attualmente in corso di Giancarlo Palazzi a Bassano in Teverina Diocesi di Civita Castellana). Altri del nostro gruppo ricoprono il compito importantissimo e delicatissimo della formazione teologicopastorale-liturgica dei nuovi aspiranti al diaconato (Umberto, Giovanni, Armando e Antonio) oltre che il compito formativo per i Ministeri Istituiti (Giovanni e Umberto) o la cura della vita liturgica nella nostra Cattedrale (Antonio). Altri poi sono impegnati nelle strutture diocesane o a servizio diretto del Vescovo nelle segreterie

personali (Umberto) o nella pastorale (Oreste e Armando). In questi anni abbiamo anche dovuto corrispondere alle richieste di aiuto nella formazione che ci sono pervenute dalle Chiese sorelle di Latina e di Civita Castellana alle quali alcuni di noi hanno dato un contributo nel loro iter formativo degli aspiranti al diaconato (Giovanni, Umberto, Antonio). Tante sono le cose che vengono alla mente che sono accadute in questi quindici anni, anni di "grazia" belli e impegnativi in cui abbiamo visto accrescersi e strutturarsi la nostra Comunità diocesana del Diaconato, alcuni nostri fratelli sono nel frattempo maturati per il cielo (Amedeo, Luigi, Tullio, Giulio, Peppino, Giampaolo, Angelo) altri sono stati chiamati ad incarichi importanti nella Chiesa (è il caso di Mons. Brandolini oggi Vescovo), altri ci hanno affiancato e sostenuto con nuova forza (Mons. Apicella e i Sacerdoti del Coordinamento) ma uno è rimasto sempre al nostro fianco e ci ha sempre accompagnati e quando è stato il caso anche richiamati e soprattutto sostenuti con la sua presenza discreta, ferma, stimolante e paterna intendo don Franco al quale va tutta la nostra riconoscenza e il nostro affetto. Il giorno 21 Novembre scorso, quindicesimo anniversario della nostra ordinazione, abbiamo voluto celebrarlo in maniera particolare riunendoci sulla tomba dell'amato Cardinale Poletti per celebrare il Vespro poi ci siamo riuniti per raccontarci la nostra storia e celebrare l'Eucarestia di ringraziamento al Signore insieme con don Franco e Mons. Apicella nella cappella della Fiducia. I sentimenti e i ricordi passati nel nostro cuore sono indicibili ma soprattutto vi erano quelli della gratitudine al Signore, di ricordo affettuoso per coloro che ci sono stati e ci sono di guida e di aiuto e di rinnovati sentimenti di fraternità tra noi fratelli di ordinazione e tutti quelli che il Signore vuole aggiungere alla nostra fraternità diaconale mediante la sacra ordinazione.

Antonio Cappelli -6-

DIECI ANNI FA ... È ACCADUTO QUALCOSA... Cristo a tutti perché, ogni giorno, insieme possiamo gridare di giubilo e di vittoria: 'La destra del Signore ha fatto mera-viglie, la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie'.

Dieci anni fa, durante gli esercizi spirituali svolti insieme a Gabriele Buccarella Basilio Mussolin, Ennio Salzillo, e Rodolfo Somalvico per prepararci a ricevere l'Ordine Sacro del Diaconato, Don Franco ci chiese di scrivere una lettera al Cardinal Vicario, nella quale venissero riportati i nostri sentimenti, le nostre gioie, le nostre trepidazioni ed i nostri propositi. Certamente l'idea di Don Franco ci trovò un po' spiazzati, perché quanto ci veniva chiesto sembrava di non facile realizzazione. Comunque, ciascuno di noi scrisse la propria lettera, rivelatasi poi molto preziosa per il nostro ministero. Rileggendo la mia, prima di consegnarla a Don Franco, pensai che avrei potuto scriverne una simile alla Comunità a cui appartengo per il giorno in cui sarei stato accolto in Parrocchia come diacono, l'8 dicembre 1992, festa dell'Immacolata Concezione. Così feci. In essa espressi le sensazioni di allora, peraltro condivise dai fratelli diventati diaconi insieme a me. Eccone il testo: "Carissimi fratelli, dopo 5 anni di preparazione spirituale e teologica, il 21 Novembre scorso sono stato ordinato diacono e torno in mezzo a voi arricchito di questo ministero, che mi pone al servizio di questa Comunità parrocchiale. È questo un tempo di grazia e benedico il Signore che istante per istante manifesta la sua bontà facendomi vedere nel profondo del mio cuore le 'grandi cose che ha fatto in me l'Onnipotente'. Egli mi ha tratto dalla fossa della morte, e con braccio potente mi conduce dentro la Pasqua di Cristo. L'abbondante parola di questi ultimi tempi sta causando quello svuotamento di me stesso, necessario per la mia conversione quotidiana e per godere la Risurrezione di Cristo in mezzo alla mia famiglia, ai miei fratelli, agli amici, ai colleghi, ai miei studenti, a tutti coloro che incontrerò. Questo tempo è un tempo predisposto da Dio stesso e quindi prezioso, in cui mi sto rendendo conto dei miei limiti, della inadeguatezza per svolgere questo meraviglioso ministero, ma anche della grande misericordia e dell'amore di Dio per me e per voi ai quali sono mandato come diacono. Di questo ne sono certo, perché Egli è fedele, sempre. Per me camminare nella via del Signore vuol dire non aver paura di offrire la mia vita come Lui, Servo obbediente, che sulla croce rivelò l'amore di Dio che vince la morte. Sono anche certo che il demonio si presenta sul cammino della croce e che cerca di fermarmi con i suoi inganni, ma il Signore risorto 'mi indicherà i sentieri della vita, gioia piena nella sua presenza, dolcezza senza fine alla sua destra'. Per questo, cari fratelli, sono gioioso di essere il vostro servo in Cristo, gioisco di questa comunità che io amo così com'è, e chiedo al Signore di mantenermi obbediente, povero e casto insieme a mia moglie, ai miei figli, per essere segno dell'amore di Dio in mezzo ai poveri, soprattutto a coloro che non riconoscono di aver bisogno di Dio e sono senza speranza. Chiedo anche al Signore di annunciare la Pasqua di

Insieme a voi tutti voglio rendere grazie al Signore per quanto mi ha fatto. All'inizio del nuovo ministero, si hanno sensazioni paragonabili a quelle vissute du-rante il viaggio di nozze: tutto è bello, ci sono tanti progetti, idee, momenti da condividere e certo non manca l'entusiasmo. Si tratta di un tempo sicuramente prezioso, predisposto da Dio per meglio conoscere la comunità, i fratelli che ti accolgono con stima ed affetto anche se, spesso, non sono pienamente consapevoli di che cosa rappresenti e significhi il ministero del diaconato all'interno della Chiesa. Tuttavia, più il tempo passa, più lo Spirito Santo permette loro di scoprire in pieno la tua identità, per condividere insieme a te la vita di fede. Sicuramente, insieme alle gioie c'è anche la prova. Il posto che ti spetta in quanto il diacono è il più umile, il meno appariscente. Nel corso degli anni ho maturato la convin-zione che essere ultimo significa non aver paura di offrire la propria vita come Cristo, Servo obbediente. In questo cammino mi ha aiutato non poco la protezione della Vergine San-tissima, verso la quale nutro una filiale e tenera devozione, e che, con il suo "Ecce Ancilla Domini" rappresenta un esempio splendido di totale abbandono alla volontà divina. Di fronte alle incomprensioni all'interno della Comunità, ai fallimenti, agli inganni del demo-nio, il Signore mi ha indicato "i sentieri della vita, gioia piena nella sua presenza e dolcezza senza fine alla sua destra". Nell'ambito del lavoro, in questi dieci anni ho avuto l'occasione di portare l'an-nuncio della Verità, della Pasqua di Cristo, non solo ai poveri di pane e di vestiti, ma anche ai poveri più poveri, coloro che non riconoscono di aver bisogno di Dio, sono senza speranza, portati dal laicismo imperante a fare "la professione dell'appartenenza a se stessi e basta", nella diabolica presunzione di un'autonomia totale da Dio Padre, considerato inutile. La mia grande speranza è quella di poter gridare un giorno insieme a loro: "La destra del Signore ha fatto meraviglie, la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto meraviglie". Vorrei chiudere con un'esortazione fraterna a tutti coloro i quali stanno percorrendo la strada verso il diaconato: siate sempre pervasi da spirito di franchezza, abbandonate ogni ipocrisia e ogni compromesso con la mentalità mondana. È quanto, sia io che gli altri quattro diaconi ordinati con me, abbiamo cercato costantemente di fare e da tale atteggiamento sono scaturiti per noi indubbi vantaggi a livello personale e frutti quanto mai fecondi per il nostro apostolato. Franco Sabelli -7-

UN PELLEGRINAGGIO SULLE ORME DI SAN PAOLO

I

L pellegrinaggio in Turchia, sulle orme di San Paolo, di quattro diaconi (Francesco Mattiocco con Antonella, Mario Francioni con Vittoria, Roberto Di Lello e Pippo Romeo con Francesca), due sacerdoti ed alcuni pellegrini, accompagnati da S.E. Mons. Vincenzo Apicella, è stato un viaggio pieno di ammirazione per la bellezza dei luoghi e le preziosità archeologiche e ci ha coinvolto emotivamente. In questa terra l'apostolo Paolo portò l'annunzio del Vangelo, in questa terra venne Giovanni il discepolo prediletto recando con sé Maria la Madre che Gesù gli aveva affidato dalla croce, da qui Giovanni ha inviato le lettere alle sette Chiese dell'Asia Minore. Qui sono stati celebrati i primi concili ecumenici (Nicea, Efeso, Costantinopoli, Calcedonia), per mezzo dei quali la Chiesa ha approfondito la propria fede ed in questo luogo hanno vissuto e testimoniato la propria fede i grandi padri cappàdoci della Chiesa (Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa, Gregorio di Nazianzo) i quali insieme a Giovanni Crisostomo hanno lasciato alla Chiesa pagine di profonda dottrina teologica. Al ricordo di questi nomi sentivamo salire in noi non solo un senso di ammirazione e gratitudine ma anche di inadeguatezza per come oggi vive il cristianesimo. Nella terra dei Padri cappadoci abbiamo ammirato con stupore le chiese rupestri dove si è sviluppata al loro tempo una fervida vita monastica ed una partecipata fede cristiana,

Il battistero nella Basilica di san Giovanni ad Efeso

testimoniata, anche dalle case scavate nella roccia lavica dove vivevano i cristiani di quell'epoca e dalle città sotterranee dove si rifugiavano per sfuggire alle incursione degli arabi e dove, ci sembrava, spinti dall'immaginazione, di toccare con mano lungo dei cunicoli che immettevano nei locali sotterranei la fatica, la trepidazione e l'amore per il Vangelo di Cristo. E come non provare sconcerto entrando nella ex chiesa di Santa Sofia a Istanbul, costruita da Giustiniano per emulare il tempio di Salomone e prima trasformata in moschea e poi in museo? Come non restare stupiti entrando nella Chiesa di San Salvatore in Chora, oggi museo, ammirando i mosaici bizantini che come un documentario ci illustrano tutta la storia della salvezza così come oggi la leggiamo nelle Sacre Scritture? In questo museo si possono vivere chiaramente i due periodi: quello bizantino e quello ottomano. In tutti i posti che abbiamo visitato si nota la massiccia presenza di minareti indicanti che l'Islamismo è fortemente presente. Le parole del Nunzio Apostolico, cui abbiamo fatto visita, ci hanno reso edotti sulla situazione precaria in cui oggi versa la Chiesa Cattolica, osteggiata fortemente nel suo compito missionario. Anche l'incontro ad Istanbul con un sacerdote salesiano di origine veneta ma con cittadinanza turca, ci ha confermato la precarietà in cui vive la Chiesa in quei territori, ma dalle sue parole è emersa anche una certa fiducia nell'evangelizzazione con metodi adeguati al contesto attuale. Con diverse sfumature abbiamo appreso che sono pochi i cristiani e viene da pensare, come una tentazione, che il sangue versato dai martiri (Ignazio e Policarpo) e le fatiche di Paolo e Giovanni, siano andate perdute. Ma i tempi di Dio non sono i nostri tempi, ed è fondata e radicata la nostra speranza che presto in queste terre, con l'aiuto dello Spirito Santo, tornerà la fede in Cristo Salvatore del mondo. A prescindere dal rammarico, siamo entusiasti del viaggio sotto ogni profilo:

Silva -8-

segue alla pagina seguente

culturale, storico e spirituale, molto bene animato dalla guida turca e da Francesco Mattiocco, quale tour leader per conto dell'Opera Romana Pellegrinaggi, il quale, insieme al nostro vescovo, ci ha illuminati sulla testimonianza e la ricchezza di dottrina dei padri cappàdoci facendoci vivere forti momenti di spiritualità. A ciò hanno fortemente contribuito le celebrazioni liturgiche nelle cappelle che abbiamo avuto la gioia di visitare, in primo luogo le Chiese rupestri nella valle di Göreme, uniche al mondo per l'architettura, le decorazione e gli affreschi, fatti oggetto purtroppo della furia vandalica ed iconoclasta

da parte dei residenti fanatici, che però hanno mantenuto l'antico splendore di gioielli, dono di una natura plasmata dalla fantasia di Dio. Certo dalla Terra Santa si ritorna con entusiasmo, mentre da qui si ritorna un po' sconcertati e pensosi ma non scoraggiati perché la nostra fede ci sorregge e ricordiamo come il Signore nell'Apocalisse ha detto e dice alla Chiesa di Efeso attraverso le parole di Giovanni: "…. Non avete l'amore dei primi tempi….. ritornate ad essere come prima…." Ap. 2,4-5. Mario Francioni e Pippo Romeo

DIACONI, DIACONESSE ET CETERA...

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oloro tra noi che hanno un indirizzo internet hanno ricevuto da me tre messaggi: uno lo scorso 29 settembre e gli altri il 19 e il 20 ottobre, riguardanti notizie circa i lavori della Commissione Teologica Internazionale relativamente al diaconato. Poiché l'argomento non solo è di interesse generale, ma può offrire lo spunto per alcune riflessioni, proviamo a parlarne ora tutti insieme. La restaurazione del diaconato come "proprio e permanente grado della gerarchia" ha ovviamente suscitato, circa l'identità del diacono, molte questioni che si possono collocare su due livelli: la ricerca teologica e le decisioni del Magistero; la prima costituisce il substrato sul quale si appoggiano poi le seconde. Così la Congregazione per la Dottrina della Fede ha richiesto alla Commissione Teologica Internazionale di studiare varie questioni riguardanti il diaconato. Tale commissione, presieduta "ex officio" dal Card. Ratzinger e composta di trenta membri di ventisei diverse nazioni (Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Egitto, Filippine, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Irlanda, Italia, Libano, Messico, Nigeria, Olanda, Polonia, Portogallo, Scandinavia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ungheria, USA) e di differenti scuole di pensiero teologico, ha dedicato più di cinque anni alla ricerca storica e dottrinale sugli argomenti che le erano stati richiesti e finalmente il 27 settembre scorso ha emesso un comunicato nel quale si annunciava che, nella riunione che avrebbe avuto luogo in Vaticano dal 30 settembre al 4 ottobre, sarebbe stato votato il testo finale con le conclusioni dello studio. Naturalmente questa notizia ha suscitato vivo interesse

in vari ambienti, con il desiderio di conoscere qualcosa circa il contenuto delle suddette conclusioni, come dimostrato anche dalle risposte al mio primo messaggio, che mi chiedevano maggiori dettagli. Debbo confessare che ho fatto qualche tentativo di procurarmi ulteriori informazioni, ma mi sono scontrato con un muro impenetrabile: come era prevedibile, la deontologia imponeva che, in una questione tra Congregazione e Commissione, venisse usata la massima riservatezza, impedendo che trapelasse qualsiasi indiscrezione; i risultati dello studio andavano trasmessi soltanto a chi aveva commissionato lo studio stesso. Qualche giorno dopo, però, esattamente il martedì 8 ottobre accadde un fatto nuovo: l'autorevole giornale cattolico francese "La Croix" pubblicò la notizia che, secondo lo studio della Commissione Teologica Internazionale, la questione dell'ordinazione diaconale delle donne rimaneva aperta. Questo fatto provocò come reazione un comunicato della Commissione in data 18 ottobre, nel quale, smentendo la notizia giornalistica, venivano resi noti due importanti risultati dello studio sul diaconato. Il primo è che, secondo la Commissione, le diaconesse ricordate nell'antica tradizione ecclesiastica non possono essere assimilate ai diaconi ordinati. A sostegno di tale conclusione il P. Cottier, segretario della Commissione, notava che sia il rito di istituzione, sia le funzioni esercitate dalle diaconesse le distinguevano dai diaconi ordinati. Il secondo risultato, a mio avviso più importante, è che lo studio della Commissione ha riaffermato l'unità del sacramento degli Ordini Sacri. "La distinzione - reca il

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comunicato del 18 ottobre - tra il ministero dei vescovi e dei presbiteri, da una parte, e quello dei diaconi, dall'altra parte, è tuttavia racchiusa dentro l'unità del sacramento degli Ordini Sacri." Il comunicato poi concludeva con tre precisazioni: 1) è prerogativa del Magistero pronunciarsi su tutta la questione tenendo conto della ricerca della Commissione; 2) questa ha dedicato più di cinque anni all'approfondimento storico e teologico; 3) lo studio è stato intrapreso su richiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede. Fin qui, la cronistoria della vicenda. Ma cosa dire del diaconato femminile? E' una questione che si agita da parecchio tempo ed è spesso strettamente collegata a quella del sacerdozio femminile. Per trattarne adeguatamente l'evoluzione storica ed inquadrarne sistematicamente le argomentazioni occorrerebbero uno spazio che questo foglio non può offrire ed una competenza che l'estensore di questa nota non ha. La questione risente indubbiamente anche degli estremismi femministi e del protagonismo di qualche prete che ha lasciato il ministero, ma non è da sottovalutare neppure il fatto che, sia pure in forma dubitativa e antecedentemente a precise prese di posizione del Magistero, la questione del presbiterato ed ancor più del diaconato delle donne veniva dibattuta in ambienti di sicura ortodossia cattolica. Come esempio del primo tipo si può portare il caso di Johannes Maria Wijngaards, nato in Indonesia da famiglia olandese nel 1935, ordinato presbitero nel 1959, che dopo l'ordinazione ha studiato al Pontificio Istituto Biblico e alla Pontificia Università Gregoriana, è stato missionario in India, ma nel 1982 ha lasciato il ministero (ha "dato le dimissioni", come lui dice). Costui ora da Londra mantiene un sito web dal programmatico titolo "donne-prete", visitato, nei primi mesi di quest'anno da una media di circa 500 persone al giorno. Come esempio del secondo tipo si può

invece citare il documento pubblicato nel 1971 dalla Conferenza Nazionale dei Vescovi degli Stati Uniti "Diaconi permanenti negli Stati Uniti: istruzioni per la loro formazione e il loro ministero", nel quale si può leggere, ai nn.168 e 169: "Le discussioni in corso sulle dimensioni teologiche del ministero dovrebbero essere condotte considerando il Cristiano e non soltanto il Cristiano maschio. Gli attuali servizi compiuti dalle donne, sia secolari che religiose, spesso potrebbero essere resi in maniera più efficace se svolti all'interno dell'ufficio di diacono." Da quanto accennato sopra, ho ricavato l'impressione che tutte le discussioni partano da due punti: la pari dignità della donna e che cosa "fa" il diacono. Sulla prima, evidentemente "non ci piove". Ma ha senso prendere come punto di partenza cosa "fa" il diacono? avrebbe senso chiedersi quali cose "fa" il vescovo e non potrebbe "fare" un presbitero, per delineare la figura del vescovo? certamente no. Allora possiamo forse concludere che manca ancora, dopo tanti anni dalla Lumen Gentium, un'approfondita riflessione teologica su cosa "è" il diacono. Speriamo che qualche luce venga quando potranno conoscersi i risultati dello studio della Commissione Teologica Internazionale, ma in ogni caso rimarrà sempre parecchio lavoro da svolgere. Ovviamente è un lavoro che spetta ai teologi, ma credo che noi abbiamo il compito di fornire loro materiale grezzo su cui lavorare. Durante gli anni del nostro ministero ciascuno di noi ha certamente intravisto, attraverso gli eventi che si sono succeduti nel tempo, quale fosse il progetto del Signore nel mandarci la vocazione; proviamo allora a fissare le nostre idee, a dire, pensando a ciò che "abbiamo fatto", chi invece "siamo". Nei nostri incontri potremmo confrontarci, affinare le nostre idee e così ottenere due scopi: migliorare il nostro ministero e fornire un bel dossier ai teologi.

C’È. ALLORA

Valerio Cimagalli

USIAMOLO!

i riferiamo al nostro sito web (avete notato che l'indirizzo viene da questo numero riportato in testata?). C Abbiamo pensato di utilizzarlo per facilitare il lavoro di tutti, rendendo disponibili in rete i "Quaderni del diaconato", cioè la riproduzione degli insegnamenti ricevuti nel corso delle giornate di ritiro o di formazione, e che verranno messi a disposizione dalla buona volontà dei "registratori" e dei "trascrittori". Sarà così possibile e facile consultare i vari "Quaderni", o copiarli sul proprio computer, o stamparli direttamente su carta … E per chi non disponesse di un computer? Allora sarà sempre disponibile il nostro Segretario diacono Filippo Romeo (Pippo), che potrà fornirvene a richiesta una copia, come sempre. - 10 -

AGGIORNAMENTO DEL NOSTRO SITO TELEMATICO.

È

nostra intenzione fare in modo che il sito telematico dei diaconi romani (raggiungibile attualmente tramite gli indirizzi "www3.chiesacattolica.it/diocesi/roma_altre_aree/diaconi" oppure "www.diocesiinrete.com") sia per quanto possibile sempre aggiornato ed utile a chi lo esplora per cercarvi notizie ed informazioni. Per questa ragione, ci sembrerebbe cosa buona aumentare il numero delle notizie che appaiono nell'elenco dei diaconi e di coloro che sono in formazione, che attualmente riporta nome e cognome del diacono/formando e della moglie, la data di ordinazione, il Settore, la Prefettura, la Parrocchia e la città di appartenenza. Vogliamo allora proporvi di far apparire le informazioni che seguono - e che sono già disponibili all'interno della comunità del diaconato attraverso l'elenco distribuito ed aggiornato dalla nostra Segreteria - anche all'esterno del nostro ambito: · Indirizzo privato (via e CAP) · Numero del telefono di casa, ed eventuale telefono portatile Inoltre, proponiamo di inserire anche le seguenti ulteriori informazioni: · Indirizzo telematico diretto (eventuale) · Impegno di lavoro (da indicare in maniera generica, ad es. insegnante, operaio, impiegato privato, imprenditore, ex-qualcosa per i pensionati …) · Impegni/Incarichi in Parrocchia · Impegni/Incarichi in Diocesi · Altre responsabilità connesse al ministero (il tutto da indicare in maniera sintetica). Ci sembra però giusto che - anche nel rispetto delle leggi sulla riservatezza - la pubblicazione di tali informazioni venga autorizzata in maniera esplicita e specifica da ciascuno di noi. Per questa ragione, invitiamo tutti coloro che intendono far apparire le notizie sopra accennate a restituire copia della scheda pubblicata qui di seguito, apponendo una firma accanto al dato di cui si intende autorizzare la pubblicazione, e fornendo le informazioni richieste. Il tutto può essere rapidamente consegnato alla nostra Segreteria, che provvederà a raccogliere i dati forniti ed a trasmetterli alla Redazione. Va da sé che tutto ciò che appare sul sito può venire in qualunque momento modificato o cancellato, se ciò è desiderato dall'interessato. Ovviamente, nell'elenco del sito appariranno solo le informazioni fornite da coloro che sono a ciò interessati. Nelle corrispondenti caselle degli altri, apparirà un trattino od un segno grafico analogo, che starà ad indicare che quella particolare informazione non è - almeno per il momento disponibile. ------------------------------------------------------------------Io sottoscritto ________________________________ richiedo che le seguenti informazioni appaiano nel sito telematico del diaconato romano: Informazione Indirizzo privato Telefono di casa Telefono portatile Indirizzo posta elettronica Impegno di lavoro Incarichi in Parrocchia Incarichi in Diocesi Altre responsabilità diaconali

Dato che apparirà Vedi elenco pubblicato dalla Segreteria Vedi elenco pubblicato dalla Segreteria Vedi elenco pubblicato dalla Segreteria _________________________ _________________________ _________________________ _________________________ _________________________

Firma/sigla _______________ _______________ _______________ _______________ _______________ _______________ _______________ _______________

Altre notizie possono essere riportate sul retro. - 11 -

SAN LORENZO DIACONO ROMANO L’icona costituisce l’home page del nostro sito “www3.chiesacattolica.it/diocesi/roma_altre_/diaconi” dove la troveremo illustrata in tutti i suoi dettagli

Dipinta per la Comunità del Diaconato romano da Giovanna Grimaldi